Simone Martini: differenze tra le versioni

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[[File:Simone Martini 055.jpg|thumb|upright=1.4|Simone Martini, ''Ritratto di Giovane'', dettaglio dalla ''Resurrezione di un fanciullo'', [[Cappella di San Martino (Assisi)|Cappella di San Martino]], Basilica inferiore di San Francesco d'Assisi]]
{{Bio
|Nome = Simone
|Cognome = Martini
|PostCognomeVirgola = indicato talvolta anche come '''Simone il galleseSenese'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Siena
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[1284]] circa
|LuogoMorte = Avignone
|GiornoMeseMorte = luglio
|AnnoMorte = 1344
|Epoca = 1300
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|Attività2 = miniatore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , considerato indiscutibilmente uno dei maestrimaestro della [[scuola senese]] e sicuramentetra uno deii maggiori e più influenti artisti del [[XIV secolo|Trecento]] italiano, l'unico in grado di contendere lo scettro a [[Giotto]]. La sua formazione avvenne, probabilmente, nella bottega di [[Duccio di Buoninsegna]]
|Immagine = Ritratto di Simone Martini.jpg
}}Ancora giovane e sconosciuto ricevette il prestigioso incarico di dipingere la Maestà per il Palazzo Pubblico di Siena e da allora la sua fama crebbe senza soste. Lavorò ad Assisi, Roma, Napoli, oltre che, naturalmente, nella sua città natale. Nel 1340 si trasferì ad Avignone, all'epoca sede del papato, dove mori nel 1344, lasciando una forte influenza anche nel mondo dell'arte gotica francese.
|Didascalia = Ritratto immaginario di Simone Martini
}}
 
}}La sua formazione avvenne, probabilmente, nella bottega di [[Duccio di Buoninsegna]]. Ancora giovane e sconosciuto, ricevette il prestigioso incarico di dipingere la [[Maestà per ildel Palazzo Pubblico di Siena]], e da allora la sua fama crebbe senza soste. Lavorò ad [[Assisi]], [[Roma]], [[Napoli]], oltre che, naturalmente, nella sua città natale. Nel [[1340]] si trasferì ad [[Avignone]], all'epoca [[cattività avignonese|sede del papato]], dove morimorì nel 1344, lasciando una forte influenza anche nel mondo dell'arte gotica francese.
 
== Biografia ==
 
=== Ipotesi sulla formazione ===
 
Simone Martini nacque a Siena nel 1284 circa. Nessuna fonte certa esiste sulla sua formazione, ma è consolidata l'ipotesi che essa si sia svolta nella bottega di [[Duccio di Buoninsegna]]. Tuttavia, la presenza nella pittura di Simone, già nelle sue opere più precoci giunte sino a noi, anche di elementi non ducceschi lascia presumere che il tirocinio del pittore sia stato arricchito anche da esperienze diverse. Innanzitutto, in Simone si coglie una particolare sensibilità per la resa plastica delle figure umane, sicuramente maggiore di quanto non fosse nella coeva pittura senese e in quella di Duccio in particolare, il che rende ipotizzabile un contatto, già in età giovanile, con le novità giottesche.
 
Possibile veicolo di tale contatto potrebbe essere stato [[Memmo di Filippuccio]] – futuro suocero di Simone – che –che fu attivo nel cantiere assisiate apprendendovi della rivoluzione giottesca, poi diffusa in area senese. La traccia dell'attività di Simone in San Gimignano, ove era situata la bottega di Memmo, e i futuri rapporti familiari con quest'ultimo, legittimerebbero l'ipotesi che la formazione di Simone Martini si sia completata proprio presso Memmo.
 
Altro elemento caratterizzante l'opera di Simone, sin dagli esordi noti, è la sua attenzione per le arti suntuarie, fiorenti nella Siena del tempo. Ne è testimonianza il diffuso utilizzo di raffinati stampini e punzoni, mediante i quali Simone arricchisce di eccezionali elementi decorativi i suoi dipinti (si pensi ai nimbi della Vergine e del Bambino della Maestà del Palazzo Pubblico). Del pari gli oggetti in oro illusionisticamente raffigurati nelle sue opere sono riprodotti con ineguagliabile maestria (si veda in questo senso il trono della Vergine della stessa Maestà, quasi un ingrandimento di alcuni bellissimi reliquiari senesi dell'epoca). Sulla base di questi elementi si è ipotizzato che il giovane Simone abbia avuto familiarità con l'arte orafa. Ipotesi che peraltro potrebbe spiegare anche un ulteriore elemento distintivo dell'opera del Martini, cioè la sua conoscenza del gusto gotico oltremontano, diffuso a Siena soprattutto nel [[Oreficeria senese del XIV secolo|campo dell'oreficeria]], è evidente la ripresa, nelle decorazioni a smalto, di modelli stilistici transalpini, come ad esempio nell'opera di [[Guccio di Mannaia]].<ref>Pierluigi Leone de Castris, ''Simone Martini'', Federico Motta Editore, Milano 2003.</ref>.
 
