Volturara Appula: differenze tra le versioni

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|Amministratore locale=Vincenzo Zibisco
|Partito=[[lista civica]] Volturara nel cuore
|Data elezione=[[elezioni comunali in Puglia del 2019#Volturara Appula|27-5-2019]]
|Data rielezione=[[elezioni comunali in Puglia del 2024#Volturara Appula|9-6-2024]]
|Data istituzione=
|Altitudine=489
|Superficie=
|Note superficie=
|Abitanti=378
|Note abitanti=[https://demo.istat.it/app/?l=it&a=2022&i=D7B Dato Istat] - Popolazione residente al 31 agosto 2022 (dato provvisorio).
|Aggiornamento abitanti=31-8-2022
|Sottodivisioni=
|Divisioni confinanti=[[Alberona]], [[Celenza Valfortore]], [[Motta Montecorvino]], [[San Bartolomeo in Galdo]] ([[provincia di Benevento|BN]]), [[San Marco la Catola]], [[Volturino]]
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}}
 
'''Volturara Appula''' (fino al [[1862]] chiamata ''Volturara'') è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:378Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Foggia]] in [[Puglia]].
 
== Geografia fisica ==
Volturara sorge su di una collina ''(Rimpa)'' dei [[monti della Daunia]], nel nord-ovest della [[Puglia]], a diretto confine con la [[Campania]] e non lontano dal confine con il [[Molise]]. Il suo territorio è caratterizzato da numerose sorgenti sulfuree e zone boschive<ref>{{Cita libro|autore=Cardillo, Luigi|titolo=Dizionario corografico-storico-statistico della Capitanata|annooriginaleanno=1885|città=Altamura}}</ref>.
 
== Origini del nome ==
Il nome del comune potrebbe derivare da ''vultur'' ("[[avvoltoio]]" in [[Lingua latina|latino]]) col suffisso ''-ara'' a indicare un nome collettivo. Il significato sarebbe dunque "città (o zona) di avvoltoi". La specificazione "appula" è un aggettivo indicante l'appartenenza all{{'}}''[[Apulia]]'' (antico nome della parte centro-settentrionale dell'attuale Puglia), e fu aggiunto ufficialmente con Decreto di [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]], dato a Torino il 26 ottobre 1862<ref>{{Cita libro|titolo=Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, Volume|volume= 5. |città=Torino}}</ref>.
 
== Storia ==
Volturara è stata [[Diocesi di Vulturara|sede vescovile]]<ref>Per la cronotassi (elenco) dei vescovi di Volturara (e Montecorvino) vedasi: {{cita|G. Cappelletti: "Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni", vol. 19, Venezia, 1864}}.</ref> per molti secoli, ed aveva perciò il titolo di ''città''<ref>{{Cita libro|autore=S. Mazzella|titolo=Descrittione del Regno di Napoli|annooriginaleanno=1586|città=Napoli}}</ref>; la data della sua fondazione è sconosciuta, ma viene già citata, con la denominazione di ''Vulturaria,'' tra le suffraganee (di rito greco) di Benevento, in un'epistola del 969 di [[papa Giovanni XIII]]<ref>{{Cita libro|titolo=LELe PIÙpiù ANTICHEantiche carte del Capitolo della CARTECattedrale
di Benevento (668-1200) |collana=REGESTARegesta
chartarum Italiae|anno=2001|editore=Istituto Storico Italiano
PERper ILil MEDIOMedio EVOEvo|città=Roma|volume=52}}</ref>.
 
