Mini (2001): differenze tra le versioni

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[[File:BMW E1 01.jpg|thumb|left|La concept BMW ''E1'' del 1991]]
 
All'inizio del 1994 BMW acquisì dalla [[British Aerospace]] il [[Gruppo Rover]], proprietario tra gli altri del marchio [[Mini (marchio)|Mini]]. La casa [[Germania|tedesca]] già dai primi anni 90 stava cercando di ampliare la propria gamma di auto con l'aggiunta di una [[superutilitaria]], creando allo scopo tutta una serie di [[concept car]], tra cui l'[[auto elettrica]] ''E1'', che più si avvicinava al segmento della Mini.<ref name="Brian Laban" >{{cita libro|lingua=inglese|autore=Brian Laban|titolo=The Mini: the making of a modern icon|url=https://archive.org/details/minimakingofmode0000laba|anno=2003|editore=Collins|città=London|ISBN=0-00-715275-2}}</ref>
 
Dopo l'acquisizione di Mini, i vertici della casa tedesca insistevano sul fatto che il futuro modello compatto del gruppo dovesse avere caratteristiche iconiche di BMW (come ad esempio la [[trazione posteriore]]) per sostenere gli standard e l'immagine del marchio tedesco; tuttavia, il marchio Mini non aveva alcuna di queste caratteristiche, così BMW vide questo come un'opportunità per creare un'altra vettura compatta, di livello ''premium'' ma a un prezzo ragionevole. Cominciarono così a prendere forma i progetti della futura gamma [[BMW Serie 1]] e di una nuova gamma a marchio Mini.<ref name="Brian Laban" />
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* '''R53''', per le versioni più sportive ''Cooper S'' e ''John Cooper Works''.
 
Inizialmente, la Mini montava il 1.6 4 cilindri [[Motore Tritec|Pentagon]] di origine [[Chrysler]]-[[Rover (azienda)|Rover]], costruito in [[Brasile]] dalla Tritec, dotato di [[iniezione (motore)|iniezione]] elettronica e sedici valvole comandate da [[SOHC|un solo albero a camme]]. Le versioni ''One'' (da 90 CV) e ''Cooper'' (115 CV) erano [[Aspirazione (motore)|aspirate]], mentre la più sportiva ''Cooper S'' era sovralimentata tramite [[compressore volumetrico]], ed era capace di 163 CV. Il prezzo di partenza della Mini era di € 14.551 per la ''One'' base e € 16.051 per la ''One'' de luxe con climatizzatore, radio, plancia silver lucido e fendinebbia di serie.
 
Nel 2003 la gamma si arricchì con la One D, mossa da un 1.4 4 cilindri [[turbodiesel]] [[common rail]] di origine [[Toyota]], capace di 75 CV. L'anno dopo arrivò anche la Mini [[Cabrio]] con tetto apribile in tela, nelle versioni ''One'' de luxe, ''Cooper'' e ''Cooper S'', con gli stessi motori (escluso il 1.4 turbodiesel) e le stesse potenze della versione [[Hatchback|hatcback]]. L'anno successivo arrivarono le versioni ''John Cooper Works'', che permisero di alzare la potenza dei motori della ''Cooper'' e della ''Cooper S'' (quest'ultima fino a 200 CV). Questo kit prevedeva una nuova testata che aumentava il [[rapporto di compressione]], la riprogrammazione della [[Unità di controllo motore|centralina]] del motore, e la sostituzione dell'impianto di scarico originale con uno in [[Acciaio inossidabile|acciaio inox]].
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Per la versione One, è stato introdotto un 1.400 cm³ da 95 cavalli dotato del sofisticato ''Valvetronic''. La Cooper D, novità di questa nuova serie, è dotata di un motore 1.6 cm³ (1.560 cm³) [[PSA DV#DV6TED4|DV6TED4]] di origine PSA-[[Ford]] da 109 cavalli. Viene finalmente risolto il problema legato al rapporto peso/potenza, che si rifletteva principalmente sui consumi, ora più moderati. Ancora invariate le versioni [[cabrio]].
 
Non è difficile captare le differenze, per quanto minime, tra la prima serie e la seconda. La differenza principale sta nell'anteriore: la calandra è in stile "single frame" e si prolunga anche sul paraurti (la prima serie invece, sul paraurti, aveva solo una finta calandra ). La panca posteriore con una seduta più profonda migliora, se pur di poco, l'abitabilità. Inoltre i fari anteriori, che sulla prima serie facevano parte del cofano motore mostrandosi come un tratto distintivo, adesso sono parte della vettura. Il cambio automatico, ora disponibile su tutti i modelli a benzina, non è più di tipo CVT, come quello precedentemente montato sulle prime MINI, ma si tratta di un vero e proprio cambio automatico con ingranaggi epicicloidali e convertitore di coppia. I modelli con tale accessorio variano nel peso (maggiore) e nelle prestazioni (consumi, velocità max, accelerazione), sensibilmente sfavorevoli rispetto al cambio manuale di serie. Questa serie fu sviluppata e disegnata in collaborazione con la [[Italdesign Giugiaro|Italdesign di Giorgetto Giugiaro]].<ref>{{Cita web|url=http://www.italdesign.it/it/projects/bmw-mini/|titolo=Italdesign - Mini|cognome=Italdesign|lingua=|accesso=8 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160917034542/http://www.italdesign.it/it/projects/bmw-mini/|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Motorizzazioni ===
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[[File:Mini Clubman rear 20080228.jpg|thumb|Retro di una Mini Cooper Clubman]]
 
Della seconda serie della Mini è in vendita anche una versione [[Familiare|station wagon]], la Mini Clubman. Questa, rispetto alla versione berlina, è lunga 395 cm (25 cm in più), larga 168 (come la berlina) e alta 143 cm (2 cm in più). Monta i motori a benzina 1.6 con 120 CV per la MINI Cooper Clubman e 175 CV per la MINI Cooper S Clubman. È disponibile anche un [[motore Diesel]] 1.6 con 109 CV, per la MINI Cooper D Clubman. L'auto presenta alcune particolarità che la differenziano dalla berlina come il posteriore diverso con il portellone diviso in due ante e una piccola porta (presente solo sul lato destro) per accedere più facilmente ai posti posteriori . Anche il bagagliaio è più capiente. Gli interni sono gli stessi della versione berlina.
 
=== Mini Countryman ===