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{{nd}}
{{Film
| titolo italiano = Bellissima
| immagine = Tina Apicella e Anna Magnani in Bellissima.png
| didascalia = La piccola Tina Apicella con [[Anna Magnani]] in una scena del film
| paese = [[Italia]]
| lingua originale = [[Lingua italiana|italiano]]
| anno uscita = 1951
| durata = 113 min<ref>{{Mymovies|film|1951/bellissima}}</ref>
| tipo colore = B/N
| aspect ratio = 1,37:1
| genere = drammatico
| regista = [[Luchino Visconti]]
| soggetto = [[Cesare Zavattini]]
| sceneggiatore = [[Suso Cecchi D'Amico]], [[Francesco Rosi]], [[Luchino Visconti]]
| produttore = [[Salvo D'Angelo]]
| casa produzione = Bellissima Film
| casa distribuzione italiana = CEI Incom
| attori = *[[Anna Magnani]]: Maddalena Cecconi
*Tina Apicella: Maria Cecconi
*[[Gastone Renzelli]]: Spartaco Cecconi
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*[[Teresa Battaggi]]: la madre snob
*[[Gisella Monaldi]]: la portinaia
*[[Alessandro Blasetti]], [[Mario Chiari]], [[Vittorio Musy Glori]], [[Geo Taparelli]], [[Luigi Filippo D'Amico]], [[Corrado (conduttore televisivo)|Corrado]], Liliana Mancini: se stessi
| fotografo = [[Piero Portalupi]], [[Paul Ronald]]
| montatore = [[Mario Serandrei]]
| effetti speciali =
| musicista = [[Franco Mannino]], ispirate a temi de ''[[L'elisir d'amore]]'' di [[Gaetano Donizetti|Donizetti]]
| scenografo = [[Gianni Polidori]]
}}
 
'''''Bellissima''''' è un [[film drammatico]] del [[1951]], diretto da [[Luchino Visconti]], con [[Anna Magnani]] e [[Walter Chiari]].
 
== Trama ==
Una donna di umili origini, la romana Maddalena Cecconi, prova a lanciare sua figlia nel mondo dello spettacolo.
 
== Soggetto originale di Zavattini ==
[[File:Magnani+chiari bellissima.jpg|thumb|left|upright=0.8|Anna Magnani (Maddalena Cecconi) e Walter Chiari (Alberto Annovazzi)]]
Maddalena ha una figlia di sei anni, Maria. Maria non è molto bella, ma per sua madre è bellissima, lo dice sempre. Maria ha anche un leggero difetto di pronuncia e Maddalena non lo trova un difetto ma una qualità. Maddalena ha trent’anni, un carattere vivace e deciso. Lavora come guardarobiera al Rupe Tarpea e guadagna abbastanza, specie quest’anno che ci sono tanti forestieri, poi se ne va a casa tutta sola ogni notte verso l’alba. A casa c’è il marito, un ottimo uomo che fa il ferroviere e proprio all’alba si alza, mentre Maria è appena andata a dormire. Nel casamento dove abita, piazzale Annibaliano, le donne non hanno molta simpatia per Maddalena che è un po’ superba e mette dei nastri sulla testa della figlia che sembrano bandiere.
 
Un giorno si annuncia un concorso cinematografico: cercano una bambina di sei anni, per un film molto importante. Maddalena pensa che cercano proprio sua figlia e salta le ore del sonno per portarla allo stabilimento dove il regista deve fare la sua scelta.
 
Sono molte le mamme che si mettono in movimento per la stessa ragione e Maddalena si trova davanti un numero infinito di concorrenti tra le quali alcune del suo quartiere. Questo accende ancora di più l’ambizione di Maddalena che si propone di vincere la battaglia a ogni costo.
 
E infatti riesce con la sua intraprendenza a far entrare la figlia tra le venti alle quali verrà fatto il provino entro una settimana.
 
