Guerra di Padova: differenze tra le versioni
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La '''guerra di Padova''' fu un conflitto combattuto nel [[1404]]-[[1405]] tra la [[Repubblica di Venezia|Serenissima Repubblica di Venezia]] e lo [[
== Preludio ==
[[
La crescente potenza dei [[Carraresi]] già da tempo preoccupava Venezia, che vedeva minacciate le proprie vie commerciali nell'entroterra e i propri confini sulla Terraferma. Già con la [[Guerra di Chioggia]] del [[1379]]-[[1381]] le due potenze venete erano venute alle armi, senza però riuscire ad alterare lo [[status quo]].
La morte, nel [[1402]], del [[Duca di Milano]] [[Gian Galeazzo Visconti]] fornì la miccia per un nuovo conflitto. La morte del Visconti aveva infatti lasciato temporaneamente il [[Ducato di Milano]], l'altra grande potenza dell'Italia settentrionale, privo di una guida forte e preda dell'espansionismo dei suoi tradizionali nemici: la [[Repubblica di Firenze]] e gli stessi [[Carraresi]] di [[Padova]], che ne avevano approfittato occupando [[città]] e [[castello|castelli]]. La duchessa [[Caterina Visconti]], [[reggente]] per il figlio [[Giovanni Maria Visconti|Giovanni Maria]], aveva allora chiesto aiuto al [[Doge (Venezia)|doge di Venezia]] [[Michele Steno]], promettendo, nel
Poiché il
Poiché però Francesco Novello persisteva nel mettere a ferro e fuoco il vicentino e poiché, inoltre, il
Frattanto Caterina Visconti cedeva alla Repubblica anche [[Belluno]] (
== Il conflitto ==
Venezia nominò quindi ''Capitano Generale'' dell'[[esercito veneziano|esercito campale]] il [[Pesaro|pesarese]] [[Pandolfo III Malatesta|Pandolfo Malatesta]], provvedendo al contempo a fortificare le lagune e le foci dei fiumi, che costituivano la principale via d'accesso dall'entroterra. L'esercito venne raccolto facendo ampio ricorso ai più famosi [[capitano di ventura|capitani di ventura]] del tempo: [[Paolo Savelli (1350-1405)|Paolo Savelli]], [[Taddeo
Nonostante la rapida conquista della fortezza di [[Gambarare]], porta d'accesso al Padovano, la costruzione di un [[vallum|vallo]] difensivo da parte dei Carraresi sbarrò ugualmente il passo ai Veneziani. A quel punto il [[Marchese di Ferrara]] [[Niccolò d'Este]] ne approfittò per rioccupare il [[Polesine]], che Venezia teneva a pegno d'un debito da lui contratto con la Repubblica, cui si erano frattanto alleati i [[Gonzaga]] di [[Mantova]].<
▲Venezia nominò quindi ''Capitano Generale'' dell'[[esercito veneziano|esercito campale]] il [[Pesaro|pesarese]] [[Pandolfo Malatesta]], provvedendo al contempo a fortificare le lagune e le foci dei fiumi, che costituivano la principale via d'accesso dall'entroterra. L'esercito venne raccolto facendo ampio ricorso ai più famosi [[capitano di ventura|capitani di ventura]] del tempo: [[Paolo Savelli]], [[Taddeo del Verme]], [[Obizzo Da Polenta]], Signore di [[Ravenna]], e altri, mentre una piccola flottiglia fluviale, al comando del [[patriziato veneziano|patrizio]] [[Marco Grimani]], doveva sostenere le operazioni di terra.
▲Nonostante la rapida conquista della fortezza di [[Gambarare]], porta d'accesso al Padovano, la costruzione di un [[vallo]] difensivo da parte dei Carraresi sbarrò ugualmente il passo ai Veneziani. A quel punto il [[Marchese di Ferrara]] [[Niccolò d'Este]] ne approfittò per rioccupare il [[Polesine]], che Venezia teneva a pegno d'un debito da lui contratto con la Repubblica, cui si erano frattanto alleati i [[Gonzaga]] di [[Mantova]].</br>
I Veneziani, alla guida di [[Carlo Zeno]], riuscirono infine a forzare l'accesso alle terre patavine transitando attraverso le paludi che circondavano [[Piove di Sacco]], attraverso le quali furono eretti argini e camminamenti. Le truppe di Francesco Novello furono sconfitte e costrette a ritirarsi in Padova, dove vennero strette d'assedio, mentre truppe veneziane e alleate entravano nel Veronese.
