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{{Nota disambigua}}
Il concetto di potere è stato analizzato a fondo e sono state sviluppate numerose teorie, a volte convergenti, altre volte contrastanti.
{{F|scienze sociali|ottobre 2010}}
 
[[File:Statue-Augustus.jpg|thumb|Statua celebrativa di [[Augusto]], primo [[Imperatore romano]].]]
In termini giuridici si potrebbe definire il '''potere''' come la capacità, la facoltà ovvero l'autorità di agire, esercitata per fini personali o collettivi.
Per '''potere''', in termini [[Diritto|giuridici]], si intende la [[Capacità di agire|capacità]], la [[Facoltà (diritto)|facoltà]] ovvero l'[[autorità]] di agire, esercitata per fini personali o collettivi; più in generale il termine viene usato per indicare la capacità vera o presunta di influenzare i [[Comportamento|comportamenti]] di gruppi umani.
 
Nelle altre accezioni il potere riguarda sostanzialmente la capacità di influenzare i comportamenti di gruppi umani.
 
== Definizioni ==
In diritto, a differenza delle altre scienze sociali, il termine ''[[potere (diritto)|potere]]'' ha un significato preciso, ma al contempo, ristretto, designando la possibilità spettante ad un [[Soggetto (filosofia)|soggetto]] di produrre determinati ''effetti giuridici'', ossia di costituire, modificare o estinguere un [[rapporto giuridico]]. Al di fuori dell'ambito giuridico gli studiosi sono divisi su come considerare il potere. Esso è un bene materiale (''visione sostanziale'') o una relazione tra individui? La seconda teoria è oggi la più accettata.
In [[diritto]], il termine [[potere]] designa una possibilità spettante ad un [[soggetto]] di produrre determinati [[effetto giuridico|effetti giuridici]].
La [[fonte]] del potere può essere la [[legge]] o la [[volontà]] del titolare di un diritto (si pensi ad esempio al potere di [[rappresentanza]]). I poteri possono essere conferiti al soggetto nel suo [[interesse]] o nell'interesse altrui. Quando il potere viene conferito nell'interesse altrui dalla legge o dalla volontà dei privati prende il nome di [[ufficio]]. In questo l'esercizio del potere costituisce al tempo stesso l'adempimento di un obbligo, ragion per cui in dottrina si usa riferirsi a questi poteri con il termine di poteri-doveri (si pensi ad esempio alla patria potestà).
Quando invece viene concesso ad un soggetto il potere di modificare la [[sfera giuridica]] altrui nel suo interesse, il potere prende il nome di [[diritto potestativo]].
 
Ciò porta a definire il potere come la capacità di ottenere obbedienza. Secondo la classica definizione [[sociologia|sociologica]] di [[Max Weber]] (il potere come forza): «Il potere è la possibilità che un individuo, agendo nell'ambito di una relazione sociale, faccia valere la propria volontà anche di fronte a un'opposizione». In [[politica]] il potere pubblico è definito da [[Raymond Aron]]: «La consegna ad uno o ad alcuni della capacità (riconosciuta legittima) di stabilire regole per tutti, di imporre a tutti il rispetto di queste regole o in conclusione di prendere decisioni obbligatorie, in fatto o in diritto, per tutti».
Gli studiosi sono divisi su come considerare il potere. Esso è un bene materiale (''visione sostanziale'') o una relazione tra individui? La seconda teoria è oggi la più accettata.
 
Dal punto di vista tecnico-organizzativo, è possibile definire il potere come l'autorità e autonomia decisionale, esercitata in aderenza a norme e regolamenti, da un organo direttivo, nell'ambito delle proprie competenze e responsabilità lavorative-gestionali. Il potere è stato visto in modo più generale, quasi identificandolo con la vita stessa. [[Ralph Waldo Emerson|Emerson]], nel suo celebre saggio sul "Potere" (in ''Condotta di vita'') disse che "La vita è una ricerca del potere; e questo è un elemento di cui il mondo è talmente saturo – non c'è crepa o fenditura in cui non si trovi – che nessuna onesta ricerca è senza ricompense." Questa era una visione anche extrapolitica del potere, che influenzò fortemente la teoria [[Friedrich Nietzsche|nietzschiana]] della [[volontà di potenza]].
Ciò porta a definire il potere come la capacità di ottenere obbedienza. Secondo la classica definizione [[sociologia| sociologica]] di [[Max Weber]] (il potere come forza): «Il potere è la possibilità che un individuo, agendo nell’ambito di una relazione sociale, faccia valere la propria volontà anche di fronte a un’opposizione». In [[politica]] il potere pubblico è definito da [[Raymond Aron]]: «La consegna ad uno o ad alcuni della capacità (riconosciuta legittima) di stabilire regole per tutti, di imporre a tutti il rispetto di queste regole o in conclusione di prendere decisioni obbligatorie, in fatto o in diritto, per tutti».
 
