Davide Cova: differenze tra le versioni

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|AttivitàAltre = e [[architetto]]
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = ; fu uno dei fondatorifondatore del [[Partito Sardo d'Azione]]
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==Biografia==
Trascorse l'infanzia, l'adolescenza e parte della giovinezza nella sua città natale, Cagliari. Il padre originario del nord aveva un laboratorio di ottica e fotografia a Cagliari nella centralissima Via Manno.Viaggiò in varie parti d'Italia e all'estero. Dopo la morte del padre, fu incoraggiato dalla madre a continuare gli studi alla Regia Facoltà di Matematica di Cagliari, dov'era apprezzato dai suoi insegnanti, scienziati di fama come [[Domenico Lovisato]] di mineralogiapaleontologo, e [[Antonio Fais]] di calcolo infinitesimale.==documenti==
 
Continuò gli studi a [[Milano]], al [[Politecnico di Milano|Regio Istituto Tecnico]] o Politecnico, laureandosi in ingegneria industriale nel [[1914]], conseguì il diploma in [[architettura]] e vari titoli di specializzazione.==documenti dinel studio laurea diplomi==1915. Ideologo e fondatore, nel primo periodo del [[XX secolo]], del Movimento per la rinascita della [[Sardegna]], definito anche "Rinascimento sardo", sorto per favorire il superamento dello stato di disagiopovertà generale del popolo sardo, daper secolicombattere oppressocontro il protezionismo, fondò a Cagliari il giornale "[[Sardegna"]] con [[Attilio Deffenu]].==fonti Giovannino Porcu, fonti varie==
 
Partecipò a Milano a movimenti per i diritti civili e umani in particolare per il diritto di voto. In un primo momento interventista, si schierò poi per il non intervento. Dopo la prima guerra mondiale fondò a Cagliari i giornali nrl 1917 [[Il popolo sardo|"Il Popolo Sardo]] e [[Il Solco]] ''nel 1919''.
Partecipò a Milano a movimenti per i diritti umani. Dopo la prima guerra mondiale fondò a Cagliari i giornali "Il Popolo Sardo" e "Il Solco". Nella piazza Martiri aprì uno studio d'ingegnere in società con un altro, realizzando progetti per privati a Cagliari e altrove. Collaborò alla risistemazione dell'Orto Botanico di Cagliari. Partecipò ad alcune iniziative della Società Ginnastica "Amsicora" di Cagliari; prima come atleta e successivamente istruttore tecnico di nuoto e atletica. Dopo la laurea in ingegneria realizzò strutture per la pratica sportiva e progettò lo Stadio Amsicora, a Cagliari, nei terreni dell'ex colonia penale di San Bartolomeo. Realizzò la fiera di maggio del 1921 collaborando col cavalier Guido Costa == fonte M Pintor, Giornale fieristico==e nel luglio dello stesso anno, col pittore Felice Melis Marini, la prima mostra d'arte sarda a Cagliari. Ideatore di un partito di sostegno alla Sardegna, sostenitore dell'autonomia e della valorizzazione e diffusione della cultura si batté durante tutta la sua vita per la causa di un riscatto della Sardegna. Nel 1920 insegnò calcolo infinitesimale alla Facoltà di matematica di Cagliari. Nell'aprile del 1921 fondò a Oristano il [[Partito Sardo d'Azione]] con Emilio Lussu, [[Camillo Bellieni]] e altri compagni. Nell'ottobre del 1921 fu aggredito da squadracce, fu accusato ingiustamente, la sede del periodico" Il Solco" fu distrutta e il giornale bruciato in piazza.Ferito, riuscì a fuggire e a imbarcarsi su un cargo, unico mezzo in partenza, alla Darsena di Cagliari. Si ritrovò in Tunisia. Dopo mesi, rientrato in Italia partì per Milano dove visse, sotto il falso nome di Francesco Floris,lavorando in un'officina. Accusato ingiustamente fu assolto.==fonti familiari e varie== Rientrò nel 1923 e partecipò a un concorso per l'incarico di ingegnere-capo dell'Ufficio tecnico del Municipio di Oristano. Si stabilì a Oristano dove realizzò varie opere importanti per la città .
 
