Via Giulia: differenze tra le versioni

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===Il progetto di Giulio II===
[[File:Inschrift Julius II. Via Curato-Banchi.jpg|thumb|iscrizione di Giulio II, 1512]]
Oltre alla ricostruzione della Basilica di San Pietro, Giulio II fece realizzare molti progetti nell'ambito del rinnovamento urbano di Roma (la ''Renovatio Romae''), compito iniziato quarant'anni prima da suo zio, [[papa Sisto IV]], nei rioni di [[Ponte (rione di Roma)|Ponte]], [[Parione]], [[Sant'Eustachio (rione di Roma)|Sant'Eustachio]] e [[Colonna (rione di Roma)|Colonna]].<ref name=cast378>{{Cita|Castagnoli| ppp. 378}}.</ref> Una delle più importanti fu la creazione di due nuovi rettifili a destra e a sinistra del Tevere: Via Giulia, una nuova strada di rappresentanza che attraversava il quartiere più popoloso di Roma, dal [[Ponte Sisto]] al quartiere dei mercanti fiorentini sull'ansa del [[Tevere]],<ref name=pie798>{{Cita|Pietrangeli(1979)| p. 8}}.</ref> e un rettilineo lungo la riva destra del Tevere dalla [[Porta Settimiana]] in [[Trastevere]] all'[[Ospedale di Santo Spirito in Sassia|Ospedale di Santo Spirito]] in [[Borgo (rione di Roma)|Borgo]], la ''[[Via della Lungara]]''.<ref name=cast38081>{{Cita|Castagnoli| pp. 380-381}}.</ref> Entrambe le strade fiancheggiavano il Tevere ed erano strettamente collegate ad esso.<ref name="po19"/> La Lungara quindi, che nelle intenzioni del [[papa]] doveva raggiungere Piazza di [[Santa Maria in Trastevere]] e il [[Porto di Ripa Grande]], aveva il duplice scopo di redistribuire il flusso dei pellegrini verso San Pietro<ref name=cast38081/> e di permettere il trasporto delle merci provenienti dalla [[Via Aurelia]] e dalla [[Via Portuense]] verso il centro della città.<ref name="po19"/>
 
L'idea principale dietro questi interventi era quella di sovrapporre una rete stradale regolare con il baricentro dato dal fiume all'insieme disordinato di edifici che era la Roma medievale; insieme alla nuova [[Borgo Nuovo (Roma)|Via Alessandrina]], appena inaugurata nel Borgo da Alessandro VI, e alla ''Via dei Pettinari'' che collegava il [[Trastevere]] da un lato e il [[Campidoglio]] dall'altro, la Lungara e Via Giulia, che secondo il progetto originario avrebbe dovuto raggiungere anche l'Ospedale di Santo Spirito in [[Borgo (rione di Roma)|Borgo]] grazie al ricostruito ''[[Pons Neronianus]]'',<ref name=del472/><ref name=cast380>{{Cita|Castagnoli|ppp. 380}}.</ref> venivano a creare una struttura quadrangolare regolare nel labirinto di vicoli della città.<ref name="po19"/> Grazie a questi interventi, il centro della città si sarebbe spostato in direzione del Vaticano e di Trastevere, a scapito del [[Palazzo Senatorio]] sul [[Campidoglio]], simbolo del potere della nobiltà romana.<ref name="po19"/><ref name=tem124/> Questo progetto doveva dunque frenare il potere papale dalla dipendenza delle potenti famiglie nobiliari della città, soprattutto gli [[Orsini]] e i [[Colonna (famiglia)|Colonna]].<ref name=tem124>{{Cita|Temple| p. 124}}.</ref>. Oltre a ciò, questi progetti avevano un obiettivo celebrativo, rafforzando la fama del Pontefice come unificatore dell'Italia e rinnovatore di Roma; infatti nel 1506, dopo la fine della [[peste]], il papa sconfisse rapidamente le potenti famiglie dei [[Baglioni (famiglia)|Baglioni]] e dei [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]], conquistando [[Perugia]] e [[Bologna]].<ref name="po19">{{Cita|Portoghesi| p. 19}}.</ref> Un'iscrizione lungo la ''Via dei Banchi Nuovi''<ref>''Giulio II p.o.m. che estese il potere di Santa Romana Chiesa e liberò l'Italia. La città di Roma, che assomigliava più a una città conquistata che a una pianificata, abbellita per la gloria dell'Impero''</ref> testimonia questa intenzione.
 
