|didascalia stemma =
|immagine = Curia_Iulia.JPG
|didascalia = La ''[[Curia Iulia]]'' a [[Roma]], l'edificio sito nel [[Foro romano]] che ospitava il Senato.
|stato = [[RegnoEtà regia di Roma]]<br /> [[Repubblica romana]]<br /> [[Impero romano]]<br /> [[Impero romano d'Occidente]]<br />[[Regno di Odoacre]] <br />[[Regno ostrogoto]] <br /> [[Prefettura d'Italia]] (per conto dell'[[Impero bizantino]] dal 554 al 584)<br /> [[Esarcato d'Italia]]
|tipo = Organo consultivo e deliberativo
|suddivisioni =
|sede = [[Roma]]
|indirizzo = [[Curia Hostilia]]<br />[[Curia Calabra]]<br />[[Curia Iulia]] (fino al 630 d.C.)<br>[[Palazzi imperiali del Palatino]] <br>Vari templi a Roma
|sito =
|successore = [[Senatore di Roma|Senato di Roma]] ([[Esarcato d'Italia|esarcale]], [[Stato Pontificio|pontificio]])<br>[[Senato bizantino]]
|denominazione_capo = Presieduta da
|capo = [[Princeps senatus]]
|note =
}}
Il '''Senato romano''' (in [[lingua latina|latino]] ''Senatus'') fu la più autorevole [[Assemblee romane|assemblea]] istituzionale nell'[[antica Roma]], organo rimasto invariato nel corso delle trasformazioni politiche della [[Storia Romana|storia dell'Urbe]], il cui significato era ''assemblea degli anziani'', e i cui membri erano chiamati ''Patres'' (nel significato di [[Patrizio (storia romana)|patrizio]]).<ref name="Plutarco13.2-3">[[Plutarco]], ''Vita di Romolo'', 13, 2-3.</ref> L'assemblea fu istituita nel [[753 a.C.]] da [[Romolo]], e sopravvisse anche dopo la [[caduta dell'[[Impero Romanoromano d'Occidente]] (476 d.C.), fino al [[VII secolo|VII secolo d.C.]].
== Storia ==
}}
Il termine senato deriva dal [[lingua latina|latino]] ''senex'' (anziani o padri)<ref name="FloroI,1.15">[[Floro]], ''Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC'', I, 1.15.</ref><ref>Come ricordato nella XIV legislatura repubblicana dal documento IV, n. 10-A (pagina 3) del Senato italiano, consultabile su ((http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/168949.pdf)).</ref>, che significa ''vecchio'', perché i membri del senatoSenato erano inizialmente gli anziani del popolo romano.
Secondo la tradizione, il senatoSenato fu costituito da [[Romolo]], il [[fondazione di Roma|fondatore]] di [[Roma antica|Roma]], era composto da 100 membri scelti tra i Patrizipatrizi<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], II, 12, 1.</ref> ed era strutturato secondo l'[[tribù (storia romana)|ordinamento tribale]] tipico delle popolazioni [[Popoli indoeuropei|indoeuropee]] di quel periodo storico.<ref name="Abbott, 1">{{cita|Abbott|p. 1}}.</ref> Queste prime comunità spesso includevano nei loro consigli tribali, gli "anziani", uomini di una certa esperienza e saggezza.<ref name="Abbott, 12">{{cita|Abbott|p. 12}}.</ref> Le prime famiglie romane erano chiamate ''[[gens]]'' ("clan").<ref name="Abbott, 1"/> Ciascuna di loro era formata da un'aggregazione di famiglie sotto un comune patriarca, chiamato ''[[pater familias|pater]]'' (dal latino "padre"), il quale era l'indiscusso capo della ''gens''.<ref name="Abbott, 6">{{cita|Abbott|p. 6}}.</ref> Quando le [[gentes originarie|''gentes'' originarie]] si aggregarono in una comunità, i ''[[patres]]'' furono selezionati tra i capostipiti delle varie famiglie<ref name="Abbott, 16">{{cita|Abbott|p. 16}}.</ref> per formare un consiglio federale, che prese poi il nome di ''Senato''.<ref name="Abbott, 6"/> Fu così che i ''patres'' capirono che ora era necessario avere un singolo uomo che li guidasse. Per questi motivi elessero un re (''[[rex (storia romana)|rex]]''),<ref name="Abbott, 6"/> e lo investirono di poteri sovrani.<ref name="Byrd, 42">{{cita|Byrd|p. 42}}.</ref> Quando poi un re moriva, questo potere tornava, almeno in via provvisoria, ai ''patres''.<ref name="Abbott, 6"/>
Il Senato dell'[[età regia di Roma]] ebbe, quindi, tre principali responsabilità: funzionò, almeno con i primi quattro re, come il tenutario del potere esecutivo durante l<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Interrex (storia romana)|interregnum]]'',<ref name="Abbott, 10">{{cita|Abbott|p. 10}}.</ref> ebbe il compito di consigliare il sovrano nelle decisioni da prendere e di fungere da organo legislativo insieme al [[SPQR|popolo di Roma]].<ref name="Abbott, 17">{{cita|Abbott|p. 17}}.</ref> La formula allocutiva "''patres (et) conscripti''" faceva riferimento alla distinzione, all'interno dell'assemblea senatoria, di due categorie di senatori: i "patres" cioè i patrizi e tutti i loro discendenti, appartenenti al Senato romuleo primitivo, oltre ai "conscripti" aggregati in un secondo tempo da [[Tarquinio Prisco]].