Progettò edifici, trasformazioni fondiarie agrarie in varie parti dell'isola e bonifiche nel [[Campidano]] di Oristano. Nel 1925 fu inaugurata la Scuola d'arte applicata di Oristano che aveva contribuito a fondare con gli artisti Francesco Ciusa e Carmelo Floris. Nel 1928 si sposò con un'insegnante, Maria Rosa Fara ed ebbe sei figli. Per non aver ritirato la tessera del [[Partito Nazionale Fascista]] fu privato del posto di lavoro nel 1929. La scuola d'arte fu chiusa e lui fu considerato come sorvegliato speciale. Dopo la caduta del fascismo fu sindaco di Oristano. Lavorò incessantemente per il benessere della popolazione in anni difficili di guerra. I bombardamenti a Cagliari distrussero gran parte della città compreso il negozio di ottica materno. A Oristano non fecero particolari danni, ma la vita non era facile. Riprese l'attività nel PSd'Az, organizzò il primo congresso del [[Partito Sardo d'Azione]] ad Oristano e collaborò alla prima stesura dello [[Statuto Regionale della Sardeg|Statuto Regionale della Sardegna]] con l'avv.[[Gonario Pinna]] . Morì a [[Oristano]], sul treno per Cagliari il 9 maggio [[1947]].
Nella piazza Martiri aprì uno studio d'ingegnere in società con un altro, realizzando progetti a Cagliari e altrove. Collaborò alla risistemazione dell'Orto Botanico di Cagliari. Partecipò ad alcune iniziative della Società Ginnastica "Amsicora" di Cagliari; prima come atleta e successivamente istruttore tecnico di nuoto e atletica. Realizzò opere e strutture per la pratica sportiva. Progettò lo Stadio Amsicora di Cagliari, nei terreni dell'ex colonia penale di San Bartolomeo.
 
Fu progettista dj allestimenti per le fiere di maggio, tra cui quella del 1921, costruì la galleria d'arte e nel luglio dello stesso anno, col pittore Felice Melis Marini, promosse la prima mostra d'arte sarda con la novità dell'apertura alla partecipazione delle artiste, tra cui ricordiamo [ [Edina Altara] ]. Fondatore di un'associazione "Famiglia Artistica Sarda" e di un movimento per l'autonomia si batté per la diffusione della cultura e per la ricerca e riscoperta dell'arte in Sardegna. Si dedicò più volte all'insegnamento. Nel 1919/20 insegnò calcolo infinitesimale alla Facoltà di matematica di Cagliari, più tardi insegnò nel liceo di Oristano.
 
Impegnato in politica nel movimento sardo, fondò ad Oristano il [[Partito Sardo d'Azione]] con Emilio Lussu e Camillo Bellieni.
 
Nell'ottobre , a Cagliari fu aggredito da squadracce, accusato ingiustamente, la sede de ''Il Solco'' fu distrutta e il giornale bruciato in piazza. Ferito, riuscì a fuggire e a imbarcarsi su un cargo, unico mezzo in partenza, alla Darsena di Cagliari. Si ritrovò in Tunisia. Rientrato in Italia partì per Milano dove visse, sotto falso nome, lavorando in un'officina. Fu poi assolto dalle accuse.
Rientrato in Sardegna, nel 1923 partecipò a un concorso per l'incarico di ingegnere-capo dell'Ufficio tecnico del Municipio di Oristano che vinse.
 
A Otistano realizzò varie opere pubblichetra cui l'acquedotto, il caseggiato scolastico, fattorie, oleifici, la [[Scuola d'arte applicata]] il monumento ai caduti, l'altare del Crocifisso di Nicodemo nella chiesa di San Francesco a [[Oristano]]. Altre sue opere diffuse nel [[Campidano]] e in altre località sono state bonifiche e trasformazioni fondiarie .
 