Agli inizi del [[1405]] comando dell'armata della Serenissima venne quindi affidato a
Il
Di fronte alla prospettiva della sconfitta, con Padova assediata e colpita dalla [[peste]], i Carraresi si risolsero a trattare, ma proprio quando sembrava che si fosse giunti ad un accordo per un onorevole esilio a [[Monselice]], Francesco Novello, sperando nel soccorso di Firenze, con una rapida sortita riuscì a spezzare l'assedio, mettendo in fuga le truppe che circondavano città.<
Venezia rispose gettando, il
Vennero conquistate [[Camposampiero]] e [[Monselice]], vennero deviate le acque del [[Brenta (fiume)|Brenta]] e del [[Bacchiglione]], che alimentavano Padova, mentre la Serenissima, abbandonato ogni proposito di accordo, pretendeva la dedizione incondizionata della città.
Nel tentativo di avere ragione delle difese di Padova perse la vita il ''Capitano Generale'' Savelli, cui furono tributati imponenti funerali a Venezia e la sepoltura nella [[basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]]. Il caduto venne sostituito nel comando da [[Galeazzo Cattaneo da Grumello]].
Mentre il
== Epilogo ==
Alla fine del conflitto, Venezia si trovò improvvisamente proiettata in un'ottica di potenza terrestre, padrona dell'intero [[Veneto]], dal Polesine sino ai confini con il [[Friuli]], dalla laguna fino ai confini con la [[Lombardia]]. In questi nuovi territori venne quindi esteso il sistema dei ''[[reggimento (Repubblica di Venezia)|reggimenti]]'', sui quali già si basavano i [[Stato da Mar|possedimenti oltremarini]]: le nuove terre andarono a formare il primo nucleo dei [[Domini di Terraferma]] della Repubblica.
Gli ultimi Carraresi, Francesco Novello e i figli Jacopo e [[Giacomo III da Carrara|Giacomo III]], furono condotti in prigionia a Venezia, sull'[[isola di San Giorgio Maggiore]]. Il
==Note==
▲Alla fine del conflitto, Venezia si trovò improvvisamente proiettata in un'ottica di potenza terrestre, padrona dell'intero [[Veneto]], dal Polesine sino ai confini con il Friuli, dalla laguna fino ai confini con la [[Lombardia]]. In questi nuovi territori venne quindi esteso il sistema dei ''[[reggimento (Repubblica di Venezia)|reggimenti]]'', sui quali già si basavano i [[Stato da Mar|possedimenti oltremarini]]: le nuove terre andarono a formare il primo nucleo dei [[Domini di Terraferma]] della Repubblica.</br>
<references/>
▲Gli ultimi Carraresi, Francesco Novello e i figli Jacopo e [[Giacomo III da Carrara|Giacomo III]], furono condotti in prigionia a Venezia, sull'[[isola di San Giorgio Maggiore]]. Il [[30 novembre]], però, dopo la scoperta di un tentativo di congiura ai danni dello Stato, costata a [[Carlo Zeno]] il disonore e l'esilio, i due vennero prima trasferiti nelle prigioni sotterranee di [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]] (i cosiddetti ''pozzi'') e quindi giustiziati per [[strangolamento]] alla metà di [[gennaio]] del [[1406]].
== Bibliografia ==
* [[Charles Diehl]],
* [[Samuele Romanin]],
* {{DBI | nome = CARRARA, Francesco da, il Novello | nomeurl = carrara-francesco-da-il-novello | autore = M. Chiara Ganguzza Billanovich}}
* {{Treccani|il-rinascimento-politica-e-cultura-tra-pace-e-guerra-le-forme-del-potere-la-conquista-della-terraferma_(Storia-di-Venezia)|Il Rinascimento. Politica e cultura - Tra pace e guerra. Le forme del potere: la conquista della terraferma |autore= [[Michael Mallett|Michael E. Mallett]] }}
== Altri progetti ==
▲* AA.VV. ''Storia di Venezia'', Treccani, 12 Voll., 1990-2002
{{interprogetto}}
▲* Diehl, Charles: ''La Repubblica di Venezia'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0022-6
▲* Romanin, Samuele: ''Storia documentata di Venezia'', Pietro Naratovich tipografo editore, Venezia, 1853.
{{
{{Esercito veneziano}}
{{Portale|guerra|Padova|storia|Venezia}}
[[Categoria:Guerra nel 1404]]
[[Categoria:Guerra nel 1405]]
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[[Categoria:Guerre che coinvolgono il Marchesato e il Ducato di Mantova|Padova]]
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