=== Forza e consenso ===
Un'ulteriore distinzione del potere viene fatta tra il potere inteso come forza o potenza ed il potere inteso come consenso. La [[Coercizione|forza]] è la capacità di far valere, anche di fronte a un’opposizioneun'opposizione, la propria [[volontà]]; il [[Accordo delle parti|consenso]] è l'abilità di trovare obbedienza da parte di determinati individui in cui vi è un minimo di volontà di ubbidire, cioè un interesse all’obbedienzaall'obbedienza. La seconda definizione è più vicina al punto di vista dell'[[antropologia]] di potere come autorità.
 
Questa distinzione era già stata anticipata da [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] quando parlava di [[leonePanthera leo|leoni]] e [[volpe|volpi]]; i primi userebbero la sola forza per ottenere il potere (e alla lunga sono sconfitti), i secondi il consenso (la persuasione). Weber (vedi nel seguito) usa le due parole [[lingua tedesca|tedesche]] ''Macht'' ed ''Herrschaft'' per forza e consenso. [[Heinrich Popitz]] vede il primo tipo di potere come imposto dall'alto con la forza e la paura, il secondo che si forma dal basso a causa del rispetto, del riconoscimento di una superiorità.
====Nel dibattito italiano====
Nell’articolo “Forza e consenso” - che [[Benito Mussolini]] pubblicò sul numero di aprile 1923 di ''[[Gerarchia (rivista)|Gerarchia]]'' - si dichiara che il fascismo “è già passato e, se necessario, tornerà tranquillamente a passare sul corpo più o meno decomposto della Dea Libertà” perché “quando un gruppo o un partito è al potere, esso ha l’obbligo di fortificarvisi e di difendersi contro tutti”<ref>''Il Giornale di Roma'', 29 marzo 1923, p. 1 (“Forza e consenso”).</ref>.
[[Guglielmo Ferrero]] replicò immediatamente che – premesso che governo [[liberale]] è quello che riconosce l’esistenza legale di una opposizione – chi colpisce il diritto di [[Opposizione_(politica)|opposizione]] (chiave di volta di tutta la [[civiltà occidentale]]) “tenta di diroccare tutto l’ordine sociale. Abolito il diritto di opposizione, nessuna istituzione avrebbe più carattere legittimo”<ref>''Il Secolo'', 4 aprile 1923, p. 1 (“il diritto della opposizione”).</ref>.
 
=== Legittimità del potere ===
Weber (vedi nel seguito) usa le due parole [[lingua tedesca|tedesche]] '''Macht''' ed '''Herrschaft''' per forza e consenso. [[Heinrich Popitz]] vede il primo tipo di potere come imposto dall'alto con la forza e la paura, il secondo che si forma dal basso a causa del rispetto, del riconoscimento di una superiorità.
Già [[Agostino d'Ippona|Sant'Agostino]] nel ''[[La città di Dio|De Civitate Dei]]'' pose il problema della [[legittimità]]. Nel dialogo tra [[Alessandro Magno|Alessandro]] e il pirata, si fa notare che non vi è differenza tra il potere di un re - che governa su una nazione - e il potere di un capitano [[pirata]] che governa sul suo piccolo bastimento. Si tratta di una semplice differenza di grado, ed allora «che cosa sono i regni se non bande di ladroni?». Poiché il potere implica il monopolio della forza, da dove viene la legittimazione al monopolio di essa?
 
