*22 settembre: il ministro delle poste, [[Giovanni Spagnolli]], dichiara a nome del governo che nel piano quinquennale di sviluppo sono previsti 40 miliardi per il sistema radio-televisivo e che lo stesso non comprende l'avvio delle trasmissioni a colori. Se la questione è rinviata a dopo il 1971, ha aggiunto, non è escluso che il comitato per la programmazione economica possa individuare anche prima il sistema da adottare, in modo da consentire all'industria di studiare i propri piani di sviluppo degli apparecchi.
*24 settembre: le aziende ospedaliere minacciano agitazioni per la situazione debitoria delle mutue rispetto alle prestazioni erogate, che rendono difficoltoso onorare i compensi dovuti al personale sanitario.<ref>Il messaggero, 25 settembre 1967</ref>
*30 settembre: un ordigno esplosivo viene collocato sul treno che collega Monaco di Baviera a Roma. Il pronto intervento di due agenti di polizia alla stazione di Trento consente di far esplodere la bomba su un binario isolato, ma i due agenti restano uccisi. Il comitato per la liberazione del sud Tirolo annuncia una offensiva anti italiana in reazione all'arresto degli autori di alcuni attentati in Alto Adige.<ref>Il Messaggero, 1 ottobre 1967</ref>
==== Ottobre ====
*5 ottobre: alla cameraCamera viene approvata una mozione che autorizza il governo ad avviare una trattativa bilaterale con la Santa Sede per la revisione di alcuni punti del concordato tra statoStato e chiesaChiesa del 1929. La mozione, su cui è stata posta la fiducia, è votata dai soli partiti della maggioranza. Moro dichiara che la revisione tutelerà le ragioni del diverso ordinamento dello stato ma anche quelle della pace religiosa.
*6-10 ottobre: la procura della repubblica di Sassari spicca quattro mandati di cattura contro il capo della squadra mobile, un brigadiere e un agente in forza alla questura della città. Altri sei agenti sono indagati. A tutti sono contestati i reati di falso e lesioni in varie operazioni di repressione del banditismo sardo. Il ministro degli interniInterni Taviani reagisce con la richiesta di una commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno del banditismo sardo con scadenza slegata al termine della legislatura, al pari della commissione antimafia. Nelle stesse ore in cui la magistratura precisa che i reati contestati sono lesioni, violenza privata, falso ideologico e calunnia il consiglioConsiglio dei ministri esprime parere favorevole alla proposta di una commissione.<ref>Il messaggero, 7-11 ottobre 1967</ref>
* 17 ottobre: la Camera approva il disegno di legge norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto ordinario. Sarà approvata dal Senato il 14 febbraio 1968. ▼
*12 ottobre: i ministri del tesoro e del bilancio, Pieraccini e Colombo, presentano al senato le relazioni sulla situazione economica del 1967 e lo stato di previsione per il 1968. Continua la crescita del reddito nazionale ma rimane irrisolto il problema della finanza locale e previdenziale.<ref>Il messaggero, 13 ottobre 1967</ref>
*14 ottobre: alla commissione giustizia della cameraCamera, dove è previsto l'inizio dell'esame dei singoli articoli, una mozione della DC per un nuovo esame di costituzionalità del progetto di legge sul divorzio è respinta a larga maggioranza da PCI, socialisti unificati, PSIUP, PRI e PLI. Con la DC vota a favore soltanto il MSI.
*15 ottobre: all'inaugurazione dell'ospedale San Carlo di Milano il presidentePresidente del consiglioConsiglio [[Aldo Moro]] annuncia che lo statoStato, seppure con uno sforzo non indifferente, si farà carico dei debiti che le mutue hanno accumulato verso i 1300 ospedali italiani per rette e interventi. Moro non espone cifre perché la somma dovrà essere quantificata al 31 dicembre e si limita a chiarire che l'esborso sarà spalmato sui bilanci di previsione dei prossimi anni. Il sindacato degli operatori ospedalieri ritiene che il tesoro dovrà sobbarcarsi una spesa non inferiore ai 500 miliardi.<ref>Il messaggero, 16 ottobre 1967</ref>
▲* 17 ottobre: la Camera approva il disegno di legge "norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto ordinario ". Sarà approvata dal Senato il 14 febbraio 1968.
==== Novembre ====
*1 novembre: al termine di una seduta fiume durata 15 giorni viene approvata alla Camera con 445 voti a favore e 98 contrari la legge per l'istituzione delle regioni a statuto ordinario, che prevede le prime elezioni nel 1969. La seduta è stata caratterizzata dallo scontro tra la maggioranza regionalista (i partiti di governo, il PCI e il PSIUP) e quella antiregionalista (PLI, monarchici e MSI) con degenerazioni in rissa tra i gruppi, l'insidia continua dei franchi tiratori, l'annuncio di un attentato al palazzo di Montecitorio e il lancio di volantini contrari alla legge dalle tribune del pubblico da parte di militanti di destra fatti appositamente entrare.<ref>Il messaggero, 30 ottobre 1967</ref>
*6-8 novembre: parlando all'assemblea annuale dei Cavalieri del lavoro il presidentePresidente del senatoSenato, [[Cesare Merzagora]], pronuncia un discorso polemico sull'organizzazione democratica dello stato, di cui affronta i nodi irrisolti e le resistenze al cambiamento. I suoi toni critici sono giudicati sconvenienti, soprattutto perché espressi dalla seconda carica dello stato. La reazione contraria di tutti i partiti è praticamente unanime. Nella prima seduta utile del Senato Merzagora presenta le dimissioni che, dopo un primo voto contrario, vengono accolte. Il senatore democristiano [[Ennio Zelioli-Lanzini]] è eletto presidente con 145 voti su 268 votanti.
*7 novembre: Trento: Il movimento studentesco rende pubblico il documento noto con il titolo «La nuova fase politica del movimento studentesco trentino». Il documento, tracciato un bilancio-cronistoria delle lotte della Facoltà di Sociologia, indica la necessità di aprire una nuova fase nella lotta degli studenti. Si tratta dell’ultimo atto pubblico dell'Organismo rappresentativo della Facoltà che, pur riorganizzatosi a novembre e riconosciuta la funzione dell’assemblea studentesca, decadrà nel dicembre per dar vita a nuove forme di organizzazione politica del movimento.
*10 novembre: a [[Cosenza]] oltre 15.000 studenti manifestano per l’istituzione dell’Università in Calabria. Nella regione, contadini e studenti, lottano per il lavoro. I disoccupati di [[Isola di Capo Rizzuto]] chiedono l’occupazione delle terre dei grandi proprietari assenteisti. Si manifesta contro gli arresti operati dalle forze di polizia: 10 a [[Cutro]] e 14 braccianti a Isola di Capo Rizzuto.