Questa vigilia del provino è una vera settimana di passione per Maddalena. Le hanno detto che il difetto di pronuncia della figlia è un difetto che potrebbe compromettere la sua scelta. Allora la porta all’Istituto di Rieducazione della voce a Monte Sacro e si dichiara disposta a pagare qualsiasi cifra purché compiano il miracolo di togliere il difetto di pronuncia alla bambina in pochi giorni. Ma non basta: va alla scuola di danza della Ruskaia e vorrebbe che dessero alla figlia alcune lezioni accelerate. Ma qui non ci riesce. Allora prende in casa un’attrice che dia rapidi ammaestramenti a Maria. Tutto questo Maddalena deve farlo di nascosto al marito il quale ha la testa sulle spalle, adora la bambina, e se sapesse che Maddalena sottopone Maria a questi ossessionanti strapazzi reagirebbe certo con energia e severità.
 
Un annuncio della radio nel corso di un concerto dà notizia che il regista [[Alessandro Blasetti]] cerca a [[Roma]] una bambina per una parte in un film. Ciò fa accorrere a [[Cinecittà]] una folla di madri tra le quali la popolana Maddalena Cecconi con la figlioletta Maria, per la quale la donna sogna un'ascesa sociale, tramite una carriera di artista alla quale lei aveva inutilmente aspirato in gioventù. Le speranze della madre, che non di rado si dà delle arie davanti a tutti, sono spesso oggetto di derisione da parte delle vicine di casa, ma soprattutto fonte di crescenti tensioni con il marito Spartaco, al quale Maddalena inizialmente tiene nascosti i suoi propositi.
Infatti la povera Maria è davvero stanca, ha subito la mania materna perché lei è timida, ma non ha proprio nessuna particolare qualità. Si è messa a piangere un paio di volte e la madre ha fatto quello che non ha mai fatto, le ha dato perfino uno schiaffo perché la bambina non riusciva a ripetere correttamente una battuta.
 
Maddalena fa qualsiasi sacrificio per garantire alla figlia l'aiuto, più o meno valente, di un fotografo, di una maestra di recitazione e di un corso di ballo, e, nonostante le difficoltà finanziarie della famiglia e il ritardo nel pagamento delle rate per la casa, spende il proprio denaro in favore del parrucchiere e della sarta che si occupano di Maria. Ma la bambina, timida ed impacciata, non mostra né particolare talento, né interesse per lo spettacolo, mentre il padre, venuto finalmente a conoscenza della cosa, si scontra con la moglie perché desidera per Maria un'infanzia tranquilla come quella di tutte le altre bambine.
Arriva il giorno dei provini. Maddalena vorrebbe entrare nel teatro dove si fanno i provini ma è vietato l’ingresso ai familiari dei piccoli candidati. Allora la sua pena è grandissima. Neanche le sue arti riescono a rompere la consegna. Ma intanto non perde il tempo e si informa di tutta la organizzazione del film. Conosce il nome del produttore e degli altri elementi importanti e accetta la corte di un tale che assicura di avere influenza sul regista, un ispettore di produzione millantatore e un poco losco.
 
Durante una delle audizioni a Cinecittà, Maddalena viene avvicinata da un marginale collaboratore di Blasetti, Alberto Annovazzi, il quale si vanta con lei di poterle garantire raccomandazioni per la figlia in cambio di 50.000 [[Lira italiana|lire]], somma che egli invece spenderà nell'acquisto di una [[Innocenti Lambretta|Lambretta]]. Maddalena, tutta presa dalla sua illusione, non si accorge che Annovazzi è in realtà un simpatico impostore e lo invita in famiglia, anche se poi rifugge dalle sue ''"avances"''.
Una sera al Rupe Tarpea vengono a ballare il produttore e il regista del film. Durante tutta la serata Maddalena in ansia studia il modo di avvicinare i due uomini e di ingraziarseli e infine fa una cosa molto grossa: manda a casa a prendere la figlia tutta vestita a festa perché i due la vedano, l’ammirino. Ma quasi quasi Maddalena quella sera perde il posto per le sue prodezze materne. Quando verso l’alba torna a casa fuori c’è l’ispettore di produzione che l’aspetta e l’accompagna a casa con l’evidente intenzione di ottenere da lei qualcosa di concreto. Lei pur di vincere, per la prima volta nella sua vita, si lascia baciare e promette un appuntamento.
 