Nel 1433 incorporò la [[diocesi di Montecorvino]] e il [[vescovo]] di quest'ultima, Antonio, divenne così vescovo di Volturara e Montecorvino<ref>{{Cita libro|autore=Cappelletti, G.|titolo=Le chieseCappelletti, d'Italia: dalla loro origine sino ai nostri giorni|anno=1864|città=Venezia|volume=vol. 19}}.</ref>; in seguito venne a sua volta aggregata alla [[diocesi di Lucera-Troia|diocesi di Lucera]] a seguito del concordato del [[1818]] tra re [[Ferdinando I delle Due Sicilie]] e [[papa Pio VII]]<ref>{{la}} [http://books.google.it/books?id=as_XHufGgeYC&pg=PA56 Bolla ''De utiliori''], in ''Bullarii romani continuatio'', Tomo XV, Romae, 1853, pp.&nbsp; 56–61.</ref>.
Volturara è stata [[Diocesi di Vulturara|sede vescovile]]<ref>Per la cronotassi (elenco) dei vescovi di Volturara (e Montecorvino) vedasi: G. Cappelletti: "Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni", vol. 19, Venezia, 1864.</ref> per molti secoli, ed aveva perciò il titolo di ''città''<ref>{{Cita libro|autore=S. Mazzella|titolo=Descrittione del Regno di Napoli|annooriginale=1586|città=Napoli}}</ref>; la data della sua fondazione è sconosciuta, ma viene già citata, con la denominazione di ''Vulturaria,'' tra le suffraganee (di rito greco) di Benevento, in un'epistola del 969 di [[papa Giovanni XIII]]<ref>{{Cita libro|titolo=LE PIÙ ANTICHE CARTE
DEL CAPITOLO DELLA CATTEDRALE
DI BENEVENTO
(668-1200)|collana=REGESTA
CHARTARUM ITALIAE|annooriginale=2001|editore=ISTITUTO STORICO ITALIANO
PER IL MEDIO EVO|città=Roma|volume=52}}</ref>.
 
Nel 1433 incorporò la [[diocesi di Montecorvino]] e il [[vescovo]] di quest'ultima, Antonio, divenne così vescovo di Volturara e Montecorvino<ref>{{Cita libro|autore=Cappelletti, G.|titolo=Le chiese d'Italia: dalla loro origine sino ai nostri giorni|anno=1864|città=Venezia|volume=vol. 19}}</ref>; in seguito venne a sua volta aggregata alla [[diocesi di Lucera-Troia|diocesi di Lucera]] a seguito del concordato del [[1818]] tra re [[Ferdinando I delle Due Sicilie]] e [[papa Pio VII]]<ref>{{la}} [http://books.google.it/books?id=as_XHufGgeYC&pg=PA56 Bolla ''De utiliori''], in ''Bullarii romani continuatio'', Tomo XV, Romae 1853, pp.&nbsp;56–61</ref>.
 
Tra i suoi presuli va ricordato [[Alessandro Geraldini]], primo vescovo del Nuovo Mondo, sepolto nella [[Cattedrale di Nostra Signora dell'Incarnazione (Santo Domingo)|cattedrale di Santo Domingo]], ove morì nel 1525.
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Tra la fine del [[X secolo]] e l'inizio del successivo viene riportata, da alcuni autori, come facente parte della contea di Loritello<ref>{{Cita libro|autore=F. Bozza|titolo=L'antistoria nell'area del Medio Biferno: Ricostruzioni di cornici per le inquadrature di storia molisana|anno=2014|editore=HB}}</ref>.
 
L'abate [[Ferdinando Ughelli|Ughelli]] riporta una scrittura del vescovo di [[Chieti]] Raynulphus (fine [[XI secolo]]), in cui lo stesso prelato afferma essere notorio a clerici e laici che ''"Goffrido de la Vulturara"'' <nowiki>[</nowiki>[[Goffredo di Capitanata]]?], in data non precisata, gli ha donato il Castello di San Paolo sopra il [[Aterno-Pescara|Pescara]]<ref>{{Cita libro|titolo=Italia sacra sive de Episcopis Italiae, et insularum ... - Volumeinsularum… 6|data=1720|editore=Coleti|città=Venezia|volume=6}}</ref>.
 
Nel ''[[Catalogus Baronum]]'' di [[conquista normanna dell'Italia meridionale|epoca normanna]], figura tra i feudi posseduti dal conte Filippo di [[Civitate]]; a seguito della conquista [[angioini|angioina]], metà del feudo, che era divenuto possesso del vescovo<ref name="Checchia">Checchia, {{Cita|N.: ''I feudatari e i vassalli di Volturara'', in ''Japigia'', vol. 4, BariChecchia, 1943}}.</ref>, viene concessa al milite Ugone de Sully (de Suliaco).
 
