Volturara Appula: differenze tra le versioni

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|Amministratore locale=Vincenzo Zibisco
|Partito=[[lista civica]] Volturara nel cuore
|Data elezione=26[[elezioni comunali in Puglia del 2019#Volturara Appula|27-5-2019]]
|Data rielezione=[[elezioni comunali in Puglia del 2024#Volturara Appula|9-6-2024]]
|Data istituzione=
|Altitudine=489
|Superficie=
|Note superficie=
|Abitanti=386
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens/index.php?anno=2021&lingua=ita Dato Istat] - Popolazione residente al 31 gennaio 2021 (dato provvisorio).
|Aggiornamento abitanti=31-1-2021
|Sottodivisioni=
|Divisioni confinanti=[[Alberona]], [[Celenza Valfortore]], [[Motta Montecorvino]], [[San Bartolomeo in Galdo]] ([[provincia di Benevento|BN]]), [[San Marco la Catola]], [[Volturino]]
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}}
 
'''Volturara Appula''' (fino al [[1862]] chiamata ''Volturara'') è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:386Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Foggia]] in [[Puglia]].
 
== Geografia fisica ==
Volturara sorge su di una collina ''(Rimpa),'' primadei propaggine[[monti deldella sub-appennino DaunoDaunia]], nel nord-ovest della [[Puglia]], vicinoa aldiretto confine con la [[Campania]] e non lontano dal confine con il [[Molise]]. Il suo territorio è caratterizzato da numerose sorgenti sulfuree e zone boschive<ref>{{Cita libro|autore=Cardillo, Luigi|titolo=Dizionario corografico-storico-statistico della Capitanata|annooriginaleanno=1885|città=Altamura}}</ref>.
 
== Origini del nome ==
Il nome del comune potrebbe derivare da ''vultur'' ("[[avvoltoio]]" in [[Lingua latina|latino]]) col suffisso ''-ara'' a indicare un nome collettivo. Il significato sarebbe dunque "città (o zona) di avvoltoi". La specificazione "appula" è un aggettivo indicante l'appartenenza all{{'}}''[[Apulia]]'' (antico nome di unadella parte, posta a settentrione,centro-settentrionale dell'attuale [[Puglia]]), e fu aggiunto ufficialmente con Decreto di [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]], dato a Torino il 26 ottobre 1862<ref>{{Cita libro|titolo=Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, Volume|volume= 5. |città=Torino}}</ref>.
 
== Storia ==
Volturara è stata [[Diocesi di Vulturara|sede vescovile]]<ref>Per la cronotassi (elenco) dei vescovi di Volturara (e Montecorvino) vedasi: {{cita|G. Cappelletti: "Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni", vol. 19, Venezia, 1864}}.</ref> per molti secoli, ed aveva perciò il titolo di ''Cittàcittà''<ref>{{Cita libro|autore=S. Mazzella|titolo=Descrittione del Regno di Napoli|annooriginaleanno=1586|città=Napoli}}</ref>; la data della sua fondazione è sconosciuta, ma viene già citata, con la denominazione di ''Vulturaria,'' tra le suffraganee (di rito greco) di Benevento, in un'epistola del 969 di [[papa Giovanni XIII]]<ref>{{Cita libro|titolo=LELe PIÙpiù ANTICHEantiche carte del Capitolo della CARTECattedrale
di Benevento (668-1200) |collana=REGESTARegesta
chartarum Italiae|anno=2001|editore=Istituto Storico Italiano
PERper ILil MEDIOMedio EVOEvo|città=Roma|volume=52}}</ref>.
 
