Via Giulia: differenze tra le versioni
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'''Via Giulia''' è una strada di Roma, importante per motivi storici e architettonici.
La strada, il cui progetto fu commissionato da [[Giulio II]] a [[Donato Bramante]], fu una delle prime importanti realizzazioni urbanistiche della Roma papale. La sua apertura rispondeva a tre scopi: la creazione di un'arteria di scorrimento inserita in
Nonostante l'interruzione del progetto dovuto alla ''[[Pax romana (1511)|Pax Romana]]'' del 1511 e alla morte del papa due anni dopo, la nuova strada divenne da subito uno dei centri principali del Rinascimento a Roma. Numerosi palazzi e chiese furono costruiti dai più importanti architetti dell'epoca, come [[Raffaello Sanzio]] e [[Antonio da Sangallo il Giovane]], i quali spesso scelsero anche di trasferirsi nella via. A questi si affiancarono diverse famiglie nobili, mentre le nazioni europee e le città stato italiane scelsero di costruire le loro chiese nella via o nelle immediate vicinanze.
Nel [[Età barocca|periodo barocco]] l'attività edilizia, diretta dai migliori artisti dell'epoca come [[Francesco Borromini]], [[Carlo Maderno]] e [[Pietro da Cortona]], proseguì senza sosta, mentre la strada, indirizzo favorito della nobiltà romana, divenne teatro di tornei, feste e sfilate carnevalesche. In questo periodo i papi e i mecenati privati continuarono ad occuparsi della strada fondando istituti di carità e fornendo acqua potabile alla zona.
Dalla metà del
Dopo un declino di due secoli, a partire dalla metà del Novecento la strada ha vissuto una rinascita, e
== Ubicazione ==
La strada si estende in direzione sud-sudest - nord - nordovest sulla riva sinistra (est) del [[Tevere]], tra Piazza San Vincenzo Pallotti, davanti a [[Ponte Sisto]], e Piazza dell'Oro. È lunga circa un chilometro, e attraversa i [[rioni di Roma|Rioni]] [[Regola (rione di Roma)|Regola]] e [[Ponte (rione di Roma)|Ponte]].
==Denominazioni==
La strada ha preso il nome dal suo committente, [[
==Storia==
===Il progetto di Giulio II===
[[File:Inschrift Julius II. Via Curato-Banchi.jpg|thumb|iscrizione di Giulio II, 1512]]
Oltre alla ricostruzione della Basilica di San Pietro, Giulio II fece realizzare molti progetti nell'ambito del rinnovamento urbano di Roma (la ''Renovatio Romae''), compito iniziato quarant'anni prima da suo zio, [[
L'idea principale dietro questi interventi era quella di sovrapporre una rete stradale regolare con il baricentro dato dal fiume all'insieme disordinato di edifici che era la Roma medievale; insieme alla nuova [[Borgo Nuovo (Roma)|Via Alessandrina]], appena inaugurata nel Borgo da Alessandro VI, e alla ''Via dei Pettinari'' che collegava il [[Trastevere]] da un lato e il [[Campidoglio]] dall'altro, la Lungara e Via Giulia, che secondo il progetto originario avrebbe dovuto raggiungere anche l'Ospedale di Santo Spirito in [[Borgo (rione di Roma)|Borgo]] grazie al ricostruito ''[[Pons Neronianus]]'',<ref name=del472/><ref name=cast380>{{Cita|Castagnoli|
Oltre a possedere una funzione di comunicazione e di rappresentanza, la strada avrebbe dovuto ospitare il nuovo centro amministrativo laico della città.<ref name="po19"/> Un disegno del Bramante scoperto agli Uffizi da [[Luitpold Frommel]] mostra un nuovo grande complesso amministrativo, il ''Palazzo dei Tribunali'', che si affaccia su una piazza di rappresentanza (il ''Foro Iulio'') aperta sulla nuova strada.<ref name="po19"/> Questo foro venne progettato tra il ''Palazzo'' stesso e la vecchia ''[[Cancelliere#
Intorno al 1508, [[Donato Bramante]], il capomastro costruttore della nuova [[Basilica di San Pietro]], incaricato dal papa, iniziò gli espropri e le relative demolizioni (il suo soprannome a Roma era ''Mastro ruinante'', dopo le demolizioni da lui effettuate nel cantiere di San Pietro) per creare la nuova strada nel quartiere più densamente popolato e densamente costruito del Campo Marzio.<ref name="bramanteDbi">{{DBI|nome=Donato Bramante|nomeurl=donato-bramante|autore=Arnaldo Bruschi|volume=13|anno=1971|accesso=13 aprile 2020}}</ref>
{{citazione|Si risolvé il Papa di mettere in strada Giulia, da Bramante indrizzata, tutti gli uffici e le ragioni di Roma in un luogo, per la commodità ch’a i negoziatori averia recato nelle faccende, essendo continuamente fino allora state molto scomode.}}
Tuttavia, già nel 1511, con l'accordo (la cosiddetta ''[[Pax romana (1511)|Pax Romana]]'') tra le famiglie Orsini e Colonna, nemiche da secoli, l'intero progetto di via Giulia si arrestò e la costruzione del Palazzo dei Tribunali fu interrotta definitivamente.<ref name=tem124/> A parte qualche resto isolato tra Via del Gonfalone e Vicolo del Cefalo, del palazzo non è rimasto nulla.<ref name=pie52/>
