Don Camillo monsignore... ma non troppo: differenze tra le versioni

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{{Film
|titolo italiano = Don Camillo monsignore...<br /> ma non troppo
|immagine = Don_Camillo_Peppone_il_ritorno.jpg
|didascalia = [[Don CamilloFernandel]] e [[PepponeGino Cervi]] in una scena del film
|paese = [[Italia]]
|anno uscita = 1961
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*[[Leda Gloria]]: Maria Bottazzi
*[[Gina Rovere]]: Gisella Marasca
*[[Carl Zoff]]: Walter Bottazzi<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0083_01_1961_0260_0004_17194925/anews,true/ La Stampa, 2 novembre 1961, p. 4] archiviolastampa.it</ref>
*[[Karl Zoff]]: Walter Bottazzi
*[[Valeria Ciangottini]]: Rosetta Grotti
*[[Saro Urzì]]: il Brusco
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*[[Armando Migliari]]: un esponente democristiano
*[[Ignazio Balsamo]]: un compagno socialista
*[[Elio Folgaresi]]: popolano
*[[Spartaco Pellicciari]]: popolano
*[[Franco Pesce]]: il sacrestano
*[[Gustavo Serena]]: popolano
*[[Mario Siletti (1897-1977)|Mario Siletti]]: un altro esponente democristiano
*Fortunato Arena: camionista che si offre di abbattere la Madonnina del Borghetto / controfigura di Fernandel
*[[Antonio Artoni]]: ragazzo che avverte la Gisella di non restare attaccata al sellino della bici / strillone che vende i giornali in piazza
|doppiatori originali = *[[Paul-Emile Deiber]]: voce crocifisso
|doppiatori italiani = *[[Carlo Romano]]: don Camillo
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*[[Bruno Persa]]: maresciallo dei carabinieri
*[[Manlio Busoni]]: un esponente democristiano
*[[Cesare Fantoni]]: un compagno socialista
*[[Gianfranco Bellini]]: don Cesare Salvi
*[[Renzo Ricci]]: voce crocifisso
*[[Sergio Fantoni]]: voce narrante
|fotografo = [[Carlo Carlini]]
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}}
 
'''''Don Camillo monsignore... ma non troppo''''' è un film del 1961 diretto da [[1961Carmine Gallone]].

Si edtratta è ildel quarto episodio della saga di [[don Camillo]] e [[Peppone]], diretto da [[Carmine Gallone]] e tratto dai racconti di [[Giovannino Guareschi]].
 
==Trama==
[[File:Brescello Madonnina del Borghetto.JPG|thumb|left|Madonnina del Borghetto a [[Brescello]].]]
Dall'epoca in cui è ambientato il precedente film della serie sono passati 12 anni1960. Ora siamo nel 1960: daDa tre anni, i superiori di don Camillo si sono sbarazzati di lui facendolo [[monsignore]] e trasferendolo a [[Roma]]. Lo stesso hanno fatto i dirigenti del [[Partito Comunista Italiano|partito comunista]] con Peppone, eletto finalmente al [[Parlamento italiano|Parlamento]] come [[Senato della Repubblica|senatore]]. ArrivaGli lorogiunge da [[Brescello]], loro paese natale, la notizia che è stato approvato il progetto della costruzione di una casa popolare per alloggiare alcune famiglie in difficoltà; il problema è che sul luogo di costruzione sorge la cosiddetta «Madonnina del Borghetto», di proprietà della Curia. Don Camillo e Peppone, indipendentemente l'uno dall'altro, decidono di tornare al loro paese con lo scopo di seguire la vicenda da vicino, colcon il risultato che si incontrano per caso nel vagone letto del treno che li sta riconducendo a casa.
 
