Capo Giuseppe: differenze tra le versioni
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{{Bio 
|Nome = Capo Giuseppe 
|Cognome =  
|PostCognomeVirgola =  
|ForzaOrdinamento = Giuseppe, Capo▼ 
|Sesso = M 
|LuogoNascita = Oregon 
|GiornoMeseNascita = 3 marzo 
|AnnoNascita = 1840 
|LuogoMorte =  
|GiornoMeseMorte = 21 settembre 
|AnnoMorte = 1904 
|Epoca = 1800▼ 
|Epoca2 = 1900 
|Attività = condottiero 
▲|Epoca =  
|Nazionalità = nativo americano 
|PostNazionalità =  
|Immagine = Chief Joseph by Edward Sheriff Curtis.jpg 
▲|ForzaOrdinamento = Giuseppe, Capo 
}} 
== Biografia == 
Hinmaton Yalaktit era figlio di [[Giuseppe il Vecchio|Tuekakas]] ([[1800]]-[[1871]])<ref>[http://www.indianiamericani.it/ 
Capo Giuseppe, che insieme ad altri capi nativi disponeva di un piccolo esercito di 200 uomini, resistette all'imposizione di trasferirsi in Idaho dalla nativa valle del fiume [[Wallowa]]; ma, da convinto sostenitore della pace, nel [[1874]] rifiutò di partecipare a spedizioni contro i bianchi. La sua politica sembrò avere successo quando, nel [[1873]], un'ordinanza federale dispose l'evacuazione dei coloni, ma fu un fuoco di paglia. 
Nel [[1877]], infatti, la [[cavalleria]] agli ordini del generale [[Oliver O. Howard|Howard]] forzò finalmente la resistenza attaccando i Nasi Forati. Di fronte alla minaccia armata, Giuseppe si accorse che continuare a resistere non aveva senso. Condusse allora la sua gente, attraverso un'estenuante marcia di 2.740 km, dalle [[Blue Mountains (Oregon)|Montagne Blu]] dell'[[Oregon]] ai [[monti Bear Paw]] del [[Montana]] settentrionale, incalzato dai soldati statunitensi lanciati all'inseguimento. Nel corso della ritirata i nativi si trovarono più volte ad affrontare l'esercito, tenendo testa ai generali Howard e [[Nelson A. Miles|Miles]] e ai colonnelli [[John Gibbon|Gibbon]] e [[Samuel Davis Sturgis|Sturgis]] in quella che passò alla storia come la [[guerra dei Nasi Forati]]. 
Giuseppe contava di sconfinare in [[Canada]] sulle orme di [[Toro Seduto]], ma il 30 settembre [[1877]] lo attendeva l'inizio della decisiva [[battaglia dei Bear Paw]]. Respinto in un primo momento il generale Miles, i nativi non poterono che soccombere all'arrivo dell'[[artiglieria]]. L'ultima resistenza, condotta in condizioni meteorologiche estreme, permise comunque ad alcuni dei Nasi Forati di varcare il confine. 
{{quote|Sono stanco di combattere, i nostri capi sono tutti caduti, Looking Glass è morto, Toolhulhulsote è morto. Tutti gli anziani sono morti. Ora i giovani diranno si o no. Quello che guidava i giovani è morto. È freddo e non abbiamo coperte. I bambini muoiono di freddo. Alcuni della mia gente sono fuggiti sulle montagne e sono senza coperte e senza cibo. Nessuno sa dove questi siano, forse stanno morendo di freddo. Vorrei aver tempo per cercare i miei bambini e vedere quanti ne posso ancora trovare. Forse li troverò fra i morti. Ascoltatemi, capi! Sono stanco, il mio cuore è malato e triste. A cominciare da dove ora è il sole, io non voglio più combattere.|Capo Giuseppe<ref>Enzo Striano, ''Gli Eroi dell'uomo'', Antologia Epica per la scuola media, ed. Loffredo</ref>}}▼ 
Prima di arrendersi ai bianchi, Giuseppe pronunciò un ultimo discorso.<ref>Enzo Striano, ''Gli eroi dell'uomo. Antologia epica per la scuola media'', Loffredo editore.</ref> 
▲{{ 
La resa era avvenuta dietro l'accordo di poter tornare alle riserve d'origine, che i Nasi Forati avevano lasciato intraprendendo la lunga marcia. Ma la promessa non fu rispettata: Giuseppe e i suoi furono invece arrestati e deportati nell'[[Oklahoma]]. Capo Giuseppe morì di crepacuore<ref>Il medico dell'Agenzia certificò che era deceduto per un dolore esitato in morte, "''a «grief which ended in death»''" (Kent Nerburn, ''Chief Joseph & the Flight of the Nez Perce: The Untold Story of an American Tragedy'', New York, HarperOne, 2006, {{ISBN|9780061136085}}).</ref> anni dopo nella riserva di Fort Colville, nello [[Washington (stato)|stato di Washington]], e venne sepolto nel ''Nez Perce Cemetery'' a [[Nespelem]]. 
==Capo Giuseppe nella cultura di massa== 
==Note==▼ 
La storia di Capo Giuseppe e del suo popolo è stata raccontata nel [[Fiction televisiva|film per la televisione]] ''[[Indians (film)|Indians]]'' ([[1975]]), titolo originale ''I Will Fight No More Forever'', film statunitense del 1975, diretto da [[Richard T. Heffron]] e interpretato da [[James Whitmore]], [[Sam Elliott]], Ned Romero, Emilio Delgado e Nick Ramus.<ref>{{cita web|url=http://www.filmtv.it/film/10951/indians/|titolo=Indians|accesso=15 aprile 2016}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Television Westerns: Six Decades of Sagebrush Sheriffs, Scalawags, and Sidewinders|autore=Alvin H. Marill|editore=Scarecrow Press|anno=2011|isbn=9780810881334|lingua=en}}</ref> Il titolo originale del film è la frase con cui terminava il celebre discorso di resa a lui attribuito. 
▲== Note == 
<references/> 
== Altri progetti == 
{{interprogetto|q}} 
== Collegamenti esterni == 
*{{en}} {{cita web|url=http://www.u-s-history.com/pages/h3813.html|titolo=Chief Joseph|accesso=13-05-2009}} 
*{{cita web|url=http://www.farwest.it/?p=44|titolo=Capo Giuseppe dei Nez Percé|accesso=13-05-2009}} 
*{{cita web|url=http://www.indianiamericani.it/indiani_famosi/biografia.php/22/Capo%20Giuseppe.html|titolo=Biografia di Capo Giuseppe|accesso=02-04-2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100324062206/http://www.indianiamericani.it/indiani_famosi/biografia.php/22/Capo%20Giuseppe.html|dataarchivio=24 marzo 2010|urlmorto=sì}} 
{{Controllo di autorità}} 
[[Categoria:Capi tribù pellerossa|Giuseppe, Capo]]▼ 
{{Portale|biografie}} 
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