===Via Giulia nel XVI e XVII secolo===
[[File:G.Vasi - Collegio Ecclesiastico a Ponte Sisto.jpg|thumb|Fontana di Ponte Sisto con l'"Ospizio dei Mendicanti" in una [[incisione]] di [[Giuseppe Vasi]]. (1759)]]
Dopo la morte di [[Giulio II]] nel
Il quartiere intorno alla chiesa di [[Aurea di Ostia|Santa Aurea]], oggi Spirito Santo dei Napoletani, nel Medioevo si chiamava ''Castrum Senense'', perché era abitato principalmente da senesi.<ref name="del473">{{Cita|Delli| p. 473}}.</ref> Per questa zona terminale di via Giulia venne elaborato un piano di sviluppo architettonico ben definito, il cui punto di partenza fu la costruzione di [[Palazzo Farnese (Roma)|palazzo Farnese]]. Dalla metà del XVI secolo in poi, l'"Ospizio dei Mendicanti", costruito nel 1586 dall'architetto [[Domenico Fontana]] per ordine di [[papa Sisto V]], segnò l'estremità meridionale di Via Giulia.<ref name="pie7976" /> L'edificio, concepito per risolvere il problema dell'accattonaggio in città, con una dotazione annuale di 150.000 ''[[Scudo (moneta)|scudi]]'' poteva dare lavoro a 2.000 uomini e donne.<ref name="cas415">{{Cita|Castagnoli| p. 415}}.</ref>
All'inizio del XVI secolo era diventato di moda per le varie nazioni europee e le città-stato italiane far costruire le proprie chiese a Roma, le cosiddette "[[Chiese nazionali di Roma|chiese nazionali]]".<ref name=cas392/> I rioni di [[Regola (rione di Roma)|Regola]] e [[Ponte (rione di Roma)|Ponte]], lungo le strade processionali e percorse dai pellegrini, erano gli indirizzi preferiti a questo scopo. I [[repubblica di Firenze|fiorentini]] (con [[Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini (Roma)|San Giovanni]]), i [[repubblica di Siena|senesi]] (con [[Chiesa di Santa Caterina da Siena (Roma)|Santa Caterina]]) e i [[Regno di Napoli|napoletani]] (con [[Chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani|Santo Spirito]]), fecero costruire le loro chiese nazionali in via Giulia,<ref name=del473/><ref name=pie16/> mentre le chiese dei [[Bologna|Bolognesi]] ([[Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio|San Giovanni e Petronio]]), degli spagnoli ([[Chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli|Santa Maria in Monserrato]]), degli inglesi ([[Chiesa di San Tommaso di Canterbury (Roma)|San Tommaso di Canterbury]]) e degli svedesi ([[Chiesa di Santa Brigida (Roma)|Santa Brigida]]) si trovavano nelle vicinanze, essendo tutte nel rione della Regola.<ref name=cas392>{{Cita|Castagnoli| p. 392}}.</ref>.
Per rifornire il quartiere di sufficiente acqua potabile, [[papa Paolo V]] fece portare l'[[Acquedotto dell'Acqua Paola|Acqua Paola]] oltre Tevere attraverso ponte Sisto, e nel 1613 sulla facciata dell'ospizio dei mendicanti e in asse con via Giulia fu costruita una fontana, il [[Fontana di Ponte Sisto|Fontanone di Ponte Sisto]].<ref name=pie7978/> Questa fontana fu demolita nel 1879 e ricostruita nel 1898 sul lato opposto di [[Ponte Sisto]], in quella che oggi è [[Piazza Trilussa]] [[:File:Fontana di Ponte Sisto.jpg|(Fig.)]].<ref name=pie7978/>
<gallery mode="packed" widths="300" heights="300">
1645 Antonio Tempesta Via Giulia marked.svg|Via Giulia; Particolare da ''Almae urbis Romae prospectus'' di [[Antonio Tempesta]] (1645)
</gallery>
Alla fine del
Il 20 agosto 1662, Via Giulia fu il teatro di un episodio che ebbe conseguenze importanti: una rissa nei pressi di ponte Sisto fra soldati pontifici della [[guardia corsa papale]] e soldati francesi al seguito dell'ambasciatore di [[Luigi XIV]] [[Carlo III di Créquy]] ebbe come conseguenza il ritiro dell'ambasciatore da Roma e l'invasione francese di [[Avignone]].<ref name="ce25">{{Cita|Ceccarelli|pp. 25-6}}.</ref> Per evitare conseguenze peggiori, il papa fu costretto a umiliarsi, sciogliendo la guardia corsa ed erigendo una piramide d'infamia.<ref name="ce25"/>
Nel periodo [[barocco]], altri importanti progetti edilizi contribuirono a formare il successivo aspetto della strada: il completamento della chiesa di [[San Giovanni dei Fiorentini]],<ref name=pie16/> la costruzione delle ''[[Carceri Nuove (Roma)|Carceri Nuove]]'',<ref name=pie7913/> la nuova edificazione di [[Palazzo Falconieri]]<ref name=pie7944/> e la costruzione delle chiese di [[Chiesa di Sant'Anna dei Bresciani|Sant'Anna dei Bresciani]] e [[Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Roma)|Santa Maria del Suffragio]].<ref name=pie56>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 56}}.</ref> Nonostante queste opere, il carattere della strada cambiò poco. Nel generale sviluppo urbano di Roma via Giulia venne piuttosto lasciata ai margini.