Durante gli anni dei primi re, la più importante funzione del Senato fu di eleggere il re. Il periodo tra la morte del precedente sovrano e l'elezione del successivo era chiamata ''[[Interrex (storia romana)|interregnum]]''.<ref name="Abbott, 10"/> Quando un re moriva, un membro del Senato (l'"''[[interrex (storia romana)|interrex]]''"') nominava un candidato che potesse succedere al precedente re.<ref name="Abbott, 14">{{cita|Abbott|p. 14}}.</ref> Il Senato doveva, quindi, dare la sua approvazione alla nomina, per poi essere sottoposto all'elezione formale davanti al popolo di Roma<ref name="Byrd, 20">{{cita|Byrd|p. 20}}.</ref> e ricevendo l'incarico definitivo, ancora una volta, dal Senato stesso che ne ratificava l'elezione.<ref name="Abbott, 14"/> E così mentre il re veniva ufficialmente eletto dal popolo, ciò avveniva di fatto dietro indicazioni del Senato.
Il Senato aveva poi il delicato ruolo di consiglio per aiutare il sovrano nelle proprie decisioni. E mentre il re non era vincolato a un consiglio del Senato, il crescente prestigio del Senato costrinse di fatto i primi quattro re a non trascurare la valenza politica di questo importante organo aristocratico. Tecnicamente, solo il re poteva creare nuove leggi, sebbene fosse buona abitudine coinvolgere sia il Senato, sia il popolo attraverso i ''[[comitia curiata]]''.<ref name="Abbott, 17" />
La leggenda racconta che fu Romolo a decidere che il senatoSenato fosse composto di 100 [[Patrizio (storia romana)|patrizi]] (''patres''<ref name="FloroI,1.15"/>),<ref name="Plutarco13.2-3"/> raddoppiato da [[Tarquinio Prisco]]<ref name="EutropioI.6">[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', I, 6.</ref> (o comunque aggiunse altri 100 senatori<ref>[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 1.37.</ref>), in seguito ampliato a 300 membri da [[Lucio Giunio Bruto]], tutti nominati dal ''[[rex (storia romana)|rex]]''. Il Senatonumero raggiunsedi isenatori fu poi portato a 600 membrida con[[Lucio Cornelio Silla]], raggiunse i 900 membri con Cesare,<ref>Cassio eDione, fuXLIII, 47.3.</ref> e in seguito fu riportato a 600 da Augusto. Si trattava dei capifamiglia delle cento [[gentes originarie]] ricordate da [[Tito Livio]].
=== Età repubblicana ===
{{Vedi anche|Repubblica romana}}
Il Senato romano divenne organo fondamentale con l'instaurazione della [[repubblica romana|Repubblica]] nel [[509 a.C.]] Secondo quanto ci racconta Livio, uno dei primi provvedimenti del primo console romano, [[Lucio Giunio Bruto]], fu quello di rinforzare il senatoSenato ridotto ai minimi termini dalle continue esecuzioni dell'[[Tarquinio il Superbo|ultimo re]], portandone il totale a trecento, nominando quali nuovi senatori i personaggi più in vista anche dell'ordine equestre. Da qui l'uso di convocare per le sedute del senatoSenato i padri (''patres'') e i coscritti (dove, chiaramente, con questo termine si alludeva agli ultimi eletti). Il provvedimento aiutò notevolmente l'armonia cittadina e il riavvicinamento della plebe alla classe senatoriale.<ref>{{cita|Livio|''Ab Urbe condita libri'', II, 1}}.</ref>
====Condizioni per entrarvi a far parte====
{{vedi anche|Cursus honorum}}
Per entrare a far parte del Senato occorreva aver esercitato una [[Magistratura (storia romana)|magistratura]]: dapprima vi furono ammessi soltanto coloro che erano stati [[Censore|censori]], [[Console (storia romana)|consoli]] o [[Pretore (storia romana)|pretori]]. In seguito l'accesso al senatoSenato veniva regolato dai consoli; con la ''[[lex Ovinia de senatus lectione]]'' del [[319 a.C.]]<nowiki/>cacirca tale compito, chiamato ''[[lectio senatus]]'', venne garantito ai censori,<ref>{{Cita libro|nome=Giovanni|cognome=Rotondi|titolo=Leges publicae populi romani: elenco cronologico con una introduzione sull'attività legislativa dei comizi romani|url=https://play.google.com/books/reader?id=E987AAAAMAAJ&hl=it&pg=GBS.PA335|accesso=7 mar 2021|edizione=1ª ed.