Giovanni Diodati: differenze tra le versioni
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{{NN|cristianesimo|febbraio 2016|arg2=religiosi}}
{{Bio
|Nome = Giovanni
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|GiornoMeseMorte = 13 ottobre
|AnnoMorte = 1649
|Epoca = 1600
|Attività = teologo
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = nato in [[Svizzera]] e di fede [[protestante]]
|Immagine = Jean_Diodati_(1576-1649),_th%C3%A9ologien_genevois,_professeur_%C3%A0_l%27Acad%C3%A9mie,_recteur_de_1608_%C3%A0_1610,_a_traduit_la_Bible_en_fran%C3%A7ais_et_en_italien.jpg
}}
Apparteneva alla nobile [[Famiglia Diodati|famiglia dei Diodati]], famiglia [[Lucca|lucchese]] convertitasi al [[calvinismo]], fu professore di [[lingua ebraica]] all'[[Università di Ginevra|Accademia di Calvino]] a [[Ginevra]], [[Pastore (religione)|pastore]] dal
== Origini della famiglia Diodati ==
Giovanni Diodati nacque a Ginevra il 3 giugno 1576. La sua famiglia proveniva da [[Lucca]], dove era stata convertita al [[Protestantesimo]] durante il soggiorno di [[Pietro Martire Vermigli]] in quella città. I membri della famiglia Diodati, una delle più antiche famiglie della [[Repubblica di Lucca|repubblica]], fin dal [[XIII secolo]] avevano avuto incarichi pubblici importanti, e si erano distinti tanto nella [[letteratura]] quanto nelle [[scienze]].
Il figlio, Carlo Diodati, si recò poi a [[Lione]] come impiegato di commercio, dove strinse contatto con i [[Pastore (religione)|pastori riformati]]. Quando però si accese in Francia una forte persecuzione contro i riformati, decise di rifugiarsi a Ginevra nel
▲Le connessioni con la politica ufficiale del tempo e con il papato, non impediranno a Michele Diodati di interessarsi alle nuove idee protestanti portate da [[Pier Martire Vermigli]], di averne simpatia e infine abbracciarle. Nel [[1558]], sospettato di [[eresia]], fu rimosso dalle sue cariche ufficiali, e citato a comparire a Roma davanti al [[Sant'Uffizio]], il quale non lo rilasciò che dopo due anni di alterne vicende (1558-[[1560]]).
▲Il figlio, Carlo Diodati, si recò poi a [[Lione]] come impiegato di commercio, dove strinse contatto con i [[Pastore (religione)|pastori riformati]]. Quando però si accese in Francia una forte persecuzione contro i riformati, decise di rifugiarsi a Ginevra nel [[1567]]. Qui aderì apertamente alla Chiesa Riformata, alla quale avevano già aderito parecchi lucchesi. I Diodati erano profughi benestanti e si distinsero nella città insieme alle altre famiglie lucchesi di esiliati come i Turrettini e i Calandrini. Nel [[1572]] gli viene conferita la cittadinanza ginevrina diventandone patrizio, e nel [[1573]] venne eletto nel Consiglio dei duecento della città. Dal suo secondo matrimonio nacque, il 3 giugno [[1576]] il nostro Giovanni, poi battezzato dal pastore riformato lucchese Nicola Balbani. Carlo Diodati morì a 84 anni nel 1625.
== Giovinezza ==
La connessione con l'università di Herborn è importante pure per comprendere i suoi collegamenti con alcuni esponenti del mondo [[Puritanesimo|puritano]], quali Johan Amos Komenskẏ ([[Comenius]]), [[Althusius]], Piscator, Alsted, Buxdorf, Aslakssen, ecc. Tutti questi, insieme ai loro libri stampati all'università di Herborn, giocarono un ruolo importante nell'[[Stati Uniti d'America|America]] dei "[[padri pellegrini]]".
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Diventò dottore in teologia all'età di 19 anni, e professore di ebraico all'Accademia di Ginevra all'età di vent'anni. Succedette in questo incarico a [[Isaac Casaubon|Casabono]], che aveva lasciato Ginevra per recarsi a [[Montpellier]].