===Lo sviluppo nel XVIII e XIX secolo===
Anche nel XVIII secolo la Via Giulia rimase principalmente un luogo deputato alle feste: nel 1720 i senesi tennero una splendida festa per celebrare l'elevazione del loro connazionale [[Marc'Antonio Zondadari]] a Gran Maestro dell'[[Sovrano Militare Ordine di Malta|Ordine di Malta]]:<ref name=pie798/> in quell'occasione una macchina di [[fuochi d'artificio]] venne incendiata vicino al Fontanone di Ponte Sisto;<ref name=pie7910/> due [[arco trionfale|archi trionfali]] vennero innalzati sopra la strada, uno a Santo Spirito e l'altro vicino Palazzo Farnese;<ref name=pie798/><ref name=pie7910/> la Fontana del Mascherone versò per il popolo vino al posto dell'acqua.<ref name=pie7910/>
Sotto [[papa Clemente XI]] i mendicanti ospitati nell'ospizio omonimo furono trasferiti nel nuovo [[Complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande|ospizio di San Michele a Ripa]].<ref name=pie7980>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 80}}.</ref> L'edificio su via Giulia venne allora in parte occupato da ragazze povere non maritate ("zitelle" in [[romanesco]]), e in parte da una congregazione formata da 100 preti e 20 [[Chierico|chierici]] i quali dovevano pregare per le anime dei sacerdoti defunti.<ref name=pie7980/> A causa di ciò l'edificio si chiamò da allora in poi "Ospizio dei cento preti".<ref name=pie7980/>
Nel XIX secolo furono realizzati o restaurati solo pochi nuovi edifici: tra questi il carcere giovanile (Palazzo del Gonfalone) (1825-27), la ristrutturazione dell'Ospizio Armeno accanto alla [[chiesa di San Biagio della Pagnotta]] (1830), la nuova facciata dello Spirito Santo dei Napoletani (1853) e soprattutto il [[Collegio Spagnolo]] (1853). Tuttavia, questo non fermò il declino generale della strada iniziato alla metà del XVIII secolo.<ref name=del474>{{Cita|Delli| p. 474}}.</ref> La nobiltà abbandonò i palazzi della via per trasferirsi nel nuovo centro della vita urbana, il [[Campo Marzio]], e la strada al loro posto ospitò una popolazione artigiana, assumendo un aspetto solitario e solenne.<ref name=ber332>{{Cita|Bertarelli| p. 332}}.</ref>
===Via Giulia dal 1870===
Dopo che nel 1870 Roma [[Breccia di porta Pia|divenne la capitale]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], nel 1873 fu iniziata la regolamentazione delle rive del Tevere con la costruzione dei [[lungotevere]], che dal 1888 furono eretti lungo la strada, causando fra l'altro la distruzione della chiesa di Sant'Anna dei Bresciani.<ref name=pie8110>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 10}}.</ref> Oltre a ciò, il Lungotevere tagliò completamente via Giulia dal Tevere. Le facciate che si affacciavano sul fiume con [[logge]] e giardini, come nei Palazzi Medici-Clarelli, Sacchetti, Varese e [[Palazzo Falconieri|Falconieri]], persero il loro scopo. Significative demolizioni di edifici durante il periodo fascista hanno lasciato un ampio vuoto tra via della Barchetta e il vicolo delle Prigioni, che a tutt'oggi è stato solo parzialmente colmato dal nuovo edificio del Liceo Classico Virgilio.<ref name=pie791822>{{Cita|Pietrangeli (1979), pp. 18-22}}.</ref>
Oggi la strada è uscita dalla sua lunga fase di decadenza ed è di nuovo uno delle strade più prestigiose della città.<ref name="pie7910" /><ref name="nyt">{{Cita news|url=https://www.nytimes.com/2008/06/29/travel/29globe.html|titolo=A Stroll in Rome With a Papal Pedigree-Via Giulia celebrates its 500th birthday this year|autore=Elisabeth Rosenthal|data=29 giugno 2008|accesso=8 marzo 2020|giornale=The New York Times|lingua=en}}</ref> In occasione del 500º anniversario della strada, nel 2008 si sono svolte numerose manifestazioni; alcune chiese e palazzi sono stati restaurati e aperti ai visitatori.<ref name="nyt" />
==Passeggiata per Via Giulia==
Via Giulia si estende in direzione nord-nordovest per circa un chilometro, da Piazza San Vincenzo Pallotti sul [[Ponte Sisto]] a Piazza dell'Oro di fronte alla chiesa di [[San Giovanni dei Fiorentini]]. Dalla metà del
[[File:Via Giulia Roma.svg|400px|center|Mappa di via Giulia]]
===1 Palazzetto Pateras Pescara (Via Giulia 251)===
[[File:Via Giulia Pal Pateras Pescara (Consulat de France).jpg|thumb|
Quest'ultimo edificio di via Giulia verso sud fu costruito nel 1924 da [[Marcello Piacentini]] per conto dell'Avvocato Pateras.<ref name=pie7962>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 62}}.</ref> Oggi ospita il Consolato della Repubblica Francese a Roma.<ref name=pie7962/>
===2 Fontana del Mascherone===
[[File:Fontana del Mascherone Via Giulia.jpg|thumb|
La fontana, posta diagonalmente rispetto a [[Palazzo Farnese (Roma)|Palazzo Farnese]], fu costruita intorno al 1626, a spese della famiglia [[Farnese]],
===3 Palazzo Farnese (Via Giulia 186)===
{{
[[File:Palazzo Farnese Gartenseite.jpg|thumb|
La facciata verso il giardino di questo palazzo, uno dei più importanti di Roma, è orientata verso via Giulia.<ref name=pie7956/> Fu progettata a partire dal 1549 secondo i disegni del [[Jacopo Barozzi da Vignola|Vignola]] e completata da [[Giacomo della Porta]] nel 1589.<ref name=cal213>{{Cita|Callari| p. 213}}.</ref> Il giardino tra la facciata e via Giulia era un tempo adornato dal famoso [[Toro Farnese]] (ora nel [[Museo Archeologico Nazionale di Napoli]]) [[:File:Farnese Bull MAN Napoli Inv6002 n01.jpg|(Fig.)]].<ref name=pie7956/> Il palazzo è ora sede dell'Ambasciata di Francia in Italia.<ref>{{cita web|url=https://it.ambafrance.org/-Palazzo-Farnese-|titolo=Palazzo Farnese|editore=Ministère de l’Europe et des Affaires étrangères|accesso=15 maggio 2020|dataarchivio=13 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200813111553/https://it.ambafrance.org/-Palazzo-Farnese-|urlmorto=sì}}</ref>
===3a Camerini Farnesiani (Via Giulia 253-260)===
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Dietro una fila di bassi edifici (i "Camerini Farnesiani") [[:File:Via Giulia 253-260 Palazzetto Farnese.jpg|(Fig.)]], che oggi appartengono all'Ambasciata di Francia, si trovava un piccolo palazzo con giardino, il Palazzetto Farnese, costruito intorno al 1603 dal [[Cardinale]] [[Odoardo Farnese (cardinale)|Odoardo Farnese]] come suo [[eremo]] (ritiro religioso),<ref name=pie7954/> e conosciuto anche come ''Eremo del Cardinale''. Questo ritiro privato del Cardinale, decorato da [[affresco|affreschi]] di [[Giovanni Lanfranco]], era accessibile direttamente da Palazzo Farnese attraverso una terrazza e un ponte su via Giulia, l'Arco Farnese.<ref name=pie7954/> L'edificio e il giardino caddero vittima della regolazione del Tevere dopo il 1870.