Nel 1433 incorporò la [[diocesi di Montecorvino]]<ref>{{Cita|G. ormaiCappelletti, abbandonata1864}}.</ref>; in seguito venne a sua volta unitaaggregata alla [[diocesi di Lucera-Troia|diocesi di Lucera]] a seguito del concordato del [[1818]] tra re [[Ferdinando I delle Due Sicilie]] e [[papa Pio VII]]<ref>{{la}} [http://books.google.it/books?id=as_XHufGgeYC&pg=PA56 Bolla ''De utiliori''], in ''Bullarii romani continuatio'', Tomo XV, Romae, 1853, pp.&nbsp; 56–61.</ref>.
Volturara è stata [[Diocesi di Vulturara|sede vescovile]]<ref>Per la cronotassi (elenco) dei vescovi di Volturara (e Montecorvino) vedasi: G. Cappelletti: "Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni", vol. 19, Venezia, 1864.</ref> per molti secoli, ed aveva perciò il titolo di ''Città''<ref>{{Cita libro|autore=S. Mazzella|titolo=Descrittione del Regno di Napoli|annooriginale=1586|città=Napoli}}</ref>; la data della sua fondazione è sconosciuta, ma viene già citata, con la denominazione di ''Vulturaria,'' tra le suffraganee di Benevento, in un'epistola del 969 di [[papa Giovanni XIII]]<ref>{{Cita libro|titolo=LE PIÙ ANTICHE CARTE
DEL CAPITOLO DELLA CATTEDRALE
DI BENEVENTO
(668-1200)|collana=REGESTA
CHARTARUM ITALIAE|annooriginale=2001|editore=ISTITUTO STORICO ITALIANO
PER IL MEDIO EVO|città=Roma|volume=52}}</ref>.
 
Tra i suoi presuli va ricordato [[Alessandro Geraldini]], primo vescovo del Nuovo Mondo, sepolto nella [[Cattedrale di Nostra Signora dell'Incarnazione (Santo Domingo)|cattedrale di [[Santo Domingo]], ove morì nel 1525.
Nel 1433 incorporò la [[diocesi di Montecorvino]] ormai abbandonata; venne a sua volta unita alla [[diocesi di Lucera-Troia|diocesi di Lucera]] a seguito del concordato del [[1818]] tra re [[Ferdinando I delle Due Sicilie]] e [[papa Pio VII]]<ref>{{la}} [http://books.google.it/books?id=as_XHufGgeYC&pg=PA56 Bolla ''De utiliori''], in ''Bullarii romani continuatio'', Tomo XV, Romae 1853, pp.&nbsp;56–61</ref>.
 
Tra la fine del [[X secolo]] e l'inizio del successivo viene riportata, da alcuni autori, come facente parte della contea di Loritello<ref>{{Cita libro|autore=F. Bozza|titolo=L'antistoria nell'area del Medio Biferno: Ricostruzioni di cornici per le inquadrature di storia molisana|anno=2014|editore=HB}}</ref>.
Tra i suoi presuli va ricordato [[Alessandro Geraldini]], primo vescovo del Nuovo Mondo, sepolto nella cattedrale di [[Santo Domingo]] ove morì nel 1525.
 
L'abate [[Ferdinando Ughelli|Ughelli]] riporta una scrittura del vescovo di [[Chieti]] Raynulphus (fine [[XI secolo]]), in cui lo stesso prelato afferma essere notorio a clerici e laici che ''Goffrido de la Vulturara'' <nowiki>[</nowiki>[[Goffredo di Capitanata]]?], in data non precisata, gli ha donato il Castello di San Paolo sopra il [[Aterno-Pescara|Pescara]]<ref>{{Cita libro|titolo=Italia sacra sive de Episcopis Italiae, et insularum… |data=1720|editore=Coleti|città=Venezia|volume=6}}</ref>.
Tra la fine del X secolo e l'inizio del successivo viene riportata, da alcuni autori, come facente parte della contea di Loritello<ref>{{Cita libro|autore=F. Bozza|titolo=L'antistoria nell'area del Medio Biferno: Ricostruzioni di cornici per le inquadrature di storia molisana|anno=2014|editore=HB}}</ref>.
 
Nel ''[[Catalogus Baronum]]'' di [[conquista normanna dell'Italia meridionale|epoca normanna]], figura tra i feudi posseduti dal conte Filippo di [[Civitate]]; a seguito della conquista [[angioini|angioina]], metà del feudo, che era divenuto possesso del vescovo<ref name="Checchia">Checchia, {{Cita|N.: ''I feudatari e i vassalli di Volturara'', in ''Japigia'', vol. 4, BariChecchia, 1943}}.</ref>, viene concessa al milite Ugone de Sully (de Suliaco).
 
