Lockheed D-21/M-21: differenze tra le versioni

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Complessivamente, furono effettuati quattro lanci di un D-21 da un M-21, tutti tra il marzo ed il luglio 1966.
* Primo lancio: 5 marzo 1966. La fase di distacco tra l'aereo-madre e il drone, che era potenzialmente molto pericolosa, si svolse con successo. Tuttavia, il D-21 si schiantò dopo alcune centinaia di chilometri.
* Secondo lancio: 27 aprile 1966. Il drone raggiunse una quota di 27.400 metri e una velocità di Mach 3.3, ma precipitò per un problema tecnico dopo 2.200 km. Tuttavia, considerando la complessità del programma ed il fatto che si trattava del secondo volo, sifu trattò divalutato un risultato di tutto rilievo che rinnovò l'interesse dei responsabili.
* Terzo lancio: 16 giugno 1966. I risultati furono decisamente migliori, visto che il D-21 completò la missione, raggiungendo anche i valori di autonomia previsti. Tuttavia, lo sgancio della capsula non avvenne a causa di un problema tecnico.
* Quarto lancio: il 30 luglio 1966. Il D-21 subito dopo il lancio, appena staccatosi dal dorso dell'aereo madre, puntò il muso verso di esso e lo investì in pieno. Il pilota Bill Park riuscì ad eiettarsi e si salvò, ma il navigatore Ray Torick perse la vita.
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== Il programma Senior Bowl ==
Il programma riguardante il lancio di un D-21 da un B-52 prese il nome di "Senior Bowl". Tuttavia, fu necessario approntare alcune modifiche al drone, visto che la velocità dell'aero-vettore era troppo bassa per permettere il funzionamento dello statoreattore. Il problema fu risolto modificando il D-21 con l'aggiunta di un [[Razzo ausiliario|booster]] a propellente solido lungo 13,5 metri e pesante 6.025 kg, con una spinta di 12.380 kg. Il drone così modificato prese il nome di D-21B (la versione precedente, quindi, venne chiamata D-21A).
[[File:B-52 with D-21.jpg|thumb|Un D-21B agganciato sotto l'ala di un B-52.]]
Per i lanci, furono predisposti due B-52, che erano in grado (almeno in teoria) di lanciare due D-21 contemporaneamente. I droni venivano portati agganciati sotto le ali.
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I test di volo del D-21 lanciato dal B-52 iniziarono nel settembre 1967 e proseguirono fino al luglio 1969. Complessivamente, si trattò di dodici lanci, molti dei quali falliti.
* 28 settembre 1967: primo tentativo di lancio. Si trattò di un fallimento completo, perché il drone si sganciò prima del previsto e precipitò al suolo. Inoltre, il booster prese fuoco.
* Novembre 1967 – gennaio 1968: tre lanci falliti. Kelly Johnson fu costretto ad ordinareordinò al suo team di provvedere alle necessarie modifiche.
* 30 aprile 1968: lancio fallito. Gli ingegneri della Lockheed furono nuovamente costretti a rimettere le mani sul progetto del D-21.
* 16 giugno 1968: lancio riuscito. Per la prima volta, il D-21 svolse la sua missione senza imprevisti, rispettando tutti i valori previsti di altitudine, autonomia e velocità. L'unica parte del piano di volo che non fu verificata fu l'ultima, perché si era deciso di non mettere a bordo la capsula con la fotocamera.
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* 16 dicembre 1970: il drone 523 funzionò come previsto, ma a causa di un malfunzionamento del paracadute, la capsula precipitò e si distrusse nell'impatto con il suolo.
* 4 marzo 1971: il drone 526 funzionò come previsto, ed anche il paracadute si aprì. Purtroppo, la nave incaricata del recupero speronò per errore la capsula, che affondò.
* 20 marzo 1971: il drone 527 sparì senza lasciare traccia. Non siè sanoto se la sua perdita sia stata causata da un guasto tecnico o da un missile antiaereo. Si trattò dell'ultimo lancio di un D-21.
[[File:B-52 with two D-21s.jpg|thumb|Un B-52 con due D-21B sotto le ali.]]
 
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Il programma relativo al D-21 venne sospeso nel luglio 1971, a causa della bassa percentuale di successi. Inoltre, i progressi nel campo dei [[satellite artificiale|satelliti da ricognizione]] resero sostanzialmente inutile un sistema d'arma di questo tipo.
 
I D-21 superstiti furono ridisegnati GTD-21B e sistemati in un magazzino presso la Davis-Monthan Air Force Base, nei pressi di [[Tucson]]. In seguito, quattro esemplari vennero consegnati alla [[NASA]], chela quale, alla fine degli anni novanta, pensòconsiderò di utilizzarli per lo sviluppo di un sistema di propulsione.; Allatuttavia fine,abbandonò nontale se ne fece nulla, visto che laproposito NASAe preferì poiaffidarsi ripiegare sua una versione dell'[[X-43]].

Gli altri D-21 rimasti furono ceduti a musei. Oggi ne esistono ancora otto.
 
== Bibliografia ==