Processo alla città: differenze tra le versioni
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{{Film
|titolo
|immagine= Pampanini+Nazzari proc città.jpg
|didascalia= [[Silvana Pampanini]]
|lingua originale= italiano
|paese= [[Italia]]
|titolo alfabetico= Processo alla città
|anno uscita=
|tipo colore= B/N
|aspect ratio=
|genere= drammatico
|genere 2= storico
|genere 3= poliziesco
|regista= [[Luigi Zampa]]
|soggetto= [[Ettore Giannini]], [[Francesco Rosi]]
|sceneggiatore= [[Luigi Zampa]], [[Ettore Giannini]], [[Turi Vasile]], [[Suso Cecchi
|produttore=
|produttore esecutivo=
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|casa distribuzione italiana= [[Film Costellazione]]
|attori=
*[[Amedeo Nazzari]]:
*[[Mariella Lotti]]: Elena Spicacci
*[[Silvana Pampanini]]: Liliana Ferrari
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*[[Dante Maggio]]: Armando Capezzuto
*[[Franco Interlenghi]]: Luigi Esposito
*[[
*[[Gualtiero Tumiati]]:
*[[Franca Tamantini]]: Carmela
*[[Rino Genovese]]: Mimì
*[[Nino Vingelli]]: Pasqualino '
*[[Eduardo Ciannelli]]: Don Alfonso Navona
*[[Turi Pandolfini]]:
*[[Carlo Pisacane (attore)|Carlo Pisacane]]: Don Rosario
*[[Vittoria Crispo]]: tenutaria casa di appuntamenti
*[[Tina Pica]]:
*[[Salvatore Cafiero]]: Strummulillo
*[[Bella Starace Sainati]]:
|doppiatori originali=
*[[Lydia Simoneschi]]: Elena Spicacci<ref>in una sola scena, nelle altre l'attrice recita con la propria voce</ref>
*[[Nilla Pizzi]]: Liliana Ferrari (canto)
*[[Clara Bindi]]: Nunziatina
|fotografo= [[Enzo Serafin]]
|montatore=[[Eraldo Da Roma]]
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}}
'''''Processo alla città''''' è un [[film]] del [[1952]] diretto da [[Luigi Zampa]], ispirato alla vicenda del [[
== Trama ==
Sulla spiaggia di [[Torre Annunziata]] viene ritrovato il cadavere di Gennaro Ruotolo ed a casa viene rinvenuta uccisa anche la moglie. Le indagini della [[Polizia]], condotte dal delegato Perrone, si infrangono contro un muro di omertà. Il [[Giudice istruttore|Giudice]] Antonio Spicacci pensa quindi ad una archiviazione, ma questa conclusione non lo convince e trova nel Procuratore del Re un incoraggiamento a continuare l'inchiesta.▼
[[File:Stoppa+Nazzari proc città.jpg|thumb|upright=
▲Sulla spiaggia di [[Torre Annunziata]] viene ritrovato il cadavere di Gennaro Ruotolo
La vicenda arriva ad una svolta con l'arresto
▲La vicenda arriva ad una svolta con l'arresto di un piccolo ladruncolo, Luigi Esposito, che - notano gli inquirenti - si trovava nella località in cui è avvenuto il delitto. Messo alle strette Esposito rivela dei particolari, sperando così di poter ottenere il visto per [[Emigrazione italiana|emigrare]] in America con la fidanzata Nunziatina. Si arriva alla scoperta di un bordello di lusso, che risulta essere di proprietà dei coniugi Ruotolo, nella quale lavora Liliana Ferrari, una prostituta amica di un [[Camorra|camorrista]].
▲[[File:Zampa luigi 1.jpg|thumb|left|upright=0.6|Il regista Luigi Zampa sul set.]][[File:Processocitta spiaggia.jpg|thumb|left|upright=0.7|La scena iniziale del ritrovamento sulla spiaggia del corpo di Gennaro Ruotolo]]
Costei ammette di aver partecipato nel giorno dell'omicidio, a [[Pozzuoli]], ad un pranzo che Spicacci e Perrone ricostruiscono: seppur tra mille reticenze. Si convincono che quella era una riunione di capi camorristi nella quale era stata decisa l'uccisione di Ruotolo, ritenuto un traditore per aver inviato alle autorità delle lettere anonime contro un suo concorrente.
