L'avaro: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
ho rimosso il titolo lungo spurio (vedi en:Talk:The Miser) |
||
(29 versioni intermedie di 22 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{nota disambigua}}
{{Dramma
|Titoloitaliano = L'avaro
|Titoloalfabetico = Avaro, L'
|Nome =
|Cognome = Molière
|Dramma = Commedia
|Immagine = Harpagon Pouget.jpg
|Didascalia = Illustrazione di Arpagone, l'avaro
|Titolooriginale = L'Avare
|PostDramma = in cinque atti
|Linguaoriginale = francese
|Genere = commedia
|Scena =
|Epocacomposizione = [[1668]]
|Primaitaliana =
|Teatroprimaitaliana =
|Premi =
|Personaggi = *'''Valerio'''; figlio di Anselmo, innamorato di Elisa, interpretato da [[La Grange (attore)|La Grange]].
*'''Elisa'''; figlia di Arpagone, innamorata di Valerio, interpretata da [[Armande Béjart]].
*'''Cleante'''; figlio di Arpagone e giocatore d'azzardo, innamorato di Marianna, interpretato da [[Du Croisy]].
Riga 32:
*'''Il Commissario'''
*'''L'Assistente''' del Commissario
|Opera =
|Cinema =
}}
'''''L'avaro''''' (''L'Avare
È ambientata a [[Parigi]] nella casa di Arpagone, nell'arco di un giorno. La [[pièce]] venne rappresentata per la prima volta a Parigi, al Teatro di Palais-Royal il 9 settembre 1668 dalla “Troupe
Il personaggio del vecchio avaro, che fa da protagonista, è uno dei caratteri tipici del teatro classico, che si ritrova anche nell'[[Aulularia]] di [[Tito Maccio Plauto]], commediografo [[letteratura latina|latino]]. Come nella commedia plautina il timore di essere derubato e, in seguito, la consapevolezza del furto subito offrono lo spunto a un'infinità di situazioni comiche, ma oltre a questo l'''Avaro'' ha una struttura più complessa, dove la vicenda amorosa ha maggior spessore e rilievo.
Riga 45:
== Trama ==
Nella commedia, l'avaro in questione è [[Arpagone (personaggio)|Harpagon]], il quale spera che sua figlia Elise si sposi con un uomo ricco ma vecchio, di nome Anselme, il quale accetterà la ragazza anche senza dote. La ragazza in realtà è innamorata di un altro ragazzo di nome Valère, il quale però è un povero squattrinato.
===Atto I===
Riga 53 ⟶ 54:
La scena si sposta nuovamente in casa dove Arpagone, furibondo, urla e inveisce contro Freccia, accusandolo di averlo sempre intorno per spiarne le mosse e rubagli i beni da lui guadagnati e faticosamente nascosti. Freccia, sorpreso e allo stesso tempo stanco di queste continue congetture folli, asserisce di non aver alcun interesse a volerlo derubare, poiché gli è sempre stato un onesto servitore. Tale discorso non fa altro che alimentare le fobie assurde di Arpagone, che in realtà teme che si venga a sapere dell'esistenza del suo tesoro. Dunque Arpagone prima di lasciarlo andare lo perquisisce alla ricerca di un'ipotetica refurtiva. Non appena Freccia si allontana, Arpagone medita tra sé quanto sia difficile trovare un nascondiglio sicuro per il suo tesoro di diecimila scudi. In quel momento giungono i suoi due figli, Elisa e Cleante, che rimprovera aspramente per andar in giro vestiti sontuosamente con nastri e parrucche, dilapidando il suo patrimonio; inoltre tale sfarzosità, sempre secondo Arpagone, incentiverebbe i malintenzionati a venire a rubare in casa sua. Cleante lo tranquillizza asserendo di comprarsi i vestiti con soldi propri, guadagnati al gioco.
