Vertemate con Minoprio: differenze tra le versioni

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{{Divisione amministrativa
|Nome = Vertemate con Minoprio
|Panorama =
|Didascalia =
|Bandiera = Vertemate con Minoprio-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Vertemate con Minoprio-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Lombardia
|Divisione amm grado 2 = Como
|Amministratore locale =Maurizio CapitaniRiccardo Pellizzari
|Partito = [[lista civica]] CambiaPer il conbene noicomune
|Data elezione =26 9-56-20142024
|Data rielezione =27-5-2019
|Data istituzione =
|Altitudine = 340
|Sottodivisioni = [[Minoprio]]
|Abitanti=4101
|Divisioni confinanti = [[Cadorago]], [[Cantù]], [[Cermenate]], [[Cucciago]], [[Fino Mornasco]]
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens/index.php?anno=2020&lingua=ita Dato Istat] - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
|Zona sismica = 4
|Aggiornamento abitanti=30-11-2020
|Sottodivisioni=[[Minoprio]]
|Divisioni confinanti=[[Cadorago]], [[Cantù]], [[Cermenate]], [[Cucciago]], [[Fino Mornasco]]
|Zona sismica=4
|Gradi giorno = 2555
|Nome abitanti = minopriesi, vertematesi
|Patrono =
|Festivo =Vertemate 17 gennaio - Minoprio(Vertemate), 15 agosto (Minoprio)
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Vertemate con Minoprio (province of Como, region Lombardy, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Vertemate con Minoprio nella provincia di Como
}}
 
'''Vertemate con Minoprio''' (''Vertemaa''<ref>{{Cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani. | 1996 | Garzanti | Milano | isbn=88-11-30500-4 | p=696 | url=https://archive.org/details/dizionarioditopo00unse/page/696 }}</ref> e ''Minòpri''<ref>{{Cita libro|cognome=Dante Olivieri|titolo=Dizionario di toponomastica lombarda|url=https://archive.org/details/toponomastica-lombarda/page/n172/mode/1up|accesso=2022-12-17|data=|anno=1961|editore=Casa Editrice Ceschina|p=346}}</ref> in [[dialetto comasco]]<ref group="N">Per il [[dialetto comasco]], si utilizza l'[[ortografia ticinese]], introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturale ''Famiglia Comasca'' nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria''.''</ref>, <small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/verteˈmaː/|lmo}} e {{IPA|/miˈnɔpri/|lmo}}) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:4101Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Como]] in [[Lombardia]].
 
== Geografia fisica ==
Vertemate con Minoprio sorge a nord-ovest di Milano nella Brughiera Briantea per buona parte nella Bassa Comasca. Dista 14 kilometri da Como, capoluogo di provincia.
 
Il suo territorio ha una superficie di 5,77&nbsp;km² e una popolazione di 4.162 abitanti, di cui ben il 55% ha una età compresa tra 30 e 65 anni, un saldo naturale positivo e un saldo migratorio negativo. Le donne superano di poche unità gli uomini (50,18% contro il 49,82% degli uomini). Il nuovo strumento urbanistico prevede un contenuto sviluppo demografico con una popolazione insediabile fino a 4.610 abitanti. Un dato prudenziale che limita eccessi e tende a recuperare abitazioni già esistenti. Valorizza un consistente patrimonio edilizio da ristrutturare e riadattare mantenendo le caratteristiche costruttive e paesaggistiche della tradizione locale, conservando la tipologia dei materiali tra cui figurano i laterizi e l'arco borgognone ellittico, lo stato preesistente con una eventuale nuova destinazione d'uso funzionale ai servizi e alle attività da realizzare.
 
Le strade comunali coprono 23&nbsp;km, quelle provinciali 3,5&nbsp;km (la frequentatissima ex [[Strada statale 35 dei Giovi]]: [[Genova]]-[[Milano]]-[[Chiasso]]).
Pur non avendo una propria stazione, il comune di Vertemate con Minoprio è attraversato per un breve tratto dalla ferrovia statale ([[LineaFerrovia Milano-Chiasso|linea Milano-Como-Chiasso]]; fermata più vicina Cantù Asnago) ed è molto vicino a una regionale (Ferrovie Nord Milano; fermate più vicine Cadorago e Fino Mornasco).
 