===4 Arco Farnese===
[[File:Via Giulia Farnesebogen.jpg|thumb|
Il ponte che attraversa via Giulia e la terrazza collegata di [[Palazzo Farnese (Roma)|Palazzo Farnese]], eretto nel 1603,<ref name=pie7954>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 54}}.</ref> fu utilizzato anche come tribuna da cui, soprattutto durante il [[Carnevale]], si potevano assistere a cortei festivi, giochi e corse di cavalli in via Giulia.
===5 Santa Maria dell'Orazione e Morte===
{{
[[:File:Santa Maria dell Orazione e Morte.jpg|(Fig.)]] La chiesa, costruita nel 1575-76, si trova nelle immediate vicinanze di Palazzo Farnese e apparteneva alla Compagnia della Morte, fondata nel 1538.<ref name=pie7948>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 48}}.</ref> Questa confraternita aveva il compito di seppellire i morti recuperati dal fiume o trovati nella [[Campagna romana]]. L'edificio, essendo troppo piccolo, fu demolito nel 1733 e ricostruito da [[Ferdinando Fuga]] nel 1737.<ref name=pie7950>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 50}}.</ref> Il suo ampio cimitero sulle rive del Tevere fu demolito quasi completamente per la costruzione del lungotevere nel 1886.<ref name=pie7948/>
===6 Palazzo Falconieri (anche Palazzo Odescalchi Falconieri) (Via Giulia 1)===
{{
[[File:Regola - via Giulia palazzo Falconieri facciata 1180066.JPG|thumb|
L'edificio originario, che confina direttamente con la chiesa di Santa Maria dell'Orazione e Morte, fu costruito nel
===7 Palazzo Baldoca-Muccioli (Via Giulia 167)===
[[:File:Via Giulia Palazzo Baldoca Muccioli.jpg|(Fig.)]]
La storia di questo palazzo è strettamente legata a quella del vicino Palazzo Cisterna.<ref name=pie7940/> Entrambe le proprietà furono acquistate dallo scultore [[Guglielmo della Porta]].<ref name=pie7940/> Lo scultore intorno al 1546
===8 Palazzo Cisterna (Via Giulia 163)===
[[:File:Palazzo Cisterna (Rom).jpg|(Fig.)]]
Il Palazzo Cisterna fu costruito da [[Guglielmo della Porta]] e servì come sua residenza.<ref name=pie7940/> Sopra l'[[architrave]] delle finestre del primo piano si legge l'iscrizione '''FRANCISCVS TANCREDA ET GVILELMVS D(ella) P(orta) ME(ediolanensis) - S(culptor) CI(vis) RO(manus)''' [[:File:Palazzo Cisterna (Roma).jpg|(Fig.)]].<ref name=pie7940/> Da una lettera ad un amico, sembra che il palazzo sia stato completato nel 1575. All'inizio del 1600 i missionari spagnoli acquistarono il palazzo, che vendettero alla famiglia Cisterna all'inizio del
===9 Santa Caterina da Siena in Via Giulia===
{{
[[File:Regola - S. Caterina da Siena.JPG|thumb|
Il finanziamento fu fornito dalla nobiltà senese a Roma, soprattutto dal cardinale [[Giovanni Piccolomini]] e dal banchiere [[Agostino Chigi]]. Essendo in condizioni fatiscenti, fu ricostruito tra il 1766 e il 1768 su progetto di [[Paolo Posi]],<ref name=pie7938>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 38}}.</ref> mentre la decorazione dell'interno fu completata nel 1775.<ref name=pie7938/> L'[[Arciconfraternita]] dei senesi possiede ancora oggi l'edificio.<ref name=pie7940>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 40}}.</ref> In occasione del 500º anniversario della via nel 2008 la pala d'altare di [[Girolamo Genga]] è stata restaurata.<ref>{{Cita web|url=http://www.arciconfraternitasantacaterina.it/Oratorio.html|titolo=L'Oratorio di Santa Caterina da
===10 Palazzo Varese (Via Giulia 14-21)===
[[:File:Via Giulia Palazzo Varese (1).jpg|(Fig.)]] Il palazzo di fronte alla Chiesa dei Senesi fu costruito tra il 1617 e il 1618 da [[Carlo Maderno]] per conto di monsignor Diomede Varese.<ref name=pie7934>{{Cita|Pietrangeli (1979)|p. 34}}.</ref> Nel 1788 monsignor Giuseppe degli Atti Varese, in occasione dell'estinzione della sua famiglia, donò l'edificio alla [[Congregazione per la Dottrina della Fede]].<ref name=pie7934/> Dopo varie modifiche il palazzo è infine entrato in possesso dei [[Mancini (famiglia)|Mancini]].<ref name=pie7936/>.