=== Le prime opere ===
I primi segni documentati dell'attività artistica di Simone Martini risalgono al 1305-1310 circa, quando il giovane Simone aveva circa 20-25 anni. A questa prima fase di attività sono attribuite una ''[[Madonna col Bambino n. 583|Madonna col bambinoBambino]]'', di cui si ignora la collocazione di origine e che è oggi esposta nella [[Pinacoteca Nazionale di Siena]] (catalogata come opera n. 583), e una ''Madonna della Misericordia'', proveniente dalla [[chiesa di San Bartolomeo a Vertine]], nel Chianti, e anch'essa esposta nella Pinacoteca Nazionale di Siena. Quest'ultima si ritiene prodotta in collaborazione con [[Memmo di Filippuccio]], soprattutto nei "raccomandati" raccolti sotto il manto di Maria. A questa fase alcuni ritengono debba appartenere anche la ''Croce dipinta'' proveniente dal Convento delle Cappuccine a Siena e anch'esso conservato alla Pinacoteca Nazionale di Siena. Questo primo Simone Martini è molto vicino a [[Duccio di Buoninsegna]], come è evidente dal volto, manto e postura di Maria nella ''Madonna col Bambino n. 583''. Tuttavia la ricchezza di dettagli decorativi e la resa scrupolosa di dettagli anatomici denotano il talento di Simone Martini, già in questi primi anni.
 
I primi segni documentati dell'attività artistica di Simone Martini risalgono al 1305-1310 circa, quando il giovane Simone aveva circa 20-25 anni. A questa prima fase di attività sono attribuite una ''[[Madonna col Bambino n. 583|Madonna col bambino]]'', di cui si ignora la collocazione di origine e che è oggi esposta nella [[Pinacoteca Nazionale di Siena]] (catalogata come opera n. 583), e una ''Madonna della Misericordia'', proveniente dalla [[chiesa di San Bartolomeo a Vertine]], nel Chianti, e anch'essa esposta nella Pinacoteca Nazionale di Siena. Quest'ultima si ritiene prodotta in collaborazione con [[Memmo di Filippuccio]], soprattutto nei "raccomandati" raccolti sotto il manto di Maria. A questa fase alcuni ritengono debba appartenere anche la ''Croce dipinta'' proveniente dal Convento delle Cappuccine a Siena e anch'esso conservato alla Pinacoteca Nazionale di Siena. Questo primo Simone Martini è molto vicino a [[Duccio di Buoninsegna]], come è evidente dal volto, manto e postura di Maria nella ''Madonna col Bambino n. 583''. Tuttavia la ricchezza di dettagli decorativi e la resa scrupolosa di dettagli anatomici denotano il talento di Simone Martini, già in questi primi anni.
 
Successivamente a queste prime opere, ma in un periodo ancora precedente la realizzazione della grandiosa ''Maestà del Palazzo Pubblico'' di Siena, si ritiene che Simone Martini abbia dipinto un affresco di cui rimane solo la testa della Madonna, ed ospitata oggi dalla [[Chiesa di San Lorenzo al Ponte]] a [[San Gimignano]] (1310 ca.), e una lacunosa ''Maestà'' in esposizione al [[Museo di Capodimonte]] di [[Napoli]] (1310-1312 ca.). Queste opere, soprattutto la seconda, mostrano i segni di una transizione dal primo Simone Martini, ancora molto vicino al suo maestro Duccio di Buoninsegna, ad uno stile autonomo dell'artista già evidente nella ''Maestà del Palazzo Pubblico'' di Siena.
 
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Image:The-madonna-and-child-1881.jpg|''Madonna col Bambino n. 583'', provenienza ignota, Pinacoteca Nazionale di Siena.
Image:3mercy1.jpg|La ''Madonna della Misericordia'', dalla chiesa di San Bartolomeo di Vertine (Chianti), Pinacoteca Nazionale di Siena.
Image:Simone martini, Madonna in Glory with Musician Angels (detail).jpg|''Madonna in gloria'' (particolare di Simone Martini), Chiesa di San Lorenzo al Ponte a San Gimignano.
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=== La Maestà del Palazzo Pubblico di Siena ===
[[File:Maestà di simone martini, siena palazzo pubblico 1315-1321.jpg|upright=1.6|thumb|La ''Maestà'', Palazzo Pubblico di Siena.]]
 