Il territorio comunale si trova a una media di circa 330 metri sul livello del mare, tra il piano delle morene glaciali, i paleoalvei di antiche lingue derivate dai ghiacciai principali, le ondulazioni dovute ai cumuli di detriti rocciosi, strati di loss di origine eolica e le prime colline della cintura alpina che hanno come cornice le Prealpi e le Alpi. Il comune è vicino al Lago di Como e ad altri piccoli laghi (Montorfano, Pusiano, Segrino, Alserio). Il territorio comunale risulta nel complesso molto ricco d'acqua, con alcune aree quasi paludose. Il corpo idrico di maggior interesse è il fiume [[Seveso]], che segue la linea di confine tra i comuni di [[Fino Mornasco]] e [[Cucciago]] scorrendo in una valle un tempo ricca di mulini e ancora oggi in gran parte boschiva, oltre al Seveso sono presenti altri piccoli corsi d'acqua e laghetti: la piccola roggia di Desio, il ruscello Rì, il minuscolo laghetto della Fondazione Minoprio, il laghetto della fornace e molti altri brevi corsi d'acqua. È da ricordare la sorgente perenne d'acqua potabile nei pressi dell'[[Abbazia di San Giovanni (Vertemate con Minoprio)|abbazia]], soggetto di antiche storie popolari.
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=== Fauna ===
Nel breve corso d'acqua Rì, che scorre nelle zone rurali vicino all'abitato di Minoprio prima di affluire nel fiume Seveso, è presente la rara specie di [[anuro]] [[Rana dalmatina]].
 
== Origini del nome ==
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{{vedi anche|Abbazia di San Giovanni (Vertemate con Minoprio)}}
 
Nel territorio comunale sorge l'abbazia di San Giovanni<ref name=":9">{{Cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO190-00154/?view=luoghi&offset=0&hid=2.502&sort=sort_int|titolo=Abbazia di S. Giovanni - complesso, Via Abbazia - Vertemate con Minoprio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali|accesso=2020-05-23}}</ref> Battista, fondata nel [[1084]]<ref>{{Cita|AA.VV.|p. 25|chiesa|titolo=Una chiesa tra lago e montagne}}.</ref>'''''<ref name=":05222" /><ref name=":11">{{Cita|TCI|p. 288|TCI99|titolo=Guida d'Italia [...]}}.</ref>''''' da un monaco benedettino milanese di nome Gerardo durante il suo ritorno da [[Cluny]]'''''.<ref name=":05222">{{cita|Belloni et al.|p. 111}}.</ref>'''''.''<ref name=":12">{{cita|Fabiani|S. Nicolò di Piona|Abbazie}}.</ref>'' Sorse in stile [[Romanico lombardo|romanico]],<ref name=":9" /> in un luogo ameno che ospitava i ruderi di una fortezza'''''<ref name=":06">{{cita|Borghese|p. 451}}.</ref>''''' che sovrastava una zona paludosa e solitaria della Valle del [[Seveso (fiume)|Seveso]] in prossimità della strada che collegava Milano con Como. Il suo circondario apparteneva all'antico territorio [[Longobardi|longobardo]] del [[Seprio]] ([[Castelseprio]] o [[Monastero di Torba|Torba]])
 