|annooriginale=1952|editore=Società editrice libraria|pp=233-234}}</ref> e, secondo [[Theodor Mommsen|Mommsen]], sempre con tale legge veniva garantito il seggio al senatoSenato per tutti coloro che erano stati [[Edile (storia romana)|edili]].<ref>{{Cita libro|nome=Theodor|cognome=Mommsen|wkautore=Theodor Mommsen|curatore=Antonio Quattrini|traduttore=Antonio Quattrini|titolo=La rivoluzione. Parte seconda: Fino alla morte di Silla|data=1 mar 2018|editore=E-text|pp=161-162|volume=6|opera=[[Storia di Roma (Mommsen)|Storia di Roma.]]|capitolo=IX. Cinna e Silla|ISBN=9788828100393}}</ref> Ogni cinque anni i censori redigevano la lista ufficiale dei senatori, integrando i posti vacanti e, in rari casi, procedendo all'espulsione degli indegni. In seguito alla [[battaglia di Canne|terribile disfatta di Canne]] dove perirono novanta ufficiali appartenenti alle grandi famiglie di Roma e delle città alleate tra consolari, pretori e senatori,<ref>{{cita|Eutropio|''Breviarium ab Urbe condita'', III, 10}}; {{cita|Periochae|22.10}}.</ref> l'organico del senatoSenato venne completato con 177/197 uomini presi in parte anche dall'[[ordine equestre]].<ref>{{cita|Livio|XXIII, 23.5-7}}; {{cita|Periochae|23.7}}.</ref> Con le [[Lucio Cornelio Silla|riforme sillane]] l'accesso al senatoSenato veniva automaticamente garantito con l'elezione a [[Questore (storia romana)|questore]].<ref>{{Cita libro|nome=Giovanni|cognome=Rotondi|titolo=Leges publicae populi romani: elenco cronologico con una introduzione sull'attività legislativa dei comizi romani|url=https://play.google.com/books/reader?id=E987AAAAMAAJ&hl=it&pg=GBS.PA335|accesso=7 mar 2021|edizione=1ª ed.|annooriginale=1952|editore=Società editrice libraria|pp=353-354}}</ref>
====Luogo di raccolta====
Il Senato romano si poteva riunire solo in luoghi consacrati, solitamente nella ''[[Curia_Curia (storia_romanastoria romana)#Edificio|Curia]]'', che si trovava nel [[foro romano]]; le cerimonie per il nuovo anno avvenivano nel [[tempio di Giove Ottimo Massimo]] mentre gli incontri di argomento bellico avvenivano nel [[Tempio di Bellona (Roma)|tempio di Bellona]].
====Competenze e poteri====
Al Senato venne conferito formalmente il solo potere consultivo, ovvero il diritto di essere consultato prima di far passare una legge. Nonostante questo ruolo formale, il ruolo sostanzialmente esercitato era quello dell'assemblea del ceto dominante in una repubblica [[oligarchia|oligarchica]], simboleggiato dal potere esercitato mediante il ''[[Senatus consultum ultimum]]''. Le principali funzioni del Senato erano esercitate nei seguenti ambiti:
#''[[religione romana|sacrale-religioso]]'': sorvegliare sui culti religiosi; controllare i collegi sacerdotali e fondare i templi.
#''[[esercito romano|militare]]'': controllare l<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[imperium]] militiae''; autorizzare la leva (''delectus''); sorvegliare e coordinare le operazioni belliche in quanto, poiché le legioni devono essere costantemente rifornite di grano, [[stipendium|paghe]] e abbigliamento, nel caso il senatoSenato abbia un comportamento negligente odo ostruzionistico, le iniziative dei comandanti vanno incontro al fallimento;<ref>{{cita|Polibio|VI, 15.4-5}}.</ref> prorogare ai comandanti, quando sia trascorso il normale anno di carica previsto per il consolato, di inviarne un altro oppure di concedere a quello in carica la ''[[prorogatio]] [[imperium|imperii]]'';<ref>{{cita|Polibio|VI, 15.6}}.</ref> assegnare il [[trionfo]] o l'[[ovazione]] ai comandanti vittoriosi.<ref>{{cita|Polibio|VI, 15.7-8}}.</ref>
#''politica estera'': siglare accordi di pace e trattati, dichiarare la guerra, ricevere sottomissioni di popoli stranieri;<ref>{{cita|Polibio|VI, 13.6}}.</ref> inviare [[legatus|"legati"]] ([[Ambasciatore|ambasciatori]]), per risolvere controversie o dare suggerimenti, oppure imporre degli ordini;<ref>{{cita|Polibio|VI, 13.6-7}}.</ref> deliberare la fondazione (''deductio'') di [[colonia romana|colonie]].
#''[[Organi costituzionali (storia romana)|costituzionale]]'': [[diritto romano|controllare]] l'operato dei [[magistratura (storia romana)|magistrati]].