La facciata è ripartita in due piani superiori e un mezzanino. Al piano terra si apre il portale principale, sopra di esso un balcone su mensoloni, fiancheggiato da tre finestre ciascuna. Attraverso il portale si entra nel cortile con tre ordini di arcate [[:File:Via Giulia Palazzo Varese (2).jpg|(Fig.)]]. Il cortile era originariamente aperto su un giardino sul fiume.
===11 Sant'Eligio degli Orefici (Via di Sant'Eligio 9)===
{{
[[File:Sant' Eligio degli Orefici - Außenansicht.jpg|thumb|
La chiesetta, poco distante da via Giulia, è la chiesa della corporazione degli orefici e argentieri romani.<ref name=pie7930>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 30}}.</ref> È considerata uno degli edifici di [[Raffaello]], anche se è possibile che dopo la morte dell'artista sia stata terminata da [[Baldassarre Peruzzi]].<ref name=pie7932>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 32}}.</ref>
===12 Palazzo del Collegio Spagnolo (Via Giulia 151)===
[[File:Via Giulia Collegio Spagnolo.jpg|thumb|
Il ''Palacio de Monserrat'' di [[Antonio Sarti]] e [[Pietro Camporese il Giovane|Pietro Camporese]] fu costruito nel 1862 per volontà della Regina di Spagna [[Isabella II di Spagna|Isabella II]] ed è oggi il Centro Superiore Spagnolo di Studi Ecclesiastici.<ref name=pie7936/><ref name=ba>{{Cita web|url=http://www.30giorni.it/articoli_id_22512_l1.htm|autore=Pina Baglioni|accesso=4 maggio 2020|titolo=Gli Storici di Via Giulia}}</ref> L'Istituto è annesso alla Chiesa Nazionale Spagnola di [[Chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli|Santa Maria di Monserrato]], in via di Monserrato, alle sue spalle.<ref name=ba/> Con il completamento di questo complesso edilizio nel
===13 Liceo Statale Virgilio (Via Giulia n. 35 ss.)===
Uno dei più importanti complessi scolastici statali di Roma è stato costruito tra il 1936 e il 1939<ref name=pie7922>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 22}}.</ref> da [[Marcello Piacentini]]. Il complesso edilizio tra via Giulia e il Lungotevere dei Tebaldi comprende la facciata del [[Collegio Ghislieri (Roma)|Collegio Ghislieri]] [[:File:Via Giulia Collegio Ghisleri.jpg|(Fig.)]], progettata da [[Carlo Maderno]] (
===14 Palazzo Ricci (Via Giulia 146)===
[[:File:Via Giulia Palazzo Ricci.jpg|(Fig.)]] L'edificio attuale era in origine un insieme di edifici non collegati tra loro, costruiti in tempi diversi, di fronte al [[Collegio Ghislieri (Roma)|Collegio Ghislieri]].<ref name=pie7928>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 28}}.</ref> Il complesso edilizio fu accorpato nel 1634 e nel 1683. La facciata principale, che si affaccia su piazza de' Ricci, mostra resti fortemente sbiaditi di uno [[sgraffito]] di [[Polidoro da Caravaggio]] (XVI secolo). Sul lato rivolto verso via Giulia, una facciata continua ha dato al complesso l'attuale aspetto uniforme. [[:File:Via Giulia Palazzo Ricci.jpg|(Fig.)]].
===15 Spirito Santo dei Napoletani===
{{
[[File:Via Giulia Santo Spirito dei Napoletani 1.jpg|thumb|
Nel catalogo di [[Pio V]] questa chiesa è elencata sotto il nome di ''Santa Aura in strada Iulia''.<ref name=arm423>{{Cita|Armellini| p. 423}}.</ref> Essa era dedicata a [[Aurea di Ostia|Santa Aurea]], la patrona di [[Ostia (Roma)|Ostia]].<ref name=arm423/> Alla chiesa era annesso un convento di suore.<ref name=arm423/> Nel 1439 la chiesa fu restaurata a spese del cardinale [[Guillaume d'Estouteville]].<ref name=arm423/> Nel 1572 il cardinale Inigo d'Avalos fondò nell'edificio fatiscente la ''Confraternita dello Spirito Santo dei Napoletani'', che nel 1574 la acquistò dalle suore.<ref name=pie7924>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 24}}.</ref>
Tra il 1619 e il 1650 fu eretto un nuovo edificio, con un progetto di [[Ottavio Mascherino]] e una facciata di [[Cosimo Fanzago]].<ref name="pie7924" /> Era dedicato allo Spirito Santo.<ref name="pie7924" /> Nei secoli successivi fu più volte ristrutturato, all'inizio del XVIII secolo da [[Carlo Fontana]],<ref name="pie7924" /> mentre a metà dell'Ottocento la facciata venne rifatta su progetto di Antonio Cipolla (1853).<ref name="pie7926">{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 26}}.</ref> Era la Chiesa Nazionale del [[Regno delle Due Sicilie]]. L'ultimo [[Regno delle Due Sicilie|Re di Napoli]] [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] e sua moglie [[Maria Sofia di Baviera|Maria Sofia Amalia, duchessa in Baviera]], sono stati sepolti nella chiesa nel 1942.<ref name="pie7926" /><ref name="del475">{{Cita|Delli| p. 475}}.</ref> Dopo lunghi lavori di restauro, la chiesa è di nuovo aperta al pubblico dal 1986. [[:File:Santo Spirito dei Napoletani (Inneres).jpg|(Fig.)]]
