Nazione: differenze tra le versioni
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[[File:Friedrich Overbeck 008.jpg|thumb|''[[Italia e Germania]]'', dipinto romantico dell'artista tedesco [[Friedrich Overbeck]]. Una nazione può essere spesso raffigurata con una [[personificazione nazionale]] (come in questo caso [[Italia]] e [[Germania]])]]
Il termine '''nazione''' (dal [[lingua latina|latino]] ''natio'', in [[lingua italiana|italiano]] «nascita») si riferisce ad una [[comunità]] di [[Individuo|individui]] che condividono alcune caratteristiche come il [[luogo|luogo geografico]], la [[cultura]] (cioè la [[lingua (linguistica)|lingua]], la [[religione]], la [[storia]] e le [[tradizioni]]), l'[[etnia]] ed, eventualmente, un [[governo]].<ref>[[Federico Chabod]], ''L'idea di Nazione'' Bari 1961.</ref>
==Definizioni==
Una differente corrente di pensiero, che fa riferimento all'idea di nazione in quanto realtà oggettiva e legata a pensatori riconducibili a diverse espressioni politico-culturali, include tra le caratteristiche necessarie di una nazione il concetto di [[sangue]] ([[Johann Gottfried Herder|Herder]]) o di «consanguineità» ([[Friedrich Meinecke|Meinecke]]).<ref>{{cita libro | nome= | cognome= | titolo=LA STORIA |volume=11| anno=2007 | editore=Mondadori | città=|pagine=p.16 }}</ref>▼
Per la tesi funzionalista la nazione è un ''manufatto culturale'' caratterizzato da «forme di lealtà collettiva e di vincoli comunitari di stampo nazionale, in grado di garantire il miracolo, in senso politico, della diversità nell'unità»<ref>Alessandro Campi, ''A cosa serve la nazione?'', in ''Nazione e patria. Idee da conservare'', Rubbettino ed., Soveria Mannelli, 2023, p. 72.</ref>. In questo senso la nazione assolverebbe la funzione di modello politico al tempo stesso pragmatico e razionale: uno "stato sovrano" che può far riferimento a un popolo, a un'[[etnia]], a una [[tribù]] con una [[discendenza]], una lingua e una [[storia]] in comune.<ref>Il ''World Book Dictionary'' definisce la nazione come “la [[popolazione]] che occupa uno stesso luogo geografico, unita sotto lo stesso [[governo]], e parlante usualmente la stessa [[lingua (linguistica)|lingua]]”</ref>
▲Una differente corrente di pensiero,
Un'altra [[definizione]] vede la nazione come una «[[comunità]] di [[Individuo|individui]] di una o più nazionalità con un suo proprio [[territorio]] e [[governo]]» o anche «una tribù o una [[Stato federale|federazione]] di tribù (come quella degli [[Nativi americani|indiani nordamericani]])».<ref>Webster's New Encyclopedic Dictionary (trad en-WP).</ref> È appoggiandosi a tali nozioni che si è sviluppato negli anni '70 il concetto di [[micronazione]].
Alcuni [[Autore|autori]], come [[Jürgen Habermas]], considerando obsoleta la nozione [[Tradizione|tradizionale]] di nazione, si riferiscono a essa come a un libero [[contratto sociale]] tra [[Popolazione|popoli]] che si riconoscono in una [[Costituzione]] comune
== Caratteristiche ==
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Le nazioni sono il risultato della divisione dell'umanità in schiatte, [[stirpe|stirpi]] e popoli, come il [[frutto]] del superamento dell'unità originaria del genere umano.
La ''[[Genesi]]'' racconta del passaggio da un primitivo universalismo a una dispersione dei popoli, causata forse nel tempo attraverso la discendenza dei figli di [[Noè]], sopravvissuti con lui al [[Diluvio universale]], o repentinamente dall'edificazione della [[torre di Babele]].
Di preferenza, nelle [[Sacre scritture]] il termine "nazione" ricorre per indicare i nemici [[paganesimo|pagani]] del popolo eletto, quelle nazioni, cioè, che non riconoscono Dio e la sua potenza. Il popolo di Dio deve lottare e combattere le nazioni per difendersi dalla sottomissione e dall'errore. Tutto ciò riconduce a un sentimento di [[nazionalismo]].
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==== Le ''nationes'' universitarie ====
{{vedi anche|Nationes|Peregrinatio academica|Clerici vagantes|Authentica Habita}}
Le [[Nationes|''nationes'' universitarie]], sorte nelle [[Università medievali]] d'[[Europa]] dal [[XIII secolo]] in avanti, sono una delle espressioni storicamente più significative del compromesso tra [[universalismo]] e
Gli ''[[Clerici vagantes|scholares vagantes]]'' si [[peregrinatio academica|muovono da tutta Europa]] per apprendere nelle diverse città europee gli insegnamenti impartiti da magistri a loro volta provenienti da ogni paese.
