Conquista francese dell'Algeria: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
CommonsDelinker (discussione | contributi)
Bot: sostituisco Bombardementd_alger-1830.jpg con File:Bombardement_d'Alger_-_1830.jpg (da CommonsDelinker per: File renamed: Obvious error).
 
(33 versioni intermedie di 26 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{nota disambigua||Guerra d'Algeria}}
{{Infobox conflitto
|Tipo =Battaglia Guerra
|Nome del conflitto = Conquista francese dell'Algeria
|Parte_di = delle [[guerre coloniali francesi]]
|Immagine = La prise de Constantine 1837 par Horace Vernet.jpg
|Didascalia = ''La presa di Costantina'' in un dipinto di [[Horace Vernet]]
|Data = 1827–1830–1857<ref name=milleottocentocinquantasette>
|Data = 1827–1830–1857<ref>Imperial Identities: Stereotyping, Prejudice and Race in Colonial Algeria - Patricia M. E. Lorcin [https://books.google.com/books?id=OyvgS7tbAxQC&pg=PA18]</ref><ref>"The conquest was completed when the French defeated the independent Berber confederacies in the Kabylia in 1857" [https://books.google.com/books?id=A0XNvklcqbwC&pg=PA90]</ref>
*Imperial Identities: Stereotyping, Prejudice and Race in Colonial Algeria - Patricia M. E. Lorcin [https://books.google.com/books?id=OyvgS7tbAxQC&pg=PA18];
|Luogo = [[Algeria ottomana]], attuale [[Algeria]]
|Data = 1827–1830–1857<ref>Imperial Identities: Stereotyping, Prejudice and Race in Colonial Algeria - Patricia M. E. Lorcin [https://books.google.com/books?id=OyvgS7tbAxQC&pg=PA18]</ref><ref>*"The conquest was completed when the French defeated the independent Berber confederacies in the Kabylia in 1857" [https://books.google.com/books?id=A0XNvklcqbwC&pg=PA90]</ref>
|Luogo = [[AlgeriaReggenza ottomanadi Algeri]], attuale [[Algeria]]
|Esito = Vittoria francese
|Schieramento1 = [[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Monarchia di luglio|Francia]]
|Schieramento2 = {{OTT}}
* {{simbolo|Drapeau Ahmed Bey de Constantine.jpg}} [[Algeria ottomana|Reggenza di Algeri]]
{{simbolo|Dz flag-Abdelkader.png}} [[Emirato di Abd el-Kader]]<br />{{simbolo|Flag of Morocco 1666 1915(1666–1915).svg}} [[Sultanato del Marocco]]<br />{{simbolo|BeniFlag Abbasof Kingdom2Brischan.svg}} [[Regno di Ait Abbas]]<br />{{simbolo|Flag of Kel Ahaggar.svg}} [[Kel Ahaggar]]
|Comandante1 = [[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Bertrand Clausel]]<br />[[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Pierre Berthezène|Barone Berthezène]]<br />[[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Anne Jean Marie René Savary|Duca di Rovigo]]<br />[[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Théophile Voirol|Baron Voirol]]<br />[[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Jean-Baptiste Drouet, conte d'Erlon|conte d'Erlon]]<br />[[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Charles Marie Denys de Damrémont|conte di Damrémont]]
|Comandante2 = {{bandiera|Impero Ottomano}} [[Husayn III d'Algeri|Hussein Dey]]<br />{{simbolo|Drapeau Ahmed Bey de Constantine.jpg}} [[Ahmed Bey]]<br />{{simbolo|Dz flag-Abdelkader.png}} [[Abdalkader]]<br/>[[Lalla Fatma N'Soumer]]<br />{{simbolo|Flag of Morocco 1666 1915(1666–1915).svg}} [[Abd al-Rahman del Marocco]]
|Effettivi1 =34.000 {{formatnum:34000}} fanti, 83 cannoni<br />100 navi da guerra<br />11 navi di linea<br />572 marinai<ref>A Global Chronology of Conflict: From the Ancient World to the Modern Middle ... , by Spencer C. Tucker, 2009 p. 1154</ref>
|Effettivi2 = Sconosciuti
|Perdite1 =15.000 {{formatnum:15000}} morti<ref name=Necrometrics>{{cita web|titolo=French Conquest of Algeria (1829-47)|url=http://necrometrics.com/wars19c.htm#Algeria1830|sito=necrometrics}}</ref>
|Perdite2 =285.000 {{formatnum:285000}} morti<ref name=Necrometrics/>
}}
{{Conquista francese dell'Algeria}}
{{Guerre franco-marocchine}}
 
La '''conquista francese dell'Algeria''' ebbe luogo tra il 1830 ed il 18471857<ref name=milleottocentocinquantasette/>. Nel 1827, sorse una discussione tra [[Husayn III d'Algeri|Hussein Dey]], reggente della [[reggenza di Algeri]] in capo all'Impero ottomano, ed il locale console francese che sfociò ben presto in un blocco navale aiimposto danni delladalla Francia che(ma benin prestorealtà dannoso per i mercanti francesi). Dopo vari contrasti minori la Francia nel 1830 invase e conquistò [[Algeri]] nel 1830, prendendo rapidamente il controllo delle restanti comunità costiere. I successi totalizzati spinsero la Francia ad intraprendere una vera e propria campagna militare contro l'Algeria che portò all'arrivo di nuovi uomini per schiacciare ogni tipo di resistenza interna al paese.
 