#''legislativo'': discutere e approvare i progetti di legge da sottoporre ai [[Assemblee romane|comizi]]; promulgare i [[Senatoconsulto|senatoconsulti]].<ref>{{cita|Polibio|VI, 16.1-5}}.</ref>
#''giurisdizionale'': decidere su quei reati commessi in Italia e che necessitavano di una un'inchiesta da parte della ''Res publica'', come ad esempio i tradimenti, le cospirazioni, gli avvelenamenti e gli assassinii;<ref>{{cita|Polibio|VI, 13.4}}.</ref> quando qualche privato o qualche città, in Italia, avesse avuto bisogno di una mediazione di pace o richiedesse un intervento contro i danni subiti, oppure di fronte a una domanda d'aiuto o protezione.<ref>{{cita|Polibio|VI, 13.5}}.</ref> I giudici della maggior parte dei processi civili, pubblici o privati, che riguardano casi di particolare gravità, erano nominati tra i membri del Senato.<ref>{{cita|Polibio|VI, 17.7}}.</ref>
#''politica finanziaria'': controllare l<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[aerarium]]'', poiché ha piena competenza su tutte le entrate e le uscite. I [[questore (storia romana)|questori]] non potevano infatti effettuare alcuna spesa pubblica, se prima non avevano ottenuto un decreto del senatoSenato, con l'eccezione di quelle richieste dai [[console romano|consoli]]. Il senatoSenato esercitava poi il controllo e dava il benestare sul capitolo di spesa più importante, vale a dire quello che i [[censore|censori]] stabilisconostabilivano ogni cinque anni per la riparazione e la costruzione di edifici pubblici.<ref>{{cita|Polibio|VI, 13.1-3; VI, 17.1-5}}.</ref>
====Convocazione e votazione dei ''senatus consulta''====
{{Vedi anche|Senatoconsulto|Senatus consultum ultimum}}
Il senatoSenato era di norma convocato e presieduto da un magistrato fornito di tale diritto, il ''ius agendi cum patribus'': si trattava del [[console (storia romana)|console]] o del [[pretore (storia romana)|pretore]]. Nella deliberazione dei [[assemblee romane|comizi]] il magistrato doveva portare alla cittadinanza la proposta relativa (''ferre ad populum'') e, se la cittadinanza acconsentiva, doveva riportare la deliberazione al Senato (''referre ad senatum'') e chiederne la ratifica. L<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[auctoritas]]'' del Senato si configurava giuridicamente nel [[senatoconsulto]]: era un parere dato dal più importante collegio governativo al [[potere esecutivo]], dietro richiesta di quest'ultimo. La votazione per giungere al [[senatoconsulto]] avveniva in quattro fasi: formulazione della questione da parte del presidente, chiamata di ogni senatore perché esprimesse la propria opinione, formulazione speciale della questione da parte del presidente in base alle opinioni udite e infine votazione sulla questione.
[[File:Equestriantunic.jpg|miniatura|Senatore romano]]
La votazione avveniva ''per discessionem'': i votanti si separavano, da una parte andavano i favorevoli e dall'altra i contrari alla proposta da votare, per cui si parlava di ''pedibus in sententiam ire''. La ''patrum auctoritas'' era dunque la ratifica delle deliberazioni comiziali da parte del senatoSenato e contro di essa non era ammesso il [[veto]] dei [[tribuni della plebe]]. In seguito al decadere della supremazia dei [[patrizio (storia romana)|patrizi]], la ''lex Publilia Philonis'' del [[339 a.C.]] trasformò l<nowiki>{{'</nowiki>}}''auctoritas'' in un parere preventivo non vincolante per le rogazioni (''rogationes'') legislative.
Il senatoSenato era obbligato a rispettare i desideri dei cittadini romani, non potendo compiere inchieste sui più importanti reati contro la ''Res publica'', per i quali è prevista la pena capitale e farne eseguire la sentenza, se il popolo non ratificava il preliminare ''[[senatoconsulto|senatus consultum]]''.<ref>{{cita|Polibio|VI, 16.1-2}}.</ref> [[Polibio]] aggiunge che, se anche uno solo dei tribuni della plebe avesse opposto il proprio veto, il Senato non solo non avrebbe potuto eseguire alcuna delle sue deliberazioni (''[[senatoconsulto|senatus consulta]]''), ma neppure tenere sedute ufficiali o riunirsi. Per questi motivi, il senatoSenato temeva le [[assemblee romane|assemblee popolari]] e le teneva in grande considerazione.<ref>{{cita|Polibio|VI, 16.4-5}}.</ref>
Esisteva un ''relator'' (relatore) per la redazione del [[senatoconsulto]] che veniva poi custodito nell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[aerarium]]'' posto nel [[tempio]] di [[Saturno (divinità)|Saturno]] dove si tenevano i bilanci, il tesoro e l'[[archivio]] di Stato.
Il ''senatus consultum ultimum'' era la [[legge marziale]] e veniva promulgato in caso di pericolo e necessità molto gravi: i magistrati erano autorizzati a procedere immediatamente, venivano sospese tutte le garanzie costituzionali, quali l'inviolabiltàinviolabilità dei [[tribuni della plebe]] e la [[provocatio ad populum]]. I senatori dapprima erano solo patrizi (''patres''), poi vi entrarono anche i [[plebei]] ricchi (''conscripti'', cioè "iscritti"). A seconda delle magistrature ricoperte precedentemente i senatori erano divisi in ordine di dignità decrescente nei seguenti gruppi: ''censorii'', ''consulares'', ''praetorii'', ''aedilicii'', ''tribunicii'', ''quaestorii''. Il ''princeps senatus'', primo senatore, era il titolo attribuito dai [[censori]] al più autorevole dei senatori, che quindi votava per primo dopo i magistrati.<ref>"''Princeps senatus''" in ''Vocabolario della lingua latina'' di Luigi Castiglioni e Scevola Mariotti, ed. Loescher</ref> L'elevazione del ''civis'' (cittadino) a senatore era compito del ''rex'' ([[re]]) in età monarchica, del console in età repubblicana. La carica era vitalizia. Esisteva la facoltà censoria di escludere (''praeterire et loco movēre'') i senatori indegni attraverso apposito ''iudicium'' e relativa ''nota censoria''.