[[File:Maestà di simone martini, siena palazzo pubblico 1315-1321.jpg|upright=1.6|thumb|La ''Maestà'', Palazzo Pubblico di Siena]]
 
La prima opera datata di Simone Martini è la ''[[Maestà del Palazzo Pubblico di Siena]]'', affresco dipinto nel [[1312]]-[[1315]] (ritoccato nel [[1321]]) nella sala del Consiglio del [[Palazzo comunale (Siena)|Palazzo Pubblico]] di [[Siena]], dove si trova tutt'oggi. Si tratta di un'opera di un pittore sicuramente già maturo e affermato, fosse solo per il prestigio di una commissione pubblica così importante.
 
Il grande [[affresco]] (970x763 cm) è una sorta di omaggio alla ''[[Maestà del Duomo di Siena]]'' di [[Duccio di Buoninsegna]], dalla quale riprende l'impostazione (Maria e il Bambino al centro seduti su un trono, teoria simmetrica di santi ai due lati con in primo piano i protettori della città), l'uso di una fonte di luce unica per la resa dei chiaroscuri, "l'uso di una prospettiva diretta piuttosto che ''inversa, e l'angolazione variabile con cui sono rappresentati i personaggi (da frontali ad altamente profilati), caratteristiche queste ultime che Duccio stesso aveva ripreso da Giotto".'' Anche il realismo figurativo e persino le fisionomie di molti santi rimandano all'opera di Duccio.
 
Tuttavia in quest'opera Simone mostra di differenziarsi in maniera decisa dalla [[pittura]] a lui precedente. La Madonna è più austera, aristocraticamente distaccata e non guarda lo spettatore. Tutti i volti hanno un realismo mai visto prima, da quello di Maria a quello dei santi anziani. Le dita delle mani sono differenziate ingentilendone il tocco. Le aureole sono rese in rilievo con la novità della [[punzonatura]] (stampigliatura di motivi a rilievo tramite la pressione di "punzoni"), che rimandano all'[[oreficeria senese del XIV secolo]], uno dei campi artistici più vicini alla [[Gotico francese|cultura gotica francese]] dell'epoca. Il trono è reso con le caratteristiche del gotico raggiante e anche il [[baldacchino]] da cerimonia rimanda a un gusto cortese di sapore transalpino. La gamma cromatica di Simone, affascinato dagli smalti e dalle oreficerie d'oltralpe, è più ampia e dotata di velature e passaggi più morbidi. Anche la disposizione dei santi non segue una successione paratattica come in Duccio, ma corre invece lungo delle linee diagonali parallele che convergono in profondità dando un'illusione spaziale in prospettiva di sapore [[giotto|giottesco]]. Del tutto assente è in Simone quell'[[horror vacui]] che sembra caratterizzare la Madonna ducescaduccesca: nella Maestà di palazzo pubblico ritroviamo altresì ampie porzioni di cielo azzurro. Diverso è anche il carattere delle due Maestà: eminentemente religiosa quella di Duccio, carica di significati morali e civici quella di Simone, commissionata dal governo dei Signori Nove in Siena.
 
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=== Le fasi di realizzazione della Maestà ===
La ''Maestà'' del Palazzo Pubblico di Siena è un'opera dalla complessità compositiva, tecnica e semantica incredibili. Simone Martini lavorò all'affresco in più fasi: iniziò presumibilmente nel 1312, continuò il lavoro fino a circa due terzi della superficie, salvo poi abbandonarla (molto probabilmente per recarsi ad Assisi, in cui attendeva la cappella di San Martino) per completare quindi la parte inferiore, oggi assai deteriorata a causa della tecnica adottata (principalmente pittura a secco) solo successivamente. L'opera è firmata da Simone nel giugno del [[1315]]. È interessante notare, lungo la cornice illusionistica, il segno di ripresa del lavoro, caratterizzato dall'uso di punzoni differenti e da incongruenze nella resa dei modiglioncini, particolarmente evidenti, questi, nel lato destro.<br/>
 
La ''Maestà'' del Palazzo Pubblico di Siena è un'opera dalla complessità compositiva, tecnica e semantica incredibili. Simone Martini lavorò all'affresco in più fasi: iniziò presumibilmente nel 1312, continuò il lavoro fino a circa due terzi della superficie, salvo poi abbandonarla (molto probabilmente per recarsi ad Assisi, in cui attendeva la cappella di San Martino) per completare quindi la parte inferiore, oggi assai deteriorata a causa della tecnica adottata (principalmente pittura a secco) solo successivamente. L'opera è firmata da Simone nel giugno del [[1315]]. È interessante notare, lungo la cornice illusionistica, il segno di ripresa del lavoro, caratterizzato dall'uso di punzoni differenti e da incongruenze nella resa dei modiglioncini, particolarmente evidenti, questi, nel lato destro.
Nel 1321 Simone è chiamato nuovamente a metter mano al proprio lavoro per la "raconciatura" di alcune porzioni d'affresco; vennero completamente rifatte in questo periodo le teste della ''Madonna'', del ''Bambino'', di ''sant'Orsola'' e ''Caterina d'Alessandria'' (immediatamente ai lati della Madonna), dei due angeli offerenti (in basso ai piedi del trono), dei santi ''Ansano'' e ''Crescenzio'' (il primo e terzo santo inginocchiati). In riferimento ai fatti avvenuti nel comune nel 1318 (rivolta dei carnaioli), si pose mano anche all'epigrafe immediatamente sotto il trono della Vergine, coprendo la scritta precedente, il cui messaggio venne affidato ai cartigli retti dai quattro Santi Avvocati della città.
 