*11 novembre: inizia il processo intentato dal generale [[Giovanni De Lorenzo]] contro il settimanale «L’Espresso» per i fatti del SIFAR del 1964. Il processo si concluderà il 1º marzo del 1968 con la condanna per diffamazione a diciassette mesi per Eugenio Scalfari e a sedici mesi per Lino Jannuzzi. La vicenda si chiuderà definitivamente solo nel 1972 con la remissione della querela da parte di De Lorenzo e quando sia Scalfari che Jannuzzi erano stati eletti alla Camera nelle liste del PSI.
*12-13 novembre: [[Elezioni amministrative in Italia del 1967|elezioni amministrative]] in 223 comuni e al consiglio provinciale di Forlì: i partiti mantengono le loro posizioni ma si registra un clamoroso crollo dei monarchici a Lecce, che scendono dal 23 al 4% a favore del PLI e del MSI, che si dividono i loro voti. Sempre a Lecce il primo eletto del Partito comunista d'Italia marxista -leninista.<ref>Il messaggero, 14 novembre 1967</ref>
[[File:1962 - manifestazione per il divorzio.JPG|thumb|200px|Manifestazione a favore del divorzio]]
*17 novembre: la commissione giustizia della cameraCamera approva l'articolo 1 della legge Fortuna-Baslini per l'introduzione del divorzio. L'accettazione dei principi su cui si baseranno le cause di scioglimento, contro cui hanno votato contro solo DC e MSI, provoca una decisa reazione del Vaticano. Una nota de ''[[L'Osservatore Romano]]'' ripone fiducia nella contrarietà democristiana e nei numerosi precedenti, tutti respinti<ref>Il messaggero, 18 novembre 1967</ref>.
*17-18 novembre: Milano: gli studenti, in segno di protesta contro l’aumento del 50 per cento delle tasse universitarie, occupano l’Università Cattolica. L’occupazione iniziata alle ore 20 del 17 termina all’alba del 18 novembre con l’intervento della polizia guidata dal commissario [[Luigi Calabresi]].<br />Milano,: lo stesso giorno in cui è occupata la Cattolica, si svolge l’Assemblea ad Architettura, gli studenti del primo e del secondo anno prendono atto che i docenti non hanno dato corso a nessuna delle 11 delibere concordate il 20 marzo 1967 a conclusione delle agitazioni iniziate il 26 gennaio 1967. L’assemblea, nella mozione approvata, denuncia il mancato rispetto degli impegni e chiede la sospensione dei corsi iniziati e l’avvio di un seminario in cui gli studenti assumono il «controllo» dell’attività didattica.
*23-26 novembre: congresso della DC a Milano. La lista composta da dorotei, morotei, fanfaniani e andreottiani, guidata da Rumor, ottiene il 64,2% dei voti e 78 seggi. I dorotei però sono ridimensionati nella distribuzione dei seggi e ne ottengono 34, i fanfaniani 21, i morotei 14, gli andreottiani 9. La corrente dei "pontieri" (che si propone cioè come ponte tra la maggioranza e la sinistra), guidata dal Ministro Taviani e dai sottosegretari [[Francesco Cossiga]] e [[Adolfo Sarti]], consegue il 12% dei voti e 14 seggi, la sinistra il 23,8% e 28 seggi. Nel suo intervento [[Aldo Moro]], alla luce delle polemiche sul cammino della legge per il divorzio, dedica ampio spazio all'aconfessionalità della DC, partito di cattolici ma non cattolico.
*25 novembre: Sisi apre un convegno sul tema "La fine dell’unità politica dei cattolici, la socialdemocrazia al potere e le prospettive della sinistra italiana", organizzato da un gruppo di cattolici (poi definiti «cattolici del dissenso») che cercano di portare alle estreme conseguenze le innovazioni introdotte dal concilio Vaticano II.
*27-30 novembre: Torino: Al termine di un’assemblea di due ore gli studenti decidono di occupare Palazzo Campana. Il Senato accademico si appella ai giovani «che sentono impegno di serietà» e non intendono che siano turbati gli studi. Tra il 29 e il 30 studenti contrari all’occupazione entrano a forza nell’Università. Seguono tafferugli. «La Stampa» enfatizza i contrasti fra occupanti e studenti che vogliono seguire le lezioni. Gli occupanti promuovono un referendum fra tutti gli studenti per proseguire nell’occupazione. Il responso sarà di continuare. L’occupazione si protrarrà fino al 20 dicembre 1967, quando interverrà la polizia per procedere allo sgombero. Palazzo Campana sarà immediatamente rioccupato. Il 30 dicembre a Genova e Pavia sono occupate le Facoltà di Lettere e Filosofia. A Genova gli studenti chiedono il ritiro della circolare governativa che discrimina gli studenti greci, la modifica della politica edilizia del Consiglio d’amministrazione, l’estensione a tutte le facoltà della lotta contro la riforma Gui. Il primo dicembre a sostegno della lotta universitaria manifestano anche gli studenti degli istituti di istruzione media. A Pavia, insieme alla lotta alla «riforma», si battono contro l’istituzione della Facoltà di Magistero che graverebbe sulle già inadeguate strutture della Facoltà.
*30 novembre: A Genova e Pavia sono occupata le Facoltà di Lettere e filosofia. A Genova gli studenti chiedono il ritiro della circolare governativa che discrimina gli studenti greci, la modifica della politica edilizia del Consiglio d’amministrazione, l’estensione a tutte le facoltà della lotta contro la riforma Gui. Il primo dicembre a sostegno della lotta universitaria manifestano anche gli studenti degli istituti di istruzione media. A Pavia, insieme alla lotta alla «riforma», si battono contro l’istituzione della Facoltà di Magistero che graverebbe sulle già inadeguate strutture della Facoltà.
==== Dicembre ====
*1-2 dicembre: Sisi estende la lotta nelle Università. Cagliari: occupate Lettere e Magistero. Pavia: occupate Lettere e Matematica. Torino: gli studenti svolgono il referendum per il proseguimento dell’occupazione di Palazzo Campana, a favore 815 voti contro 418. L’occupazione terminerà il 27 dicembre con lo sgombero da parte della polizia. Milano: prosegue la mobilitazione studentesca. Genova: prosegue l’occupazione di Lettere. Il preside fa sapere ai giovani riuniti in assemblea che non è «più in grado di garantire la loro incolumità». Un’indiretta anticipazione dello sgombero effettuato da carabinieri e polizia nella notte tra il 2 e 3 dicembre.