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== Realizzazione del film ==
=== Soggetto e sceneggiatura ===
Il [[Soggetto (cinema)|soggetto]] del film fu elaborato su iniziativa di Francesco Rosi. Egli stesso ha raccontato: «Trovai su una bancarella due libri, introvabili, sul [[processo Cuocolo]]. Era un'idea che già circolava nel cinema (…) Per nessun intellettuale napoletano era un fatto sconosciuto. Su quel materiale cominciammo a scrivere, io e Giannini. [Il film] lo doveva fare Giannini, poi, non so perché, ho saputo che l'avrebbe fatto Zampa». «Mi diedero da leggere queste pagine – raccontò il regista - le approvai ed accettati di far il film<ref name=ridere>Testimonianze di Rosi e di Zampa in ''Ridere civilmente'', cit. in bibliografia, pag.245 e seg.</ref>». Alla sceneggiatura lavorò un nutrito gruppi di scrittori, tra cui Diego Fabbri che forniva alla "Film Costellazione", società produttrice d'ispirazione cattolica, «le garanzie ideologiche offerte dalla sua presenza».<ref name=brunetta>Brunetta, cit. in bibliografia, pag. 276.</ref>
=== Produzione ===
[[File:Zampa luigi 1.jpg|thumb|upright=0.7|Il regista Luigi Zampa sul set]]
Le riprese del film, inizialmente denominato ''Processo ad una città'', furono realizzate negli [[Studi di Cinecittà|stabilimenti di Cinecittà]]; durarono circa due mesi e terminarono all'inizio del mese di maggio 1952<ref>''Cinema'', n. 85 del 1 maggio 1952.</ref>. Gli esterni furono girati a Napoli.
▲[[File:Stoppa+Nazzari proc città.jpg|thumb|upright=1.2|Paolo Stoppa ed Amedeo Nazzari in una scena del film]]
Nel corso delle riprese vi furono straripanti dimostrazioni di popolarità in particolare per Amedeo Nazzari, protagonista, proprio in quegli anni in coppia con [[Yvonne Sanson]], della serie di film “strappalacrime” diretti da [[Raffaello Matarazzo]], che riscuotevano un enorme successo commerciale e di pubblico. La cantante [[Nilla Pizzi]], trionfatrice del [[Festival di Sanremo 1952|Festival di Sanremo]], fornì la sua voce a Silvana Pampanini quando costei intona nel film la canzone “Tradimento”, presentata come uno degli indizi utilizzati dal giudice Spicacci per sostenere le sue accuse.▼
{{Citazione|Napoli partecipò in pieno. La massa l'ho presa a Napoli, recitavano tutti. Trovavamo porte spalancate dappertutto. Per scegliere gli attori di ''Processo alla città'' mi vidi tutte le [[Sceneggiata|sceneggiate napoletane]]|Luigi Zampa<ref>''Avventurosa storia'' cit. in bibliografia, pag. 226.</ref>}}
Il regista ricordò in particolare le sue numerose visite ad un teatro popolare situato vicino alla [[Stazione di Napoli Centrale|Stazione]], con gli attori che recitavano tra un boccone e l'altro del pranzo.
Nel corso delle riprese vi furono straripanti dimostrazioni di popolarità in particolare per il protagonista Amedeo Nazzari.
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===Rapporti con la censura===
[[File:Photo Franco Interlenghi and Irene Galter in a scene from Processo alla città, a 1952 film directed by Luigi Zampa 1952 - Touring Club Italiano 04 1457.jpg|thumb|Franco Interlenghi e Irene Galter in una scena]]
Nonostante l'argomento delicato, il film non ebbe problemi con la [[Censura cinematografica|censura]], a quel tempo molto rigida
==Accoglienza==
=== Presentazione
''Processo alla città'' fu presentato in prima mondiale il 14 luglio 1952, nella serata di chiusura del [[Festival del film Locarno|Festival cinematografico di Locarno]], con la presenza del regista e dell'interprete femminile Silvana Pampanini ricevendo, secondo le cronache del tempo, molti applausi
{{doppia immagine|right|Lotti mariella 1953.jpg|130|Galter Irene.jpg|123|Due interpreti femminili del film: Mariella Lotti (a sin.) che impersona Elena, la moglie del giudice Spicacci, e Irene Galter (Nunziatina).}}▼
[[File:Processo-citta1952 ristorante.jpg|thumb|left|upright=1.3|Fotogramma del film: la scena del ristorante]]▼
===Successo internazionale===
Dopo la prima [[Canton Ticino|ticinese]], il film partecipò a molte rassegne internazionali nelle quali venivano rappresentate antologie del miglior cinema italiano. Fu infatti inserita tra le pellicole (tra le quali ''[[Il cappotto (film)|Il cappotto]]'' di [[Alberto Lattuada|Lattuada]], ''[[Altri tempi - Zibaldone n. 1|Altri tempi]]'' di [[Alessandro Blasetti|Blasetti]], ''[[Europa '51]]'' di [[Roberto Rossellini|Rossellini]], ''[[Umberto D.]]'' di [[Vittorio De Sica|De Sica]]) che presero parte alla “Settimana del Film Italiano” che si svolse alla [[Carnegie Hall|Little Carnegie Hall]] di [[New York]] dal 6 al 12 ottobre 1952<ref>''Cinema'', n. 95 del 1 ottobre 1952.</ref>.