=== La cappella di San Martino nella basilica inferiore di San Francesco d'Assisi ===
[[File:Simone Martini 055037.jpg|thumb|upright=1.4|Simone Martini, ''RitrattoInvestitura di GiovaneSan Martino'', (dettaglio dalladei ''Resurrezione di un fanciullo''musici), [[Cappellacappella di San Martino (Assisi)|Cappella di San Martino]], Basilicabasilica inferiore di Sansan Francesco d'Assisi.]]
 
[[File:Simone Martini 037.jpg|thumb|''Investitura di San Martino'' (dettaglio dei musici), cappella di San Martino, basilica inferiore di san Francesco d'Assisi]]
 
La [[Cappella di San Martino (Assisi)|cappella di San Martino]] nella [[Basilica inferiore di San Francesco d'Assisi]] fu affrescata in tre fasi, su un arco di tempo che va dal [[1313]] al [[1318]] circa. Nel [[1312]] il cardinale [[Gentile Partino da Montefiore]], [[Santi Silvestro e Martino ai Monti (titolo cardinalizio)|titolare di San Martino]], si recò a [[Siena]] dove ebbe occasione di incontrare Simone Martini, commissionandogli l'affrescatura della cappella di San Martino, da lui voluta e fatta costruire. Simone Martini si recò ad Assisi quando i lavori della ''[[Maestà del Palazzo Pubblico di Siena]]'' erano già stati iniziati, ma non terminati. Intorno alla fine del 1314 ritornò a Siena, completò la Maestà firmandola nel giugno del [[1315]], e quindi tornò ad Assisi per riprendere i lavori della cappella di San Martino. Quindi interruppe di nuovo i lavori nel [[1317]] per recarsi a [[Napoli]] alla corte di [[Roberto d'Angiò]] (vedi sotto) e tornò infine ad Assisi per completare i lavori definitivamente nel [[1318]].
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Durante i lavori Simone Martini si poté confrontare con altri maestri fiorentini di [[scuola giottesca]], Giotto compreso, allora attivi nel cantiere assisiate. Simone si aggiornò in alcuni elementi, quali la solida intelaiatura architettonica realistica e il gioco illusionistico di luci ed ombre con attenzione alle vere fonti di luce. Negli 8 santi a figura intera del 1318, gli ultimi dell'intero ciclo, è evidente anche l'acquisizione delle ricche volumetrie giottesche. Tuttavia Simone non si adeguò passivamente alla scuola fiorentina, anzi è chiara una divaricazione tra il suo modo di dipingere e quello giottesco a partire dallo stesso tema dei dipinti: non le storie di un santo popolare come [[san Francesco]], ma un raffinato santo cavaliere, del quale Simone sottolineò alcuni aspetti cortesi della leggenda.
 
Per esempio nella famosa scena dell{{'}}''Investitura di san Martino'', l'azione è ambientata in un palazzo, con i musici di corte magnificamente abbigliati e con un servitore con tanto di falcone da caccia in mano. Il contesto di Simone è più fiabesco e assolutamente notevole è lo studio realistico dei costumi e delle pose; l'individuazione fisionomica nei volti (soprattutto in quelli naturalistici dei musici) non ha pari in tutta la pittura dell'epoca, Giotto compreso. Dopo la ''Maestà del Palazzo Pubblico di Siena'', Simone si confermò come pittore laico, cortese, raffinato. Fu in questi anni che si concretizzò la sua capacità di ritrarre fisionomie naturali, gettando le basi per la nascita della ritrattistica. Simone Martini è uno dei maggiori rappresentanti del [[gotico cortese]] e la sua pittura aulica si richiama al mondo aristocratico-cavalleresco, mentre il realismo di [[Giotto]] si rifà alla cultura del mondo borghese-mercantile.
 
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=== Alla corte di Roberto d'Angiò ===
[[File:Simone Martini 013.jpg|thumb|''[[San Ludovico di Tolosa che incorona il fratello Roberto d'Angiò]]'', tempera su tavola, 138x200 cm, dalla Basilica di san Lorenzo Maggiore, Napoli, Museo di Capodimonte, Napoli.]]
 
