Giuseppina Arcucci: differenze tra le versioni

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Il decreto di soppressione delle corporazioni religiose del 7 luglio 1866, n. 3036, prevedeva, in linea generale, l'incameramento dei beni degli ordini religiosi e la loro soppressione. Per quanto riguarda nello specifico le monache (art. 6) il decreto concedeva loro la facoltà di continuare a vivere nella casa, o in una parte della medesima, assegnata loro dal Governo, previa espressa e individuale domanda presentata da parte delle religiose tre mesi dalla pubblicazione del decreto, tuttavia, qualora il numero delle monache fosse ridotto a sei o nel caso che il Governo per esigenze di ordine pubblico, previo parere del Consiglio di Stato, lo ritenesse opportuno, esse potevano essere concentrate (trasferite) in un'altra casa. I comuni o le province, da parte loro, potevano fare richiesta delle case abitate dalle religiose e dai religiosi nel momento in cui le stesse abitazioni fossero rimaste sgombre, a condizione, però, che tali edifici venissero adibiti a scuole, asili infantili, ricoveri di mendicità, ospedali oppure destinati ad altre opere di beneficenza e pubblica utilità (art. 20)<ref>{{Cita legge italiana|tipo=RD|anno=1866|mese=7|giorno=7|numero=3036}}</ref>.
 
Al fine di evitare la chiusura dell'educandato, l'allora vescovo di Ariano di Puglia Francesco Trotta, aiutato dal ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti, Pasquale Stanislao Mancini, deputato del collegio di Ariano, e dal sindaco di Ariano di Puglia, Emilio Figlioli, fondò in una parte dell'ex monastero la Pia Casa d'Istruzione e Lavoro, la quale venne aperta il 21 novembre 1877 e istituita ufficialmente con decreto vescovile il giorno 8 dicembre dello stesso anno, data in cui venne presentata ufficialmente alla diocesi<ref>{{Cita|B. Carderi (1977)|pp. 11 - 87.}}</ref>.
In vista dell'apertura della Pia Casa di Lavoro, tenendo presente la difficoltà da parte delle monache di poter mantenere un efficiente funzionamento nella nuova istituzione, il vescovo Francesco Trotta si rivolse al presbitero [[Tommaso Maria Fusco]], fondatore della Congregazione delle Suore [[Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue]], con sede a [[Pagani (Italia)|Pagani]], il quale inviò alcune "sue" religiose ad affiancare le monache benedettine. Del resto furono le stesse monache benedettine le quali, ben consapevoli della necessità di avere un aiuto per continuare all'interno del monastero l'opera di educandato, con deliberazione capitolare del 20 agosto 1877 affermarono la necessità per loro di un aiuto da parte di suore patentate, le quali avrebbero, inoltre, prestato assistenza anche alle monache più anziane, fermo restando che le stesse religiose benedettine avrebbero, fin quando fosse stato possibile, continuato a occuparsi dell'amministrazione e dell'insegnamento nell'educandato. Tale deliberazione fu, poi, inviata al vescovo Francesco Trotta per l'approvazione, concessa in data 1º settembre 1877<ref>{{Cita|B. Carderi (1977)|pp. 85-86.}}</ref>. Nonostante l'arrivo delle religiose da Pagani si rese necessario trovare altre due maestre per lo svolgimento delle attività didattiche. Fu così che Tommaso Maria Fusco conobbe Ernestina Maria Luisa, la quale giunse presso la Pia Casa il giorno 11 settembre 1878<ref>{{Cita|B. Carderi (1987)|p. 74.}}</ref>.
 
