Open Space Technology: differenze tra le versioni

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Owen indisse il suo primo simposio internazionale sulla trasformazione organizzativa come una conferenza tradizionale, ma avendo notato come le persone si confrontassero con molto più entusiasmo durante le pause caffè anziché durante le fasi di lavoro, arrivò a considerare l'ipotesi di strutturare i successivi simposi come se fossero un'unica grande pausa caffè, in modo che i partecipanti si sentissero liberi di proporre gli argomenti e di discuterli solo se interessati ad essi, seppur mantenendo comunque un tema centrale che avrebbe guidato il gruppo di lavoro ad auto-organizzarsi e a raggiungere gli obiettivi concordati. Successivamente i partecipanti ai simposi di Owen iniziarono ad applicare il metodo OST nel loro lavoro e a riferire sul loro apprendimento. Uno di questi eventi convocato in [[India]] attirò l'attenzione dei media locali e venne notato dal ''[[The New York Times|New York Times]]'', che in seguito descrisse Owen e il metodo OST in alcuni suoi articoli nel 1988<ref name="NYT198822">{{Cita web|url=https://www.nytimes.com/1988/09/25/magazine/scenario-for-a-new-age.html|autore=Karen Cook|titolo=Scenario For A New Age|pubblicazione=The New York Times|lingua=en|data=25 settembre 1988|accesso=13 aprile 2025}}</ref> e nel 1994.<ref name="NYT199422" />
 
Owen stilò una breve guida per l'utente per facilitare ulteriori sperimentazioni e pratiche del metodo OST; tale guida venne poi ampliata e pubblicata da Berrett-Koehler.<ref name="ost-user-guide">{{Cita libro|autore=Harrison Owen|titolo=Open Space Technology: A User's Guide|edizione=3|dataanno=21 aprile 2008|editore=Berrett-Koehler Publishers|linguaOCLC=en897008244|ISBN=9781576754764|lingua=en|url=https://archive.org/details/Open_Space_Technology_3rd_9781576757758}}</ref>
 
== Funzionamento ==
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== Principi ==
Il metodo OST si basa su quattro "'''principi'''" e una sola "'''legge'''".<ref name="what-is-ost"/><ref name="ost-breve-guida">{{Cita pubblicazione|url=https://www.loci.it/attachments/article/184/SSF%2520Quaderno%2520n%25202%2520OST%2520-%2520breve%2520guida%2520A4%2520con%2520ISBN%2520ok.pdf|autore=Harrison Owen|traduttore=Gerardo De Luzenberger|titolo=Breve guida all'uso dell'Open Space Technology|editore=Genius Loci|data=novembre 2008|accesso=17 aprile 2025|isbn=9788890342004}}</ref><ref name="creatuse">{{Cita pubblicazione|url=https://ec.europa.eu/programmes/erasmus-plus/project-result-content/883d49f2-312f-42ef-9ec4-f553376813e0/02%20-%20IO3%20-%20Guide%20OST%20%2B%20WCM_IT.pdf|titolo=L'Open Space Technology ed il World Cafè per stili di vita urbani di condivisione|pubblicazione=Creatuse|editore=Erasmus+|accesso=13 aprile 2025}}</ref>
 
I quattro principi sono:
 
# '''''Chiunque venga è la persona giusta'''''; le decisioni che vengono prese durante il lavoro sono opera di coloro che sono presenti. Non serve quindi pensare a chi sarebbe potuto intervenire o chi avremmo dovuto invitare, è molto più utile concentrarsi su quelli che ci sono. La partecipazione alla riunione OST dovrebbe essere sempre volontaria, infatti solo chi ha davvero a cuore il tema in discussione si impegnerà a fondo, sia nell'affrontarlo che nelle fasi di implementazione del progetto.
# '''''Qualsiasi cosa accada è l'unica che poteva accadere'''''; in una particolare situazione, con determinate persone e discutendo di un certo tema, il risultato che si otterrà è l'unico risultato possibile. Le sinergie e gli effetti che possono nascere dall'incontro di quelle persone sono imprevedibili e irripetibili, per questo chi conduce una riunione OST deve rinunciare ad avere il controllo della situazione: tentare di imporre un risultato o un programma di lavoro è controproducente. Chi facilita un convegno OST deve avere totale fiducia nelle capacità del gruppo.
# '''''Quando comincia è il momento giusto'''''; l'aspetto creativo del metodo. È chiaro che dovranno esserci un inizio e una fine, ma i processi di apprendimento creativo che avvengono all'interno del gruppo non possono seguire uno schema temporale predefinito. Decidere per esempio di fare una pausa a un certo orario può impedire a un dialogo di avere termine, perdendo così informazioni o idee fondamentali alla realizzazione del progetto.
# '''''Quando è finita è finita'''''; se certe volte serve più tempo di quello previsto, altre accade il contrario. Se per esempio si hanno a disposizione due ore per trattare un certo argomento, ma la discussione si esaurisce più velocemente del previsto, è inutile continuare a ripetersi, molto meglio dedicare il nostro tempo ad altro.
 
