Guerra della Lega di Cambrai: differenze tra le versioni
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Questa apparente riconciliazione tra Venezia e il papa non trattenne i francesi da una nuova invasione del Veneto in marzo. A gennaio, la morte di Pitigliano fece sì che Andrea Gritti rimanesse da solo al comando delle forze veneziane; anche se Massimiliano non riuscì ad aiutare Luigi di Francia, l'esercito francese fu tuttavia sufficiente per espellere i veneziani da Vicenza entro maggio. Gritti presidiò Padova in previsione di un possibile attacco combinato dell'esercito franco-imperiale, ma Luigi, preoccupato per la morte del suo consigliere, il [[cardinale]] Georges I d'Amboise, abbandonò i suoi piani di assedio.<ref>{{cita|Norwich, 1989|pp. 410-411}}.</ref>
Frattanto, l'11 settembre Venezia era giunta persino a ordinare al [[
La situazione sul campo volgeva frattanto sempre più in favore di Venezia. Il 26 novembre Vicenza aprì le porte al Gritti e dopo tre giorni la guarnigione della lega cedette la cittadella. Vennero quindi riconquistate Bassano, Feltre, Belluno, [[Cividale del Friuli|Cividale]], [[Castelnovo del Friuli|Castel Nuovo]], [[Monselice]], [[Montagnana]] e il [[Polesine]].<ref>{{cita libro|titolo=Histoire des republiques italiennes du Moyen Age|anno=1846|p=32|isbn=no|url=https://books.google.it/books?id=zY4KM_Q71mcC&pg=PA32&lpg=PA32&dq=Bassano,+Feltre,+Belluno,+Cividale,+Castelnuovo,+Monselice,+Montagnana&source=bl&ots=ipROIE-Gj6&sig=ACfU3U0zZkuNBNDhbdfzv-WEryjhKhqTlw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjP6oOnq_XiAhVM_qQKHSopC94Q6AEwAnoECAkQAQ#v=onepage&q=Bassano%2C%20Feltre%2C%20Belluno%2C%20Cividale%2C%20Castelnuovo%2C%20Monselice%2C%20Montagnana&f=false}}</ref>
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Nel frattempo, Bartolomeo d'Alviano, inaspettatamente lasciato senza sostegno francese, si ritirò nel Veneto, inseguito da vicino dall'esercito spagnolo condotto da Cardona. Mentre gli spagnoli non furono in grado di espugnare Padova grazie alla decisa resistenza veneziana, essi penetrarono in profondità nel territorio veneziano e verso fine settembre furono in vista di Venezia. Cardona provò a bombardare la città lagunare, operazione che tuttavia si rivelò in gran parte inefficace. Inoltre, egli non possedeva imbarcazioni in grado di attraversare la laguna, e quindi fece ritorno in Lombardia. L'esercito di Alviano, avendo avuto rinforzi da parte di centinaia di volontari della [[Patriziato (Venezia)|nobiltà veneziana]], inseguì Cardona e lo affrontò fuori Vicenza il 7 ottobre. Nella successiva [[battaglia de La Motta]], l'esercito veneziano subì una netta sconfitta.<ref name="P132"/><ref>{{cita|Norwich, 1989|p. 429}}.</ref><ref>{{cita|Tenenti e Tucci, 1996|p. 288}}.</ref>
Tuttavia, la Lega Santa non riuscì ad approfittare di queste vittorie. Cardona e Alviano continuarono a combattersi in Friuli per il resto del 1513 e per il 1514. Un ruolo significativo fu svolto dal conte Girolamo della famiglia filoveneziana udinese dei [[Savorgnan]], il quale riuscì ad impedire l'invasione del Veneto da parte del generale imperiale Cristoforo [[Frangipane (famiglia)|Frangipane]], che aveva già assoggettato [[Udine]], Cividale e [[Tolmezzo]]. Asserragliatosi nella [[fortezza di
[[File:Marignano.jpg|miniatura|Raffigurazione della [[battaglia di Marignano]]]]
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