Nel 1925 Paolo Pili in qualità di federale inaugurò la Scuola d'arte applicata con l'ing. Davide Cova, lo scultore Francesco Ciusa ed il pittore Carmelo Floris. Nel 1928 Davide Cova si sposò con Maria Rosa Fara, insegnante, ed ebbero sei figli. Per non aver ritirato la tessera del [[Partito Nazionale Fascista]], come lui stesso disse, essendo di fede sardista, "per lealtà ", nel 1929 fu privato del posto di lavoro. La scuola d'arte fu chiusa e lui fu considerato sorvegliato
Dopo la caduta del fascismo fu sindaco di Oristano lavorando incessantemente per il benessere della popolazione in quegli anni di guerra. I bombardamenti a Cagliari distrussero gran parte della città compreso il negozio di ottica dei genitori. L'attività nel Partito rimasta clandestina, riprese e organizzò il primo congresso di Oristano. Progettò altre opere pubbliche a titolo gratuito tra cui il pontile nel Golfo di Oristano, il museo Antiquarium Arborense, il piano regolatore, e a Cagliari partecipò alla ricostruzione della Città distrutta dai bombardamenti del febbraio 1943. Partecipò alla stesura dello statuto regionale. Morì a [[Oristano]], sul treno per Cagliari il 9 maggio [[1947]].
 
== L'azione politica e sociale ==
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Davide Cova desiderando una società più giusta fondò tra il 1909-1910 un movimento politico, in parte d'ispirazione mazziniana, il "Movimento Sardo" definito "rinascimento sardo" che iniziava la sua azione col promuovere nei sardi la consapevolezza dell'[[Identità nazionale|identità]], il senso del valore della propria cultura, l'amore per la propria terra devastata anche dal disboscamento, voluto prima dal [[Cavour]] e ancora attivo per la carbonizzazione dei restanti boschi.
 
Nello stesso periodo, sempre a Cagliari, fondò con [[Attilio Deffenu]] il giornale "Sardegna" illustrato dal pittore Mario Delitala, che intendeva portare avanti gli ideali del Movimento Sardo, in particolare: liberare la Sardegna dal [[protezionismo]] che favoriva le fabbriche del Nord e impediva qualsiasi attività all'imprenditoria locale sarda, promuovere l'arte e l'espressione nelle sue varie forme, quali mezzi importanti per comunicare, educare, produrre, sviluppare una maggior coscienza politica tra i sardi. Davide Cova bussò alle porte di ministri e uomini di potere per far conoscere la situazione della Sardegna.
 
Si recò anche dal ministro [[Giovanni Giolitti]] al quale presentò una dettagliata relazione sui problemi isolani; dal Ministro ebbe in risposta la promessa del suo intervento a sostegno della Sardegna "purché s'approntassero progetti di una certa entità di cui il territorio abbisognava e per i quali sarebbero occorsi capitali pubblici e privati". Nel [[1911]] in Sardegna iniziarono i lavori per la costruzione delle centrali elettriche sul fiume [[Tirso (fiume)|Tirso]] e sul [[Coghinas]].
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Davide Cova non era favorevole all'intervento, ritenendo più saggia la soluzione diplomatica, pensando alle future conseguenze che avrebbero portato a interrompere il nuovo discorso da portare avanti, in Sardegna e nel resto d'Italia, le nuove idee in molti campi, sia sociali sia economici. Non dello stesso avviso Deffenu il quale fu tra coloro che si lasciarono affascinare dall'idea interventista e nonostante avesse problemi di salute, dichiarò di volersi arruolare volontario e mise la sua firma in un proclama. Ai primi di luglio del [[1915]] i coscritti partivano per combattere: era scoppiata la [[prima guerra mondiale]].
 
