Annullo postale: differenze tra le versioni
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L{{'}}'''annullo postale''' è una traccia indelebile apposta su un [[francobollo]] o [[cartolina postale|cartolina postale preaffrancata]] per impedirne il riutilizzo, ed eventualmente per datare l'operazione di accettazione della missiva o pacco. Generalmente l'annullo postale viene effettuato con un timbro inchiostrato che lascia un'impronta indelebile e penetrante nello spessore della carta.
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Tracce di segni contenenti informazioni relative alle spedizioni erano già in uso presso i [[Sumeri]] che tramite strisce di [[argilla]] incisa sigillavano i recipienti adibiti al trasporto. Queste incisioni informavano sul peso e sul contenuto della merce per facilitare eventuali controlli. Per arrivare ad un precursore dei moderni timbri postali occorre però attendere fino al [[XV secolo|1400]] d.C. quando comparvero i bolli a secco che venivano apposti sulle lettere viaggianti nella [[Repubblica di Venezia]]. Tali bolli riproducevano quasi sempre il [[leone di San Marco]] ed attestavano il passaggio della posta all'interno del territorio della "serenissima"<ref>[[#EnciclopedFil|Enciclopedia dei Francobolli]], p. 766, Vol. I, Timbri e annulli</ref>.
Il primo vero timbro postale fu introdotto in [[Gran Bretagna]] nel [[1661]]<ref>{{cita libro|cognome= |nome= | curatore=Alberto Casella|titolo=Guida Bolaffi alla collezione di Francobolli|annooriginale=1994 |tipo=volume|edizione=II |anno=1996 |editore=Giulio Bolaffi Editore|città= Torino |isbn=88-85846-44-0|
Dal 1695 al 1796 l'Armata francese stanziata in Italia per quasi un secolo fece largo uso di timbrature che, se pure di fogge differenti, furono quasi sempre caratterizzate dalla dicitura "Armée DItalie". Questi timbri, se pure stilisticamente più apprezzabili, erano però del tutto simili ai timbri di Bishop. Unica innovazione consisteva nella lenta introduzione dei caratteri mobili per comporre la data che venivano incastrati sul corpo timbrante dopo essere stati inseriti.
Risale al 10 giugno del 1712 il più antico timbro postale del continente americano: è posto su una lettera da [[Filadelfia]] a [[Liverpool]] transitata per [[New York]] dove venne contrassegnata con il timbro della città. Giunta a [[Londra]] fu ancora marcata con un timbro Bishop
Con l'introduzione dei [[francobollo|francobolli]] nel 1840 i timbri vennero usati come "annulli" degli stessi ad impedire che potessero essere nuovamente adoperati (da qui l'abitudine di chiamare "annulli" i timbri apposti sui francobolli). I primi annulli furono ovviamente usati sul "[[Penny Black]]" in quanto primo francobollo emesso al mondo ed avevano una forma a "[[croce di Malta]]". Il primo inchiostro usato a questo scopo fu di colore rosso ma nel 1843<ref>[[#EnciclopedFil|Enciclopedia dei Francobolli]], p. 4, Vol. I, Il favoloso numero uno</ref> venne usato anche il magenta, il blu, il verde ed il giallo oltre all'ormai consolidato nero. Presto si dovette risolvere il problema di impedire qualsiasi possibilità di riuso del francobollo e nacquero, sempre in Inghilterra, i timbri detti “killer” in quanto “uccidevano” la carta valore. Tali timbri erano fatti in modo da apporre un disegno di punti o di linee ed un numero centrale in modo tale che imprimendo l'inchiostro si scalfiva la carta bucandola. L'uso dei “killer” era accoppiato all'uso di un timbro contenente la data che venne chiamato “timbro parlante”.
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Nel 1825 il Regno di Sardegna introduce un timbro per contrassegnare la posta in franchigia<ref name="ReferenceNovellarioC">[[#Novellario|Il Novellario]], p. 44, I contrassegni di franchigia</ref>. Tale timbro di forma ovale con l'intestazione ''R.POSTE'' e indicazione dell'ufficio di utilizzo rimarrà poi in uso anche nel primo periodo del Regno d'Italia.
Nel 1848 il Regno di Sardegna con editto del 18 settembre adotta i bolli tondi a differenza dei precedenti rettangolari. I nuovi bolli entrarono in vigore il 1º luglio del 1849
Nel 1851 le poste del Regno di Sardegna vennero dotate di un timbro a losanghe detto anche "timbro muto"<ref>[[#cronacafilatelica|Cronaca Filatelica]], nº 331, settembre 2006 pag. 96, La lunga vita del "muto a losanghe"</ref> in quanto non possedeva alcuna scritta. Era di formato rettangolare e composto da 40 rombi posti su otto file diagonali e di misura 22X17,5 mm. L'ultimo uso noto di questo particolare annullo e rappresentato da una cartolina spedita il 14 gennaio del 1912 attraverso la posta viaggiante lungo le linee di navigazione marittima per un percorso che andava da [[Homs (Libia)]] a [[Messina]].
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=== Regno d'Italia ===
[[File:Annullo numerale.JPG|thumb|Busta con [[annullo numerale a punti]] e timbro a doppio cerchio con rosetta]]
Durante gli eventi [[Risorgimento|risorgimentali]] che portarono l'unificazione della Nazione i territori conquistati dal Regno di Sardegna erano soggetti all'introduzione del sistema postale in uso nello stesso. Talvolta successe che tale pratica necessitasse dell'apertura sommaria di uffici postali che rimanevano privi di annulli e timbri costringendo i gestori a ricorrere ad una bollatura di emergenza effettuata manualmente o con mezzi di fortuna
Con la Legge di riforma postale del 1º gennaio 1863 i sistemi di bollatura del Regno di Sardegna venivano estesi al [[Regno d'Italia]]<ref>[[#DeLaRue|De La Rue a scuola di carte valori]], pag. 112, Bollature e inchiostri postali - [...]rimane estesa a tutta Italia, la tipologia di bollature a suo tempo studiata per gli uffici del Regno di Sardegna [...]</ref>. Tali sistemi erano composti da una serie di timbri come segue:
* bolli a cerchio con indicazione dell'ora riservati agli uffici più importanti
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* timbri lineari di servizio: affrancatura insufficiente, via di mare, ecc.
Nel 1863 con normativa raccolta nel Bullettino postale 1863 n° 11
Nel 1864 venne introdotto il "bollo del luogo d'origine"<ref name="ReferenceB">[[#DeLaRue|De La Rue a scuola di carte valori]], pag. 113, Bollature e inchiostri postali</ref> riservato ai servizi di collettoria ovvero agli incaricati di ritirare la posta nei comuni sprovvisti di ufficio postale. Si trattava di un bollo lineare che venne dato in uso ai collettori dopo un primo periodo nel quale era riservato agli uffici postali.
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== Bibliografia ==
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* {{cita libro|Giulio |Bolaffi|Il Collezionista (Rivista mensile)| Editore Torino}}
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== Voci correlate ==
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