Progetto Lebensborn: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Lo Stato nazistanazionalsocialista deve considerare il bambino come il bene più prezioso della nazione|[[Adolf Hitler]], ''[[Mein Kampf]]''}}
Il '''Progetto Lebensborn''' ('''Progetto Sorgente di Vita''') fu uno dei diversi programmi avviati dal gerarca [[nazismo|nazista]] [[Heinrich Himmler]] per realizzare le [[eugenetica|teorie eugenetiche]] del [[Terzo Reich]] sulla [[razza ariana]] e portare la popolazione ariana in Germania a 120 milioni di persone entro il [[1980]].<ref>{{Cita web|url=http://www.akra.it/amis/schede.asp?id=6&idsch=72|titolo=Museo virtuale delle intolleranze e degli stermini - Progetto Lebensborn|accesso=12 novembre 2017|urlmorto=sì}}</ref>
 
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[[File:Bundesarchiv B 145 Bild-F051638-0067, Lebensbornheim, Säuglingszimmer.jpg|upright=0.7|thumb|La sala neonati]]
 
In realtà sin dal [[1935]] era stato dato il via al progetto Lebensborn, attraverso un circuito di apposite cliniche aperte in Germania. Himmler concepì un mistico rapporto tra le [[SS]] e le leggende [[teutoni]]che di [[Enrico I l'Uccellatore]] e [[Federico il Grande]]. Nel [[1934]] fece ristrutturare in [[Vestfalia]] il castello di [[Wewelsburg]], con una spesa di undici milioni di marchi, dove organizzare un vero e proprio Ordine delle SS in stile medievale, consacrato alla tutela della purezza razziale.<ref>{{cita|Manvell-Fraenkel, 2007|pp. 90-91}}.</ref><ref>Nella trasmissione televisiva ''Mixer'' del 10 aprile [[1997]], ''Battaglione Lebesborn'', a cura di Chantal Lasbats, si sosteneva che il castello fosse un centro [[ideologia|ideologico]] e operativo del progetto Lebensborn.</ref>
In realtà sin dal [[1935]] era stato dato il via al progetto Lebensborn, attraverso un circuito di apposite cliniche aperte in Germania.
Himmler concepì un mistico rapporto tra le [[SS]] e le leggende [[teutoni]]che di [[Enrico I l'Uccellatore]] e [[Federico il Grande]]. Nel [[1934]] fece ristrutturare in [[Vestfalia]] il castello di [[Wewelsburg]], con una spesa di undici milioni di marchi, dove organizzare un vero e proprio Ordine delle SS in stile medievale, consacrato alla tutela della purezza razziale.<ref>{{cita|Manvell-Fraenkel, 2007|pp. 90-91}}.</ref><ref>Nella trasmissione televisiva ''Mixer'' del 10 aprile [[1997]], ''Battaglione Lebesborn'', a cura di Chantal Lasbats, si sosteneva che il castello fosse un centro [[ideologia|ideologico]] e operativo del progetto Lebensborn.</ref>
 
Il 10 dicembre 1935 venne fondata a [[Berlino]] la "Lebensborn e.V." ("Sorgente di vita società registrata"), società amministrata dall'"Ufficio centrale della razza e del Popolamento" in collegamento con diversi uffici per la tutela della madre e del fanciullo. Il progetto era quello di costruire un potente strumento per la crescita del numero di nascite "razzialmente di valore".<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 24}}.</ref>
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== La germanizzazione ==
Con lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] si aprirono per il progetto Lebensborn nuove prospettive grazie all'apertura di cliniche nei territori occupati. Mentre alcuni territori erano “razzialmente di valore” (come [[Norvegia]], [[Paesi Bassi]] e [[Danimarca]]) altri (come [[Francia]] e paesi occupati nell'Europa orientale e nei Balcani) venivano considerati al di sotto degli standard.<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 26}}.</ref>
In particolare furono aperte "case per le madri" in [[Norvegia]] a [[Bergen]], [[Geilo]], [[Hurdalsverk]], [[Klekken]], [[Os (Hordaland)|Os]], [[Oslo]], [[Stalheim]] e [[Trondheim]]; in [[Danimarca]] a [[Copenaghen]]; nei [[Paesi Bassi]] a [[Nimega]]; in [[Belgio]] a [[Végimont]]; in [[Francia]] a [[Lamorlaye]]; nel [[Governatorato Generale]] a [[Cracovia]], [[Otwock]] e [[Varsavia]].
 