L'IDEA AUTONOMISTA
Verso la fine del [[1918]] Davide Cova fondava a Cagliari, con alcuni studiosi, [[Egidio Pilia]], [[Filiberto Farci]] e [[Virgilio Caddeo]] il giornale ''Il Popolo Sardo'' dal carattere politico e culturale. Ci si proponeva di promuovere il progresso isolano mediante la diffusione di istruzione e cultura,il miglioramento dell'agricoltura e migliori condizioni nel campo del lavoro. Per poter risolvere i tanti problemi peculiari che non erano presi in considerazione dal governo centrale, di fondamentale importanza appariva, in particolare a [(Davide Cova)], la conquista dell'autonomia isolana.
 
C'era stata la guerra 15-18 aveva aggiunto alla Sardegna nuovi problemi: Molti interruppero il lavoro, i loro studi, altri giovani erano morti in combattimento,molte braccia mancarono alle famiglie, inoltre ci fu una terribile epidemia che seminava altri morti, [(la Spagnola)].
Verso la fine del [[1918]] Davide Cova fondava a Cagliari, con alcuni studiosi, [[Egidio Pilia]], [[Filiberto Farci]] e [[Virgilio Caddeo]] il giornale ''Il Popolo Sardo'' dal carattere politico e culturale. Ci si proponeva di promuovere il progresso isolano mediante la diffusione di istruzione e cultura, il miglioramento dell'agricoltura e migliori condizioni nel campo del lavoro. Per poter risolvere i tanti problemi peculiari che non erano presi in considerazione dal governo centrale, di fondamentale importanza appariva, in particolare a [(Davide Cova)], la conquista dell'autonomia isolana.
In guerra persero la vita molti amici di Davide, tra cui dodici atleti della "Società Ginnastica Amsicora" di Cagliari che si era distinta, riportando con Loi nel 1912, l'oro alle Olimpiadi. Nel 1917 il compagno Deffenu cadde in combattimento.
C'era stata la guerra 15-18 aveva aggiunto alla Sardegna nuovi problemi: Molti interruppero il lavoro, i loro studi, altri giovani erano morti in combattimento, molte braccia mancarono alle famiglie, inoltre ci fu una terribile epidemia che seminavain Sardegna fece circa altridodicimila morti, [(la Spagnola)].
In guerra persero la vita molti amici di Davide, tra cui dodici atleti della "Società Ginnastica Amsicora" di Cagliari che si era distinta, riportando con Loi nel 1912, l'oro alle Olimpiadi. Nel 1917 il compagno [[Attilio Deffenu (incrociatore ausiliario)]]Attilio Deffenu cadde in combattimento.
 
