Colombaro (Corte Franca): differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: Aggiungo template {{interprogetto}} (FAQ) |
|||
(18 versioni intermedie di 8 utenti non mostrate) | |||
Riga 35:
== Storia ==
In un documento del 1158 si cita un Monasterolo (piccolo monastero) situo in un località denominata "Columbarii" (più avanti nel testo "Columbario" ) il quale era alle dipendenze del monastero di San Pietro in Monte Ursino di [[Serle]], il quale ne godeva di proprietà e diritti (la proprietà passò probabilmente poi al [[Leno|monastero di Leno]]). Si presuppone che questo citato Monasterolo sia un edificio ecclesiastico ubicato in [[
I primi riferimenti certi al paese di Colombaro si rintracciano nei documenti della [[mensa vescovile]]. In due atti, uno del 1274 (registro N°2 f. 28
L'origine del toponimo è ignota. Molto probabilmente deriva dalla presenza in queste zone di una {{Senza fonte|(o più)}} [[torre colombaia]], alcuni autori sospettano l'edificio situo in Loc. ''[[
Nel 1366 la chiesa di Colombaro viene tassata da [[Bernabò Visconti]] per 1 lira e 12 soldi.<ref>{{Cita libro|titolo=Brixia sacra|anno=1922|pp=103-104}}</ref>Tracce successive della località le si riscontrano nei benefici delle varie giurisdizioni ecclesiastiche che sono succedute nella zona, riferendosi alla "''parochialem S. Marie de Columbario''". Nel 1400 ecclesiasticamente il paese era soggetto a Iseo. Tra il XVII e il XVII secolo la parrocchia di Colombaro apparteneva alla [[Vicariato|vicaria]] di Adro. Divenne vicaria autonoma con le parrocchie di Clusane, Nigoline e Timoline al inizio del XIX secolo, per poi essere incorporata nuovamente in quella di Iseo.<ref name=":0" />
Riga 45:
Il catasto Napoleonico mostra il paese diviso in due parti: il cortivo del castello era l'unico nucleo compatto, mentre il resto del paese presentava un'urbanizzazione solo lungo le vie.
Dell'insieme di case che formavano il piccolo “castrum” (castello) rimangono ancora oggi alcuni inequivocabili segni della sua esistenza (muri a vista di medolo squadrato, finestre con strombatura, una casa con base circolare e un'altra di forma trapezoidale, la torre che si trova sul lato nord della valletta...)
Non è stato possibile sapere con precisione a quando risalga l'edificazione del castello, ma di certo si sa che:
* nel [[1609]], nel suo “''catastico''”, Giovanni Da Lezze scrive di un «'' [...] castello in monte circondato da mure, senza fosse, dirocato et hinabitabile''», non è certo se si riferisse al ''Curtif,'' alla [[
* buona parte dei fabbricati situati intorno alla “piazzetta col pozzo” (che è un po' il cuore di questo abitato) sono databili intorno al [[XIV secolo|'300]]-[[XV secolo|'400]];
* le mappe napoleoniche ([[Anni 1810|1810]] circa) denominano ''Cortivo'' l'area compresa tra Via Castello, Via [[Nazario Sauro]], Vicolo del Corbello, strada vicinale della Santella e la Valle del Troso. Un ''Cortivo'' (''Curtif'' in [[dialetto bresciano]]) è una zona chiusa fortificata che comprendeva una torre, un edificio fortificato e edifici agricoli (stalle, granai, …)
Riga 62:
La parte bassa del castello (con edifici del [[XIV secolo|'300]]) si sviluppa intorno a Palazzo Barboglio.
I resti del basamento della [[torre]] sono poco più in alto della chiesa di San Michele, completamente sommersi dalla vegetazione. Nella Valle del forno sottostante si trova un troncone della torre, scivolato a valle al momento del crollo, lungo circa 7 metri, con muri
Alcuni storici sospettano che nei pressi della torre (probabilmente sopra il versante nord-ovest della valle del forno) fosse ubicata una rocca. Infatti in un documento del [[1266]], Dalfino de Uguzzonibus di [[Iseo]] racconta avvenimenti successi nel [[1240]], quando aveva grandi possedimenti a Colombaro. A [[Adro]] si erano asserragliati i Malesardi ([[Guelfi e ghibellini|ghibellini]]) che facevano scorrerie a danno dei [[Guelfi e ghibellini|guelfi]] dei paesi limitrofi, tra cui Colombaro. La popolazione fu costretta a rifugiarsi nella rocca. Dalfino è costretto alla fuga e all'esilio in [[Val Camonica]]. Quando Brescia diventa guelfa, Dalfino si fa aventi per chiedere la restituzione delle sue proprietà. Non è dato di sapere se la richiesta sia stata accolta. Non è nemmeno certa l'identificazione e l'ubicazione certa di questa rocca, se fosse nei pressi della torre o in tutt'altra zona. Essa potrebbe essere il castello diroccato sul monte citato da Da Lezze nel suo "''catastico''".