[[File:Lire 100000 (Alessandro Manzoni).JPG|thumb|200px|La nuova banconota da centomila lire]]
*3 dicembre: la [[Banca d'Italia]] mette in circolazione le nuove banconote da [[50.000 lire]] e [[100.000 lire]], annunciate in primavera e autorizzate con decreto del 25 giugno. Sono destinate a facilitare il lavoro delle banche e dei grandi operatori economici con tagli adeguati all'aumento delle somme lavorate. La novità adegua i massimi tagli italiani a quelli degli altri stati europei.
*6 dicembre: nella discussione al senatoSenato sul bilancio dello stato per il 1968 il ministro del lavoroLavoro [[Giacinto Bosco]] fa presente che un eventuale aumento delle pensioni non può essere attuato se non a mezzo di aumenti da individuare nelle imposte e nei contributi, poiché il disavanzo del fondo sociale dello stato e degli enti mutualistici cresce ad un ritmo sempre maggiore. Senza interventi si prevede che raggiungerà quasi 3000 miliardi nel 1975.
*7-9 dicembre: al senatoSenato il governo viene battuto dalle opposizioni di sinistra e destra che, con l'aiuto di una pattuglia di franchi tiratori, fanno passare un emendamento che stanzia 75 miliardi per l'aumento delle pensioni di guerra e un assegno vitalizio ai combattenti della guerra di Libia. Il ministro del tesoro, che aveva annunciato la contrarietà del governo, chiede il rinvio della seduta perché la legge, così modificata, non ha la necessaria copertura finanziaria. Moro convoca una riunione urgente coi ministri finanziari, il governatore della Banca d'Italia, il ragioniere generale dello stato [[Gaetano Stammati]] e il presidente della commissione per il piano quinquennale. Scartata la soluzione di un aumento del già pesante deficit di bilancio si decide di affidare al governo l'individuazione di nuove entrate per coprire la spesa imprevista. Il consiglioConsiglio dei ministri decide di prorogare fino a cessate necessità l'addizionale pro alluvionati sulle imposte dirette istituita a seguito delle alluvioni del 1966, che sarebbe scaduta il 31 dicembre. Si prevede un gettito straordinario di 150 miliardi, l'eccedenza dei quali sarà destinata al fondo per le pensioni INPS.<ref>Il Messaggero, 8-10 dicembre 1967</ref>
*18 dicembre: parlando a Torino [[Aldo Moro]] sostiene che per il bene del popolo italiano è necessario opporre molti rifiuti. Il moltiplicarsi delle richieste da ogni gruppo sociale si scontra infatti coi limiti del bilancio statale, esposto peraltro a colpi di mano come quello delle pensioni di guerra. Il Presidente del Consiglio accusa le opposizioni di manovra elettorale in vista delle elezioni di giugno.<br />aA Torino viene occupata la Facoltà di Architettura a palazzo del Valentino. Secondo le cifre riportare da «La Stampa» all’assemblea che ha deciso l’occupazione hanno partecipato 224 studenti su 800 iscritti. Hanno votato a favore 160 studenti.<ref>Il Messaggero, 19 dicembre 1967</ref>
*20 dicembre: Ilil ministro della Pubblica Istruzione, Luigi Gui, emette una minacciosa circolare in cui, affermato che per nessun motivo si possono giustificare assenze e interruzioni di lezioni, invita le autorità scolastiche a rispettare le norme previste dai regolamenti, in particolare «nei confrontoconfronti degli studenti promotori delle agitazioni» e a denunciare all'autorità giudiziaria gli «estranei» partecipanti alle manifestazioni. All'università di Torino il rettore denuncia alla magistratura l’occupazione di Palazzo Campana, giunta al suo 25 ° giorno. Proseguono le occupazioni di Architettura e di Palazzo Campana, dove si continuano a mettere a punto i documenti che saranno alla base della «Carta rivendicativa» resa pubblica a gennaio del 1968.
*22 dicembre: 104 parlamentari della DC firmano una lettera indirizzata al presidentePresidente del Consiglio, Aldo Moro, e al segretario del partito, [[Mariano Rumor]], per una rapida approvazione della riforma universitaria. <br />Al processo che vede contrapposti il generale De Lorenzo e il settimanale ''l'Espresso'' il generale [[Giorgio Manes]], vice comandante dell'armaArma, afferma che le massime autorità di pubblica sicurezza e i vertici dei carabinieri erano all'oscuro delle schedature predisposte da De Lorenzo. Quest'ultimo, a sua volta, ammette l'esistenza dei fascicoli ma nega che fossero liste di persone da arrestare all'atto di un colpo di Stato. Secondo l'alto ufficiale erano normali informazioni riguardanti atteggiamenti politici e sindacali che potevano sfociare in azioni eversive.<ref>Il Messaggero, 23 dicembre 1967</ref>
*27-30 dicembre: Torino: con un’azione coordinata la polizia, su richiesta del rettore e del preside della facoltà di Architettura, sgombera gli studenti da Palazzo Campana, occupato da oltre un mese, e dalla Facoltà di Architettura al palazzo del Valentino, occupata da dieci giorni. Lasciate, senza incidenti, le Facoltà gli studenti, riuniti presso la sede del PSIUP, decidono per il giorno dopo di rioccupare Palazzo Campana. Immediato, entro mezz’ora, lo sgombero. 60 studenti denunciati. Comincia all’esterno dell’Università il lavoro verso gli studenti medi con interventi e assemblee nella Regione. Il 30 una polemica conferenza stampa del Rettore, che definisce le agitazioni confuse e strumentali le loro motivazioni. Conseguenza di una pianificata manovra politica contro la legge Gui e contro l’acquisto dell’area della Mandria per la nuova Città universitaria. Infine contesta il ruolo dell’Assemblea e del Comitato di agitazione, riconoscendo solo l’«Interfacoltà» come soggetto con cui trattare, rivendica il ruolo dei docenti e il suo dovere di ricorrere alla magistratura contro i disordini.
=== 1968 ===
==== Gennaio ====
*2 gennaio: Torino: Conferenzaconferenza stampa del Movimento studentesco. Gli studenti di Palazzo Campana illustrano le ragioni della loro lotta e i documenti elaborati dai «gruppi di studio» e dall’Assemblea. Presentano la «Carta rivendicativa degli studenti» e convocano per l’8 gennaio un’assemblea, tavola rotonda, a cui invitano anche il Rettore e i docenti.<br />Un gruppo di cattolici del dissenso fermato e denunciato mentre prega per la pace in piazza San Pietro la notte di san Silvestro.
*3 gennaio: a [[Caltanissetta]] il preside del liceo classico «Ruggero Settimo» invia a genitori e studenti una copia della circolare 393 del 3 novembre 1967 del ministero della Pubblica Istruzione che prevede sanzioni disciplinari per gli alunni promotori di «astensioni collettive» dalle lezioni. Gli studenti riuniti in assemblea nella sala del consiglio municipale ribadiscono la volontà di battersi per la riforma e democratizzazione della scuola, contro ogni autoritarismo.
