L'Acerba: differenze tra le versioni

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{{citazione|Le fabule me fur sempre nemiche.|''L'Acerba'', lib. IV, cap. XII, v. 62}}
 
{{libro
|titolo = L'Acerba
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|editioprinceps = Brescia, Tommaso Ferrando, 1473
}}
[[File:Statua di Cecco d'Ascoli IMG 0017.JPG|thumb|Statua di Cecco d’Ascoli]]
'''''L'Acerba''''' è un [[poema]] di [[Cecco d'Ascoli]] composto di 4.865 [[Endecasillabo|endecasillabi]] in [[Sestina|sestine]] (che l'autore chiama "mosse").
 
== Spiegazione del titolo ==
I critici letterari hanno attribuito al titolo dell'opera molti significati, ma dopo l'edizione critica a cura di Marco Albertazzi è evidente che il termine ''Acerba'', riduzione del titolo completo di ''acerba etas'', "acerba vita", ha inteso riferirsi alle questioni inerenti alla vita mondana che è appunto acerba rispetto a quella matura raggiungibile soltanto dopo la [[morte]].
I critici letterari hanno attribuito al titolo dell'opera molti significati.
 
{{senza fonte|Secondo [[Gianfranco Contini]]}}, il titolo può riferirsi all'asprezza e difficoltà della materia e della scrittura, oppure all'adolescenza, ancora mentalmente acerba, cui Cecco si rivolge per indirizzarla al sapere scientifico. Per altri, invece, il titolo fa riferimento ad "''acervus''", cioè coacervo, cumulo di vari argomenti, oppure "cerva", come simbolo di scienza.
 
I critici letterari hanno attribuito al titolo dell'opera molti significati, ma dopoDopo l'edizione critica a cura di Marco Albertazzi, èpare evidenteinvece chepreferibile l'ipotesi secondo cui il termine ''Acerba'', riduzione del titolo completo di ''acerba etas'', "acerba vita", ha inteso riferirsi alle questioni inerenti alla vita mondana, che è appunto acerba rispetto a quella matura raggiungibile soltanto dopo la [[morte]].
 
== Contenuto ==
Il poemaL{{'}}''Acerba'' è unaun raccoltavasto scientificariepilogo didelle piùscienze ampiafisiche e fruibilitàmorali. In esso, infatti, CeccoL'autore dimostra dipassione avereper la mentalità del maestro al quale piace insegnare con passione[[scienza]] e con gusto impartire un insegnamento rigorosamente scientifico rispettoso della "verità della scienza" del suo tempo. Egli perciò, spinto da ragioni didattiche, da una parte cerca di vivacizzare una materia incomprensibile ed astratta; dall'altra si scagliarivela aspramentepolemico controverso la [[poesia fatta di favole]]. Suo bersaglio preferito è la ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]], che Cecco vistavede come la negazione della "scienza vera", riepilogata danel luisuo nellpoema; a tal punto che l{{'}}''Acerba, che'' è stata definita da [[Gianfranco Contini]] "l'"Anti anti-Commedia". InfattiNoti, allain basetal dellesenso, convinzionii eversi: delle"''qui conoscenzenon fisichese ecanta naturalial professatemodo dadelle Ceccorane, oltrequi alnon pensierose filosoficocanta scientificoal dimodo [[Aristotele]]del epoeta quelloche difinge [[Tommasoimaginando d'Aquino]]cose c'èvane; lama conoscenzaqui delresplende pensieroe deiluce filosofionne arabinatura all'epocache dominanti.a Sullachi baseintende dellefa lorola teoriemente discutelieta. delleQui questioninon scientifichese piùgira dibattuteper nellala societàselva inoscura; cuiqui viveva:non perveggio esempio,[[Paolo dell'ordinee deiFrancesca|Paulo cieli, dellaFrancesca]]. terra,[…] delleLasso eclissi,le dellaciance naturae deitorno fenomenisul atmosferici,vero: dellele Virtùfabule ome dellefur scienzesempre occultenimiche''".
 
Alla base delle convinzioni e delle conoscenze fisiche e naturali professate da Cecco, oltre al pensiero filosofico scientifico di [[Aristotele]] e quello di [[Tommaso d'Aquino]], c'è la conoscenza del pensiero dei filosofi arabi dell'epoca. Sulla base delle loro teorie discute delle questioni scientifiche più dibattute nella società in cui viveva: per esempio, dell'ordine dei cieli, della terra, delle [[eclissi]], della natura dei fenomeni atmosferici, delle [[virtù]] o delle scienze occulte.
Il poema rimase incompiuto, perché le sue opinioni scientifiche e [[teologia|teologiche]] giudicate [[eresia|eretiche]], lo fecero condannare ad essere bruciato sul [[morte sul rogo|rogo]] nel [[1327]].
 
Il poema rimase incompiuto all'inizio del quinto libro dal momento che Cecco fu [[morte sul rogo|arso al rogo]] a [[Firenze]] nel 1327, a causa delle sue opinioni scientifiche e teologiche giudicate [[eresia|eretiche]].
 