Nel
Nel
Diodati lasciò Ginevra per un breve periodo per recarsi a [[Venezia]], per visitarvi le chiese riformate francesi, e poi
== Italiano o ginevrino? ==
Nonostante il suo rapporto con Ginevra, che durerà tutta la vita, Diodati sembra essersi sempre considerato come un lucchese che vive a Ginevra. Nella sua prima versione annotata della Bibbia in italiano, pubblicata nel 1607, egli descrisse se stesso come "di nation lucchese". Questa identificazione con Lucca non è solo tipica del giovane Diodati, dato che continuò
== Diodati linguista ==
La carriera del Diodati è stata quella di un pastore riformato al servizio accademico della Chiesa di Ginevra. Diodati, forse, era più un [[linguista]] che un [[teologo]]. Per lui era di grande importanza che le Scritture fossero disponibili a tutti in forma leggibile e con semplici annotazioni. A questo fine dedicò
Iniziò quindi a tradurre l'[[Antico Testamento|Antico]] e il [[Nuovo Testamento]] dagli originali ebraico e greco
Inevitabilmente, questa sua preoccupazione di rendere accessibile a tutti la Bibbia doveva rendersi evidente nel suo incarico accademico di docente d'ebraico nell'Accademia ginevrina. Prima del suo incarico, la cattedra d'ebraico era stata una creazione degli [[Umanesimo|umanisti]], dedicata allo studio della lingua, a livello meramente linguistico. Con Diodati questa impostazione doveva cambiare, portandovi una marcata accentuazione [[Teologia|teologica]].
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Il principale coinvolgimento del Diodati negli affari italiani cominciò quando era ancora giovane, nel tempo in cui aveva appena completato la sua prima versione annotata della Bibbia in italiano. Suo primo e più grande desiderio era che la [[Riforma protestante]] potesse trionfare e diffondersi in Italia, e vedere la tirannia papale sempre più rifiutata dagli italiani. Per questo trovò dapprima nella [[Repubblica di Venezia|Repubblica veneta]] un terreno favorevole all'affermazione della Riforma.
Ecco che così entrò ben presto a far parte del gruppo di "cospiratori" a Venezia, che aveva coinvolto fra [[Paolo Sarpi]], il teologo ufficiale della repubblica veneta, due [[ambasciatori]] inglesi, sir [[Henry Wotton]] e Sir [[Dudley Carleton]], [[George Bedell]] e il leader [[Ugonotti|ugonotto]] francese [[Philippe
Diodati operò in questo gruppo con l'obiettivo di indebolire il potere papale a Venezia e visitò questa repubblica due volte, nel
Il primo giugno 1605 egli scrisse
Egli scrisse una cronaca della seconda visita, la quale fu pubblicata da E. de Budé nel
Nel novembre 1605 [[Paolo Sarpi]], in una sua lettera certifica che a Venezia, fra il popolo, vi sono fino a 15.000 persone "disposte a rinunciare alla [[Chiesa cattolica|Chiesa di Roma]]", e annota: "Vi sono alcuni che da padre in figlio preservano la conoscenza del vero Dio, o perché sono discendenti dei riformati [[Cantone dei Grigioni|grigionesi]], nostri vicini, o perché sono i superstiti degli antichi [[Valdesi]], che avevano lasciato seguaci in Italia".
La cospirazione contro il potere papale, che sul piano politico poteva solo essere promossa e difesa dalla conversione di nobili e influenti autorità, venne ben presto repressa: gli ecclesiastici compromessi con la Riforma furono esiliati, i nobili impauriti facevano marcia indietro, mentre al popolo non restava che sottomettersi alle autorità cattoliche romane o conservare in segreto la fede riformata.
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Il fallimento dei progetti dei riformati a Venezia prese avvio quando una delle lettere del Diodati cadde nelle mani del [[gesuita]] francese Pierre Coton, che a quel tempo era [[Penitenza (sacramento)|confessore]] del [[Re di Francia]] e che più tardi attaccò la traduzione francese della Bibbia ginevrina.