Nelle ''Rationes decimarum Italiae, Apulia, Lucania, Calabria'' (Città del Vaticano, 1939) è citato, per le decime versate dal 1310 al 1328, un ''Monastero di S. Pietro in Parietibus'', di cui non si hanno in seguito altre notizie.<ref>{{Cita libro|autore=Bianco, R. Bianco|titolo=Capitanata medievale|dataanno=1998|editore=Banca del Monte di Foggia|p=105}}</ref>
 
Con ''Privilegium'' dato a Foggia il 16 novembre 1442, re [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso I]], in considerazione dei danni subiti a causa del conflitto con [[Renato d'Angiò]], concede all{{'}}''[[Universitas|università]]'' un'esenzione decennale dal pagamento delle collette.<ref>{{Cita web|url=http://www.accademiapontaniana.it/wp-content/uploads/2018/03/REGISTRO-9.3.2018.pdf|titolo=I REGISTRIRegistri PRIVILEGIORUMPrivilegiorum di Alfonso il Magnanimo della serie Neapolis dell'Archivio della Corona d'Aragona|p=63}}</ref>
DI ALFONSO IL MAGNANIMO
DELLA SERIE NEAPOLIS DELL’ARCHIVIO
DELLA CORONA D’ARAGONA|p=63}}</ref>
 
Nel 1447 Volturara risulta tra i possedimenti del potente barone di origine spagnola [[Garcia Cavaniglia]], conte di [[Troia (Italia)|Troia]], che morirà nel 1452., e conta 183 fuochi (800-900 abitanti circa)<ref>''Liber Focorum Regni Neapoli'', ms., Biblioteca Berio Genova.</ref>.
 
Nel [[1478]] re [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando]] ne conferma il possesso, quale erede dei beni feudali di suo padre Paolo, a [[Giovannella De Molisio]], che porta in dote la città al marito [[Alberico Carafa]], [[contea di Ariano|duca di Ariano]] e conte di [[Marigliano]]; la conferma è reiterata nel [[1497]] dal re [[Federico I di Napoli|Federico]].<ref>{{Cita pubblicazione|autorename="Checchia, N.|data=|titolo=Op. cit.}}<"/ref>.
 
Nello stesso anno il vescovo Guglielmo cede la sua metà del feudo, e si trasferisce a [[San Bartolomeo in Galdo]], che da allora diventerà la residenza vescovile.<ref name="Giustiniani">{{Cita libro|autore=Giustiniani, L. Giustiniani|titolo=Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli|anno=1805|editore=|p=96|volume=X}}</ref>
 
All'inizio del Cinquecento, Volturara è praticamente disabitata, e l'allora feudataria [[Beatrice Carafa]], moglie di [[Alberico II]], la ripopola adducendovi una colonia di [[minoranza francoprovenzale in Puglia|provenzali]], probabilmente originari delle valli [[valdesi]] del Piemonte<ref>ibidem< name="Giustiniani"/ref>, ai quali concede uno "[[Statuto (Medioevo)|Statuto]]", riscoperto nel Novecento<ref>{{Cita libro|autore=Ceci, G. Ceci|titolo=Lo statuto dei Provenzali di Volturara|editore=Vecchia |città=Trani, Vecchi,|anno= 1917}}</ref>, e divenuto assai noto fra gli studiosi per la sua antesignana liberalità. Le gerarchie cattoliche, soprattutto a seguito dell'apertura del [[Concilio di Trento]], decidono di perseguire le numerose colonie valdesi che si erano stabilite in Calabria e Puglia, già dall'epoca angioina. Gli abitanti di Volturara sono perciò sottoposti, nel biennio 1563-64, ad un procedimento inquisitorio, condotto dal Padre Cristoforo Rodriguez, della [[Compagnia di Gesù]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=M Scaduto, S.I.|autore2=|autore3=|titolo=Cristoforo Rodriguez tra i Valdesi della Capitanata e dell'Irpinia. 1563-64.|rivista=Archivio historicum Societatis Iesu.|città=Roma|volume=Anno XXXV, fasc. 69|numero=gen-giu 1966}}</ref>.
 
