L'Acerba: differenze tra le versioni

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{{citazione|Le fabule me fur sempre nemiche.|''L'Acerba'', lib. IV, cap. XII, v. 62}}
 
{{libro
|titolo = L'Acerba
|titoloalfa = Acerba, L'
|immagine = Cecco - Acerba, Anno MCCCCLXXXIIII die XII febuarii (!) - 2374087 ic00362000 Scan00008.jpg
|autore = [[Cecco d'Ascoli]]
|didascalia = Incipit di ''L'Acerba'', 1484
|annoorig = 1476
|autore =
|immagine = Cecco_Ascoli.jpg
|linguaannoorig = it1327
|didascalia = Cecco d'Ascoli
|genere = [[poema]]
|sottogenere = [[poema didascalico|didascalico]]
|lingua = it
|editioprinceps = Brescia, Tommaso Ferrando, 1473
}}
'''''L'Acerba''''' è un trattato[[poema]] scientificodi [[Cecco d'Ascoli]] composto di 4.865 versi[[Endecasillabo|endecasillabi]] in [[Sestina|sestine]] (che l'autore, [[Cecco d'Ascoli]], chiama "mosse").
[[Immagine:Statua di Cecco d'Ascoli IMG 0017.JPG|thumb|Statua di Cecco d’Ascoli]]
'''''L'Acerba''''' è un trattato scientifico composto di 4.865 versi in sestine che l'autore, [[Cecco d'Ascoli]], chiama "mosse".
 
== Spiegazione del titolo ==
I critici letterari hanno attribuito al titolo di questo [[poema]] molti significati, alcuni dei quali sicuramente da escludere. Dopo l'edizione critica a cura di Marco Albertazzi è evidente che il termine ''Acerba'', riduzione del titolo completo di "''acerba etas''", "acerba vita", ha inteso riferirsi alle questioni inerenti alla vita mondana che è appunto acerba rispetto a quella matura raggiungibile soltanto dopo la [[morte]].
I critici letterari hanno attribuito al titolo dell'opera molti significati.
 
{{senza fonte|Secondo [[Gianfranco Contini]]}}, il titolo può riferirsi all'asprezza e difficoltà della materia e della scrittura, oppure all'adolescenza, ancora mentalmente acerba, cui Cecco si rivolge per indirizzarla al sapere scientifico. Per altri, invece, il titolo fa riferimento ad "''acervus''", cioè coacervo, cumulo di vari argomenti, oppure "cerva", come simbolo di scienza.
==Contenuto==
Il poema è una raccolta scientifica di più ampia fruibilità. In esso, infatti, Cecco dimostra di avere la mentalità del maestro al quale piace insegnare con passione e con gusto impartire un insegnamento rigorosamente scientifico rispettoso della "verità della scienza" del suo tempo. Egli perciò, spinto da ragioni didattiche, da una parte cerca di vivacizzare una materia incomprensibile ed astratta; dall'altra si scaglia aspramente contro la poesia fatta di favole. Suo bersaglio preferito è la ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante]] vista come la negazione della "scienza vera", riepilogata da lui nell'Acerba, che è stata definita da [[Gianfranco Contini]] l' "Anti Commedia". Infatti alla base delle convinzioni e delle conoscenze fisiche e naturali professate da Cecco, oltre al pensiero filosofico scientifico di [[Aristotele]] e quello di [[Tommaso d'Aquino]] c'è la conoscenza del pensiero dei filosofi arabi all'epoca dominanti. Sulla base delle loro teorie discute delle questioni scientifiche più dibattute nella società in cui viveva: per esempio, dell'ordine dei cieli, della terra, delle eclissi, della natura dei fenomeni atmosferici, delle Virtù o delle scienze occulte.
 
I critici letterari hanno attribuito al titolo di questo [[poema]] molti significati, alcuni dei quali sicuramente da escludere. Dopo l'edizione critica a cura di Marco Albertazzi, èpare evidenteinvece chepreferibile l'ipotesi secondo cui il termine ''Acerba'', riduzione del titolo completo di "''acerba etas''", "acerba vita", ha inteso riferirsi alle questioni inerenti alla vita mondana, che è appunto acerba rispetto a quella matura raggiungibile soltanto dopo la [[morte]].
Il poema rimase incompiuto, perché le sue opinioni scientifiche e [[teologia|teologiche]] giudicate [[eresia|eretiche]], lo fecero condannare ad essere bruciato vivo sul [[rogo]] nel [[1327]].
 