L'obiettivo di questa conquista, da parte della Francia, era quello di combattere e addirittura distruggere la [[Corsari barbareschi|pirateria barbaresca]], praticata per secoli dalle popolazioni locali arabo-berbere musulmane contro i civili europei bianchi e cristiani, catturati per essere ridotti in schiavitù fisica (per gli uomini) e sessuale (per le donne), al fine di mettere in sicurezza l'Europa e le coste del Mediterraneo, nonché di liberare i civili europei tenuti in schiavitù.
 
Le forze di resistenza algerine erano divise in due parti: l'una sotto il comando di [[Ahmed Bey]] a [[Costantina (Algeria)|Costantina]], ad est, e le forze nazionaliste in [[Cabilia]] a ovest. La sigla di trattati separati coi nazionalisti alla guida di [[Abd al-Qadir al-Jaza'iri|`Abd al-Qādir]] permise ai francesi dapprima di concentrarsi sull'eliminazione delle restanti minacce ottomane e poi alla presa definitiva di Costantina nel 1837. Al-Qādir a questo punto riprese una propria resistenza ad ovest con l'appoggio del Marocco dal 1842 sino a quando lo stesso sultanato locale, su pressione del diplomatica francese (dopo la sconfitta nella [[Guerra franco-marocchina|prima guerra franco-marocchina]]) non venne estromesso anche dal Marocco, arrendendosi alle forze francesi nel 1847.
 
==Il contesto storico==
==Antefatto==
=== Il dominio ottomano ===
Il territorio oggi noto come [[Algeria]] negli anni trenta dell'Ottocento era solo parzialmente sotto il controllo dell'[[Impero ottomano]]. Un [[dey]] governava l'intera [[reggenza di Algeri]], ma questi poteva esercitare un controllo diretto solo nella città di [[Algeri]] e nelle sue vicinanze, con altri baliaggi stabiliti in poche altre aree influenti come [[Orano]] e [[Costantina (Algeria)|Costantina]]. Il resto del territorio (incluso gran parte dell'entroterra) era solo nominalmente sotto il controllo ottomano ma in realtà era controllato dai capi tribali berberi locali. Lo stesso dey era molto indipendente nelle proprie decisioni dal sultano ottomano, pur essendo supportato (o controllato, a seconda delle prospettive storiche) dai [[giannizzeri]] turchi d'istanza ad Algeri. Il territorio confinava ad ovest col [[sultanato del Marocco]] e ad est dalla [[reggenza di Tunisi]]. Il confine ad ovest era segnato nominalmente dal corso del fiume [[Tafna]] ma esso fu soggetto a continui cambiamenti a seconda delle tribù locali e della loro influenza nel controllo del territorio.
{{Vedi anche|Reggenza di Algeri}}
IlLa territorioregione oggialgerina noto comenegli [[Algeriaanni 1830]] negli anni trenta dell'Ottocento era solo parzialmente sotto il controllo dell'[[Impero ottomano]]. Un [[dey]] governava l'intera [[reggenza di Algeri]], ma questi poteva esercitare un controllo diretto solo nella città di [[Algeri]] e nelle sue vicinanze, con altri baliaggi stabiliti in poche altre aree influenti come [[Orano]] e [[Costantina (Algeria)|Costantina]]. Il resto del territorio (incluso gran parte dell'entroterra) era solo nominalmente sotto il controllodominio ottomano ma in realtà era controllato dai capi tribali berberi locali. Lo stesso dey era molto indipendente nelle proprie decisioni dal sultano ottomano, pur essendo supportato (o controllato, a seconda delle prospettive storiche) dai [[giannizzeri]] turchi d'istanzadi stanza ad Algeri. Il territorio confinava ad ovest col [[sultanato del Marocco]] e ad est dallacon la [[reggenza di Tunisi]]. Il confine ad ovest era segnato nominalmenteufficialmente dal corso del fiume [[Tafna]], ma esso fu soggetto a continui cambiamenti a seconda delle tribù locali e della loro influenza nel controllo del territorio.
 
