Volturara Appula: differenze tra le versioni
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|Amministratore locale=Vincenzo Zibisco
|Partito=[[lista civica]] Volturara nel cuore
|Data elezione=
|Data rielezione=[[elezioni comunali in Puglia del 2024#Volturara Appula|9-6-2024]]
|Data istituzione=
|Altitudine=489
|Superficie=
|Note superficie=
|Sottodivisioni=
|Divisioni confinanti=[[Alberona]], [[Celenza Valfortore]], [[Motta Montecorvino]], [[San Bartolomeo in Galdo]] ([[provincia di Benevento|BN]]), [[San Marco la Catola]], [[Volturino]]
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}}
'''Volturara Appula''' (fino al [[1862]] chiamata ''Volturara'') è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{
== Geografia fisica ==
Volturara sorge su di una collina ''(Rimpa)
== Origini del nome ==
Il nome del comune potrebbe derivare da ''vultur'' ("[[avvoltoio]]" in [[Lingua latina|latino]]) col suffisso ''-ara'' a indicare un nome collettivo. Il significato sarebbe dunque "città (o zona) di avvoltoi". La specificazione "appula" è un aggettivo indicante l'appartenenza all{{'}}''[[Apulia]]'' (antico nome
== Storia ==
Volturara è stata [[Diocesi di Vulturara|sede vescovile]]<ref>Per la cronotassi (elenco) dei vescovi di Volturara (e Montecorvino) vedasi: {{cita|G. Cappelletti
chartarum Italiae|anno=2001|editore=Istituto Storico Italiano
Nel 1433 incorporò la [[diocesi di Montecorvino]]<ref>{{Cita|G.
▲Volturara è stata [[Diocesi di Vulturara|sede vescovile]]<ref>Per la cronotassi (elenco) dei vescovi di Volturara (e Montecorvino) vedasi: G. Cappelletti: "Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni", vol. 19, Venezia, 1864.</ref> per molti secoli, ed aveva perciò il titolo di ''Città''<ref>{{Cita libro|autore=S. Mazzella|titolo=Descrittione del Regno di Napoli|annooriginale=1586|città=Napoli}}</ref>; la data della sua fondazione è sconosciuta, ma viene già citata, con la denominazione di ''Vulturaria,'' tra le suffraganee di Benevento, in un'epistola del 969 di [[papa Giovanni XIII]]<ref>{{Cita libro|titolo=LE PIÙ ANTICHE CARTE
▲(668-1200)|collana=REGESTA
▲PER IL MEDIO EVO|città=Roma|volume=52}}</ref>.
Tra i suoi presuli va ricordato [[Alessandro Geraldini]], primo vescovo del Nuovo Mondo, sepolto nella [[Cattedrale di Nostra Signora dell'Incarnazione (Santo Domingo)|cattedrale di
▲Nel 1433 incorporò la [[diocesi di Montecorvino]] ormai abbandonata; venne a sua volta unita alla [[diocesi di Lucera-Troia|diocesi di Lucera]] a seguito del concordato del [[1818]] tra re [[Ferdinando I delle Due Sicilie]] e [[papa Pio VII]]<ref>{{la}} [http://books.google.it/books?id=as_XHufGgeYC&pg=PA56 Bolla ''De utiliori''], in ''Bullarii romani continuatio'', Tomo XV, Romae 1853, pp. 56–61</ref>.
Tra la fine del [[X secolo]] e l'inizio del successivo viene riportata, da alcuni autori, come facente parte della contea di Loritello<ref>{{Cita libro|autore=F. Bozza|titolo=L'antistoria nell'area del Medio Biferno: Ricostruzioni di cornici per le inquadrature di storia molisana|anno=2014|editore=HB}}</ref>.▼
▲Tra i suoi presuli va ricordato [[Alessandro Geraldini]], primo vescovo del Nuovo Mondo, sepolto nella cattedrale di [[Santo Domingo]] ove morì nel 1525.
L'abate [[Ferdinando Ughelli|Ughelli]] riporta una scrittura del vescovo di [[Chieti]] Raynulphus (fine [[XI secolo]]), in cui lo stesso prelato afferma essere notorio a clerici e laici che ''Goffrido de la Vulturara'' <nowiki>[</nowiki>[[Goffredo di Capitanata]]?], in data non precisata, gli ha donato il Castello di San Paolo sopra il [[Aterno-Pescara|Pescara]]<ref>{{Cita libro|titolo=Italia sacra sive de Episcopis Italiae, et insularum… |data=1720|editore=Coleti|città=Venezia|volume=6}}</ref>.
▲Tra la fine del X secolo e l'inizio del successivo viene riportata, da alcuni autori, come facente parte della contea di Loritello<ref>{{Cita libro|autore=F. Bozza|titolo=L'antistoria nell'area del Medio Biferno: Ricostruzioni di cornici per le inquadrature di storia molisana|anno=2014|editore=HB}}</ref>.
