Selinunte: differenze tra le versioni
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{{Sito archeologico
|Nome = Selinunte
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|Sito_web = https://parchiarcheologici.regione.sicilia.it/selinunte-cave-cusa-pantelleria/
}}
'''Selinunte''' ({{lang-grc|Σελινοῦς|Selinùs}}; {{latino|Selinus}}) era un'[[Storia della Sicilia greca|antica città]] [[Sicelioti|siceliota]] situata sulla costa sud-occidentale della [[Sicilia]], nell'odierna [[provincia di Trapani]]; è il [[Sito archeologico|parco archeologico]] più esteso d'Europa<ref>{{Cita web|url=https://viaggiart.com/it/idee-viaggio/selinunte-il-parco-archeologico-piu-grande-deuropa-in-riva-al-mare_157393.html|titolo=Selinunte, il parco archeologico più grande d’Europa in riva al mare|sito=ViaggiArt|data=
Nel sito archeologico, sull'[[acropoli]] vi sono alcuni templi insieme ad altre costruzioni secondarie, mentre altri templi si trovano su una collina poco lontana<ref name=Nota1>{{cita web|url=http://www.arkeomania.com/templiselinunte.html|titolo=Templi di Selinunte|accesso=15 giugno 2010}}</ref>. Le sculture trovate negli scavi di Selinunte si trovano soprattutto nel [[Museo archeologico regionale Antonio Salinas|museo nazionale archeologico]] di [[Palermo]]; fa eccezione l'opera più famosa, l'[[Efebo di Selinunte]], che oggi è esposto presso il museo civico di [[Castelvetrano]].
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[[File:Selinunte Acropolis.jpg|thumb|upright=1.4|Ricostruzione della acropoli e dei suoi templi]]
Dapprima in buoni rapporti con i Cartaginesi<ref>i buoni rapporti con i Cartaginesi erano dovuti probabilmente a ragioni commerciali, in quanto Selinunte, per i suoi vasti territori, doveva essere una grande produttrice di derrate alimentari, tanto da approvvigionare le città fenicie.</ref>, dopo la loro disfatta nella [[Battaglia di Imera (480 a.C.)]], Selinunte strinse alleanza con [[Siracusa]], cui rimase fedele.
La sua politica di espansione territoriale verso [[Segesta]] causò diverse guerre: il primo scontro avvenne nel 580 a.C. dal quale Segesta uscì vittoriosa. Nel 415 a.C. Segesta chiese aiuto ad [[Atene]] perché intervenisse contro l'intraprendenza selinuntina supportata da Siracusa. Gli ateniesi presero come pretesto la richiesta di Segesta per intraprendere una grande [[Spedizione ateniese in Sicilia|spedizione in Sicilia]] attaccando per prima Siracusa alleata di Selinunte. Dalla [[battaglia di Siracusa]], Atene ne uscí disastrosamente sconfitta. Segesta, indebolita dalla sconfitta ateniese, minacciata da Selinunte, chiese allora aiuto a Cartagine: nel 409 a.C. i Cartaginesi, sbarcati in Sicilia con un esercito di 5.800 uomini al comando del generale [[Annibale Magone]]<ref name="ReferenceTF397">{{Cita|Tommaso Fazello|p. 397}}.</ref> colsero di sorpresa la città che cadde, dopo soli nove giorni di assedio, prima che potessero giungere i soccorsi da Siracusa e da Agrigento. Selinunte venne saccheggiata e distrutta, 16.000 cittadini selinuntini furono uccisi, 5.000 fatti schiavi, 2.600 riuscirono a fuggire ad Agrigento.
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Reidentificata soltanto nel XVI secolo, per opera del teologo e archeologo [[Tommaso Fazello]],<ref>{{Cita|Tommaso Fazello|pp. 392-401}}.</ref> religioso dell'[[Ordine dei predicatori]]. Lo studioso documentatore effettuò l'attenta rilettura dei testi di [[Erodoto]], [[Diodoro Siculo]],<ref name="ReferenceTF392"/> [[Eusebio di Cesarea|Eusebio]], [[Tucidide]],<ref>{{Cita|Tommaso Fazello|p. 393}}.</ref> [[Empedocle]], [[Diogene Laerzio]],<ref>{{Cita|Tommaso Fazello|p. 394}}.</ref> [[Strabone]], [[Pausania il Periegeta|Pausania]],<ref>{{Cita|Tommaso Fazello|p. 395}}.</ref> [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]], [[Plinio il Vecchio|Plinio]].<ref name=ReferenceTF396 /> Dopo una prima ricognizione a [[Mazara del Vallo]] compiuta per la quaresima del 1549, approfondì ulteriormente gli studi sui libri di Diodoro e le gesta di [[Annibale Magone]].<ref name="ReferenceTF397"/> Nell'ottobre del [[1551]], attraverso la descrizione dei particolari topografici, individuò ed identificò univocamente con la terra di Lipulci<ref>{{Cita|Tommaso Fazello|p. 398}}.</ref> le rovine di Selinunte, distinguendole dalle architetture di Mazara e dagli immediati centri abitati del comprensorio nel raggio di decine miglia.
Nel [[1779]], nonostante un decreto di re [[Ferdinando III di Sicilia]] vietasse lo smantellamento delle sue rovine (usate dagli abitanti della zona come cave di pietra), le devastazioni proseguirono fino a quando il governo italiano non vi pose una custodia permanente. I primi saggi e scavi furono eseguiti nel [[1809]] da parte degli inglesi. Nel 1823, due architetti inglesi, Samuel Angell e William Harris, iniziarono a scavare a Selinunte nel corso del loro tour in [[Sicilia]] e si imbatterono in diversi frammenti delle [[Metopa|metope]] dal tempio arcaico oggi chiamato come “[[Tempio C di Selinunte|Tempio C]].” Benché le autorità borboniche avessero cercato di fermarli, costoro continuarono il loro lavoro e cercarono di spedire i loro reperti in Inghilterra, per il [[British Museum]]. Nell'ombra delle attività di [[Thomas Bruce, VII conte di Elgin|Lord Elgin]], le spedizioni di Angell e Harris furono bloccate e dirottate a [[Palermo]] dove da allora si conservano nel [[Musei di Palermo|Museo archeologico]].<ref>{{Cita web|url=http://www.caareviews.org/reviews/1473|titolo=Temple Decoration and Cultural Identity in the Archaic Greek World: The Metopes of Selinus|sito=Temple Decoration and Cultural Identity in the Archaic Greek World: The Metopes of Selinus|accesso=
=== La popolazione di Selinunte ===
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