Nel luglio [[File:1317]] Simone Martinivenne chiamato a [[Napoli]] da [[Roberto d'Angiò]], che gli commissionò una tavola celebrativa, 013.jpg|thumb|''[[San Ludovico di Tolosa che incorona il fratello Roberto d'Angiò]]'', temperaoggi suconservato tavola, 138x200 cm, dalla Basilica di san Lorenzo Maggiore, Napoli,al [[Museo di Capodimonte,]] a [[Napoli]].
 
Nel luglio [[1317]] Simone venne chiamato a [[Napoli]] da [[Roberto d'Angiò]], che lo nominò cavaliere (assegnandogli una pensione annua) e gli commissionò una tavola celebrativa, ''[[San Ludovico di Tolosa che incorona il fratello Roberto d'Angiò]]'', oggi conservato al [[Museo di Capodimonte]] a [[Napoli]].
 
Questa opera è un'[[Icona (arte)|icona]] profana, la prima del genere in Italia, che segna un preciso tema politico del momento: proprio quell'anno Ludovico di Tolosa venne canonizzato; essendo egli stato fratello maggiore di Roberto, quindi destinato al trono di Napoli, Ludovico aveva abdicato in favore del fratello per dedicarsi a vita religiosa; ecco dunque che Roberto voleva con questo dipinto creare un manifesto politico che legittimasse il suo potere.
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=== Ritorno in Toscana: la produzione dei polittici ===
 
Tornato in [[Toscana]] intorno al 1318, Simone Martini iniziò una lunga stagione in cui la sua principale produzione fu quella dei polittici. Ne dipinse almeno sei prima di tornare in pianta stabile a Siena nel 1325. Il primo polittico fu quello per la [[chiesa di Sant'Agostino a San Gimignano]] (Siena). Oggi il polittico è disperso in tre diversi musei, essendo lo scomparto centrale con la ''Madonna e il bambino'' conservato presso il [[Wallraf-Richartz Museum]] di Colonia in Germania, tre pannelli con Santi al [[Fitzwilliam Museum]] di Cambridge (UK) e il quinto con ''Santa Caterina'' in una collezione privata fiorentina. Il polittico fu eseguito intorno al 1318-1319 anche se per molti la data corretta è antecedente, prima del ritorno definitivo in Toscana (1316 ca.).
 
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Image:Simone Martini 005.jpg|Tre scomparti del Polittico per la chiesa di S. Sant'Agostino a san Gimignano. Fitzwilliam Museum, Cambridge, Regno Unito.
Image:Simone Martini 012.jpg|Polittico per il convento domenicano di S.Santa Caterina a Pisa. Museo nazionale di S.San Matteo a Pisa.
Image:Simone Martini 002.jpg|Polittico per il convento di S.Santa Maria dei Servi a Orvieto. Isabella Gardner Stewart Museum, Boston, USAStati Uniti d'America.
Image:Simone Martini 008.jpg|Polittico per il convento di S.San Domenico a Orvieto. Museo dell'operaOpera del duomoDuomo di Orvieto.
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=== In pianta stabile a Siena ===
 
Nel [[1325]] Simone Martini si era stabilito di nuovo a Siena e quello stesso anno sposò Giovanna Memmi, figlia del pittore [[Memmo di Filippuccio]] e sorella di due validi allievi e collaboratori di Simone, ovvero Federico e [[Lippo Memmi]]. Un documento del [[1326]] parla di un pagamento fatto a favore di Simone Martini per un polittico da “tenere” nel Palazzo del Capitano del Popolo di Siena. Secondo ricostruzioni recenti e in seguito al ritrovamento di ulteriori documenti scritti, l'opera in questione potrebbe essere un polittico portatile che soggiornò a lungo anche nel Palazzo Pubblico di Siena e per un breve periodo anche nel palazzo del Podestà, un polittico oggi disperso in vari musei e recante la ''Madonna col Bambino tra i santi Ansano, Pietro'' (a sinistra), ''Andrea e Luca Evangelista'' (a destra). I cinque scomparti si trovano oggi al Museo Thyssen-Bornemiza di Madrid (''San Pietro''), al J.P. Getty Museum di Los Angeles (''San Luca'') e al Metropolitan Museum of Art di New York (gli altri tre).
 