Nel ''[[Catalogus Baronum]]'' di [[conquista normanna dell'Italia meridionale|epoca normanna]], figura tra i feudi posseduti dal conte Filippo di [[Civitate]]; a seguito della conquista [[angioini|angioina]], metà del feudo, che era divenuto possesso del vescovo<ref name="Checchia">
Nelle ''Rationes decimarum Italiae, Apulia, Lucania, Calabria'' (Città del Vaticano, 1939) è citato, per le decime versate dal 1310 al 1328, un ''Monastero di S. Pietro in Parietibus'', di cui non si hanno in seguito altre notizie.<ref>{{Cita libro|autore=
Con ''Privilegium'' dato a Foggia il 16 novembre 1442, re [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso I]], in considerazione dei danni subiti a causa del conflitto con [[Renato d'Angiò]], concede all{{'}}''[[Universitas
Nel 1447 Volturara risulta tra i possedimenti del potente barone di origine spagnola [[Garcia Cavaniglia]], conte di [[Troia (Italia)|Troia]], che morirà nel 1452
Nel [[1478]] re [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando]] ne conferma il possesso, quale erede dei beni feudali di suo padre Paolo, a [[Giovannella De Molisio]], che porta in dote la città al marito [[Alberico Carafa]], [[contea di Ariano|duca di Ariano]] e conte di [[Marigliano]]; la conferma è reiterata nel [[1497]] dal re [[Federico I di Napoli|Federico]].<ref
Nello stesso anno il vescovo Guglielmo cede la sua metà del feudo, e si trasferisce a [[San Bartolomeo in Galdo]], che da allora diventerà la residenza vescovile.<ref name="Giustiniani">{{Cita libro|autore=
All'inizio del Cinquecento, Volturara è praticamente disabitata, e l'allora feudataria [[Beatrice Carafa]], moglie di [[Alberico II]], la ripopola adducendovi una colonia di [[minoranza francoprovenzale in Puglia|provenzali]], probabilmente originari delle valli [[valdesi]] del Piemonte<ref
Nel [[1528]], a seguito della ribellione del [[Carafa]], Volturara è dedotta in patrimonio (requisita dalla Regia Curia) e assegnata nel 1532 al principe di [[Molfetta]], [[Ferrante I Gonzaga|Ferrante Gonzaga]], comandante della cavalleria di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]].<ref name="Checchia"
Costui, tornato nelle terre natie poiché divenuto primo
Francesco, fratello minore di Giuseppe morto nello stesso giorno del padre, è il terzo e ultimo marchese della Volturara, poiché, oberato di debiti, dopo la vendita fittizia della città al cognato duca di [[Fragneto l'Abate|Fragnito]], ottiene di spostare il titolo sul feudo materno di [[Cervinara]]. Nel 1693, il [[Sacro regio consiglio|Sacro Regio Consiglio]] dichiara nulla la cessione ai Montalto di [[Fragneto Monforte|Fragnito]], e, disposto il sequestro, ordina di procedere alla vendita all'incanto della Città che viene acquistata da Pompeo Pignatelli, duca di [[Montecalvo Irpino|Montecalvo]]; i suoi successori ne manterranno il possesso fino all'[[Leggi eversive della feudalità|abolizione del feudalesimo]], non senza continue liti con l{{'}}''
Nel 1624 Michele Ajasso fonda, con un lascito, il primo [[Monte frumentario]] del Regno di Napoli.<ref>{{Cita libro|autore=
Dal [[Catasto onciario]]<ref>{{Cita web|url=http://patrimonio.archiviodistatonapoli.it/asna-web/catalogo/contesto-storico/progettare-futuro/esito.html|titolo=Catasto Onciario di Volturara + Libro delle Rivele
Con sentenza pronunciata il 18 luglio [[1809]] la [[Commissione feudale|Commissione Feudale]] assegnava al Comune di Volturara le "difese" del "Montauro" e di "San Gregorio", e il feudo agricolo "Li Puzzilli", mentre riconosceva agli ultimi baroni (Duchi di Montecalvo) il possesso del "Bosco di Sant'Antonio", seppur gravato da [[usi civici]], quale bene ex-feudale.<ref>{{Cita libro|titolo=Supplimento del Bullettino della Commissione Feudale|anno=1845|città=Napoli}}</ref>
Dopo la caduta di [[Gioacchino Murat]] e la conseguente restaurazione borbonica, Volturara diviene un attivo centro [[Carboneria|carbonaro]], i cui affiliati (perlomeno quelli di cui esisteva ancora documentazione) vennero minuziosamente riportati dalla studiosa Gemma Caso nella sua ricerca sulla Carboneria in [[Capitanata]].<ref>{{Cita libro|autore=Caso, Gemma|titolo=La carboneria di Capitanata (dal 1816 al 1820) ne la storia del Risorgimento italiano|editore=Tipografia Pierro & figlio, 1913}}</ref>▼
▲Dopo la caduta di [[Gioacchino Murat]] e la conseguente restaurazione borbonica, Volturara diviene un attivo centro [[Carboneria|carbonaro]], i cui affiliati (perlomeno quelli di cui esisteva ancora documentazione) vennero minuziosamente riportati dalla studiosa Gemma Caso nella sua ricerca sulla Carboneria in [[Capitanata]].<ref>{{Cita libro|autore=
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
* Ex chiesa [[
* Santuario della Madonna della Sanità, risalente al [[XVI secolo]]. La leggenda narra che fu fatto edificare dal marchese Bartolomeo Caracciolo in segno di riconoscenza per essere rimasto illeso dopo una brutta caduta da cavallo, o a seguito di un incidente con la sua carrozza<ref>Nella realtà la fondazione del Santuario è precedente all'infeudazione al Caracciolo. Cfr. E. Cavalli,
* Chiesa del Carmelo: piccolo tempio della seconda metà del '700, sede dell'omonima
===Architetture civili===
* Palazzo Ducale Caracciolo, del [[XVI secolo]], rimaneggiato e trasformato in residenza civile.