== La nascita del Partito Sardo d'Azione ==
 
Nel [[1919]], cessata la pubblicazione a Cagliari de "''Il Popolo Sardo"'', Davide Cova fondava il periodicoquotidiano ''Il Solco'' dove venivano ancora riespressi i motivi della necessità di un'amministrazione autonoma tenendo conto dei problemi derivati dalla situazione geografica isolana, distaccata e poco collegata col resto d'Italia., L'intentoper erala puresua quellocondizione di rafforzareisola elontana promuoveredal lGoverno centrale. Gli obiettivi comprendevano la promozione dell'azione dei sardi nei vari campi della cultura, del lavoro, dell'arte e di fondare un vero epartito proprio partitopolitico di sostegno alla causa sarda, per tentare di risolvere i numerosissimi problemi."Non Insi tuttavuole il separatismo, la Sardegna sarebbe preda dei francesi e di altri, ma il sistema dei rapporti intercedenti con l'Italia dovrà essere cambiato, modificato ..." (E. Pilia). Davide Cova parla di un popolo che ha necessità di rapporti consoni ai bisogni della Sardegna e questo si unironorealizza numerosicon sostenitoril'autonomia per la quale dobbiamo essere preparati, tenendo conto che il Governo si è impegnato di presentare al Parlamento la nuova creazione giuridica (Il Popolo Sardo 1917). E ancora "La Sardegna deve trovare nella concordia del suo popolo la forza per sottrarsi all'asservimento. Sarebbe auspicabile l'istituzione di un Consiglio Regionale con sede in particolareCagliari." (Il Solco 1919) Il Movimento a Cagliari è attivissimo ed ha ormai tracciate le linee guida di Partito Sardo D'Azione, con tanto di statuto da perfezionare. Nuovi sostenitori si avvicinavano, a Cagliari, attratti dalle idee, e non mancano i reduci della primaPrima guerraGuerra mondialeMondiale, appartenenti alla Federazione Sarda Combattenti del PartitoMovimento Nazionale Combattenti, che rivendicavanorivendicano assistenza e riconoscimenti mai corrisposti, essendo demoralizzati, dopo l'esperienza della guerra, e ritrovandosi, molti di loro, senza lavoro, rattristatiafflitti dallaper la perdita dei compagni. Anched'armi. Davide Cova aveva perso ben dodici amici, atleti dell'Amsicora e il suo compagnocarissimo amico Attilio Deffenu, col quale aveva ideato l'autonomia sarda e fondato il "Sardegna". Deffenu fu sindacalista a Milano nello stesso periodo in cui lui era studente al Politecnico e fu uno degli interventisti più accesi. Dopo la guerra Lussu e Mastino con Davide Cova si frequentavano e nacque l'idea dell'accorpamento degli appartenenti alla Federazione Sarda Combattenti con il Partito Sardo D'Azione preesistente. I Combattenti avevano tenuto il terzo congresso a Macomer nel 1920 e a dicembre dello stesso anno Lussu, Delegato Provinciale della Federazione Combattenti di Cagliari scrive alle Sezioni Combattenti e ai Delegati mandamentali della Provincia, che era stata stabilita la creazione del Partito Sardo D'Azione e "che ogni sezione dovrebbe risultare così costituita (iscritti in due separati registri)1- La Sezione Combattenti e smobilitati)2-La Sezione degli aderenti al Partito Sardo D'Azione.Il complesso forma il Partito Sardo D'Azione che avrà a fianco le proprie organizzazioni economiche.Con questo i Combattenti non cessano di essere tali, ma rimangono sempre uniti per i loro interessi di classi e come nucleo fondamentale... "E ancora: "Alle assemblee di partito dovranno essere ammessi tutti gli iscritti. I Combattenti e gli Smobilitati però, per la tutela dei loro speciali interessi, avranno assemblee proprie" (Come si può notare, i due componenti continuano ad essere distinti come due entità politiche, da un lato il Partito Sardo D'Azione, dall'altro il Movimento Combattenti, il che dimostra che il Partito Sardo D'Azione era preesistente.) Firmato:(Per la Giunta Esecutiva il Delegato Provinciale Emilio Lussu).Tra il 1920 e il [[1921]] si concretizzaregistra lagiuridicamente nascita delil [[Partito Sardo d'Azione]] con Davide Cova, [[Camillo Bellieni]], [[Emilio Lussu]] e altri compagni. Le date del convegno e della registrazione furonosono stabilite per i giorni 17 e 18 Aprile 1921, il luogo prescelto fuè la città di Oristano, per la sua importanza simbolica in quanto patria della Giudicessa Eleonora, colei che tentò di unificare la Sardegna, ecombattendo che fece dei combattimentiaspramente contro gli Aragonesi per renderla indipendente; la.La sede della registrazione fu il tribunale di Oristano. Alle elezioni del 1920 il successo si ebbe con quattro parlamentari sardi in Parlamento e dovunque nell'Isola si osservò una rinata fiducia. Nei congressi di quegli anni Davide Cova definiva la Sardegna: "Cuore del Mediterraneo" per la sua centralità geografica nel mare e sosteneva la necessità di creare infrastrutture strade e porti per rendere più facili i collegamenti.
L'amicizia di Davide Cova con Lussu risale ad anni prima della guerra, poi consolidatasi quando dal 1919 Lussu con [[Pietro Mastino]], entrambi giovani avvocati, andarono ad abitare a Cagliari nella piazza Costituzione, a poca distanza dal suo studio professionale d'ingegnere, sito nella vicina piazza Martiri.
Le nuove idee del Movimento sardo diffuse dai giornali ''Il Popolo Sardo'' e ''Il Solco'' che promuovevano un nuovo modo di affrontare i problemi atavici dell'Isola attirarono l'attenzione degli intellettuali sardi nella Cagliari, da sempre, luogo d'afflusso di studenti e professionisti isolani, divenuta in questo periodo punto d'incontro di molti. Alle elezioni del 1920 il successo si ebbe con quattro parlamentari sardi in Parlamento e dovunque nell'Isola si osservò una rinata fiducia. Nei congressi di quegli anni Davide Cova definiva la Sardegna: "Cuore del Mediterraneo" per la sua centralità geografica nel mare e sosteneva la necessità di creare infrastrutture strade e porti per rendere più facili i collegamenti.
 