*4-5 gennaio: Torino: più di cento studenti, responsabili di aver rioccupato il 29 dicembre Palazzo Campana sgombrato dalla polizia il 27 dicembre, ricevono la comunicazione della loro sospensione per un anno dagli esami e di essere stati denunciati all’autorità giudiziaria. La misura repressiva è stata adottata dal Senato accademico il 30 dicembre. Molti studenti, anche non sospesi, sul modello delle agitazioni nelle Università americane, riconsegnano i tesserini universitari e si autodenunciano come responsabili dell’occupazione. L’Assemblea che si svolge alla Camera del lavoro si pronuncia per continuare l’agitazione. Intanto si sviluppa un inteso lavoro di volantinaggio contro la repressione davanti alle scuole medie e agli istituti professionali.
*8 gennaio: università di Torino: il rettore in occasione della riapertura dei corsi prevista per l’indomani, alla riunione svolta con i presidi delle Facoltà che fanno capo a Palazzo Campana, anticipa: «se gli studenti occuperanno li faremo sgombrare». Lo stesso giorno nella sede degli universitari cattolici si svolge una tavola rotonda sui problemi dell’Ateneo, presenti i professori Bobbio e Viola. Gli studenti illustrano le «Carte rivendicative» e sottolineano la necessità di nuove occupazioni. Bobbio esprime dubbi sia sulle «Carte rivendicative» sia sull’opportunità delle occupazioni, piuttosto invita a sperimentare l’introduzione di nuovi argomenti di studio e nuove metodologie didattiche.<br>Direzione nazionale dei socialisti unificati: la relazione di Nenni affronta le questioni inerenti allo scandalo SIFAR, alla posizione italiana sulla guerra nel Vietnam e alla ripresa delle dell'attività parlamentare. Nel corso della discussione un duro attacco di Riccardo Lombardi a Nenni che accusa di aver ceduto al «ricatto» DC nel corso della crisi del 1964 partecipando così ad un governo che si definisce «centrista».
*8-9 gennaio: Torino: Sisi svolge il primo Convegno del Movimento studentesco: vi partecipano gli studenti delle Università di Milano, Torino, Pavia, Roma, Napoli, Venezia, Pisa, Bari, Modena, Siena, Trento, Genova, Cagliari. Il dibattito si polarizza attorno alla linea del «Potere studentesco», come va emergendo nell’esperienza di Palazzo Campana, le tesi dei marxisti-leninisti (Napoli) e la linea del «Potere operaio» rappresentata dai pisani. Lo scontro di posizioni non consente l’approvazione di una mozione unitaria.
[[File:Aldo Bozzi.jpg|thumb|200px|Aldo Bozzi]]
*11 gennaio: la commissione giustizia della cameraCamera approva lo scioglimento degli effetti civili del matrimonio concordatario. Vota contro soltanto la DC, che su questo tema appare ormai isolata in compagnia del MSI. Il Vaticano reagisce con una nota de [[L'Osservatore Romano]] in cui si sostiene che l'Italia non può introdurre il divorzio per gli impegni assunti con il concordato del 1929. L'on. [[Aldo Bozzi]] (PLI) ricorda alla chiesa di aver approvato lo scioglimento dei vincoli religiosi e civili dei matrimoni tra cattolici ed ebrei al tempo delle leggi razziali e che la revisione degli accordi, già approvata, adeguerà le norme al mutare dei tempi.<br />I direttivi parlamentari democristiano e socialista unificato si riuniscono, separatamente, per esaminare le leggi che vanno approvate prima della scadenza della IV Legislatura. La priorità è assegnata alla Riforma universitaria, alla scuola materna statale, alla legge ospedaliera e alla legge sulle Regioni.<ref>Il Messaggero, 12 gennaio 1967</ref>
*13 gennaio: Ilil ministro della Difesa, [[Roberto Tremelloni]], annuncia di aver nominato una Commissione d’inchiesta, formata da tre alti ufficiali, per svolgere accertamenti sui fatti dell’estate 1964 e sulle deviazioni del SiFARSIFAR. La Commissione è presieduta dal generale di corpo d’armata [[Luigi Lombardi]] ed è composta dal generale dell’aeronautica [[Carlo Unia]] e dall’ammiraglio di squadra aerea [[Enrico Mirti Della Valle]]. La decisione è stata presa due giorni prima nell’incontro del presidentePresidente del Consiglio con Pietro Nenni e il ministro della Difesa. Moro fa sapere che il governo opporrà degli omissis al rapporto predisposto dal generale Manes laddove il contenuto attiene a [[Segreto di Stato (Italia)|informazioni riservate]] che possono ripercuotersi sulla sicurezza militare e civile della Repubblica.
*20 gennaio: a Roma viene arrestato l'ex sindaco [[Amerigo Petrucci]], numero due della corrente andreottiana della capitale. L'accusa è di peculato sulla gestione dell'[[Opera nazionale maternità e infanzia]] per fatti risalenti al periodo 1961-1964, quando era commissario dell'ente.
*23 gennaio:: Inin previsione del dibattito alla Camera sul SIFAR si svolge a Villa Madama il vertice della maggioranza di centro-sinistra. La DC si dichiara decisamente contraria all’inchiesta parlamentare proposta dal PCI e minaccia una crisi di governo qualora si arrivasse a questa soluzione. Il PSU è diviso, anche se tendenzialmente favorevole all’ inchiesta, timoroso per le conseguenze rimanda la sua decisione alla riunione della Direzione che si svolgerà il giorno dopo. Intanto il dibattito alla Camera è rinviato al 29 gennaio per consentire ai partiti del centro-sinistra di trovare un accordo ed evitare una crisi di governo. Intanto il PLI avanza una proposta di mediazione: l’indagine sia affidata alla Commissione Difesa della Camera. Il presidentePresidente del Consiglio Aldo Moro respinge anche questa ipotesi.<br />A Firenze l’assemblea degli studenti con 327 voti a favore e 21 contrari decide l’occupazione di Magistero. La facoltà sarà sgomberata dalla polizia il giorno dopo Firenze. La polizia entra nella facoltà di Magistero occupata e identifica gli studenti riuniti in assemblea. Immediata la reazione del movimento che occupa Lettere e indice una manifestazione per il 30 gennaio.