La reggenza di Algeri, era inoltre una delle principali basi dei [[pirati barbareschi]] e degli [[schiavisti berberi]] che da secoli attaccavano le navi cristianeeuropee e gli insediamenti costieri del [[Mediterraneo]] e dell'[[Atlantico]] settentrionale. Come il resto della [[Costa berbera]], la reggenza di Algeri viveva del commercio degli schiavi e di beni catturati da Europa, America e [[Africa sub-sahariana]]. Le potenze europee bombardarono Algeri in differenti occasioni per rappresaglia e gli Stati Uniti provocarono le [[guerre barbaresche]] per impedire l'attacco alle navi commerciali della tratta verso le Americhe.<ref>{{Cita news |nome=Robert |cognome=Carver |titolo=Not so easy alliances: Two Faiths, One Banner: when Muslims marched with Christians across Europe’s battlegrounds (book review) |url=http://www.thetablet.co.uk/review/442 |editore=The Tablet |ppp=24 |data=25 aprile 2009 |pubblicazione= |accesso=3 luglio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170620191835/http://www.thetablet.co.uk/review/442# |dataarchivio=20 giugno 2017 |urlmorto=sì }}</ref>
 
=== L'inizio della conquista francese ===
La conquista dell'Algeria iniziò durante gli ultimi mesi della [[Restaurazione]] borbonica da [[Carlo X di Francia|Carlo X]], il quale sperava con questo gesto di porre definitivamente fine alla pirateria islamica e nel contempo di incrementare la propria popolarità presso il popolo francese, in particolare quello di Parigi, dove vivevano pure molti veterani delle [[guerre napoleoniche]]. Egli pensava con questo gesto di smuovere il sentimento patriottico dei francesi e nel contempo di distoglierli dalla sua politica interna. Il commercio di schiavi e la pirateria algerina cessarono immediatamente con la conquista francese di Algeri.<ref>Chisholm, Hugh, ed. (1911). "[https://en.wikisource.org/wiki/1911_Encyclop%C3%A6dia_Britannica/Barbary_Pirates Barbary Pirates]". [[Encyclopædia Britannica]] (11th ed.). Cambridge University Press.</ref>
 
=== L'"Affare del Ventaglio" ===
Nel 1795–96, la Repubblica Francese aveva preso dei contatti di fornitura per l'acquisto di grano necessario al sostentamento dell'esercito francese da due mercanti ebrei di Algeri, ma Carlo X nell'Ottocento sembrava tutt'altro che intenzionato a saldare i debiti della Repubblica. Questi mercanti, che a loro volta avevano nel frattempo contratto debiti con [[Husayn III d'Algeri|Hussein Dey]], il governante ottomano di Algeri, dissero di non poter saldare i loro conti dal momento che ancora a distanza di oltre trent'anni essi stavano attendendo i pagamenti da parte della Francia. Il dey cercò di negoziare con [[Pierre Deval]], console francese, una rettifica della situazione, ma ogni sforzo si rivelò vano al punto che il Dey sospettò Deval di collaborazionismo coi mercanti ai danni dell'Algeria. Il nipote di Deval, Alexandre, console a [[Bône]], iniziò in contemporanea una serie di opere di fortificazione dei magazzini francesi di Bône e [[El Kala|La Calle]] contravvenendo ai termini di accordi presi in precedenza.<ref>Abun-Nasr, Jamil, p. 249</ref>
 
[[File:Le coup d eventail 1827.jpg|thumb|left|L'"Affare del Ventaglio", che portò poi all'invasione francese dell'Algeria.]]
Dopo continui incontri nei quali Deval si rifiutò di provvedere risposte esaurienti, il 29 aprile 1827 il dey colpì Deval col suo [[scacciamosche]] (all'epoca definito genericamente [[ventaglio]]) in segno di protesta. Carlo X sfruttò quest'occasione per chiedere attraverso le proprie forze diplomatiche delle scuse formali da parte del dey, e quindi iniziò un [[embargo|blocco commerciale]] ai danni di Algeri. Il blocco continuò incessante per tre anni, ma venne essenzialmente a danno dei mercanti francesi i quali erano impossibilitati a concludere affari sulla costa di Algeri mentre i pirati barbareschi erano in grado di sfuggire tranquillamente al blocco. Quando la Francia nel 1829 inviò il proprio ambasciatore al dey con una proposta di negoziato, questi rispose cannoneggiando le navi del blocco. I francesi si risolsero quindi a soluzioni di forza.<ref>Abun-Nasr, p. 250</ref>
 
