Villa d'Este (Tivoli): differenze tra le versioni

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|Responsabile = [[Andrea Bruciati]]
}}
La '''villa d'Este''' di [[Tivoli]] è una villa del [[Rinascimento italiano]] e figura nella lista dei [[Patrimonio dell'umanità|patrimoni dell'umanità]] dell'[[UNESCO|UNESCO.]].
 
Aimé, Una delle cupole della villa è stata danneggiata recentemente, collocata al suo interno al momento.
 
{{UNESCO
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[[File:Carl Blechen 007.jpg|miniatura|sinistra|Il Parco di Villa d'Este, [[Carl Blechen]], 1830]]
 
La villa fu voluta dal cardinale [[Ippolito II d'Este|Ippolito d'Este]]<ref>Vincenzo Pacifici, ''Ippolito II d'Este cardinale di Ferrara'', Tivoli, 1920, reprint Tivoli, 1984 [http://www.societatiburtinastoriaarte.it/STSA-resources/pubblicazioni/misc/Ippolito_II_d_Este_1920_reprint_1984.pdf] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170923051253/http://www.societatiburtinastoriaarte.it/STSA-resources/pubblicazioni/misc/Ippolito_II_d_Este_1920_reprint_1984.pdf |data=23 settembre 2017 }}; ''In memoria del cardinale di Ferrara Ippolito II d'Este nel cinquecentesimo anniversario della nascita (1509-2009)'', a cura di Roberto Borgia, Tivoli, [[Liceo classico statale Amedeo di Savoia]], 2009. ISBN 978-88-902795-5-3 ([http://www.liceoclassicotivoli.it/In_memoria_del_cardinale_di_Ferrara_curavit_Roberto_Borgia_2009.rar testo on line rar] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120323035251/http://www.liceoclassicotivoli.it/In_memoria_del_cardinale_di_Ferrara_curavit_Roberto_Borgia_2009.rar |date=23 marzo 2012 }}) ([http://www.scribd.com/doc/94178646/In-Memoria-del-Cardinale-Di-Ferrara-Curavit-Roberto-Borgia-2009 testo on line pdf]).</ref>, figlio di [[Alfonso I d'Este|Alfonso I]] e di [[Lucrezia Borgia]] (Ferrara [[1509]] - Roma [[1572]]), su un sito già anticamente sede di una villa romana.
 
La storia della sua costruzione è legata alle vicende del primo proprietario. [[Papa Giulio III]] del Monte volle ringraziare il cardinale d'Este per l'essenziale contributo dato nel [[1550]] alla propria elezione al soglio pontificio nominandolo governatore a vita di [[Tivoli]] e del suo territorio. Il cardinale arrivò a Tivoli il 9 settembre e vi fece un'entrata trionfale, scoprendo però che gli sarebbe toccato di abitare in un vecchio e scomodo [[convento]] annesso alla [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Tivoli)|chiesa di Santa Maria Maggiore]], edificato secoli prima dai [[benedettini]], ora tenuto dai [[francescani]] e parzialmente riadattato a residenza del governatore.
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Il cardinale ebbe appena il tempo di godersi la solenne inaugurazione della villa, avvenuta nel settembre del [[1572]] con la visita di [[papa Gregorio XIII]]; morì infatti il 2 dicembre dello stesso anno.
 
I primi proprietari furono tre cardinali d'Este governatori di Tivoli: il committente Ippolito II, il nipote [[Luigi d'Este|Luigi]] fino al [[1586]] e infine [[Alessandro d'Este (cardinale)|Alessandro]], fino al [[1624]]. Quest'ultimo riuscì a mantenerne la proprietà diretta alla casa d'[[Este]] anche per quando, in futuro, la famiglia non fosse stata più presente nel [[collegio cardinalizio]] e realizzò manutenzioni e innovazioni decorative. Degno di nota è anche l'operato del cardinale [[Rinaldo d'Este (1618-1672cardinale 1617)|Rinaldo d'Este]] (1641-1672), che fece realizzare da [[Gian Lorenzo Bernini]] la fontana del Bicchierone e la cascata della fontana dell'Organo.
 