ConL'abbazia ilsi terminearticolava Abbazia si intendein un complesso di edifici monastici in cui venivano forniti importanti servizi che accompagnavano la vita religiosa, la meditazione e la preghiera. Ad esempio il refettorio, la stalla, il granaio, la cucina, il forno, la farmacia-erboristeria e liquoreria, un orto botanico di piante officinali e medicinali, una sorgente di acqua fresca e pura e soprattutto una chiesa, una biblioteca, un chiostro e tante celle per i monaci. Tutto il complesso era provvisto di mura e di una torre per l'avvistamento di nemici. Era considerato all'epoca un luogo sicuro, un rifugio per sbandati ed emarginati, ma anche un'accogliente dimora per personaggi importanti come [[Papapapa Urbano II]] o [[Ugo di Cluny|Sant'Ugo]], Abateabate di Cluny. Nel [[1095]] vi fu la consacrazione della Abbaziadell'abbazia da parte del [[Diocesi di Imola|Vescovovescovo di Imola]] Odone'''''<ref name=":06" />'''''. Nel [[1288]]'''''<ref name=":05222" />''''' si trovò coinvolta nella lotta tra Milano e Como e i Comaschi ne distrussero le mura, il chiostro e in parte la torre. I primi interventi di restauro furono effettuati solo duecento anni dopo nel [[1480]]'''''<ref name=":06" />''''', ma soltanto alla fine del Quattrocento, con [[Papapapa Sisto IV]] l'Abbaziaabbazia riacquistò completamente il suo antico splendore. Verso il 1800 la Chiesachiesa, ormai proprietà dei Marchesimarchesi [[Cusani (famiglia)|Cusani]] di [[Desio]] venne adibita a cascinale agricolo con ricovero per cavalli e attrezzi agricoli. Nel [[1960]] un avvocato milanese, il Dottdott. Piero Ricotti incaricò il Profprof. Clemente Bernasconi di dirigere e seguire i lavori di restauro con ingenti opere di ristrutturazione che a partire dal [[1970]] riportarono l'Abbaziaabbazia al suo aspetto originale.
 
All'interno della chiesa di San Giovanni si conservano resti di affreschi del XIV secolo'''''<ref name=":06" /><ref name=":12" />'''''.
 
==== Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ====
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{{D|Villa Raimondi (Vertemate)}}Le prime notizie riguardanti la costruzione della Villa Raimondi di Minoprio risalgono alla seconda metà del [[Settecento]], quando la sua edificazione fu affidata dalla famiglia [[Odescalchi]]<ref name=":122225" /> a [[Simone Cantoni]].'''''<ref name=":05222222422">{{cita|Belloni et al.|p. 249}}.</ref>''''' Gli interventi sono attestati nel [[1793]].<ref>{{Cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO190-00149/?view=luoghi&hid=2.502&sort=sort_int&offset=4|titolo=Villa Raimondi, Viale Raimondi, 54 - Vertemate con Minoprio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali|accesso=2020-05-23}}</ref> Come buona parte delle dimore degli Odescalchi, anche la villa di Minoprio passò successivamente alla famiglia Raimondi,<ref name=":122225" /> ricca e potente casata di [[Como]], che destinò la proprietà a residenza di campagna e di caccia. Oltre a questa villa i Raimondi avevano ville a [[Fino Mornasco]], [[Gironico]], [[Beregazzo con Figliaro|Beregazzo]], [[Villa Guardia|Mosino]] e Urago. Ma la più famosa di tutte fu [[Villa Olmo]] così chiamata per un possente e maestoso [[Ulmus|olmo]] posto davanti alla fontana, ereditata dai Raimondi dai Coniugi [[Odescalchi]] con cui si erano imparentati.
 
Notizie più remote ci portano a un Raimondi giunto a Minoprio con i [[Franchi]] di [[Carlo Magno]] e più recentemente, nel periodo di massimo splendore, a un [[Giorgio Giuseppe Raimondi|Giorgio nato l'8 marzo [[1801Raimondi]]<ref name=":12322232">{{cita|Mancini|p. 54|comunità|titolo=}}</ref>, che a Minoprio, nel periodo della caccia, aveva a disposizione servitori e cuochi per organizzare pranzi e cene e dare ospitalità a comitive numerose di cacciatori e agli accompagnatori al loro seguito. Il marchese Giorgio Raimondi fu un munifico sostenitore delle iniziative patriottiche e finanziò imprese [[Risorgimento|risorgimentali]] che purtroppo si dimostrarono un fallimento e lo portarono ad accumulare debiti.
 
