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Nuova pagina: {{S|storia}} {{Divisione amministrativa |Nome = Basati |Stato = ITA |Grado amministrativo = 4 |Divisione amm grado 1 = Toscana |Divisione amm grado 2 = Lucca |Divisione amm grado 3 = Seravezza |Altitudine = 430 |Abitanti = 200 |Aggiornamento abitanti = 01-01-2001 |Codice postale = 55047 |Prefisso = 0584 |Fuso orario = +1 |Nome abitanti = basatini |Patrono = Sant'Ansano<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://diocesidipisa.it/ente/parrocchia-di-...
 
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'''Basati''' è una [[Frazione (geografia)|frazione]] del comune di [[Seravezza]] in [[Versilia|Alta Versilia]], provincia di [[Lucca]], [[Toscana]]. Situato alle pendici del monte [[Monte Cavallo (Alpi Apuane)|monte Cavallo]], domina la Valle del Giardino e si affaccia sui paesi di [[Terrinca]], [[Levigliani]] e [[Retignano]], incorniciato dalle [[Alpi Apuane]], tra le quali [[Monte Altissimo (Toscana)|Altissimo]], [[Monte Corchia|Corchia]] e [[Pania della Croce]].
 
Antico borgo già frequentato dai [[Apuani|Liguri Apuani]] e fondato in chiave romana intorno all'[[Augusto|epoca augustea]], Basati ha una storia caratterizzata da una vita contadina intrecciata all'estrazione del [[marmo]].
 
== Storia ==
{{Sezione vuota|storia}}
 
=== Luoghi d'interesseEtimologia ===
L'etimologia di ''Basati'' è sconosciuta e finora poco indagata. Secondo la tradizione orale si tratterebbe di una corruzione di "sbassati", nel senso di abitanti che si ritrovano in basso rispetto all'abitato originale della località ''Pian d'Ajora''. Lo storico locale Leopoldo Belli ha avanzato l'ipotesi di un'associazione all'etnonimo ''Vasates'', una confederazione di [[Apuani]] proveniente dalla [[Francia]] meridionale distintasi per la lavorazione del [[ferro]] (metallo abbondante nel territorio basatino).<ref name=":2">{{Cita libro|nome=Giorgio|cognome=Giannelli|wkautore=Giorgio Giannelli|titolo=Almanacco Versiliese|anno=2001|editore=Edizioni Versilia Oggi|città=Seravezza|pp=229–232|capitolo=Basati}}</ref><ref name=":0" /><ref name=":1" />
 
=== Primi insediamenti ===
L'area di Basati presenta numerosi esempi di [[Coppella|coppellazione]] e decine di [[Incisioni rupestri|petroglifi]] molto interessanti dal punto di vista archeologico, investigati e censiti per la prima volta nel 1995-1999 dai coniugi lombardi Giorgio Citton e Isa Pastorelli.<ref name=":2" /><ref>{{Cita libro|nome=Giorgio|cognome=Citton|nome2=Isa|cognome2=Pastorelli|titolo=Incisioni rupestri sulle Apuane e in Alta Versilia|anno=1995|editore=Tipografia Offset|città=Massarosa}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Giorgio|cognome=Citton|nome2=Isa|cognome2=Pastorelli|titolo=I monti scritti: sacralità e preistoria nelle incisioni rupestri delle Alpi Apuane e in Alta Versilia|anno=2001|editore=Baroni|città=Viareggio|ISBN=9788882091859}}</ref>
 