Oltre a possedere una funzione di comunicazione e di rappresentanza, la strada avrebbe dovuto ospitare il nuovo centro amministrativo laico della città.<ref name="po19"/> Un disegno del Bramante scoperto agli Uffizi da [[Luitpold Frommel]] mostra un nuovo grande complesso amministrativo, il ''Palazzo dei Tribunali'', che si affaccia su una piazza di rappresentanza (il ''Foro Iulio'') aperta sulla nuova strada.<ref name="po19"/> Questo foro venne progettato tra il ''Palazzo'' stesso e la vecchia ''[[Cancelliere#Chiesa cattolica|Cancelleria]]'' (oggi Palazzo Sforza-Cesarini).<ref name=tem6768/> Questo nuovo centro non era lontano dalla [[Camera Apostolica]] (la tesoreria del papa) nel [[Palazzo della Cancelleria]] e dal nuovo [[Palazzo della Zecca Vecchia|palazzo della Zecca]], eretto dal Bramante ai margini di via dei Banchi Nuovi (strada detta anche ''Canale di Ponte'', ampliata dal papa).<ref name=tem6768>{{Cita|Temple| pp. 67-68}}.</ref> Lungo questa strada si trovavano le abitazioni e gli uffici di commercianti e grandi banchieri italiani ed europei, come gli [[Altoviti]], i Ghinucci, gli [[Acciaiuoli]], i [[Chigi]] e i [[Fugger]].<ref name=cast378/> Furono infatti ricercati e promossi legami economici più stretti con i banchieri toscani, in particolare con [[Agostino Chigi]].<ref name="po19"/><ref name=chigiDbi>{{DBI|nome=Agostino Chigi||nomeurl=agostino-chigi|autore=Francesco Dante|volume=24|anno=1980|accesso=13 aprile 2020}}</ref>
 
Intorno al 1508, [[Donato Bramante]], il capomastro costruttore della nuova [[Basilica di San Pietro]], incaricato dal papa, iniziò gli espropri e le relative demolizioni (il suo soprannome a Roma era ''Mastro ruinante'', dopo le demolizioni da lui effettuate nel cantiere di San Pietro) per creare la nuova strada nel quartiere più densamente popolato e densamente costruito del Campo Marzio.<ref name="bramanteDbi">{{DBI|nome=Donato Bramante|nomeurl=donato-bramante|autore=Arnaldo Bruschi|volume=13|anno=1971|accesso=13 aprile 2020}}</ref>
 
[[Giorgio Vasari]] scrive:<ref name=vasBra>Giorgio Vasari: Vita di Donato Bramante – 1568</ref>
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{{citazione|Si risolvé il Papa di mettere in strada Giulia, da Bramante indrizzata, tutti gli uffici e le ragioni di Roma in un luogo, per la commodità ch’a i negoziatori averia recato nelle faccende, essendo continuamente fino allora state molto scomode.}}
 
Tuttavia, già nel 1511, con l'accordo (la cosiddetta ''[[Pax romana (1511)|Pax Romana]]'') tra le famiglie Orsini e Colonna, nemiche da secoli, l'intero progetto di via Giulia si arrestò e la costruzione del Palazzo dei Tribunali fu interrotta definitivamente.<ref name=tem124/> A parte qualche resto isolato tra Via del Gonfalone e Vicolo del Cefalo, del palazzo non è rimasto nulla.<ref name=pie52/>
 