[[Thomas Hobbes|Hobbes]] pose la legittimazione dello [[stato]] in una forma di contratto tra gli uomini per evitare una condizione di [[guerra]] perenne. Per [[Ortega y Gasset]], poi, non c’è potere che non si eserciti in nome di una legittimità (''en nombre de una legitimidad'') o che non si definisca nelle proprie procedure di legittimazione. Certamente ci potrà essere sempre un potere che «usa la violenza per stabilire il suo diritto», ma mai un potere che faccia di quella stessa violenza «il suo diritto»<ref>J. Ortega y Gasset, ''Sopra il fascismo (Sine ira et studio)'' (1925), trad. it. ''Lo spettatore'', a cura di C. Bo, Guanda, 1993.</ref>.
== Legittimità del potere ==
Già [[Sant'Agostino]] nel ''[[De Civitate Dei]]'' pose il problema della legittimità. Nel dialogo tra [[Alessandro Magno|Alessandro]] e il pirata, si fa notare che non vi è differenza tra il potere di un re - che governa su una nazione - e il potere di un capitano [[pirata]] che governa sul suo piccolo bastimento. Si tratta di una semplice differenza di grado, ed allora «che cosa sono i regni se non bande di ladroni?». Poiché il potere implica il monopolio della forza, da dove viene la legittimazione al monopolio di essa?
 
[[Thomas Hobbes| Hobbes]] (vedi nel seguito) pose la legittimazione dello [[stato]] in una forma di contratto tra gli uomini per evitare una condizione di [[guerra]] perenne.
 
[[Max Weber]] teorizzò tre diversi tipi di legittimità.
*La prima è la '''legittimità tradizionale''', che poggia sulla credenza quotidiana nel carattere sacro della [[tradizione]] valida da sempre (es. il potere deriva da [[Dio]]), come nell'[[Ancien Régime]].
*La seconda è la '''[[Autorità carismatica|legittimità carismatica']]'', che poggia sulla dedizione al carattere sacro o alla forza eroica o al valore esemplare di una [[persona (filosofia)|persona]]. Il leader ha una missione, e i governati si convincono che sia così. Questo è il caso di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], ma ancora di più è il caso di [[Adolf Hitler|Hitler]], [[Mussolini]], [[Lenin]] e [[Stalin]]. Questo tipo di potere va inevitabilmente incontro alla disillusione, nel momento in cui la missione del leader fallisce (Napoleone, Mussolini, Hitler) o al massimo nel momento della morte del leader (Stalin). In alcuni casi, tuttavia, il potere carismatico può essere istituzionalizzato: è il caso dell'[[Impero romano]] nato da Cesare e dell'[[Unione Sovietica|Unione sovietica]] nata da Lenin.
*Infine c'è la '''[[legalità|legittimità legale-razionale']]'' che poggia sulla credenza nella legalità degli ordinamenti statuiti (per esempio la [[Costituzione]]), e sul diritto al comando di coloro che sono chiamati dal [[popolo]] a governare; è una legittimità moderna, democratica ed impersonale.
 
== Potere e politica ==
{{vedi anche|Potere politico}}
In tutti i periodi storici, la vita sociale degli individui si è basata principalmente su relazioni di potere, fondate sul rapporto comando-obbedienza. La formazione degli stati moderni e quindi l'affermazione del principio di [[democrazia]], ha fatto credere che le relazioni comando-obbedienza e le violenze coercitive, tipiche degli stati autoritari, starebbero scomparendo. In realtà, come fa notare [[Heinrich Popitz]], la [[violenza]] può essere delimitata ma non può scomparire, perché anche gli [[Stato|Stati]] [[democrazia|democratici]] devono far uso della forza coercitiva per mantenere l'ordine sociale e difendere i diritti e le libertà conquistate. Alla luce di questo, possiamo affermare che l'esercizio del potere ha un ruolo fondamentale nei rapporti tra le persone e tra queste e lo [[stato]].
 
=== Hobbes e l'origine dello Stato moderno ===
In tutti i periodi storici, la vita sociale degli individui si è basata principalmente su relazioni di potere, fondate sul rapporto comando-obbedienza. La formazione degli stati moderni e quindi l'affermazione del principio di [[democrazia]], ha fatto credere che le relazioni comando-obbedienza e le violenze coercitive, tipiche degli stati autoritari, starebbero scomparendo. In realtà, come fa notare [[Heinrich Popitz]], la violenza può essere delimitata ma non può scomparire, perché anche gli stati democratici devono far uso della forza coercitiva per mantenere l'ordine sociale e difendere i diritti e le libertà conquistate. Alla luce di questo, possiamo affermare che l'esercizio del potere ha un ruolo fondamentale nei rapporti tra le persone e tra queste e lo [[stato]].
[[Thomas Hobbes]], nel suo ''Leviatano'', espone l'origine del potere politico come volontaria cessione di libertà e potere incondizionato da parte dei singoli mediante un patto reciproco in vista dell'autoconservazione. In assenza di [[stato]] infatti l'uomo gode del diritto su tutto e su tutti (''in omnia'') e non vigendo alcuna delimitazione della sfera di arbitrio si trova in una condizione di guerra perenne. Nella mutua rinuncia totale degli uomini all'autogoverno risiede la legittimazione del potere dello Stato cui viene trasferita l'assoluta sovranità.
Dalle sue teorie hanno origine sia lo [[stato assoluto|stato]] [[totalitarismo|totalitario]] che il moderno [[stato-nazione]].
 