Nel [[1528]], a seguito della ribellione del [[Carafa]], Volturara è dedotta in patrimonio (requisita dalla Regia Curia) e assegnata nel 1532 al principe di [[Molfetta]], [[Ferrante I Gonzaga|Ferrante Gonzaga]], comandante della cavalleria di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]].<ref name="Checchia">Checchia, op. cit.</ref>
 
Costui, tornato nelle terre natie poiché divenuto primo ducaDuca sovrano di [[Guastalla]], rivende il feudo a Francescantonio Villano. Il 27 febbraio del 1548 il viceré [[Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga|Pietro de Toledo]] concede il regio assenso alla vendita di Volturara da parte del Villano a Vincenzo Carafa. Il 15 marzo [[1569]], la città è nuovamente ceduta, per la somma di 29.200 ducati, a Bartolomeo Caracciolo dei signori di Casalbore, il quale ne ottiene l'intestazione quale ''utileUtile signoreSignore''; nel [[1589]] [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] lo eleverà al rango di ''[[marchese]]'', titolo trasmesso quasi subito al figlio Giovambattista come dote nuziale.<ref name="Checchia"/>
 
Francesco, fratello minore di Giuseppe morto nello stesso giorno del padre, è il terzo e ultimo marchese della Volturara, poiché, oberato di debiti, dopo la vendita fittizia della città al cognato duca di [[Fragneto l'Abate|Fragnito]], ottiene di spostare il titolo sul feudo materno di [[Cervinara]]. Nel 1693, il [[Sacro regio consiglio|Sacro Regio Consiglio]] dichiara nulla la cessione ai Montalto di [[Fragneto Monforte|Fragnito]], e, disposto il sequestro, ordina di procedere alla vendita all'incanto della Città che viene acquistata da Pompeo Pignatelli, duca di [[Montecalvo Irpino|Montecalvo]]; i suoi successori ne manterranno il possesso fino all'[[Leggi eversive della feudalità|abolizione del feudalesimo]], non senza continue liti con l{{'}}''universitàUniversità''.<ref name="Checchia"/>
 
Nel 1624 Michele Ajasso fonda, con un lascito, il primo [[Monte frumentario]] del Regno di Napoli.<ref>{{Cita libro|autore=Fortunato, G. Fortunato|titolo=Il Mezzogiorno e lo Stato italiano|dataanno=1973|editore=Vallecchi|p=28|volume=1}}</ref>
 
Dal [[Catasto onciario]]<ref>{{Cita web|url=http://patrimonio.archiviodistatonapoli.it/asna-web/catalogo/contesto-storico/progettare-futuro/esito.html|titolo=Catasto Onciario di Volturara + Libro delle Rivele,| |volume= voll. 7085-7089}}</ref>, pubblicato nel [[1743]] a cura del notaio Paolo Tomaselle, risulta esistesse anche un "Monte per le vedove e gli orfani" sostenuto dal [[capitolo (canonici)|capitoloCapitolo]] della cattedrale e da private elargizioni; nello stesso Catasto è citata una ''chiesa di San Biase'', di cui non esiste più alcuna traccia.
 
Con sentenza pronunciata il 18 luglio [[1809]] la [[Commissione feudale|Commissione Feudale]] assegnava al Comune di Volturara le "difese" del "Montauro" e di "San Gregorio", e il feudo agricolo "Li Puzzilli", mentre riconosceva agli ultimi baroni (Duchi di Montecalvo) il possesso del "Bosco di Sant'Antonio", seppur gravato da [[usi civici]], quale bene ex-feudale.<ref>{{Cita libro|titolo=Supplimento del Bullettino della Commissione Feudale|anno=1845|città=Napoli}}</ref>
Dopo la caduta di [[Gioacchino Murat]] e la conseguente restaurazione borbonica, Volturara diviene un attivo centro [[Carboneria|carbonaro]], i cui affiliati (perlomeno quelli di cui esisteva ancora documentazione) vennero minuziosamente riportati dalla studiosa Gemma Caso nella sua ricerca sulla Carboneria in [[Capitanata]].<ref>{{Cita libro|autore=Caso, Gemma|titolo=La carboneria di Capitanata (dal 1816 al 1820) ne la storia del Risorgimento italiano|editore=Tipografia Pierro & figlio, 1913}}</ref>
 