Dopo il fallimento della visita dell'ambasciatore, Carlo X nominò presidente [[Jules, principe di Polignac]], uno strenuo conservatore, atto che oltraggiò oltremodo l'opposizione liberale francese che aveva all'epoca la maggioranza alla Camera dei Deputati di Parigi. Polignac aprì dei negoziati con [[Muhammad Ali d'Egitto]] per dividersi il Nord Africa. Ali, fortemente influenzato dagli inglesi (pur essendo nominalmente vassallo degli ottomani), rigettò quest'idea. Fu a questo punto che il re e Polignac conclusero che la guerra per la conquista di Algeri e la fine della reggenza ottomana locale fosse l'unica prospettiva possibile.<ref>Ruedy, p. 47</ref>
Riga 43 ⟶ 52:
{{vedi anche|Invasione di Algeri (1830)}}
[[File:Débarquement en Algérie 09665.jpg|thumb|Lo sbarco a Sidi-Ferruch di [[Pierre-Julien Gilbert]].]]
[[File:BombardementdBombardement d'Alger alger- 1830.jpg|thumb|L'attacco dell'ammiraglio [[Guy-Victor Duperré]] nel corso della presa di Algeri del 1830.]]
[[File:Ottoman cannon end of 16th century length 385cm cal 178mm weight 2910 stone projectile founded 8 October 1581 Alger seized 1830.jpg|thumb|Un cannone ottomano decorato della lunghezza di 385cm e del calibro di 178mm, fuso ad Algeri l'8 ottobre 1581 e catturato dai francesi nel 1830. [[Musée de l'Armée]], Parigi.]]
 
L'ammiraglio [[Guy-Victor Duperré]] ottenne il comando a [[Tolone]] di un'armata di 600 navi che veleggiarono verso Algeri. Seguendo un piano per l'invasione dell'Algeria originariamente sviluppato sotto [[Napoleone I]] nel [[1808]], il generale [[Louis-Auguste-Victor de Ghaisnes, conte di Bourmont]] sbarcò quindi con 34.000{{formatnum:34000}} soldati a 27&nbsp;km da Algeri, a [[Sidi Fredj|Sidi Ferruch]], il 14 giugno 1830. A contrastare i francesi, il dey inviò 7.000{{formatnum:7000}} [[giannizzeri]], 19.000{{formatnum:19000}} fanti dei bey di Costantina e OranOrano, e circa 17.000{{formatnum:17000}} [[Cabilia|cabili]].<ref>Ruedy, p. 48</ref> I francesi stabilirono una potente testa di ponte e respinsero gli algerini grazie in parte all'artiglieria superiore ed alla migliore organizzazione. Il 19 giugno i francesi sconfissero le armate del dey alla battaglia di [[Staoueli]], ed entrarono ad Algeri il 5 luglio dopo tre settimane di campagna.<ref>Ruedy, p. 49</ref> Il dey accettò la capitolazione in cambio della sua libertà ed il mantenimento dei propri possedimenti e delle proprie ricchezze personali. Cinque giorni più tardi, si portò in esilio a [[Napoli]] con la sua famiglia. I giannizzeri turchi abbandonarono anch'essi il territorio facendo ritorno in Turchia.<ref name=R50>Ruedy, p. 50</ref> La partenza del dey pose fine a 313 anni di governo ottomano del territorio.
 
Mentre il comando francese aveva nominalmente concordato di preservare le libertà, le proprietà e le libertà religiose degli abitanti locali, le truppe francesi si diedero immediatamente al saccheggio in città, arrestando ed uccidendo la popolazione per ragioni arbitrarie, assaltando le proprietà e dissacrando siti religiosi. A metà agosto, le ultime autorità turche vennero deportate.<ref name=R50/> Una stima indica che beni per più di 50.000.000{{formatnum:50000000}} di franchi dell'epoca finirono nelle mani di privati durante il saccheggio.<ref>Ruedy, p. 52</ref> Questa attività ebbe un profondo effetto sulle future relazioni tra occupanti francesi e nativi algerini. Una commissione francese nel 1833 scriveva "li abbiamo posti a morte per semplice sospetto e senza processo anche nel caso di quelle persone la cui colpevolezza era dubbia ... abbiamo massacrato il popolo ... abbiamo trattato con barbarie anche i barbari".<ref name=R50/> L'eliminazione delle autorità turche ebbe ad ogni modo un effetto imprevisto, e cioè la recrudescenza della resistenza locale all'occupante.<ref>Wagner, p. 235</ref>
I metodi utilizzati dall'egemonia francese raggiunsero il [[genocidio]] che, unitamente alla carestia ed alle malattie, portarono alla morte di 500.000{{formatnum:500000}} - 1.000.000{{formatnum:1000000}} di algerini sui 3.000.000{{formatnum:3000000}} all'epoca ivi residenti.<ref>Dominik J. Schaller, in Donald Bloxham, A. Dirk Moses (eds.)[https://books.google.com/books?id=bEcTDAAAQBAJ&pg=PA356 ''The Oxford Handbook of Genocide Studies,''] Oxford University Press, 2010 p.356.</ref><ref>Asafa Jalata,[https://books.google.com/books?id=SCjxCgAAQBAJ&pg=PA92 ''Phases of Terrorism in the Age of Globalization: From Christopher Columbus to Osama bin Laden,''] Springer, 2016 pp.92-93.</ref><ref>[[Ben Kiernan]], [https://books.google.com/books?id=XR91bs70jukC&pg=PA364 ''Blood and Soil: A World History of Genocide and Extermination from Sparta to Darfur,''] Yale University Press 2007 pp.364ff.</ref>
 