In particolare desta l'attenzione un masso su cui sono incisi una spirale a 12 volute e un [[Antropomorfismo|antropomorfo]] [[Itifallo|itifallico]] con arti ortogonali e corna (oggi quasi cancellato).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Anna Maria|cognome=Tosatti|anno=2012|titolo=Incisioni rupestri delle Alpi Apuane|rivista=Preistoria Alpina|città=Trento|volume=46|numero=II|pp=179–181|url=https://www2.muse.it/pubblicazioni/7/46/vol2/25%20p%20Tosatti.pdf|ISSN=0393-0157}}</ref><ref name=":3">{{Cita libro|nome=Anna Maria|cognome=Tosatti|titolo=L’arte rupestre nella penisola e nelle isole italiane: rapporti tra rocce incise e dipinte, simboli, aree montane e viabilità: Rock art in the Italian peninsula and islands: issues about the relation between engraved and painted rocks, symbols, mountain areas and paths|url=http://www.jstor.org/stable/j.ctv1zcm00t?turn_away=true|accesso=2025-03-30|data=2021|anno=2021|editore=Archaeopress|pp=90–128|capitolo=Incisioni rupestri nel territorio delle Alpi Apuane tra Massa e Lucca|url_capitolo=https://www.researchgate.net/publication/354835843_Incisioni_rupestri_nel_territorio_delle_Alpi_Apuane_tra_Massa_e_Lucca|DOI=10.2307/j.ctv1zcm00t.8}}</ref><ref name=":4">{{Cita libro|nome=Francesco M. P.|cognome=Carrera|nome2=Renata Grifoni|cognome2=Cremonesi|nome3=Anna Maria|cognome3=Tosatti|titolo=L’arte rupestre nella penisola e nelle isole italiane: rapporti tra rocce incise e dipinte, simboli, aree montane e viabilità: Rock art in the Italian peninsula and islands: issues about the relation between engraved and painted rocks, symbols, mountain areas and paths|url=https://books.google.it/books?id=CEkUEAAAQBAJ&pg=PA92&dq=incisioni+zingola+basati&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjiuNbTqLKMAxUB2AIHHTymC7oQ6AF6BAgJEAM#v=onepage&q=incisioni%20zingola%20basati&f=false|accesso=2025-03-30|data=2021-01-14|anno=2021|editore=Archaeopress Publishing Ltd|lingua=it|pp=90–92|ISBN=978-1-78969-824-4}}</ref><ref name=":5">{{Cita web|url=https://www.escursioniapuane.com/itinerari/itinerario.aspx?Id_Itinerario=356|titolo=(LU-Stazzema) PONTE DELLA ZINGOLA (200 m) – SPIRALE DELLA ZINGOLA - PONTE DEL CANALE DEL GIARDINO (450 m)|sito=www.escursioniapuane.com|accesso=2025-03-30}}</ref> La roccia in questione (lunga circa 3,5 metri) si trova a fondovalle in località ''Zingola'', sul lato sinistro del torrente del Giardino in un riparo nei pressi dell'antico sentiero che conduceva alle cave dell'Altissimo. Il masso originariamente si trovava dall'altra sponda ma dopo l'[[Alluvione della Versilia del 19 giugno 1996|alluvione del 1996]] ed i conseguenti lavori di ripristino del canale (grazie a cui la scoperta conquistò l'attenzione locale) fu trasferito lungo la via camionabile privata (1997).<ref name=":3" /><ref name=":4" />
 
Le incisioni sono ascrivibili almeno al periodo dei [[Liguri]] [[Apuani]] (VIII - VI sec. a.C.) e testimoniano la sacralità delle Apuane. In particolare, in origine il masso si trovava in acqua in quello che probabilmente era un punto obbligato di guado, un camminamento molto antico.<ref name=":4" /> La spirale (dal diametro massimo di 16 cm<ref name=":5" />) è ancora visibile perché ricavata su un mecascisto quarzoso ben resistente all'erosione dell'acqua.<ref name=":5" />
 
Per tutti gli anni 1990 (specialmente nel 1999) sono stati rinvenuti intorno a Basati dei resti di anfore e monete riferibili alla metà del II secolo a.C., testimonianza di una progressiva integrazione del popolo ligure nel tessuto sociale romano. Come tutte le altre località dell'Alta Versilia, anche Basati fu inizialmente assegnata a [[Colonia romana|coloni]] di [[Lucca]] o [[Luna (colonia romana)|Luna]] sotto forma di ''[[arcifinius]]'', ovvero un appezzamento delimitato da confini naturali dove le popolazioni indigene (gli Apuani) vivevano in inferiorità numerica e giuridica in attesa dell'effettiva annessione alla [[Repubblica romana|Repubblica]].<ref name=":2" />
 
