Guerra di Padova: differenze tra le versioni

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{{conflitto
{{Conflitto
|nomeTipo = Guerra
|Nome del conflitto = Guerra di Padova
|Parte_di =
|parte_di=
|immagine=[[Immagine: = Venezia dot.png|300px]]
|Didascalia =
|didascalia=
|dataData = [[1404]] - [[1405]]
|luogoLuogo = [[Veneto]]
|casusCasus = [[Dedizione di Vicenza a Venezia]]
|mutamenti_territorialiMutamenti_territoriali = Fine dello [[Carraresi|Stato carrarese]] e creazione dei [[Domini di Terraferma]] veneziani.
|esitoEsito = Vittoria veneziana
|Schieramento1 = {{REP-VEN}}
|schieramento1=[[Immagine:Flag of Most Serene Republic of Venice.svg|24px]] [[Repubblica di Venezia]]<br>
[[Immagine:{{simbolo|Coat of arms of the House of Visconti (1395).svg|20px]]}} [[Ducato di Milano]]<br>
[[Immagine:{{simbolo|Grande stemma di Casa Gonzaga (post 1530).png|20px]]svg}} [[Marchesato di Mantova]]
|schieramento2Schieramento2 = [[Padova|Signoria di Padova]]<br>
[[Immagine:{{simbolo|Flag of Florence.svg|20px]]}} [[Repubblica di Firenze]]</br>
[[Immagine:Coat of arms{{simbolo|Arms of the Househouse of Este (12391).svg|20px]]}} [[Estensi|Marchesato d'Este-Ferrara]]<br>
|comandante1Comandante1 = [[Pandolfo III Malatesta|Pandolfo Malatesta]],<br />[[Paolo Savelli (1350-1405)|Paolo Savelli]],<br />[[Carlo Zeno]],<br />[[Galeazzo Cattaneo da Grumello]]
|comandante2Comandante2 = [[Francesco Novello da Carrara]],<br />[[Niccolò d'Este]]
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La '''guerra di Padova''' fu un conflitto combattuto nel [[1404]]-[[1405]] tra la [[Repubblica di Venezia|Serenissima Repubblica di Venezia]] e lo [[CarraresiDa Carrara|Stato Carrarese]], conclusosi con la conquista veneziana di [[Padova]] e dell'intero [[Veneto]] e la fine della [[Signoria cittadina|Signoria]] della famiglia [[Carraresi|Da Carrara]].
 
== Preludio ==
[[ImmagineFile:Caterina Visconti.jpg|250px|thumb|[[Miniatura]] raffigurante la [[Ducato di Milano|duchessa di Milano]] [[Caterina Visconti]].]]
La crescente potenza dei [[Carraresi]] già da tempo preoccupava Venezia, che vedeva minacciate le proprie vie commerciali nell'entroterra e i propri confini sulla Terraferma. Già con la [[Guerra di Chioggia]] del [[1379]]-[[1381]] le due potenze venete erano venute alle armi, senza però riuscire ad alterare lo [[status quo]].
 
La morte, nel [[1402]], del [[Duca di Milano]] [[Gian Galeazzo Visconti]] fornì la miccia per un nuovo conflitto. La morte del Visconti aveva infatti lasciato temporaneamente il [[Ducato di Milano]], l'altra grande potenza dell'Italia settentrionale, privo di una guida forte e preda dell'espansionismo dei suoi tradizionali nemici: la [[Repubblica di Firenze]] e gli stessi [[Carraresi]] di [[Padova]], che ne avevano approfittato occupando [[città]] e [[castello|castelli]]. La duchessa [[Caterina Visconti]], [[reggente]] per il figlio [[Giovanni Maria Visconti|Giovanni Maria]], aveva allora chiesto aiuto al [[Doge (Venezia)|doge di Venezia]] [[Michele Steno]], promettendo, nel [[marzo]] [[1404]] la cessione di [[Verona]], occupata dai Carraresi, e [[Vicenza]], allora assediata.</br>
Poiché il [[24 aprile]] la [[Domini di Terraferma|dedizione di Vicenza]] alla [[Serenissima]] aveva reso quest'ultima di fatto signora di quel territorio, Venezia pretese dal nuovo [[Signoria cittadina|Signore]] carrarese, [[Francesco Novello da Carrara|Francesco Novello]], che ponesse termine alle devastazioni delle terre beriche.</br>
Poiché però Francesco Novello persisteva nel mettere a ferro e fuoco il vicentino e poiché, inoltre, il [[7 maggio]] anche [[Cologna Veneta]] si era data a Venezia, ma era stata occupata dai Carraresi, per la Repubblica di Venezia la guerra divenne inevitabile.</br />
Frattanto Caterina Visconti cedeva alla Repubblica anche [[Belluno]] ([[18 maggio]]), [[Bassano del Grappa]] ([[10 giugno]]) e [[Feltre]] ([[15 giugno]]), da cui, per un'antica legge del [[1220]], vennero espulsi tutti coloro che possedessero terre nel padovano.
 