===16 San Filippo Neri in Via Giulia===
{{
[[:File:Via Giulia Oratorio San Filippo Neri.jpg|(Fig.)]] La chiesetta di fronte alle [[Carceri Nuove (Roma)|Carceri Nuove]] fu donata da un guantaio fiorentino, Rutilio Brandi, intorno al 1600, ed era originariamente dedicata a [[San Trofimo]].<ref name=pie7916>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 16}}.</ref> Ad essa egli collegò una residenza per ragazze non sposate (''zitelle'') e un ospedale per sacerdoti malati.<ref name=pie7918>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 18}}.</ref> Dal momento che la residenza era intitolata a [[San Filippo Neri]], dopo qualche tempo anche la chiesa cambiò la sua dedica in San Filippo.<ref name=arm422>{{cita|Armellini|p. 422}}.</ref> Nel 1728 [[Filippo Raguzzini]] restaurò la chiesa per conto di [[
===17 Carceri Nuove (Via Giulia 52)===
{{
[[File:Via Giulia Carceri Nuove 1.jpg|thumb|
Dal 1430 l'influente famiglia [[Savelli (famiglia)|Savelli]] aveva il monopolio del funzionamento delle carceri della città, in particolare la famigerata [[Corte Savella]] in via di Monserrato 42. Il disumano sistema penale di Corte Savella spinse [[
===17a Palazzo del Gonfalone===
[[File:Via Giulia Carceri Nuove Museo Criminologico.jpg|thumb|
L'austero e sobrio edificio, tra il Vicolo della Scimia e via del Gonfalone, non ha ingresso su via Giulia.<ref name=pie64/> Fu costruito tra il 1825 e il 1827 sotto [[
===18 Santa Maria del Suffragio===
{{
[[File:Via Giulia Santa Maria del Suffragio.jpg|thumb|
Nel 1592 fu fondata la ''Confraternita del Suffragio'' accanto alla [[chiesa di San Biagio della Pagnotta]] con il pio scopo di implorare l'intercessione per le anime del purgatorio.<ref name=pie56/> La Confraternita ricevette l'approvazione di [[
===19 Palazzo dei Tribunali===
[[File:Via Giulia Sofà (Palazzo dei Tribunali) 1.jpg|thumb|
Il progetto più importante previsto da Giulio II per la nuova strada era l'edificio dell'amministrazione centrale, in cui dovevano essere raggruppati gran parte degli importanti uffici e tribunali della città ("tribunali").<ref name=pie50/> L'incarico del
{{
Dell'edificio oggi sono visibili solo alcuni resti dei possenti muri perimetrali in [[bugnato]], chiamati ''i sofà di Via Giulia'' dalla popolazione romana. Essi sono situati lungo Via Giulia tra Via del Gonfalone e Vicolo del Cefalo.<ref name=pie52/>
===20 San Biagio della Pagnotta (San Biagio degli Armeni)===
{{
[[File:Via Giulia San Biagio della Pagnotta.jpg|thumb|
Questa antica chiesa, dedicata a [[San Biagio]] di [[Distretto di Sivaslı|Sebaste]], viene già citata nei cataloghi ecclesiastici del Medioevo con il nome di ''San Biagio de Cantu Secuta''.<ref name=pie52>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 52}}.</ref> Il nome "della pagnotta" deriva dalla parola romana ''pagnotta'', che vi venivano distribuiti ai fedeli il 3 febbraio (festa di San Biagio de Cantu Secuta). La chiesa fu annessa ad una delle prime abbazie di Roma.<ref name=pie54>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 54}}.</ref> La chiesa fu annessa ad una delle prime abbazie di Roma.<ref name=pie52/> Un'iscrizione all'interno ricorda la costruzione della chiesa da parte di un abate Dominicus nel 1072.<ref name=arm356>{{Cita|Armellini (1891)| p. 356}}.</ref> Secondo il progetto del Bramante, questa chiesa doveva essere inclusa nella costruzione del Palazzo dei Tribunali. Dal 1539 al 1835 fu una chiesa [[parrocchia]]le.<ref name=pie54/> Nel 1826 [[
===21 Palazzo Ricci-Donarelli (Via Giulia n. 99-105)===
Il palazzo, situato di fronte a Palazzo Sacchetti, era in origine un gruppo di edifici residenziali appartenuti prima alla [[Ricci (famiglia)|famiglia Ricci]] e poi alla famiglia Donarelli.<ref name=pie48>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 48}}.</ref> Il complesso è stato ristrutturato nel 1663, forse da [[Carlo Rainaldi]].<ref name=pie50/>
===22 Palazzo Sacchetti (Via Giulia 66)===
{{
[[File:Palazzo Sacchetti Via Giulia (Rom).jpg|thumb|
[[Antonio da Sangallo il Giovane]] costruì il palazzo su un terreno acquistato nel 1542 dal [[Capitolo (cristianesimo)|Capitolo]] Vaticano.<ref name=pie40>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 40}}.</ref> La facciata porta ancora lo stemma martellato di Paolo III.<ref name=pie40/> Il figlio Orazio ereditò l'edificio e lo vendette nel 1552 al cardinale [[Giovanni Ricci (cardinale)|Giovanni Ricci]] di [[Montepulciano]], che fece ampliare il palazzo fino alle dimensioni attuali dall'architetto [[Nanni di Baccio Bigio]].<ref name=pie40/> Un'iscrizione<ref>Iscrizione sulla facciata [[:File:Ponte - via Giulia palazzo Sacchetti - domus Antonii Sangalli architecti 1160658.JPG|(Fig.)]]: DOMVS/ANTONII/SANGALLI/ARCHITECTI/MDLIII (casa dell'architetto Antonio Sangallo 1553)</ref> Sulla facciata laterale sul Vicolo del Cefalo si legge che il palazzo fu liberato dal censo nel 1555.[[:File:Via Giulia Palazzo Sacchetti Zensus 1555.jpg|(Fig.)]]<ref name=pie46/> Il palazzo cambiò più volte proprietario.<ref name=pie40/><ref name=pie42>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 42}}.</ref> Nel 1649 fu acquistato dalla famiglia fiorentina dei [[Sacchetti (famiglia)|Sacchetti]], di cui porta ancora il nome.