Figlio dell'uomo: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua||Il figlio dell'uomo}}
L'espressione '''''Figlio dell'uomo''''' appare sovente nella [[Bibbia]] sia nella forma ebraica ''ben-adhàm'' (con la variante aramaica ''bar ʿenàsh'') che nella traduzione greca υἱὸς τοῦ ἀνθρώπου, ''huiòshyiòs toutoû anthròpou'', operata dagli agiografi del [[Nuovo Testamento]].
Di essa c'è traccia anche nella letteratura [[Apocrifo|apocrifa]] (per esempio [[Libro di Enoch]] e [[Apocalisse di Esdra|4 Esdra]]).
 
Il ''duplice nome'' di Gesù Cristo come "Figlio dell'Uomo" e comedi "[[Figlio di Dio]]", entrambiattribuito frequentia siaGesù nei profeti cheCristo nei quattro Vangeli, riecheggia la presenza di questi titoli negli scritti profetici dell'Antico Testamento e fu argomento utilizzato per comprendereaffermare che Gesù è vero Dio e vero Uomo, due nature divina e umana nello stesso corpo-anima-spirito, come affermato dal [[diofisismo]] e dalla [[definizione di Calcedonia]].
 
== Antico Testamento ==
Nell'[[Antico Testamento]] il libro in cui questa espressione ricorre più volte è quello di [[Libro di Ezechiele|Ezechiele]], dove più di 90 volte [[Dio]] si rivolge al [[Ezechiele (profeta)|profeta]] chiamandolo ''Figlio dell'Uomo'', e ripresa nel Nuovo principalmente in Matteo 8,20 dove è ''Gesù Cristo stesso a definirsi tale'', in segnopiù di adempimento90 delle profezievolte.
 
Nell'ebraico dell'Antico Testamento, questa locuzione presenta più di una sfumatura semantica. In moltissimi casi, tuttavia, indica soltanto un essere umano e perciò molti traduttori scrivono semplicemente "uomo"; tra l'altro, ricordiamo:
* in Ez {{passo biblico|Ez|2,1|libro=no}} e nelle successive istanze di questo libro indica esplicitamente il profeta per evidenziare "l'uomo nella sua dimensione di fragilità e mortalità, sottolineando la distanza e il contrasto con la potenza di Dio" <ref>''La Bibbia Via, Verità e Vita'', Edizioni San Paolo 2009, p. 1803.</ref>,
* in Ez {{passo biblico|Ez|2,1}} indica un singolo individuo del genere umano. Infatti la maggioranza delle traduzioni bibliche la rende semplicemente con “uomo”,
* in Sal {{passo biblico|Sal|8,5|libro=no}}, {{passo biblico|Sal|146,3|libro=no}} e Ger {{passo biblico|Ger|49,18|libro=no}} {{passo biblico|Ger|49,33|libro=no}} indica l'umanità nel suo complesso (comprendendo indirettamente anche lagenericamente personaogni cheessere parla)umano,
* analogamente in Sal {{passo biblico|Sal|144,3|libro=no}} (con ben-ʿenòhsh) indica ogni “figlio dell'uomo mortale”
*L'espressione "Figlio dell'Uomo" acquista un significato particolare in Dn {{passo biblico|Dan|7,13-14|libro=no}}, indicauna un uomo comunepericope che è portato sulle nubi del cielo davanti all'Antico deirecita: giorni.
{{Citazione|Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire,venire con sullele nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivanoː il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto}}
L'ultima delle pericopi menzionate (cioè Dn {{passo biblico|Dan|7,13}}) recita:
Molti commentatori considerano questa figura misteriosa una personificazione dei "santi dell'Altissimo", di cui Daniele parla nei successivi versetti 18, 22 e 27, ma già la letteratura giudaica apocalittica lo intende come una figura messianica. Essa, quindi, è stata intesa dalla tradizione e dalla [[Chiesa cristiana delle origini|Chiesa primitiva]], come il ''[[trait-d'union]]'' tra l'[[Antico Testamento|Antico]] ed il [[Nuovo Testamento]], in quanto la [[ascensione di Gesù|salita al cielo di Gesù]] sarebbe l'adempiersi preciso e puntuale della profezia di Daniele.
{{Citazione|Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.}}
Questa opinione resta a tutt'oggi condivisa dalla maggior parte del mondo cristiano.
Essa è stata intesa fin dall'inizio, dalla tradizione e dalla [[Chiesa cristiana delle origini|Chiesa primitiva]], come il ''[[trait-d'union]]'' tra l'[[Antico Testamento|Antico]] ed il [[Nuovo Testamento]], come l'adempiersi preciso e puntuale della profezia.
Questa opinione resta a tutt'oggi condivisa dalla maggior parte del mondo cristiano e dagli studiosi anche se non sono mancanti pareri discordanti sia in materia di critica testuale, sia in materia esegetica, sia in ambito teologico attinente alla legittimità dell'associazione di essa con la figura di [[Gesù]] Cristo.
 