Dopo la caduta di [[Gioacchino Murat]] e la conseguente restaurazione borbonica, Volturara diviene un attivo centro [[Carboneria|carbonaro]], i cui affiliati (perlomeno quelli di cui esisteva ancora documentazione) vennero minuziosamente riportati dalla studiosa Gemma Caso nella sua ricerca sulla Carboneria in [[Capitanata]].<ref>{{Cita libro|autore=Caso, Gemma Caso|titolo=La carboneria di Capitanata (dal 1816 al 1820) ne la storia del Risorgimento italiano|editore=Tipografia Pierro & figlio, |anno=1913}}</ref>
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
* Ex chiesa [[Cattedralecattedrale]] del [[architetturaXIII romanica|romanicasecolo]], deldedicata alla [[XIIIMadonna secoloAssunta|Vergine Assunta]], con possente campanile a torre. Di stile [[romanico pugliese]], conserva al suo interno un altare policromo del [[XVII secolo]] e alcune tele seicentesche raffiguranti i santi Pietro e Paolo. Essa è il frutto dell'ampliamento di una primitiva chiesa cattedrale dedicata a san Michele Arcangelo.<ref>{{Cita web|url=http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=true&sintetica=true&sercd=18652#|titolo=Cattedrale di Santa Maria Assunta <Volturara Appula>|accesso=15 agosto 2022}}</ref>
* Santuario della Madonna della Sanità, risalente al [[XVI secolo]]. La leggenda narra che fu fatto edificare dal marchese Bartolomeo Caracciolo in segno di riconoscenza per essere rimasto illeso dopo una brutta caduta da cavallo, o a seguito di un incidente con la sua carrozza<ref>Nella realtà la fondazione del Santuario è precedente all'infeudazione al Caracciolo. Cfr. E. Cavalli, E.:''Monografia sul santuario di Maria ss. della Sanità., nei pressi di Volturara Appula'', Lucera, 1887.</ref>. Il Santuario ha ospitato la prima "Casa" dell'ordine delle [[Suore apostole del Sacro Cuore]], fondato nel 1936 dadalla [[Beato|Beata]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Salvatore Esposito|data=20 maggio 2018|anno=LXXII|titolo=La Donna del Cuore della Croce della Carità|rivista=Nuova Stagione|editore=Diocesi di Napoli|numero=18}}</ref> Suor Maria Crocifissa del Divino Amore (al secolo [[Maria Gargani]]1892-1973), discepola di [[San Pio da Pietrelcina]].
* Chiesa del Carmelo: piccolo tempio della seconda metà del '700, sede dell'omonima confraternitaConfraternita; fu edificata su iniziativa della famiglia Campolattaro, e in origine ospitava due tele, ''[[Santa Lucia]]'' e ''San [[Pasquale Baylón]]''<ref>{{Citacita pubblicazionenews|autore=N. Tomaiuoli|titolo=Aspetti e problemi dell’architetturadell'architettura del '700 nella provincia di Foggia|rivista=La Capitanata|volumeanno=1994}}</ref> del molisano Michele Scarojna, un pittore di discreta notorietà attivo anche nella [[Reggia di Caserta]].
 
===Architetture civili===
* Palazzo Ducale Caracciolo, del [[XVI secolo]], rimaneggiato e trasformato in residenza civile.
* {{cn|Palazzo Cairelli (già Pignatelli, e già sede della curia vescovile di Volturara e [[Diocesi di Montecorvino|Montecorvino]]).}}
* Taverna e mulino di Campolattaro: edificati in data imprecisata; per quanto riguarda il mulino ad acqua ormai diruto<ref name="Liebetanz">{{Cita libro|autore=Liebetanz, G. Liebetanz|titolo= Camminandosi, tratturo tratturo...tratturo…|edizione=|dataanno=1999|editore=Istituto regionale per gli studi storici del Molise "V. Cuoco"}}</ref>, potrebbe essere addirittura antecedente all'incastellamento dell'abitato; la cosiddetta "Taverna", più propriamente uno ''[[Xenodochio|xenodochium]]'' (stazione di posta, luogo di sosta per pellegrini e viaggiatori, con stalla per il ricovero degli animali) potrebbe essere sorta nel '400 a seguito dell'istituzione della [[Regia dogana della Mena delle pecore di Foggia|Dohana Mene Pecudum]], ed in particolare del tratturo regio Campobasso-Lucera, di cui sarà stata sicuramente una sub-mansione. L'epigrafe posta sull'ingresso, recante la data 1712 in caratteri latini<ref>Ibidem< name="Liebetanz"/ref>, non ha verosimilmente alcuna attinenza con la storia della Taverna.
* Antico Ovile Scaraiazzo, impiegato al tempo della transumanza.
 
