Processi alla Giunta greca: differenze tra le versioni
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I '''processi della Giunta greca''' ({{Lang-el|Οι Δίκες της Χούντας}}) furono i [[Processo (diritto)|processi]] che coinvolsero i membri della [[Dittatura dei colonnelli|giunta militare]] che governò la Grecia dal 21 aprile 1967 al 23 luglio 1974. Questi processi riguardarono gli istigatori del colpo di stato e altri membri della giunta di vario grado che furono coinvolti agli eventi della [[rivolta del Politecnico di Atene]] e alla tortura dei cittadini.
I [[Colpo di Stato|capi militari del golpe]] furono formalmente arrestati durante il periodo della [[metapolitefsi]] che seguì la giunta, e all'inizio dell'agosto 1975 il governo di [[Kōnstantinos Karamanlīs|Konstantinos Karamanlis]] accusò [[Geōrgios Papadopoulos|Georgios Papadopoulos]] e altri cospiratori di [[Tradimento (reato)|alto tradimento]] e insurrezione.<ref name="Time Korydallos">
I principali capi del colpo di stato del 1967, [[Geōrgios Papadopoulos|Georgios Papadopoulos]], [[Stylianos Pattakos]] e [[Nikolaos Makarezos]], furono condannati a morte per alto tradimento, a seguito del processo.<ref name="Answering to History quote">[https://web.archive.org/web/20081212222634/http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,947162,00.html Answering to History] </ref> Poco dopo la pronuncia delle sentenze, le condanne furono commutate in [[ergastolo]] dal governo di Karamanlis.
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Al processo degli istigatori seguì un secondo processo che indagò sugli eventi riguardanti la [[rivolta del Politecnico di Atene]] noto come "Il processo del Politecnico" e, infine, su una serie di processi relativi agli episodi di [[tortura]] conosciuti in Grecia come "I processi dei Torturatori".<ref>[http://www.tanea.gr/default.asp?pid=30&ct=19&artid=18751&enthDate=21042007 Book: The Trials of the Junta, 12 Volumes] Pericles Rodakis (publisher), The Trials of the Junta: A: The Trial of the Instigators, B: The Trial of the Polytechnic, C: The Trials of the Torturers {{Lang|el|(Περικλής Ροδάκης (εκδ.), Οι Δίκες της Χούντας: Α: Η Δίκη των Πρωταιτίων, Β: Η Δίκη του Πολυτεχνείου, Γ: Οι Δίκες των Βασανιστών, 12 τόμοι, Αθήνα 1975-1976)}}</ref>
La giornalista e autrice Leslie Finer, espulsa dalla giunta dalla Grecia nel 1968, nel 1975 riferendo sui processi per ''[[Nuova società|New Society]]'' scrisse: "Il processo a 20 capi del colpo di stato del 1967 è una prova di giustizia democratica. Tra le sue altre funzioni, questa è una modalità di esorcizzazione e di educazione."<ref name="New Society">{{Cita libro|titolo=New Society|url=https://books.google.com/books?id=qxIHAQAAIAAJ|anno=1975|editore=New Society Limited|p=415|volume=33|citazione=The Greek colonels on trial Leslie Finer The trial of 20 ringleaders of the 1967 coup is a test of democratic justice. Among its other functions, this is a mode of exorcism and education. Leslie Finer, author of Passport to Greece, was Athens ... But there is this difference: instead of being dead in his bunker, the "arch villain" George Papadopoulos is alive and reasonably well; so are his chief fellow-conspirators, now arrayed under close public scrutiny in the bare courtroom arranged...Leslie Finer, author of Passport to Greece, was Athens ...