*25 gennaio: Taviani e Andreotti testimoniano al processo De Lorenzo-l'Espresso: entrambi sostengono che il SIFAR, come ogni servizio di sicurezza, è tenuto a schedare persone o associazioni che perseguono finalità eversive o hanno contatti con chi le pratica. Escludono entrambi la schedatura per opinioni politiche.<ref>Il messaggero, 26 gennaio 1967</ref>
[[File:Luigi Anderlini.jpg|thumb|200px|Luigi Anderlini]].
*25-26 gennaio: PSU –: Lala Direzione discute sulla condotta da assumere di fronte alla richiesta del PCI, sostenuta anche da una parte del partito, di un’inchiesta parlamentare sul caso SIFAR. Nella riunione si registra, per la prima volta, una divergenza fra il cosegretarioco-segretario Francesco De Martino e Pietro Nenni. Il dissenso si manifesta nel voto sulla risoluzione conclusiva approvata con 27 voti e 12 astensioni, fra cui quella di De Martino, e 5 voti contrari dei lombardiani. Il documento prende atto del mancato consenso di tutte le forze del centro-sinistra in favore di un’inchiesta parlamentare e di fronte alla posizione della DC che considera l’iniziativa «motivo di crisi di governo» giudica «inattuale» la richiesta del PCI e si limita a chiedere al governo di condurre tutte le indagini necessarie a fare chiarezza sugli avvenimenti del luglio 1964. Respinta la risoluzione della minoranza lombardiana.
[[File:Camera 29 gennaio 1968.jpg|thumb|200px|I richiami di Moro a Anderlini]]
*29 gennaio-1 febbraio: durante il dibattito sul caso SIFAR alla cameraCamera si registrano momenti di forte tensione quando il deputato socialista-unitario [[Luigi Anderlini]] dichiara di voler rivelare il contenuto degli omissis opposti dal governo al rapporto Manes. Ignorando le ammonizioni di Moro, che chiede conto al parlamentare del possesso del documento non censurato, Anderlini sostiene, leggendone il testo, che gli omissis non riguardano informazioni coperte dal segreto di stato ma precisazioni che danno modo di credere che il Piano Solo prevedeva la deportazione di persone in determinate località.<br />A seguito delle rivelazioni di Anderlini, non contestate da Moro, il PRI assume una posizione autonoma sulla vicenda, mettendo in discussione l'alleanza di governo. [[Ugo La Malfa]] dichiara di voler sostenere la richiesta liberale di una commissione parlamentare d'inchiesta e chiede chiarimenti sulle intercettazioni ambientali effettuate al Quirinale. [[Giorgio Amendola]] parla di una fabbrica dei ricatti che sta mettendo in seria difficoltà il governo.<br />Uscendo da un riserbo sempre più controproducente il presidentePresidente del consiglioConsiglio difende la sua decisione di opporre gli omissis e spiega che una inchiesta parlamentare metterebbe in serio pericolo lo stato e i suoi servizi di sicurezza. Smentisce varie accuse e assicura che si farà un'attenta indagine sui microfoni che sarebbero stati piazzati a spiare il capo dello statoStato. La richiesta dell'indagine è infine respinta.<ref>Il Messaggero, 30 gennaio-2 febbraio 1967</ref>
==== Febbraio ====
*2-3 febbraio: Roma: nell’aula V a Lettere l’assemblea degli studenti convocata per decidere le forme di lotta proclama l’occupazione. Lo stesso giorno sono occupate le Facoltà di Architettura e Medicina. Come nelle altre Università gli studenti riconoscono nell’Assemblea l’unico strumento didattico valido e si organizzano in Commissioni di studio, la più partecipata sarà quella sull’autoritarismo. Immediato il coordinamento con le altre Università in lotta.
*5 febbraio: all'università di Roma il rettore parla sul Piazzale della Minerva agli studenti. Iniziato in tono paternalistico il discorso finisce con le minacce. Gli studenti di Lettere riuniti in assemblea rispondono al discorso del rettore con il documento «Appello per una lotta comune a tempo indeterminato» indirizzato a tutte le altre Facoltà. Solidarietà agli studenti dall’Associazione dei professori incaricati e da 68 docenti di Fisica.<br />Torino: Ilil Procuratore della Repubblica Amore contesta agli studenti torinesi le occupazioni di Palazzo Campana del 27 novembre, 29 dicembre 1967 e quelle del 10 e 22 gennaio 1968. La cronaca cittadina de «La Stampa» annuncia che il giorno dopo si svolgerà un’assemblea degli studenti contrari alle occupazioni.
*5-8 febbraio: alla Camera è approvata la riforma degli Enti ospedalieri e assistenza ospedaliera (legge Mariotti). La discussione inizia il 5 si conclude l’8 febbraio con 253 voti a favore (DC, PSU, PRI) e 163 contrari.
*7-8 febbraio: in vista della conclusione della legislatura si conclude senza approvazione la discussione sulla legge di riforma delle Università.
*8 febbraio: Napoli: dopo Architettura e Agraria l’Assemblea degli studenti decide di occupare tutte le Facoltà.<br />Roma: con l’occupazione di Scienze politiche salgono a 8 le Facoltà occupate. Lettere, Architettura, Medicina, Fisica, Magistero, Statistica, Scienze Politiche, Economia.<br />Firenze: gli studenti delle facoltà occupate discutono la linea da adottare nei confronti delle autorità accademiche. Vi è dissenso fra il Comitato Interfacoltà e il movimento che non ne riconosce la rappresentatività.<br />Parma: Grave provvedimento assunto contro 1118 studenti dell’Istituto tecnico «Giordani» che hanno scioperato nella settimana precedente a fianco degli studenti medi e universitari: avranno tutti sette in condotta nel secondo trimestre. Qualche giorno prima per lo stesso motivo erano stati sospesi circa 300 studenti.
*9 febbraio: Editoriale di [[Carlo Casalegno]] sulla protesta dei giovani e l’Università. Giuseppe Chiarante, responsabile scuola del PCI, su «Rinascita», pur valorizzando le lotte studentesche, sottolinea quelle che, ritiene essere, le «parole d’ordine sempliciste o errate» del movimento: «l’identificazione del rapporto professori- studenti con l’antitesi padroni- operai», le teorizzazioni sugli «studenti come forza sociale rivoluzionaria»; il carattere massimalistico o corporativo della rivendicazione del «potere studentesco». Per arrivare a vedere nella lotta studentesca, in un’astratta logica da «contestazione globale», una «pericolosa confusione», fra la giusta lotta alla 2314 (legge Gui) e la tendenza alla sottovalutazione dell’impegno politico-parlamentare per la riforma universitaria. 12-13 febbraio: si astengono dal lavoro per tre giorni i medici ospedalieri. Uno sciopero indetto per sollecitare: l’emanazione delle norme per l’attuazione del decreto sulla "cassa conguagli" relativa ai compensi pagati dagli enti mutualistici, il rispetto degli impegni assunti dagli istituti previdenziali circa il pagamento dei debiti per rette e compensi, la corresponsione degli stipendi integrali stabiliti con apposita circolare ministeriale. Questione quest’ultima su cui il ministro della Sanità Marotti convoca i sindacati.