Al tempo stesso, le corporazioni e associazioni - cui gli studenti davano vita nelle città che li ospitavano per difendersi reciprocamente dalle pressioni dei poteri locali
▲Al tempo stesso, le corporazioni e associazioni cui davano vita nelle città che li ospitavano per difendersi reciprocamente dalle pressioni dei poteri locali, tendono a strutturarsi in funzione della loro differente provenienza geografica, sulla base dunque della terra d'origine, della lingua materna e della diversità di costumi.
==== Le ''nationes'' mercantili e conciliari ====
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Si tratta di comunità forestiere composte da commercianti e operatori economici stabilmente insediate all'estero.
* Nascita spontanea, volontaria e limitata nel tempo;
* Garantire assistenza e tutelare gli interessi professionali;
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Agli interessi dei commercianti si affianca la solidarietà patriottica, l'affinità culturale e religiosa, una lingua comune e un comune sentimento riferiti a una città/regione/nazione.
Il principio qui stabilito, se da un lato dimostra come in questa fase storica l'appartenenza (o [[identità nazionale|identità]]) nazionale sia ancora priva di rilevanti connotazioni politiche, dall'altro conferma come i valori etnolinguistici, che sono alla base di quella che potremmo definire l'idea di nazione culturale, fossero già pienamente attivi nella mente delle classi dirigenti e dei ceti intellettuali dell'epoca.
=== Dalla Riforma alla Rivoluzione ===
A partire dal '500 fenomeni come l'accentramento del potere politico nelle mani dei sovrani, l'affinamento letterario delle lingue vernacolari, il radicamento su base territoriale delle chiese riformate producono, su gran parte del territorio europeo, il progressivo consolidarsi del sentimento collettivo e della coscienza unitaria di sempre più vaste comunità umane, che cominciano ad assumere una fisionomia e un'identità nazionale.
In [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]]
Nazione indica dunque differenze linguistiche e territoriali, diversità culturali, ma anche la continuità storica che caratterizza la vita di un popolo rendendolo specifico e differente dagli altri.
In [[Guicciardini]]
In questa fase è possibile individuare una profondità storica: il termine nazione non indica soltanto coloro che su un dato territorio condividono la stessa lingua, gli stessi costumi e la stessa religione, ma un insieme di caratteri e di legami che rimanda ad un passato percepito come unico e peculiare, con una sua forza vincolante.
Per il periodo storico compreso tra Rinascimento e Rivoluzione francese
* Nazione statale: la nazione si forma sotto la spinta dello Stato. La crescita del sentimento nazionale è proporzionale alla crescita dello Stato (territoriale). Es. Inghilterra;<ref>Stein Rokkan, ''Territori, Nazioni, Partiti: verso un modello geopolitico dello sviluppo europeo'', in "Rivista Italiana di Scienza Politica", X, n. 3, 1980</ref>
* Nazione culturale: sviluppata in quegli stati in cui il modello politico statuale si è sviluppato con maggiore ritardo (Germania, Italia). La nazione coincide in questo caso con una comunità popolare basata sulla cultura, sulla lingua e sulle tradizioni storiche.
* Nazione politica sovrana
==== La nazione culturale ====
Si sviluppa nel '700 la concezione culturale della nazione. Fonda la sua coesione sulla lingua, sulla cultura e sulla tradizione ([[Johann Gottfried Herder|Herder]]), non sull'astratta rigidità di un'obbligazione politica (Kulturnation).
Secondo [[Johann Gottfried Herder]] nella vita di una nazione
I vincoli culturali sono più stabili e duraturi di quelli istituzionali.
Esempi di nazione culturale, per lui, sono Germania e Italia.
Herder teorizza la nazione come un fattore di progresso civile e morale, nonché come un tramite fra l'individuo e l'umanità.
Realizzando sé stesso all'interno di una realtà sociale culturalmente omogenea e spiritualmente coesa, l'uomo può così più facilmente attingere alla dimensione dell'universalità e realizzare la sua natura sociale (visione universalistica).
==== La nazione politica - Visione romantica di Rousseau ====
A proposito delle diversità dei popoli, Rousseau afferma che sono le forme di governo, i sistemi di legislazione e le leggi che devono adattarsi allo spirito dei popoli e al loro carattere.
