Conquista francese dell'Algeria: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua||Guerra d'Algeria}}
{{
|Tipo =
|Nome del conflitto = Conquista francese dell'Algeria
|Parte_di = delle [[guerre coloniali francesi]]
|Immagine = La prise de Constantine 1837 par Horace Vernet.jpg
|Didascalia = ''La presa di Costantina'' in un dipinto di [[Horace Vernet]]
|Data = 1827–1830–1857<ref name=milleottocentocinquantasette>
|Data = 1827–1830–1857<ref>Imperial Identities: Stereotyping, Prejudice and Race in Colonial Algeria - Patricia M. E. Lorcin [https://books.google.com/books?id=OyvgS7tbAxQC&pg=PA18]</ref><ref>"The conquest was completed when the French defeated the independent Berber confederacies in the Kabylia in 1857" [https://books.google.com/books?id=A0XNvklcqbwC&pg=PA90]</ref>▼
*Imperial Identities: Stereotyping, Prejudice and Race in Colonial Algeria - Patricia M. E. Lorcin [https://books.google.com/books?id=OyvgS7tbAxQC&pg=PA18];
|Luogo = [[Algeria ottomana]], attuale [[Algeria]]▼
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|Esito = Vittoria francese
|Schieramento1 = [[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Monarchia di luglio|Francia]]
|Schieramento2 = {{OTT}}
* {{simbolo|Drapeau Ahmed Bey de Constantine.jpg}} [[
{{simbolo|Dz flag-Abdelkader.png}} [[Emirato di Abd el-Kader]]<br />{{simbolo|Flag of Morocco
|Comandante1 = [[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Bertrand Clausel]]<br />[[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Pierre Berthezène|Barone Berthezène]]<br />[[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Anne Jean Marie René Savary|Duca di Rovigo]]<br />[[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Théophile Voirol|Baron Voirol]]<br />[[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Jean-Baptiste Drouet, conte d'Erlon|conte d'Erlon]]<br />[[File:Flag of France (1794–1815, 1830–1958).svg|20px|border]] [[Charles Marie Denys de Damrémont|conte di Damrémont]]
|Comandante2 = {{bandiera|Impero Ottomano}} [[Husayn III d'Algeri|Hussein Dey]]<br />{{simbolo|Drapeau Ahmed Bey de Constantine.jpg}} [[Ahmed Bey]]<br />{{simbolo|Dz flag-Abdelkader.png}} [[Abdalkader]]<br/>[[Lalla Fatma N'Soumer]]<br />{{simbolo|Flag of Morocco
|Effettivi1 =
|Effettivi2 = Sconosciuti
|Perdite1 =
|Perdite2 = }} {{Conquista francese dell'Algeria}}
{{Guerre franco-marocchine}}
La '''conquista francese dell'Algeria''' ebbe luogo tra il 1830 ed il
L'obiettivo di questa conquista, da parte della Francia, era quello di combattere e addirittura distruggere la [[Corsari barbareschi|pirateria barbaresca]], praticata per secoli dalle popolazioni locali arabo-berbere musulmane contro i civili europei bianchi e cristiani, catturati per essere ridotti in schiavitù fisica (per gli uomini) e sessuale (per le donne), al fine di mettere in sicurezza l'Europa e le coste del Mediterraneo, nonché di liberare i civili europei tenuti in schiavitù.
Le forze di resistenza algerine erano divise in due parti: l'una sotto il comando di [[Ahmed Bey]] a [[Costantina (Algeria)|Costantina]], ad est, e le forze nazionaliste in [[Cabilia]] a ovest. La sigla di trattati separati coi nazionalisti alla guida di [[Abd al-Qadir al-Jaza'iri|`Abd al-Qādir]] permise ai francesi dapprima di concentrarsi sull'eliminazione delle restanti minacce ottomane e poi alla presa definitiva di Costantina nel 1837. Al-Qādir a questo punto riprese una propria resistenza ad ovest con l'appoggio del Marocco dal 1842 sino a quando lo stesso sultanato locale, su pressione del diplomatica francese (dopo la sconfitta nella [[Guerra franco-marocchina|prima guerra franco-marocchina]]) non venne estromesso anche dal Marocco, arrendendosi alle forze francesi nel 1847.