[[File:A Magnani bellissima.jpg|thumb|left|upright=0.8|Un'intensa espressione di Anna Magnani nella scena in cui rifiuta l'offerta dei cineasti di scritturare la figlia]]
Il suo provino risulta dei peggiori. Maddalena riesce con i suoi soliti sotterfugi a vederlo – a vedere la figlia nel confronto con le altre – la povera piccola impacciata Maria. Lì per lì Maddalena vorrebbe fare fuoco e fiamme e perfino prendersela con la figlia. Malgrado gli armeggi di Maddalena, Maria sembra destinata ad essere scartata: nella saletta di proiezione dei provini rimbombano risate, prese in giro, addirittura la piccola viene definita "una nana". Ma poi Blasetti in persona la manda a cercare, manda dei delegati a casa sua - dove incontrano il marito all'oscuro di tutto - perché vuole la piccola Maria nel film.
Quando Maria viene convocata per il provino, la madre, avvalendosi della simpatia suscitata in una giovane ex-attrice ridotta a lavorare nel laboratorio di montaggio, riesce ad assistere di nascosto alla proiezione effettuata dove la bimba, timida e goffa, scoppia a piangere disperatamente, suscitando le risate di scherno della troupe. Solo a questo punto Maddalena si rende conto dei suoi errori: oltre a scoprire finalmente la malafede di Annovazzi, capisce di aver preteso dalla bambina cose che la piccola non voleva né poteva fare, di aver speso inutilmente il denaro che serviva per la famiglia, e di aver messo così anche in crisi il rapporto con il marito.
Ma a Maddalena sono ormai chiare tante cose, per esempio che ha più ambizione che amore per la figlia. Ha una grande voglia di domandare perdono a sua figlia e a suo marito il quale è completamente ignaro di tutto quello che è successo in questa settimana piena di incidenti per nascondere i quali sua moglie gli ha perfino rubato i soldi dal portafoglio, ma improvvisamente sembra più convinto di lei sul futuro della bimba nel cinema.
 
Dopo aver vagato a lungo con la figlioletta per la città scossa da questi sentimenti, nel rientrare a casa trova inaspettatamente gli assistenti del regista che stanno discutendo con suo marito di un contratto per Maria: il soggetto del film prevedeva infatti una bimba goffa e impacciata, e Maria si è rivelata adatta allo scopo. Ma a quel punto Maddalena, resasi conto delle pericolose illusioni nascoste nel cinico mondo del cinema, rifiuta il contratto, abbandona i sogni di successo per la piccola e riallaccia i rapporti con il marito.
E se ne va fuori, perché è domenica, con il marito e con la figlia che non hanno mai visto una Maddalena così buona, così umile, così piena di invenzioni per farli ridere e per farli divertire. “Andiamo al cinematografo?” domanda il marito. Maddalena non ne vuole sapere e sbatte gli occhi come per paura e guarda la figlia.
 
== Produzione ==
[[File:Bellissima-1951-corrado.png|thumb|upright=0.8|[[Corrado (conduttore televisivo)|Corrado Mantoni]] in una scena del film]]
 