Nel [[1849]] mentre [[Carlo Alberto]] riprendeva la guerra contro l'[[Austria]], Giorgio Raimondi con Pietro Nessi costituiva a Como un Governo provvisorio. Il 20 aprile [[1849]] dopo l'ordine di arresto degli Austriaci si rifugiò in [[Svizzera]] in [[CantoneCanton Ticino]]. Sua moglie Livia Giannone diede a Giorgio un erede maschio (Giorgio Raffaele) e tre figlie: Giulietta, Livia e Anna Maria. Una quarta detta "Giuseppina" venne riconosciuta dal Marchese Giorgio Raimondi come figlia naturale. Questa giovane nata il 17 marzo [[1841]], cresciuta in un clima di tensioni e di cospirazioni, era ardimentosa ed energica. Divenne famosa perché seguì il padre in esilio in Canton Ticino per poi passare clandestinamente da Mezzana in Lombardia, portando sul [[calesse]] nei doppi fondi con armi e proclami insurrezionali per i patrioti lombardi. Non c'è da stupirsi se pur avendo 18 anni era molto conosciuta dalla nobiltà milanese che lei frequentava come giovane libera e spregiudicata.
 
Al Caffè della Sincerità di Milano conobbe e frequentò Luigi Cairoli, figlio di una ricca famiglia che aveva fatto fortuna con l'allevamento del [[baco da seta]] e le filande. La "Marchesina Raimondi", come viene chiamata, ha un carattere forte e temerario tanto che si offre volontaria il 1º giugno [[1859]] per correre con il calesse incontro a [[Garibaldi]] (che ha 52 anni e [[Anita Garibaldi|Anita]] è già morta da quasi 10 anni) a [[Robanello]] in un'antica osteria, accompagnata da Don Luigi Giudici. Appena Garibaldi la incontra ne rimane abbagliato e riconosce in lei, ardimentosa e coraggiosa, il carattere e il temperamento della sua Anita. Nei successivi mesi di giugno e luglio, dopo la [[battaglia di San Fermo]] che sbaraglia gli Austriaci, Garibaldi s'innamora perdutamente della Marchesina. Vengono programmate le nozze per il 15 dicembre, rimandate al 24 gennaio per un improvviso attacco di tifo di Giuseppina. Tutto è pronto: i duecento invitati, la crema della aristocrazia risorgimentale comasca e milanese, attende la cerimonia che viene celebrata dal sacerdote Filippo Gatti nella chiesa immersa nel verde del parco secolare di Villa Raimondi a [[Fino Mornasco]]. Mentre gli sposi escono gioiosi e festanti dalla chiesa un messaggero si avvicina a Garibaldi e gli consegna una lettera. Garibaldi sorride, chiede scusa e si apparta. Man mano che legge il testo si rabbuia e diventa rosso per la rabbia. Si avvicina alla moglie, la afferra vigorosamente per un braccio e la trascina sul belvedere. La Marchesina, febbricitante e infreddolita, gli conferma il contenuto della lettera e per tutta risposta riceve uno sferzante insulto dal marito. Poi la sposa fugge dalla villa e Garibaldi, uscendo da un cancelletto secondario, parte immediatamente a cavallo, lasciando tutti gli invitati di stucco, in mezzo allo stupore, alla incredulità, allo sgomento e alla vergogna. Giuseppina aveva un amante: un giovane militare, ufficiale del piccolo esercito garibaldino di cui si era invaghita pazzamente.
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*{{Cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Una chiesa tra lago e montagne - A Giovanni Paolo II|annooriginale=1996|editore=La Provincia S.p.A. Editoriale|città=Como-Lecco|cid=chiesa}}
*{{Cita libro|curatore=Touring Club Italiano|titolo=Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano)|url=|annooriginale=1999|editore=Touring Editore|città=Milano|cid=TCI99|ISBN=88-365-1325-5}}
*{{cita libro|Giorgio|Castiglioni|autore2=Ivo Mancini|Colverde da tre comuni a una sola storia|2024|Edizioni Salin|Olgiate Comasco|cid=Castiglioni}}
 
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