Dopo meno di due anni di permanenza nella Pia Casa, la giovane Ernestina decise di entrare a far parte della Congregazione delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue. Iniziò il suo percorso di noviziato il 15 maggio 1880, non presso la Casa madre di Pagani, bensì ad Ariano di Puglia sotto la guida del vescovo Francesco Trotta, assieme ad altre sue compagne. Fece, poi, la sua professione religiosa il 15 maggio 1881 (vigilia della Solennità di Pentecoste) scegliendo come nome da religiosa quello di suor Giuseppina, in ossequio a San Giuseppe, sposo di Maria e padre putativo di Gesù, sotto la cui tutela la Pia Casa era stata istituita<ref>{{Cita|B. Carderi (1977)|p. 142.}}</ref>; difatti, quella parte dell'ex monastero dove erano alloggiate le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue era denominata proprio "Ritiro San Giuseppe"<ref>{{Cita|B. Carderi (1977)|p. 21.}}</ref>. Suor Arcucci, tuttavia, pareva non essere stata permeata della spiritualità propria della Congregazione nella quale aveva professato e anche i rapporti con Tommaso Maria Fusco sembrano non siano andati mai oltre un semplice approccio iniziale. Del resto il fatto di aver compiuto il periodo di noviziato e la successiva professione religiosa ad Ariano di Puglia e non a Pagani la orientò maggiormente verso l'Ora et Labora benedettino<ref>{{Cita|B. Carderi (1987)|p. 73.}}</ref>.
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Il nuovo vescovo di Ariano di Puglia, mons. Cosimo Agostino, non ebbe dal principio simpatia per le religiose<ref>{{Cita|G. Cittadini|pp. 70-72.}}</ref>, come non ne ebbe in sede vacante il vescovo di Lucera e amministratore apostolico di Ariano di Puglia Lorenzo Chieppa<ref>{{Cita|B. Carderi (1987)|pp. 102-103.}}</ref>, il quale formulò alla Santa Sede considerazioni poco favorevoli alle Suore dello Spirito Santo. Tuttavia, mons. Cosimo Agostino nel corso del tempo mutò questa sua posizione, tant'è vero che il 22 febbraio 1918 manifestò al Papa la sua volontà di riconoscere l'Associazione delle Suore dello Spirito Santo come congregazione di diritto diocesano, al fine di garantirle maggiore stabilità e favorirne lo sviluppo<ref>{{Cita|B. Carderi (1987)|pp. 105-107.}}</ref>. Anche mons. Giuseppe Lojacono, successore di mons. Cosimo Agostino, consapevole dei riconoscimenti ricevuti dalla Pia Casa, non esitò a concedere il suo appoggio a suor Giuseppina e alle sue consorelle<ref>{{Cita|M. Grechi|p. 55.}}</ref>.
 
L'operosità di suor Giuseppina Arcucci e delle "sue" figlie fu notevole. Gli alunni della Pia Casa si distinguevano spesso nei gradi successivi di studio per educazione e diligenza, mentre ai bisognosi venivano riservate tutte le attenzioni e cure possibili. Gli echi di questa operosità si diffusero ampiamente in diverse regioni del Centro e Sud Italia al punto che molti, tra vescovi, autorità civili, e privati cittadini, chiesero l'invio di suore per la direzione o il semplice servizio presso asili, scuole, ospedali, cliniche private, colonie marittime e montane, seminari, parrocchie. Di seguito solo alcune delle città dove le Suore dello Spirito Santo svolsero il loro servizio: [[Napoli]], [[Bari]], [[Alberobello]], [[Pescina]], [[Roma]], [[San Cesareo]], [[Macerata]], [[Subiaco]], [[Trevico]], [[Roseto Valfortore]]<ref>Notizie su alcune delle case filiali sono riportate in:{{Cita libro|titolo=Il 75° di fondazione dell'Istituto delle Suore dello Spirito Santo di Ariano Irpino 1877 – 1952|anno=1953|editore=Congregazione delle Suore dello Spirito Santo di Ariano Irpino|SBN=IT\ICCU\BRI\0446139BRI0446139}}</ref>. Anche i lavori di ricamo e cucito realizzati dalle stesse religiose, dalle orfanelle e dalle giovani delle scuole di lavoro e dei laboratori di ricamo della Pia Casa di Ariano Irpino e di altre case filiali, riscossero notevole successo e molti di essi vennero in diverse occasioni esposti e premiati nelle maggiori fiere campionarie italiane<ref>{{Cita|M. Battista|pp. 45-46.}}</ref>.
 
Un importante, quanto triste, evento nel quale suor Giuseppina Arcucci e le altre suore svolsero un'opera umanitaria ragguardevole fu il [[terremoto dell'Irpinia e del Vulture del 1930]]. Nonostante i danni subiti in una parte dell'edificio della Pia Casa e una conseguente riduzione degli spazi necessari per lo svolgimento delle attività quotidiane dell'Istituto, le suore ospitarono un ospedale da campo nel quale prestarono il loro servizio al fine di alleviare le sofferenze dei feriti e dare ristoro ai soccorritori<ref>{{Cita|R. Capobianco (1932)}}.</ref>. A poco più di due anni dal disastro tellurico giunse un riconoscimento atteso fin dai tempi di mons. Francesco Trotta: l'erezione in [[ente morale]] della Pia Casa d'Istruzione e Lavoro di Ariano Irpino, ricevuto con Regio Decreto nel settembre 1932<ref>{{Cita legge italiana|tipo=RD|anno=1932|mese=9|giorno=15|numero=1363}}</ref><ref>{{Cita|R. Capobianco (1932)|pp. 179-186}}.</ref>. Oltre a questo riconoscimento nello stesso periodo ci fu un altro importante evento, ossia la donazione alla Pia Casa dei locali oggetto di contesa con il Comune da parte del commissario prefettizio di Ariano Irpino Amleto Aleandri<ref>{{Cita|M. Battista|p. 46.}}</ref>.
 