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=== L'affresco di Guidoriccio da Fogliano ===
{{vedi anche|Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi}}
Nel [[1330]] Simone tornò a lavorare al [[Palazzo Pubblico di Siena]], affrescando nella ''sala del Mappamondo'', sul lato opposto dellaalla ''Maestà'' di circa quindici anni prima, lo straordinario ''[[Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi]]'', per celebrare la presa dei castelli [[Sassoforte]] e [[Montemassi]] da parte del condottiero assoldato dai senesi.
In questa famosa opera in cui si mescolano un'ambientazione fiabesca con un acuto senso della realtà, il condottiero è una metafora della potenza senese, non un ritratto realistico, e il paesaggio circostante ha un valore simbolico, con elementi tipici della guerra (steccati, accampamenti militari, castelli), senza alcuna figura umana. La doppia valenza simbolica e di celebrazione individuale richiama alla pala di San Ludovico ed è un elemento che sembrerebbe suffragare l'autografia dell'opera a Simone Martini.
 
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=== L'Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita ===
[[File:Simone Martini and LippoAnnunciation Memmiwith -St. The AnnunciationMargaret and Two Saints -St. WGA15010Ansanus.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita]]'', proveniente dal Duomo di Siena, Galleria degli Uffizi di Firenze, 305x265 cm.]]
 
[[File:Simone Martini and Lippo Memmi - The Annunciation and Two Saints - WGA15010.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita]]'', proveniente dal Duomo di Siena, Galleria degli Uffizi di Firenze, 305x265 cm.]]
 
L'ultima opera del periodo senese di Simone Martini è un vero e proprio capolavoro, la raffinatissima ed enigmatica ''[[Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita]]'', eseguita assieme al cognato [[Lippo Memmi]] nel [[1333]] per uno dei quattro altari della crociera del [[Duomo di Siena]]. La tavola, firmata e datata dai due autori, è oggi visibile agli [[Galleria degli Uffizi|Uffizi]] di [[Firenze]].
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=== Il trasferimento ad Avignone: Il Polittico Orsini ===
 
Poco dopo aver eseguito quest'opera infatti, tra il [[1335]] e il [[1336]], Simone partì per Avignone, alla corte di [[Benedetto XII]]. Una delle prime opere del periodo avignonese fu il ''[[Polittico Orsini]]'' (detto anche ''Polittichetto Orsini''), anche se rimangono dubbi sul fatto che si tratti piuttosto di una delle ultime opere del periodo senese, realizzata dopo l'Annunciazione del 1333. Il Polittico Portatile Orsini è un oggetto di devozione privata commissionato da un membro della [[Orsini|famiglia Orsini]] (con ogni probabilità il Cardinale [[Napoleone Orsini (cardinale)|Napoleone Orsini]], che infatti si trovava ad Avignone in quegli anni). Consta di otto pannelli. Due recano lo stemma della famiglia Orsini, altri due recano ''Gabriele Arcangelo Annunciante'' e la ''Vergine Annunciata'', mentre gli altri quattro raffigurano scene della ''Passione di Cristo'', esattamente il ''Calvario'', la ''Crocifissione'', la ''Deposizione dalla Croce'' e la ''Sepoltura''. I pannelli si trovano oggi dispersi in tre diversi musei.
 
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Image:Simone Martini 069.jpg|Il Polittico Portatile Orsini. ''Angelo Annunciante''. Anversa, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten.
Image:Simone Martini 068.jpg|Il Polittico Portatile Orsini. ''Vergine Annunciata''. Anversa, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten.
Image:Simone Martini 067.jpg|Il Polittico Portatile Orsini. ''Andata al Calvario''. Parigi, Museo del Louvre.
Image:Simone Martini 065.jpg|Il Polittico Portatile Orsini. ''Deposizione dalla Croce''. Anversa, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten.
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=== Le ultime opere ad Avignone ===
[[File:Simone Martini - frontespizio per codice Virgilio - Biblioteca Ambrosiana - Milano.jpg|thumb|[[Frontespizio del Commento di Servio a Virgilio|Frontespizio del ''Commento“Commento di Servio a VirgilioVirgilio”'']], 1338, miniatura, Ms. S.P. 10/27, 20x29,5 cm, Biblioteca Ambrosiana, Milano.]]
 
[[File:Simone Martini - frontespizio per codice Virgilio - Biblioteca Ambrosiana - Milano.jpg|thumb|[[Frontespizio del Commento di Servio a Virgilio|Frontespizio del ''Commento di Servio a Virgilio'']], 1338, miniatura, Ms. S.P. 10/27, 20x29,5 cm, Biblioteca Ambrosiana, Milano]]
 
