Fantasticheria: differenze tra le versioni

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{{libro
|titolo = Fantasticheria
|autore = [[Giovanni Verga]]
|annoorig = 1880
|genere = novella
|lingua = it
}}
'''''Fantasticheria''''' è il titolo di una [[novella]] di [[Giovanni Verga]], tratta dalla raccolta ''[[Vita dei campi]]'' del [[1880]].
 
==Soggetto e trama==
RievocaLa novella rievoca un dialogo ideale tra il [[narratore]] siciliano ed una sua amica francese (in realtà ispirata dalla sua intima amica milanese Paolina Greppi Lester<ref>[http://books.google.it/books?id=asTk6I327SYC&pg=PT15&lpg=PT15&dq=dina+castellazzi+di+sordevolo+fantasticheria&source=bl&ots=_aNBhxI9Vb&sig=y1mSBDbMniZZliK2Qalt6aFVQQs&hl=it&sa=X&ei=jE7EUp-lFujNygO2ooHwDw&ved=0CEAQ6AEwAg#v=onepage&q=dina%20castellazzi%20di%20sordevolo%20fantasticheria&f=false Cronologia della vita e delle opere di Giovanni Verga, pag. III, in: G. Verga, ''Tutti i romanzi, le novelle e il teatro'', NewtoneNewton & Compton, 2005]</ref>) che, insiemeassieme a lui, osserva la vita di paese di [[Aci Trezza]]. Il primo momento di romantica illusione della donna la porta a soffermarsi sulle bellezze del paesaggio, come i [[faraglioni]]. Dopo duealcuni giorni, però, la donna si rende conto della monotonia della vita di paese e della sua società. Riparte; quindi daessendo Aciabbiente Trezza,ed doveassuefatta aalla direvita ilmondana, veroriparte avrebbeda volutoAci fermarsiTrezza perinsieme unal mesenarratore.
 
IlA questo punto il narratore, dal canto suo, cerca di spiegare alla donna le caratteristiche della vita di Aci Trezza: prova a superare le prime superficiali impressioni presentando il punto di vista della povera gente che vi abita, indispensabile per capire la natura del posto. Fondamentale è il fatto che in questo villaggio di pescatori è praticamente impossibile sopravvivere senza l'appoggio dei compaesani.
 
La novella, la prima della raccolta, fa in un certo modo da introduzione a ''[[Vita dei campi]]''. La figura della donna francese può rappresentare, in senso lato, quella del lettore delle novelle. Effettivamente, chi legge non sempre è in grado di immedesimarsi in questa società spesso così diversa dalla sua, e ha dunque bisogno di spiegazioni per capire non soltanto la gente, ma anche l'opera verghiana: infatti col tempo, il lavoro di Verga si incentra sempre di più sulle dinamiche della società di paese.
 
La gente di Aci Trezza viene spiegata anche con l'uso di [[metafore]] e [[Similitudine (figura retorica)|similitudini]] comee con il quelleprincipio dell'[[ideale dell'ostrica]] e della [[Formicidae|formica]]società delle formiche.
 
==L'ostrica e la religione della famiglia==
{{vedi anche|Concetto dell'ostrica}}
I paesani si comportano come le ostriche. Accalcati l'uno sull'altro, si aggrappano caparbiamente allo scoglio e resistono alla violenza delle onde anche grazie alla loro vicinanza reciproca, un po' secondo il motto ''l'unione fa la forza''. Asportare una sola ostrica dallo scoglio può costituire un pericolo per tutte le altre; se una conchiglia viene strappata dallo scoglio, inoltre, non potrà essere più riattaccata alle altre, né sarà capace di vivere autonomamente.
 
Si può pensare alla brutta fine fatta dai protagonisti di altre storie di Verga come la ''[[Cavalleria rusticana (novella)|Cavalleria rusticana]]'': il protagonista Turiddu torna infatti dal servizio di leva per scoprire che la sua fidanzata è ormai avviata al matrimonomatrimonio con un altro; lo stesso principio si ritrova nel romanzo ''[[I Malavoglia]]'': il giovane 'Ntoni, recatosi a Napoli anche lui per assolvere all'[[obbligo di leva]], si trasforma in un perfetto disadattato.
 