}}</ref> I processi misero in luce la meschinità, le cospirazioni, la corruzione e l'incompetenza, all'interno del regime, e servirono a demistificarlo e, con esso, a distruggere il mito dell'uomo forte della giunta. La corruzione, venuta alla luce durante i processi, era così diffusa da sorprendere anche i militari. I dettagli della tortura degli alti ufficiali da parte dei loro subordinati, rivelati durante i processi, offesero la classe degli ufficiali di carriera. L'invasione di Cipro fu l'ultima goccia che portò i militari a ritirare il loro sostegno alla giunta e ad abbandonare qualsiasi idea di sostenere qualsiasi militare che agisse come politico.<ref name="Kritz1995">{{Cita libro|autore=Neil J. Kritz|titolo=Transitional Justice: How Emerging Democracies Reckon with Former Regimes|url=https://books.google.com/books?id=A2c9E7TZXhEC&pg=PA266|anno=1995|editore=US Institute of Peace Press|
== Contesto storico ==
Dopo la caduta della giunta nel luglio 1974, mentre il Paese entrava nel periodo della ''[[metapolitefsi]]'' e prima delle [[Elezioni parlamentari in Grecia del 1974|elezioni parlamentari]] nel novembre dello stesso anno, il governo di transizione guidato da Konstantinos Karamanlis fu oggetto di crescenti critiche da parte dell'opposizione, tra cui Georgios Mavros, il leader dell'[[Unione di Centro - Nuove Forze]] (il principale partito di opposizione all'epoca), sull'essere troppo indulgente nei confronti dei membri della giunta militare recentemente deposta.<ref name="Disappearance"
Mavros aveva chiesto l'arresto dei capi della giunta come condizione per ripulire la vita politica del Paese. All'epoca dichiarò che non appena il [[Parlamento ellenico|Parlamento]] fosse stato convocato dopo le elezioni del 1974, avrebbe proposto una [[Normazione|legge]] per annullare qualsiasi legge sull'immunità automatica che la giunta avrebbe potuto emanare per proteggere i suoi membri.<ref name="Disappearance"
I giornali inoltre, chiesero un'indagine sul ruolo del generale Ioannidis durante la repressione della rivolta del Politecnico, che la stampa definì un "massacro".<ref name="Disappearance"
Il governo di Karamanlis rispose a queste richieste e ordinò l'arresto dei capi della giunta Georgios Papadopoulos, Stylianos Pattakos, Nikolaos Makarezos, Ioannis Ladas e Michalis Roufogalis.<ref name="Disappearance"
Inoltre, a Georgios Papadopoulos, Dimitrios Ioannidis, Michalis Roufogalis, Nikolaos Dertilis, Vassilios Bouklakos e Elias Tsiaouris o Tsapouris (anche Tsiaparas), che erano anche responsabili degli eventi del Politecnico, fu vietato di lasciare il paese, poiché circolavano voci che stavano pianificando una fuga all'estero.<ref name="Disappearance">[http://www.tovima.gr/relatedarticles/article/?aid=115542 Η ανατολή της Δημοκρατίας] "The dawn of Democracy" Article quote: {{Lang|el|"«Εξηφανίσθη ο Ιωαννίδης, εξορία οι πέντε στην Κέα», είναι το πρώτο θέμα του «Βήματος» της 24ης Οκτωβρίου 1974, επειδή την προηγουμένη οι εξελίξεις περί τους πραξικοπηματίες επικάλυψαν την προεκλογική δραστηριότητα των κομμάτων."}} Translation: "Ioannidis has disappeared. In exile, the five, to Kea..." To Vima.gr published: 24/10/1999, 00:00, retrieved 12 September 2011</ref>
Il 24 ottobre 1974, Georgios Papadopoulos, Stylianos Pattakos, Nikolaos Makarezos, Ioannis Ladas e Michalis Roufogalis furono arrestati e accusati nuovamente di cospirazione.<ref name="Disappearance"