Arpagone, ora tranquillizzato, decide di rivelare ai figli la sua ferma intenzione di sposarsi con Marianna, e di far sposare Elisa la sera stessa con un certo Anselmo,
Valerio le confida che contraddirlo lo farebbe solo arrabbiare, poiché persone come lui non sono disposte ad ascoltare le opinioni altrui. Valerio la tranquillizza ulteriormente asserendo che per impedire il matrimonio quella sera stessa, basterà fingersi improvvisamente malata. Aggiunge inoltre che neanche i medici potranno scoprire che è una farsa, poiché non capiscono nulla. Arpagone rientra, ringraziando il cielo che non fosse successo niente. Riprendendo le redini del discorso lasciato in sospeso, Arpagone, entusiasta della ferma condivisione di idee di Valerio, ordina a quest'ultimo di fare le veci di sua figlia, aggiungendo che da quel momento avrà su di lei assoluto potere. Valerio ringrazia per le lodi di Arpagone e si allontana insieme ad Elisa.
Riga 60 ⟶ 61:
Cleante chiede a Freccia come stiano procedendo le trattative con un certo Mastro Simone per ottenere un prestito di 15.000 franchi. Freccia mette in guardia il suo padrone sulle difficoltà e sulle controversie che implicano il chiedere soldi in prestito ad usurai. Lo mette al corrente che Mastro Simone non è altro che un mediatore di affari, e che lui a sua volta dovrà chiedere i soldi a una terza persona, e che tutto ciò costerà a Cleante un interesse del 25%. Tale notizia costerna Cleante che inveisce prima sulla disonestà del prestatore, e poi sull'avarizia scellerata di suo padre, che lo ha costretto a tali sotterfugi economici.
Ma nonostante ciò, Cleante accetta i compromessi e decide di vedersi di persona, accompagnato dal servo, con Mastro Simone e con il prestatore. Cleante scopre che il prestatore finale
Nel frattempo arriva Freccia che chiede a Frosina come se la passa, e se per caso è implicata in qualche affare con Arpagone. Frosina asserisce che sta trattando un affaruccio per il padrone di casa, sperando di ottenere una piccola ricompensa, come premio del lavoro svolto. Freccia la dissuade dal crederlo capace di ciò asserendo che non esista uomo più avaro di lui. Rientra Arpagone chiedendo a Frosina, cosa avesse da dirgli.
Continua dicendo che non ha fatto altro che parlare bene di lui a Marianna, suscitandole una gran voglia di vederlo e conoscerlo. Aggiunge che la giovane Marianna piena di virtù e ben assennata, stravede per i sessantenni come lui rispetto ai suoi coetanei dai quali non si sente minimamente attratta. Asserisce poi che come dono di nozze porterà 1.200 franchi, unica notizia che preoccupa Arpagone, il quale sperava in una cifra più consistente. Infine, Frosina approfitta delle liete notizie, per chiedergli dunque un piccolo aiuto economico per sistemare un processo in corso, che se lo perdesse avrebbe su di lei gravissime conseguenze. Arpagone dopo essersi rabbuiato al sentir parlare di favori economici, fa finta di non aver sentito ringraziando e salutando la serva per
===Atto III===
Arpagone convoca la servitù e i figli al fine di assegnargli i compiti in vista della cena di nozze che si dovrà compiere la sera stessa. A Donna Claudia ordina di provvedere alle pulizie. A Stecchino e Merluzzo impartisce il compito di servire le bevande. Ad Elisa affida l'incarico di controllare che non vi siano sprechi di cibo quando verrà sparecchiata la tavola. A Cleante invece, impartisce l'ordine di accogliere nel modo migliore Marianna, la sua futura matrigna. Infine a Mastro Giacomo, unico della casa a rivestire due funzioni, ordina di preparare una cena non troppo dispendiosa per otto persone, e poi di preparare i cavalli per andare alla fiera. Ma mastro Giacomo si trova subito in disaccordo per la cena in quanto vuole essere ben retribuito, e per i cavalli, che sono malnutriti e allo stremo, a causa dell'avarizia del padrone.
Interviene allora Valerio che, continuando a giocare il ruolo di ruffiano al solo scopo di accattivarsi sempre di più la stima del padrone di casa, prende le difese di Arpagone, inimicandosi sempre di più Mastro Giacomo che finisce col dichiarare la sua antipatia per
Nel frattempo Frosina e Marianna giungono in casa e, mentre aspettano l'arrivo di Arpagone, Marianna confida a Frosina di quanto sia riluttante a sposarsi con l'anziano padrone di casa, soprattutto perché è innamorata di un giovane ragazzo con il quale si è vista diverse volte, ma del quale non conosce la famiglia. Frosina asserisce che è meglio sposare un vecchio ricco, che un giovane squattrinato. Aggiunge che lei non deve far altro che aspettare che il suo vecchio sposo muoia di vecchiaia per ereditare i beni e quindi risposarsi ben agiata, con chi vuole. Marianna si sente inorridita dal dover attendere la morte di qualcun altro per poter vivere felice. Giunge finalmente Arpagone che suscita subito ribrezzo in Marianna, non solo per il brutto aspetto logorato dal tempo, ma per l'atteggiamento sprezzante che tiene nel presentare la figlia Elisa e il figlio Cleante, mostrati quasi come bestie indesiderate da mantenere, più che figli da amare.