==Il contesto storico==
=== Il dominio ottomano ===
Il territorio oggi noto come [[Algeria]] negli anni trenta dell'Ottocento era solo parzialmente sotto il controllo dell'[[Impero ottomano]]. Un [[dey]] governava l'intera [[reggenza di Algeri]], ma questi poteva esercitare un controllo diretto solo nella città di [[Algeri]] e nelle sue vicinanze, con altri baliaggi stabiliti in poche altre aree influenti come [[Orano]] e [[Costantina (Algeria)|Costantina]]. Il resto del territorio (incluso gran parte dell'entroterra) era solo nominalmente sotto il controllo ottomano ma in realtà era controllato dai capi tribali berberi locali. Lo stesso dey era molto indipendente nelle proprie decisioni dal sultano ottomano, pur essendo supportato (o controllato, a seconda delle prospettive storiche) dai [[giannizzeri]] turchi d'istanza ad Algeri. Il territorio confinava ad ovest col [[sultanato del Marocco]] e ad est dalla [[reggenza di Tunisi]]. Il confine ad ovest era segnato nominalmente dal corso del fiume [[Tafna]] ma esso fu soggetto a continui cambiamenti a seconda delle tribù locali e della loro influenza nel controllo del territorio.▼
{{Vedi anche|Reggenza di Algeri}}
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La reggenza di Algeri, era inoltre una delle principali basi dei [[pirati barbareschi]] e degli [[schiavisti berberi]] che da secoli attaccavano le navi
=== L'inizio della conquista francese ===
La conquista dell'Algeria iniziò durante gli ultimi mesi della [[Restaurazione]] borbonica da [[Carlo X di Francia|Carlo X]], il quale sperava con questo gesto di porre definitivamente fine alla pirateria islamica e nel contempo di incrementare la propria popolarità presso il popolo francese, in particolare quello di Parigi, dove vivevano pure molti veterani delle [[guerre napoleoniche]]. Egli pensava con questo gesto di smuovere il sentimento patriottico dei francesi e nel contempo di distoglierli dalla sua politica interna. Il commercio di schiavi e la pirateria algerina cessarono immediatamente con la conquista francese di Algeri.<ref>Chisholm, Hugh, ed. (1911). "[https://en.wikisource.org/wiki/1911_Encyclop%C3%A6dia_Britannica/Barbary_Pirates Barbary Pirates]". [[Encyclopædia Britannica]] (11th ed.). Cambridge University Press.</ref>
=== L'"Affare del Ventaglio" ===
Nel 1795–96, la Repubblica Francese aveva preso dei contatti di fornitura per l'acquisto di grano necessario al sostentamento dell'esercito francese da due mercanti ebrei di Algeri, ma Carlo X nell'Ottocento sembrava tutt'altro che intenzionato a saldare i debiti della Repubblica. Questi mercanti, che a loro volta avevano nel frattempo contratto debiti con [[Husayn III d'Algeri|Hussein Dey]], il governante ottomano di Algeri, dissero di non poter saldare i loro conti dal momento che ancora a distanza di oltre trent'anni essi stavano attendendo i pagamenti da parte della Francia. Il dey cercò di negoziare con [[Pierre Deval]], console francese, una rettifica della situazione, ma ogni sforzo si rivelò vano al punto che il Dey sospettò Deval di collaborazionismo coi mercanti ai danni dell'Algeria. Il nipote di Deval, Alexandre, console a [[Bône]], iniziò in contemporanea una serie di opere di fortificazione dei magazzini francesi di Bône e [[El Kala|La Calle]] contravvenendo ai termini di accordi presi in precedenza.<ref>Abun-Nasr, Jamil, p. 249</ref>
[[File:Le coup d eventail 1827.jpg|thumb|left|L'"Affare del Ventaglio", che portò poi all'invasione francese dell'Algeria.]]