===La morte===
L'attività caritativa di suor Giuseppina Arcucci andò avanti, nonostante i malanni e l'avanzare dell'età, fino alla morte sopraggiunta la sera del 21 gennaio 1940, dopo essersi ammalata di ''angina pectoris''<ref>{{Cita|R. Capobianco (1949)|p. 40.}}</ref>. La sua scomparsa lasciò nello sgomento coloro che ebbero modo di conoscerla e averne sperimentato la bontà al punto di considerarla fin da subito una santa<ref>{{Cita web|url=https://www.suoredellospiritosanto.org/cronaca-della-morte-della-serva-di-dio-giuseppina-arcucci/|titolo=Cronaca della morte della Serva di Dio Giuseppina Arcucci|accesso=2022-03-25|data=2022-01-21|dataarchivio=25 marzo 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220325140647/https://www.suoredellospiritosanto.org/cronaca-della-morte-della-serva-di-dio-giuseppina-arcucci/|urlmorto=no}}</ref>. Le spoglie mortali di suor Giuseppina Arcucci, dapprima tumulate nel cimitero di Ariano Irpino, vennero poi, traslate presso la chiesa di Sant'Anna di Ariano Irpino il 6 luglio 1975<ref>Per la cronaca dell'evento:{{Cita libro|titolo=Madre Giuseppina Arcucci torna in benedizione tra le sue figlie|data=1976|editore=Casa Generalizia Suore dello Spirito Santo|città=Roma|SBN=IT\ICCU\TER\0040563TER0040563}}</ref>. La fama di santità di suor Giuseppina Arcucci si diffuse nel corso del tempo al punto da spingere la Congregazione delle Suore dello Spirito Santo, riconosciuta congregazione di diritto pontificio il 23 dicembre 1948<ref name="suoredellospiritosanto.org" />, a promuoverne la Causa di beatificazione e canonizzazione. Questa possibilità ha iniziato a divenire sempre più concreta, soprattutto dopo il parere favorevole dei vescovi della Conferenza Episcopale Campana all'introduzione della Causa, il 25 gennaio 2021<ref>{{Cita web|url=http://www.diocesiarianolacedonia.it/index.php/notizie/causa-di-beatificazione-e-canonizzazione-della-serva-di-dio-madre-giuseppina-arcucci|titolo=Causa di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio “Madre Giuseppina Arcucci”|cognome=Melillo|nome=Sergio|accesso=2022-03-25|dataarchivio=26 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210126170916/http://www.diocesiarianolacedonia.it/index.php/notizie/causa-di-beatificazione-e-canonizzazione-della-serva-di-dio-madre-giuseppina-arcucci|urlmorto=no}}</ref>, il nulla osta della Congregazione per le Cause dei Santi, del 20 gennaio 2022, e il successivo editto indirizzato ai fedeli cattolici della [[diocesi di Ariano Irpino – Lacedonia]] dal vescovo Sergio Melillo, datato 2 febbraio 2022<ref>{{Cita web|url=https://www.suoredellospiritosanto.org/un-altro-passo-verso-linizio-della-causa-di-beatificazione-e-canonizzazione-della-serva-di-dio-giuseppina-arcucci/|titolo=Un altro passo verso l’inizio della Causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio Giuseppina Arcucci|accesso=2022-03-25|data=2022-03-10|dataarchivio=25 marzo 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220325140632/https://www.suoredellospiritosanto.org/un-altro-passo-verso-linizio-della-causa-di-beatificazione-e-canonizzazione-della-serva-di-dio-giuseppina-arcucci/|urlmorto=no}}</ref>. La Causa di beatificazione e canonizzazione è stata introdotta proprio da mons. Sergio Melillo alcuni mesi dopo, per la precisione in data 21 maggio 2022<ref>{{Cita web|url=https://www.suoredellospiritosanto.org/inizio-causa-di-beatificazione-e-canonizzazione-della-serva-di-dio-giuseppina-arcucci/|titolo=Inizio Causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio Giuseppina Arcucci|accesso=2022-05-31|sito=www.suoredellospiritosanto.org|data=2022-05-26}}</ref>.
 