<ref name=pie42/> Il portale d'ingresso in marmo di via Giulia è fiancheggiato su entrambi i lati da tre grandi finestre con [[inferriata|inferriate]], soglia e [[Cornice (architettura)|cornice]] a [[mensola]].<ref name=pie44>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 44}}.</ref> Poi, tra la prima e la seconda metà del seicento fu la residenza della famiglia Acquaviva d'Aragona d'Atri a Roma, tanto che entrò nel lascito del cardinale [[Ottavio Acquaviva d'Aragona (cardinale 1654)|Ottavio Acquaviva]] juniore a favore del nipote [[Francesco Acquaviva d'Aragona|Cardinale Francesco Acquaviva]] d'Aragona, che ricevette il censo in eredità da casa Sacchetti<ref>{{Cita libro|autore=Maria Gemma Paviolo|titolo=I testamenti dei cardinali. Francesco Acquaviva d'Aragona (1665-1725)}}</ref>. Nell'angolo sinistro del palazzo c'è una piccola fontana [[:File:Palazzo Sacchetti Delfinbrunnen.jpg|(Fig.)]] affiancata da [[Cariatide|Cariatidi]] con due delfini inseriti nel muro.<ref name=pie44/> Questo si riferisce ai successivi proprietari, la famiglia Ceuli, il cui stemma è stato martellato.<ref name=pie44/> All'interno spiccano il Salone dei Mappamondi, progettato da [[Francesco Salviati]],<ref name=pie46>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 46}}.</ref> e la sala da pranzo con due [[affresco|affreschi]] di [[Pietro da Cortona]].<ref name=pie46/> La scrittrice [[Ingeborg Bachmann]] visse in questo palazzo nel 1973 morendo all'[[ospedale
===23 Palazzo con gli stemmi
[[File:Via Giulia (Rom);Palast mit den Farnese Wappen.jpg|thumb|
Il primo proprietario dell'edificio potrebbe essere stato [[Durante Duranti]], amante di [[Costanza Farnese]], o [[Guglielmo della Porta]], che in questo caso sarebbe stato anche l'architetto.<ref name=pie48/> Il palazzo prende il nome dai tre stemmi della famiglia Farnese, che furono aggiunti alla facciata sotto Paolo III.<ref name=pie48/> Al centro del piano superiore si trova lo stemma di [[Paolo III]] con la tiara papale e le chiavi tra due [[unicorni]].<ref name=pie48/> A sinistra lo stemma del cardinale [[Alessandro Farnese il Giovane|Alessandro Farnese]] e a destra lo stemma del fratello [[Ottavio Farnese]] o di [[Pierluigi Farnese]], entrambi [[Ducato di Parma e Piacenza|Duchi di Parma and Piacenza]].<ref name=pie48/>
===24 Palazzo Medici Clarelli (Via Giulia 79)===
[[File:Via Giulia Palazzo Medici Clarelli.jpg|thumb|
[[Antonio da Sangallo il Giovane]] costruì anche questo palazzo come sua residenza privata intorno al 1535-1536.<ref name=pie34>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 34}}.</ref> Dopo la morte di Sangallo nel 1546 il palazzo passò in possesso del fiorentino Migliore Cresci.<ref name=pie34/> Un'iscrizione sopra il portale principale [[:File:Via Giulia Palazzo Medici Clarelli (Inschrift).jpg|(Fig.)]] immortala il Duca [[Cosimo I de' Medici]].<ref name=pie34/> Il palazzo appartenne per qualche tempo al Consolato toscano a Roma.<ref name=pie34/> Alla fine del
Nel
===25 Casa di Raffaello (via Giulia 85)===
[[:File:Via Giulia Casa di Raffaello.jpg|(Fig.)]] Questo palazzo, erroneamente chiamato Casa di [[Raffaello]], fu costruito dopo il 1525 per il [[Capitolo (cristianesimo)|Capitolo]] Vaticano su progetto dell'architetto Bartolomeo de Ramponibus.<ref name=pie36/> Raffaello originariamente acquistò qui diversi appezzamenti di terreno.<ref name=pie36/> Tuttavia, morì prima della costruzione dell'edificio, di cui esistono disegni suoi e di Antonio da Sangallo il Giovane.<ref name=pie36/> Un'iscrizione sopra le finestre del primo piano ricorda Raffaello: '''POSSEDEVA RAF SANZIO NEL MDXX'''.<ref name=pie36/>
===26 Quartiere dei Fiorentini===
Nel 1448 i mercanti fiorentini residenti a Roma (molti di loro si stabilirono nell'ansa del Tevere, nell'odierno [[rioni di Roma|Rione]] [[Ponte (rione di Roma)|Ponte]]), fondarono la "Compagnia della Pietà", affine alla ''[[Misericordia (confraternita)|Misericordia]]'' fiorentina.<ref name=pie14>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 14}}.</ref> Entrambi i
Aveva anche le sue leggi, il suo tribunale, persino la sua prigione. Alcuni degli edifici eretti verso la fine del
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Via Giulia Case dei Fiorentini (1).jpg|Case dei Fiorentini
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===27 San Giovanni dei Fiorentini===
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[[File:San Giovanni dei Fiorentini (Roma).jpg|thumb
Nel 1519 la "Nazione" dei fiorentini ricevette da Leone X il privilegio di costruire una chiesa parrocchiale in onore di [[San Giovanni Battista]].<ref name=pie16>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 16}}.</ref> La chiesa sorge all'estremità settentrionale di via Giulia, nel quartiere fiorentino.<ref name=pie16/> La chiesa riflette con la sua imponenza l'immagine politica e di potere della famiglia Medici, che un tempo possedeva un palazzo proprio accanto alla chiesa. Il cantiere della chiesa, la più grande e importante di via Giulia, la cui costruzione fu iniziata all'inizio del
Essa riunisce le opere di tre grandi maestri costruttori di Roma, [[Giacomo della Porta]], [[Carlo Maderno]] e [[Francesco Borromini]].<ref name=pie16/> Gli ultimi due artisti sono sepolti nella chiesa nella stessa tomba.