== Il conflitto ==
Venezia nominò quindi ''Capitano Generale'' dell'[[esercito veneziano|esercito campale]] il [[Pesaro|pesarese]] [[Pandolfo III Malatesta|Pandolfo Malatesta]], provvedendo al contempo a fortificare le lagune e le foci dei fiumi, che costituivano la principale via d'accesso dall'entroterra. L'esercito venne raccolto facendo ampio ricorso ai più famosi [[capitano di ventura|capitani di ventura]] del tempo: [[Paolo Savelli (1350-1405)|Paolo Savelli]], [[Taddeo delDal Verme]], [[Obizzo Dada Polenta]], Signore di [[Ravenna]], e altri, mentre una piccola flottiglia fluviale<ref>{{Cita libro|autore=Fabio Romanoni|titolo=La guerra d’acqua dolce. Navi e conflitti medievali nell’Italia settentrionale|url=https://www.academia.edu/100479472/La_guerra_d_acqua_dolce_Navi_e_conflitti_medievali_nell_Italia_settentrionale|anno=2023|editore=CLUEB|città=Bologna|lingua=it|p=63|ISBN=978-88-31365-53-6}}</ref>, al comando del [[patriziato veneziano|patrizio]] [[Marco Grimani (guerra di Padova)|Marco Grimani]], doveva sostenere le operazioni di terra.
 
Nonostante la rapida conquista della fortezza di [[Gambarare]], porta d'accesso al Padovano, la costruzione di un [[vallum|vallo]] difensivo da parte dei Carraresi sbarrò ugualmente il passo ai Veneziani. A quel punto il [[Marchese di Ferrara]] [[Niccolò d'Este]] ne approfittò per rioccupare il [[Polesine]], che Venezia teneva a pegno d'un debito da lui contratto con la Repubblica, cui si erano frattanto alleati i [[Gonzaga]] di [[Mantova]].</br />
Venezia nominò quindi ''Capitano Generale'' dell'[[esercito veneziano|esercito campale]] il [[Pesaro|pesarese]] [[Pandolfo Malatesta]], provvedendo al contempo a fortificare le lagune e le foci dei fiumi, che costituivano la principale via d'accesso dall'entroterra. L'esercito venne raccolto facendo ampio ricorso ai più famosi [[capitano di ventura|capitani di ventura]] del tempo: [[Paolo Savelli]], [[Taddeo del Verme]], [[Obizzo Da Polenta]], Signore di [[Ravenna]], e altri, mentre una piccola flottiglia fluviale, al comando del [[patriziato veneziano|patrizio]] [[Marco Grimani]], doveva sostenere le operazioni di terra.
 
Nonostante la rapida conquista della fortezza di [[Gambarare]], porta d'accesso al Padovano, la costruzione di un [[vallo]] difensivo da parte dei Carraresi sbarrò ugualmente il passo ai Veneziani. A quel punto il [[Marchese di Ferrara]] [[Niccolò d'Este]] ne approfittò per rioccupare il [[Polesine]], che Venezia teneva a pegno d'un debito da lui contratto con la Repubblica, cui si erano frattanto alleati i [[Gonzaga]] di [[Mantova]].</br>
I Veneziani, alla guida di [[Carlo Zeno]], riuscirono infine a forzare l'accesso alle terre patavine transitando attraverso le paludi che circondavano [[Piove di Sacco]], attraverso le quali furono eretti argini e camminamenti. Le truppe di Francesco Novello furono sconfitte e costrette a ritirarsi in Padova, dove vennero strette d'assedio, mentre truppe veneziane e alleate entravano nel Veronese.
 
Agli inizi del [[1405]] comando dell'armata della Serenissima venne quindi affidato a [[Paolo Savelli]], che strinse ancor più d'assedio Padova, dove presto giunse anche la flotta di [[Fantino Michiel]]. La situazione spinse il Marchese di Ferrara a firmare la pace il [[14 marzo]], restituendo il Polesine e pagando un pesante indennizzo.</br />
Il [[24 giugno]], infine, [[dedizione di Verona a Venezia|Verona cadde e si diede a Venezia]]. Nell'occasione venne fatto prigioniero [[Jacopo Da Carrara]], figlio di Francesco Novello.
 
Di fronte alla prospettiva della sconfitta, con Padova assediata e colpita dalla [[peste]], i Carraresi si risolsero a trattare, ma proprio quando sembrava che si fosse giunti ad un accordo per un onorevole esilio a [[Monselice]], Francesco Novello, sperando nel soccorso di Firenze, con una rapida sortita riuscì a spezzare l'assedio, mettendo in fuga le truppe che circondavano città.</br />
Venezia rispose gettando, il [[25 settembre]], Jacopo Da Carrara al carcere duro, pretendendo, per la liberazione, che fosse lasciato libero Obizzo Da Polenta, prigioniero dei Padovani, e che si pagasse un riscatto di tremila e cinquecento ducati.
 