Successivamente, nel giugno 1953, ''Processo alla città'' fu inviato a rappresentare il cinema italiano al [[Festival internazionale del cinema di Berlino|Festival di Berlino]], dove venne riconosciuto tra i film che avevano «meglio contribuito all'affermazione di ideali democratici, di libertà e fratellanza<ref>''Cinema'', n.111 del 15 giugno 1953.</ref>». L'anno successivo esso partecipò anche alla “Settimana del Cinema Italiano” che si tenne a [[Buenos Aires]] nel gennaio 1954<ref>Corrispondenza di Jaime Potenze in ''Cinema'', n. 126 del 30 gennaio 1954.</ref>. ===Critica===
'''Commenti successivi'''. Retrospettivamente, quasi tutti i commentatori hanno espresso valutazioni positive rispetto a questo film di Zampa ed alcuni di essi lo hanno indicato quale sua migliore opera in assoluto. «Film teso,– secondo il ''Catalogo Bolaffi'' – vigoroso, civile e coraggioso, impegnato, realizzato anche sul piano dello spettacolo con forza drammatica e ''suspense''; preannuncia i film civili di Francesco Rosi ( ''[[La sfida]]'', ''[[Le mani sulla città]]''), che infatti è tra gli sceneggiatori di questo film». Giudizio condiviso anche da Pruzzo e Lancia («Film serio, civile, solido e soggiogante, che mette a fuoco, forse meglio di precedenti opere in chiave satirica, le qualità di Zampa<ref>''Nazzari'', cit. in bibliografia, pag 130.</ref>») e confermato da Giampiero Brunetta, che definisce questa opera di Zampa: «Film di forte struttura drammatica, ''Processo alla città'' fa sentire tutta la carica di indignazione civile che pervade il regista in quegli anni e trova il modo per rendere, grazie ad una meticolosa ricostruzione del passato, una limpida visione in trasparenza del presente<ref name=brunetta/>».▼
▲[[File:Processo-citta1952 ristorante.jpg|thumb
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Altri giudicano questo film con uno sguardo più ampio
▲Altri giudicano questo film con uno sguardo più ampio: «Zampa ebbe – è scritto ne ''Il Cinema, grande storia illustrata'' - dal 1946 al 1952 il suo periodo d'oro. Né mancò di derivare ispirazione dall'estero, specie in [[Francia]], dove cercò suggerimento per il riuscito ''Processo alla città'' nella produzione di dotati polemisti come [[André Cayatte|Cayatte]], in guerra contro la prassi della giustizia». Ispirazione straniera e «modelli americani» sono evocati anche dal ''Mereghetti'' che giudica ''Processo alla città'' privo dei «cedimenti macchiettistici di altri film del regista, qui più solido e controllato, capace di rendere con rigore le complicità di potenti e camorra».
▲{{doppia immagine|right|Lotti mariella 1953.jpg|130|Galter Irene.jpg|123|Due interpreti femminili del film: Mariella Lotti (a sin.) che impersona Elena, la moglie del giudice Spicacci, e Irene Galter (Nunziatina).}}
=== Risultato commerciale ===
===Riconoscimenti===
== La realtà storica ==
{{vedi anche|Processo Cuocolo}}
La vicenda del [[processo Cuocolo]], a cui il film di Zampa si ispirò, si svolse in realtà in maniera alquanto diversa, e lo stesso Zampa precisò che «sbaglierebbe chi credesse di trovare in questo film la rievocazione del processo Cuocolo. Quel famoso processo ha fornito lo spunto al soggettista ed agli sceneggiatori per declinare una situazione<ref name=cinema90/>». Tutto era iniziato nel 1906 con l'omicidio di Gennaro Cuocolo e di sua moglie; le indagini che seguirono, condotte, a giudizio di molti in modo irregolare, portarono dopo cinque anni ad un processo, che si tenne a [[Viterbo]]. Gli imputati furono quasi tutti condannati, ma molti giuristi avanzarono dubbi sulla regolarità dell'iter processuale; tra questi l'avvocato calabrese Rocco Salomone che, ancora nel 1938, tentò invano di avviare una revisione del processo. Nonostante la lunga indagine e voci ricorrenti, in quella sede processuale non emersero mai prove di collusione tra camorra e mondo politico
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* Pietro Cavallo: ''Viva l'Italia. Storia, cinema ed identità nazionale (1932-1962)''. Liguori Edit. Napoli, 2009. ISBN 978-88-207-4914-9
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* {{Collegamenti esterni}}
{{Luigi Zampa}}
{{Portale|cinema}}
[[Categoria:Film drammatici
[[Categoria:Film storici]]
[[Categoria:Film polizieschi]]
[[Categoria:Film ambientati a Napoli]]
[[Categoria:Film sulla camorra]]
[[Categoria:Film diretti da Luigi Zampa]]
[[Categoria:Film in costume]]
[[Categoria:Film con composizioni originali di Enzo Masetti]]
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