Riga 70:
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
Colombaro storicamente ha avuto sette [[Chiesa (architettura)|chiese]] (a cui oggi si aggiunge la moderna chiesa di S.Rita), la maggior parte delle quali allineate sull'antico percorso [[Clusane]] - Zuccone - Zenighe - Colombaro - [[Nigoline Bonomelli|Nigoline]] - S.Eufemia - Valle di Favento - [[Adro]]. Si tratta di un percorso non documentato negli scritti conosciuti, ma ricostruito proprio in base agli edifici e ai ritrovamenti.
==== Chiesa di San Faustino ====
Chiesa dedicata a [[Faustino e Giovita|San Faustino]] (''San Faüstì'' in bresciano), sorgeva più o meno dove oggi c'è il parcheggio del [[cimitero]], leggermente ad est dell'attuale cimitero e ad ovest
Di questa chiesa rimane traccia solo nel nome ''el San Faüstì'' (corrispondente al ''S. Faustino'' delle mappe napoleoniche) che i contadini usano per indicare il campo che si trovava a cavallo di quel tratto dell'odierna via [[Carlo Alberto dalla Chiesa|Carlo Alberto Dalla Chiesa]] che porta all'ingresso degli impianti sportivi, una volta detta “Viali”.
Riga 81 ⟶ 80:
Non si sa che funzione avesse una chiesa in un posto così, ma sicuramente non quella di cimitero perché fino all'arrivo di Napoleone il Campo Santo era adiacente alla vecchia chiesa parrocchiale di Santa Maria in Zenighe.
====
Si trova nella parte alta di via S.Afra, proprio di fronte (lato sud) della stessa chiesa di S.Afra, con cui non deve essere confusa. Intorno al [[1990]] era in stato di abbandono, usata come autorimessa e cantina, ma aveva ancora al suo interno l'arco traverso. Alla fine del decennio è stata completamente ristrutturata e trasformata in appartamenti, pertanto oggi è individuabile solo da un osservatore attento.
È citata nei documenti delle visite pastorali, redatte più o meno dall'inizio del [[XVI secolo|'500]] in poi (soprattutto dopo il [[Concilio di Trento]] di metà ‘500), quando ai [[Vescovo|Vescovi]] viene dato l'incarico di visitare regolarmente tutte le chiese in funzione della propria diocesi. Sorgeva accanto al fiume che scorreva al posto dell'attuale via S.Afra, nella zona dove il cambio di pendenza tra il monte e la pianura favoriva i depositi di detriti portati a valle dai torrenti. Nel corso dei secoli il terreno si è alzato di circa 3 metri: la cima di un arco a sesto acuto che sporge di pochi centimetri dall'attuale marciapiedi è la dimostrazione visibile ancora oggi di questo deposito.
====
Si trova in mezzo all'incrocio tra via S.Afra e via Nazario Sauro. Nella visita pastorale di [[Carlo Borromeo|San Carlo Borromeo]] viene citata come chiesa sotterranea, perché molto più bassa del terreno circostante. Nel [[XVII secolo|'600]] è stata abbandonata senza più il tetto. Ai primi del [[XVIII secolo|'700]] un Barboglio la ristruttura e gli dà la forma attuale, rialzata rispetto all'originale. Sui lati sono ancora visibili i muri precedenti. Sul lato est ci sono ancora le impronte degli [[Piedritto|stipiti]], dell'arco trionfale e dell'[[abside]] probabilmente semicircolare. Ci sono ancora tracce di [[Affresco|affreschi]] che “entrano” nel nuovo muro. All'interno si vede ancora l'andamento della [[Falda (tetto)|falda]] originale del tetto, molto più bassa di quella attuale. In una stanzetta laterale c'è un affresco del [[1448]] che mostra la lapidazione di [[Stefano protomartire|Santo Stefano]]. È possibile che ci siano altri affreschi sotto l'attuale pavimento.