=== HobbesLa eteoria l'originedi dello stato modernoWeber ===
Il sociologo tedesco [[Max Weber]], nel suo libro ''Economia e società'', definisce il potere come la capacità di un attore sociale di esercitare (talvolta attraverso l'uso della forza) un controllo sul comportamento degli altri attori, anche senza il consenso di questi ultimi, condizionando le loro decisioni. Per potere Weber intende la ricchezza, il prestigio, lo status, la forza numerica e fisica, l'efficienza organizzativa, tutto ciò che offre un vantaggio. Il sociologo però sviluppa, al riguardo, una teoria molto articolata e influente.
[[Thomas Hobbes]], nel suo ''Leviatano'', espone l'origine del potere politico come cessione di libertà e potere da parte dei singoli per evitare di combattersi tra di loro. In assenza di [[stato]] ci sarebbe secondo lui guerra perenne. Nella cessione del potere (vantaggiosa per i singoli) risiede la legittimazione dello stato e la sua [[sovranità]].
 
Weber comincia distinguendo due concetti: il concetto di ''Macht'' (potenza) e di ''Herrschaft'' (potere legittimo). Con il termine potenza egli intende: ''"qualsiasi possibilità di far valere entro una relazione sociale, anche di fronte ad un'opposizione, la propria volontà, quale che sia la base di questa possibilità"''; con il termine potere legittimo intende: ''"la possibilità di trovare obbedienza, presso certe persone, ad un comando che abbia un determinato contenuto"''. La prima espressione fa riferimento ad una relazione sociale dove il soggetto più forte riesce a far valere la propria volontà in ogni caso; la seconda espressione si riferisce alle relazioni dove il soggetto debole accetta le decisioni altrui perché le riconosce valide e quindi legittime. Weber, basandosi su questo secondo concetto, realizza la tipologia delle [[La_politica_come_professione#Tre_tipi_di_potere_legittimo|tre forme già viste di legittimazione del potere]]. Tale tipologia è costituita dal ''potere tradizionale'', dal ''[[autorità carismatica|potere carismatico]]'' e dal ''[[Burocrazia|potere razionale-legale]]''.
Dalle sue teorie ha origine lo stato moderno (lo stato nazione).
 
Oltre al potere politico, Max Weber individua altre due forme di potere: il ''potere economico'' ed il ''potere ideologico''. Il primo è esercitato da chi possiede risorse materiali o finanziarie che permettono di indurre coloro che non le hanno a tenere determinati comportamenti (esempio: imprenditori vs. operai). Il secondo consiste nella capacità di influenza che viene esercitata sulle idee della gente da chi è investito di una certa autorità.
 
=== La teoria di Weber ===
Il sociologo tedesco '''[[Max Weber]]''', nel suo libro ''Economia e società'', sviluppa una teoria molto articolata e influente.
Weber comincia distinguendo due concetti: il concetto di '''Macht''' (potenza) e di '''Herrschaft''' (potere legittimo). Con il termine potenza egli intende: ''"qualsiasi possibilità di far valere entro una relazione sociale, anche di fronte ad un'opposizione, la propria volontà, quale che sia la base di questa possibilità"''; con il termine potere legittimo intende: ''"la possibilità di trovare obbedienza, presso certe persone, ad un comando che abbia un determinato contenuto"''. La prima espressione fa riferimento ad una relazione sociale dove il soggetto più forte riesce a far valere la propria volontà in ogni caso; la seconda espressione si riferisce alle relazioni dove il soggetto debole accetta le decisioni altrui perché le riconosce valide e quindi legittime. Weber, basandosi su questo secondo concetto, realizza la tipologia delle tre forme già viste di legittimazione del potere. Tale tipologia è costituita dal '''potere tradizionale''', dal '''potere carismatico''' e dal '''potere razionale-legale'''.
 