L'unica legge che regola il metodo OST è la '''''legge dei due piedi''''': se ti accorgi che non stai né imparando né contribuendo alle attività, alzati e spostati in un luogo in cui puoi essere più produttivo. In pratica la legge stabilisce che se una persona si trova a conversare di un argomento e non ritiene di poter essere utile, oppure non è interessata, è molto meglio che si alzi e si sposti (usando i ''due piedi'', per l'appunto) in un altro gruppo dove può essere più utile. Questo atteggiamento non va interpretato come una mancanza di [[educazione]], ma come un modo per migliorare la qualità del lavoro.
 
== Condizioni di utilizzo ==
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=== Ambientazione ===
Il luogo ideale dove svolgere una conferenza OST deve essere dotato di una stanza abbastanza grande da poter ospitare tutti i partecipanti seduti in circolo ed altre stanze più piccole, facilmente raggiungibili, per i gruppi che si formeranno nelle fasi di lavoro. Lo spazio non deve essere particolarmente strutturato, è importante invece che sia confortevole. Elementi fisici, come tavoli e scrivanie, non servono in quanto occupano spazio ed intralciano i movimenti delle persone.<ref name="ost-breve-guida"/>
 
Nella stanza centrale deve esserci una parete dove poter sistemare i cartelloni prodotti dal gruppo, che devono essere ben visibili e facilmente accessibili. Una parte della stanza ospita la zona adibita alla redazione del ''report'' istantaneo, mentre un'altra sarà la zona dedicata alla pausa caffè.
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==Il ruolo del facilitatore==
Facilitare una riunione OST è un'esperienza molto diversa da ogni altra esperienza di [[metodo del consenso|facilitazione]], in quanto il desiderio di avere il controllo sugli eventi deve essere messo da parte. Il facilitatore deve prima di tutto definire i tempi, gli spazi, lanciare il tema da discutere ed esporre la legge ed i quattro principi. Quando il gruppo è sistemato in cerchio egli deve "aprire lo spazio" entrando al centro, prendendo la parola per presentare il tema da discutere e spiegando che il muro vuoto nella stanza centrale rappresenta il programma di lavoro e che esso sarà costruito sul momento e dai partecipanti stessi.<ref name="creatuse"/> Il facilitatore ideale dell'evento è "pienamente presente e invisibile", "colui che crea uno spazio" per i partecipanti per auto-organizzarsi piuttosto che micro-gestire attività e conversazioni.<ref>{{Cita libro|nomename=Harrison|cognome=Owen|titolo=Open space technology : a "ost-user's -guide|url=https://archive.org/details/Open_Space_Technology_3rd_9781576757758|anno=2008|editore=Berrett-Koehler Publishers|OCLC=897008244|ISBN=9781576754764|lingua=en}}<"/ref>
 
Il muro assume la funzione di [[bacheca]] ed il gruppo la riempie con le sue proposte. A questo punto il facilitatore deve spiegare come effettuare questa operazione: ogni persona che pensa di avere un argomento di discussione sul tema deve scriverlo su di un cartoncino, poi alzarsi e presentarlo al gruppo, tenendo ben presente che chi ha proposto l'argomento sia certo di averlo particolarmente a cuore e che non pensi che qualcun altro debba occuparsene. Quando i temi saranno esauriti ogni promotore dovrà attaccare alla bacheca il suo cartoncino, una volta terminata questa operazione tutti potranno osservare i vari argomenti emersi e decidere a quale gruppo intendono unirsi. I gruppi formati saranno autogestiti e produrranno, una volta esauriti gli argomenti di discussione, un rapporto che unito a quelli degli altri gruppi andrà a formare il rapporto istantaneo di fine lavori.