La chiesetta da allora è sempre stata di proprietà della famiglia Barboglio, fino a qualche anno fa, quando è stata donata al comune
====
Si trova a metà montagna, a metà tra le valli di San Michele e di Forno; attualmente è in rovina e invasa dalla vegetazione.
Riga 104 ⟶ 103:
Storicamente la chiesa apparteneva ad un fondo di proprietà della famiglia Barboglio.
====
{{Vedi anche|Chiesa di Santa Maria Assunta (Corte Franca)}}
[[File:Chiesa di Santa Maria Assunta (Colombaro, Corte Franca) 02.jpg|thumb|left|La chiesa parrocchiale]]
Nel [[1704]] il [[Vescovo]] autorizza la costruzione di una nuova chiesa, nell'area della chiesa di San Vittore e che sostituisca come Parrocchiale la chiesa di Santa Maria in Zenighe, troppo lontana dall'abitato.
Riga 117 ⟶ 118:
Un altro altare ha una tela di [[Antonio Paglia]] che raffigura la cena dei [[Apparizioni di Gesù|discepoli di Emmaus]]: la particolarità è che i discepoli sono vestiti da [[Pellegrinaggio|pellegrini]], con la conchiglia di [[Giacomo il Maggiore|San Giacomo]] (simbolo dei pellegrini verso [[Santiago di Compostela]]), il bordone (bastone da cammino) e il cappello a tesa larga.
====
Cappella facente parte del Palazzo Lana, al cui paragrafo rimando per ulteriori informazioni.
==== Chiesa di Santa Maria delle Zenighe (o Santa Maria in Zenighe) con annessa contrada ====
In contrada Zenighe (a nord del centro di Colombaro, lungo la strada verso [[Clusane]]) c'erano numerosi edifici con corti.
Riga 139 ⟶ 140:
Dal [[campanile]], unica parte oggi visibile anche da lontano, guardando verso il Monte Alto nell'arco di circa 100 metri si vedono tutte le tradizionali colture della zona: prato nella zona pianeggiante vicino alla chiesa, [[Vitis|vite]] sui primi pendii sassosi, [[Olea europaea|olivi]] sui terrazzamenti superiori e bosco sulle pendici del monte
====
Chiesa dedicata a [[Rita da Cascia|Santa Rita da Cascia]], costruita ex novo in una villa privata e inaugurata nel [[1997]]. È situata in una strada laterale di via S.Afra.
Riga 153 ⟶ 154:
==== Palazzo Lana Ragnoli (ora Moraschi) ====
L'ultimo proprietario del Antico palazzo fu infatti Giacomo Ragnoli (pilota automobilistico che partecipò a ben 14 edizioni della [[Mille Miglia]], terminandone nove); dopo la sua morte la proprietà passò agli eredi che l'abbandonarono e misero in vendita. I nuovi acquirenti, la famiglia Moraschi, negli [[Anni 2010|anni '10]] del [[XXI secolo]] ristrutturano completamente l'edificio.
La facciata principale del palazzo è di fronte all'inizio di
Il portone principale è sulla prosecuzione verso sud di via Zenighe. La prosecuzione dell'asse attraversa l'androne, la torre e sul vecchio muro di cinta, lato sud (sull'odierna via Garibaldi), termina con il ''Santelù'' (''Santellone'', in [[dialetto bresciano]]), una [[santella]] con un affresco dell'[[Annunciazione]] di metà del [[XVII secolo|'600]] che mostra tra l'altro come due offerenti un Lana e sua moglie. Il pavimento originale era più basso di circa un metro, e oggi la parte inferiore dell'affresco si trova sotto il livello dell'attuale pavimentazione. La parte più meridionale del vecchio brolo è stata urbanizzata, per cui il ''Santelù'' oggi si trova in un giardino privato.
Riga 172 ⟶ 173:
== Antichi toponimi e altre località storiche di Colombaro ==
Oltre alle citate
▲Oltre alle citate strutture religiose e civili, Colombaro di Corte Franca è ricca di luoghi ed edifici storici (abitazioni agresti e non) significativamente ricche di storia o elementi di curiosità storica/sociale. Come il già citato Castello, detto curtif, (sopra Chiesa di S. Afra), questi elementi di interesse sono etichettabili e identificabili grazie agli antichi toponimi, i quali fanno rimanere traccia essi stessi dell'importanza storica dei luoghi e de danno una denominazione palesandone il rilievo identificativo socio culturale
Ad esempio: in via Don Minzoni c'è una torre del [[XV secolo|‘400]] (ora trasformata in abitazione) e anche altre case nelle strade adiacenti mostrano tracce antiche, ma sono difficili da vedere per le trasformazioni avvenute nei secoli.