Nelle ''Rationes decimarum Italiae, Apulia, Lucania, Calabria'' (Città del Vaticano, 1939) è citato, per le decime versate dal 1310 al 1328, un ''Monastero di S. Pietro in Parietibus'', di cui non si hanno in seguito altre notizie.<ref>{{Cita libro|autore=Bianco, R. Bianco|titolo=Capitanata medievale|dataanno=1998|editore=Banca del Monte di Foggia|p=105}}</ref>
 
Con ''Privilegium'' dato a Foggia il 16 novembre 1442, re [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso I]], in considerazione dei danni subiti a causa del conflitto con [[Renato d'Angiò]], concede all{{'}}''[[Universitas]]'' un'esenzione decennale dal pagamento delle collette.<ref>{{Cita web|url=http://www.accademiapontaniana.it/wp-content/uploads/2018/03/REGISTRO-9.3.2018.pdf|titolo=I REGISTRIRegistri PRIVILEGIORUMPrivilegiorum di Alfonso il Magnanimo della serie Neapolis dell'Archivio della Corona d'Aragona|p=63}}</ref>
DI ALFONSO IL MAGNANIMO
DELLA SERIE NEAPOLIS DELL’ARCHIVIO
DELLA CORONA D’ARAGONA|p=63}}</ref>
 
Nel 1447 Volturara risulta tra i possedimenti del potente barone di origine spagnola [[Garcia Cavaniglia]], conte di [[Troia (Italia)|Troia]], che morirà nel 1452, e conta 183 fuochi (800-900 abitanti circa)<ref>''Liber Focorum Regni Neapoli'', ms., Biblioteca Berio Genova.</ref>.
 
Nel [[1478]] re [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando]] ne conferma il possesso, quale erede dei beni feudali di suo padre Paolo, a [[Giovannella De Molisio]], che porta in dote la città al marito [[Alberico Carafa]], [[contea di Ariano|duca di Ariano]] e conte di [[Marigliano]]; la conferma è reiterata nel [[1497]] dal re [[Federico I di Napoli|Federico]].<ref>{{Cita pubblicazione|autorename="Checchia, N.|data=|titolo=Op. cit.}}<"/ref>.
 
Nello stesso anno il vescovo Guglielmo cede la sua metà del feudo, e si trasferisce a [[San Bartolomeo in Galdo]], che da allora diventerà la residenza vescovile.<ref name="Giustiniani">{{Cita libro|autore=Giustiniani, L. Giustiniani|titolo=Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli|anno=1805|editore=|p=96|volume=X}}</ref>
 
All'inizio del Cinquecento, Volturara è praticamente disabitata, e l'allora feudataria [[Beatrice Carafa]], moglie di [[Alberico II]], la ripopola adducendovi una colonia di [[minoranza francoprovenzale in Puglia|provenzali]], probabilmente originari delle valli [[valdesi]] del Piemonte<ref>ibidem< name="Giustiniani"/ref>, ai quali concede uno "[[Statuto (Medioevo)|Statuto]]", riscoperto nel Novecento<ref>{{Cita libro|autore=Ceci, G. Ceci|titolo=Lo statuto dei Provenzali di Volturara|editore=Vecchia |città=Trani, Vecchi,|anno= 1917}}</ref>, e divenuto assai noto fra gli studiosi per la sua antesignana liberalità. Le gerarchie cattoliche, soprattutto a seguito dell'apertura del [[Concilio di Trento]], decidono di perseguire le numerose colonie valdesi che si erano stabilite in Calabria e Puglia già dall'epoca angioina. Gli abitanti di Volturara sono perciò sottoposti, nel biennio 1563-64, ad un procedimento inquisitorio, condotto dal Padre Cristoforo Rodriguez, della [[Compagnia di Gesù]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=M Scaduto, S.I.|autore2=|autore3=|titolo=Cristoforo Rodriguez tra i Valdesi della Capitanata e dell'Irpinia. 1563-64.|rivista=Archivio historicum Societatis Iesu.|città=Roma|volume=Anno XXXV, fasc. 69|numero=gen-giu 1966}}</ref>.
 