La notizia della conquista di Algeri raggiunse Parigi quando Carlo X era ormai stato deposto durante i [[Rivoluzione di luglio|tre gloriosi giorni]] del luglio 1830, e quando suo cugino [[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo]], il "re cittadino", era ormai stato nominato sovrano della [[Monarchia di luglio|monarchia costituzionale]]. Il nuovo governo, composto da liberali oppostisi a loro tempo alla spedizione di Algeri, appariva riluttante a proseguire la conquista iniziata dal vecchio regime. Ad ogni modo, la vittoria ad Algeri era stata enormemente popolare in Francia, ed il nuovo Luigi Filippo decise di ritirare solo una parte delle forze d'invasione. Il generale Bourmont, che aveva inviato delle truppe ad occupare Bona ed Orano, le ritirò con l'idea di tornare in Francia e restaurare Carlo X al trono. Quando realizzò gli intenti del nuovo governo, preferì l'esilio in [[Spagna]]. Luigi Filippo lo rimpiazzò con [[Bertrand Clauzel]] nel settembre del 1830.
 
Il bey di Titteri, che aveva partecipato alla battaglia di Staouéli, tentò di coordinare la resistenza ai francesi coi bey di Orano e Costantina, ma non fu in grado di accordarsi con loro per il comando. Clauzel nel novembre di quello stesso anno guidò una colonna francese di 8000 uomini a [[Médéa]], capitale di Titteri, perdendo 200 uomini nelle varie schermaglie. Dopo aver lasciato 500 uomini a [[Blida]] occupò Médéa senza resistenza, dal momento che il bey l'aveva abbandonata volontariamente. Dopo aver installato in loco una nuova guarnigione, tornò ad Algeri. Al suo arrivo a Blida, seppe che la locale guarnigione era stata attaccata dai cabili, e per rappresaglia uccise un gruppo di persone tra cui donne e bambini, attirandosi l'opposizione della popolazione locale. Clauzel decise di ritirare la guarnigione sul posto e di tornare ad Algeri.<ref>Wagner, pp. 237-239</ref>
 
==L'inizio della colonizzazione==
[[File:Algérie fr.jpg|thumb|Mappa del 1877 dei tre dipartimenti francesi di Algeri, OranOrano e Costantina]]
[[File:French Algeria evolution 1830-1962 map-fr.svg|thumb|Mappa cronologica della conquista francese.]]
Clauzel introdusse una formale amministrazione civile ad Algeri, ed iniziò a reclutare degli [[zuavi]], ausiliari nativi delle forze francesi, con lo scopo di stabilire una vera e propria presenza coloniale francese in loco. Assieme ad altri formò una compagnia per l'acquisto di terra agricola da assegnare poi a coloni europei. Clauzel riconobbe subito l'enorme potenziale agricolo della [[Geografia dell'Algeria|piana di Mitidja]] e iniziò qui la produzione di [[cotone (botanica)|cotone]] su vasta scala. Durante il suo secondo periodo come governatore generale (1835–36), utilizzò la propria carica per condurre degli investimenti privati in terra ed incoraggiò ufficiali d'esercito e burocrati della sua amministrazione a fare lo stesso. Questo fatto sbloccò gli interessi commerciali della Francia e dell'Europa verso l'Algeria nonché diede inizio alle speculazioni. Nel periodo di dieci anni vennero costruite nuove aziende agricole, fabbriche e luoghi di scambio.
 
Clauzel inoltre tentò di estendere l'influenza francese ad Orano ed a Costantina negoziando col bey di Tunisi la presenza di governanti "locali" che avrebbero operato sotto l'amministrazione francese. Il bey rifiutò l'offerta giudicando tale prospettiva in conflitto anche con gli stessi interessi ottomani. Il ministero degli esteri francese obbiettòobiettò ai negoziati di Clauzel condotti col Marocco per stabilire un bey marocchino ad Orano e con l'inizio del 1831 lo rimpiazzò col [[Pierre Bertheéne|barone Berthezène]].
 
Berthezène fu un amministratore debole e sfavorevole alla colonizzazione.<ref>Wagner, p. 240</ref> Il suo peggior fallimento militare venne rappresentato dal suo supporto al bey di Médéa, noto per la sua corruzione, che gli attirò le ire della popolazione. Berthezène guidò le truppe a Médéa nel giugno del 1831 per trarvi il bey e la guarnigione locale. Sulla via del ritorno verso Algeri vennero continuamente attaccati dalla resistenza cabili. Le perdite francesi durante questa ritirata furono significative (quasi 300 uomini in tutto), portando anche a degli attacchi agli insediamenti coloniali.<ref>Wagner, pp. 241-243</ref> I crescenti interessi della Francia in loco fecero si che Luigi Filippo ben presto nominasse il [[Anne Jean Marie René Savary|duca di Rovigo]] a nuovo governatore sul finire del 1831.
 