I senatori dapprima erano solo patrizi (''patres''), poi vi entrarono anche i [[plebei]] ricchi (''conscripti'', cioè "iscritti"). A seconda delle magistrature ricoperte precedentemente i senatori erano divisi in ordine di dignità decrescente nei seguenti gruppi: ''censorii'', ''consulares'', ''praetorii'', ''aedilicii'', ''tribunicii'', ''quaestorii''. Il ''princeps senatus'', primo senatore, era il titolo attribuito dai [[censori]] al più autorevole dei senatori, che quindi votava per primo dopo i magistrati.<ref>"''Princeps senatus''" in ''Vocabolario della lingua latina'' di Luigi Castiglioni e Scevola Mariotti, ed. Loescher</ref> L'elevazione del ''civis'' (cittadino) a senatore era compito del ''rex'' ([[re]]) in età monarchica, del console in età repubblicana. La carica era vitalizia. Esisteva la facoltà censoria di escludere (''praeterire et loco movēre'') i senatori indegni attraverso apposito ''iudicium'' e relativa ''nota censoria''.
====Privilegi e abbigliamento====
I senatori avevano diritto a posti privilegiati nelle pubbliche manifestazioni e a [[teatro]]. Indossavano la [[tunica (abbigliamento)|tunica]] con il [[laticlavio]], il ''calceus senatorius'' (un particolare tipo di calzare) e portavano l'''anulus aureus''.<ref>Giovanni Ramilli, ''Istituzioni Pubbliche dei Romani'', ed. Antoniana, Padova, 1971, pp. 60-69.</ref><ref>Georges-Calonghi, ''Dizionario Latino Italiano.''</ref><ref>[[Alberto Burdese]], ''Manuale di Diritto Pubblico Romano'', UTET, Torino, 1977, pp. 72-76.
</ref>
Ancora Augusto dispose che i senatori svolgessero le loro funzioni con maggior coscienza e meno insofferenza. Decretò che, prima di prendere posto a sedere, bruciassero incenso e facessero un sacrificio davanti all'altare del dio nel cui tempio ci si riuniva; stabilì che non si tenessero più di due sedute al mese, una alle [[Calende]] e l'altra alle [[calendario romano|Idi]], e che durante i mesi di settembre e di ottobre fosse presente solo un numero di senatori estratti a sorte, affinché ci fosse un numero sufficiente per l'approvazione dei [[Senatoconsulto|decreti del Senato]].<ref name="SvetonioAugusto35"/> Decise anche di creare, mediante estrazione a sorte semestrale, un gruppo di consiglieri con i quali studiare le questioni, prima di sottoporle all'intero Senato riunito in seduta plenaria. Sulle questioni importanti egli chiedeva un parere a suo piacere, in modo che ciascuno facesse attenzione a come si esprimeva e si trovasse sempre pronto, come se dovesse esprimere un parere e non come se dovesse semplicemente approvare.<ref name="SvetonioAugusto35"/> Vietò infine di rendere pubblici gli atti del Senato.<ref name="SvetonioAugusto36">{{cita|Svetonio|''Augustus'', 36}}.</ref>
Permise ai figli dei senatori, a cui in età repubblicana era stato vietato di entrare nella Curia,<ref>[[Aulo Gellio]], ''[[Noctes Atticae]]'', [https://la.wikisource.org/wiki/Noctes_Atticae/Liber_I#23 I, 23].</ref> al fine di apprendere più velocemente come si affrontassero gli affari della ''Res publica'', di vestire con il laticlavio, poco dopo aver indossato la [[toga|toga virile]] e di assistere alle sedute del Senato. A coloro che, in seguito, avrebbero affrontato la [[cursus honorum|carriera militare]] diede la possibilità di entrare sia nella [[legione romana|legione]] con il grado di ''[[tribunus laticlavius]]'', sia nelle [[Auxilia|truppe ausiliarie]] con il grado di ''[[praefectus alae]]''. E poiché ritenne necessario che ciascun figlio maschio di senatore dovesse affrontare la [[vita del legionario romano|vita dell'accampamento militare]], mise normalmente due ufficiali con il laticlavio al comando di ciascuna [[ala (esercito romano)|ala di cavalleria]].<ref name="SvetonioAugusto38">{{cita|Svetonio|''Augustus'', 38}}.</ref> E ancora [[Svetonio]] racconta che [[Augusto]]:
{{Citazione|E anche durante le elezioni dei [[tribunus laticlavius|tribuni]], nel caso non ci fosse un numero sufficiente di candidati tra i [[ordine senatorio|senatori]], li prese tra i [[ordine equestre|cavalieri romani]], tanto poi da permettere loro, una volta scaduto il mandato, di rimanere nell'ordine che volessero.|{{cita|Svetonio|''Augustus'', 40}}.|''Ac comitiis tribuniciis si deessent candidati senatores, ex equitibus R. creavit, ita ut potestate transacta in utro vellent ordine manerent''.|lingua=la}}
Sempre [[Augusto]] aumentò il requisito di censo necessario per far parte del Senato, portandolo da 400.000{{formatnum:400000}} sesterzi a 1.000.000{{formatnum:1000000}} di sesterzi. ([[13 a.C.]]) I motivi erano principalmente due: Innanzituttoinnanzitutto Augusto voleva distinguere nettamente il ceto senatorio da quello equestre per elevarlo e nobilitarlo. In più, un secondo fine più occulto era quello di vincolare più senatori possibile all'imperatore stesso. Augusto infatti spesso contribuì a sue spese (come del resto spiega lo storico [[Svetonio]]) a completare il patrimonio dei senatori, per permettere loro di raggiungere la nuova soglia censitaria necessaria per essere ammessi in Senato. In questo modo molti senatori si trovarono a dover dipendere dal sovrano per mantenere la loro posizione di potere, e di conseguenza erano portati a sostenere la linea politica di Augusto nelle sedi istituzionali.