Riga 179:
Di seguito si riportano alcuni toponimi ricalcanti antichi luoghi di interesse
Collinetta di roccia ad est della strada per [[Nigoline Bonomelli|Nigoline]], a metà strada tra la fine del paese e Località Budrio. Non si tratta di una collina morenica. Leggende di paese mai verificate narrano della presenza di tombe altomedioevali.
Al confine di Colombaro con [[Timoline]], a sud dell'attuale Via Sant'Afra, c'erano i campi che i contadini dicevano della ''Shézô Lóngô'' (Siepe lunga), infatti li divideva dalla strada una lunga [[siepe]] che partiva dall'inizio della ex “strada vicinale del Coniglio” (l'attuale via [[Luciano Lama]]) e terminava nei pressi della santella che si trova all'inizio della strada per il cimitero di Colombaro (l'attuale via [[Carlo Alberto dalla Chiesa|Carlo Alberto Dalla Chiesa]]).
Riga 189:
Sicuramente si trattava di una siepe esistente da molto tempo visto che il nome di questi campi è riportato anche sulle mappe napoleoniche con la dicitura di ''Cesa longa'' (si potrebbe pensare che ''cesa'' significhi ''chiesa'', ma in quel periodo la “c” stava per “s”, come ad esempio in ''cerese'' per ''serese'', “ciliegie”, ecc.)
In questo luogo sorgeva anticamente la [[
Strada traversa di Via S.Afra. Sono state fatte alcune congetture sul significato del curioso toponimo, ma non sono state confermate.
È la località a nord dell'incrocio tra via S.Afra e via [[Carlo Alberto dalla Chiesa|Carlo Alberto Dalla Chiesa]] (la strada del cimitero e
Sulle mappe napoleoniche (del [[Anni 1810|1810]] circa) esistenti all'Archivio di Stato di [[Brescia]] il toponimo è riportato come ''Cajoline'', ma anche per altri toponimi la “J” lunga e la “S” sono state usate in modo intercambiabile (es. ''Cajella'' per indicare la località ''Casella'').
Il toponimo popolare ''Cashulìne'' significa ''casoline'', ''casupole'', ''casette'', nel senso di case isolate.
Questa via passa tra i muro di cinta di Villa Lana (poi Ragnoli ed ora Moraschi) e quello
Lungo il lato est della strada c'è una torre che probabilmente faceva parte di un cortivo. Edificata probabilmente intorno al [[XIV secolo]] dai signori della zona, gli [[Oldofredi]] di [[Iseo]], al tempo della loro massima potenza, potrebbe essere stata rialzata nel [[XV secolo|Quattrocento]].<ref>{{Cita libro|autore=F. Lechi|titolo=Le dimore bresciane|anno=1973|pp=110-111|volume=vol. I}}</ref> Tale torre fu usata anche come torre colombaria; da ciò derivano toponimi come: Colombaro, Colombara, Colombare, Colombera ecc.
Riga 208:
Questa via qualche decina di anni fa ha ospitato la prima banca di Corte Franca e successivamente una delle classi della scuola media.