Arrivati a destinazione, il sindaco di Brescello e Peppone vogliono abbattere la cappella e strumentalizzare politicamente il fatto che presumibilmente la Chiesa avrebbe rifiutato il terreno, cosa che invece non si verifica, a patto però che gli alloggi vengano distribuiti equamente tra famiglie proposte dalla chiesa e famiglie proposte dal comune. La cappella resiste a tutti i tentativi di abbatterla e diventa infine parte dell'edificio.
Altra questione che Peppone deve risolvere al suo arrivo è quella del matrimonio di Walter, suo figlio maggiore: il padre, per una serie di questioni legate al partito in cui milita, vuole che il figlio si sposi nella sola forma civile, mentre la moglie di Peppone, così come la futura nuora e i genitori di lei, vorrebbero un matrimonio in chiesa. Peppone, per averavere l'assenso del futuro [[consuocero]] alla forma civile, gli offre un posto di usciere in comune. Don Camillo, di contro, promette che gli farà avere la concessione di una pompa di benzina, giungendo ada un'empasseimpasse.
 
Gisella, una militante del partito comunista di Brescello, ruba i vestiti di don Camillo, che era andato a cercare refrigerio dalla calura estiva con una nuotata nel fiume [[Po]]. Peppone, pensando di averavere tolto di mezzo temporaneamente il rivale, si appresta a farfare celebrare il matrimonio civile ma la notizia, che poi si scoprirà falsa, che don Camillo sia annegato nel fiume interrompe il matrimonio. La situazione sembra giunta ada uno stallo, ma alla fine si trova un compromesso, dovuto anche al fatto che Peppone vince al [[totocalcio]], con lo pseudonimo di Pepito Sbazzeguti (ottenuto anagrammando il suo nome e cognome di battesimo Giuseppe Bottazzi), ma non sa come ritirare il premio senza essere scoperto dai "[[Compagno (politica)|compagni]]": don Camillo lo aiuta nell'intento, andando lui in città a ritirare i soldi e strappandogli la promessa di un matrimonio anche in forma religiosa, che viene celebrato in una [[Chiesa di San Martino (Godezza)|chiesina di campagna]], mentre la cerimonia civile avviene in pompa magna in municipio.
 
Intanto da Dondon Camillo si presenta il marito di Gisella, disperato perché la moglie è troppo presa dalla politica e non sta mai a casa trascurando così la famiglia; nell'esternare la sua disperazione di marito si fa scappare che è stata proprio la moglie a rubare i vestiti al monsignore, così che don Camillo prende ancorancora più a cuore la vicenda dell'uomo. Il giorno dopo arriva la notizia che Gisella è stata aggredita: viene infatti trovata in un bosco con un sacco in testa e le terga dipinte di rosso colcon il [[minio]]. La donna si ritrova così coperta di vergogna per via dello scherno dei compaesani e non ha più il coraggio di uscire di casa.
 
Ormai i vari problemi sono stati risolti e sia don Camillo che Peppone non possono più ignorare i richiami da parte dei loro superiori a rientrare a Roma. La malinconia nel dover lasciare i luoghi a cui sono affezionati è molta, ma entrambi ritornano ai loro doveri con la consapevolezza che a Roma non sono più distanti l'uno dall'altro di quanto lo sarebbero stati a Brescello.
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==Produzione==
Le riprese iniziarono il 22 maggio 1961 e si conclusero nel luglio successivo.
 
===Fonti storiche===
Nel film vengono citati e messi in risalto i fatti di [[Reggio Emilia]], del ''[[Strage di Reggio Emilia|7 luglio 1960]]'', dove morirono cinque militanti del [[Partito Comunista Italiano|PCI]], nell'occasione che seguì ai [[Fatti di Genova del 30 giugno 1960|fatti di Genova]] e che spinse moltissimi militanti di [[Sinistra (politica)|sinistra]] a protestare animatamente contro il [[Governo Tambroni]], composto dalla [[Democrazia Cristiana|DC]] e appoggiato esternamente dall'[[Movimento Sociale Italiano|MSI]] e dai [[Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica|monarchici]].
 
===Fonti letterarie===
Alcuni episodi del film sono stati ideati ex novo, ma altri provengono dai racconti originali di Guareschi: ''Il pittore'' (1947), ''In riva al fiume'' (1947), ''Il muraglione'' (1951), ''Vincita Sisal'' (1952), ''Il campanone'' (1960) e ''La vendetta'' (1961).
 
