Andrea Appiani: differenze tra le versioni

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[[File:Andrea Appiani, autoritratto, Pinacoteca di Brera Milano.jpg|alt=|miniatura|Autoritratto, Pinacoteca di Brera]]
{{citazione|L'alacrità con cui egli si diede agli studi più profondi dell'arte, l'amore infinito ardentissimo del bello a cui educò la propria anima, il sentimento della delicatezza ch'egli si procacciò […] svilupparono ed accrebbero i doni della natura. Ed Appiani può dirsi per eccellenza il Pittore del secolo|[[Giovanni Berchet]]<ref>{{cita|Berchet|p. 4|BG}}.</ref>}}
{{Bio
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|GiornoMeseMorte = 8 novembre
|AnnoMorte = 1817
|Attività = pittore
|Epoca = 1700
|Epoca2 = 1800
|Attività = pittore
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Appiani-Autoritratto 1790 - 1799 Brera.jpg
|Didascalia = ''Autoritratto'', Pinacoteca di Brera
}}
 
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}}
=== Giovinezza ===
Andrea Appiani nacque a [[Milano]] il 31 maggio 1754 dal medico Antonio Appiani e da Marta Maria Liverta Jugali. Battezzato nella parrocchia di [[chiesa di San Carpoforo (Milano)|San Carpoforo]] con i nomi di Giovanni, Andrea e Melchiorre,<ref>{{Cita libro
|titolo = Iscrizioni delle chiese e degli altri edifici di Milano dal secolo VIII ai giorni nostri
|autore = [[Vincenzo Forcella|Forcella, Vincenzo]]
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|url_capitolo =
|p = 27
|pp =
|posizione =
|ISBN = no
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}}</ref> il padre sperava di farne un buon medico: nel 1769-70, quand'aveva quindici anni, non era però ancora arrivato a studiare «rettorica» nelle scuole pubbliche di Milano che già si manifestò in lui la vocazione artistica, suscitata dalla copia di numerose stampe e dal disegno di qualche testa dal vivo. Fu per questo motivo che il padre, nel 1769, allocò il giovane figlio dapprima sotto la guida di un «maestro ''mediocrissimo''»,<ref name=B306/> e poi nella scuola privata di [[Carlo Maria Giudici]], pittore e scultore di vaglia che allora godeva in città di una distinta notorietà, anche grazie al sodalizio con [[Anton Raphael Mengs]]. Negli anni in cui fu allievo del Giudici l'apprendista pittore poté ampliare la propria cultura figurativa e ricevere i primi rudimenti del disegno, studiando e riproducendo le opere dei grandi maestri rinascimentali, quali [[Raffaello Sanzio]] e [[Giulio Romano]]. Frequentò poi lo studio all'Accademia Ambrosiana del frescante [[Antonio De Giorgi]], con il quale approfondì pittura a confronto diretto col modello di Leonardo e del Luini; passò quindi all'''atelier'' di [[Martin Knoller]], che gli trasmise le tecniche dell'[[affresco]] e del [[chiaroscuro]]. Lasciò il Knoller per [[Giuliano Traballesi]], dal gusto spiccatamente più barocco: fu per questo che Appiani non apprezzò i suoi insegnamenti, tanto che fra i camerati godeva fama di «seccone». Ciò malgrado, in questo giro d'anni poté stringere amicizia con le più eminenti personalità artistiche del tempo: [[Gaetano Monti]], condiscepolo di anatomia presso l'Ospedale Maggiore, gli fu amico per tutta la vita; [[Giuseppe Piermarini|Piermarini]], [[Domenico Aspari|Aspari]], [[Giuseppe Parini|Parini]] (anche la famiglia Appiani, tra l'altro, era originaria di [[Bosisio Parini|Bosisio]]), [[Giocondo Albertolli|Albertolli]], e pure il [[Vincenzo Monti|Monti]] ed il [[Foscolo]], benché conosciuti più tardi, furono tutti tra i suoi intimi.
 