Il compito era quello di convincere ragazze-madri non tedesche, ma dalle caratteristiche razziali desiderate, a ricorrere all'organizzazione per nascondere il peccato, partorire anonimamente per poi ritornare nei loro paesi d'origine, ma in realtà era solo un piano criminoso per rapire bambini, come accennato in un'ordinanza dell'inverno del [[1941]].<ref>{{cita web|url=http://www.rete.toscana.it/sett/lefp/pubblicazioni/allegati/edu04op.pdf|titolo=Civiltà, guerra e sterminio. Far parlare il silenzio: i bambini e la Shoah|autore=Bruno Maida|pagina=125|accesso=23 febbraio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121211025831/http://www.rete.toscana.it/sett/lefp/pubblicazioni/allegati/edu04op.pdf|dataarchivio=11 dicembre 2012}}</ref>
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=== Francia ===
In questo paese la nascita di figli illegittimi veniva vista come un problema dai vertici dell'esercito tedesco perché considerata una contaminazione della razza germanica con quella degenerata francese, tanto che si arrivarono a proibire i rapporti sessuali con le autoctone.<ref>{{de}} Insa Meinen, ''Wehrmacht und Prostitution im besetzen Frankreich'', ed. Temen, 2000</ref> Ma ovviamente anche in Francia nacquero dei figli delladi guerra e, anche senonostante il matrimonio non erafosse possibile, si potevano ottenere permessi speciali mediante un test razziale. Per le madri in questione il [[governo di Vichy]] emanò nel 1941 una legge che permetteva loro l'anonimato e che i nascituri potessero andare in un [[brefotrofio]] od essere assegnati a famiglie affidatarie in attesa di essere adottati.<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 125}}.</ref>
 
Anche qui si presentò il problema di quale nazionalità avessero questi bambini:, francese o tedesca?, avessero questi bambini. Da parte della Germania, i figli delladi guerra venivano considerati tedeschi se le madri erano reputate “razzialmente accettabili”, ovvero se provenivano da regioni come la [[Normandia]]. In totale in Francia nacquero 50.000-80.000<ref>Dati che non tengono in considerazione le regioni meridionali. Una stima proiettata all'intero territorio nazionale potrebbe raggiungere i 120000-200000.</ref> bambini franco-tedeschi che, a differenza di quelli nati in altri stati come la Norvegia, non erano considerati di grande valore. IlMadame maritoHuntzinger difondò madame“''La HuntzingerFamille du prisonnier''”, un'associazione per queste madri, facilitata dal fatto che suo marito, morto il 12 novembre 1941, era uno dei membri importanti del governo di Vichy e quindi le fu facile fondare “''La Famille du prisonnier''”, un'associazione per queste madri. Nel settembre 1944 l'ufficio degli affari sociali, retto dalla dottoressa Martha Unger, aveva ricevuto l'ordine di occuparsi didelle loromadri, sottraendosottraendole le madri daa madame Huntzinger e portandole presso il castello adi Chantilly, sorvegliato dalle SS, per poi condurle in Germania; nonostante tutto i figli venivano considerati ''de facto'' figli del padre. Verso la fine della guerra fu aperta a [[Lamorlaye]] una casa del Lebensborn chiamata Westwald.<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 131}}.</ref>
 
Così come negli altri paesi, alla fine della guerra le donne che avevano avuto a che fare con i tedeschi vennero punite mediante [[lassativo|purghe]] o taglio di capelli ed i loro figli vennero chiamati con toni dispregiativi come “figlio del nemico”, Fritz o ''boche'' (crucco).<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 137}}.</ref>
 
=== Regioni orientali occupate<ref>Con tale termine si considerano i territori sovietici occupati dai tedeschi.</ref> ===
Nell'agosto [[1942]], un anno dopo l'invasione delladell'Unione RussiaSovietica, Himmler, su ordine di [[Hitler]], predispose il ritiro dalla guerra dei figli unici (o di coloro che erano rimasti tali) affinché mettessero al mondo nuovi figli "di sangue buono", in modo da impedire l'estinzione delle loro famiglie.
 