Dopo continui incontri nei quali Deval si rifiutò di provvedere risposte esaurienti, il 29 aprile 1827 il dey colpì Deval col suo [[scacciamosche]] (all'epoca definito genericamente [[ventaglio]]) in segno di protesta. Carlo X sfruttò quest'occasione per chiedere attraverso le proprie forze diplomatiche delle scuse formali da parte del dey, e quindi iniziò un [[embargo|blocco commerciale]] ai danni di Algeri. Il blocco continuò incessante per tre anni, ma venne essenzialmente a danno dei mercanti francesi i quali erano impossibilitati a concludere affari sulla costa di Algeri mentre i pirati barbareschi erano in grado di sfuggire tranquillamente al blocco. Quando la Francia nel 1829 inviò il proprio ambasciatore al dey con una proposta di negoziato, questi rispose cannoneggiando le navi del blocco. I francesi si risolsero quindi a soluzioni di forza.<ref>Abun-Nasr, p. 250</ref>
Dopo il fallimento della visita dell'ambasciatore, Carlo X nominò presidente [[Jules, principe di Polignac]], uno strenuo conservatore, atto che oltraggiò oltremodo l'opposizione liberale francese che aveva all'epoca la maggioranza alla Camera dei Deputati di Parigi. Polignac aprì dei negoziati con [[Muhammad Ali d'Egitto]] per dividersi il Nord Africa. Ali, fortemente influenzato dagli inglesi (pur essendo nominalmente vassallo degli ottomani), rigettò quest'idea. Fu a questo punto che il re e Polignac conclusero che la guerra per la conquista di Algeri e la fine della reggenza ottomana locale fosse l'unica prospettiva possibile.<ref>Ruedy, p. 47</ref>
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{{vedi anche|Invasione di Algeri (1830)}}
[[File:Débarquement en Algérie 09665.jpg|thumb|Lo sbarco a Sidi-Ferruch di [[Pierre-Julien Gilbert]].]]
[[File:
[[File:Ottoman cannon end of 16th century length 385cm cal 178mm weight 2910 stone projectile founded 8 October 1581 Alger seized 1830.jpg|thumb|Un cannone ottomano decorato della lunghezza di 385cm e del calibro di 178mm, fuso ad Algeri l'8 ottobre 1581 e catturato dai francesi nel 1830. [[Musée de l'Armée]], Parigi.]]
L'ammiraglio [[Guy-Victor Duperré]] ottenne il comando a [[Tolone]] di un'armata di 600 navi che veleggiarono verso Algeri. Seguendo un piano per l'invasione dell'Algeria originariamente sviluppato sotto [[Napoleone I]] nel [[1808]], il generale [[Louis-Auguste-Victor de Ghaisnes, conte di Bourmont]] sbarcò quindi con
Mentre il comando francese aveva nominalmente concordato di preservare le libertà, le proprietà e le libertà religiose degli abitanti locali, le truppe francesi si diedero immediatamente al saccheggio in città, arrestando ed uccidendo la popolazione per ragioni arbitrarie, assaltando le proprietà e dissacrando siti religiosi. A metà agosto, le ultime autorità turche vennero deportate.<ref name=R50/> Una stima indica che beni per più di
I metodi utilizzati dall'egemonia francese raggiunsero il [[genocidio]] che, unitamente alla carestia ed alle malattie, portarono alla morte di
La notizia della conquista di Algeri raggiunse Parigi quando Carlo X era ormai stato deposto durante i [[Rivoluzione di luglio|tre gloriosi giorni]] del luglio 1830, e quando suo cugino [[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo]], il "re cittadino", era ormai stato nominato sovrano della [[Monarchia di luglio|monarchia costituzionale]]. Il nuovo governo, composto da liberali oppostisi a loro tempo alla spedizione di Algeri, appariva riluttante a proseguire la conquista iniziata dal vecchio regime. Ad ogni modo, la vittoria ad Algeri era stata enormemente popolare in Francia, ed il nuovo Luigi Filippo decise di ritirare solo una parte delle forze d'invasione. Il generale Bourmont, che aveva inviato delle truppe ad occupare Bona ed Orano, le ritirò con l'idea di tornare in Francia e restaurare Carlo X al trono. Quando realizzò gli intenti del nuovo governo, preferì l'esilio in [[Spagna]]. Luigi Filippo lo rimpiazzò con [[Bertrand Clauzel]] nel settembre del 1830.