Nel [[1528]], a seguito della ribellione del [[Carafa]], Volturara è dedotta in patrimonio (requisita dalla Regia Curia) e assegnata nel 1532 al principe di [[Molfetta]], [[Ferrante I Gonzaga|Ferrante Gonzaga]], comandante della cavalleria di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]].<ref name="Checchia">Checchia, op. cit.</ref>
 
Costui, tornato nelle terre natie poiché divenuto primo Duca sovrano di [[Guastalla]], rivende il feudo a Francescantonio Villano. Il 27 febbraio del 1548 il viceré [[Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga|Pietro de Toledo]] concede il regio assenso alla vendita di Volturara da parte del Villano a Vincenzo Carafa. Il 15 marzo [[1569]], la città è nuovamente ceduta, per la somma di 29.200 ducati, a Bartolomeo Caracciolo dei signori di Casalbore, il quale ne ottiene l'intestazione quale ''Utile Signore''; nel [[1589]] [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] lo eleverà al rango di ''[[marchese]]'', titolo trasmesso quasi subito al figlio Giovambattista come dote nuziale.<ref name="Checchia"/>
 
Francesco, fratello minore di Giuseppe morto nello stesso giorno del padre, è il terzo e ultimo marchese della Volturara, poiché, oberato di debiti, dopo la vendita fittizia della città al cognato duca di [[Fragneto l'Abate|Fragnito]], ottiene di spostare il titolo sul feudo materno di [[Cervinara]]. Nel 1693, il [[Sacro regio consiglio|Sacro Regio Consiglio]] dichiara nulla la cessione ai Montalto di [[Fragneto Monforte|Fragnito]], e, disposto il sequestro, ordina di procedere alla vendita all'incanto della Città che viene acquistata da Pompeo Pignatelli, duca di [[Montecalvo Irpino|Montecalvo]]; i suoi successori ne manterranno il possesso fino all'[[Leggi eversive della feudalità|abolizione del feudalesimo]], non senza continue liti con l{{'}}''Università''.<ref name="Checchia"/>
 
Nel 1624 Michele Ajasso fonda, con un lascito, il primo [[Monte frumentario]] del Regno di Napoli.<ref>{{Cita libro|autore=Fortunato, G. Fortunato|titolo=Il Mezzogiorno e lo Stato italiano|dataanno=1973|editore=Vallecchi|p=28|volume=1}}</ref>
 
Dal [[Catasto onciario]]<ref>{{Cita web|url=http://patrimonio.archiviodistatonapoli.it/asna-web/catalogo/contesto-storico/progettare-futuro/esito.html|titolo=Catasto Onciario di Volturara + Libro delle Rivele,| |volume= voll. 7085-7089}}</ref>, pubblicato nel [[1743]] a cura del notaio Paolo Tomaselle, risulta esistesse anche un "Monte per le vedove e gli orfani" sostenuto dal [[capitolo (canonici)|Capitolo]] della cattedrale e da private elargizioni; nello stesso Catasto è citata una ''chiesa di San Biase'', di cui non esiste più alcuna traccia.
 
Con sentenza pronunciata il 18 luglio [[1809]] la [[Commissione feudale|Commissione Feudale]] assegnava al Comune di Volturara le '"difese'" del '"Montauro'" e di '"San Gregorio'", e il feudo agricolo '"Li Puzzilli'", mentre riconosceva agli ultimi baroni (Duchi di Montecalvo) il possesso del '"Bosco di Sant'Antonio'", seppur gravato da [[usi civici]], quale bene ex-feudale.<ref>{{Cita libro|titolo=Supplimento del Bullettino della Commissione Feudale|anno=1845|città=Napoli}}</ref>
 