*12-13 febbraio: Si astengono dal lavoro per tre giorni i medici ospedalieri. Uno sciopero indetto per sollecitare: l’emanazione delle norme per l’attuazione del decreto sulla «cassa conguaglio” relativa ai compensi pagati dagli enti mutualistici, il rispetto degli impegni assunti dagli istituti previdenziali circa il pagamento dei debiti per rette e compensi, la corresponsione degli stipendi integrali stabiliti con apposita circolare ministeriale. Questione quest’ultima su cui il ministro della sanità, Marotti convoca i sindacati.
*23 febbraio: consiglio dei ministri: viene prorogata al dicembre 1970 l'addizionale sulla benzina istituita per le alluvioni del 1966. Il ricavato verrà in gran parte destinato alla ricostruzione delle zone terremotate della Sicilia. ▼
*13-15 febbraio: comitato centrale del PCI: Gian Carlo Pajetta relaziona sull'«Azione unitaria per lo sviluppo della democrazia». Carlo Galluzzi relaziona sulla partecipazione del PCI all’incontro consultivo di Budapest che si terrà il 28 febbraio per affrontare le questioni della pace e del disarmo e riferisce dei vari colloqui preparatori avuti dal PCI con vari partiti comunisti e movimenti di liberazione. Di particolare rilievo in questa fase i rapporti con la SPD.
*14 febbraio: al Senato è approvata con 199 sì e 27 no (PLI, MSI e monarchici) la legge che regola le elezioni dei Consigli regionali nelle Regioni a statuto ordinario. La discussione della legge, già approvata dalla Camera, iniziata al Senato il 9 gennaio si è protratta, a causa dell’ostruzionismo delle destre, per ventinove sedute, con 4300 emendamenti, 600 discorsi, 825 votazioni, di cui 544 a scrutinio segreto.
*22 febbraio: a Roma nella mattinata è rioccupata la facoltà di Lettere, non ancora riaperta dopo la fine dell'occupazione. Nel pomeriggio la polizia sgombera la Facoltà e presidia la città universitaria. Il 23 febbraio al termine d'una manifestazione nel centro della città, gli studenti sfondano i cordoni della polizia e occupano Lettere, Fisica e Scienze politiche. Nel pomeriggio sui muri dell'Università un minaccioso comunicato del Rettore.
▲*23 febbraio: consiglioConsiglio dei ministri: viene prorogata al dicembre 1970 l'addizionale sulla benzina istituita per le alluvioni del 1966. Il ricavato verrà in gran parte destinato alla ricostruzione delle zone terremotate della Sicilia.
*25-27 febbraio: Roma: Iniziativainiziativa dei parlamentari del PCI per impedire il raduno programmato per il 27 febbraio a Piazza SS. Apostoli da «la Caravella», gruppo studentesco di destra sostenuto dal MSI con l’intenzione di promuovere un’azione diretta per liberare l'Università dagli occupanti. Sulla cronaca di Roma de «l’Unità» un articolo di [[Renzo Trivelli]], segretario della Federazione comunista di Roma denuncia il clima di tensione e di violenza che, attraverso gli appelli del rettore e quello alle cosiddette «forze sane» a cui si rivolge la destra, si sta creando all’Università, clima che evoca i drammatici avvenimenti che nel 1966 portarono alla morte dello studente socialista Paolo Rossi.
*28 febbraio: Roma: la polizia interviene in forze con oltre 2000 agenti, interviene a sgomberare l’Università. Questo mentre erano cominciati con regolarità gli «esami alla pari». Nel pomeriggio il movimento organizza un corteo di protesaprotesta per le vie del centro. A via Nazionale l’aggressione della polizia. Uno studente riporta una frattura alla gamba destra. Il movimento si dà appuntamento per il giorno dopo a Piazza di Spagna.
==== Marzo ====
* 1 marzo: battaglia di Valle Giulia: 4.000 studenti romani raggiungono la facoltà di Architettura presidiata dalla polizia. Dopo un tentativo d'occupazione, cominciano gli scontri.: 4 arresti e 228 fermi.<br />Dopo gli scontri un corteo attraversa la città. Nel pomeriggio gli universitari decidono di manifestare la mattina del giorno dopo a Piazza di Spagna.<br />Nel pomeriggio alla Camera, in una tumultuosa seduta, si discutono le interrogazioni presentate con urgenza dal PCI e dal PSIUP. Il ministro della pubblica istruzione Luigi Gui solidale con il rettore D'Avack; Paolo Emilio Taviani (DC), ministro degli Interni, ricorda che la debolezza della polizia spianò la strada ai fascisti nel 1922. Dure critiche delle opposizioni di sinistra che chiedono le dimissioni del rettore e del ministro Gui e l’allontanamento della polizia dall’Università.
*4 marzo: Ilil presidentePresidente del Consiglio Aldo Moro incontra una delegazione di docenti per cercare di trovare una soluzione alla legge di riforma universitaria prima della fine della Legislatura. La delegazione chiede il ritiro della polizia dall’Università e consegna a Moro un appello firmato da 300 docenti che sollecita una legge- stralcio che autorizzi le singole Facoltà a dotarsi di ordinamenti autonomi.<br />Nel pomeriggio una delegazione di studenti romani si incontra con il ministro Scaglia –. Sotto Palazzo Chigi gli studenti in massa aspettano le risultanze della riunione –. La delegazione chiede: il ritiro della polizia dall’Università impegnandosi a garantire l’autodisciplina e lo svolgimento dell’attività didattica; il rilascio dei giovani arrestati. Il governo non accorda il ritiro della polizia mentre sugli arresti si limita ad affermare che si tratta di una questione di competenza della magistratura. Nessun accordo. Finito l’incontro la delegazione riferisce agli studenti in piazza. Prevista per il giorno dopo un’assemblea presso la Federazione comunista di via dei Frentani per decidere come proseguire la mobilitazione e le iniziative da assumere.
*11 marzo: il presidentePresidente della Repubblica, dopo una serie di consultazioni e un colloquio con il presidentePresidente del Consiglio, Aldo Moro, firma il decreto di scioglimento delle Camere. Le elezioni politiche sono fissate per il 19 e il 20 maggio. Convocato per il 5 giugno il nuovo Parlamento. Moro in TV traccia un bilancio della IV Legislatura.