Il duca di Rovigo riprese il controllo di [[Bône]] e Bougie (attuale [[Béjaïa]]), città che Clauzel aveva preso e poi perso per la resistenza del popolo cabili. Questi continuò la politica di colonizzazione della terra e di espropriazione delle proprietà. La sua soppressione della resistenza ad Algeri fu brutale, con la presenza dei militari largamente estesa su tutto il suo territorio. Richiamato nel 1833 per la violenta natura della sua repressione, venne sostituito dal [[Théophile Voirol|barone Voirol]]. Voirol riuscì a stabilire l'occupazione francese ad OranOrano, ed un altro generale francese, [[Louis Alexis Desmichels]], ottenne il comando su [[Arzew]] e [[Mostaganem]].
 
Il 22 giugno 1834, la Francia formalmente annetté le aree occupate dell'Algeria (per una popolazione di circa 2.000.000{{formatnum:2000000}} di abitanti) come colonia militare. La colonia venne diretta infatti da un governatore militare che aveva sia autorità civile che autorità militare, tra cui il potere di realizzare decreti esecutivi. La sua autorità era nominalmente estesa all'area "occupata" presso la costa, ma in realtà oltre tale limite la Francia era ancora in lotta con la resistenza della popolazione locale. La politica di un'occupazione limitata venne formalmente abbandonata nel 1840 a favore di un controllo completo dell'area.
 
Voirol venne rimpiazzato nel 1834 da [[Jean-Baptiste Drouet, conte d'Erlon]], che divenne il primo governatore ufficiale della colonia, al quale spettò la repressione della resistenza di [[Abd al-Qadir al-Jaza'iri|`Abd al-Qādir]] e dei continui fallimenti francesi per sottomettere [[Ahmed Bey]], governante di Costantina.
 
==La rivolta di Abdul Kader==
Il religioso [[Muhyi ad Din]], che tanti anni aveva trascorso nelle carceri ottomane per essersi apertamente opposto al governo del bey, lanciò i suoi attacchi contro i francesi ed i loro alleati [[makhzen]] ad Orano nel 1832. Nello stesso anno, diversi anziani deidel territorio presso [[Mascara (Algeria)|Mascara]], scelsero il figlio di Muhyi ad Din, il venticinquenne `Abd al-Qādir, per rimpiazzarlo come capo della [[jihād]] locale. Abd al-Qādir, riconosciuto come [[Amir al-Muminin]] (comandante della fede), ottenne in breve tempo il supporto delle tribù dei territori ad occidente. Nel 1834 concluse un [[Trattato Desmichels|trattato col generale Desmichels]], allora comandante della provincia di OranOrano. Nel trattato, che venne accettato dall'amministrazione francese seppur riluttante, la Francia riconobbe Abd al-Qādir come sovrano dei territori della provincia di OranOrano non sottoposte al controllo francese, ed autorizzò Abd al-Qādir ad inviare propri consoli nelle città francesi. Il trattato non richiese però ad Abd al-Qādir di riconoscere il governo francese. Abd al-Qādir utilizzò la pace per espandere la propria influenza sulle tribù dell'Algeria centrale.
 
Mentre d'Erlon era però apparentemente ignaro delle minacce poste in essere dalle attività di Abd al-Qādir, il generale [[Camille Alphonse Trézel]], allora al comando ad OranOrano, se ne accorse, e tentò pertanto di separare alcune tribù da Abd al-Qādir. Quando riuscì a convincere due tribù presso OranOrano a riconoscere la supremazia francese nell'area, Abd al-Qādir chiese alle proprie truppe di muoversi nei territori interni non ancora sottoposti al governo della Francia. Trézel inviò delle truppe ad OranOrano per proteggere il territorio da queste tribù dal 16 giugno 1835. Dopo alcune schermaglie, Abd al-Qādir decise di ritirare il proprio console da OranOrano ed espelletteespulse il console francese da Mascara, fatto che risultoi ''defrancesi facto''interpretarono come una dichiarazione di guerra. Le due forze si scontrarono in una sanguinosa ,ma inconcludente battaglia presso il [[Sig (fiume)|fiume Sig]]. Ad ogni modo, quando la Franciatruppe Francesi, a corto di ivveriviveri, iniziòiniziarono a ritirarsi verso Arzew, al-Qādir guidò 20.000{{formatnum:20000}} uomini contro la colonna e nella [[Battaglia di Macta]] riuscì ad uccidere 500 francesi. Il fallimento portò al richiamo del conte d'Erlon.
 
