Colore: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua||titolo=Colore (disambigua)|titolo2=Colori (disambigua)|redirect=Colori}}
{{NN|fisica|agosto 2022}}{{D|Teoria del colore|commento=Si suggerisce di portare una parte dei contenuti nella nuova voce creata appositamente: Teoria del colore.}}[[File:Colouring pencils.jpg|verticale=1.4|min|Matite colorate.]]
[[File:Nasir-al molk -1.jpg|
Il '''colore''' è la [[percezione]] visiva delle varie [[
▲[[File:Nasir-al molk -1.jpg|miniatura|320x320px|Effetto del colore: la luce del Sole che splende attraverso il vetro colorato sul tappeto (Moschea Nasir-ol-Molk situata a [[Shiraz]], [[Iran]]).]]
▲Il '''colore''' è la [[percezione]] visiva delle varie [[pillole]] comprese nel cosiddetto [[spettro visibile]].
== Lo studio dei colori ==
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== La visione dei colori nella storia ==
La varietà di pigmenti utilizzati oggigiorno era sconosciuta prima della scoperta dei colori sintetici, dalla loro limitata varietà negli utilizzi sia artistici che di tintura di stoffe risulta un limitato vocabolario.
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I colori fondamentali erano dunque anticamente ricondotti a due, il bianco e il nero, ossia la [[luce|chiarezza]] e l'[[oscurità]], dalla cui mescolanza derivavano tutti gli altri. In particolare [[Empedocle]], nel trattato ''Sull'origine'', attribuiva il bianco al [[fuoco (elemento)|fuoco]] e il nero all'[[acqua (elemento)|acqua]].<ref>Katerina Ierodiakonou, ''Empedocles on Colour and Colour Vision'', in "Oxford Studies in Ancient Philosopy", XXIX, 2005.</ref>
[[Platone]], nel ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'', oltre al bianco e al nero annoverava tra i colori primari anche il rosso e lo «splendente» (''lampron'').<ref>Platone, ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'', 67-68.</ref> Per [[Aristotele]] il bianco e il nero si determinano in base alla presenza o meno del ''diaphanes'', ossia di un elemento trasparente in grado di far trasparire la [[luce]] (da ''leukòs'', cioè bianco): tale ''diaphanes'' è massimo nel [[fuoco (elemento)|fuoco]], associato al caldo, e minimo nella [[terra (elemento)|terra]], associata al freddo.<ref>Aristotele, ''[[Sull'anima (Aristotele)|Sull'Anima]]'', libro II, cap. 7.</ref> Oltre che nel trattato ''[[Sull'anima (Aristotele)|Sull'Anima]]'', l'argomento è trattato da Aristotele anche nell'opuscolo ''Sul senso e sui sensibili'', appartenente al gruppo di brevi opere conosciute col titolo di ''[[Parva naturalia]]'', ossia «Piccoli scritti naturali»: in esso viene spiegata l'origine dei colori in termini di mescolanza a partire dal bianco e dal nero.<ref>Aristotele, ''[[Parva naturalia]]'', ''Sul senso e sui sensibili'', capp. 2 e 3.</ref> Una teoria sulla [[luce]] e sui colori derivati dalla sua [[rifrazione]], simile a quella che verrà scoperta secoli dopo, fu esposta invece dal filosofo [[Atomismo|atomista]] [[Epicuro]] nei testi ''Contro Teofrasto'' e ''[[Sulla natura (Epicuro)|Sulla natura]]''.