* {{cn|Palazzo Cairelli (già Pignatelli, e già sede della curia vescovile di Volturara e [[Diocesi di Montecorvino|Montecorvino]]).}}
* Taverna e mulino di Campolattaro: edificati in data imprecisata; per quanto riguarda il mulino ad acqua ormai diruto<ref name="Liebetanz">{{Cita libro|autore=
* Antico Ovile Scaraiazzo, impiegato al tempo della transumanza.
=== Aree naturali ===
* [[Tratturo Lucera-Castel di Sangro|Tratturo Castel di Sangro-Lucera]]: entra in Volturara dalla Crocella di Motta, attraversa la valle del torrente La Catola, sale da Campolattaro verso il Monte Sant'Angelo e, poco dopo la Crocella di Sant'Angelo, prende a costeggiare brevemente il confine con [[San Bartolomeo in Galdo]] per poi inoltrarsi nel territorio di [[San Marco la Catola]].
* [[Tratturello]] Volturara-Castelfranco: diramazione del precedente, si dirigeva a [[Castelfranco in Miscano]] passando per San Bartolomeo in Galdo e [[Roseto Valfortore]], terminando poi il suo percorso alle [[Tre Fontane (Greci)|Tre Fontane di Greci]] ove confluiva sul [[tratturello Camporeale-Foggia]].<ref>{{cita
* Sentiero boschivo in località Bufera (Vufara).
* Bosco Sant'Antonio in località Macchia Rossa, non distante dalla vecchia via per San Marco La Catola.
* Sorgente Fontana Uizzo.
* Torrente Gianpaolo: via d'acqua a carattere torrentizio con diverse cascate naturali lungo il percorso; nasce dalla sorgente di fontana Uizzo e si immette nel canale dei Graci (''canal i recn'') all'altezza della fontana del Presepe.
*Il paese è stato citato tra i luoghi simboli della "transumanza" in Italia, in occasione della proclamazione della stessa quale
== Società ==
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=== Tradizioni e folclore ===
* Festa di Maria Santissima della Sanità, durante la quale una statua lignea della Madonna con in braccio il Bambin Gesù, rivestita delle ricche donazioni votive accumulate negli anni, viene portata in processione per le vie cittadine.<ref name=even>{{Cita web|url=http://www.comune.volturaraappula.fg.it/index.php/elenco-aree-tematiche/turismo/manifestazione-ed-eventi|titolo=Manifestazioni ed eventi}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Domenica Pasculli Ferrara|titolo=Itinerari in Puglia: tra arte e spiritualità|anno=2000|editore=De Luca}}</ref>
* A gennaio si festeggia
* Fiera di [[Luca evangelista|San Luca]], il 18 ottobre.
== Amministrazione ==
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{{ComuniAmminPrec |Nome = Michele Antonio Patricelli |Inizio = 14 giugno 2004 |Fine = 8 giugno 2009 |Partito = Coalizione [[centro-sinistra]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Cesare Baldi |Inizio = 8 giugno 2009 |Fine = 26 maggio 2014 |Partito = [[Lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Leonardo Russo |Inizio = 26 maggio 2014 |Fine =
{{ComuniAmminPrec |Nome = Vincenzo Zibisco |Inizio =
{{ComuniAmminPrec |Nome = Vincenzo Zibisco |Inizio = 9 giugno 2024 | Fine = ''in carica'' |Partito = [[Lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|titolo=Dizionario di toponomastica|editore=UTET|città=Torino|annooriginale=1990|anno=1997|isbn=88-02-07228-0}}
* {{cita libro|autore= G. Cappelletti |titolo= Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni |volume= 19 |città= Venezia |anno= 1864 |cid=G. Cappelletti, 1864}}
* {{cita libro|autore= N. Checchia |capitolo = I feudatari e i vassalli di Volturara |titolo= Japigia |volume= 4 |città= Bari |anno= 1943 |cid= N. Checchia, 1943}}
== Voci correlate ==
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