A [[Oristano]] nel 1920 definì la città "Cuore dell'Isola", per la sua posizione di quasi equidistanza dagli altri centri, e per la sua funzione simbolica in quanto patria della giudice [[Eleonora D'Arborea]], la promulgatrice del primo codice di leggi sardo. Preparato lo Statuto, l'anno dopo, a Oristano, nel congresso del 17, 18 aprile del 1921 il Partito Sardo d'Azione nacque ufficialmente. Quindi sulle linee fondamentali del programma tracciate in precedenza, continuando l'opera pedagogica e divulgativa dell'idea autonomista, il Partito andava a organizzarsi con diverse sezioni nell'Isola, registrando tra gli iscritti anche la maggior parte degli ex combattenti.Il sardisuccesso guidatidel Partito Sardo suscitò l'antagonismo dei raggruppamenti fascisti che dal 1919 andavano costituendosi in tutta la Sardegna e in particolare a Cagliari. Davide Cova fu aggredito da Lussuun gruppo di squadracce armate molto attive a Cagliari e nell'Iglesiente. Sostenute dalla stampa locale distruggevano le sedi avversarie e praticavano lo scontro fisico. Ferito, Bellieniriuscì a sfuggire agli aggressori e altrinascondersi, exa combattenticurarsi con acqua e aceto, quindi raggiunto il Porto, nella notte trovò l'imbarco sulla prima nave in partenza. I Sardisti erano apertamente accusati di voler distruggere l'unità nazionale: il giornale ''Il Solco'' fu bruciato in piazza. Davide Cova, scampato all'arresto, fuggì prima a Tunisi, poi a Milano. Rientrato in Sardegna nel 1923 si trasferì ad Oristano, una cittadina di circa diecimila abitanti. Superato un concorso al posto di ingegnere-capo dell'Ufficio tecnico municipale si ritrovò a dover realizzare molte opere necessarie alla città: l'acquedotto (per il quale fece studi sull'[[Acquedotto pugliese|acquedotto delle Puglie]], allora il più grande ed efficiente d'Europa), il caseggiato della scuola elementare, i giardini pubblici, il monumento ai Caduti, numerosi edifici, aziende agricole, opere di bonifica e di trasformazione fondiaria, ecc. Nel 1929 fu allontanato dall'incarico per non aver ritirato la tessera del PNF.
Il successo del Partito Sardo suscitò l'antagonismo dei raggruppamenti fascisti che dal 1919 andavano costituendosi in tutta la Sardegna e in particolare a Cagliari, dove Davide Cova fu aggredito da un gruppo di squadracce armate. Ferito, riuscì a sfuggire agli aggressori e nascondersi, a curarsi con acqua e aceto; fu poi informato che, con false accuse intendevano farlo arrestare. Le squadracce erano diventate attive soprattutto a Cagliari e nell'Iglesiente, sostenute dalla propaganda che in loro favore faceva, in quel periodo, qualche periodico ma anche il quotidiano locale: praticavano lo scontro fisico con l'avversario politico, ne distruggevano le sedi denunciate come luogo di riunione di sovversivi.
I Sardisti, in particolare, erano apertamente accusati di voler distruggere l'unità nazionale: il giornale ''Il Solco'' fu bruciato in piazza, la sede distrutta e Davide Cova scampato all'arresto, riuscì a mettersi in salvo: fuggì prima a Tunisi, poi a Milano. Rientrato in Sardegna nel 1923 si trasferì a Oristano dove prese la residenza, superato un concorso al posto di ingegnere-capo dell'Ufficio tecnico municipale. In realtà non aveva collaboratori ma si ritrovò a dover realizzare molte opere necessarie alla città: l'acquedotto (per il quale fece studi sull'[[Acquedotto pugliese|acquedotto delle Puglie]], allora il più grande ed efficiente d'Europa), il caseggiato della scuola elementare, i giardini pubblici, il monumento ai Caduti, numerosi edifici, aziende agricole, opere di bonifica e di trasformazione fondiaria, ecc. Nel 1929 fu allontanato dall'incarico per non aver ritirato la tessera del PNF.
 