Alcune volte, i singoli personaggi del romanzo verghiano si allontanano dallo "scoglio" del loro paese di loro spontanea volontà, alla ricerca di un progresso o di un miglioramento che sarà loro negato.
 
L'attaccamento e la solidarietà nei confronti dei propri consimili e della famiglia ha un'enorme importanza ed è inoltre un atteggiamento fortemente emotivo, tanto da potersi definire "religioso".
 
==La società delle formiche==
La società del paese è organizzata secondo regole ed architetture precise, come quelle che governano la vita sociale delle formiche, che interagiscono tra di loro e che si comportano in base ai ruoli che sono stati loro assegnati. Per capire la loro vita, è indispensabile dimenticare per un momento se stessi ed immaginarsi di dover sottostare alle regole e farsi ''piccoli'' come sono appunto le formiche.
 
Si tratta di una similitudine tipica dell'epoca del [[Naturalismo (letteratura)|Naturalismo]] e quindi del [[Verismo]]. L'autore cerca da una parte di descrivere la vita del gruppo con un approccio scientifico, obiettivo e realista. D'altro canto il suo progetto è destinato a incontrare problemi: al geometrico e calcolabile ordine del mondo delle formiche si oppone infatti l'irrazionale ed imprevedibile religiosità dell'attaccamento alla famiglia e al gruppo ([[concetto dell'ostrica]]).
 
== Collegamenti intertestuali a "''I Malavoglia''" ==
Nella novella sono presenti alcuneparecchie anticipazioni riguardodi quellielementi cheripresi sarannopoi ine protagonisti del capolavoro verghiano "''[[I Malavoglia]]''". Nel rievocare gli eventi vissuti durante le 48 ore passate a Trezza, il narratore descrive alcuni cittadini di trezza. In particolare:
* ''Quella povera donna cui solevate far l'elemosina col pretesto di comperar le sue arance messe in fila sul panchettino dinanzi all'uscio. : ''riferimento a quella che sarà, nel romanzo, La Longa.
* ''Quel vecchietto che stava al timone della barca'' : Durante la permanenza a Trezza, la visitatrice ed il suo amico decidono di fare un giro in barca. A tenere il comando della barca è colui che diverrà Padron N'Toni. Di lui viene detto anche che ''è morto laggiù, all'ospedale della città [...] in una gran corsia tutta bianca [...]. ''
* ''Quella ragazza che faceva capolino dietro i vasi di basilico. ''Si tratta di Lia, figlia di Bastianazzo e della Longa.
* Uno dei temi principali della novella è la povertà a cui sono sottoposti gli abitanti del paese. Questa situazione disagiata è commentata dal narratore con la frase:'' Migliore sorte toccò a quelli che morirono. '' È proprio ora che viene anticipato un altro personaggio del romanzo: si tratta di Luca, il secondogenito di Bastianazzo. Egli muore a Lissa.
* L'ultimo personaggio anticipato è Bastianazzo Malavoglia che, come il figlio, condivide la morte prematura avvenuta in mare. Egli è ''quell' uomo che sull'isolotto non osava toccarvi il piede per liberarlo dal lacciuolo teso ai conigli . ''La sua morte, come per Padron N'Toni, è anticipata nelle righe di questa novella.
* Un'altra anticipazione al romanzo è ''la casa del nespolo'', ambientazione principale del romanzo. Quando viene introdotta Mena,il narratore dice:dei ''hanno tagliato il nespolo del cortileMalavoglia''. Forse in questa frase è presente anche un'anticipazione del tragico destino della famiglia.
 
==Altri progetti==
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==Note==
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==Bibliografia==
* G. Verga, ''Vita dei campi'', Oscar Classici Mondadori, 1997, ISBN 88-04-22894-6.
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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