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|Divisione amm grado 1 = Campania
|Divisione amm grado 2 = Avellino
|Amministratore locale = [[PasqualeIvo Giuditta]]Capone
|Partito = [[lista civica "Per Summonte" (3º mandato)]]
|Data elezione = 10-6-20182023
|Data istituzione =
|Altitudine = 738
|Abitanti = 1538
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens/index.php?anno=2018&lingua=ita Dato Istat] - Popolazione residente al 31 ottobre 2018.
|Aggiornamento abitanti = 31-10-2018
|Sottodivisioni = Embriciera, Starze
|Divisioni confinanti = [[Avellino]], [[Capriglia Irpina]], [[Mercogliano]], [[Ospedaletto d'Alpinolo]], [[Pannarano]] ([[Provincia di Benevento|BN]]), [[Pietrastornina]], [[Quadrelle]], [[Sant'Angelo a Scala]], [[Sirignano]], [[Sperone (Italia)|Sperone]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 2427
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}}
 
'''Summonte''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:1538Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Avellino]] in [[Campania]].
 
== Geografia fisica ==
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Sotto i [[Borbone di Napoli|Borboni]], ritornati a Napoli con la restaurazione, fu costituito a Summonte un attivo nucleo carbonaro "I Pitti del Partenio" all'O. di Summonte che ebbe come esponenti più importanti i fratelli Severino e Vincenzo De Cristofaro, condannati all'esilio per lunghi anni.
 
Summonte ha dato i natali all'on. Paolo De Cristofaro, fondatore di un quotidiano di importanza e diffusione nazionale, il Popolo di Roma, e ad Alessio De Vito, che fu decorato da vivente della medaglia d'oro al valor militare per la gloriosa impresa compiuta nel [[1941]] nella baia di Suda con i mezzi di assalto della marina militare, un prodigio di tecnica ed ardimento che ci impose all'ammirazione degli stessi nemici del tempo.
[[File:Tramonto a Summonte (AV).jpg|thumb|left|upright=1.5|Tramonto a Summonte]]
 
Dal 14 novembre 2017 è inserita tra [[I borghi più belli d'Italia]]<ref>{{cita web|url=http://borghipiubelliditalia.it/2017/12/20/11-nuovi-borghi-entrano-a-far-parte-dellassociazione/|titolo=11 nuovi borghi entrano a far parte dell’associazione|editore=borghipiubelliditalia.it|accesso=14 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180115184658/http://borghipiubelliditalia.it/2017/12/20/11-nuovi-borghi-entrano-a-far-parte-dellassociazione/|dataarchivio=15 gennaio 2018|urlmorto=sì}}</ref>.
 