La dottrina greca che vedeva i colori originati dalle due opposte [[polarità (filosofia)|polarità]], chiaro e scuro, rimase predominante durante il [[Medioevo]], in cui soprattutto quella aristotelica continuò a essere discussa e commentata. Concezioni analoghe furono elaborate nel [[Rinascimento]]: ad esempio [[Leonardo da Vinci]], artista e scienziato insieme, attingendo alle teorie aristoteliche vedeva nel bianco e nel nero gli estremi fondamentali della gamma cromatica,<ref>[[Leonardo da Vinci|Leonardo]], ''[[Trattato della pittura]]'', cap. CXXI.</ref> a partire dai quali egli studiò il modo in cui due colori complementari si pongono reciprocamente in risalto, distinguendo le tinte prodotte dalla luce, come il giallo e il rosso, dai colori delle ombre, spesso tendenti al verde e all'azzurro.<ref>Leonardo, ''ivi'', capp. CLVI-CLVIII.</ref> Egli distingueva così sei colori fondamentali
{{citazione|De' semplici colori il primo è il bianco, benché i filosofi non accettano né il bianco né il nero nel numero de' colori, perché l'uno è causa de' colori, l'altro è privatione. Ma perché il pittore non può far senza questi, noi li metteremo nel numero degli altri, e diremo il bianco in questo ordine essere il primo nei semplici, il giallo il secondo, il verde il terzo, l'azzurro il quarto, il rosso il quinto, il nero il sesto: ed il bianco metteremo per la [[luce]] senza la quale nissun colore veder si può, ed il giallo per la [[terra (elemento)|terra]], il verde per l'[[acqua (elemento)|acqua]], l'azzurro per l'[[aria (elemento)|aria]], ed il rosso per il [[fuoco (elemento)|fuoco]], ed il nero per le tenebre che stan sopra l'elemento del fuoco, perché non v'è materia o grossezza doue i raggi del [[sole]] habiano à penetrare e percuotere, e per conseguenza alluminare.|[[Leonardo da Vinci]], ''[[Trattato della pittura]]'', cap. CLXI}}
[[File:Light dispersion of a mercury-vapor lamp with a flint glass prism IPNr°0125.jpg|sinistra|
Parallelamente presero tuttavia a svilupparsi alcune teorie negatrici di una [[olismo|visione unitaria]] della [[luce]], che avrebbero preparato il terreno all'[[atomismo]] di [[Isaac Newton|Newton]]. [[Marcus Marci]] nel Seicento studiò i colori da un punto di vista esclusivamente fisico, sperimentando la trasformazione della luce quando veniva riflessa da oggetti colorati.<ref name=guzzi>Rodolfo Guzzi, ''La strana storia della luce e del colore'', Springer Science & Business Media, 2011, p. 116.</ref> Il fisico e gesuita [[Francesco Maria Grimaldi]] spiegò la colorazione della luce, che ad esempio passasse attraverso un vetro rosso, sulla base di modificazioni intrinseche alla luce stessa, e non perché il rosso le si andasse ad aggiungere.<ref name=guzzi />
[[Isaac Newton]] pertanto, adottando un approccio [[meccanicismo|meccanico]] e [[matematica|matematico]], concluse che la luce, se diversamente riflessa, fa apparire la varietà dei colori a seconda del suo diverso grado di [[rifrazione]], e che i colori sarebbero in origine contenuti nella luce quali suoi componenti, come gli atomi compongono la materia:<ref name=guzzi /> egli ne enumerò in tutto [[7 (numero)|sette]], per ragioni più filosofiche che fisiologiche.<ref>{{Cita web|url=http://www.colourmusic.info/opticks3.htm |titolo=Music For Measure: On the 300th Anniversary of Newton's ''Opticks'' |accesso=12 dicembre 2013 |cognome=Hutchison |nome=Niels |anno=2004 |sito=Colour Music}}</ref>
[[File:GoetheFarbkreis.jpg|
Queste conclusioni furono contestate ai primi dell'Ottocento da [[Goethe]], secondo cui era tipica della mentalità newtoniana la trascuratezza di un approccio basato sui sensi, che conduceva ad astrazioni teoriche ed arbitrarie:<ref>Goethe, ''La storia dei colori'' (1810), trad. di R. Troncon, Luni, 1997, pag. 391.</ref> Goethe rimproverava a Newton di aver effettuato i suoi esperimenti con l'ausilio di un [[prisma (ottica)|prisma]], e che era questo il responsabile dell'insorgere dei colori. Il prisma per Goethe non è uno strumento neutro, ma "sporca" la luce, offuscandola e producendo così i diversi effetti cromatici secondo la densità della sua figura. Per Goethe non è la luce a scaturire dai colori, bensì il contrario; i colori non sono «primari», ma consistono nell'interazione della luce (''[[urphänomen]]'') con l'oscurità. [[Polarità (filosofia)|Polarizzandosi]] a contatto col buio, la luce dà luogo a coppie di colori contrapposti e complementari, che Goethe dispose in un cerchio cromatico di sei colori.<ref>[[Goethe]], ''[[La teoria dei colori (Goethe)|La teoria dei colori]]'' (1810), trad. it. a cura di Renato Troncon, Milano, Il Saggiatore, 1979.</ref>