*15 marzo: PRI: Ugo La Malfa in Conferenza stampa illustra il programma elettorale repubblicano e indica le condizioni che il partito ritiene indispensabili per collaborare con la DC e il PSU nella prossima Legislatura: approvazione della legge sulle Regioni, abolizione delle Province, l’istituzione di una apposita Commissione per esaminare se le proposte di legge sono coerenti con il programma economico e un severo controllo della spesa pubblica.
*16 marzo: Roma: guidati dai deputati missini [[Giulio Caradonna]], [[Giorgio Almirante]] e [[Massimo Anderson]] una squadra di studenti di destra attacca l'Università romana. Messe in fuga, si barricano a Legge e lanciano dalle finestre banchi, sedie e suppellettili varie sugli studenti che cercano di liberare la Facoltà: un centinaio di feriti, fra cui [[Oreste Scalzone]] che riporta una frattura alla spina dorsale. Denunciato Caradonna. Nessuno studente fra i 52 fascisti arrestati. Nel tardo pomeriggio il movimento studentesco, liberata l’Università, sfila per le vie cittadine in un grande corteo di quasi diecimila studenti illuminato da fiaccole. I 52 missini arrestati saranno rilasciati il 28 marzo.
*26-28 marzo: Ilil segretario [[Luigi Longo]] presenta il programma elettorale del PCI per le elezioni politiche fissate per il 19 maggio. Il Comitato centrale approva un ordine del giorno di sostegno alle lotte degli studenti: «Consolidare ed estendere le conquiste del movimento studentesco»
==== Aprile ====
*1 aprile: Roma: in un’affollata assemblea alla Sapienza, oltre tremila studenti, decidono che, finita l’occupazione, il movimento proseguirà la mobilitazione dandosi nuovi strumenti di lotta. Fra gli obiettivi indicati nelle tre relazioni: tasse, svolgimento degli esami, problemi degli studenti lavoratori e dei fuori sede. Gli esami riprenderanno il 5 aprile. All’Istituto di Fisica la «Commissione antimperialismo» del movimento definisce il programma delle due giornate di lotta contro il Vietnam previste per il 26-27 aprile. Ad Architettura, autorizzata dal preside, si svolge l’assemblea dei «dissidenti» dal movimento che a sua volta prende posizione contro ogni ipotesi di chiusura della Facoltà. Nei giorni successivi le riunioni delle varie commissioni: «diritto allo studio», «collegamento con le lotte operaie».
*11 aprile: Ilil segretario del PCI, Luigi Longo, sul settimanale «Rinascita» riconosce che i problemi posti dal movimento studentesco «sono destinati ad assumere, nella realtà del nostro paese, un peso ed una rilevanza sempre maggiori, sul piano sociale e politico» e che «pur nella sua fluidità e nel suo carattere composito» il movimento si «muove in una direzione e con impulsi non certo estranei» alla lotta e alla strategia del PCI. Polemizzando con atteggiamenti di chiusura e rigidità scrive: «Non mi preoccupa affatto che, in questo risveglio di tante e così entusiastiche forze nuove, si manifestino incertezze, confusioni, contraddizioni, con punte critiche, alle volte anche nei nostri confronti. Io credo che un profondo rivolgimento nelle coscienze e negli orientamenti, soprattutto di larghe masse di giovani, possa avvenire in modo «educato» e «bene ordinato:. Solo illusi e burocrati possono pensare in questo modo. Proprio perché marxisti, comunisti, rivoluzionari, noi sappiamo che profondi rivolgimenti politici e sociali non possono non sconvolgere schemi precostituiti, vecchie credenze, in una parola rimettere tutto in discussione».
*18 aprile: Alal teatro Adriano a Roma il segretario Mariano Rumor presenta il programma elettorale del partito. Confermata la scelta del centro-sinistra. Netta chiusura al PCI.
*19 aprile: Valdagno (Vicenza): scontri durissimi tra la polizia e gli operai della Marzotto in sciopero contro il piano di ristrutturazione dell'azienda. Su 5500 operai già 1300 sono già in cassa integrazione e si rischiano massicci licenziamenti. 42 operai sono arrestati. Abbattuto il monumento a [[Gaetano Marzotto Sr|Gaetano Marzotto]], fondatore dello stabilimento. Nei giorni successivi, per sollecitare la scarcerazione degli arrestati i 27 consiglieri comunali di Valdagno (19 DC, 5 PSU, 2 PCI) rassegnano le dimissioni restano in carica solo i 4 rappresentanti del PLI.
==== Maggio ====
*1 maggio: Roma: al tradizionale comizio sindacale in Piazza San Giovanni è accolta sul palco una delegazione del movimento studentesco. Insieme ai leader sindacali interviene, a nome degli studenti in lotta, Franco Russo, espulso dal PCI solo alcuni mesi prima con l’accusa di trotzkismo e fra i fondatori del Centro di iniziativa antimperialista Che Guevara. Nonostante questa presenza, numerosi studenti contestano Agostino Marianetti, segretario socialista della Camera del Lavoro, mentre lasciano parlare l’esponente comunista. La CGIL con un comunicato affermerà di non condividere le posizioni espresse nel comizio dall’esponente del movimento studentesco e deplorerà l’atteggiamento degli studenti che hanno ripetutamente interrotto l’oratore socialista.
*16-17 maggio: [[Elezioni politiche in Italia del 1968|elezioni politiche]]. Il dato principale è il fallimento dell'unificazione socialista. Alla Camera il PSU: 4.603.192, pari al 14,5%, 91 seggi, una perdita di oltre il 5% rispetto alla somma dei voti che PSI e PSDI avevano nelle [[Elezioni politiche in Italia del 1963|elezioni del 1963]]. Avanzano il PCI con 8.551.347, pari al 26,9%, 177 seggi, un più 1,6% e la DC con 12.437.848, pari al 39,1%, 266 seggi, più 080,8. PLI: 1.850.650, pari al 5,8%, 31 seggi. Il PSIUP, alle sue prime elezioni politiche, con 1.414.697, si attesta al 4,5%, 23 seggi. Flette il MSI: 1.414.036, pari al 4,4%, 24 seggi, quasi un punto in meno. PRI: 626.533, pari al 2,0%, 9 seggi. Al Senato: grande successo della lista PCI-PSIUP- Indipendenti di sinistra che raggiunge il 30% con 101 seggi. DC, 10.972.114, pari al 38,3%, 135 seggi. PSU: 4.354.906, pari al 15,2%, 46 seggi. PLI 1.943.795, pari al 6,8%, 16 seggi. MSI: 1.304.847, pari al 4,6%, 11 seggi. PRI: 601.500, pari al 2,1%, 2 seggi.