Ad Avignone Simone Martini eseguì anche degli affreschi per la [[cattedrale]] di [[Cattedrale di Notre-Dame des Doms d'Avignon|''Notre-Dame des Doms'' di Avignone]], su commissione del cardinale [[Jacopo Stefaneschi]]. Di questi rimangono gli affreschi staccati di due lunette di portali e le corrispondenti [[sinopia|sinopie]], raffiguranti rispettivamente ''Cristo Benedicente tra Angeli'' e ''la Madonna dell'Umiltà tra Angeli e il Cardinale Stefaneschi''. Tali opere, risalenti al 1336-1340 circa, si trovano oggi al [[Palazzo dei Papi]] di Avignone. Tra questi affreschi c'era anche quello di ''San Giorgio e il Drago'', oggi perduto, ma che viene descritto dalle fonti come splendido.
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Immagine:Simone Martini 023.jpg|Madonna dell'Umiltà, Sinopia dalla Cattedrale di Notres-Dames-des-Domes di Avignone, Palazzo dei Papi di Avignone.
Immagine:Simone Martini 021.jpg|Cristo Benedicente tra Angeli, Sinopia dalla Cattedrale di Notres-Dames-des-Domes di Avignone, Palazzo dei Papi di Avignone.
Immagine:Simone Martini - Ritorno di Gesù dal Tempio.jpg|Ritorno di Gesù dal Tempio (1342), tavola ad uso privato, Walker Art Gallery di Liverpool<ref name="Rovigo">[http://servedimaria.diocesi.rovigo.it/documenti/rivista2-09/2_09-pag13-15.pdf servedimaria.diocesi.rovigo.it] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140409003216/http://servedimaria.diocesi.rovigo.it/documenti/rivista2-09/2_09-pag13-15.pdf |data=9 aprile 2014 }} {{pdf}}</ref>.
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== I seguaci di Simone Martini ==
Simone Martini ebbe un numero significativo di allievi. Tra questi si annoverano i fratelli [[Lippo Memmi|Lippo]] e [[Federico Memmi]]. L'opera di Lippo Memmi, il più famoso e studiato, era inizialmente mediocre, come testimoniato dalla ''Maestà'' della [[Chiesa di Sant'Agostino (San Gimignano)|chiesa di Sant'Agostino]] di [[San Gimignano]] ([[1310]]-[[1315]] circa). In seguito all'incontro con Simone Martini, negli anni in cui questi si cimentava alla sua splendida [[Maestà del Palazzo Pubblico di Siena]] ([[1312]]-[[1315]]), cambiò comunque le sorti delll'artista che mutò il suo stile fino a raggiungere l'abilità pittorica di Simone a partire dal [[1325]] circa. Anche il più giovane Federico Memmi, che probabilmente seguì Simone ad Assisi al tempo dei lavori presso la [[Cappella di San Martino (Assisi)|Cappella di San Martino]] ([[1313]]-[[1318]]) e di cui è comunque più difficile rintracciare l'attività agli esordi, riuscì a raggiungere uno stile di alto livello a partire dal [[1325]].
 
Simone Martini ebbe un numero significativo di allievi. Tra questi si annoverano i fratelli [[Lippo Memmi|Lippo]] e [[Federico Memmi]]. L'opera di Lippo Memmi, il più famoso e studiato, era inizialmente mediocre, come testimoniato dalla ''Maestà'' della [[Chiesa di Sant'Agostino (San Gimignano)|chiesa di Sant'Agostino]] di [[San Gimignano]] ([[1310]]-[[1315]] circa). In seguito all'incontro con Simone Martini, negli anni in cui questi si cimentava alla sua splendida [[Maestà del Palazzo Pubblico di Siena]] ([[1312]]-[[1315]]) cambiò comunque le sorti dell'artista che mutò il suo stile fino a raggiungere l'abilità pittorica di Simone a partire dal [[1325]] circa. Anche il più giovane Federico Memmi, che probabilmente seguì Simone ad Assisi al tempo dei lavori presso la [[Cappella di San Martino (Assisi)|Cappella di San Martino]] ([[1313]]-[[1318]]) e di cui è comunque più difficile rintracciare l'attività agli esordi, riuscì a raggiungere uno stile di alto livello a partire dal [[1325]].
 
Appartengono alla scuola di Simone Martini anche altri artisti più tardi, quali [[Naddo Ceccarelli]], cui sono attribuite diverse opere tutte difficili da datare (a parte una firmata e datata dall'artista al [[1347]]) e l'anonimo [[Maestro di Palazzo Venezia]], che si ritiene sia stato attivo, non senza incertezze, tra il [[1330]] e il [[1350]] circa. La cerchia di Simone Martini include probabilmente anche il fratello [[Donato Martini]] e Pietro Ceccarelli, quest'ultimo forse parente di Naddo. Il primo è probabilmente autore di alcune opere su cui però la critica ha raggiunto un consenso tutt'altro che unanime riguardo l'attribuzione. Il secondo è firmatario di una Madonna col Bambino perduta, un tempo residente nella chiesa dei Carmelitani ad [[Avignone]]. Per questi motivi questi ultimi due artisti hanno identità artistiche assolutamente indefinite.
 