===Via Giulia nel XVI e XVII secolo===
[[File:G.Vasi - Collegio Ecclesiastico a Ponte Sisto.jpg|thumb|Fontana di Ponte Sisto con l'"Ospizio dei Mendicanti" in una [[incisione]] di [[Giuseppe Vasi]]. (1759)]]
Dopo la morte di [[Giulio II]] nel 1513, il suo successore, [[papa Leone X]] della [[Medici|Casa dei Medici]], proseguì i lavori.<ref name=cas382>{{Cita|Castagnoli| p. 382}}.</ref> Soprattutto nella parte settentrionale della strada tra i ruderi incompiuti del Palazzo dei Tribunali e il quartiere delle banche, si svolsero ulteriori attività edilizie, sostenendo così la comunità dei mercanti fiorentini.<ref name=cas382/> In questa zona, importanti artisti, come [[Raffaello]] e [[Antonio da Sangallo il Giovane]], acquistarono appezzamenti di terreno o costruirono imponenti palazzi.<ref name=pie40/><ref name="pie36" /> Dalla [[Chiesa di San Biagio degli Armeni|chiesa di San Biagio]], in direzione sud, la zona cambiava radicalmente: la parte centrale di via Giulia intorno al Monte dei Planca Incoronati era in stato di degrado con edifici poveri, osterie, bordelli e piazze disdicevoli, come ''piazza padella'', demolita alla fine degli anni Trenta del Novecento, luogo di [[duello|duelli]] e accoltellamenti fino alla fine dell'Ottocento.<ref name=del504>{{Cita|Delli| p. 504}}.</ref> La zona compresa tra via del Gonfalone, via delle Carceri, via di Monserrato e il Tevere era uno dei quartieri più malfamati della Roma sin dal medioevo; un manoscritto del 1556 riporta che il quartiere intorno alla chiesa di ''San Niccolò degli Incoronati'', poi demolita, ospitava "....150 case di gente molto semplice, puttane e persone dubbie...".<ref name=arm424>{{Cita|Armellini| p. 424}}.</ref>
 
Il quartiere intorno alla chiesa di [[Aurea di Ostia|Santa Aurea]], oggi Spirito Santo dei Napoletani, nel Medioevo si chiamava ''Castrum Senense'', perché era abitato principalmente da senesi.<ref name="del473">{{Cita|Delli| p. 473}}.</ref> Per questa zona terminale di via Giulia venne elaborato un piano di sviluppo architettonico ben definito, il cui punto di partenza fu la costruzione di [[Palazzo Farnese (Roma)|palazzo Farnese]]. Dalla metà del XVI secolo in poi, l'"Ospizio dei Mendicanti", costruito nel 1586 dall'architetto [[Domenico Fontana]] per ordine di [[papa Sisto V]], segnò l'estremità meridionale di Via Giulia.<ref name="pie7976" /> L'edificio, concepito per risolvere il problema dell'accattonaggio in città, con una dotazione annuale di 150.000 ''[[Scudo (moneta)|scudi]]'' poteva dare lavoro a 2.000 uomini e donne.<ref name="cas415">{{Cita|Castagnoli| p. 415}}.</ref>
 
All'inizio del XVI secolo era diventato di moda per le varie nazioni europee e le città-stato italiane far costruire le proprie chiese a Roma, le cosiddette "[[Chiese nazionali di Roma|chiese nazionali]]".<ref name=cas392/> I rioni di [[Regola (rione di Roma)|Regola]] e [[Ponte (rione di Roma)|Ponte]], lungo le strade processionali e percorse dai pellegrini, erano gli indirizzi preferiti a questo scopo. I [[repubblica di Firenze|fiorentini]] (con [[Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini (Roma)|San Giovanni]]), i [[repubblica di Siena|senesi]] (con [[Chiesa di Santa Caterina da Siena (Roma)|Santa Caterina]]) e i [[Regno di Napoli|napoletani]] (con [[Chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani|Santo Spirito]]), fecero costruire le loro chiese nazionali in via Giulia,<ref name=del473/><ref name=pie16/> mentre le chiese dei [[Bologna|Bolognesi]] ([[Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio|San Giovanni e Petronio]]), degli spagnoli ([[Chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli|Santa Maria in Monserrato]]), degli inglesi ([[Chiesa di San Tommaso di Canterbury (Roma)|San Tommaso di Canterbury]]) e degli svedesi ([[Chiesa di Santa Brigida (Roma)|Santa Brigida]]) si trovavano nelle vicinanze, essendo tutte nel rione della Regola.<ref name=cas392>{{Cita|Castagnoli| p. 392}}.</ref>.
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Anche nel XVIII secolo la Via Giulia rimase principalmente un luogo deputato alle feste: nel 1720 i senesi tennero una splendida festa per celebrare l'elevazione del loro connazionale [[Marc'Antonio Zondadari]] a Gran Maestro dell'[[Sovrano Militare Ordine di Malta|Ordine di Malta]]:<ref name=pie798/> in quell'occasione una macchina di [[fuochi d'artificio]] venne incendiata vicino al Fontanone di Ponte Sisto;<ref name=pie7910/> due [[arco trionfale|archi trionfali]] vennero innalzati sopra la strada, uno a Santo Spirito e l'altro vicino Palazzo Farnese;<ref name=pie798/><ref name=pie7910/> la Fontana del Mascherone versò per il popolo vino al posto dell'acqua.<ref name=pie7910/>
 