==Struttura dell'operaContenuto ==
L{{'}}''Acerba'' è un vasto riepilogo delle scienze fisiche e morali. L'autore dimostra passione per la [[scienza]] e si rivela polemico verso la [[poesia]]. Suo bersaglio preferito è la ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]], che Cecco vede come la negazione della "scienza vera" riepilogata nel suo poema; a tal punto che l{{'}}''Acerba'' è stata definita da Contini "l'anti-Commedia". Noti, in tal senso, i versi: "''qui non se canta al modo delle rane, qui non se canta al modo del poeta che finge imaginando cose vane; ma qui resplende e luce onne natura che a chi intende fa la mente lieta. Qui non se gira per la selva oscura; qui non veggio [[Paolo e Francesca|Paulo né Francesca]]. […] Lasso le ciance e torno sul vero: le fabule me fur sempre nimiche''".
L'opera è suddivisa in quattro libri (oltre a un breve frammento del quinto), suddivisi in capitoli di lunghezza variabile. Ugualmente disomogenea è anche l'ampiezza di ciascun libro, che varia dai 9 capitoli del libro I, ai 19 del libro II, ai 18 del libro III, e ai 12 del libro IV.
 
Alla base delle convinzioni e delle conoscenze fisiche e naturali professate da Cecco, oltre al pensiero filosofico scientifico di [[Aristotele]] e quello di [[Tommaso d'Aquino]], c'è la conoscenza del pensiero dei filosofi arabi dell'epoca. Sulla base delle loro teorie discute delle questioni scientifiche più dibattute nella società in cui viveva: per esempio, dell'ordine dei cieli, della terra, delle [[eclissi]], della natura dei fenomeni atmosferici, delle [[virtù]] o delle scienze occulte.
Con il chiaro intento di marcare la differenza tra il suo poema e la ''Commedia'' dantesca, Cecco organizza i capitoli per sestine, composte in sostanza da coppie di terzine di endecasillabi con uno schema metrico che ricorda molto da vicino quello della [[rima incatenata]] utilizzata da Dante; la differenza sta appunto nel fatto che ogni sestina è isolata dalle altre, e non incatenata:
 
Il poema rimase incompiuto all'inizio del quinto libro dal momento che Cecco fu [[morte sul rogo|arso al rogo]] a [[Firenze]] nel 1327, a causa delle sue opinioni scientifiche e teologiche giudicate [[eresia|eretiche]].
 
== Struttura dell'opera ==
[[File:StatuaCeccoDAscoli.JPG|thumb|[[Monumento a Cecco d'Ascoli|Monumento moderno a Cecco d'Ascoli]] nella [[Ascoli Piceno|sua città natale]] (1922)]]
L'opera è suddivisa in quattro libri, suddivisi in capitoli di lunghezza variabile. Ugualmente disomogenea è anche l'ampiezza di ciascun libro, che varia dai 9 capitoli del libro I, ai 19 del libro II, ai 18 del libro III, e ai 12 del libro IV. Il primo libro si occupa di [[astronomia]] e [[meteorologia]]; il secondo di influssi celesti, [[fisiognomica]], [[Vizio|vizi]] e [[virtù]]; il terzo di [[minerali]] e [[animali]], e il quarto di questioni [[Morale|morali]] e [[Fisica|fisiche]]. Il quinto, come detto rimasto incompiuto dopo un solo capitolo, avrebbe trattato la [[teologia]].
 
Con il chiaro intento di marcare la differenza tra il suo poema e la ''Commedia'' dantesca, Cecco organizza i capitoli per sestine, composte in sostanza da due coppie di terzine di endecasillabi con uno schema metrico che ricorda molto da vicino quello della [[Terza rima|terza rima incatenata]] utilizzata da Dante;, la differenza sta appunto nel fatto chema ogni sestina è isolata dalle altre, e non incatenata:
{{citazione|Oltre non segue più la nostra luce<br />
Fuor della superficie di quel primo<br />
In qual natura, per poter, conduce<br />
:La forma intelligibil che divide<br />
Noi da’ animali per l’abito estrimo<br />
Qual creatura mai tutto non vide.|''L'Acerba'', lib. I, cap. I, v. 1-6}}
|''L'Acerba'', lib. I, cap. I, v. 1-6}}
 
InfineE, come ogni canto della ''Commedia'' è chiuso da un endecasillabo finale, così ogni capitolo dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''Acerba'' si conclude con una coppia di endecasillabi a rima baciata:
{{citazione|L'altri animali di vertude nudi<br />
 