Ioannidis, in quel momento non fu arrestato, con la spiegazione ufficiale di non aver preso parte alla congiura del gruppo di Papadopoulos. Tuttavia i giornali, come ''[[To Vima]]'', affermarono, citando fonti attendibili, che Ioannidis fosse scomparso e che non fosse stato trovato.<ref name="Disappearance"
Subito dopo che il gruppo dei cinque fu [[Esilio|esiliato]] a Ceo, l'opposizione chiese di conoscere i dettagli delle azioni di Papadopoulos e dei suoi co-cospiratori prima del loro arresto, mentre il governo smentì le voci di manovre pro-giunta tra i militari.<ref name="Disappearance"
Durante il suo soggiorno a Ceo, Papadopoulos sembrava fiducioso che a lui e ai membri della sua giunta sarebbe stata concessa l'[[amnistia]] e che alla fine si sarebbero candidati e sarebbero stati [[Elezione|eletti]].<ref name="Revival and Revenge"
== Gli istigatori ==
=== Processo agli istigatori del colpo di Stato del 21 aprile 1967 ===
Il 28 luglio 1975, il processo agli istigatori del colpo di stato ({{Lang-el|Η Δίκη των Πρωταιτίων}}) iniziò con Ioannis Deyannis in qualità di presidente del tribunale.<ref name="sentencing table">{{Cita web|url=http://www.phorum.gr/viewtopic.php?p=98590|titolo=Για να μπορέσετε να δείτε τις δημοσιεύσεις σε αυτή την Δ. Συζήτηση πρέπει να είστε εγγεγραμμένο μέλος και να έχετε συνδεθεί.|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304033513/http://www.phorum.gr/viewtopic.php?p=98590
Deyannis era stato nominato all'alta corte dalla ''[[Corte di Cassazione (Grecia)|Corte di Cassazione]]''
Nonostante questi sviluppi, Papadopoulos espresse la sua fiducia ai giornalisti che non sarebbe rimasto in carcere a lungo.<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,947162,00.html|titolo=Answering to History
La difesa annunciò che il motivo per il quale i loro clienti non partecipavano era che il governo di Karamanlis aveva pregiudicato l'esito del processo dichiarando il colpo di stato del 1967 un [[Crimine|reato]].<ref name="Time Korydallos"
Sebbene ci fosse un accordo tra gli imputati che avrebbero taciuto durante il processo e non avrebbero rilasciato dichiarazioni, Papadopoulos ruppe il silenzio e dichiarò alla Corte che: "Io sono il leader della Rivoluzione e sono responsabile di tutto".<ref name="To Vima Rise of Democracy"
L'accusa di ammutinamento fu contestata perché anche se i colonnelli avevano di fatto preso il potere illegalmente, lo fecero con l'approvazione del loro ufficiale superiore, il [[tenente generale]] Grigorios Spandidakis, che si unì anche al colpo di stato.<ref name="Time Korydallos"
Durante il processo, Spandidakis, [[Geōrgios Zōitakīs|Zoitakis]] e Stamatelopoulos differenziarono la loro posizione da quella degli altri membri della giunta. Questa divergenza dalla linea di difesa comune portò Papadopoulos a rimproverare severamente uno dei suoi avvocati difensori per aver tentato di interrogare uno dei testimoni di Zoitakis. Si dice che abbia esclamato: "Non è uno dei nostri testimoni. Non fargli [qualsiasi domanda]".