Molto interessante, anche se controverso, l'utilizzo del titolo "Figlio dell'Uomo" nel ''Libro delle Parabole'', la seconda sezione del [[Libro di Enoch]]. Secondo Paolo Sacchi "il Libro delle Parabole è datato con sicurezza a circa l'anno 30 a.C. e vi appare una figura chiamata Figlio dell'Uomo che ha le seguenti caratteristiche: è una persona, non una collettività; ha natura divina, esiste prima del tempo e vive tuttora; conosce tutti i segreti della Legge e perciò ha il compito di celebrare il Grande Giudizio alla fine dei tempi."<ref>{{cita web|url=http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=49&page=5|titolo=Il problema del Figlio dell'Uomo di Paolo Sacchi}}</ref> Nei vangeli Gesù, proprio mentre si presenta come il Figlio dell'Uomo, si attribuisce anche il potere di giudicare (cfr. per esempio Mc 2,10-11 o Gv 5,27) e perciò sembra identificarsi con il personaggio messianico del Libro delle Parabole.
Una profezia si trova in Isaia 52,13 e 53,12, il ''Servitore sofferente di Jahvè'', vittima senza colpa, e Re vittorioso e glorificato: un complesso di parole, per far comprendere il futuro mistero della sua morte sacrificale (Redenzione dal [[peccato originale]]). Poiché Dio ''in sé e per sé '' non può soffrire, ed Egli invece soffre, è (anche) un essere umano, figlio dell'uomo (oltreché Dio altrove profetizzato).
 
== Nuovo Testamento ==
Nel [[Nuovo Testamento]] l'appellativo "Figlio dell'Uomo" si riferisce sempre a [[Gesù]] ed è uno dei titoli con il quale egli stesso molte volte preferisce auto-designarsi, in segno di adempimento delle profezie. Per esempio cfr. Matteo 8,20.
 
Nei [[Vangelo|Vangeli]] sinottici ricorre 66 volte, incluso Giovanni ricorre circa 80 volte, quante nel [[Libro di Ezechiele]]; al di fuori di essi ricorre in At {{passo biblico|At|7,56|libro=no}}, in Eb {{passo biblico|Eb|2,6|libro=no}}, e tre volte in Ap {{passo biblico|Ap|1,9|libro=no}}, [[Visione del figlio dell'uomo|{{passo biblico|Ap|1,13|libro=no}}]] e {{passo biblico|Ap|14,14|libro=no}}.
 
Questa locuzione pone l'attenzione sul fatto che Gesù sia anche un essere umano essendo ''nato da una donna'', [[Maria (madre di Gesù)|Maria]] che l'ha concepito e partorito (cfr. Gal {{passo biblico|Gal|4,4|libro=no}} e Lc {{passo biblico|Lc|1,34-36|libro=no}}), sebbene con una un'[[Incarnazione (cristianesimo)|incarnazione]] per opera dello Spirito Santo nel grembo dell''"unica donna del genere umano che partorisce un figlio, essendo Vergine e Immacolata da peccato''.
 
In altri termini questa espressione vuole puntualizzare lo stretto legame di parentela esistente fra Gesù Cristo e il genere umano oltreché ovviamente essere tesa ad esaltare la sua funzione salvifica (in virtù del passo di Dn {{passo biblico|Dan|7,13|libro=no}}).
 
Non può sfuggire una certa affinità (per assonanza e contenuto) con altri due titoli attribuiti a Gesù:
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{{Citazione|Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio|I Gv 4,15}}
 
Nei Vangeli l'espressione "Figlio dell'Uomo", appare sempre pronunciata da Gesù che stando a quanto possiamo dedurre da Mc {{passo biblico|Mc|8,29-31|libro=no}} e Mc {{passo biblico|Mc|14,61-62|libro=no}} la doveva ritenere particolarmente importante per chiarire il senso delle profezie che andava ad adempiere in parole e opere.
 