Sotto [[papa Clemente XI]] i mendicanti ospitati nell'ospizio omonimo furono trasferiti nel nuovo [[Complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande|ospizio di San Michele a Ripa]].<ref name=pie7980>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 80}}.</ref> L'edificio su via Giulia venne allora in parte occupato da ragazze povere non maritate ("zitelle" in [[Romanescoromanesco]]), e in parte da una congregazione formata da 100 preti e 20 [[Chierico|chierici]] i quali dovevano pregare per le anime dei sacerdoti defunti.<ref name=pie7980/> A causa di ciò l'edificio si chiamò da allora in poi "Ospizio dei cento preti".<ref name=pie7980/>
 
Nel XIX secolo furono realizzati o restaurati solo pochi nuovi edifici: tra questi il carcere giovanile (Palazzo del Gonfalone) (1825-27), la ristrutturazione dell'Ospizio Armeno accanto alla [[chiesa di San Biagio della Pagnotta]] (1830), la nuova facciata dello Spirito Santo dei Napoletani (1853) e soprattutto il [[Collegio Spagnolo]] (1853). Tuttavia, questo non fermò il declino generale della strada iniziato alla metà del XVIII secolo.<ref name=del474>{{Cita|Delli| p. 474}}.</ref> La nobiltà abbandonò i palazzi della via per trasferirsi nel nuovo centro della vita urbana, il [[Campo Marzio]], e la strada al loro posto ospitò una popolazione artigiana, assumendo un aspetto solitario e solenne.<ref name=ber332>{{Cita|Bertarelli| p. 332}}.</ref>
 
===Via Giulia dal 1870===
Dopo che nel 1870 Roma [[Breccia di porta Pia|divenne la capitale]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], nel 1873 fu iniziata la regolamentazione delle rive del Tevere con la costruzione dei [[lungotevere]], che dal 1888 furono eretti lungo la strada, causando fra l'altro la distruzione della chiesa di Sant'Anna dei Bresciani.<ref name=pie8110>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 10}}.</ref> Oltre a ciò, il Lungotevere tagliò completamente via Giulia dal Tevere. Le facciate che si affacciavano sul fiume con [[logge]] e giardini, come nei Palazzi Medici-Clarelli, Sacchetti, Varese e [[Palazzo Falconieri|Falconieri]], persero il loro scopo. Significative demolizioni di edifici durante il periodo fascista hanno lasciato un ampio vuoto tra via della Barchetta e il vicolo delle Prigioni, che a tutt'oggi è stato solo parzialmente colmato dal nuovo edificio del Liceo Classico Virgilio.<ref name=pie791822>{{Cita|Pietrangeli (1979), pp. 18-22}}.</ref>
 