Il bey di Titteri, che aveva partecipato alla battaglia di Staouéli, tentò di coordinare la resistenza ai francesi coi bey di Orano e Costantina, ma non fu in grado di accordarsi con loro per il comando. Clauzel nel novembre di quello stesso anno guidò una colonna francese di 8000 uomini a [[Médéa]], capitale di Titteri, perdendo 200 uomini nelle varie schermaglie. Dopo aver lasciato 500 uomini a [[Blida]] occupò Médéa senza resistenza, dal momento che il bey l'aveva abbandonata volontariamente. Dopo aver installato in loco una nuova guarnigione, tornò ad Algeri. Al suo arrivo a Blida, seppe che la locale guarnigione era stata attaccata dai cabili, e per rappresaglia uccise un gruppo di persone tra cui donne e bambini, attirandosi l'opposizione della popolazione locale. Clauzel decise di ritirare la guarnigione sul posto e di tornare ad Algeri.<ref>Wagner, pp. 237-239</ref>
==L'inizio della colonizzazione==
[[File:Algérie fr.jpg|thumb|Mappa del 1877 dei tre dipartimenti francesi di Algeri,
[[File:French Algeria evolution 1830-1962 map-fr.svg|thumb|Mappa cronologica della conquista francese.]]
Clauzel introdusse una formale amministrazione civile ad Algeri, ed iniziò a reclutare degli [[zuavi]], ausiliari nativi delle forze francesi, con lo scopo di stabilire una vera e propria presenza coloniale francese in loco. Assieme ad altri formò una compagnia per l'acquisto di terra agricola da assegnare poi a coloni europei. Clauzel riconobbe subito l'enorme potenziale agricolo della [[Geografia dell'Algeria|piana di Mitidja]] e iniziò qui la produzione di [[cotone (botanica)|cotone]] su vasta scala. Durante il suo secondo periodo come governatore generale (1835–36), utilizzò la propria carica per condurre degli investimenti privati in terra ed incoraggiò ufficiali d'esercito e burocrati della sua amministrazione a fare lo stesso. Questo fatto sbloccò gli interessi commerciali della Francia e dell'Europa verso l'Algeria nonché diede inizio alle speculazioni. Nel periodo di dieci anni vennero costruite nuove aziende agricole, fabbriche e luoghi di scambio.
Clauzel inoltre tentò di estendere l'influenza francese ad Orano ed a Costantina negoziando col bey di Tunisi la presenza di governanti "locali" che avrebbero operato sotto l'amministrazione francese. Il bey rifiutò l'offerta giudicando tale prospettiva in conflitto anche con gli stessi interessi ottomani. Il ministero degli esteri francese
Berthezène fu un amministratore debole e sfavorevole alla colonizzazione.<ref>Wagner, p. 240</ref> Il suo peggior fallimento militare venne rappresentato dal suo supporto al bey di Médéa, noto per la sua corruzione, che gli attirò le ire della popolazione. Berthezène guidò le truppe a Médéa nel giugno del 1831 per trarvi il bey e la guarnigione locale. Sulla via del ritorno verso Algeri vennero continuamente attaccati dalla resistenza cabili. Le perdite francesi durante questa ritirata furono significative (quasi 300 uomini in tutto), portando anche a degli attacchi agli insediamenti coloniali.<ref>Wagner, pp. 241-243</ref> I crescenti interessi della Francia in loco fecero
Il duca di Rovigo riprese il controllo di [[Bône]] e Bougie (attuale [[Béjaïa]]), città che Clauzel aveva preso e poi perso per la resistenza del popolo cabili. Questi continuò la politica di colonizzazione della terra e di espropriazione delle proprietà. La sua soppressione della resistenza ad Algeri fu brutale, con la presenza dei militari largamente estesa su tutto il suo territorio. Richiamato nel 1833 per la violenta natura della sua repressione, venne sostituito dal [[Théophile Voirol|barone Voirol]]. Voirol riuscì a stabilire l'occupazione francese ad
Il 22 giugno 1834, la Francia formalmente annetté le aree occupate dell'Algeria (per una popolazione di circa
Voirol venne rimpiazzato nel 1834 da [[Jean-Baptiste Drouet, conte d'Erlon]], che divenne il primo governatore ufficiale della colonia, al quale spettò la repressione della resistenza di [[Abd al-Qadir al-Jaza'iri|`Abd al-Qādir]] e dei continui fallimenti francesi per sottomettere [[Ahmed Bey]], governante di Costantina.