Inoltre, per diventare senatori bisognava essere ex- magistrati e l'assunzione di cariche magistratuali dipendeva dal beneplacito imperiale. L'imperatore poteva inoltre introdurre in senatoSenato persone da lui scelte con la procedura dell<nowiki>'</nowiki>''adlectio'' (promozione a) e guidava la revisione delle liste dei senatori (''lectio senatus''). Sappiamo che nell'[[11 a.C.]] Augusto redasse una lista non solo delle sue proprietà, come se fosse un cittadino comune, ma anche una per i senatori. E sempre in quella circostanza, poiché si era accorto che i presenti alle assemblee senatoriali non erano spesso in molti, ordinò che i decreti di questo organo collegiale venissero votati anche quando i membri fossero stati meno di quattrocento.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIV, 35.1}}.</ref>
L'imperatore aveva il diritto di convocare e presiedere il senatoSenato, cosa che poteva essere fatta anche dal [[console (storia romana)|console]] e dal [[pretore (storia romana)|pretore]]. In materia finanziaria il senatoSenato conservava l'amministrazione dell<nowiki>'</nowiki>''aerarium populi Romani'', anche se il ''[[Fiscus Caesaris|fiscus]]'' (tesoro) imperiale a mano a mano diventò sempre di più il vero tesoro dello Stato.<ref>Giovanni Ramilli, op. cit, pag. 82-84.</ref>
[[Svetonio]] racconta che Augusto ebbe un ottimo rapporto con l'[[ordine senatorio]]. Nei giorni di seduta del Senato egli salutava i senatori solo all'interno della curia e dopo che si fossero seduti, chiamando ciascuno con il suo nome, senza alcun suggerimento. E quando se ne andava, salutava tutti allo stesso modo, senza costringerli ad alzarsi.<ref name="SvetonioAugusto53">{{cita|Svetonio|''Augustus'', 53}}.</ref> Coltivò relazioni con molti di loro e spesso fu presente alle solennità celebrate da molti di loro, almeno fino a quando non fu troppo vecchio. Si racconta che:<ref name="SvetonioAugusto53"/>
{{Vedi anche|Tardo Impero romano}}
Con [[Costantino I]] venne creata una seconda capitale a [[Costantinopoli]], caratterizzata da un proprio Senato. Si creò quindi un organismo speculare a quello dell'Urbe, detto [[senato bizantino|Synkletos]]. Quest'ultimo, inizialmente, sembrava non potesse competere per prestigio con quello dell'antica [[Roma|capitale imperiale]]. I rivolgimenti del [[V secolo]] (fra cui due sacchi di Roma e la definitiva [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]]) infersero un colpo mortale a tale istituzione, che pure alla fine di quello stesso secolo e agli inizi del successivo, seppur avendo perso gran parte della primitiva importanza, continuò a svolgere un ruolo di alto profilo.
Dopo la caduta dell'Impero Romanoromano d'Occidente, il Senato continuò a funzionare sotto il capo barbarico [[Odoacre]], e poi sotto il [[Regno ostrogoto|dominio ostrogoto]]. L'autorità del senatoSenato si elevò considerevolmente sotto i capi barbari, che cercarono di proteggere l'istituzione. Questo periodo fu caratterizzato dall'ascesa di importanti famiglie senatorie romane, come gli ''[[Gens Anicia|Anicii]]'', mentre il capo del senatoSenato, il ''princeps senatus'', serviva spesso come la mano destra del condottiero barbaro. È noto che il senatoSenato nominò [[Antipapa Laurenzio|Laurenzio]] come papa nel 498, nonostante il fatto che sia il re [[Teodorico il Grande|Teodorico]] sia l'imperatore [[Anastasio I Dicoro|Anastasio]] sostenessero l'altro candidato, [[papa Simmaco]]. La coesistenza pacifica del dominio senatorio e barbaro continuò fino a che il capo ostrogoto [[Teodato]] si trovò in guerra con l'imperatore [[Giustiniano I]] e prese i senatori come ostaggi. Diversi senatori furono giustiziati nel 552 come vendetta per la morte del re ostrogoto, [[Totila]].
Dopo che Roma fu riconquistata dall'[[esercito bizantino]], il senatoSenato fu restaurato, ma l'istituzione (come la stessa Roma classica) era stata mortalmente indebolita dalla lunga guerra. Molti senatori erano stati uccisi e molti di quelli che erano fuggiti in Oriente scelsero di rimanere lì, grazie alla legislazione favorevole approvata dall'imperatore Giustiniano, che tuttavia abolì praticamente tutti gli uffici senatori in Italia. L'importanza del senatoSenato romano diminuì così rapidamente. Nel 578 e di nuovo nel 580 il senatoSenato inviò una delegazione, con a capo il senatore [[Pamfronio]], a Costantinopoli. Consegnarono circa 960 kg d'oro come regalo al nuovo imperatore, [[Tiberio II Costantino]], insieme a una richiesta di aiuto contro i [[Longobardi]], che avevano invaso l'Italia dieci anni prima.