{{cn|Gli studiosi cristiani la ritengono come un ''modo discreto''}} al quale Gesù ricorreva per rivendicare con forza la sua messianicità ma nel contempo usando l'accortezza di non allarmare i suoi ascoltatori.
Questa considerazione di fondo giustifica il fatto che essa sia utilizzata in un ampio e vario spettro di ''ambiti d'uso'':
* in Mc {{passo biblico|Mc|8,38|libro=no}} è collegata all'idea del trionfo escatologico: ''“… anche il Figlio dell'Uomo si vergognerà di lui …”'',
* in Mc {{passo biblico|Mc|8,31|libro=no}} si parla della ineluttabilità delle sofferenze: ''“E cominciò ad insegnar loro che il Figlio dell'Uomo doveva molto soffrire …”'',
* in Mc {{passo biblico|Mc|2,27-28|libro=no}} è legata alla realtà immediata di Gesù che predica ed opera miracoli: ''“E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato; perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato»”.'',
Non dimentichiamo che peraltro il suo modo di parlare doveva apparire enigmatico a molti degli ascoltatori (cfr. Gv {{passo biblico|Gv|12,34|libro=no}} ''“Chi è questo Figlio dell'Uomo?”).''
 
In Gv 3.14, Gesù Cristo compie un parallelismo fra il Figlio dell'Uomo e il serpente di bronzo (Numeri 21,39) che Mosè fece costruire per tenere lontani i veri serpenti velenosi che uccidevano fra il popolo di Israele. In Ap 1.15-16, si trova la descrizione del Figlio dell'Uomo come uno che ha piedi di bronzo fuso a fuoco e una bocca dalla quale sporge una spada affilata dai due lati, metafora possibile della lingua biforcuta di un serpente. E Gesù afferma che si dovranno affidare al Figlio dell'Uomo, cosi'così come Mosè dovette affidarsi al serpente di bronzo.
 
Gesù si proclama Maestro e Signore (Gv 13.13), non servitore di alcuno (Gv 15,15), e tuttavia figlio dell'uomo servitore (Mt 20,28) e Colui che serve (Lc 22,27), ''sempre prima persona'"'. Nel complesso, e'è il servitore di Dio Padre, non tenuto a servire alcun uomo in quanto Signore Dio e Re, e che da solo liberamente sceglie di farsi servitore del prossimo (come nella lavanda dei piedi agli apostoli) per lasciare al genere umano l'esempio da imitare.
 
Parimenti in Luca 17.26 e in Matteo 14.37, si riferisce al ritorno del Figlio dell'Uomo, associando tale giorno allo stesso tipo di segnali celesti che si manifestarono nella natura quando ci fu il [[diluvio universale]] o fuoco e zolfo su [[Sodoma]] e [[Gomorra (città)|Gomorra]] ai tempi di [[Lot]].
 
{{Vedi anche|Ira di Dio}}
 
Diverse sure del Corano fanno menzione di castighi di Dio/Allah al popolo di Nié e alla famiglia di Lot, come ad altri popoli: aditi, madianiti, tamudei.
 
;fuori dal canone biblico
Altri passi in cui compare l'espressione "Figlio dell'uomo" si trovano nel [[Libro di Enoch]], conservato in lingua etiope, e nel [[Apocalisse di Esdra|IV Libro di Esdra]].
 
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Nella letteratura apocalittica offerta dal profeta Daniele, l'espressione ebraica בר אנש Bar-'enash, traducibile come ''Colui che possiede le qualità di Adamo ''prima'' della cacciata dal [[Giardino dell'Eden]]'', era senza peccato, incorruttibile (senza divenire) e immortale (Lettera gli Ebrei 4,15).
 
Solamente quando il Gesù Cristo Dio, [[Messia]] e Re, offerse la sua vita in croce quale sacrificio espiatorio per il (solo) [[peccato originale]] del genere umano, si spoglia volutamente di questi attributi, per farsi il Servitore sofferente di Jahvè, in adempimento delle profezie (Fil 2,5-9), condividendo in tutto la condizione umana fuorché nel peccato.
 