Il film nasce da un soggetto di [[Cesare Zavattini]], più volte rielaborato. In un servizio apparso su ''Stampa Sera''<ref>Articolo a firma L.P [Leo Pestelli], scritto durante la lavorazione del film e pubblicato il 21 luglio 1951, consultato presso l'archivio on line del quotidiano.</ref> si riporta la notizia per cui la storia trarrebbe origine da un fatto realmente accaduto circa un anno e mezzo prima, quando il regista Blasetti, che cercava una bambina per il suo film ''[[Prima comunione (film)|Prima Comunione]]'', ebbe a che fare con una madre che voleva a tutti i costi imporre la sua figlioletta come protagonista, dicendo a tutti che era «bellissima». Secondo Lino Miccichè<ref>Nel saggio dedicato al film contenuto nel suo libro ''Visconti ed il neorealismo'' – vedasi bibliografia – pagg. da 195 a 213.</ref>, esistono infatti tre versioni del soggetto (denominate S1, S2 ed S3), tra loro alquanto diverse<ref>Ad esempio, Maddalena era, in origine, il nome della bambina e la stessa veniva scartata durante le selezioni.</ref>, che poi hanno dato vita a un'ulteriore versione (la S4), quella alla base del copione, alla quale però Zavattini non aveva più lavorato<ref>Zavattini, nel suo libro ''Io. Una autobiografia'' – vedasi bibliografia – pagina 169 - riferisce che i suoi contatti con Visconti a proposito di questo film furono pochi: due volte il regista si recò da lui, ed una volta andò lui a casa di Visconti. Poi il soggetto fu trasferito agli sceneggiatori.</ref>. Anche Visconti conferma di aver apportato molte modifiche al soggetto di Zavattini<ref>Le dichiarazioni del regista sono riportate in un'intervista realizzata da Michele Gandin a pubblicata su ''Cinema'' – vedasi bibliografia - nella quale cita, tra le modifiche, quella del quartiere romano di ambientazione, il [[Prenestino-Labicano|Prenestino]] anziché l'Annibaliano, il lavoro svolto da Spartaco, che diventa un operaio, mentre nel soggetto era un impiegato, ed il fatto che la bimba venga selezionata, mentre nel soggetto era scartata.</ref>, parlando anche di notevoli modifiche alla struttura del film ed ai dialoghi, in questo caso anche grazie alla Magnani. InSignificativo unl'apporto serviziodi apparso[[Suso suCecchi D''Stampa Sera''<ref>Articolo a firma L.P [Leo PestelliAmico]], pubblicatoche sulintrodusse numeronella delsceneggiatura 21il lugliopersonaggio 1951di e[[Walter scritto durante la lavorazione del filmChiari]], consultatoper pressobilanciare l'archiviola onparte linedella del quotidianoMagnani.</ref>Michele si riporta la notizia per cui la storia trarrebbe origine da un fatto realmente accaduto circa un anno e mezzo primaSancisi, quando ilSimone regista BlasettiAnnicchiarico, che cercava una bambina per il suo film ''[[Prima100% comunione (film)|Prima Comunione]]Walter'', ebbeBaldini+Castoldi, aMilano che fare con una madre che voleva a tutti i costi imporre la sua figlioletta come protagonista2024, dicendop.347-348. aISBN tutti9781254941287</ref> che era «bellissima».
 
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6341413.jpg|thumb|left|Cesare Zavattini, autore del soggetto originario di ''Bellissima'', che poi fu profondamente rivisto nella produzione del film]]
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[[File:L visconti+a magnani 1952.jpg|thumb|upright=0.8|Il regista [[Luchino Visconti]] ed [[Anna Magnani]]]]
 
Le riprese del film iniziarono nel giugno 1951 e proseguirono sino alla fine di ottobre<ref>Le notizie sul periodo di lavorazione del film sono tratte dalla rubrica ''Cinema gira'' dei numeri dal 65 al 73, anno 1951, del quindicinale ''Cinema'', nuova serie.</ref>. Contrariamente ad altre occasioni - ad esempio quando l'anno successivo si girò ''[[Camicie rosse (film)|Camicie rosse]]'', dove il regista [[Goffredo Alessandrini|Alessandrini]], ex marito della Magnani, a causa dei contrasti con lei abbandonò il "set"- i rapporti dell'attrice con il regista furono buoni. Ricorda Francesco Rosi, che qui fece la sua prima esperienza cinematografica come aiuto regista: «Due caratteri fortissimi, era bellissimo vederli lavorare. Niente scene, niente scontri. Visconti sapeva che la Magnani gli portava la sua personalità, la sua genialità di interprete<ref>La rievocazione di Rosi è riportata nel citato libro ''Nannarella'', pagina 154.</ref>». Anche la Magnani ebbe parole di stima per il regista<ref>Riportate nel libro di Matilde Hockofler dedicato all'attrice – vedasi bibliografia – pag 95 e segg.</ref>: «Nonostante i suoi difetti mi sono trovata bene con Visconti. Mi ha lasciato le redini sciolte. Del resto sapeva che è l'unico modo per farmi recitare». Non si verificarono quelle «liti clamorose che hanno segnato lela collaborazione di Anna Magnani con tutti i registi con cui ha lavorato<ref>L'espressione è ancora di Governi – opera citata in bibliografia – pag. 157.</ref>». Gianni Rondolino<ref>Nel suo libro dedicato all'opera del regista - vedasi bibliografia - pag 276 e segg</ref> riporta una dichiarazione di Visconti, nella quale il regista ammette :«Il vero soggetto era la Magnani: volevo tratteggiare con lei il ritratto di una donna, di una madre moderna e credo di esserci riuscito abbastanza bene, perché la Magnani mi ha prestato il suo enorme talento, la sua personalità. Questo mi interessava e, in minore misura, l'ambiente del cinema».
 