Durante il periodo fascista il nome della via è stato cambiato in ''Casalini''. Finita la guerra al posto del fascista Casalini, la via è stata intitolata ad Astolfo Lunardi,
[[File:Modifiche a via Gas.jpg|thumb|Progetto di modifica viabilità di Via Gas di Colombaro di Corte franca]]
È una traversa a nord di via Fornaci. Il toponimo indica il terreno di caccia di un signore [[Longobardi|longobardo]]. Del gotico longobardo abbiamo poche parole scritte con fonetica incerta. A mettere un po' di chiarezza di questa questa lingua antica è il testo di Paolo Diacono:[[Historia Langobardorum]]
Alcuni altri esempi sono le località di [[Gaium]] (nel veronese, con la testimonianza della chiesa di [[Gaium#Luoghi d'interesse|San Michele di Gaium]], dedicazione tipica longobarda che si riscontra anche a Colombaro<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://fondoambiente.it/luoghi/smichele-di-gaium?ldc|titolo=S.MICHELE DI GAIUM {{!}} I Luoghi del Cuore - FAI|sito=fondoambiente.it|accesso=2025-01-16}}</ref>), di [[Gazzo]] (nel padovano), [[Gazzo Veronese|Gazzo veronese]] (con la [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Gazzo Veronese)|Chiesa di Santa Maria Maggiore di Gazzo Veronse]], altra dedicazione tipica longobarda anche a Colombaro). I ''gazzi'' sono [[Proprietà (diritto)|proprietà]] chiuse, terreni cintati secondo il sistema fondiario longobardo; l'equivalente germanico delle ''curtes'' romane.<ref>{{Cita web|url=https://www.enciclopediabresciana.it/enciclopedia/index.php?title=LONGOBARDI|titolo=LONGOBARDI - Enciclopedia Bresciana|sito=www.enciclopediabresciana.it|accesso=2025-01-16}}</ref> Comuni nella zona bresciana sono anche le derivazioni come [[Gazzolo]] (termine usato per cascine nella linea Chiari-Cologne-Pontoglio), Gazzane (a [[Brione (
Dal termine ''ga-hagium'' deriverebbero anche Caggio/[[Cafaggio]] (usato per località nelle provincie di [[Cafaggio (Capolona)|Arezzo,]] [[Cafaggio (Prato)|Prato]], [[Cafaggio (Ameglia)|Spezia]], [[Monastero di San Niccolò di Cafaggio|Firenze]]) usati ancora oggi in toscana per indicare piccoli appezzamenti boschivi ben delimitati.<ref>{{Cita web|url=https://win.istitutosangiovannibosco.net/cennini_donbosco/studenti/SIGERICO/sigerico_ugolini/HOMECAGGIO.html|titolo=caggio|sito=win.istitutosangiovannibosco.net|accesso=2025-01-16}}</ref>Altre località italiane portano traccia di questa denominazione, si cita per esempio [[Porta Gaza]] a [[Ravenna]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Nicoletta|cognome=Onesti|titolo=La lingua dei Longobardi|accesso=2025-01-16|url=https://www.academia.edu/7008968/La_lingua_dei_Longobardi}}</ref>
== Sindaci e Podestà ==
;Dell'Ex comune di Colombaro furono sindaci o podestà(1866-1923)<ref>{{Cita libro|curatore=Sindaco Italo Renato Barbieri|titolo=Comune di Corte Franca - Foglio informazione comunale N°2 - del 1978|url=https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Foglio_Informazioni_comunali_n%C2%B02_-_comune_di_Corte_Franca_-_1978.pdf}}</ref>
{|class="wikitable sortable"
Riga 229 ⟶ 227:
|1866
|1867
|Claro Barboglio De Gaioncelli, Nobile
|-
|1868
Riga 237 ⟶ 235:
|1878
|1899
|Claro Barboglio De Gaioncelli, Nobile
|-
|1900
|1901
|Anessi Giuseppe, Proprietario di una grossa fabbrica di laterizi (fornace) operativa a Colombaro <ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Guido Costa|url=https://cislbrescia.it/2015/08/09/le-antiche-fornaci-di-corte-franca-e-clusane-in-una-mostra-nel-capoluogo-sebino/|titolo=Le antiche fornaci di Corte Franca e Clusane in una mostra nel capoluogo del Sebino|sito=Cisl Brescia|data=2015-08-09|accesso=2025-02-26}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=http://cfanziani.ilbello.com/fornaci-a-corte-franca-2/|titolo=Fornaci a Corte Franca {{!}} Ass. Pensionati Anziani di Corte Franca|data=2014-02-20|accesso=2025-02-26}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.laschiribilla.it/DOCS/fornaci%20a%20cortefranca-1.pdf|titolo=https://www.laschiribilla.it/DOCS/fornaci%20a%20cortefranca-1.pdf|curatore=Gruppo Culturale di Corte Franca|volume=1,2,3|accesso=26 febbraio 2025}}</ref>
|-
|1901
|1909
|Gerardo De terzi lana, Nobile
|-
|1910
|1920
|Nicola Barboglio di Gaioncelli, Nobile
|-
|1922
|1923
|Giovanni Danesi, Imprenditore
|-
|1923
|1928
|Nicola Barboglio Di Gaioncelli, Nobile
|}
Riga 265 ⟶ 263:
== Note ==
<references responsive="0" />
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
Riga 271 ⟶ 272:
{{portale|Lombardia}}
[[Categoria:Comuni della Lombardia soppressi]]
[[Categoria:Frazioni di Corte Franca]]
|