Mortogli il padre, Appiani attraversò un periodo segnato da vicissitudini e sofferenze, e per vivere dovette adattarsi a lavori diversi per ritrarne mezzo di sussistenza:<ref>{{cita|Bergamaschi|p. 307|GB}}.</ref> dipinse scene e costumi per il [[teatro alla Scala]], decorò carrozze, eseguì fiori su seta. Il termine di questo periodo di attività spuria buona a ''toutfaire'' venne sancito dall'esecuzione dell'affresco dei ''Santi Vitale e Valeria, Gervasio e Protasio'' per la chiesa di [[Caglio (Italia)|Caglio]] (1777), con la quale iniziò ad affermarsi presso il grosso pubblico. In questi anni realizzò anche quattro tempere per il conte [[Ercole Silva]] raffiguranti ''il Ratto di Europa'' (1778-79), una ''Natività'' per la Collegiata di Santa Maria ad [[Arona]] (1782), ed affreschi al [[palazzo Diotti]] (oggi sede della prefettura di Milano) e alla chiesa parrocchiale di [[Rancate (Triuggio)|Rancate]]; grazie ai lavori bozzettista e scenografo alla Scala, inoltre, ebbe modo di visitare [[Firenze]] su invito di [[Domenico Chelli]]. Anche nel quinquennio tra il 1786 e il 1790 Appiani venne febbrilmente assorbito nell'attività di decoratore, che lo vide impegnato al [[duomo di Monza]] (dove costruì nel 1798 l'Altare Maggiore), in palazzo Busca alle Grazie, in [[palazzo Litta]], in casa Orsini Falcò, in [[palazzo Greppi]] e nella [[Villa Reale di Monza]], nella cui [[Rotonda dell'Appiani|Rotonda delle Serre]] eseguì il fondamentale ciclo della ''Storia d'Amore e Psiche'' per l'[[Ferdinando d'Asburgo-Este|Arciduca Ferdinando d'Asburgo]].
[[File:Royal Villa of Monza, rotonda dell'Appiani, Amore e Psiche 02.jpg|thumb|Villa Reale di Monza, ''Storie di Amore e Psiche'', 1791]]
 
=== L'astro napoleonico ===
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Il 28 aprile 1813 fu un giorno assai funesto per l'Appiani: mentre infatti proseguiva l'intensa attività decorativa nel Palazzo Reale con la decorazione della sala di corte, fu colpito improvvisamente da un [[attacco apoplettico]]. Le sue facoltà motorie cominciarono lentamente a scemare, per poi giungere alla paralisi: l'artista, fra l'inerzia e il dolore, trascorse il resto della sua vita nell'abitazione meneghina a corso Monforte, per poi morire l'8 novembre 1817, due anni dopo l'effettivo tramonto dell'epoca napoleonica.
[[File:Villa reale, Milano - Andrea Appiani (1754–1817), il Parnaso, Apollo e le Muse (Carlo Dell'Orto) 19.JPG|miniatura|''Parnaso'', affresco, Villa reale, Milano]]
La scomparsa di Andrea Appiani suscitò unanime cordoglio, sia tra i contemporanei che tra i discepoli ([[Antonio De Antoni]], [[Carlo Prajer]], [[Angelo Monticelli]], [[Giuseppe Bossi]]),<ref>{{cita|Caimi|pp. 48–4948-49|AC}}.</ref> tanto che la sua dimora presentò in quei giorni un grandissimo concorso di folla; i funerali, celebrati il 10 novembre 1817, furono solenni, e la salma venne riposta nel [[cimitero di San Gregorio]], fuori da Porta Venezia, poi demolito alla fine dell'Ottocento. Sulla tomba parlò [[Giovanni Berchet]], con un toccante elogio funebre:<ref>{{cita|Berchet|pp. 3-4|BG}}.</ref>
{{citazione|Questo cadavere intorno a cui ci raduna l'onor nazionale e l'entusiasmo dell'ammirazione, questo cadavere era Andrea Appiani pittore. […] Un insulto dell'apoplessia ruppe tutte le nostre speranze, ed egli non è più. La chiarezza dell'ingegno, la dolcezza de' modi, le virtù familiari e cittadine, l'arte squisita, tutto insomma che più fa illustre su questa terra, tutto perdemmo in lui, e di lui non ci resta che questo cadavere e questo nome.}}
Vi furono altre eminenti personalità del tempo a celebrare brevemente il merito di Appiani nell'arte. Nel 1826, a testimonianza del suo riconoscimento artistico, venne eretto un monumento marmoreo nelle sale di Brera, frutto dello scalpello di [[Bertel Thorvaldsen|Thorvaldsen]],<ref>{{cita|Bergamaschi|p. 323|GB}}.</ref> e Longhi scrisse un altro elogio di lui. Sempre a Brera è esposto, a lato di quello del Canova, un altro busto ritraente l'Appiani, stavolta realizzato dal Marchesi.<ref>{{cita|Bergamaschi|p. 324|GB}}.</ref>
 
=== Massoneria ===
[[Massoneria|Massone]], Andrea Appiani fu membro della Loggia milanese "La Concordia", fondata nel 1783 da [[Johann Joseph Wilczek|Johann Joseph von Wilczek]], dove risulta col grado di compagno in una lista degli iscritti del 1785<ref>[[Carlo Francovich]], ''Storia della Massoneria in Italia, i Liberi Muratori italiani dalle origini alla Rivoluzione francese'', Milano, Ed. Ghibli, 2013, p. 367.</ref> Durante l’era napoleonica, sotto il [[Grande Oriente d'Italia]], appartenne alla loggia Amalia Augusta e successivamente fu [[maestro venerabile]] della loggia Royale Josephine. In quegli anni, ricoprì anche il ruolo di guardasigilli del Grande Capitolo Generale della Massoneria Italiana. Alla fondazione del Grande Oriente d’Italia a Milano nel 1805, venne nominato Grande Ufficiale in carica.
 