Durante la lavorazione di ''Bellissima'' si svolsero anche due vicende personali. Secondo Patrizia Carrano<ref>Nel libro ''Anna Magnani'' dedicato alla vita dell'attrice – vedasi bibliografia – pag 176 e segg.</ref> vi fu un flirt tra la Magnani e Walter Chiari: «''Bellissima'' l'aveva messa di fronte casualmente al quel giovanotto milanese sempre indaffarato (…). Si era avviata una piccola storia, breve, nata dalla solitudine, dalla paura dell'età. Incontro breve, nato e morto sul "set" del film di Visconti». Anche nei confronti della bambina, Tina (diminutivo di Concetta) Apicella, di cinque anni, l'attrice sviluppò un forte sentimento affettivo. Secondo Governi<ref>Libro citato – vedasi bibliografia – pagina 158.</ref> Anna Magnani la portò spesso a casa sua, la fece conoscere al figlio Luca, che aveva solo 2 anni più di lei, e i due bimbi diventarono amici. Ad un certo punto l'attrice pensò anche a un'adozione, ma si fermò di fronte al comprensibile rifiuto della famiglia. Durante le riprese si verificò anche un incidente finanziario, quando un amministratore sparì con la cassa del film<ref>Episodio ricordato da Governi, op. citata in bibliografia, pag. 158.</ref>, fatto a cui tuttavia si poté porre rimedio. Altri problemi si ebbero con il mondo della distribuzione: fu chiesto a Visconti<ref>Questa circostanza viene riferita da Renato Giani in un articolo apparso sul n. 96 di ''Cinema'', vedasi bibliografia.</ref> di inserire tra gli interpreti l'attore [[Carlo Croccolo]], che a quel tempo assicurava un forte successo di pubblico e, a tale fine, fu promesso a Visconti un "cachet" aggiuntivo di 16 milioni, che tuttavia fu rifiutato. Non mancò neppure un intervento della [[Censura cinematografica|censura]], che impose di rivedere alcuni brani dei testi<ref>In particolare, secondo quando scrisse [[Vitaliano Brancati|Brancati]] nel suo libro del 1952 ''Ritorno alla censura'' - riportato dal n. 88 di ''Cinema'' – fu imposto di eliminare la frase «di chi è questo ben di Dio?» riferita a un'avvenente attrice, in quanto ritenuta offensiva del sentimento religioso.</ref>. Al film presero parte attori già noti o destinati ad una importante carriera, tra cui [[Walter Chiari]], [[Tecla Scarano]], [[Arturo Bragaglia]] e [[Nora Ricci]], oltre ad [[Alessandro Blasetti]], [[Vittorio Cecchi Gori|Mario Cecchi Gori]], [[Corrado (conduttore televisivo)|Corrado]] ed altri nel ruolo di sé stessi.
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[[File:Apicella tina bellissima.jpg|thumb|upright=0.8|left|La bimba Tina Apicella (Maria Cecconi), che aveva cinque anni quando apparve in ''Bellissima'']]
 