{{citazione|L’altriL'estremità animalipossiedon di vertudeciò nudisempre.<br />
L’estremità possiedon di ciò sempre.<br />
O gran virtù che tutte cose mudi!<br />
:O quanto il tuo valor fa bella mostra,<br />
Che vuoi ogni natura che si tempre<br />
Per più benigna far la vita nostra,<br />
:O tu che mostri il terzo in una forma
E accendi di pietà la spessa norma!
|''L'Acerba'', lib. I, cap. I, v. 79-86}}
 
:O tu che mostri il terzo in una forma<br />
==Bibliografia==
E accendi di pietà la spessa norma!|''L'Acerba'', lib. I, cap. I, v. 179-686}}
*{{Cita libro
 
|autore = [[Cecco d'Ascoli]]
== Edizioni ==
|titolo = L'Acerba
* {{Cita libro|titolo=L'Acerba|url = httphttps://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=460211&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL8&pds_handle=|anno=1476|editore=Filippo di Pietro|città=Venezia}}
* {{Cita libro|titolo=Acerba|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1561154&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL5&pds_handle=|data=anno domini MCCCCLXXXIIII die XVIII maii|editore=per magistrum Antonium Zarotum parmensem opera & impensa Iohannis Antonii Ghilii|città=Impressum Mediolani}}
|editore = Filippo di Pietro
* ''L' Acerba secondo la lezione del Codice Eugubino dell'anno 1376'', a cura di Basilio Censori ed [[Emidio Vittori]], Ascoli Piceno (Verona, Stamperia Valdonega), 1971.
|città = Venezia
* ''L'Acerba - Acerba etas'' (edizione critica) - Commento latino - Commento volgare - Sonetti, a cura di [[Marco Albertazzi]], [[Trento, La Finestra editrice]], Lavis2016, 2005 [ISBN 978-888809788-88097-21-3].
|anno = 1476
* ''L'Acerba. Codice Laurenziano Pluteo 40.52'', commento di Ida Giovanna Rao e Giordana Mariani Canova, Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 2006.
}}
* ''L'Acerba'', a cura di Achille Crespi, Ascoli 1927 (ristampa: Milano, La vita felice, 2011).
*''L'Acerba - Acerba etas'' (edizione critica) - Commento latino - Commento volgare - Sonetti, a cura di [[Marco Albertazzi]], [[La Finestra editrice]], Lavis 2005 [ISBN 978-8888097-21-3].
 
*Marco Albertazzi, ''Studi stabiliani'', [[La Finestra editrice]], Lavis 2002.
== Bibliografia ==
*Modesto Rastrelli, ''Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana'', Firenze, per Anton Giuseppe Pagani e Comp., 1783; scaricabile da [http://www.liberliber.it/biblioteca/r/rastrelli/index.htm liber liber]; e successiva edizione anastatica: Sala Bolognese, A. Forni, 1981;
*Castelli, G.Marco Albertazzi (1892a cura di), ''LaStudi vitastabiliani. eRaccolta ledi opereinterventi diediti su Cecco d'Ascoli'';, Trento, La Finestra editrice, 2002.
*Rog. ThomasGiuseppe PuczarelliCastelli, ''"IlLa piùvita anticoe documentole autenticoopere sudi Cecco d'Ascoli"'', diBologna, VincenzoZanichelli, Paoletti;''1892.
* Modesto Rastrelli, ''Fatti attinenti all'Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana'', Firenze, per Anton Giuseppe Pagani e Comp., 1783; scaricabile da [https://web.archive.org/web/20081006001642/http://www.liberliber.it/biblioteca/r/rastrelli/index.htm liber liber]; e successiva edizione anastatica: Sala Bolognese, A. Forni, 1981;.
 
== Voci correlate ==
* [[Cecco d'Ascoli]]
* [[Ascoli Piceno]]
* [[Ponte di Cecco]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|etichetta=''L'Acerba''|q=Cecco d'Ascoli#L'Acerba|q_preposizione=da}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|http://www.classicitaliani.it/index134.htm|Testo completo de L'Acerba}}
* {{cita web | 1 = http://www.classicitaliani.it/index134.htm | 2 = Testo completo de L'Acerba | accesso = 16 settembre 2010 | dataarchivio = 4 marzo 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304202516/http://www.classicitaliani.it/index134.htm | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=https://aispes.net/biblioteca/il-giardino-dei-magi/la-donna-come-cifra-ne-lacerba-di-cecco-dascoli-alcune-considerazioni-prima-parte|titolo=La donna come cifra ne "L'Acerba" di Cecco d'Ascoli|autore=Marco Albertazzi|editore=Airesis}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{portale|letteratura|Medioevo}}
 
[[Categoria:Componimenti poetici di autori italiani|Acerba]]
[[Categoria:Letteratura medievale italiana|Acerba]]