<ref name=pie20>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 20}}.</ref> L'altare, iniziato da [[Pietro da Cortona]], è stato continuato da Borromini e terminato da [[Ciro Ferri]].<ref name=pie20/>
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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<references/>
==Bibliografia==
*{{Cita libro|autore=Giorgio Vasari|wkautore=Giorgio Vasari|titolo=Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri|editore=Giunti|città=Firenze|anno=1568}}
*{{Cita libro|autore=Giacinto Gigli|titolo= Diario romano, 1608-1670|città= Roma|editore= Staderini|anno= 1958|cid= Gigli}}
*{{Cita libro|autore=Mariano Armellini|titolo= Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX|anno= 1891|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/I/Gazetteer/Places/Europe/Italy/Lazio/Roma/Rome/churches/_Texts/Armellini/ARMCHI*/home.html|cid=Armellini}}
*{{Cita libro|autore=Luigi Vittorio Bertarelli|editore=Touring Club Italiano|città=Milano|anno=1925|titolo=Roma e dintorni|cid=Bertarelli}}
*{{Cita libro|autore=Luigi Callari|titolo=I Palazzi di Roma|editore=Ugo Sofia-Moretti|città=Roma|anno=1932|cid=Callari}}
*{{Cita libro|autore= Giuseppe Ceccarelli ("Ceccarius")|titolo=Strada Giulia|editore=Danesi|città= Roma|anno=1940}}
*{{Cita libro| autore1=[[Ferdinando Castagnoli]]| autore2= Carlo Cecchelli| autore3=[[Gustavo Giovannoni]]| autore4= Mario Zocca| titolo=Topografia e urbanistica di Roma|editore=Cappelli|città=Bologna| anno =1958|cid=Castagnoli}}
*{{Cita libro| autore= [[Paolo Portoghesi]] | titolo=Roma del Rinascimento| editore=Electa| città = Milano| anno=1970| cid = Portoghesi}}
*{{Cita libro|autore=Carlo Pietrangeli|wkautore=Carlo Pietrangeli|titolo=Guide rionali di Roma|volume=Regola (III)|editore=Fratelli Palombi Editori|città=Roma|edizione=2|anno=1979|cid=Pietrangeli (1979)}}
*{{Cita libro|autore=Carlo Pietrangeli|wkautore=Carlo Pietrangeli|titolo=Guide rionali di Roma|volume=Ponte (IV)|editore=Fratelli Palombi Editori|città=Roma|edizione=3|anno=1981|cid=Pietrangeli (1981)}}
*{{cita libro|autore =Sergio Delli|titolo=Le strade di Roma|editore=Newton & Compton|città=Roma|anno=1988|cid= Delli}}
*{{cita libro| autore= Laura Gigli| titolo=Guide rionali di Roma| volume=Borgo (I)| editore=Fratelli Palombi Editori| città = Roma| ISSN=0393-2710| anno=1990| cid=Gigli (1990)}}
*{{Cita conferenza| url = http://dprs.uniroma1.it/sites/default/files/424.html| titolo = Identità urbana, rituali civici e spazio pubblico a Roma tra Rinascimento e Controriforma| autore = Maria Antonietta Visceglia| data = 2-4 Aprile 2003| conferenza = Urbs: Concepts and realities of public space / Concetti e realtà dello spazio pubblico| editore = Università degli Studi di Roma "La Sapienza"| organizzazione = Istituto Olandese di Roma| città = Roma| accesso = 30 gennaio 2021| dataarchivio = 31 gennaio 2021| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20210131091105/http://dprs.uniroma1.it/sites/default/files/424.html| urlmorto = sì}}
*{{cita libro|autore=Nicholas Temple|titolo=Renovatio Urbis; Architecture, urbanism and ceremony in the Rome of Julius II|editore=Routledge|città=New York|anno=2011| ISBN=978-0-203-81848-0|lingua=en|cid=Temple}}
*{{Cita libro|nome=Luigi |cognome=Salerno|wkautore=Luigi Salerno |autore2=Luigi Spezzaferro |autore3=Manfredo Tafuri|wkautore3=Manfredo Tafuri|titolo=Via Giulia: una utopia urbanistica del 500|città=Roma|editore=Staderini|anno=1973}}
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== Collegamenti esterni ==
*{{collegamenti esterni}}
*{{cita web
*{{cita web|url=https://maps.google.it/maps?f=q&hl=it&q=Via+Giulia,+00186+Roma+Roma,+Lazio,+Italia&ie=UTF8&sll=41.895888,12.489052&sspn=14.412817,29.619141&z=15&ll=41.897901,12.467895&spn=0.014087,0.043001&om=1|titolo=Via Giulia dal satellite}}
*{{cita web|url=https://www.info.roma.it/strade_dettaglio.asp?ID_indirizzi=195 |titolo=''Via Giulia su Info.roma.it"}}
{{Controllo di autorità}}
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