<ref>[http://www.tovima.gr/opinions/article/?aid=125039 To Vima online] Christos Karanikas Quote: {{Lang|el|"Οι μάρτυρες του Ζωιτάκη οργίζουν τον Παπαδόπουλο στη δίκη των πρωταιτίων του πραξικοπήματος της 21ης Απριλίου που γίνεται στο Πενταμελές Εφετείο, στις Γυναικείες Φυλακές του Κορυδαλλού: «Το Σάββατο, κατά πάσαν πιθανότητα, θα αρχίσουν να απολογούνται οι πρωταίτιοι... Είναι βέβαιον ότι θα απολογηθούν οι κατηγορούμενοι που έχουν "διαχωρίσει" τη θέση τους, δηλαδή οι Σπαντιδάκης, Ζωιτάκης και Σταματελόπουλος. Βέβαιον επίσης είναι ότι θα απολογηθούν και οι Γκαντώνας και Καραμπέρης που μετέχουν στη διαδικασία... Χθες εξετάσθηκαν οι μάρτυρες υπερασπίσεως του Ζωιτάκη, οι οποίοι προκάλεσαν την έντονη αντίδραση του Γ. Παπαδόπουλου. Ετσι, όταν ο διωρισμένος συνήγορός τους άρχισε να θέτη ερωτήσεις, ο Παπαδόπουλος τον διέκοψε εκνευρισμένος: "Δεν είναι δικός μας μάρτυς. Μην τον ρωτάς" του είπε»."}} </ref>
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Ioannidis dichiarò alla corte: "Accetto la mia partecipazione alla rivoluzione del 21 aprile 1967. Sono sempre stato un soldato per tutta la vita e ho compiuto il mio dovere secondo coscienza. Non ho altro da aggiungere". Deyannis, commentò: "Non sei accusato di aver partecipato alla rivoluzione. Sei accusato di due reati –non temere il termine– alto tradimento, questo termine non è molto onorevole da attribuirti, e il secondo crimine per il quale sei accusato è l'ammutinamento. Per questi due crimini sei accusato. A proposito di rivoluzione, non sei accusato. Cosa supplichi?" Ioannidis rispose poi: "Accetto la mia partecipazione alla rivoluzione e le eventuali conseguenze che ne derivano".<ref name="eneteleftherotypia">{{Cita news|cognome=ΒΙΚΤΩΡΑΣ ΝΕΤΑΣ|url=http://www.enet.gr/?i=news.el.article&id=193644|titolo=Αμετανόητος συνωμότης και βιαστής της Δημοκρατίας|pubblicazione=eleftherotypia|citazione={{lang|el|«Αποδέχομαι την συμμετοχήν μου εις την επανάστασιν της 21ης Απριλίου 1967. Εις όλην μου την ζωήν υπήρξα στρατιώτης και ενήργησα το καθήκον μου σύμφωνα με την συνείδησίν μου. Ουδέν έτερον έχω να προσθέσω». Ο πρόεδρος του δικαστηρίου Ιωάννης Ντεγιάννης παρατήρησε: «Δεν κατηγορείσθε διά συμμετοχήν εις την επανάστασιν. Κατηγορείσθε διά δύο αδικήματα -μη σας τρομάζει η λέξις- εσχάτη προδοσία, αυτή η λέξις δεν είναι και πολύ τιμητική να σας αποδίδεται, και δεύτερον αδίκημα διά το οποίον κατηγορείσθε είναι η στάσις. Δι' αυτά τα δύο κατηγορείσθε. Δι' επανάστασιν δεν κατηγορείσθε. Τι αποδέχεσθε;». Πιεζόμενος ο Ιωαννίδης, απάντησε τελικά: «Δέχομαι την συμμετοχήν μου εις την επανάστασιν και τας εκ ταύτης συνεπείας»}}.}}</ref>
[[Panagiōtīs Kanellopoulos|Panagiotis Kanellopoulos]], l'ultimo legittimo Primo Ministro della Grecia prima del colpo di stato, in qualità di testimone per l'[[Pubblico ministero|accusa]], testimoniò come fu arrestato dai [[Mitragliatrice|soldati armati di mitra]] e trasportato al palazzo per incontrare il re [[Costantino II di Grecia|Costantino]]. Aggiunse che durante l'incontro esortò il re a usare il suo status di [[comandante in capo]] dell'esercito greco per ordinare agli ufficiali fedeli di schiacciare il colpo di stato. Dichiarò che Costantino si rifiutò di farlo perché temeva spargimenti di sangue.<ref name="Time Korydallos"
Kanellopoulos affermò inoltre al processo che, contro il suo parere, il re Costantino giurò nel governo dei colonnelli, un'azione che aveva contribuito a legittimare il loro governo.<ref name="Time Korydallos"
Papadopoulos rifiutò di testimoniare e si limitò a dichiarare: "Risponderò solo alla storia e al popolo greco";<ref name="
La questione del coinvolgimento della [[
=== Verdetto ===
Il processo ai mandanti terminò il 23 agosto 1975.<ref name="