Per [[Sieyès]] il terzo Stato rappresenta la nazione intesa proprio come un organo assoluto senza il quale lo Stato non esisterebbe. Gli ordini privilegiati sono qualcosa di esterno alla nazione
Ciò che per lui lega una nazione non è dunque la comune origine storica, la lingua, i costumi o il territorio, ma la volontà degli individui, tutti ugualmente liberi
=== Ottocento ===
In seguito al periodo rivoluzionario, il campo semantico del termine nazione si allarga notevolmente: da semplice realtà collettiva caratterizzata da usi e costumi, la nazione passa a soggetto originario dell'organizzazione della società, diventando la comunità fondamentale che legittima le istituzioni che organizzano la vita collettiva.
==== Aspetto terminologico ====
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====Aspetto relativo al contesto in cui si impone la nazione====
La nazione ha bisogno di basi storiche e culturali su cui radicarsi: si hanno quindi costruzioni più o meno spontanee da parte di poeti, storici, scrittori, filosofi, linguisti e filologi (ed [[Intellettuale|intellettuali]] tutti).▼
Dunque per dare radici storiche a qualcosa di già esistente, si verifica la nazionalizzazione (attribuire un significato nazionale) dei miti del passato.
▲La nazione ha bisogno di basi storiche e culturali su cui radicarsi: costruzioni più o meno spontanee da parte di poeti, storici, scrittori, filosofi, linguisti e filologi (intellettuali).
=== Alcuni approcci alla nazione elaborati nel sec. XIX ===
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==== La nazione romantica ====
I popoli possono vivere in armonia mantenendo la propria individualità.
Al momento del passaggio dallo spirito cosmopolitico settecentesco al nazionalismo ottocentesco [[Fichte]]
▲[[Fichte]]: solo la nazione tedesca (grazie alla sua superiorità linguistica e culturale, ecc.) può fare da guida politico-spirituale a beneficio dell'intero genere umano. Realizzare il cosmopolitismo partendo dal nazionalismo. La Germania è superiore: dunque è l'unica in grado di generare quell'universalità.
La superiorità linguistica della nazione tedesca, secondo Fichte, è legata alla capacità dell{{'}}''Urvolk'' ("popolo originario") di mantenere e salvaguardare la propria lingua originaria (
==== Nazione, libertà, umanità ====
Le differenze fra nazione culturale e politica non sono così individuabili da un punto di vista dell'analisi pratica (sangue e volontà si mescolano).
La nazione italiana
Per gli autori italiani, il termine nazione è unito alla libertà, alla politica e allo Stato.
Al contrario degli intellettuali tedeschi come Herder, quelli italiani pensano che le variabili culturali siano solo un punto di partenza per giungere a una nazione in senso politico, libera e sovrana, dotata di istituzioni e di un governo che ne rispecchi la specificità.
Per [[Pasquale Stanislao Mancini|Mancini]]
[[Mazzini]] vede nella nazione la base politica della sovranità popolare e dello stato democratico: "Per nazione noi intendiamo l'universalità de' cittadini parlanti la stessa favella, associati, con eguaglianza di diritti politici, all'intento comune di sviluppare e perfezionare progressivamente le forze sociali e l'attività di quelle forze."
Per Sieyès il soggetto storico che fa nascere la nazione attraverso la volontà sono i cittadini (liberi e uguali)
Funzione pedagogica della nazione
Vicini a Mancini e Mazzini furono gli autori francesi, in particolare [[Ernest Renan]] (vedasi la sua lezione alla [[Sorbona]] del 1882).
==== Marxismo e questione nazionale ====
[[Karl Marx|Marx]] vede la nazione come un progetto della classe borghese, la quale, proponendosi come classe dominante, conquista il controllo dello Stato, dei suoi apparati legali e produttivi, a scapito dei vecchi ceti feudali e aristocratici. La nazione non costituisce dunque una totalità omogenea
== Il concetto di nazione nel diritto ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore = Alessandro Campi |titolo = Nazione |città = Bologna |editore = Il Mulino |anno =
* {{Cita libro |autore = [[Federico Chabod]] |titolo = L'idea di Nazione | città = Bari | editore = Laterza | anno = 1961}}
* Pietro Grilli di Cortona, ''Stati, nazioni e nazionalismi in Europa'', Il Mulino, Bologna 2003.
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* Stein Rokkan, ''Territori, nazioni, partiti'', in "Rivista italiana di Scienza politica", X, n. 3, 1980.
** ''Stato, nazione e democrazia in Europa'', a cura di Peter Flora, Il Mulino, Bologna 2002.
* {{Cita libro |autore = [[Anthony D. Smith]] |titolo = Le origini etniche delle nazioni |città = Bologna |editore = Il Mulino |anno = 1998 |
** ''La nazione. Storia di un'idea'', Rubbettino, Soveria Mannelli 2007.
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{{Portale|antropologia|geografia|politica}}
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