==La Scuola d'arte applicata di Oristano==
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Nel 1923 a [[Oristano]], Davide Cova progettò l'edificio della scuola elementare e la Scuola d'arte applicata, per l'insegnamento artistico di pittura, ceramica, scultura e altre attività artistiche e artigianali. Eseguì quest'ultima opera su una struttura preesistente in stato di abbandono, ristrutturandola e dotandola delle aule necessarie, delle fornaci per la cottura dei manufatti d'argilla e delle attrezzature per gli insegnamenti delle diverse materie, tra cui erano comprese, oltre alle arti grafiche (disegno, decoro, stampa, pittura), la lavorazione artigianale artistica del legno, del ferro e di altri materiali.
 
Nella scuola d'arte, da lui invitati a prestarvi insegnamento, furono presenti alcuni tra gli artisti sardi migliori di quel periodo, suoi amici, tra cui lo scultore [[Francesco Ciusa]], i pittori [[Felice Melis Marini]], Antonio Ballero, [[Mario Delitala]], il decoratore, incisore e arredatore [[Gaetano Ciuffo]], i pittori [[Carmelo Floris]], [[Giuseppe Biasi]], [[Filippo Figari]] bravi artigiani del legno e del ferro. Elementi d'architettura e disegno era la materia di sua pertinenza.
La [[Scuola d'arte applicata]], diche Oristanodiventò riconosciuta nel 1925, inaugurataebbe ufficialmentecome dalledocenti autoritàeffettivi nelFrancesco 1925Ciusa che fu nominato direttore, fornivaCarmelo Floris e DavideCova. Obiettivo della scuola era fornire ai giovani istruzione e competenza,diventando centro per la nascita di nuove idee in campo artigianale e industriale.
I risultati furono subito positivi.
I risultati non tardarono a manifestarsi, aumentò anche il numero delle frequenze, per l'iscrizioni di allievi provenienti da altre parti, e così anche le commesse di lavoro.La scuola faceva parte di un progetto molto ampio preparato dall'ingegner Cova per la cittadina di Oristano, che nelle sue intenzioni costituiva un modello da estendere adeguatamente nell'isola: si trattava di un piano regolatore per Oristano e i paesi limitrofi che prospettava la nascita del porto nell'ampio [[golfo di Oristano]], e quella di un borgo nella marina della Gran Torre (oggi [[Torregrande]]) e inoltre creava nella città unità abitative, scuole, edifici, giardini, piazze, spazi da destinare allo sport e allo svago, un museo archeologico e una pinacoteca.
 