==La rivolta di Abdul Kader==
Il religioso [[Muhyi ad Din]], che tanti anni aveva trascorso nelle carceri ottomane per essersi apertamente opposto al governo del bey, lanciò i suoi attacchi contro i francesi ed i loro alleati [[makhzen]] ad Orano nel 1832. Nello stesso anno, diversi anziani
Mentre d'Erlon era però apparentemente ignaro delle minacce poste in essere dalle attività di Abd al-Qādir, il generale [[Camille Alphonse Trézel]], allora al comando ad
Il generale Clauzel venne nominato una seconda volta come governatore al posto di d'Erlon. Egli guidò un attacco contro [[Mascara (Algeria)|Mascara]] nel dicembre di quello stesso anno, città che Abd al-Qādir, con l'avanzata, aveva fatto evacuare. Nel gennaio del 1836 occupò [[Tlemcen]], e vi stabilì una guarnigione pianificando l'attacco a [[Costantina (Algeria)|Costantina]]. Abd al-Qādir continuò a minacciare i francesi a Tlemcen, pertanto si rese necessario l'invio di ulteriori truppe alla guida di [[Thomas Robert Bugeaud]], veterano delle [[guerre napoleoniche]] che vantava una notevole esperienza nel campo della guerriglia irregolare, il quale venne inviato ad
== La resistenza turca a Costantina ==
{{Vedi anche|Battaglia di Costantina}}
Ahmed Bey continuò a resistere agli attacchi francesi impedendo alla Francia di soggiogare Costantina, e continuò a resistere anche per il fatto che sperava ogni giorno di più di divenire il dey successore dopo la sconfitta della Francia. Clauzel e Ahmed si scontrarono diplomaticamente dal momento che Ahmed si era rifiutato di riconoscere l'autorità francese su Bône che egli considerava ancora territorio ottomano, e pertanto Clauzel decise di muovere le proprie truppe contro di lui. Nel novembre del 1836 Clauzel guidò 8.700 uomini verso il baliaggio di Costantina, ma venne respinto nella [[battaglia di Costantina]]; il fallimento portò al richiamo di Clauzel. Questi venne rimpiazzato da [[Charles Marie Denys de Damrémont|Charles Marie Denys, conte di Damrémont]], che guidò una spedizione che riuscì a [[Presa di Costantina|catturò Costantina]] l'anno successivo, anche se egli rimase ucciso durante lo stesso assedio e quindi venne rimpiazzato da [[Sylvain Charles Valée|Sylvain Charles, conte Valée]].▼
Ahmed Bey continuò a resistere agli attacchi francesi impedendo alla Francia di soggiogare Costantina, e continuò a resistere anche per il fatto che sperava ogni giorno di più di divenire il dey successore dopo la sconfitta della Francia. Clauzel e Ahmed si scontrarono diplomaticamente dal momento che Ahmed si era rifiutato di riconoscere l'autorità francese su Bône che egli considerava ancora territorio ottomano, e pertanto Clauzel decise di muovere le proprie truppe contro di lui.