Significative demolizioni di edifici durante il periodo fascista hanno lasciato un ampio vuoto tra via della Barchetta e il vicolo delle Prigioni, che a tutt'oggi è stato solo parzialmente colmato dal nuovo edificio del Liceo Classico Virgilio.<ref name=pie791822>{{Cita|Pietrangeli (1979), pp. 18-22}}.</ref> Oggi la strada è uscita dalla sua lunga fase di decadenza ed è di nuovo uno delle strade più prestigiose della città.<ref name=pie7910/><ref name=nyt>{{Cita news|url=https://www.nytimes.com/2008/06/29/travel/29globe.html|titolo=A Stroll in Rome With a Papal Pedigree-Via Giulia celebrates its 500th birthday this year|autore=Elisabeth Rosenthal|data=29 giugno 2008|accesso=8 marzo 2020|giornale=The New York Times|lingua=en}}</ref>
Oggi la strada è uscita dalla sua lunga fase di decadenza ed è di nuovo uno delle strade più prestigiose della città.<ref name="pie7910" /><ref name="nyt">{{Cita news|url=https://www.nytimes.com/2008/06/29/travel/29globe.html|titolo=A Stroll in Rome With a Papal Pedigree-Via Giulia celebrates its 500th birthday this year|autore=Elisabeth Rosenthal|data=29 giugno 2008|accesso=8 marzo 2020|giornale=The New York Times|lingua=en}}</ref> In occasione del 500º anniversario della strada, nel 2008 si sono svolte numerose manifestazioni; alcune chiese e palazzi sono stati restaurati e aperti ai visitatori.<ref name="nyt" />
 
==Passeggiata per Via Giulia==
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===2 Fontana del Mascherone===
[[File:Fontana del Mascherone Via Giulia.jpg|thumb|upright=0.5|2 Fontana del Mascherone]]
La fontana, posta diagonalmente rispetto a [[Palazzo Farnese (Roma)|Palazzo Farnese]], fu costruita intorno al 1626, a spese della famiglia [[Farnese]], dasu progetto di [[Carlo Rainaldi]].<ref name=pie7956>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 56}}.</ref> Fin dal 1570 una fontana pubblica, alimentata dall'acquedotto dell{{'}}''[[Aqua Virgo]]'', era stata prevista in Via Giulia.<ref name=pie7956/> Tuttavia, l'installazione fu possibile solo dopo il prolungamento della condotta dell'acquaAcqua Paola sul [[Ponte Sisto]] nel 1612 ad opera di Paolo V.<ref name=pie7956/><ref name=pie7958>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 58}}.</ref> La fontana è costituita da un antico [[maschera|mascherone]] di marmo su un fondo di [[volute]] anch'esse in marmo, coronato da un [[Fleur-de-lis|giglio]] di metallo, simbolo di casa [[Famiglia Farnese|Farnese]].<ref name="pie7956" /> Essa fu posta contro il muro nel 1903, perdendo gran parte del suo fascino.<ref name="pie7956" /> Nella casa di fronte (in angolo con via del Mascherone) morì nel 1830 il poeta [[Wilhelm Waiblinger]] [[:File:Via Giulia Sterbehaus Wilhelm Waiblinger.jpg|(Fig.)]].<ref>{{Cita web|url=https://pietreparlanti.it/2020/04/13/wilhelm-waiblinger/|titolo=Wilhelm Waiblinger|data=13 aprile 2020|accesso=1º giugno 2020|dataarchivio=30 settembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200930211121/https://pietreparlanti.it/2020/04/13/wilhelm-waiblinger/|urlmorto=sì}}</ref>
<ref name=pie7956/> Essa fu posta contro il muro nel 1903, perdendo gran parte del suo fascino.<ref name=pie7956/> Nella casa di fronte (in angolo con via del Mascherone) morì nel 1830 il poeta [[Wilhelm Waiblinger]] [[:File:Via Giulia Sterbehaus Wilhelm Waiblinger.jpg|(Fig.)]].<ref>{{Cita web|url=https://pietreparlanti.it/2020/04/13/wilhelm-waiblinger/|titolo=Wilhelm Waiblinger|data=13 aprile 2020|accesso=1º giugno 2020|dataarchivio=30 settembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200930211121/https://pietreparlanti.it/2020/04/13/wilhelm-waiblinger/|urlmorto=sì}}</ref>
 