== Struttura dell'opera ==
[[File:StatuaCeccoDAscoli.JPG|thumb|[[Monumento a Cecco d'Ascoli|Monumento moderno a Cecco d'Ascoli]] nella [[Ascoli Piceno|sua città natale]] (1922)]]
L'opera è suddivisa in quattro libri (oltre a un breve frammento del quinto), suddivisi in capitoli di lunghezza variabile. Ugualmente disomogenea è anche l'ampiezza di ciascun libro, che varia dai 9 capitoli del libro I, ai 19 del libro II, ai 18 del libro III, e ai 12 del libro IV.
L'opera è suddivisa in quattro libri, suddivisi in capitoli di lunghezza variabile. Ugualmente disomogenea è anche l'ampiezza di ciascun libro, che varia dai 9 capitoli del libro I, ai 19 del libro II, ai 18 del libro III, e ai 12 del libro IV. Il primo libro si occupa di [[astronomia]] e [[meteorologia]]; il secondo di influssi celesti, [[fisiognomica]], [[Vizio|vizi]] e [[virtù]]; il terzo di [[minerali]] e [[animali]], e il quarto di questioni [[Morale|morali]] e [[Fisica|fisiche]]. Il quinto, come detto rimasto incompiuto dopo un solo capitolo, avrebbe trattato la [[teologia]].
 
Con il chiaro intento di marcare la differenza tra il suo poema e la ''Commedia'' dantesca, Cecco organizza i capitoli per sestine, composte in sostanza da due coppie di terzine di endecasillabi con uno schema metrico che ricorda molto da vicino quello della [[Terza rima|terza rima incatenata]] utilizzata da Dante, ma ogni sestina è isolata dalle altre:
 
{{citazione|Oltre non segue più la nostra luce<br />
Fuor della superficie di quel primo<br />
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Qual creatura mai tutto non vide.|''L'Acerba'', lib. I, cap. I, v. 1-6}}
 
E, come ogni canto della ''Commedia'' è chiuso da un endecasillabo finale, così ogni capitolo dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''Acerba'' si conclude con una coppia di endecasillabi a rima baciata:
{{citazione|L'altri animali di vertude nudi<br />
 
{{citazione|L’altriL'estremità animalipossiedon di vertudeciò nudisempre.<br />
L’estremità possiedon di ciò sempre.<br />
O gran virtù che tutte cose mudi!<br />
O quanto il tuo valor fa bella mostra,<br />
Che vuoi ogni natura che si tempre<br />
Per più benigna far la vita nostra,<br />
 
O tu che mostri il terzo in una forma<br />
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== Edizioni ==
* {{Cita libro|titolo=L'Acerba|url=httphttps://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1561154460211&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL5DTL8&pds_handle=|dataanno=anno domini MCCCCLXXXIIII die XVIII maii1476|editore=perFilippo magistrumdi Antonium Zarotum parmensem opera & impensa Iohannis Antonii GhiliiPietro|città=Impressum MediolaniVenezia}}
 
* {{Cita libro|titolo=L'Acerba|url=httphttps://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=4602111561154&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL8DTL5&pds_handle=|annodata=1476anno domini MCCCCLXXXIIII die XVIII maii|editore=Filippoper dimagistrum PietroAntonium Zarotum parmensem opera & impensa Iohannis Antonii Ghilii|città=VeneziaImpressum Mediolani}}
* {{Cita libro|titolo=Acerba|url=http://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1561154&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL5&pds_handle=|data=anno domini MCCCCLXXXIIII die XVIII maii|editore=per magistrum Antonium Zarotum parmensem opera & impensa Iohannis Antonii Ghilii|città=Impressum Mediolani}}
* ''L' Acerba secondo la lezione del Codice Eugubino dell'anno 1376'', a cura di Basilio Censori ed [[Emidio Vittori]], Ascoli Piceno (Verona, Stamperia Valdonega), 1971.
* ''L'Acerba - Acerba etas'' (edizione critica) - Commento latino - Commento volgare - Sonetti, a cura di [[Marco Albertazzi]], Trento, La Finestra editrice, 2016, ISBN 978-88-88097-21-3.
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== Bibliografia ==
(Per la bibliografia sull'autore si rimanda alla voce [[Cecco d'Ascoli]])
 
* Marco Albertazzi (a cura di), ''Studi stabiliani. Raccolta di interventi editi su Cecco d'Ascoli'', Trento, La Finestra editrice, 2002.
* Giuseppe Castelli, ''La vita e le opere di Cecco d'Ascoli'', Bologna, Zanichelli, 1892.
* Modesto Rastrelli, ''Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana'', Firenze, per Anton Giuseppe Pagani e Comp., 1783; scaricabile da [https://web.archive.org/web/20081006001642/http://www.liberliber.it/biblioteca/r/rastrelli/index.htm liber liber]; e successiva edizione anastatica: Sala Bolognese, A. Forni, 1981.
 
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.classicitaliani.it/index134.htm|Testo completo de L'Acerba}}
* {{cita web | 1 = http://www.classicitaliani.it/index134.htm | 2 = Testo completo de L'Acerba | accesso = 16 settembre 2010 | dataarchivio = 4 marzo 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304202516/http://www.classicitaliani.it/index134.htm | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=https://aispes.net/biblioteca/il-giardino-dei-magi/la-donna-come-cifra-ne-lacerba-di-cecco-dascoli-alcune-considerazioni-prima-parte|titolo=La donna come cifra ne "L'Acerba" di Cecco d'Ascoli|autore=Marco Albertazzi|editore=Airesis}}
 
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