Oltre al potere politico, Max Weber individua altre due forme di potere: il '''potere economico''' ed il '''potere ideologico'''. Il primo è esercitato da chi possiede risorse materiali o finanziarie che permettono di indurre coloro che non le hanno a tenere determinati comportamenti (esempio: imprenditori vs. operai). Il secondo consiste nella capacità di influenza che viene esercitata sulle idee della gente da chi è investito di una certa autorità.
Weber considera il potere politico come il potere sovrano, con tutte le altre sfere di potere sono subordinate ad esso. Questo perché lo stato influenza e regolarizza tutte le attività umane, siano esse sociali, economiche, culturali e così via.
 
 
==== Genesi del potere politico ====
Secondo '''Weber''' la nascita del potere politico avviene con il passaggio da gruppi sociali chiusi a [[comunità]] politiche e infine con la nascita dello statoStato moderno.
Weber sottolinea come i gruppi sociali siano caratterizzati da relazioni sociali chiuse perché non permettono l'accesso a nuovi membri. Tale divieto è reso operativo da più persone preposte a questo. Nel corso del loro sviluppo, alcuni di questi aggregati sociali divengono veri e propri gruppi di potere, dotati di apparati ben organizzati. Infine, allargando verso l'esterno le loro azioni, che prima si svolgevonosvolgevano solo all'interno, essi cercano di controllare il territorio e le persone che lo abitano. Organizzano, quindi, la vita di quel determinato territorio mediante l'uso di mezzi coercitivi. Nasce così una vera e propria [[comunità]] politica che, nel momento in cui si istituzionalizza, dà vita allo [[stato]] moderno.
 
Gli stati moderni per esercitare il potere politico necessitano di un apparato amministrativo. Tale apparato amministrativo è dato dall'organizzazione di uomini specializzati in ruoli diversi. Compito principale dei membri che costituiscono l'apparato amministrativo è quello di dare esecuzione alle decisioni prese dall'autorità (Stato). Weber usa il termine [[burocrazia]] per definire l'organizzazione amministrativa. Egli delinea un [[idealtipo| tipo ideale]] di burocrazia. Le principali caratteristiche di questo modello ideale sono le seguenti:
* divisione e specializzazione dei compiti;
* struttura gerarchica dell'apparato amministrativo;
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In conclusione possiamo dire che secondo Weber l'esercizio del potere politico necessita della legittimazione, di una struttura amministrativa e del "monopolio legittimo della forza".
 
 
=== Gli elitisti ===
Le [[elitismo| teorie elitiste]] convergono tutte sul fatto che nella società vi è una minoranza al potere ed una maggioranza che lo subisce.
Tra gli esponenti più importanti di questa corrente di pensiero ci sono: '''[[Niccolò Machiavelli]], [[Gaetano Mosca]], [[Vilfredo Pareto]], [[Robert Michels]]''', [[Guglielmo Ferrero]].
Di particolare interesse sono gli studi fatti da Michels sui [[partito politico| partiti politici]] e sulla loro organizzazione. Analizzando la struttura dei partiti, egliMichels formulò la "[[legge ferrea dell'[[oligarchia]]"., Michels con la sua '''"legge ferrea dell'oligarchia"''' mise inche evidenzaevidenzia come i partiti tendano a concentrare il potere in una cerchia ristretta di uomini, producendo un distacco sempre più ampio tra i dirigenti del partito e gli iscritti. Tale distanza tra classe dirigente e iscritti provoca, secondo Michels, un'organizzazione oligarchica del partito. Tale forma oligarchica fa si che i dirigenti perseguano di fatto i propri interessi e solo formalmente gli interessi delle masse. Michels dimostra come l'organizzazione oligarchica dei partiti permetta di concentrare il potere nelle mani di pochi dirigenti, oltre ad impedire che le candidature politiche vengano fatte dal basso. Ciò accade in quanto i partiti sono una organizzazione complessa che per essere guidata ha bisogno di competenze specifiche,. coloroColoro che possiedono tali competenze vanno a formareformano quella oligarchia che, strutturandosi in modo burocratico, mette nelle mani dei capi poteri decisivi che li svincolano dalla massa.
 