Dopo la caduta di [[Gioacchino Murat]] e la conseguente restaurazione borbonica, Volturara diviene un attivo centro [[Carboneria|carbonaro]], i cui affiliati (perlomeno quelli di cui esisteva ancora documentazione) vennero minuziosamente riportati dalla studiosa Gemma Caso nella sua ricerca sulla Carboneria in [[Capitanata]].<ref>{{Cita libro|autore=Caso, Gemma Caso|titolo=La carboneria di Capitanata (dal 1816 al 1820) ne la storia del Risorgimento italiano|editore=Tipografia Pierro & figlio, |anno=1913}}</ref>
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
* Ex Chiesachiesa [[Cattedralecattedrale]] del [[XIII secolo]], dedicata alla [[Madonna Assunta|Vergine Assunta]], con possente campanile a torre. Di stile [[romanico pugliese]], conserva al suo interno un altare policromo del [[XVII secolo]] e alcune tele seicentesche raffiguranti i santi Pietro e Paolo. Essa è il frutto dell'ampliamento di una primitiva chiesa cattedrale dedicata a san Michele Arcangelo.<ref>{{Cita web|url=http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=true&sintetica=true&sercd=18652#|titolo=Cattedrale di Santa Maria Assunta <Volturara Appula>|accesso=15 agosto 2022}}</ref>
* Santuario della Madonna della Sanità, risalente al [[XVI secolo]]. La leggenda narra che fu fatto edificare dal marchese Bartolomeo Caracciolo in segno di riconoscenza per essere rimasto illeso dopo una brutta caduta da cavallo, o a seguito di un incidente con la sua carrozza<ref>Nella realtà la fondazione del Santuario è precedente all'infeudazione al Caracciolo. Cfr. E. Cavalli, E.:''Monografia sul santuario di Maria ss. della Sanità., nei pressi di Volturara Appula'', Lucera, 1887.</ref>. Il Santuario ha ospitato la prima "Casa" dell'ordine delle [[Suore apostole del Sacro Cuore]], fondato nel 1936 dalla [[Beato|Beata]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Salvatore Esposito|data=20/5/ maggio 2018|anno=LXXII|titolo=La Donna del Cuore della Croce della Carità|rivista=Nuova Stagione|editore=Diocesi di Napoli|numero=18}}</ref> Suor Maria Crocifissa del Divino Amore (al secolo [[Maria Gargani]]1892-1973), discepola di [[San Pio da Pietrelcina]].
* Chiesa del Carmelo: piccolo tempio della seconda metà del '700, sede dell'omonima Confraternita; fu edificata su iniziativa della famiglia Campolattaro, e in origine ospitava due tele, ''[[Santa Lucia]]'' e ''San [[Pasquale Baylón]]''<ref>{{Citacita pubblicazionenews|autore=N. Tomaiuoli|titolo=Aspetti e problemi dell’architetturadell'architettura del '700 nella provincia di Foggia|rivista=La Capitanata|volumeanno=1994}}</ref> del molisano Michele Scarojna, un pittore di discreta notorietà attivo anche nella [[Reggia di Caserta]].
 
===Architetture civili===
* Palazzo Ducale Caracciolo, del [[XVI secolo]], rimaneggiato e trasformato in residenza civile.
* {{cn|Palazzo Cairelli (già Pignatelli, e già sede della curia vescovile di Volturara e [[Diocesi di Montecorvino|Montecorvino]]).}}
* Taverna e mulino di Campolattaro: edificati in data imprecisata; per quanto riguarda il mulino ad acqua ormai diruto<ref name="Liebetanz">{{Cita libro|autore=Liebetanz, G. Liebetanz|titolo= Camminandosi, tratturo tratturo...tratturo…|edizione=|dataanno=1999|editore=Istituto regionale per gli studi storici del Molise "V. Cuoco"}}</ref>, potrebbe essere addirittura antecedente all'incastellamento dell'abitato; la cosiddetta "Taverna", più propriamente uno ''[[Xenodochio|xenodochium]]'' (stazione di posta, luogo di sosta per pellegrini e viaggiatori, con stalla per il ricovero degli animali) potrebbe essere sorta nel '400 a seguito dell'istituzione della [[Regia dogana della Mena delle pecore di Foggia|Dohana Mene Pecudum]], ed in particolare del tratturo regio Campobasso-Lucera, di cui sarà stata sicuramente una sub-mansione. L'epigrafe posta sull'ingresso, recante la data 1712 in caratteri latini<ref>Ibidem< name="Liebetanz"/ref>, non ha verosimilmente alcuna attinenza con la storia della Taverna.
* Antico Ovile Scaraiazzo, impiegato al tempo della transumanza.
 
