Dialetto comacchiese: differenze tra le versioni

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A causa delle caratteristiche fonetiche e della posizione geografica isolata di Comacchio, il comacchiese risulta una parlata indipendente dal ferrarese, e dunque forma un sottogruppo proprio all'interno dell'emiliano.
 
Il liguistalinguista [[Bernardino Biondelli]] lo ritenne un dialetto ferrarese, seppur con una certa indipendenza: "Il gruppo Ferrarese è meno puro e meno originale degli altri emiliani, non solo pel continuo suo contatto coi Vèneti e coi Lombardi, dai quali trasse notevoli impronte; ma perché surse posteriormente dalla mistura di varie nazioni, che nel corso delle nòrdiche invasioni si rifuggirono nei paludosi polèsini convertiti più tardi nella fèrtile pianura ferrarese. Fra le varie favelle racchiuse in questo gruppo, la sola che serba vestigia originali ed antiche, si è quella del pescatore di Comacchio, di quella prisca Comacula, che molto prima della fondazione di Ferrara sovrastava alle paludi ond’era attorniata, e per le quali ebbe sempre difficile e scarso commercio coi pòpoli circostanti. Di questo dialetto parlato appena da qualche milliajo di rozzi valligiani, sarebbe molto utile impresa il raccorre le più distinte radici e le forme primitive, ciò che invano abbiamo chiesto ad alcuni dotti corrispondenti, non avendo noi potuto fermar qualche dimora in quelle lagune."<ref>{{cita|Biondelli|p. 204.}}</ref>
 
== Diffusione ==
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== Lessico ==
Il lessico della parlata comacchiese è ricco di venetismi e di termini propri, in particolar modo a causa dello storico isolamento dell'area. Incomparabilmente vario è il lessico della pesca nelle valli; alcuni degli innumerevoli termini: ''vugate'' (piccola rete per smistare i pesci), ''paradâl'' (bastone appuntito per spingere le barche nei fondali fangosi), ''giambàn'' (punta del ''paradâl''), ''grisòle'' (graticcio di canna per intrappolare pesci e anguille), ''fuşnèn'' (pescatore di frodo), ''steşunàs'' (intemperie che rendono difficoltosa la pesca), ''guasaròl'' (tecnica di pesca in cui il pescatore è immerso nell'acqua), ''baurghe'' (grosso cesto per raccogliere le anguille), ''bufùn'' (pesci morti di freddo), ''dgòl'' (trappola che convoglia i pesci in un sacchetto).
 
== Esempi di dialetto ottocentesco ==