=== Aree naturali ===
* [[Tratturo Lucera-Castel di Sangro|Tratturo Castel di Sangro-Lucera]]: entra in Volturara dalla Crocella di Motta, attraversa la valle del torrente La Catola, sale da Campolattaro verso il Monte Sant'Angelo e, poco dopo la Crocella di Sant'Angelo, prende a costeggiare brevemente il confine con [[San Bartolomeo in Galdo]] per poi inoltrarsi nel territorio di [[San Marco la Catola]].
* [[Tratturello]] Volturara-Castelfranco: diramazione del precedente, si dirigeva a [[Castelfranco in Miscano]] passando per San Bartolomeo in Galdo e [[Roseto Valfortore]], terminando poi il suo percorso alle [[Tre Fontane (Greci)|Tre Fontane di Greci]] ove confluiva sul [[tratturello Camporeale-Foggia]].<ref>{{cita testolibro|autore=Natalino Paone|titolo=La transumanza, immagini di una civiltà|capitolo=Carta dei tratturi, tratturelli, bracci e riposi|editore=Cosmo Iannone|data=giugno 1987|isbn=88-516-0013-9}}</ref>
* Sentiero boschivo in località Bufera (Vufara).
* Bosco Sant'Antonio in località Macchia Rossa, non distante dalla vecchia via per San Marco La Catola.
* Sorgente Fontana Uizzo.
* Torrente Gianpaolo: via d'acqua a carattere torrentizio con diverse cascate naturali lungo il percorso; nasce dalla sorgente di fontana Uizzo e si immette nel canale dei Graci (''canal i recn'') all'altezza della fontana del Presepe.
*Il paese è stato citato tra i luoghi simboli della "transumanza" in Italia, in occasione della proclamazione della stessa quale 'Patrimonio culturale immateriale dell'Umanita'umanità, da parte dell'[[UNESCO]], l'11 dicembre 2019.<ref>{{Cita web|url=https://ich.unesco.org/en/lists|titolo=UNESCO - Transhumance, the seasonal droving of livestock along migratory routes in the Mediterranean and in the Alps|sito=ich.unesco.org|lingua=en|accesso=24 gennaio 2020-01-24}}</ref>.
 
== Società ==
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=== Tradizioni e folclore ===
* Festa di Maria Santissima della Sanità, durante la quale una statua lignea della Madonna con in braccio il Bambin Gesù, rivestita delle ricche donazioni votive accumulate negli anni, viene portata in processione per le vie cittadine.<ref name=even>{{Cita web|url=http://www.comune.volturaraappula.fg.it/index.php/elenco-aree-tematiche/turismo/manifestazione-ed-eventi|titolo=Manifestazioni ed eventi}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Domenica Pasculli Ferrara|titolo=Itinerari in Puglia: tra arte e spiritualità|anno=2000|editore=De Luca}}</ref>
* A gennaio si festeggia Sant’[[Antonio abate]], con l’accensione dei falò lungo le strade del paese.<ref name=even/>
* Fiera di [[Luca evangelista|San Luca]], il 18 ottobre. IstituitaFu istituita, secondo la tradizione, da [[Federico II di Svevia]] è nota per la contemporanea sagra dell'anguilla che si tiene da oltre cento anni.<ref name=even/>
 
== Amministrazione ==
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{{ComuniAmminPrec |Nome = Michele Antonio Patricelli |Inizio = 14 giugno 2004 |Fine = 8 giugno 2009 |Partito = Coalizione [[centro-sinistra]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Cesare Baldi |Inizio = 8 giugno 2009 |Fine = 26 maggio 2014 |Partito = [[Lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Leonardo Russo |Inizio = 26 maggio 2014 |Fine = 2627 maggio 2019 |Partito = [[Lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Vincenzo Zibisco |Inizio = 2627 maggio 2019 | Fine = ''in9 carica''giugno 2024 |Partito = [[Lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Vincenzo Zibisco |Inizio = 9 giugno 2024 | Fine = ''in carica'' |Partito = [[Lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|titolo=Dizionario di toponomastica|editore=UTET|città=Torino|annooriginale=1990|anno=1997|isbn=88-02-07228-0}}
* {{cita libro|autore= G. Cappelletti |titolo= Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni |volume= 19 |città= Venezia |anno= 1864 |cid=G. Cappelletti, 1864}}
* {{cita libro|autore= N. Checchia |capitolo = I feudatari e i vassalli di Volturara |titolo= Japigia |volume= 4 |città= Bari |anno= 1943 |cid= N. Checchia, 1943}}
 
== Voci correlate ==