===3 Palazzo Farnese (Via Giulia 186)===
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===14 Palazzo Ricci (Via Giulia 146)===
[[:File:Via Giulia Palazzo Ricci.jpg|(Fig.)]] L'edificio attuale era in origine un insieme di edifici non collegati tra loro, costruiti in tempi diversi, di fronte al [[Collegio Ghislieri (Roma)|Collegio Ghislieri]].<ref name=pie7928>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 28}}.</ref> Il complesso edilizio fu accorpato nel 1634 e nel 1683. La facciata principale, che si affaccia su piazza de' Ricci, mostra resti fortemente sbiaditi di uno [[sgraffito]] di [[Polidoro da Caravaggio]] (XVI secolo). Sul lato rivolto verso via Giulia, una facciata continua ha dato al complesso l'attuale aspetto uniforme. [[:File:Via Giulia Palazzo Ricci.jpg|(Fig.)]].
[[:File:Via Giulia Palazzo Ricci.jpg|(Fig.)]]
L'edificio attuale era in origine un insieme di edifici non collegati tra loro, costruiti in tempi diversi, di fronte al [[Collegio Ghislieri (Roma)|Collegio Ghislieri]].<ref name=pie7928>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 28}}.</ref> Il complesso edilizio fu accorpato nel 1634 e nel 1683. La facciata principale, che si affaccia su piazza de' Ricci, mostra resti fortemente sbiaditi di uno [[sgraffito]] di [[Polidoro da Caravaggio]] (XVI secolo). Sul lato rivolto verso via Giulia, una facciata continua ha dato al complesso l'attuale aspetto uniforme. [[:File:Via Giulia Palazzo Ricci.jpg|(Fig.)]].
 
===15 Spirito Santo dei Napoletani===
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[[File:Via Giulia Santo Spirito dei Napoletani 1.jpg|thumb|upright=0.5|15 Spirito Santo dei Napoletani]]
Nel catalogo di [[Pio V]] questa chiesa è elencata sotto il nome di ''Santa Aura in strada Iulia''.<ref name=arm423>{{Cita|Armellini| p. 423}}.</ref> Essa era dedicata a [[Aurea di Ostia|Santa Aurea]], la patrona di [[Ostia (Roma)|Ostia]].<ref name=arm423/> Alla chiesa era annesso un convento di suore.<ref name=arm423/> Nel 1439 la chiesa fu restaurata a spese del cardinale [[Guillaume d'Estouteville]].<ref name=arm423/> Nel 1572 il cardinale Inigo d'Avalos fondò nell'edificio fatiscente la ''Confraternita dello Spirito Santo dei Napoletani'', che nel 1574 la acquistò dalle suore.<ref name=pie7924>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 24}}.</ref>
 
Tra il 1619 e il 1650 fu eretto un nuovo edificio, con un progetto di [[Ottavio Mascherino]] e una facciata di [[Cosimo Fanzago]].<ref name="pie7924" /> Era dedicato allo Spirito Santo.<ref name="pie7924" /> Nei secoli successivi fu più volte ristrutturato, all'inizio del XVIII secolo da [[Carlo Fontana]],<ref name="pie7924" /> mentre a metà dell'Ottocento la facciata venne rifatta su progetto di Antonio Cipolla (1853).<ref name="pie7926">{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 26}}.</ref> Era la Chiesa Nazionale del [[Regno delle Due Sicilie]]. L'ultimo [[Regno delle Due Sicilie|Re di Napoli]] [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] e sua moglie [[Maria Sofia di Baviera|Maria Sofia Amalia, duchessa in Baviera]], sono stati sepolti nella chiesa nel 1942.<ref name="pie7926" /><ref name="del475">{{Cita|Delli| p. 475}}.</ref> Dopo lunghi lavori di restauro, la chiesa è di nuovo aperta al pubblico dal 1986. [[:File:Santo Spirito dei Napoletani (Inneres).jpg|(Fig.)]]
 
