Villa d'Este (Tivoli): differenze tra le versioni

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Il cardinale ebbe appena il tempo di godersi la solenne inaugurazione della villa, avvenuta nel settembre del [[1572]] con la visita di [[papa Gregorio XIII]]; morì infatti il 2 dicembre dello stesso anno.
 
I primi proprietari furono tre cardinali d'Este governatori di Tivoli: il committente Ippolito II, il nipote [[Luigi d'Este|Luigi]] fino al [[1586]] e infine [[Alessandro d'Este (cardinale)|Alessandro]], fino al [[1624]]. Quest'ultimo riuscì a mantenerne la proprietà diretta alla casa d'[[Este]] anche per quando, in futuro, la famiglia non fosse stata più presente nel [[collegio cardinalizio]] e realizzò manutenzioni e innovazioni decorative. Degno di nota è anche l'operato del cardinale [[Rinaldo d'Este (1618-1672cardinale 1617)|Rinaldo d'Este]] (1641-1672), che fece realizzare da [[Gian Lorenzo Bernini]] la fontana del Bicchierone e la cascata della fontana dell'Organo.
 
Successivamente la villa e i suoi impianti, passati agli [[Asburgo]], furono lasciati deperire e le collezioni antiquarie furono disperse, fino a quando il cardinale [[Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst]], a metà Ottocento, se ne innamorò, la ripristinò e per il resto del secolo (fino alla sua morte nel 1896) la pose di nuovo al centro di intense attività artistico-mondane; uno dei frequentatori affezionati fu, all'epoca, [[Franz Liszt]] che alla villa si ispirò per alcuni brani delle ''[[Années de Pèlerinage]]'' (''Troisième année: Aux cyprès de la Villa d'Este, Thrénodie I – Aux cyprès de la Villa d'Este, Thrénodie II – Les jeux d'eaux à la Villa d'Este'').
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L'ingresso originario era però posto sull'antica via del colle, vicino alla chiesa di San Pietro, la cui [[abside]] spalleggia un lato del giardino, dando molta più maestosità e suggestione al complesso da parte del visitatore. L'originale disegno, in aggiunta al paesaggio di cui si può godere dai vari piani del giardino, le fontane con i loro giochi d'acqua, gli alberi e le piante di varie specie rendevano il giardino di Villa d'Este un modello per la realizzazione di molti successivi.
 
Tutto ciò costò al Ligorio un lavoro lungo e impegnativo: sfruttò lale vecchie mura urbane come [[contrafforti]] per la realizzazione del [[terrapieno]], e risolse il problema dell'approvvigionamento della grande abbondanza d'acqua che occorreva per far funzionare tutte le fontane che aveva progettato di costruire, calcolandone le quantità precise. Per questo motivo costruì un sistema di tubazioni e una galleria lunga circa seicento metri, sotto la città di Tivoli, che adduceva l'acqua direttamente dall'[[Aniene]] fino ad una vasca: la portata era di ben 300 litri al secondo.
 
Tutte le fontane erano poi alimentate senza uso di alcun congegno meccanico, ma soltanto sfruttando la pressione naturale e il principio dei [[vasi comunicanti]].
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Detta anche "del Giglio", questa fontana è dislocata sotto la loggia di Pandora, sull'asse principale del giardino della villa.
Elegante e pacata, la fontana fu aggiunta quasi un secolo dopo la realizzazione della villa, nel 1661, su commissione del cardinale [[Rinaldo d'Este (1618-1672cardinale 1617)|Rinaldo d'Este]] a [[Gian Lorenzo Bernini]].
La fontana, di gusto architettonico, raffigura un calice dentellato (il 'Bicchierone' per l'appunto) sovrapposto ad un altro simile, entrambi sorretti da una grande conchiglia.
La fontana fu attivata nel maggio del 1661 per onorare gli illustri ospiti della villa, ma il suo zampillo fu successivamente ridimensionato dallo stesso Bernini perché, essendo troppo alto, impediva la vista dalla loggia di Pandora.