Oristano che contava solo diecimila abitanti di conseguenza avrebbe avuto un notevole sviluppo con nuovi posti di lavoro e benessere tale da poter accogliere, in breve tempo, circa trentamila abitanti. Il progetto si presentò accattivante anche per le autorità locali, ma non fu mai realizzato; infatti nel 1929, avendo Davide Cova rifiutato di iscriversi al [[Partito Fascista]], fu allontanato dal posto di lavoro. La Scuola d'arte applicata fu fatta chiudere.
I risultati non tardarono a manifestarsi, aumentò anche il numero delle frequenze, per l'iscrizioni di allievi provenienti da altre parti, e così anche le commesse di lavoro.La scuola facevaera parte di un progetto molto ampio preparato dall'ingegner Cova per la cittadina di Oristano, che, nelle sue intenzioni costituiva un modello da estendere adeguatamente nell'isola: si trattava di un piano regolatore per Oristano e i paesi limitrofigenerale che prospettava la nascita del porto nell'ampio [[golfo di Oristano]], e quella di un borgo nella marina della Gran Torre (oggi [[Torregrande]]) e inoltre creava nella città unità abitative, scuole, edifici, giardini, piazze, spazi da destinare allo sport e allo svago, un museo archeologico e una pinacoteca.
Eglisuccessivamente fu considerato elemento da sorvegliare e spesso veniva recluso, specialmente in occasione della visita di qualche personalità del regime.Tuttavia vinse lo sconforto dedicandosi ancor più alla sua professione d'ingegnere, realizzando, molte volte a proprie spese, fattorie, oleifici, opere di bonifica, mantenendosi in qualche modo in contatto con alcuni amici in esilio e con altri nell'Isola.
Oristano che contava solo diecimila abitanti di conseguenza avrebbe avuto un notevole sviluppo con nuovi posti di lavoro e benessere tale da poter accogliere, in breve tempo, circa trentamila abitanti. Il progetto si presentò accattivante anche per le autorità locali, ma nonsi fu mai realizzato; infattiinterruppe, nel 1929, avendo.L'ing. Davide Cova, inseguito al rifiutatorifiuto di iscriversi al [[Partito Fascista|Partito Fasc]], fu allontanatoprivato daldel posto di lavoro.capo Laufficio Scuolatecnico d'artemunicipale applicatae fuanche fattala scuola d'arte chiuderechiuse.
EglisuccessivamenteEgli fu successivamente considerato elemento da sorvegliare e spessoogni tanto veniva recluso,. specialmente in occasione della visita di qualche personalità del regime.Tuttavia vinse lo sconforto dedicandosi ancor più alla sua professione d'ingegnere, realizzando, molte volte a proprie spese, fattorie, oleifici, opere di bonifica, mantenendosi in qualche modo in contatto con alcuni amici in esilio e con altri nell'Isola.
 
== Sindaco di Oristano ==
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Progettò il porto e la zona marina di Torregrande, realizzò la sistemazione edilizia in alcune zone della città, ripristinò le zone verdi, lavorando a lume di candela e a sue spese, per non gravare sul già difficoltoso bilancio comunale. Istituì il Museo Antiquarium Arborense e nominò un curatore dei beni archeologici provenienti da siti preistorici della Sardegna e dall'antica città di [[Tharros]]. Fu nominato dal CLN commissario per la provincia di Cagliari.
Molto impegnato tra il giornale e le riunioni di partito portò avanti i suoi principi di libertà fino all'ultimo, di una nazione repubblicana ma senza abbandonare l'idea autonomista per la Sardegna, un'isola con tanti problemi irrisolti, e decentrata. Organizzò il primo congresso del Partito Sardo d'Azione del dopoguerra, che si tenne a [[Oristano]], nei locali del cinema "Arborea".
Continuò la sua opera attivamente nel Partito Sardo d'Azione. Collaborò con gli avvocati Piero Sotgiu e Gonario Pinna alla stesura di un progetto di [[Statuto Regionale]] per la [[Sardegna]] ininterrottamente fino all'improvvisa morte nel maggio del 1947.
 
==Bibliografia==
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== Collegamenti esterni ==
*{{cita web |url=http://www.geocities.com/ingdcova |titolo=La vita e l'impegno sociale dell'Ingegner Davide Cova <!-- Bot generated title --> |urlmorto=sì |urlarchivio=https://www.webcitation.org/query.php?url=http://www.geocities.com/ingdcova |dataarchivio=11 agosto 2006 }}
 
*Archivio del Comune di Oristano
{{Portale|biografie|ingegneria}}