{{citazione|Il colore è, come tale, un valore d'[[ombra]]. In questo senso [[Athanasius Kircher|Kircher]] ha pienamente ragione a chiamarlo ''lumen opacum'', e come esso è affine all'ombra, così ad essa si unisce per propria propensione, manifestandosi spontaneamente in essa e mediante essa non appena ve ne sia occasione.|[[Johann Wolfgang von Goethe]], ''[[Teoria dei colori]]'', § 69, trad. di R. Troncon, Milano, Il Saggiatore, 1979}}
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== Percezione del colore ==
[[File:Spectrum441pxWithnm.png|
{|class=wikitable width=400 align="right" style="margin: 1em 0em 1em 1em; clear: right"
|+'''I colori dello spettro di luce visibile'''
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|~ 700–630 nm
|~ 430–480 THz
|-align="center" style="background:#FF6600; color:
!style="text-align: left"|[[arancione]]
|~ 630–590 nm
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=== Contrasto tra colori complementari ===
Il contrasto tra [[colori complementari]] si ottiene tramite l'accostamento di un colore primario e del colore risultante dall'unione degli altri due primari rimasti, tali contrasti
=== Contrasto di quantità ===
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Ogni tinta presenta un diverso grado di luminosità, per cui se vogliamo creare un equilibrio percettivo è necessario stendere in modo molto proporzionale le varie zone di colore, ad esempio, un colore molto luminoso dovrà occupare un'area minore rispetto ad un colore con un minore grado di luminosità.
== Psicologia del
{{Sezione vuota|psicologia}}
A qualcuno potrebbe piacere un colore, questo e detto "colore preferito", {{Senza fonte|ogni colore preferito ha un impatto sulla persona}}. {{Senza fonte|I più comuni colori preferiti sono: rosso e blu, gli altri possono essere verde, arancione}}.
== Il colore nelle culture ==
[[File:Karachi - Pakistan-market.jpg|
Berlin e Kay nel 1969 studiarono il numero di nomi dedicati ai colori nelle diverse [[cultura|culture]] stabilendo che si può passare da un minimo di 2, chiaro e scuro, ad un massimo di 11. Dimostrarono inoltre che man mano che si procede con la definizione di più colori lo sviluppo è omogeneo in tutte le culture, ad esempio dopo il chiaro e lo scuro si indica come colore il rosso, poi il verde e il giallo e così via fino a giungere all'arancione che è il colore definito in meno culture.<ref>Berlin B., & Kay P. "Basic color terms: their universality and evolution". Berkeley: University of California Press, 1969.
</ref>
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== Acromatopsia e discromatopsia ==
{{Vedi anche|Acromatopsia|Discromatopsia}}
L'incapacità di percepire i colori viene chiamata [[acromatopsia]], ed in alcune popolazioni raggiunge percentuali elevate.<ref>[[Oliver Sacks]],''[[L'isola dei senza colore]]'' (''The Island of the Colorblind'', 1996), Milano, Adelphi, 1997.</ref>
L'acromatopsia è differente dalla [[discromatopsia]], poiché quest'ultima è un'incapacità solo parziale di vedere alcuni colori ed è suddivisa in [[deuteranopia]], [[tritanopia]] e [[protanopia]].
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* [[Stimolo di colore]]
* [[Temperatura di colore]]
* [[Teoria del colore]]
* [[La teoria dei colori (Goethe)]]
* [[Tonalità (colore)]]
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{FOLDOC|colour|colour}}
* Massimo Steri, [https://www.scuoledicinema.com/news/2019/GuidaColori/GuidaColori.pdf Il Colore nella Fotografia Cinematografica]▼
* {{Garzanti}}
▲* Massimo Steri, [https://www.scuoledicinema.com/news/2019/GuidaColori/GuidaColori.pdf Il Colore nella Fotografia Cinematografica] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20200102235327/https://www.scuoledicinema.com/news/2019/GuidaColori/GuidaColori.pdf |data=2 gennaio 2020 }}
*Andrea Dotta, [https://www.colorazionedigitale.it/2020/02/19/psicologia-del-colore-come-si-parla-con-il-colore/ Psicologia del Colore: Come si parla con il colore?]
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{{Portale|arte|filosofia|fisica|psicologia}}
[[Categoria:Colori| ]]
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