*22 maggio: Rumor chiede un centro-sinistra che dia un rinnovamento al Paese. Parlando a Trieste si dichiara d'accordo con socialisti e repubblicani per accelerare la risoluzione delle più urgenti riforme. Rende atto al PSU per il coraggio con cui ha affrontato le elezioni. Ricorda che anche la DC nel ’63 pagò la scelta per aver accettato il centro-sinistra. Nenni a colloquio con Saragat.
*23 maggio: Milano: dopo la pausa elettorale riprendono le agitazioni studentesche. Nonostante l’imminente inizio degli esami l’Assemblea decide di continuare l’occupazione. Un gruppo di studenti tenta di bruciare i libri della Biblioteca di Legge. Il gruppo è immediatamente denunciato dai docenti della Facoltà. Scontri fra studenti di opposte tendenze. Per evitare disordini la polizia presidia le Università della città.
*24 maggio: PSU: si riunisce a Formia, a casa di Pietro Nenni, la segreteria del partito per un primo esame del voto e le prospettive. Nonostante i pronunciamenti di Mancini, Mariotti e Ferri appare molto incerta la partecipazione ad un nuovo governo di centro-sinistra.
*26-27 maggio: [[Elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia del 1968|elezioni in Friuli Venezia-Giulia]]: Nuova avanzata dei comunisti nelle elezioni per il Consiglio regionale del Friuli Venezia -Giulia: i consensi al PCI superano anche quelli del 19-20 maggio. II PCI dal 19,7 per cento al 20,1 per cento. Migliaia di nuovi elettori comunisti coprono i vuoti degli emigrati e dei soldati di leva che non hanno potuto votare. II PSIUP va ancora avanti. II PSU (non presente a Udine) perde ancora nelle altre quattro circoscrizioni. La Democrazia cristiana aumenta a spese delle destre. L'affermazione di un movimento locale nelle circoscrizioni del Friuli.
*28-29 maggio: PSU-: Direzione. La corrente Nenni, Mancini e Ferri, favorevole alla ricostituzione di un governo di centro-sinistra è messa in minoranza sull’ordine del giorno presentato da Francesco De Martino e Mario Tanassi. I due segretari concordano su un «disimpegno» del PSI che porti, per ora a un monocolore DC. La sinistra lombardiana vota un suo documento: nessuna trattativa e nessun appoggio alla DC. L’ordine del giorno De Martino- Tanassi è approvato con 31 voti e 11 astensioni. Nenni non partecipa al voto. Antonio Giolitti, differenziandosi da Riccardo Lombardi, si schiera per ritorno immediato al centro-sinistra.
*30 maggio: Sisi intensificano i colloqui per la formazione del nuovo governo. Il presidentePresidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, per un esame della situazione politica, riceve separatamente Pietro Nenni e il segretario della DC, Mariano Rumor. Nenni a sua volta ha un lungo colloquio con il presidentePresidente del Consiglio uscente, Aldo Moro e incontra vari esponenti del suo partito. La Direzione del PRI si pronuncia per una conferma della formula di centro-sinistra: un governo a tre (DC-PSU_PRIPSU-PRI) con un programma ben definito di riforme fra cui, come sottolinea nel suo intervento Ugo La Malfa, scuola, regioni, famiglia, tributi e codici.
*31 maggio-1 giugno: comitato centrale PSU: PSU- Comitato centrale. L’ordinel’ordine del giorno presentato da Francesco De Martino e Mario Tanassi che, sulla linea del documento presentato in Direzione, esclude una partecipazione ad un nuovo governo di centro-sinistra, è approvato con 145 voti a favore, 81 astensioni tra cui Mancini, Preti, Romita e Giolitti. 22 membri del CC assenti. I 21 membri della sinistra di Riccardo Lombardi votano il documento della maggioranza con una propria dichiarazione. Motivazioni diverse da parte degli astenuti. La maggioranza ex PSI, sinistra esclusa ha appoggiato la linea di De Martino. Nenni, come in direzione, non partecipa alla votazione. Si valuterà dopo la formazione del nuovo esecutivo la possibilità di un eventuale appoggio esterno.
==== Giugno ====
*1 giugno: Torino: al termine di un comizio dellodel PSIUP, un corteo studentesco che ha attraversato la cintura operaia della città, è attaccato dalla polizia davanti alla sede de «La Stampa».<br />Pisa: - Iniziainizia il processo contro 34 studenti per la manifestazione alla stazione ferroviaria il 15 marzo.<br />Firenze: - Inin piazza Duomo seminari tenuti da studenti e professori su «riforma dell'università»;, «lotta operaia»;, «Il problema pedagogico nel pensiero di Gramsci»;, «Collegamento fra università e società». Nel pomeriggio una affollata assemblea di studenti medi e universitari,; presente un rappresentante degli studenti francesi. Decisa la partecipazione alla manifestazione di solidarietà con le lotte in Francia indetta per il giorno dopo.<br />Roma: dopo la lunga notte di partecipazione alle manifestazioni di solidarietà con gli studenti francesi gli universitari tornano nella città universitaria occupata il giorno prima. Continua la presenza della polizia in borghese e in divisa, come richiesto dal Rettore. In mattinata scontri tra studenti occupanti e fascisti. Alcuni feriti. L’assalto squadrista offre il pretesto alla polizia di circondare l’Ateneo. Nel pomeriggio l’assemblea, a cui partecipano, un migliaio di studenti e che, si protrae fino a sera inoltrata. La discussione si incentra su forme e obbiettivi di lotta interni all'Università e l’intervento politico all’esterno in rapporto con la classe operaia e la cittadinanza.<br />Napoli: la manifestazione di solidarietà con la Francia indetta alle 10:30 nel piazzale della Facoltà di Architettura si trasforma in un imponente corteo che attraversa le vie della città. La manifestazione si conclude con un sit-in davanti all’Università, occupata simbolicamente per alcune ore. Gli studenti dell’Orientale, occupato da circa due mesi, manifestano contro la pubblicazione da parte dei docenti del diario di esami, una provocazione rispetto alla loro richiesta di una radicale trasformazione dell’Istituto.
*5 giugno: [[V legislatura della Repubblica Italiana|inaugurazione della V legislatura]]: DC, PSI e PRI, sulla base di un accordo raggiunto il giorno prima, votano [[Amintore Fanfani]] e [[Sandro Pertini]] rispettivamente presidenti del Senato e della Camera. Al Senato tutti gli altri gruppi votano scheda bianca, alla Camera votano per Pertini anche i liberali. Il governo rassegna le dimissioni.<ref>{{Cita web|autore=[[Michele Tito (giornalista)|Michele Tito]]|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,0120_01_1968_0134_0005_5189837/|titolo=II governo più lungo della Repubblica|data=6 giugno 1968|p=5}}</ref>
== Note ==
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