L'8 settembre 1942 il comandante della [[2. Panzerarmee]], il generale [[Rudolf Schmidt]], scriveva a Hitler che il numero di ''Mischlingskinder'' (bambini di sangue misto) poteva ammontare a 1,5 milioni. Nonostante il numero esagerato di tale predizione, la nascita di ''Mischlingskinder'' preoccupava le autorità naziste, che temevano che le popolazioni dell'Est (''Ostvölker'') potessero trarre beneficio dall'apporto di sangue ariano. Per poterlo evitare la loro idea era di reclamarli come ''Deutsche Volksgemeinschaft'', ovvero come comunità del popolo. Inoltre tali bambini, secondo alcuni nazisti, erano da considerarsi di potenziale umano e economico. In realtà era prevista una separazione tra i bambini; alcuni erano già destinati come “razzialmente indesiderabili”, altri invece, ritenuti idonei e sarebbero quindi entrati a far parte del popolo tedesco (''in den deutschen [[Nibelungentreue#Volkskörper|Volkskörper]] eingefügt''). Tale distinzione era casuale e piena di contraddizioni che divennero il simbolo della mancanza di “consapevolezza razziale” degli uomini che rientravano nella categoria di “ariani”.<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 155}}.</ref>
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=== Boemia-Moravia ===
Dal 1939 al 1945 esistette il [[Protettorato di Boemia e Moravia]] (''Protektorat Böhmen und Mähren''), nell'attuale [[Repubblica Ceca]], con aree di etnia mista. Principalmente due erano i gruppi più importanti: i cechi e i tedeschi boemi, anche noti come sudeti i quali occupavano la parte al confine con Germania e Austria. Dopo il 1938, dapprima si creò un territorio autonomo, ''Reichsgau Sudetenland'' (Distretto del Reich nel territorio dei Sudeti), annesso allo stato tedesco. Dopo il 15 marzo 1939, ovvero dopo la separazione della [[Slovacchia]], i rimanenti Länder furono integrati nel [[Grossgermanisches Reich|grande Reich]].<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 178}}.</ref>

L'intento era di germanizzare la popolazione locale per ottenere aree “razziali pure”. Ciò comportava però una selezione che richiedeva fasi successive interdipendenti: identificazione, selezione, segregazione e, potenzialmente, anche eliminazione in base ai giudizi di esperti sullo status razziale, genetico, politico e sociale delle singole persone. L'approccio complessivo comprendeva la ''Rassenpolitik'' (politica razziale), la ''Sozialpolitik'' (politica sociale) e la ''Gesundheitspflege'' (politica della salute pubblica), dove la massima autorità era l'ufficio del Reichsprotektor. In queste regioni il matrimonio misto e interetnico era tradizionalmente accettato, ma dopo l'occupazione tedesca divennero un problema di sentimento nazionalistico. I figli delle coppie miste ottenuti da cechi con tedeschi sudeti erano visti dai nazisti come un urgente e serio problema.

Si decise quindi che ogni individuo dovesse essere classificato in una di queste categorie: ''Tschechentum'' (comunità ceca), ''Deutschtum'' (comunità tedesca) e ''Judentum'' (comunità ebraica). Procedendo in tal modo il governo sovvenzionò aiuti economici, sociali, sanitari e politici alla sola comunità tedesca. I genitori quindi fecero in modo di rientrare in tale categoria, facendo sì che il bambino nato fosse automaticamente tedesco. In poche parole, la madre assumeva il ruolo di “missionaria della causa tedesca”. Così facendo si ebbe una ridefinizione discriminatoria delle coppie di razza mista tramite una selezione sociale organizzata.<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 182}}.</ref> Alla fine del conflitto i bambini che prima erano “i preferiti” divennero “indesiderati”.<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 190}}.</ref>
 
== Le testimonianze dei bambini germanizzati ==
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=== Hélène Wilkanowicz ===
Rapita in Polonia a [[Pabianice]], quando aveva dodici anni dalle SS perché aveva capelli biondi e occhi azzurri., Insiemeinsieme ad altre bambine venne rinchiusa nel campo raccolta di bambini a [[Buckau]]. Nel novembre del [[1943]] fu mandata alla scuola SS "Illenau" dove si operavano severe selezioni tali che «I bambini non validi che questa scuola respingeva venivano sterminati».<ref>{{cita|Hillel-Henry, 1976|pp. 282-283}}.</ref>
 