[[Papa Gregorio I]], in una predica del 593, lamentava la quasi completa scomparsa dell'ordine senatoriale e il declino della prestigiosa istituzione. Non è chiaramente noto quando il senatoSenato romano scomparve in Occidente, ma è noto dal registro gregoriano che il senatoSenato acclamò nuove statue dell'imperatore [[Foca (imperatore)|Foca]] e dell'Imperatriceimperatrice [[Leonzia (moglie di Foca)|Leonzia]] nel 603, e che fu anche l'ultima volta in cui il senatoSenato sia stato menzionato.
Nel 630, la ''[[Curia Iulia]]'' fu trasformata in chiesa da [[papa Onorio I]], probabilmente con il permesso dell'imperatore [[Eraclio I|Eraclio]]. In epoca tardo medievale, il titolo di "senatore" era ancora in uso occasionale, ma era diventato un titolo aggiuntivo di nobiltà insignificante e non implicava più l'appartenenza a un corpo governativo organizzato. Venne sostituito dal [[Senatore di Roma]] erede dello scomparso senatoSenato.
Nel 1144, la Comune di Roma tentò di stabilire un governo modellato sull'antica repubblicaRepubblica romana in opposizione al potere temporale dei nobili più alti e del papa. Questo includeva istituire un senatoSenato sulla falsariga di quello antico. I rivoluzionari divisero Roma in quattordici regioni, eleggendo ciascuno quattro senatori per un totale di 56. Questi senatori, i primi veri senatori dal VII secolo, elessero come loro condottiero [[Giordano Pierleoni]], figlio del console romano Pier Leoni, con il titolo di patrizio, poiché anche il console era un deprecabile stile nobiliare. Questa forma di governo rinnovata fu costantemente combattuta. Verso la fine del XII secolo, aveva subito una trasformazione radicale, con la riduzione del numero di senatori in uno solo - il senatore Summus - essendo in seguito il titolo del capo del governo civile di Roma.
== Membri e nomina ==
{{Vedi anche|Gentes originarie|patrizio (storia romana)}}
Questo collegio, che nella vita romana ebbe un ruolo di preminente importanza, almeno in [[età regia di Roma|epoca regia]] e [[Repubblica romana|repubblicana]], sembra sia stato di nomina regia al tempo della monarchia, di nomina [[console (storia romana)|consolare]] e poi [[censore|censoria]] al tempo repubblicano.<ref name="DeFrancisci47">[[Pietro De Francisci]], ''Sintesi storica del diritto romano'', p. 47.</ref> Era formato, in epoca regia, dai ''patres gentium'' (intendendo con ''pater'' il capo di un ampio gruppo, denominato ''[[gens]]''), che altri non erano se non i capigruppo delle [[gentes originarie|''gentes'' originarie]] della primitiva comunità latina.<ref name="DeFrancisci47"/>
Il numero dei ''patres'' andò col tempo aumentando, grazie all'aggiunta di nuovi gruppi. Vennero, infatti, ricevuti all'interno della comunità romana i ''principes Albanorum'' o il ''pater gentis'' della ''[[gens Claudia]]''. I membri del senatoSenato risultarono, di conseguenza, costituiti solo dai cosiddetti ''[[patrizio (storia romana)|patricii]]'', ovvero i membri dei gruppi primitivi e di quelli entrati a far parte della comunità romana successivamente per ''cooptatio'' (ammissione o adozione all'interno di una comunità).<ref name="DeFrancisci47"/>
== Sedi e riunioni del Senato ==
[[File:Denario di ottaviano con la curia iulia.jpg|thumb|upright=0.8|[[Denario]] ottavianeo con la ''[[Curia Iulia]]'', sormontata da un [[frontone]] con [[acroteri]] e statue, e preceduta da un [[porticato]]]]
Le riunioni del Senato in epoca repubblicana avvenivano a Roma in un luogo chiuso, a porte aperte, che fosse pubblico oppure sacro (di norma un [[tempio]]). Una riunione dei senatori richiedeva per tradizione gli [[auspici]], che dovevano essere favorevoli. Alcuni locali adatti alle riunioni erano la ''[[Curia Hostilia]]'' sul [[Comizio]] e la ''[[Curia Calabra]]'' sul [[Campidoglio]], ciascuna con il relativo ''senaculum'', ovvero il luogo di riunione dei senatori. [[Cesare]] e [[Augusto]] innalzarono poi la ''[[Curia Iulia|Curia Julia]]'' sul [[Foro Romano|Foro]] (che divenne sede stabile fino all'[[tardo antico|epoca tardo antica]]).