=== La teoria struttural-funzionalista ===
Al centro di questa corrente di pensiero si pone [[Talcott Parsons]]. Parsons elaborò una teoria molto complessa sul sistema sociale. Secondo l'autore, il sistema sociale si compone di diversi sottosistemi funzionali. I sottosistemi funzionali sono quattro: quello economico, quello culturale, quello integrativo e quello politico. La teoria di Parsons cerca di spiegare la funzione che svolgono i diversi sottosistemi nella società. Il sistema sociale teorizzato dal sociologo è in continuo sviluppo e rinnovamento, quindi, anche le funzioni dei sottosistemi tendono a cambiare. Il sottosistema politico, pensato da Parsons, utilizza il potere per interagire con gli altri sottosistemi della società. Nell'analisi parsoniana il potere ha la funzione di trasformazione, sviluppo e integrazione della società. La struttura politica (lo [[Stato]]) mette in opera le proprie decisioni tramite l'uso del potere. In conclusione, Parsons afferma che il potere politico deve essere utilizzato per mantenere l'ordine sociale e per fare in modo che gli altri sottosistemi operino al meglio.
 
=== Le teorie '''"neoelitiste'''" ===
I ''neoelitisti'' affermano che sia il potere politico-amministrativo, siache il potere sociale in generale, èsono legatolegati alla ricchezza economica di una cerchia ristretta di persone.
 
[[Floyd Hunter]] (1912-1992), che è un importante esponente di questa linea di pensiero, dopo aver svolto degli studi su unasulla città americana di [[Atlanta]], è giunto alla conclusione che è la ricchezza economica la principale fonte di potere è la ricchezza economica. Egli ha fatto notare come la vita politica di una città èsia determinata dagli interessi degli imprenditori. Secondo Hunter le decisioni importanti per una città vengono prese da chi detiene la ricchezza economica. Tali decisioni non sono formalizzate all'interno di un palazzo politico ma sono il risultato di riunioni di "alto livello" che si svolgono in clubs privati o in abitazioni private.
 
Un altro importante neoelitista è [[Charles Wright Mills]]. Mills ha sottolineato che vi è una forte concordanza di interessi tra le organizzazioni economiche, politiche e militari. Secondo Mills, questa convergenza di interessi fa si che il potere politico sia solo formalmente ed apparentemente democratico, mentre in realtà esso è rigidamente oligarchico. La tesi di Mills può essere sintetizzata nel seguente modo: vi è una sola classe dirigente, composta da imprenditori, politici e militari; tale classe dirigente prende liberamente le proprie decisioni senza essere sottoposta ad un effettivo controllo popolare. Il dominio di questo tipo di élite sulla società, secondo la teoria di C.W. Mills<ref>''The power élite'', [[1956]], trad. it. ''L'élite del potere'', Feltrinelli, 1986.</ref>, è pressoché totale.
 