===16 San Filippo Neri in Via Giulia===
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{{Vedi anche|Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Roma)}}
[[File:Via Giulia Santa Maria del Suffragio.jpg|thumb|upright=0.5|18 S.M. del Suffragio]]
Nel 1592 fu fondata la ''Confraternita del Suffragio'' accanto alla [[chiesa di San Biagio della Pagnotta]] con il pio scopo di implorare l'intercessione per le anime del purgatorio.<ref name=pie56/> La Confraternita ricevette l'approvazione di [[papa Clemente VIII]] nel 1594<ref name=pie56/> e fu elevata al rango di ''Arciconfaternita'Arciconfraternita'' da [[Paolo V]] nel 1620. Grazie a diverse donazioni, nel 1662 l'erezione della chiesa iniziò con un progetto dell'architetto [[Carlo Rainaldi]].<ref name=pie56/> L'edificio fu consacrato nel 1669, e la facciata fu terminata nel 1680.<ref name=pie56/> L'interno della chiesa fu ristrutturato nel 1869; gli affreschi all'interno della chiesa sono - tra gli altri - di [[Cesare Mariani (pittore)|Cesare Mariani]] (''Incoronazione della Vergine'') e [[Giuseppe Bartolomeo Chiari]] (''[[Natività di Maria]]'' e ''Adorazione dei Magi'').<ref name=pie58>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 58}}.</ref>
 
===19 Palazzo dei Tribunali===
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{{Vedi anche|Palazzo Sacchetti}}
[[File:Palazzo Sacchetti Via Giulia (Rom).jpg|thumb|upright=0.5|22 Palazzo Sacchetti]]
[[Antonio da Sangallo il Giovane]] costruì il palazzo su un terreno acquistato nel 1542 dal [[Capitolo (cristianesimo)|Capitolo]] Vaticano.<ref name=pie40>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 40}}.</ref> La facciata porta ancora lo stemma martellato di Paolo III.<ref name=pie40/> Il figlio Orazio ereditò l'edificio e lo vendette nel 1552 al cardinale [[Giovanni Ricci (cardinale)|Giovanni Ricci]] di [[Montepulciano]], che fece ampliare il palazzo fino alle dimensioni attuali dall'architetto [[Nanni di Baccio Bigio]].<ref name=pie40/> Un'iscrizione<ref>Iscrizione sulla facciata [[:File:Ponte - via Giulia palazzo Sacchetti - domus Antonii Sangalli architecti 1160658.JPG|(Fig.)]]: DOMVS/ANTONII/SANGALLI/ARCHITECTI/MDLIII (casa dell'architetto Antonio Sangallo 1553)</ref> Sulla facciata laterale sul Vicolo del Cefalo si legge che il palazzo fu liberato dal censo nel 1555.[[:File:Via Giulia Palazzo Sacchetti Zensus 1555.jpg|(Fig.)]]<ref name=pie46/> Il palazzo cambiò più volte proprietario.<ref name=pie40/><ref name=pie42>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 42}}.</ref> Nel 1649 fu acquistato dalla famiglia fiorentina dei [[Sacchetti (famiglia)|Sacchetti]], di cui porta ancora il nome.<ref name=pie42/> Il portale d'ingresso in marmo di via Giulia è fiancheggiato su entrambi i lati da tre grandi finestre con [[inferriata|inferriate]], soglia e [[Cornice (architettura)|cornice]] a [[mensola]].<ref name=pie44>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 44}}.</ref> Poi, tra la prima e la seconda metà del seicento fu la residenza della famiglia Acquaviva d'Aragona d'Atri a Roma, tanto che entrò nel lascito del cardinale [[Ottavio Acquaviva d'Aragona (cardinale 1654)|Ottavio Acquaviva]] juniore a favore del nipote [[Francesco Acquaviva d'Aragona|Cardinale Francesco Acquaviva]] d'Aragona, che ricevette il censo in eredità da casa Sacchetti<ref>{{Cita libro|autore=Maria Gemma Paviolo|titolo=I testamenti dei cardinali. Francesco Acquaviva d'Aragona (1665-1725)}}</ref>. Nell'angolo sinistro del palazzo c'è una piccola fontana [[:File:Palazzo Sacchetti Delfinbrunnen.jpg|(Fig.)]] affiancata da [[Cariatide|Cariatidi]] con due delfini inseriti nel muro.<ref name=pie44/> Questo si riferisce ai successivi proprietari, la famiglia Ceuli, il cui stemma è stato martellato.<ref name=pie44/> All'interno spiccano il Salone dei Mappamondi, progettato da [[Francesco Salviati]],<ref name=pie46>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 46}}.</ref> e la sala da pranzo con due [[affresco|affreschi]] di [[Pietro da Cortona]].<ref name=pie46/> La scrittrice [[Ingeborg Bachmann]] visse in questo palazzo nel 1973 morendo all'[[ospedale Sant'Eugenio]] il 17 ottobre 1973.<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.ch/books?id=tid3BQAAQBAJ&pg=PT97&lpg=PT97&dq=ingeborg+bachmann+%22sacchetti%22&source=bl&ots=gkxL3t55HB&sig=ACfU3U3LQYlDTselY-x1xYUrmMeh6UO8AQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwi-3q2I_t3pAhWI4IUKHSy5C6sQ6AEwEXoECAkQAQ#v=onepage&q=ingeborg%20bachmann%20%22sacchetti%22&f=false|titolo=Ingeborg Bachmann|autore=Hans Höller|editore=Rowohlt Verlag GmbH|accesso=31 maggio 2020|lingua=de}}</ref>
 