Vennero conquistate [[Camposampiero]] e [[Monselice]], vennero deviate le acque del [[Brenta (fiume)|Brenta]] e del [[Bacchiglione]], che alimentavano Padova, mentre la Serenissima, abbandonato ogni proposito di accordo, pretendeva la dedizione incondizionata della città.</br>
Nel tentativo di avere ragione delle difese di Padova perse la vita il ''Capitano Generale'' Savelli, cui furono tributati imponenti funerali a Venezia e la sepoltura nella [[basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]]. Il caduto venne sostituito nel comando da [[Galeazzo Cattaneo da Grumello]].
 
Mentre il [[20 novembre]] Francesco Novello si consegnava al Cattaneo nella speranza di poter trattare coi Veneziani, questi, il [[22 novembre]], dopo essersi accordati coi magistrati cittadini per la consegna della città, entrarono in Padova, che quella stessa sera fece formale atto di dedizione.
 
== Epilogo ==
Alla fine del conflitto, Venezia si trovò improvvisamente proiettata in un'ottica di potenza terrestre, padrona dell'intero [[Veneto]], dal Polesine sino ai confini con il [[Friuli]], dalla laguna fino ai confini con la [[Lombardia]]. In questi nuovi territori venne quindi esteso il sistema dei ''[[reggimento (Repubblica di Venezia)|reggimenti]]'', sui quali già si basavano i [[Stato da Mar|possedimenti oltremarini]]: le nuove terre andarono a formare il primo nucleo dei [[Domini di Terraferma]] della Repubblica.</br>
Gli ultimi Carraresi, Francesco Novello e i figli Jacopo e [[Giacomo III da Carrara|Giacomo III]], furono condotti in prigionia a Venezia, sull'[[isola di San Giorgio Maggiore]]. Il [[30 novembre]], però, dopo la scoperta di un tentativo di congiura ai danni dello Stato, costata a [[Carlo Zeno]] il disonore e l'esilio, i due vennero prima trasferiti nelle prigioni sotterranee di [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]] (i cosiddetti ''pozzi'') e quindi giustiziati per [[strangolamento]] alla metà di [[gennaio]] del [[1406]].
 
==Note==
Alla fine del conflitto, Venezia si trovò improvvisamente proiettata in un'ottica di potenza terrestre, padrona dell'intero [[Veneto]], dal Polesine sino ai confini con il Friuli, dalla laguna fino ai confini con la [[Lombardia]]. In questi nuovi territori venne quindi esteso il sistema dei ''[[reggimento (Repubblica di Venezia)|reggimenti]]'', sui quali già si basavano i [[Stato da Mar|possedimenti oltremarini]]: le nuove terre andarono a formare il primo nucleo dei [[Domini di Terraferma]] della Repubblica.</br>
<references/>
Gli ultimi Carraresi, Francesco Novello e i figli Jacopo e [[Giacomo III da Carrara|Giacomo III]], furono condotti in prigionia a Venezia, sull'[[isola di San Giorgio Maggiore]]. Il [[30 novembre]], però, dopo la scoperta di un tentativo di congiura ai danni dello Stato, costata a [[Carlo Zeno]] il disonore e l'esilio, i due vennero prima trasferiti nelle prigioni sotterranee di [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]] (i cosiddetti ''pozzi'') e quindi giustiziati per [[strangolamento]] alla metà di [[gennaio]] del [[1406]].
 
== Bibliografia ==
* AA.VV. ''Storia di Venezia'', Treccani, 12 Voll., 1990-2002
* [[Charles Diehl]], Charles: ''La Repubblica di Venezia'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0022-6
* [[Samuele Romanin]], Samuele: ''Storia documentata di Venezia'', Pietro Naratovich tipografo editore, Venezia, 1853.
* {{DBI | nome = CARRARA, Francesco da, il Novello | nomeurl = carrara-francesco-da-il-novello | autore = M. Chiara Ganguzza Billanovich}}
* {{Treccani|il-rinascimento-politica-e-cultura-tra-pace-e-guerra-le-forme-del-potere-la-conquista-della-terraferma_(Storia-di-Venezia)|Il Rinascimento. Politica e cultura - Tra pace e guerra. Le forme del potere: la conquista della terraferma |autore= [[Michael Mallett|Michael E. Mallett]] }}
 
== Altri progetti ==
* AA.VV. ''Storia di Venezia'', Treccani, 12 Voll., 1990-2002
{{interprogetto}}
* Diehl, Charles: ''La Repubblica di Venezia'', Newton & Compton editori, Roma, 2004. ISBN 88-541-0022-6
* Romanin, Samuele: ''Storia documentata di Venezia'', Pietro Naratovich tipografo editore, Venezia, 1853.
 
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