===Riprese===
Per le riprese in esterna è nuovamente [[Brescello]] il luogo principale e in luoghi lontani dalla Bassa Padana [[Godezza]] (casa dei Grotti e [[chiesa di San Martino (Godezza)|chiesa San Lucio]]), [[Boretto]], [[Castelnovo di Sotto]] ([[Stazione di Castelnovo Sotto|ex stazione]] e dintorni) e [[Roma]] ([[Palazzo Madama (Roma)|Palazzo Madama]], [[Arcispedale di Santo Spirito in Saxia|Palazzo del Commendatore]]).
 
== Distribuzione ==
=== Data di uscita ===
In Italia il film fu proiettato in pubblico per la prima volta il 7 ottobre 1961.
 
== Accoglienza ==
=== IncassoIncassi ===
Il film incassò [[Lira italiana|£]] {{formatnum:1125428000}} (circa 13 milioni di euro) con {{formatnum:6620165}} spettatori, classificandosi come sesto maggiore incasso dell'anno<ref>{{Cita web|url=http://www.hitparadeitalia.it/bof/boi/boi1961-62.htm|titolo=Hit Parade Italia - Classifica Film 1961 - 62|sito=www.hitparadeitalia.it|accesso=2018-04-03}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://boxofficebenful.blogspot.com/2012/09/box-office-italia-1961-el-cid.html|titolo=Box Office Italia 1961: El Cid|sito=boxofficebenful.blogspot.it|lingua=it|accesso=2018-04-03}}</ref>.
 
== Seguito ==
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==Scene del film<ref>In ordine sequenziale</ref>==
<gallery>
File:ArmandoBandini donCarlino.jpg|Don Carlino ([[Armando Bandini]]) in una scena, dove spiega una faccenda di un“un [[Brescello|certo paese]].
File:Fernandel ride.jpg|Don Camillo ([[Fernandel]]) diventato monsignore.
File:Cervi ride.jpg|Peppone ([[Gino Cervi]]) diventato senatore.
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File:Don Camillo monsignore... ma non troppo - Gina Rovere, Marco Tulli, Saro Urzì, Ignazio Balsamo.jpg|Gisella Marasca ([[Gina Rovere]]) con lo Smilzo ([[Marco Tulli]]), Il Brusco ([[Saro Urzì]]) e un compagno socialista ([[Ignazio Balsamo]]) in una scena, mentre leggono sul giornale il vincitore del totocalcio, ''Pepito Sbazzeguti''.
File:Don Camillo monsignore... ma non troppo.jpg|Peppone ([[Gino Cervi]]) fa una visita notturna a don Camillo per la terza volta per riprendersi i soldi, in una scena.
File:Don Camillo monsignore... ma non troppo - Fernandel e Carlo Taranto.jpg|Don Camillo ([[Fernandel]]) con il Marasca ([[Carlo Taranto (attore)|Carlo Taranto]]) in una scena, mentre spiega il problema con la moglie Gisella.
</gallery>
 
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== Bibliografia ==
* Pasquale Iaccio, ''Non solo Scipione. Il cinema di Carmine Gallone'', Liguori, Napoli, 2003, ISBN 978-88-207-3313-1.
* Riccardo F. Esposito, ''Don Camillo e Peppone. Cronache cinematografiche dalla Bassa Padana 1951-1965'', Le Mani, Recco 2008, ISBN 978-88-8012-455-9.
* Elisa Soncini, ''I rossi e il nero. Peppone, don Camillo e il ricordo del dopoguerra italiano'', Lupetti, Milano 2009, ISBN 88-8391-199-7.
 
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{{portale|cinema}}
 
[[Categoria:Film commedia italiani]]
[[Categoria:Film ambientati in Emilia-Romagna]]
[[Categoria:Film girati in Emilia-Romagna]]
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[[Categoria:Film di Don Camillo]]
[[Categoria:Film diretti da Carmine Gallone]]
[[Categoria:Film con composizioni originali di Alessandro Cicognini]]