In una sua lettera a [[Philippe Duplessis-Mornay|Duplessis-Mournay]] egli scrive: ''"Io voglio stare molto attento a non porre il minimo ostacolo alla libera azione dello Spirito Santo, sia per mia incapacità, che per paura di pericoli. Io sono convinto che Dio, che oltre le mie stesse speranze ed in modi a me sconosciuti, mi ha utilizzato nell'opera delle Sue Scritture, in questo stesso tempo e con grande successo, come mi assicura il giudizio di molti uomini d'esperienza e voi fra di essi. Sarà Lui a darmi, se necessario, parole di potenza e di sapienza, per il Suo servizio in questi luoghi per l'avanzamento del Suo regno, e la distruzione della grande Babilonia".''
Vi sono due riferimenti al Diodati nella corrispondenza pubblicata del Sarpi, in "Paolo Sarpi - Lettere ai Gallicani" di [[Boris Ulianich]], e "Fra Paolo Sarpi - Lettere ai Protestanti", di Manlio Dirilo. Il coinvolgimento del Diodati con il Sarpi, lo spinse a tradurre in francese la sua ''Storia del Concilio di Trento'', un'opera che ebbe più successo di ogni altra opera del Diodati, con l'eccezione della Bibbia italiana del
== Diodati al Sinodo di Dordrecht ==
Diodati venne inviato, con Teodoro Tronchin, a rappresentare la città e la chiesa riformata di Ginevra al [[Sinodo di Dordrecht|Sinodo riformato di Dordrecht]] del
I princìpi dottrinali della teologia riformata classica ([[Calvinismo]]) erano stati messi in
Il Sinodo, tenuto
Vennero invitati anche i riformati francesi, ma [[Luigi XIII]] impedì loro di partecipare. Gli Stati Generali scelsero cinque professori di teologia e 18 commissari per dare consigli. I delegati regolari erano 56. Il Sinodo prese la posizione convenuta di giudicare se i Rimostranti concordassero con la posizione delle Confessioni di Fede riformate e citarono gli esponenti arminiani ad intervenire. Nonostante le proteste dei rimostranti, se il tema fosse o no la revisione delle Confessioni di Fede, il Sinodo proseguì i suoi lavori. Il rimostrante Episcopius denunciò il sinodo come non qualificato e non rappresentativo, e si rifiutò di cooperare.
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Vennero formulati dei Canoni per riassumere la posizione ortodossa contro i Rimostranti, e si affermò la depravazione totale dell'uomo (cioè l'uomo, dopo la Caduta, non può scegliere di servire Dio), l'elezione incondizionata (la scelta che Dio fa degli eletti non è condizionata da azione alcuna che essi compiano), la redenzione limitata (Cristo è morto solo per gli eletti, dato che coloro per i quali morì vengono salvati), la grazia irresistibile (la grazia divina non può essere respinta dagli eletti), e la perseveranza dei santi (una volta eletto, eletto per sempre). I Canoni vennero adottati ufficialmente dalla Chiesa riformata olandese. Ai Rimostranti venne negato il [[pulpito]] e i loro leader vennero espulsi dal paese.
Durante il Sinodo, Diodati
I delegati di Ginevra al Sinodo di Dordrecht presero dunque una parte attiva alle discussioni teologiche di quella assemblea. Diodati venne eletto dal comitato che doveva produrre i Canoni di Dordrecht a redigere l'affermazione finale del Sinodo sulla dottrina della salvezza. I ginevrini pure scrissero un loro proprio resoconto sulle questioni in considerazione. In generale, Giovanni Diodati e Teodoro Tronchin espressero opinioni generalmente simili a quelle degli altri delegati riformati al Sinodo. Al riguardo del secondo articolo però, "Morte di Gesù Cristo e redenzione degli uomini mediante essa", i ginevrini presentarono un'interpretazione in qualche modo diversa da quella delle altre delegazioni. In questo caso i ginevrini si erano rifiutati di essere legati al concetto [[Anselmo d'Aosta|anselmiano]] della teoria della [[Redenzione (religione)|redenzione]] che era tipica delle altre delegazioni. I contributi di Ginevra vennero stampati negli ''Acta del Sinodo di Dordrecht''.