Il generale Clauzel venne nominato una seconda volta come governatore al posto di d'Erlon. Egli guidò un attacco contro [[Mascara (Algeria)|Mascara]] nel dicembre di quello stesso anno, città che Abd al-Qādir, con l'avanzata, aveva fatto evacuare. Nel gennaio del 1836 occupò [[Tlemcen]], e vi stabilì una guarnigione pianificando l'attacco a [[Costantina (Algeria)|Costantina]]. Abd al-Qādir continuò a minacciare i francesi a Tlemcen, pertanto si rese necessario l'invio di ulteriori truppe alla guida di [[Thomas Robert Bugeaud]], veterano delle [[guerre napoleoniche]] che vantava una notevole esperienza nel campo della guerriglia irregolare, il quale venne inviato ad OranOrano per assicurare il controllo del fiume [[Tafna]] e rimpinguare la guarnigione locale. Abd al-Qādir si ritirò, ma decise di accamparsi sulla riva del fiume [[Sikkak]]. Il 6 luglio 1836, Bugeaud sconfisse pesantemente al-Qādir nella [[battaglia del Sikkak]], perdendo meno di cinquanta uomini contro gli oltre mille persi da Abd al-Qādir.
 
== La resistenza turca a Costantina ==
{{Vedi anche|Battaglia di Costantina}}
Ahmed Bey continuò a resistere agli attacchi francesi impedendo alla Francia di soggiogare Costantina, e continuò a resistere anche per il fatto che sperava ogni giorno di più di divenire il dey successore dopo la sconfitta della Francia. Clauzel e Ahmed si scontrarono diplomaticamente dal momento che Ahmed si era rifiutato di riconoscere l'autorità francese su Bône che egli considerava ancora territorio ottomano, e pertanto Clauzel decise di muovere le proprie truppe contro di lui. Nel novembre del 1836 Clauzel guidò 8.700 uomini verso il baliaggio di Costantina, ma venne respinto nella [[battaglia di Costantina]]; il fallimento portò al richiamo di Clauzel. Questi venne rimpiazzato da [[Charles Marie Denys de Damrémont|Charles Marie Denys, conte di Damrémont]], che guidò una spedizione che riuscì a [[Presa di Costantina|catturò Costantina]] l'anno successivo, anche se egli rimase ucciso durante lo stesso assedio e quindi venne rimpiazzato da [[Sylvain Charles Valée|Sylvain Charles, conte Valée]].
Ahmed Bey continuò a resistere agli attacchi francesi impedendo alla Francia di soggiogare Costantina, e continuò a resistere anche per il fatto che sperava ogni giorno di più di divenire il dey successore dopo la sconfitta della Francia. Clauzel e Ahmed si scontrarono diplomaticamente dal momento che Ahmed si era rifiutato di riconoscere l'autorità francese su Bône che egli considerava ancora territorio ottomano, e pertanto Clauzel decise di muovere le proprie truppe contro di lui.
 
Ahmed Bey continuò a resistere agli attacchi francesi impedendo alla Francia di soggiogare Costantina, e continuò a resistere anche per il fatto che sperava ogni giorno di più di divenire il dey successore dopo la sconfitta della Francia. Clauzel e Ahmed si scontrarono diplomaticamente dal momento che Ahmed si era rifiutato di riconoscere l'autorità francese su Bône che egli considerava ancora territorio ottomano, e pertanto Clauzel decise di muovere le proprie truppe contro di lui. Nel novembre del 1836 Clauzel guidò 8.700{{formatnum:8700}} uomini verso il baliaggio di Costantina, ma venne respinto nella [[battaglia di Costantina]]; il fallimento portò al richiamo di Clauzel. Questi venne rimpiazzato da [[Charles Marie Denys de Damrémont|Charles Marie Denys, conte di Damrémont]], che guidò una spedizione che riuscì a [[Presa di Costantina|catturò Costantina]] l'anno successivo, anche se egli rimase ucciso durante lo stesso assedio e quindi venne rimpiazzato da [[Sylvain Charles Valée|Sylvain Charles, conte Valée]].
==La ripresa della resistenza di al-Qādir==
 
{{vedi anche|Pacificazione dell'Algeria}}
==La ripresa della resistenza di al-Qādir==
{{Vedi anche|Battaglia della Smala|Pacificazione dell'Algeria}}
[[File:Prise de la Zaatcha (1849).png|thumb|La ''[[Battaglia di Zaatcha]]''.]]
Nel maggio del 1837, il generale [[Thomas Robert Bugeaud]], in comando ad OranOrano, aveva negoziato il [[trattato di Tafna]] con al-Qādir, col quale effettivamente venne riconosciuto il controllo di al-Qādir su gran parte dell'attuale Algeria interna. Al-Qādir utilizzò questo periodo di pace per consolidare il proprio potere presso le tribù locali, fondando nuovi insediamenti lontani dal controllo francese. Egli lavorò soprattutto per motivare la popolazione sottoposta al controllo francese a resistere. Cercando un motivo di contrasto coi francesi, egli avanzò delle pretese su delle vie di comunicazione tra Algeri e Costantina. Quando i francesi gli contestarono queste pretese sul finire del 1839, al-Qādir chiamò nuovamente i suoi alla [[jihād]]. Per tutto il 1840 egli organizzò una guerriglia contro i francesi nelle province di Algeri ede OranOrano. I fallimenti di Valée nel voler terminare la guerra portarono al suo rimpiazzoavvicendamento nel dicembre del 1840 colcon il generale Bugeaud.
 