=== Aree naturali ===
* [[Tratturo Lucera-Castel di Sangro|Tratturo Castel di Sangro-Lucera]]: entra in Volturara dalla Crocella di Motta, attraversa la valle del torrente La Catola, sale da Campolattaro verso il Monte Sant'Angelo e, poco dopo la Crocella di Sant'Angelo, prende a costeggiare brevemente il confine con [[San Bartolomeo in Galdo]] per poi inoltrarsi nel territorio di [[San Marco la Catola]].
* [[Tratturello]] Volturara-Castelfranco: diramazione del precedente, si dirigeva a [[Castelfranco in Miscano]] passando per San Bartolomeo in Galdo e [[Roseto Valfortore]], terminando poi il suo percorso alle [[Tre Fontane (Greci)|Tre Fontane di Greci]] ove confluiva sul [[tratturello Camporeale-Foggia]].<ref>{{cita testolibro|autore=Natalino Paone|titolo=La transumanza, immagini di una civiltà|capitolo=Carta dei tratturi, tratturelli, bracci e riposi|editore=Cosmo Iannone|data=giugno 1987|isbn=88-516-0013-9}}</ref>
* Sentiero boschivo in località Bufera (Vufara).
* Bosco Sant'Antonio in località Macchia Rossa, non distante dalla vecchia via per San Marco La Catola.
* Sorgente Fontana Uizzo.
* Torrente Gianpaolo: via d'acqua a carattere torrentizio con diverse cascate naturali lungo il percorso; nasce dalla sorgente di fontana Uizzo e si immette nel canale dei Graci (''canal i recn'') all'altezza della fontana del Presepe.
*Il paese è stato citato tra i luoghi simboli della "transumanza" in Italia, in occasione della proclamazione della stessa quale 'Patrimonio culturale immateriale dell'Umanita'umanità, da parte dell'[[UNESCO]], l'11 dicembre 2019.<ref>{{Cita web|url=https://ich.unesco.org/en/lists|titolo=UNESCO - Transhumance, the seasonal droving of livestock along migratory routes in the Mediterranean and in the Alps|sito=ich.unesco.org|lingua=en|accesso=24 gennaio 2020-01-24}}</ref>.
 
== Società ==
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{{ComuniAmminPrec |Nome = Cesare Baldi |Inizio = 8 giugno 2009 |Fine = 26 maggio 2014 |Partito = [[Lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Leonardo Russo |Inizio = 26 maggio 2014 |Fine = 27 maggio 2019 |Partito = [[Lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Vincenzo Zibisco |Inizio = 27 maggio 2019 | Fine = ''in9 carica''giugno 2024 |Partito = [[Lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Vincenzo Zibisco |Inizio = 9 giugno 2024 | Fine = ''in carica'' |Partito = [[Lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|titolo=Dizionario di toponomastica|editore=UTET|città=Torino|annooriginale=1990|anno=1997|isbn=88-02-07228-0}}
* {{cita libro|autore= G. Cappelletti |titolo= Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni |volume= 19 |città= Venezia |anno= 1864 |cid=G. Cappelletti, 1864}}
* {{cita libro|autore= N. Checchia |capitolo = I feudatari e i vassalli di Volturara |titolo= Japigia |volume= 4 |città= Bari |anno= 1943 |cid= N. Checchia, 1943}}
 
== Voci correlate ==