=== Foucault e la microfisica del potere ===
[[Michel Foucault]] elabora una "microfisica del potere", nella quale il potere "non è qualcosa che si divide tra coloro che lo possiedono o coloro che lo detengono esclusivamente e coloro che non lo hanno o lo subiscono. Il potere deve essere analizzato come qualcosa che circola, o meglio come qualcosa che funziona solo a catena. Non è mai localizzato qui o lì, non è mai nelle mani di alcuni, non è mai appropriato come una ricchezza o un bene. Il potere funziona, si esercita attraverso un'organizzazione reticolare"<ref>''Microfisica del potere. Interventi politici'', Einaudi, Torino 1977, p. 184.</ref>. Il concetto di potere espresso da Foucault è una sorta di campo relazionale mai gestito da qualcuno (il capitalista, il prete...). È prima di tutto un discorso (una proliferazione di discorsi) portato verso una direzione in seguito a stratificazioni di un senso piuttosto che un altro. Qualcosa che condiziona ma che lascia margini di gioco, di distorsione, di sviluppo.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
;Approfondimenti
* [[Hannah Arendt]], ''Le origini del totalitarismo'',1951, tr.it., Edizioni di Comunità, MIlano, 1967.
* [[Norberto Bobbio]], ''Il problema del potere. Introduzione al corso di scienza della politica'', Torino, CLUT, 1966.
* Norberto Bobbio, ''Teoria generale della politica'', a cura di Michelangelo Bovero, Einaudi, Torino, 1999.
* Stefan Breuer, ''Nichtlegitime Herrschaft'', in ''[[Max Weber]] und die Stadt im Kulturvergleich'', a cura di S. Bruhns – W. Nippel, Göttingen, Vandenhoeck, 2000, pp. 63-76.
* Antonio Costabile,'' Il potere politico'', Carocci, Roma, 2002.
* Robert A. Dahl, ''Power'', in ''International Encyclopedia of the Social Sciences'', New York, 1968.
* Furio Ferraresi, ''Genealogie della legittimità. Città e Stato in [[Max Weber]]'', in «SocietàMutamentoPolitica», 2014, pp. 143-160.
* [[Antonio Gramsci]], ''Elementi di politica'', Editori Riuniti, Roma, 1969.
* Luca Lanzacalo, ''Istituzioni, organizzazione, potere,'' Carocci, Roma, 1995.
* Niclas Luhmann,'' Potere e complessità sociale'', tr.it., Milano, 1979.
* [[Michael Mann (sociologo)|Michael Mann]], ''The Sources of Social Power'', voll. 1-4, Cambridge University Press, Cambridge-New York 1986-2012.
* [[Charles Wright Mills]], ''L'élite del potere'', Feltrinelli, 1986
* [[Gaetano Mosca]], ''Elementi di scienza politica'', Laterza, Roma-Bari, 1933.
* Virgilio Mura, ''Categorie della politica. Elementi per una teoria generale'', Giappichelli, Torino, 1997.
* A. Petrillo, ''Weber e la sociologia della città'', Franco Angeli, 2001.
* Heinrich Popitz'', Fenomenologia del potere'', Il Mulino, Bologna, 1990.
* Geminello Preterossi (a cura di), ''Potere'', Laterza, Roma-Bari, 2007.
* Giuseppe Ugo Rescigno, ''Corso di diritto pubblico,'' Zanichelli, Bologna, 2012.
* Walter Reinhard,'' Storia del potere politico in Europa'', ed.it., Il Mulino, Bologna, 2001.
* [[Santi Romano]], ''Poteri e potestà'', in ''Frammenti di un dizionario giuridico'', Milano, 1953.
* [[Giovanni Sartori]], ''Elementi di teoria politica'', Il Mulino, Bologna, 1987.
* A. Scaglia, ''[[Max Weber]] e la città democratica. Idealtipo del potere non legittimo'', Carocci, 2007.
* [[Mario Stoppino]], ''Potere politico e Stato,'' Milano, 1968.
* Mario Stoppino,'' Potere e teoria politica'', Ecig, Genova, 2006.
* Massimiliano Vatiero, ''Understanding Power. A 'Law and Economics' Approach'', Saarbrücken: VDM-Verlag Publisher, 2009. [https://sites.google.com/site/massimilianovatiero/book] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20200730213500/https://sites.google.com/site/massimilianovatiero/book |date=30 luglio 2020 }}
* [[Max Weber]], ''Economia e società. Teoria delle categorie sociologiche'', Einaudi, 1999.
 
== Voci correlate ==
* [[Analitica del potere in Foucault]]
* [[Anarchia]]
* [[Assolutismo politico]]
* [[Autorità]]
* [[Autoritarismo]]
* [[Ideologia]]
* [[Impero]]
* [[La politica come professione]]
* [[Potere dello Stato]]
* [[Potere (diritto)]]
* [[Potere politico]]
* [[Potere temporale]]
* [[Sovranità]]
* [[ImperoStato profondo]]
* [[Inciucio]]
 
== BibliografiaAltri progetti ==
{{interprogetto|q|q_preposizione=sul}}
* [[Max Weber]], ''Economia e società''
*[[Santi Romano]], ''Poteri e potestà'', in ''Frammenti di un dizionario giuridico'', [[Milano]], [[1953]]
* [[Heinrich Popitz]], ''Fenomenologia del potere. Autorità, dominio, violenza, tecnica'', Il Mulino, [[2001]], ISBN 8815082190
*[[Antonio Costabile]], ''Il potere politico'', Carocci, [[2002]].
 
==Collegamenti esterni==
{{Diritto}}
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.filosofia.rai.it/articoli/zettel-filosofia-in-movimento-potere/14747/default.aspx|Zettel. Filosofia in movimento. Potere, sul portale RAI Filosofia}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|diritto}}
 
[[Categoria:Antropologia politica]]
[[Categoria:Etnoantropologia]]
[[Categoria:Filosofia del diritto]]
[[Categoria:Politica]]
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[[en:Power]]
[[fr:Pouvoir]]
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[[ru:Сила]]
[[simple:Power]]
[[zh:功率]]