=== Tardo medioevo ===
Il toponimo Basati è menzionato per la prima volta in un estimo del 1320 della Comunità di Pietrasanta, in cui figurava assieme alla vicina località di [[Cerreta Sant'Antonio]]. Nel 1333, però, apparteneva alle comunità soggette alla pieve di San Martino della Cappella, benché non sia noto come e quando sia avvenuta questa traslazione.<ref name=":2" />
 
Nel Quattrocento il torrente di Cansoli e il Canale del Giardino videro svilupparsi un importante polo siderurgico e di estrazione di minerali dal sottosuolo (come lapislazzuli e malachite).<ref name=":2" /> Le maestranze provenivano dall'Alta Versilia ma soprattutto dal nord Italia ed Europa. Alcuni scrittori locali del Settecento ([[Giovanni Targioni Tozzetti]] e Francesco Campana in primis) sostennero che gli abitanti di Basati fossero "''discendenti da certi bresciani che in antico (forse ai tempi di Cosimo e Ferdinando I) lavoravano alle miniere d'argento di Gallena. Essi hanno un gergo col quale si intendono fra di loro e non sono intesi dagli altri''".<ref name=":2" /><ref name=":0" />
 
In quel periodo la gestione del territorio era già suddivisa tra le selve di castagno e i campi terrazzati, mentre nelle terre Alte dell’Alpe di Basati si sfruttavano i pascoli per gli armenti (soprattutto ovini e caprini) e le enormi faggete intorno al monte Ronchi e lungo valle di Arni per fare carbone. Proprio la produzione di carbone per le ferriere lungo il Giardino e la valle del Vezza rappresentò una grossa risorsa economica per il paese; nei boschi circostanti Basati, ancora oggi sono visibili gli spazi riservati alla realizzazione delle carbonaie. Dal 1450 al 1578 si registrarono contrasti e vertenze con gli abitanti di [[Vagli Sotto|Vagli di Sotto]] per la gestione dei pascoli comuni nella valle di [[Arni (Stazzema)|Arni]], sfociati in veri e propri atti di guerra.<ref name=":2" />
 
=== Età contemporanea ===
Nel 1536, nella lista degli artigiani del paese, vi erano due fabbri, quattro segatori d’assi, un cerchiaio ed un mugnaio. Lungo il corso del torrente di Basati, vicino allo sbocco nel canale del Giardino, si trovano ancora i suggestivi resti del Mulino di Tortuliano.
 
Intorno alla metà del Settecento Targioni Tozzetti, importante medico e naturalista legato allo sviluppo scientifico ed economico della Toscana, segnalava l'esistenza di molti filoni di ferro in Betigna, (Alpe di Basati), con segni d'oro, argento e piombo. In realtà tali giacimenti non vennero mai sfruttati, mentre vennero aperte miniere di rame, sempre nel XVIII° secolo, presso la chiesa di S. Maria Maddalena.<ref name=":2" /><ref name=":0" />
 
Fino all'inizio del XIX° secolo la comunità di Basati trovava sostentamento nella pastorizia, nella produzione di carbone di faggio e nella lavorazione del legno di castagno. Molto importante per la comunità di Basati fu l'avvento dell'economia del [[marmo]] e l'apertura di numerosi bacini marmiferi: per assistere al massiccio sfruttamento degli agri marmiferi del monte Altissimo e del pizzo Falcovaja bisognerà però attendere la prima metà dell'Ottocento, a partire dagli anni Venti, con il connubio tra l'ex ufficiale napoleonico Alexandre Henraux ed il seravezzino Marco Borrini. L'apertura dei bacini d'estrazione intorno al massiccio dell'Altissimo (Cervaiole, Giardino, Piastrone) creò una richiesta di manodopera che non solo coinvolse quasi tutta la forza lavoro di Basati, ma richiese l'apporto di pendolari dai centri e dalle zone limitrofe. Nella seconda metà del Novecento il fenomeno si ridimensionò gradualmente, soprattutto per l'ausilio di nuove tecnologie.<ref name=":2" />
 