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Sir [[Dudley Carleton]], allora ambasciatore inglese all'Aia, scrisse di come Diodati aveva predicato di fronte alla corte di Maurice di Nassau a Natale del 1618: ''"Diodati, ministro a Ginevra, era stato all'Aia durante i recessi del Sinodo, ed aveva predicato alla cappella di corte sia ieri che oggi, alla presenza del principe d'Orange e del conte Guglielmo, la principessa ed il conte Enrico, ed un grande concorso di uomini e di donne d'entrambe le fazioni, il che è presagio di un possibile accordo"''. Ciononostante, non tutti i sermoni del Diodati erano stati bene accolti. Secondo il suo desiderio di promuovere il Protestantesimo italiano, a Dordrecht aveva deciso di condurre i culti riformati in italiano, quanti però l'avrebbero compreso?
== Diodati diplomatico ==
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I viaggi dei Diodati vennero poi molto limitati a causa delle sue cattive condizioni di salute. In due occasioni egli aveva avuto la funzione d'agente ginevrino in Francia (nel 1611 e nel 1617). Nel 1611 egli era stato inviato per assicurare gli aiuti di Ginevra fra elementi ugonotti.
==
Diodati era una figura relativamente ben conosciuta nell'Europa di quel tempo. La sua corrispondenza rivela contatti con molte figure interessanti in diversi paesi, come il leader ugonotto [[Philippe Du Plessis-Mournay]], il teologo espatriato scozzese [[John Cameron]], il diplomatico inglese Sir [[Dudley Carleton]], il principe di Orange, [[Cyril Lucaris]], Patriarca di Costantinopoli, il famoso ecumenista [[John Dury]], il teologo francese [[André Rivet]], come pure molte lettere associate al nome di J. J. Breitinger, il leader della Chiesa Riformata di Zurigo, che manteneva una vasta corrispondenza con teologi ed uomini d'affari in tutta Europa.
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La statura del Diodati si era già rivelata per la sua associazione con [[Paolo Sarpi]], che conosceva personalmente. Diodati tradusse pure l'opera di [[Edwin Sandys]] "Europae Speculum". Diodati era quindi anche molto interessato ai dibattiti culturali del tempo. La sua reputazione era considerevole in Inghilterra, dove l'uso del suo nome si comprovò utile ai propagandisti realisti al tempo della guerra civile.
== Gli ultimi
Diodati rimase al fedele servizio della Chiesa riformata di Ginevra per tutta la sua vita ma nella lotta del Diodati per pubblicare la sua versione francese della Bibbia, i suoi ultimi anni vennero disturbati da una serie di dispute all'interno della Chiesa ginevrina, e soprattutto di natura personale
La salute, che aveva sempre avuta sana e robusta, cominciò a venirgli meno; una malattia di fegato, che gli procurava molte sofferenze, lo tormentò fino alla sua morte. La sorte dei figli lo turbò molto.
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Dopo una brillante carriera durante la sua giovinezza, negli ultimi vent'anni della sua vita egli soffrì di un declino di popolarità nella Chiesa di Ginevra, e divenne uomo isolato e spesso amareggiato.
Il coraggio, la pertinacia e la rabbia del Diodati si rivelarono nella parte da lui avuta nella condanna di [[Nicolas Antoine]], un unitario, punito con la pena capitale per giudaismo durante la metà del [[XVII secolo]], e per la sua denuncia dei regicidi inglesi dal pulpito della cattedrale di Ginevra. Una fra le ragioni del cambiamento delle circostanze nella vita del Diodati era l'effetto della sua salute malferma, ma la ragione principale sembra essere stata l'effetto psicologico della lotta del Diodati per pubblicare una Bibbia francese. Questo lungo
Giovanni Diodati morì il 13 ottobre del 1649, a 73 anni
== Le sue opere maggiori ==
Gli eventi spiacevoli non pregiudicano i successi avuti dal Diodati come traduttore della Bibbia in italiano.
L'unica altra parte delle sue opere che gli siano sopravvissute è la traduzione francese da lui compiuta della storia del Concilio di Trento prodotta dal Sarpi, ripubblicata molte altre volte dopo la prima edizione del 1649.