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==La ripresa della resistenza di al-Qādir==▼
{{vedi anche|Pacificazione dell'Algeria}}▼
{{Vedi anche|Battaglia della Smala|Pacificazione dell'Algeria}}
[[File:Prise de la Zaatcha (1849).png|thumb|La ''[[Battaglia di Zaatcha]]''.]]
Nel maggio del 1837, il generale [[Thomas Robert Bugeaud]], in comando ad
Bugeaud istituì una strategia di [[terra bruciata (guerra)|terra bruciata]] combinata con veloci movimenti di colonne di cavalleria per privare progressivamente al-Qādir di territori utili. La popolazione soffrì parecchio durante questo periodo. Al-Qādir stesso venne costretto ad istituire un quartier generale mobile noto come ''smala'' o ''zmelah''. Nel 1843 le forze francesi riuscirono a [[Battaglia della Smala|razziare questo accampamento]] mentre lui si trovava altrove, catturando più di 5000 combattenti e la cassa di guerra di Al-Qādir.
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[[File:Prise de la smalah d Abd-El-Kader a Taguin 16 mai 1843 Horace Vernet.jpg|thumb|upright=3.6|center|''[[Battaglia della Smala|Presa della Smala di Abd El-Kader]], 16 maggio 1843'' dipinto di [[Horace Vernet]].]]
== La sconfitta definitiva ottomana ==
Al-Qādir venne costretto quindi a cercare rifugio in Marocco da dove aveva ricevuto già sostegno, in particolare da quelle tribù alle aree di confine. Quando gli sforzi diplomatici francesi per far espellere al-Qādir dal Marocco fallirono, i francesi scatenarono la [[prima guerra franco-marocchina]] la cui vittoria francese nel 1844 costrinse il sultano locale a cambiare la sua politica nei confronti della Francia. Schiacciato tra le truppe francesi e quelle marocchine al confine nel dicembre del 1847, al-Qādir scelse di arrendersi ai francesi sotto assicurazione che gli fosse permesso di esiliarsi in Medioriente. I francesi violarono però tali termini dell'accordo, mantenendolo prigioniero in Francia sino al 1852 e permettendogli solo dopo quella data di recarsi a [[Damasco]].
Gli ottomani presentarono protesta formale per l'invasione dell'Algeria, ma si rifiutarono categoricamente di concedere la cessione della provincia. Una mappa dell'"Africa Ottomana" del 1905 ancora indicava i possedimenti dell'impero che si estendevano sino al confine
== Note ==
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==Bibliografia==
* {{Cita libro|titolo=A history of the Maghrib in the Islamic period|url=https://archive.org/details/historyofmaghrib0000abun_l5g9|nome=Jamil|cognome=Abun-Nasr|editore=Cambridge University Press|anno=1987|isbn=978-0-521-33767-0|cid=AbunNasr}}
* {{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=BOopmtvrsOAC&lpg=PA33&dq=Berthezene%20Rovigo&pg=PA34#v=onepage&q=Berthezene%20Rovigo&f=false|titolo=France overseas: a study of modern imperialism|nome=Herbert Ingram|cognome=Priestley|editore=Routledge|anno=1966|isbn=978-0-7146-1024-5}}
* {{Cita libro|titolo=Modern Algeria: the origins and development of a nation|url=https://archive.org/details/modernalgeriaori0000rued_k3o7|nome=John Douglas|cognome=Ruedy|anno=2005|edizione=second|editore=Indiana University Press|città=Bloomington, Indiana|isbn=978-0-253-21782-0|cid=Ruedy}}
* {{Cita libro|titolo=The Tricolor on the Atlas: or, Algeria and the French conquest|nome=Moritz|cognome=Wagner|altri=Pulszky, Francis (trans.)|editore=T. Nelson and Sons|anno=1854|città=London|url=https://books.google.com/books?id=xXYoAAAAYAAJ|cid=Wagner}}
==Voci correlate==
* [[Battaglia della Smala]]
* [[Invasione di Algeri (1830)]]
* [[Pieds-noirs]]
* [[Reggenza di Algeri]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{portale|Africa|Francia|guerra|storia}}
[[Categoria:Conquista francese dell'Algeria| ]]
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