Successivamente la villa e i suoi impianti, passati agli [[Asburgo]], furono lasciati deperire e le collezioni antiquarie furono disperse, fino a quando il cardinale [[Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst]], a metà Ottocento, se ne innamorò, la ripristinò e per il resto del secolo (fino alla sua morte nel 1896) la pose di nuovo al centro di intense attività artistico-mondane; uno dei frequentatori affezionati fu, all'epoca, [[Franz Liszt]] che alla villa si ispirò per alcuni brani delle ''[[Années de Pèlerinage]]'' (''Troisième année: Aux cyprès de la Villa d'Este, Thrénodie I&nbsp;– Aux cyprès de la Villa d'Este, Thrénodie II&nbsp;– Les jeux d'eaux à la Villa d'Este'').
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=== Appartamento inferiore ===
[[File:Ercole Sassano da Villa d Este foto Roberto Borgia 2011.jpg|miniatura|''Ercole Sassano''<ref>[https://www.academia.edu/4350496/Antonio_Del_Re_DellAntichita_Tiburtine_cap._I_e_II_1607_ed._2012_curaverunt_Pietro_Candido_et_Roberto_Borgia Antichità Tiburtine, cap. I e II] [http://www.societatiburtinastoriaarte.it/STSA-resources/pubblicazioni/misc/Antonio_del_Re_Dell_Antichita_Tiburtine_cap_I_II__1607__edizione_2012.pdf]</ref> 1569, affresco nella prima stanza tiburtina dell'appartamento inferiore. Il mito viene descritto da [[Antonio del Re]], che lasciò nelle sue ''Antichità Tiburtine''<ref>[http://arachne.uni-koeln.de/item/buchseite/257011 Arachne - Book Page Re, Antonio del..Dell'antichita tibvrtine capitolo V. Diuiso in dve parti dal dottore Antonio Del Re tiburtino. Nel quale si descriuono le merauiglie del p...<!-- Titolo generato automaticamente -->] [http://www.societatiburtinastoriaarte.it/STSA-resources/pubblicazioni/misc/Dell_Antichita_Tiburtine_cap_V.pdf] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150924103332/http://www.societatiburtinastoriaarte.it/STSA-resources/pubblicazioni/misc/Dell_Antichita_Tiburtine_cap_V.pdf |date=24 settembre 2015 }}</ref> un'accurata descrizione della villa nell'anno 1607.]]
 
L'appartamento inferiore è caratterizzato dal Salone detto ora ''della Fontanina'', o del ''Concilio degli Dei'', per l'affresco sul soffitto. Già denominato negli anni '50 ''Sala di passaggio'' presenta nella parete orientale un affresco raffigurante il progetto della villa, con il Palazzo ancora in costruzione, 1568 circa.
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L'ingresso originario era però posto sull'antica via del colle, vicino alla chiesa di San Pietro, la cui [[abside]] spalleggia un lato del giardino, dando molta più maestosità e suggestione al complesso da parte del visitatore. L'originale disegno, in aggiunta al paesaggio di cui si può godere dai vari piani del giardino, le fontane con i loro giochi d'acqua, gli alberi e le piante di varie specie rendevano il giardino di Villa d'Este un modello per la realizzazione di molti successivi.
 
Tutto ciò costò al Ligorio un lavoro lungo e impegnativo: sfruttò lale vecchie mura urbane come [[contrafforti]] per la realizzazione del [[terrapieno]], e risolse il problema dell'approvvigionamento della grande abbondanza d'acqua che occorreva per far funzionare tutte le fontane che aveva progettato di costruire, calcolandone le quantità precise. Per questo motivo costruì un sistema di tubazioni e una galleria lunga circa seicento metri, sotto la città di Tivoli, che adduceva l'acqua direttamente dall'[[Aniene]] fino ad una vasca: la portata era di ben 300 litri al secondo.
 
Tutte le fontane erano poi alimentate senza uso di alcun congegno meccanico, ma soltanto sfruttando la pressione naturale e il principio dei [[vasi comunicanti]].
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Detta anche "del Giglio", questa fontana è dislocata sotto la loggia di Pandora, sull'asse principale del giardino della villa.
Elegante e pacata, la fontana fu aggiunta quasi un secolo dopo la realizzazione della villa, nel 1661, su commissione del cardinale [[Rinaldo d'Este (1618-1672cardinale 1617)|Rinaldo d'Este]] a [[Gian Lorenzo Bernini]].
La fontana, di gusto architettonico, raffigura un calice dentellato (il 'Bicchierone' per l'appunto) sovrapposto ad un altro simile, entrambi sorretti da una grande conchiglia.
La fontana fu attivata nel maggio del 1661 per onorare gli illustri ospiti della villa, ma il suo zampillo fu successivamente ridimensionato dallo stesso Bernini perché, essendo troppo alto, impediva la vista dalla loggia di Pandora.
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La fontana è composta da un ninfeo centrale e due nicchie laterali, interposte da quattro [[colonna tortile|colonne tortili]] avvolte da tralci di vite in stucco, e da due scalinate che permettono la comunicazione fra i due diversi livelli del parco.
Era stata progettata dall'architetto ferrarese Giovanni Alberto Galvani (+ 1586) come "fontana degli imperatori", dalle statue di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], [[Augusto]], [[Traiano]] e [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] che dovevano ornarne gli angoli, mentre nella nicchia centrale doveva essere posta la statua di [[Aretusa]] ed altre [[Ninfa (mitologia)|ninfe]]. Queste non furono però mai eseguite, e nel XVII secolo furono sostituite dal gruppo in stucco di [[Plutone (divinità)|Plutone]] che rapisce [[Persefone]], su un carro a forma di conchiglia trainata da cavalli, mentre due [[Sileni]] suonano arpe marine e due [[delfino|delfini]] agitano le acque. La figura di Persefone, ben visibile in un'[[incisione]] di Venturini del 1685 insieme con le due statue nelle nicchie, è andata perduta come queste ultime.
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