Dopo la guerra, aveva ormai diciassette anni, non volle tornare in Polonia, ma neanche si sentiva tedesca «D'altra parte qui mi trattano ancora come una sporca polacca, ''Dreckpolack''. È orribile che in Germania… si rimane uno sporco polacco, come si rimane un sudicio ebreo.» Forse - continua - tornerà in Polonia. «Ma io sono malata, soffro ancora per quel periodo. Nostalgia. Una cosa che uccide, ''das macht sie kaputt''. Non trovo più pace…».<ref name="cita-Hillel-Henry-1976"/>
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* {{Cita libro|autore=[[Lidia Beccaria Rolfi]], Bruno Maida|titolo=Il futuro spezzato: i nazisti contro i bambini|editore=Giuntina|pagine=214|anno=1997|url=http://books.google.it/books/about/Il_Futuro_Spezzato.html?id=2gg55Sc1os0C|cid=Beccaria Rolfi-Maida, 1997|isbn=978-88-8057-057-8}}
* {{Cita libro|autore=Marc Hillel, Clarissa Henry|titolo=In nome della razza|url=https://archive.org/details/ofpureblood00hill|editore=Sperling & Kupfer|pagine=292|città=Milano|anno=1976|cid=Hillel-Henry, 1976|isbn=0-07-028895-X}}
* {{Cita libro|autore=Roger Manvell, Heinrich Fraenkel|titolo=Heinrich Himmler: The SS, Gestapo, His Life and Career|url=https://archive.org/details/heinrichhimmlers0000manv|editore=Skyhorse Publishing|pagine=320|anno=2007|cid=Manvell-Fraenkel, 2007|lingua=ingleseen|isbn=978-1-60239-178-9}}
* {{Cita libro|autore=[[Richard Walther Darré]]|titolo=La nuova nobiltà di sangue e suolo|editore=Edizioni di Ar|città=Padova|anno=1978|cid=Darré, 1978|isbn=978-88-89107-30-0}}
* {{Cita libro|autore=Georg Lilienthal|titolo=Der "Lebensborn e.V.": Ein Instrument nationalsozialistischer Rassenpolitik|editore=Fischer Taschenbuch Verlag|anno=1985|cid=Lilienthal, 1985|lingua=tedesco}}
* {{Cita libro|autore=Gregor Ziemer|titolo=Educazione alla morte. Come si crea un nazista|editore=Constamble & Co|città=Londra|anno=1944|cid=Ziemer, 1944|isbn=978-88-8137-233-1}}
* Teresa Arcelloni, ''Lebensborn. I figli del Nazionalsocialismo. La rielaborazione di una leggenda'', Voghera, Marvia Edizioni, 2018. ISBN 9788889089699
* {{Cita libro|autore=Heinz Höhne|titolo=L'Ordine Nero. La storia delle SS|editore=Garzanti|pagine=357|città=Milano|anno=1968|cid=Höhne, 1968|isbn={{NoISBN}}no}}
* {{Cita libro|autore=[[Enzo Collotti]]|titolo=Nazismo e società tedesca, 1933-1945|editore=Loescher|anno=1982|cid=Collotti, 1982|isbn=88-201-2328-2}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Mayda|titolo=I dossier segreti di Norimberga. Interrogatori e documenti del processo più celebre della storia|editore=Mursia|anno=1977|cid=Mayda, 1977}}
* {{Cita libro|autore=|curatore=Reimund Schnabel|traduttore=Herma Trettl|titolo=Il disonore dell'uomo|editore=Lerici|città=Milano|anno=1961|cid=Schnabel, 1961|isbn={{NoISBN}}no}}
* {{Cita libro|autore=Veslemøy Kjendsli|titolo=Kinder der Schande ein "Lebensborn-Mädchen" auf der Suche nach ihrer Vergangenheit|editore=Luchterhand|città=Amburgo|anno=1992|cid=Kjendsli, 1992|lingua=de}}
* {{Cita libro|autore=|curatore=Kjersti Ericsson, Eva Simonsen|titolo=I figli di Hitler. La selezione della «razza ariana», i figli degli invasori tedeschi nei territori occupati|editore=Boroli Editore|pagine=204|anno=2007|cid=Ericsson-Simonsen, 2007|isbn=978-88-7493-112-5}}
* {{Cita libro|autore=Miroslav Ivanov|titolo=Obiettivo: Mercedes nera|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1972|cid=Ivanov, 1972}}
* {{Cita libro|autore=Michael Burleigh, Wolfgang Wippermann|titolo=Lo stato razziale. Germania 1933-1945|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=1992|cid=Burleigh-Wippermann, 1992}}
* {{Cita pubblicazione|lingua=ingleseen|autore=Larry V. Thompson|titolo=Lebensborn and the Eugenics Policy of the Reichsfuhrer-SS|rivista=Central European History|numero=Vol. 4, N° 1|mese=marzo|anno=1971|pp=54-77|cid=Thompson, 1971}}
* {{Cita libro|autore=Boris Thiolay|titolo=Lebensborn: la fabrique des enfants parfaits. Ces Français qui sont nés dans une maternité SS|editore=Flammarion|anno=2012|cid=Thiolay, |lingua=francese|isbn=2-08-124343-1}}
* {{Cita libro|autore=Catrine Clay, Michael Leapman|titolo=Master race: the Lebensborn experiment in Nazi Germany|editore=Hodder & Stoughton|anno=1995|cid=Clay-Leapman, 1995|lingua=ingleseen|isbn=0-340-58978-7}}
* Dorothee Schmitz-Köster: ''Deutsche Mutter bist du bereit - Alltag im Lebensborn''. Aufbau-Verlag, 2002.
* Gisela Heidenreich: ''Das endlose Jahr. Die langsame Entdeckung der eigenen Biographie - ein Lebensbornschicksal''. 2002.