Riga 76 ⟶ 77:
===Atto IV===
Marianna
Infine asserisce che Arpagone finirebbe certamente col sposarla, perché nonostante ami molto Marianna, egli ama molto di più il denaro, anche se poi, quando vorrà vederci chiaro sul patrimonio della donna, rimarrà deluso. I quattro si separano, entusiasti dell'idea della serva. Giunge Arpagone che vede suo figlio salutare Marianna, baciandola sulla mano, cosa che fa nascere in lui il dubbio che vi possa essere qualcosa fra i due. Arpagone annuncia che i cavalli e la carrozza sono pronti e che Elisa e Marianna possono andare alla fiera. Cleante propone di andarci anche lui, ma il padre lo esorta a rimanere in casa, perché gli deve parlare.
Riga 93 ⟶ 94:
Valerio si difende asserendo di essere innamorato di Elisa, ma di non essere responsabile del furto del tesoro di Arpagone, e che quando si conoscerà il colpevole le cose si risolveranno. Arpagone ed Anselmo lo ammoniscono di non inventarsi false reputazioni e titoli inesistenti, e di mostrare le prove di quello che dice. Valerio, quindi, rivela di essere figlio di Don Tommaso D'Alburzio di Napoli. Continua dicendo di essere scappato all'età di sette anni per fuggire dalle persecuzioni nei confronti di molte nobili famiglie di Napoli, e di essere stato allevato come un figlio dal capitano della nave con la quale fuggì, e una volta adulto, saputo che suo padre era ancora vivo, iniziò a cercarlo per il mondo.
Durante tale viaggio conobbe Elisa, si innamorò di lei e che questo incontro gli fece prendere la decisione di introdursi in casa come domestico. Come prova della sua storia, cita persone e mostra oggetti e cimeli appartenenti alla sua famiglia. Marianna, sentendo tale racconto riconosce in lui suo fratello, spiegando che anche lei e sua madre fuggirono per mare ma furono presi dai corsari e fatti schiavi. Dopo dieci anni di schiavitù, riebbero la libertà grazie a una felice circostanza, tornarono a Napoli dove tutti i loro beni erano stati però venduti, e senza aver notizia del padre. Passarono quindi per Genova, dove
Aggiunge infine che intendeva sposarsi con una giovane donna come Elisa per rifarsi una nuova famiglia. A tali parole, Arpagone chiede ad Anselmo, ora padre di Valerio di provvedere a risarcire il furto di 10.000 scudi da parte di quest'ultimo. Sopraggiunge Cleante che tranquillizza il padre sulle sorti della cassetta, asserendo di custodirla lui stesso in un luogo, e che la riavrà a patto che permetta il matrimonio tra lui e Marianna. Arpagone però esige la cassetta per pagare le spese di matrimonio. Interviene quindi Anselmo che si offre di pagarle lui stesso il matrimonio e un nuovo vestito. Arriva però il commissario che esige di essere pagato per il lavoro di indagine svolto, sebbene breve. Arpagone si rifiuta di pagare e offre Mastro Giacomo, ormai scoperto autore di una falsa testimonianza, per la forca. Anselmo interviene ancora una volta, convincendolo a perdonare Mastro Giacomo
== Trasposizione cinematografica ==
Nel 1990 fu realizzato il film "[[L'avaro (film)|L'avaro]]" di Tonino Cervi, con protagonista [[Alberto Sordi]].
== Bibliografia ==
*
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|http://www.teatrimilano.it/629-avaro-teatrodellealbe-elfo.htm|Recensione de L'avaro del Teatro delle Albe}}
Riga 110 ⟶ 115:
{{portale|letteratura|teatro}}
[[Categoria:Opere teatrali ambientate a Parigi]]
|