=== Simboli ===
Lo stemma comunale si può blasonare: ''d'azzurro, ai tre colli all'italiana di verde, uniti, fondati in punta, il colle centrale più alto e più largo, sormontati dalle lettere maiuscole S E d'argento; al capo cucito di rosso, caricato di tre stelle di sei raggi d'oro, ordinate in fascia''.
I colli fanno riferimento alla posizione dell'abitato, ripresa anche dal toponimo, e l'antica appartenenza alla Provincia di [[Montefusco]]<ref>{{Cita testo|titolo=Statuto|autore=Comune di Summonte|url=https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/statuto-comune-av-summonte.pdf|posizione=art. 6 ''Stemma e gonfalone''}}</ref>; le lettere S E, indicano l'inizio e la fine del nome S[ummont]E; le stelle, simboleggiano la mente rivolta a Dio.<ref>{{Cita web|url=https://araldicairpina.jimdofree.com/comuni-m-z/lettera-s/summonte/|titolo=Summonte|accesso=2024-02-21|sito=Araldica Irpina}}</ref>
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== La Torre ===
[[File:Torre Summontese.jpg|thumb|left|upright=1.51|left|Torre Summontese]]
Nell'attuale centro storico, in posizione dominante sulla valle, sorgeva un fortilizio con il nome di ''Castrum Submontis'' (il toponimo sottintende tra sub e montis il termine “radicibus”, in quanto la preposizione latina su, come si sa, regge l'ablativo e non il genitivo) che aveva la funzione di difesa di [[Abellinum]] lungo la via antica, che nel medioevo ebbe il nome di campanina, il cui percorso era sostanzialmente quello dell'attuale strada provinciale (fino a poco tempo fa statale 374 di Summonte) che collega Avellino alla [[Valle Caudina]]. I [[Longobardi]] occuparono il territorio con le loro famiglie ed erano estremamente diffidenti verso la popolazione locale. Preferivano vivere in quartieri separati e ben protetti, cosicché il fortilizio di Summonte, già esistente, rappresentò il luogo ideale per una sicura dimora. Una volta insediatisi, adattarono la fortificazione alle loro esigenze, ampliandola e rafforzandola con la costruzione di una torre, che, a differenza di tutte le altre costruite dai Longobardi nel [[Beneventano]]ducato daidi LongobardiBenevento]], ebbe base circolare e non quadrata, probabilmente in dipendenza della sua posizione dominante ed isolata. Verso la fine dell'XI secolo d.C., Summonte fu concesso in feudo ai Malerba, una famiglia franca al seguito dei Normanni ed il castello con la torre divenne la residenza del feudatario. Il Castello fu notevolmente ampliato con la costruzione di abitazioni per i servi e per i soldati e di una chiesetta, fino a costituire un borgo interamente murato, con ingresso principale dall'attuale arco [[San Nicola]]. Nel periodo [[Angioino]] il castello ebbe il suo assetto definitivo e la torre fu ristrutturata, fino ad assumere la forma tipica delle torri di detto periodo, riscontrabile nel rudere preesistente ai recenti lavori.
[[File:Torre di Summonte.JPG|thumb|upright=1.4|La torre e l'abitato di Summonte visti da Montevergine]]
I rilievi aerofotogrammetrici a raggi infrarossi effettuati nel giugno 1980 da esperti incaricati dal Comune hanno consentito di avere un quadro abbastanza fedele del preesistente castello: al centro di esso si ergeva la maestosa torre, dalla cui sommità era possibile sorvegliare l'intera zona.
In caso di necessità essa serviva da ridotto per l'estrema difesa. Il castello era circondato da una prima fila di mura perimetrali con quattro capisaldi, che suddividevano le mura in altrettanti tratti, ciascuno lungo una cinquantina di metri. A valle, oltre l'anzidetta cinta di mura, in corrispondenza del caposaldo a sud-est della torre, vi erano delle formazioni murarie a semicerchio. Questa seconda cinta di mura rendeva molto difficile l'accesso agli eventuali aggressori e l'assalto alle difese fisse del castello, anche per la condizione naturale del terreno, che si elevava letteralmente a picco, era, se non impossibile, estremamente arduo. Al di sotto ed intorno alla torre vi erano cisterne, depositi e riservette varie, che permettevano di resistere anche ad un lungo assedio. Angusti e tortuosi corridoi sotterranei permettevano agli assediati di effettuare i collegamenti necessari in condizioni di sicurezza. La torre era priva di accesso diretto dall'area circostante. Esisteva un solo varco, sopraelevato rispetto al piano di campagna, e lo si poteva raggiungere solo a mezzo di funi o scale mobili. La torre era a due piani, divisi da solai di legno, comunicanti tra loro a mezzo di scalini ricavati dallo spessore del muro perimetrale. Forse al di sotto di essa, nella parte interrata, vi era un passaggio sotterraneo molto stretto che la collegava agli accennati corridoi. È storicamente certo che nel castello, quando il feudatario era Roberto Malerba, fu rinchiuso, per ordine di Federico II il cavaliere lombardo Obertino da Mondello, fatto prigioniero nella [[battaglia di Cortenuova]] (22 novembre 1237) e che vi fu ospitato, nel marzo del [[1440]], quando il feudatario era [[Ottino Caracciolo]], [[Renato d'Angiò]], durante la sua sfortunata guerra contro [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso d'Aragona]]. Presente anche una scuola alberghiera ,
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
[http://www.sguardisullirpinia.it/summonte/storia.html Notizie storiche]
 
{{Comuni della provincia di Avellino}}