===23 Palazzo con gli stemmi Farnesianifarnesiani (Via Giulia 93)===
[[File:Via Giulia (Rom);Palast mit den Farnese Wappen.jpg|thumb|upright=0.5|23 Palazzo con gli stemmi Farnesianifarnesiani]]
Il primo proprietario dell'edificio potrebbe essere stato [[Durante Duranti]], amante di [[Costanza Farnese]], o [[Guglielmo della Porta]], che in questo caso sarebbe stato anche l'architetto.<ref name=pie48/> Il palazzo prende il nome dai tre stemmi della famiglia Farnese, che furono aggiunti alla facciata sotto Paolo III.<ref name=pie48/> Al centro del piano superiore si trova lo stemma di [[Paolo III]] con la tiara papale e le chiavi tra due [[unicorni]].<ref name=pie48/> A sinistra lo stemma del cardinale [[Alessandro Farnese il Giovane|Alessandro Farnese]] e a destra lo stemma del fratello [[Ottavio Farnese]] o di [[Pierluigi Farnese]], entrambi [[Ducato di Parma e Piacenza|Duchi di Parma and Piacenza]].<ref name=pie48/>
 
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===25 Casa di Raffaello (via Giulia 85)===
[[:File:Via Giulia Casa di Raffaello.jpg|(Fig.)]] Questo palazzo, erroneamente chiamato Casa di [[Raffaello]], fu costruito dopo il 1525 per il [[Capitolo (cristianesimo)|Capitolo]] Vaticano su progetto dell'architetto Bartolomeo de Ramponibus.<ref name=pie36/> Raffaello originariamente acquistò qui diversi appezzamenti di terreno.<ref name=pie36/> Tuttavia, morì prima della costruzione dell'edificio, di cui esistono disegni suoi e di Antonio da Sangallo il Giovane.<ref name=pie36/> Un'iscrizione sopra le finestre del primo piano ricorda Raffaello: '''POSSEDEVA RAF SANZIO NEL MDXX'''.<ref name=pie36/>
[[:File:Via Giulia Casa di Raffaello.jpg|(Fig.)]]
Questo palazzo, erroneamente chiamato Casa di [[Raffaello]], fu costruito dopo il 1525 per il [[Capitolo (cristianesimo)|Capitolo]] Vaticano su progetto dell'architetto Bartolomeo de Ramponibus.<ref name=pie36/> Raffaello originariamente acquistò qui diversi appezzamenti di terreno.<ref name=pie36/> Tuttavia, morì prima della costruzione dell'edificio, di cui esistono disegni suoi e di Antonio da Sangallo il Giovane.<ref name=pie36/> Un'iscrizione sopra le finestre del primo piano ricorda Raffaello: '''POSSEDEVA RAF SANZIO NEL MDXX'''.<ref name=pie36/>
 
===26 Quartiere dei Fiorentini===