Nella storia del paese va ricordata l’esistenza di una banda musicale, oggi scomparsa, quando i suonatori più anziani insegnavano ai giovani l’uso dei vari strumenti. Gli uomini a quel tempo lavoravano alle cave del Fondone. Partivano il lunedì portando nello zaino anche lo strumento musicale, così alla sera, fra le brande del dormitorio, studiavano gli spartiti che provavano poi, al rientro a casa il sabato sera, insieme agli altri paesani. Nel 1956 gli abitanti di Basati decisero di unire il paese alla strada di Ruosina ed alle cave del Giardino. Con pale e picconi iniziarono i lavori, offrendo terreni e manodopera gratuitamente e lavorando durante i giorni festivi dopo una settimana passata alla cava. Si completarono così i primi 500 metri di strada, finché nel 1960, con l'intervento del Comune e di pubbliche sottoscrizioni, si definì l'opera, creando l'anello [[Giustagnana]], [[Minazzana]], Basati, Seravezza e, nel 1967, l'asfaltatura Zingola-Ruosina.<ref name=":2" /><ref name=":0" />
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
 
=== Chiesa di Sant'Ansano ===
Le prime testimonianze della chiesa risalgono al 1538, quando era alle dipendenze dalla Pieve della Cappella e governata da prete Agostino Bartolomeo del Camparetto. Eretta come piccolo oratorio, nel corso del Settecento divenne parrocchia autonoma, passando nel 1798 dalla [[Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato|Diocesi di Luni-Sarzana]] alla [[Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli|Diocesi di Pontremoli]] e infine alla [[Arcidiocesi di Pisa|Diocesi di Pisa]].<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.prolocoseravezza.it/localita-alta-versilia-it.php?nome=basati|titolo=Basati - Associazione Turistica Pro Loco Seravezza|sito=www.prolocoseravezza.it|accesso=2025-03-30}}</ref><ref name=":1">{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.ursea.it/wp/archives/7903|titolo=Basati – ursea, tuscany, italy|accesso=2025-03-30}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/66413/Chiesa_di_Sant'Ansano_Basati,_Seravezza|titolo=Chiesa di Sant'Ansano {{!}} Seravezza (LU)|sito=BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web|accesso=2025-03-30}}</ref><ref>{{Cita web|cognome=Monaco|nome=Gabriele|url=https://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=66413|titolo=Chiesa di S. Ansano di Basati|data=15 giugno 2011|accesso=30 marzo 2025}}</ref>
 
Al suo interno l'altare, acquistato nel 1812, proviene dalla chiesa di S. Maria della Cervia, prima che quest'ultima venisse demolita. L'organo, situato sopra l'ingresso principale, fu realizzato nell'Ottocento da maestranze della vicina frazione di [[Pomezzana]].<ref name=":0" /><ref name=":1" />
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== Note ==
<references/>
{{Reflist}}
== Voci correlate ==
 
== Bibliografia ==
* Giorgio Giannelli, ''Almanacco Versiliese'', vol. 1, Edizioni Versilia Oggi, Seravezza, 2001, voce ''Basati'' a pp. 229-232.
* Vincenzo Santini, ''Vicende Storiche di Seravezza e Stazzema'', ristampa del 1964.
 
== Voci correlate ==
* [[Seravezza]]
* [[Stazzema]]
* [[Versilia]]
* [[Alpi Apuane]]
* [[Coppella]]
 
== Collegamenti esterni ==
 
* [https://www.prolocoseravezza.it/localita-alta-versilia-it.php?nome=basati Storia del borgo]
* [https://www.escursioniapuane.com/itinerari/itinerario.aspx?Id_Itinerario=356 Itinerario per le incisioni rupestri]
{{Portale|Toscana|Geografia}}
* [https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/66413/Chiesa_di_Sant'Ansano_Basati,_Seravezza Chiesa di Basati]
 
 
{{Portale|Toscana|Geografia}}
[[Categoria:Frazioni di Seravezza]]