== Letteratura ==
Il poeta fiorentino [[Mario Luzi]], nella raccolta ''[[Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini]] ''(1994), ha immaginato l'ultimo viaggio del pittore, che da Avignone torna a Siena. Come dice lo stesso poeta parlando delle liriche comprese in questa raccolta, "I titoli fungono in questo caso da semplici didascalie".
 
Si parla del rientro di Simone Martini da Avignone in compagnia della moglie (Giovanna), del cognato (Donato) e della sua moglie anch'essa Giovanna, con uno studente (probabilmente di teologia) che sarà "testimone, interprete e cronista oltre che parte integrante dell'avventura".
Il poeta fiorentino [[Mario Luzi]], nella raccolta ''[[Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini]] ''(1994), ha immaginato l'ultimo viaggio del pittore, che da Avignone torna a Siena.
 
== Elenco delle opere ==
 
* ''[[Madonna col Bambino n. 583]]'', 1305-1310<ref name="A">Datazione ricostruita su basi puramente stilistiche (assenza di datazione autografa o altra documentazione scritta).</ref>, tavola, provenienza ignota, [[Pinacoteca Nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]], [[Siena]]
* ''Madonna dei Raccomandati'', 1305-1310<ref name="A"/>, tavola, dalla [[chiesa di San Bartolomeo a Vertine]] (Chianti), [[Pinacoteca Nazionale (Siena)|Pinacoteca Nazionale]], [[Siena]]
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* ''[[Polittico di Santa Caterina d'Alessandria]]'', 1319-1320<ref name="B"/>, tavola, dalla [[chiesa di Santa Caterina (Pisa)|chiesa di Santa Caterina d'Alessandria]] a [[Pisa]], [[Museo Nazionale di San Matteo]], [[Pisa]]
* ''San Giovanni Evangelista dolente'', 1320<ref name="B"/>, piccola tavola ad uso privato, [[Barber Institute of Fine Arts]] di [[Birmingham]]
* ''[[Croce della Misericordia di San Casciano|Crocifisso]]'', 1321-1322<ref name="B"/>, tavola, dal Palazzo Pubblico di Siena?, [[chiesa di Santa Maria sul Prato]], [[San Casciano in Val di Pesa]]
* ''Polittico con Madonna, Bambino e santi'', 1320-1322<ref name="A"/>, tavola, dalla [[chiesa di Santa Maria dei Servi (Orvieto)|chiesa di Santa Maria dei Servi]] di [[Orvieto]], [[Isabella Stewart Gardner Museum]], [[Boston]]
* ''Polittico con Madonna, Bambino e santi'', 1321-1323<ref name="A"/>, tavola, dalla [[chiesa di San Francesco (Orvieto)|chiesa di San Francesco]] di [[Orvieto]], uno scomparto nel [[Museo dell'Opera del Duomo (Orvieto)|Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto]] e un altro nella [[National Gallery of Canada]] di [[Ottawa]]
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== Note ==
 
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore=Pierluigi De Vecchi ed [[Elda Cerchiari, ''Necchi|Elda Cerchiari]] |titolo=I tempi dell'arte'', |volume =1, |editore=[[Bompiani,]] |città=Milano |anno=1999.}}
 
* {{Cita libro |autore=Alessandro Bagnoli |titolo=La Maestà di Simone Martini |editore=[[Silvana Editore]] |città=Milano |anno=1999}}
* Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, ''I tempi dell'arte'', volume 1, Bompiani, Milano 1999.
* Alessandro{{Cita Bagnoli,libro ''La|autore=Marco Maestà diPierini |titolo=Simone Martini'', |editore=Silvana Editore, |città=Milano 1999.|anno=2002}}
* Marco{{Cita Pierini,libro ''|autore=Pierluigi Leone de Castris |titolo=Simone Martini'', Silvana|editore=[[Federico Motta Editore,]] |città=Milano 2002.|anno=2003}}
* {{Cita libro |autore=[[Luciano Bellosi,]] ''|titolo=Il pittore oltremontano di Assisi. Il gotico a Siena e la formazione di Simone Martini'', |editore=[[Gangemi Editore,]] |città=Roma |anno=2004.}}
* Pierluigi Leone de Castris, ''Simone Martini'', Federico Motta Editore, Milano 2003.
* {{Cita libro |autore=Piero Torriti, ''|titolo=Simone Martini'', |editore=[[Giunti Editore,]] |città=Firenze |anno=2006.}}
* Luciano Bellosi, ''Il pittore oltremontano di Assisi. Il gotico a Siena e la formazione di Simone Martini'', Gangemi Editore, Roma 2004.
* Piero Torriti, ''Simone Martini'', Giunti Editore, Firenze 2006.
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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