Perciò, "Figlio dell'uomo" è uno dei nomi col quale il Messia stesso si chiamò, per far comprendere a tutti chela dovevasua offrireincarnazione ilin suoun corpo inumano espiazioneed deiespiare così i peccati dell'uomo (Is 53,10). "Figlio dell'uomo" è inteso come "qualunquestirpe dell'uomo" (Adam) o "genere umano": con la resurrezione dai morti vincere la morte una volta per sempre, per non morire mai più (Sal 16,8-10).
 
== L'interpretazione cattolica ==
Secondo i teologi cattolici, questo libro, appartenente al canone ebraico ([[Tanak]]), alla sezione degli scritti ([[Ketuvim]]), ha dato luogo all'uso dell'espressione "figlio dell'uomo" riferito al [[Messia]] atteso dal popolo ebraico.
 
Oltre ai numerosi passi in cui Gesù chiama sé stesso come il "Figlio dell'Uomo", parlando in prima persona, i Vangeli hanno diversi passi in cui l'Evangelista, parlando interzain terza persona, sceglie di chiamare Gesù in questo modo: Gv 9,35-38, e nei tre sinottici, Mt 26, 63-64; Mc 14, 61-62; Lc 22, 66-69, dove proclama nel corso del [[Processo di Gesù|processo davanti al Sinedrio]]. Nella narrazione evangelica, Gesù era il Messia di Dio e il Figlio dell'Uomo presente nelle profezie, e fu condannato per non aver mai negato questa verità. AAl riguardo disse:
 
{{quote|Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.|Matteo 5,17-20}}
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== L'interpretazione del Gesù storico ==
Secondo il teologo [[Géza Vermes]], uno dei maggiori studiosi del [[Gesù storico]] e di controtendenza, l'espressione "Figlio dell'uomo" sarebbe una un'[[Frase idiomatica|espressione idiomatica]] tipica e frequente nella [[aramaico|lingua aramaica]] così come parlata in [[Galilea]], usata dagli abitanti per riferirsi a sé stessi.
 
Nel [[Libro di Daniele]], non sarebbe usata per una singola persona, ma per l'insieme dei "Santi dell'Altissimo" (Vermes: 181), e l'interpretazione messianica del Libro di Daniele (Figlio dell'uomo= Messia) sarebbe del II° secolo, quindi non del profeta. Parimenti, nel Vangelo non avrebbe un carattere titolare (Vermes:197).
 
== Nelle lingue antiche ==
In [[Lingua accadica|accadico]], ''figlio d'uomo'' éè:
* ''Mar awelim''
 
In [[Lingua sumera|sumero]], ''figlio d'uomo'' éè:
* DUMU.LU.A (?)
 
In [[lingua ebraica|ebraico]], ''figlio d'uomo'' éè:
 
* בן אדם '''''[ben 'adam]''''' ([[Adamo ed Eva|Adamo]])
* בן אנש '''''[ben 'enosh]''''' ([[Enos]])
 
In [[aramaico]], ''figlio d'uomo'' puo'può essere (a causa di varianti dovute a elementi di [[ortografia]] e [[Morfologia (linguistica)|morfologia]]):
 
{|
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* בר נש '''''[bar nash]'''''
* בר נשא '''''[bar nasha']'''''
* יליד נשא '''''[yelid nasha']''''' (litlett. "NascidoNato deda umun Humanoessere umano")
| valign="top" |
* בר אנש '''''[bar 'anash]'''''
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* (e alcune altre)
|}
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Delbert Burkett, ''The Son of Man Debate: A History and Evaluation'', Cambridge, Cambridge University Press, 2000.
* Mogens Muller, ''The Expression Son of Man and the Development of Christology: A History of Interpretation'', New York, Routledge 2012.
* Geza Vermes, ''Jesús el judío'', Barcelona, Muchnik Editores, 1977, pp. 171-202. ISBN 84-7264-005-1 (edizione originale: ''Jesus the Jew'', 1973, pp. 160-191).
 
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=49&page=5|titolo=Il problema del Figlio dell'Uomo di Paolo Sacchi}}
* {{cita web|http://www.newadvent.org/cathen/14144a.htm|New Advent Catholic Encyclopedia Son of Man|lingua=en}}
 
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|cristianesimo}}