È sopravvissuta a due livelli: ha dapprima ritenuto rispetto accademico per le capacità linguistiche del Diodati. Sebbene con diverse correzioni, essa ha conservato il suo posto di traduzione responsabile
▲È sopravvissuta a due livelli: ha dapprima ritenuto rispetto accademico per le capacità linguistiche del Diodati. Sebbene con diverse correzioni, essa ha conservato il suo posto di traduzione responsabile ed accurata, fatto questo che ha condotto alla sua accettazione da parte delle maggiori Chiese protestanti, e la sua diffusione da parte delle Società Bibliche. Questa propagazione della Bibbia del Diodati è stata talora accompagnata da un certo numero di critiche da diverse fonti, soprattutto cattoliche, ma questo non ha impedito alla Bibbia di conservare la sua posizione come versione più influente delle Scritture in italiano. In secondo luogo, la traduzione della Bibbia italiana da parte del Diodati è rimasta accettabile sia dal punto di vista letterario, quanto accademico.
▲Inoltre, la Bibbia italiana del Diodati è stata un'impresa ancora più notevole della Versione Autorizzata inglese, perché quest'ultima era il risultato del lavoro di un gruppo di studiosi, mentre Diodati aveva lavorato da solo, con eccezione forse dell'assistenza di [[Benedetto Turrettini]], e per aver prodotto una versione annotata completa della Bibbia nel 1607 quando aveva solo 31 anni. Le sue annotazioni rivelano un accento pietista e non dogmatico che era almeno cinquant'anni in anticipo con i maggiori sviluppi intellettuali delle Chiese riformate. Sebbene egli non avesse potuto vivere in Italia, il teologo "di nation lucchese" non avrebbe potuto dare migliore contributo di questo al Protestantesimo italiano ed alla letteratura italiana.
== Elenco dettagliato dei suoi scritti ==
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* Lettera a Lady Westmoreland, 1648.
A questi vanno
== La traduzione italiana della Bibbia ==
{{vedi anche|Bibbia (versione di Diodati)}}
La prima edizione completa, [[in quarto]], della Bibbia in lingua italiana con annotazioni venne pubblicata a Ginevra nel 1607
== Conclusione ==
''"A Venezia egli desiderava diffondere fra il popolo la verità dell'Evangelo e la parola del Signore. In Francia egli cercava aiuto e soccorso contro il nemico del suo paese, che cercava di far tornare Ginevra sotto il suo giogo d'errore e di ignoranza. In Olanda egli difendeva il Calvinismo contro la teologia venefica che silenziosamente minava le fondamenta della Chiesa di Cristo. A Ginevra, come cittadino, non lasciava che mai fosse influenzato da considerazioni personali, e come Consigliere e giudice ecclesiastico, non aveva mai sacrificato le sue profonde convinzioni alla pubblica opinione. Non temeva mai di dire la verità dal pulpito, e non temeva quelli che erano in alta posizione, che erano abituati ad essere lodati da leccapiedi. Davanti ai magistrati della Repubblica, non era mai venuto meno di uno iota alle sue convinzioni. Fino agli ultimi istanti della sua vita egli era come una roccia, sotto la quale le acque scorrono senza posa, ma essa rimane immutabile".''
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* Giovanni Luzzi, ''La Bibbia in Italia - L'eco della riforma nella repubblica lucchese - Giovanni Diodati, e la sua versione italiana della Bibbia''. Torre Pellice: [[Claudiana]], 1942.
* William A. McComish, ''The Epigones (A Study of the Theology of the Genevan Academy at the Time of the Synod of Dort, with Special reference to Giovanni Diodati)'', Allison Park: Pickwick Publications, 1989 - 4137 Timberlane Drive, Allison Park, PA 15101-2932.
* Milka Ventura Avanzinelli, ''Giovanni Diodati, traduttore della Bibbia'', in ''La Sacra Bibbia tradotta in lingua italiana e commentata da Giovanni Diodati'', a cura di Michele Ranchetti e Milka Ventura Avanzinelli, Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1999 (Tomo I, pp. XXXIX-CXLV).
== Voci correlate ==
* [[Bibbia (versione di Diodati)]]
* [[Traduzioni della Bibbia in italiano]]
* [[Villa Diodati]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
== Note ==
<references/>
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|calvinismo|Storia|Università}}
[[Categoria:Biblisti svizzeri]]
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[[Categoria:Teologi calvinisti]]
[[Categoria:Traduttori della Bibbia]]
[[Categoria:Professori dell'Università di Ginevra]]
[[Categoria:Filologi biblici]]
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