== Museo ==
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* {{Cita news|titolo=La città di Ariano e il monastero delle benedettine|pubblicazione=La Domenica de il Quotidiano del sud|autore=Antonio Alterio|data=15 aprile 2018|cid=A. Alterio (15 aprile 2018)}}
* {{Cita news|titolo=Quando Franza scrisse a Madre Arcucci|pubblicazione=La Domenica de il Quotidiano del sud|autore=Antonio Alterio|data=6 settembre 2020|cid=A. Alterio (6 settembre 2020)}}
* {{Cita libro|titolo=La Pia Casa di Lavoro – Una casa del popolo in Ariano 1877 – 1977|autore=Benedetto Carderi O.P.|curatore=Suore dello Spirito Santo|anno=1977|editore=Eurosia|città=Roma|SBN=IT\ICCU\AQ1\0069136AQ10069136|cid=B. Carderi (1977)}}
*{{Cita libro|titolo=Giuseppina Arcucci dalla Casa del Popolo al Cenacolo dello Spirito|autore=Benedetto Carderi O.P.|anno=1987|editore=Casa Generalizia Suore dello Spirito Santo|città=Roma|SBN=IT\ICCU\TER\0040699TER0040699|cid=B. Carderi (1987)}}
* {{Cita libro|titolo=Sul Tricolle dell’Irpinia Una incomparabile educatrice – Suor Giuseppina Arcucci|autore=Giovanni Cittadini|anno=1959|editore=Opera Mater Misericordie|città=Macerata|SBN=IT\ICCU\NAP\0233715NAP0233715|cid=G. Cittadini}}
* {{Cita libro|titolo=Una Madre per tutti – Giuseppina Arcucci|autore=Mario Grechi|anno=1990|editore=Casa Generalizia Suore dello Spirito Santo|città=Roma|SBN=IT\ICCU\NAP\0236689NAP0236689|cid=M. Grechi}}
* {{Cita libro|titolo=Il primo mezzo secolo di vita dell’istituto Suore dello Spirito Santo nella Pia Casa d’Istruzione e Lavoro|autore=Riccardo Capobianco|anno=1929|editore=Stabilimento Tipografico Apullo – Irpino|città=Ariano di Puglia|SBN=IT\ICCU\SBL\0409523SBL0409523|cid=R. Capobianco (1929)}}
* {{Cita libro|titolo=L’opera di soccorso prodigata da le Suore dello Spirito Santo ne la Pia Casa d’Istruzione e Lavoro dopo il terremoto del Vulture 23 luglio 1930|autore=Riccardo Capobianco|anno=1932|editore=Premiata Tipografia R. Mariano e figli|città=Ariano Irpino|SBN=IT\ICCU\SBL\0409521SBL0409521|cid=R. Capobianco (1932)}}
* {{Cita libro|titolo=Suor Giuseppina Arcucci – Fondatrice de l’Istituto delle Suore dello Spirito Santo|autore=Riccardo Capobianco|anno=1949|editore=Scuola Tipografica Villa Russo|città=Napoli|SBN=IT\ICCU\TER\0040903TER0040903|cid=R. Capobianco (1949)}}
* {{Cita libro|titolo=Nomi e volti di un esercito dimenticato – Gli ufficiali dell’esercito napoletano del 1860-61|autore=Roberto M. Selvaggi|anno=1990|editore=Grimaldi & Company Editori|città=Napoli|SBN=IT\ICCU\PAL\0021741PAL0021741|cid=R. M. Selvaggi}}
* {{Cita libro|titolo=Nuovo diario arianese / Felice Mazza; note di Stanislao Scapati|autore=Felice Mazza|anno=1995|editore=La Ginestra|città=Avellino|SBN=IT\ICCU\NAP\0233359NAP0233359}}
* {{Cita libro|titolo=Il 75° di fondazione dell'Istituto delle Suore dello Spirito Santo di Ariano Irpino 1877 – 1952|anno=1953|editore=Congregazione delle Suore dello Spirito Santo di Ariano Irpino|SBN=IT\ICCU\BRI\0446139BRI0446139}}
* {{Cita libro|titolo=Madre Giuseppina Arcucci torna in benedizione tra le sue figlie|data=1976|editore=Casa Generalizia Suore dello Spirito Santo|città=Roma|SBN=IT\ICCU\TER\0040563TER0040563}}
* {{Cita libro|titolo=Giuseppina Arcucci: una Madre sempre attuale|autore=Michele Battista|anno=2011|editore=Congregazione delle Suore dello Spirito Santo|città=Ariano Irpino|cid=M. Battista}}
* {{Cita libro|titolo=I Conservatori femminili a L’Aquila nell’Ottocento – Carità “educatrice”, istruzione e modelli di vita|autore=Olga Di Loreto|anno=2001|editore=Aracne editrice|città=ArricciaIT\ICCU\CFI\1008761}}