''Bellissima'' ebbe la prima rappresentazione mondiale al cinema "Manzoni" di Milano nella nebbiosa giornata del 28 dicembre 1951<ref>Notizia e cronaca sul ''Corriere della Sera'' del 28 dicembre 1951, consultato presso archivi bibliotecari.</ref>. Il film, però, fu «assai poco premiato dagli incassi<ref>L'espressione è della Carrano, nel suo libro dedicato alla Magnani – vedasi bibliografia – p. 184.</ref>», avendo infatti introitato 160 milioni di lire<ref>Il dato commerciale è riportato nel ''Dizionario del Cinema Italiano'', confermato anche dal ''Catalogo Bolaffi'' – entrambi citati in bibliografia.</ref>. In base a questo risultato, il film di Visconti non riuscì ad entrare nell'elenco dei principali lungometraggi di maggior successo commerciale tra i 120 prodotti in Italia quell'anno<ref>Nella classifica elaborata da Pietro Cavallo nel suo libro ''Viva l'Italia'' – vedasi bibliografia – pag.397, che prende in esame le prime 40 pellicole prodotte in Italia ''Bellissima'' non c'è.</ref>. Campione di incassi nell'anno 1952 fu ''[[Don Camillo (film 1952)|Don Camillo]]'' di [[Julien Duvivier|Duvivier]] che raggiunse la somma record, mai vista prima per un singolo film in Italia, di circa 1 miliardo e mezzo di lire<ref>Nella classifica redatta da Cavallo – op. citata in bibliografia, pag. 397 – troviamo, tra l'altro, due opere di Lattuada, cioè ''[[Anna]]'', con circa 1 miliardo di introiti, e ''[[Il cappotto]]'' che incassò 440 milioni. Ma il primato assoluto va a [[Totò]] che, mettendo insieme ben tre pellicole uscite sugli schermi nello stesso anno (''[[Totò a colori]]'', ''[[Totò e le donne]]'' e ''[[Totò e i re di Roma]]''), riuscì ad assommare l'eccezionale – per quei tempi – incasso complessivo di poco meno di 1 miliardo e 700 milioni di lire.</ref>.
 
A dispettofronte dello scarso riscontro economico nostranoitaliano, il film conobbe maggiorecalorose accoglienzaaccoglienze all'estero. Nel luglio 1952 esso viene proiettato in "prima" a [[Parigi]], alla presenza della Magnani, ed in quella occasione l'attrice ricevette i pubblici complimenti del Ministro degli Esteri francese, [[Robert Schuman|Schuman]]<ref>Circostanza riferita nel libro della Hochkofler – op. citata in bibliografia – p. 97.</ref>. Ancora prima era stato inserito tra le pellicole che avevano rappresentato l'Italia al 2º Festival Cinematografico che si tenne nel febbraio 1952 a [[Punta del Este]], in [[Uruguay]], dove partecipò al successo della spedizione italiana<ref>Fu premiato ''[[Umberto D]]'' di [[Vittorio De Sica|De Sica]], tuttavia la Giuria espresse un plauso particolare per l'intera filmografia italiana che era stata presentata al festival.</ref>. Ma il "trionfo" avvenne a [[New York]], dove la Magnani arrivò, sempre per presentare il film, nel maggio del 1953. In una corrispondenza di [[Indro Montanelli]] dalla città americana, si descrivono accoglienze trionfali, con veri e propri episodi di ressa, ed un ''"assedio"'' da parte dei giornalisti e della gente, che costrinse ad un certo punto l'attrice a rifugiarsi in un locale improvvisato<ref>L'articolo di Montanelli apparve sul ''Corriere della Sera'' del 6 maggio 1953, consultato presso archivi bibliotecari. Era quella la prima volta che la Magnani si recava negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], dove poi sarebbe tornata ripetutamente per girare diversi film, tra cui ''[[La rosa tatuata (film)|La rosa tatuata]]'', per il quale ricevette l'[[Premio Oscar|Oscar]] nel 1956.</ref>.
 
== Critica ==