Bugeaud istituì una strategia di [[terra bruciata (guerra)|terra bruciata]] combinata con veloci movimenti di colonne di cavalleria per privare progressivamente al-Qādir di territori utili. La popolazione soffrì parecchio durante questo periodo. Al-Qādir stesso venne costretto ad istituire un quartier generale mobile noto come ''smala'' o ''zmelah''. Nel 1843 le forze francesi riuscirono a [[Battaglia della Smala|razziare questo accampamento]] mentre lui si trovava altrove, catturando più di 5000 combattenti e la cassa di guerra di Al-Qādir.
Riga 89 ⟶ 101:
[[File:Prise de la smalah d Abd-El-Kader a Taguin 16 mai 1843 Horace Vernet.jpg|thumb|upright=3.6|center|''[[Battaglia della Smala|Presa della Smala di Abd El-Kader]], 16 maggio 1843'' dipinto di [[Horace Vernet]].]]
 
== La sconfitta definitiva ottomana ==
Al-Qādir venne costretto quindi a cercare rifugio in Marocco da dove aveva ricevuto già sostegno, in particolare da quelle tribù alle aree di confine. Quando gli sforzi diplomatici francesi per far espellere al-Qādir dal Marocco fallirono, i francesi scatenarono la [[prima guerra franco-marocchina]] la cui vittoria francese nel 1844 costrinse il sultano locale a cambiare la sua politica nei confronti della Francia. Schiacciato tra le truppe francesi e quelle marocchine al confine nel dicembre del 1847, al-Qādir scelse di arrendersi ai francesi sotto assicurazione che gli fosse permesso di esiliarsi in Medioriente. I francesi violarono però tali termini dell'accordo, mantenendolo prigioniero in Francia sino al 1852 e permettendogli solo dopo quella data di recarsi a [[Damasco]].
 
Gli ottomani presentarono protesta formale per l'invasione dell'Algeria, ma si rifiutarono categoricamente di concedere la cessione della provincia. Una mappa dell'"Africa Ottomana" del 1905 ancora indicava i possedimenti dell'impero che si estendevano sino al confine colcon il Marocco ad ovest nella "regione" (''hitta'', termine usato per un territorio con confini imprecisati) dell'Algeria.<ref>M. Şükrü Hanioğlu, ''A Brief History of the Late Ottoman Empire'' (Princeton University Press, 2008), 9–10 and 69.</ref>
 
== Note ==
Riga 97 ⟶ 110:
 
==Bibliografia==
* {{Cita libro|titolo=A history of the Maghrib in the Islamic period|url=https://archive.org/details/historyofmaghrib0000abun_l5g9|nome=Jamil|cognome=Abun-Nasr|editore=Cambridge University Press|anno=1987|isbn=978-0-521-33767-0|cid=AbunNasr}}
* {{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=BOopmtvrsOAC&lpg=PA33&dq=Berthezene%20Rovigo&pg=PA34#v=onepage&q=Berthezene%20Rovigo&f=false|titolo=France overseas: a study of modern imperialism|nome=Herbert Ingram|cognome=Priestley|editore=Routledge|anno=1966|isbn=978-0-7146-1024-5}}
* {{Cita libro|titolo=Modern Algeria: the origins and development of a nation|url=https://archive.org/details/modernalgeriaori0000rued_k3o7|nome=John Douglas|cognome=Ruedy|anno=2005|edizione=second|editore=Indiana University Press|città=Bloomington, Indiana|isbn=978-0-253-21782-0|cid=Ruedy}}
* {{Cita libro|titolo=The Tricolor on the Atlas: or, Algeria and the French conquest|nome=Moritz|cognome=Wagner|altri=Pulszky, Francis (trans.)|editore=T. Nelson and Sons|anno=1854|città=London|url=https://books.google.com/books?id=xXYoAAAAYAAJ|cid=Wagner}}
 
==Voci correlate==
* [[Battaglia della Smala]]
* [[Invasione di Algeri (1830)]]
{{vedi* anche|[[Pacificazione dell'Algeria}}]]
* [[Pieds-noirs]]
* [[Reggenza di Algeri]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{portale|Africa|Francia|guerra|storia}}
 
[[Categoria:Conquista francese dell'Algeria| ]]