== L'''uomo'' Appiani ==
[[File:8812 Milano - Via Manzoni - Palazzo Brentani - Andrea Appiani - Foto Giovanni Dall'Orto 14-Apr-2007.jpg|thumb|Busto di Andrea Appiani nella facciata di Palazzo Brentani a Milano]]
Il poeta Francesco Gianni, infine, offre con il suo ''Ritratto del cavaliere Andrea Appiani'' una descrizione della fisiognomiadell'aspetto dell'artista assai vivida, delineandone anche l'influenza artistica esercitata su Appiani da [[Raffaello Sanzio]] nella sua produzione e queldescrivendo il sorriso indice del suo carattere ironico dell'artista:<ref>{{cita|Gianni|p. 146|GG}}.</ref>
{{citazione|Atletica struttura, in grigi fiocchi<br>Sparsa ha la Chioma, rosseggiante il viso<br>Rilevate le nari, azzurri gli occhi<br>E il labbro adorno di un non finto riso:<br>Libera man, che con Dedalei tocchi<br>Il bello pinge in armonia diviso:<br>Tenero Amico, e Padre, e Cittadino,<br> L'Emulo è questi del Pittor d'Urbino.}}
 
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{{Albero genealogico |||SON1|||SON2||SON3|||SON4|~|~|y|~|~|~|STR|SON1=<small>Caroline Constance Marie-Antoinette</small>|SON2=Laetizia Appiani|SON3=Costanzo Appiani|SON4=Raffaele Appiani|STR=Giuseppa Strigelli}}
{{Albero genealogico | | | ||| | |||||||||||||||! | | |}}
{{Albero genealogico | | | ||| | |||||||||||ASF|-|^|ANDRR | | | ANDRR=[[Andrea Appiani "il giovane"]]|ASF=altri sei fratelli<ref name=ses/>}}
{{Albero genealogico/fine}}
Si può notare come Appiani, da Costanza Bernabei, ebbe quattro figli: Caroline Constance Marie-Antoinette, Laetizia, Costanzo e Raffaele. Quest'ultimo, sposatosi con Giuseppa Strigelli, ebbe come primogenito un figlio di nome Andrea, spesso citato come «[[Andrea Appiani il Giovane]]» per distinguerlo dal grande avo.<ref>{{Cita libro|titolo = Appiani, Andrea il Giovane|città = Roma|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-il-giovane-appiani/|accesso = 3 aprile 2016|collana = Enciclopedia Italiana|editore=Treccani}}</ref><ref name=ses>{{cita web|url=http://geneall.net/it/name/2264178/raffaele-appiani/|titolo=Raffaele Appiani|accesso=3 aprile 2016|editore=Geneall}}</ref> Nato a Milano nel 1817, Andrea Appiani il giovane ebbe come maestri [[Tommaso Minardi]] e [[Francesco Hayez]], dal cui influsso elaborò il proprio stile personale, fondato su un purismo di maniera e un manierato romanticismo. Fu, tuttavia, un pittore assai mediocre, per di più oppresso dalla celebrità del nonno: di lui, infatti, si hanno solo fuggevoli cenni e un poverissimo numero di opere, che si esaurisce in alcuni quadri storici (''Corradino di Svevia sul patibolo'', ''Il Ritrovamento di Mosè''), in freddi ritratti e nella decorazione di palazzi e della chiesa di Bolbeno.<ref name=jo/>
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.wwmm.org/storie/storia.asp?id_storia=474&pagina=2&project=0|titolo=Giuseppe Longhi, Ritratto di Andrea Appiani, Monza, Musei Civici|accesso=7 marzo 2008|dataarchivio=9 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140409093735/http://www.wwmm.org/storie/storia.asp?id_storia=474&pagina=2&project=0|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.artcyclopedia.com/artists/appiani_andrea.html|Andrea Appiani in Artcyclopedia}}
* {{cita web|
 
https://www.grandeoriente.it/il-31-maggio-del-1754-nasceva-a-milano-il-fratello-andrea-appiani-ritrattista-di-napoleone-ed-esponente-di-spicco-del-neoclassicismo/|Il 31 maggio del 1754 nasceva a Milano il fratello Andrea Appiani, ritrattista di Napoleone ed esponente di spicco del neoclassicismo}}
{{Storia dell'arte di Milano}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Andrea Appiani| ]]
[[Categoria:Studenti dell'Accademia di belle arti di Brera]]
[[Categoria:Membri dell'Istituto di Scienzescienze, Letterelettere ed Arti (1802-1838)arti]]
[[Categoria:Massoni]]
[[Categoria:Neoclassicismo]]
[[Categoria:Sepolti nel cimitero di San Gregorio]]
[[Categoria:Ritrattisti]]