Via Giulia: differenze tra le versioni

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[[Antonio da Sangallo il Giovane]] costruì il palazzo su un terreno acquistato nel 1542 dal [[Capitolo (cristianesimo)|Capitolo]] Vaticano.<ref name=pie40>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 40}}.</ref> La facciata porta ancora lo stemma martellato di Paolo III.<ref name=pie40/> Il figlio Orazio ereditò l'edificio e lo vendette nel 1552 al cardinale [[Giovanni Ricci (cardinale)|Giovanni Ricci]] di [[Montepulciano]], che fece ampliare il palazzo fino alle dimensioni attuali dall'architetto [[Nanni di Baccio Bigio]].<ref name=pie40/> Un'iscrizione<ref>Iscrizione sulla facciata [[:File:Ponte - via Giulia palazzo Sacchetti - domus Antonii Sangalli architecti 1160658.JPG|(Fig.)]]: DOMVS/ANTONII/SANGALLI/ARCHITECTI/MDLIII (casa dell'architetto Antonio Sangallo 1553)</ref> Sulla facciata laterale sul Vicolo del Cefalo si legge che il palazzo fu liberato dal censo nel 1555.[[:File:Via Giulia Palazzo Sacchetti Zensus 1555.jpg|(Fig.)]]<ref name=pie46/> Il palazzo cambiò più volte proprietario.<ref name=pie40/><ref name=pie42>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 42}}.</ref> Nel 1649 fu acquistato dalla famiglia fiorentina dei [[Sacchetti (famiglia)|Sacchetti]], di cui porta ancora il nome.<ref name=pie42/> Il portale d'ingresso in marmo di via Giulia è fiancheggiato su entrambi i lati da tre grandi finestre con [[inferriata|inferriate]], soglia e [[Cornice (architettura)|cornice]] a [[mensola]].<ref name=pie44>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 44}}.</ref> Poi, tra la prima e la seconda metà del seicento fu la residenza della famiglia Acquaviva d'Aragona d'Atri a Roma, tanto che entrò nel lascito del cardinale [[Ottavio Acquaviva d'Aragona (cardinale 1654)|Ottavio Acquaviva]] juniore a favore del nipote [[Francesco Acquaviva d'Aragona|Cardinale Francesco Acquaviva]] d'Aragona, che ricevette il censo in eredità da casa Sacchetti<ref>{{Cita libro|autore=Maria Gemma Paviolo|titolo=I testamenti dei cardinali. Francesco Acquaviva d'Aragona (1665-1725)}}</ref>. Nell'angolo sinistro del palazzo c'è una piccola fontana [[:File:Palazzo Sacchetti Delfinbrunnen.jpg|(Fig.)]] affiancata da [[Cariatide|Cariatidi]] con due delfini inseriti nel muro.<ref name=pie44/> Questo si riferisce ai successivi proprietari, la famiglia Ceuli, il cui stemma è stato martellato.<ref name=pie44/> All'interno spiccano il Salone dei Mappamondi, progettato da [[Francesco Salviati]],<ref name=pie46>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 46}}.</ref> e la sala da pranzo con due [[affresco|affreschi]] di [[Pietro da Cortona]].<ref name=pie46/> La scrittrice [[Ingeborg Bachmann]] visse in questo palazzo nel 1973 morendo all'[[ospedale Sant'Eugenio]] il 17 ottobre 1973.<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.ch/books?id=tid3BQAAQBAJ&pg=PT97&lpg=PT97&dq=ingeborg+bachmann+%22sacchetti%22&source=bl&ots=gkxL3t55HB&sig=ACfU3U3LQYlDTselY-x1xYUrmMeh6UO8AQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwi-3q2I_t3pAhWI4IUKHSy5C6sQ6AEwEXoECAkQAQ#v=onepage&q=ingeborg%20bachmann%20%22sacchetti%22&f=false|titolo=Ingeborg Bachmann|autore=Hans Höller|editore=Rowohlt Verlag GmbH|accesso=31 maggio 2020|lingua=de}}</ref>
 
===23 Palazzo con gli stemmi Farnesianifarnesiani (Via Giulia 93)===
[[File:Via Giulia (Rom);Palast mit den Farnese Wappen.jpg|thumb|upright=0.5|23 Palazzo con gli stemmi Farnesianifarnesiani]]
Il primo proprietario dell'edificio potrebbe essere stato [[Durante Duranti]], amante di [[Costanza Farnese]], o [[Guglielmo della Porta]], che in questo caso sarebbe stato anche l'architetto.<ref name=pie48/> Il palazzo prende il nome dai tre stemmi della famiglia Farnese, che furono aggiunti alla facciata sotto Paolo III.<ref name=pie48/> Al centro del piano superiore si trova lo stemma di [[Paolo III]] con la tiara papale e le chiavi tra due [[unicorni]].<ref name=pie48/> A sinistra lo stemma del cardinale [[Alessandro Farnese il Giovane|Alessandro Farnese]] e a destra lo stemma del fratello [[Ottavio Farnese]] o di [[Pierluigi Farnese]], entrambi [[Ducato di Parma e Piacenza|Duchi di Parma and Piacenza]].<ref name=pie48/>