Durante l'[[età repubblicana|epoca tardo-repubblicana]] vennero innalzati il [[teatro di Pompeo]] (presso il quale sorgeva una grande [[esedra]] rettangolare con una statua di [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]]<ref>v. [[Palazzo Spada#Sala di Pompeo]].</ref>, cioè la ''Curia di Pompeo'')<ref>Sarebbe il luogo in cui, durante i lavori della [[Curia Iulia]], si spostarono i lavori del Senato nel 44 avanti Cristo, e dove quindi fu pugnalato [[Gaio Giulio Cesare]]: v. http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_ottobre_12/nuovo-giulio-cesare-int-carandini-2112227957526.shtml .</ref> e il [[portico di Ottavia]] ([[propileo]] al [[Tempio di Giove Statore (II secolo a.C.)|tempio di Giove Statore]], usato anch'esso come sede), poco distante dal teatro, dove sorgeva la ''Curia Octaviae'' alle spalle dei [[Tempio di Giunone Regina (Campo Marzio)|templi di Giunone Regina]] e Giove, che servirono abitualmente anch'essi come luoghi delle assemblee.<ref>[[Filippo Coarelli]], Roma, Guide Archeologiche Laterza, Roma-Bari 2012, p. 372.</ref>
Le ''[[Cella (architettura)|cellae]]'' dei templi erano utilizzate per le sedute, tra cui quella del [[Tempio di Giove Ottimo Massimo|tempio di Giove Capitolino]], dove aveva luogo di norma la seduta per il primo giorno dell'anno in carica dei senatori, e quella del [[Tempio di Giove Statore (VIII secolo a.C.)|tempio di Giove Statore]]. Altri templi utilizzati furono quello didella [[Tempio della Concordia (Roma)|Concordia]] nel [[Foro Romano|Foro]] e il [[Tempio di Tellure|tempio della Terra]]. Riunioni potevano avvenire anche fuori dal [[pomerio]], dove c'era un ''senaculum'' presso il [[Campo Marzio (antichità)|Campo Marzio]] e sedute del senatoSenato vennero tenute in diversi templi adiacenti. I templi [[tempio di Bellona (Roma)|di Bellona]] e di [[tempio di Apollo Medico|Apollo Medico]] erano utilizzati in occasione dell'arrivo di delegazioni di statiStati stranieri cui non era concesso di superare il [[pomerio]]. In questi due tempi il Senato riceveva anche i magistrati che rivestivano ancora l<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[imperium]]'' (che dovevano celebrare il trionfo) e che per tale ragione non potevano entrare in armi in città.
In epoca imperiale il Senato venne spesso riunito dagli imperatori nei [[palazzi imperiali del Palatino]]. L'imperatore [[Augusto]] fece infatti di una sala nel ''Palatium'' (la Biblioteca Apollinea nel [[tempio di Apollo Palatino]], che era situato all'interno della Domus di Augusto) una replica della Curia GiuliaIulia (da identificare forse con la "Curia Apollinis") al fine di convocare i senatori nella sua dimora.<ref>"La Roma di Augusto in cento monumenti", Andrea Carandini.</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=BHjQDwAAQBAJ&pg=PA35&dq=biblioteca+apollinis+Tempio+Apollo+palatino&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&sa=X&ved=2ahUKEwjEyaLQg_X7AhU6hP0HHSi8BFUQ6AF6BAgCEAM#v=onepage&q=biblioteca%20apollinis%20Tempio%20Apollo%20palatino&f=false].</ref>
== Note ==
* {{cita libro | autore=[[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]]|titolo=Naturalis historia|url=https://la.wikisource.org/wiki/Naturalis_Historia|cid= Plinio il Vecchio}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
* {{Cita libro|autore=Polibio|wkautore=Polibio|titolo=[[Storie (Polibio)|Storie (Ἰστορίαι)]]|volume=VI|cid=Polibio|lingua=grc}} Versioni in inglese disponibili [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Polybius/home.html qui] e [http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0234%3Abook%3D1%3Achapter%3D1 qui].
* {{cita libro | autore=[[Strabone]]|titolo=Geografia (Γεωγραφικά)|url=https://el.wikisource.org/wiki/%CE%93%CE%B5%CF%89%CE%B3%CF%81%CE%B1%CF%86%CE%AF%CE%B1|cid= Strabone}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}. Versione in inglese [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Strabo/home.html qui].
* {{cita libro | autore=[[Gaio Svetonio Tranquillo]]|titolo=De vita Caesarum|posizione=libri I-II-III|url=https://la.wikisource.org/wiki/De_vita_Caesarum_libri_VIII|cid= Svetonio}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
* {{cita libro | autore=[[Publio Cornelio Tacito]]|titolo=Annales|posizione=libro I|url= https://la.wikisource.org/wiki/Ab_excessu_divi_Augusti_%28Annales%29|cid= Tacito}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} Versione in inglese [http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Tac.+Ann.+1.1 qui].
* {{cita libro | autore=[[Velleio Patercolo]]|titolo=Historiae Romanae|posizione=libro I|url=https://la.wikisource.org/wiki/Historiae_Romanae_Ad_M._Vinicium_Libri_Duo |cid= Velleio Patercolo}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}. Versione in inglese [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Velleius_Paterculus/home.html qui].
;Fonti moderne:
* {{cita libro|autore=L. Fezzi|titolo=Modelli politici di Roma antica|città=Roma|anno=2015}}
* {{cita libro|autore=G. Poma|titolo=Istituzioni politiche del mondo Romano|url=https://archive.org/details/poma-gabriella.-le-istituzioni-politiche-del-mondo-romano-2009|città=Bologna|anno=2009}}
* P. F., P. S. L., F. Rov., [http://www.treccani.it/enciclopedia/senato_(Enciclopedia-Italiana)/ {{Maiuscoletto|Senato - Il Senato Romano}}] da Enciclopedia Italiana (1936), [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]].
* {{cita libro|cognome=Brewer|nome=E. Cobham|titolo=Dictionary of Phrase and Fable|url=https://archive.org/details/dli.bengal.10689.11410|anno=1898}}
* {{cita libro|cognome=Cooper|nome=Kate|cognome2=Hillner|nome2=Julia|anno=2007|titolo=Religion, Dynasty, and Patronage in Early Christian Rome, 300–900|editore=Cambridge University Press|ISBN=978-1-139-46838-1}}
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