Questa è la tabella dettagliata delle sentenze principali:<ref name="Kritz1995 with quote">{{Cita libro|autore=Neil J. Kritz|titolo=Transitional Justice: How Emerging Democracies Reckon With Former Regimes : Country Studies|url=https://books.google.com/books?id=A2c9E7TZXhEC&pg=PA266|anno=1995|editore=US Institute of Peace Press|pp=
{| class="wikitable"
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=== Processo del Politecnico ===
Il 16 ottobre 1975, alle 9 del mattino, il secondo processo, che indagò sugli eventi che circondarono la [[rivolta del Politecnico di Atene]] ({{Lang-el|Η Δίκη του Πολυτεχνείου, tradotto come "Il Processo del Politecnico"}}) ebbe inizio nella stessa aula del primo processo e durò complessivamente cinquantasette giorni.<ref name="
L'unico imputato non presente al processo del Politecnico era Elias Tsiaouris o Tsiaparas, accusato di omicidio, sfuggito alla custodia perché latitante.<ref name=":2" /> Vi era un totale di 237 testimoni per l'accusa e la difesa e circa 50 avvocati.<ref name="Unrepetant" />
L'indagine preliminare per le vicende del Politecnico fu condotta dal procuratore Dimitrios Tsevas, che il 14 ottobre 1974 presentò i risultati della sua indagine all'ufficio del procuratore generale. Nel suo rapporto, Tsevas stabilì che Ioannidis e il suo vice Roufogalis erano sulla scena durante gli eventi e diressero i loro uomini con lo scopo di creare, attraverso sparatorie e violenze, le condizioni che avrebbero beneficiato del previsto colpo di stato di Ioannidis contro Papadopoulos.<ref name="Tsevas">[http://www.vrahokipos.net/old/history/gr/polytexneio/Tsevas.htm Tsevas report] Citazione: {{Lang|el|"Οι Ιωαννίδης και Ρουφογάλης, δια των εις αυτούς πιστών Αξιωματικών και πρακτόρων, επηρεάζουν σοβαρώς και σαφώς την όλην επιχείρησιν, εξαπολύοντες κύμα βιαιοτήτων και πυροβολισμών, επί τω τέλει της δημιουργίας ευνοϊκών δια την προαποφασισθείσαν κίνησιν συνθηκών ασφαλείας, αναταραχής και συγκρούσεων."}}</ref>
Ioannidis e Papadopoulos, anche se erano seduti vicini, non si scambiarono mai uno sguardo.<ref name="Unrepetant"
Antonis Agritelis, autista della [[Jeep (azienda)|jeep]] di Dertilis, testimoniò di aver visto Dertilis giustiziare un giovane al viale Patission.<ref name="Unrepetant"
Pattakos testimoniò di aver chiamato Ioannidis nel suo ufficio nel settembre 1973 a causa delle voci secondo cui stava pianificando il rovesciamento del regime di Papadopoulos. Ioannidis smentì le voci e anzi rassicurò Pattakos, sul suo "onore militare", di essere un sostenitore della Costituzione e delle riforme di Papadopoulos.<ref name="Unrepetant"
Il secondo giorno del processo, gli avvocati difensori di Papadopoulos Karagiannopoulos, Papaspyrou e Steiropoulos sollevarono l'obiezione che la corte non aveva autorità giurisdizionale sul loro cliente per quanto riguarda le vicende del Politecnico, perché aveva l'[[Irresponsabilità regia|immunità]] presidenziale come [[Presidente della Repubblica Ellenica|Presidente della Grecia]] durante il periodo degli eventi e chiese un'immediata sentenza al tribunale.<ref name=":2" /> Il tribunale fu immediatamente interrotto per ulteriori delibere. Una volta ripreso il procedimento, la Corte enunciò la sua decisione ritenendo che Papadopoulos non fosse immune dall'accusa come Presidente della Repubblica al momento dei fatti perché il colpo di stato del 21 aprile 1967 avviò la violenza contro lo Stato greco e usurpò il potere e l'autorità legale del popolo. Tutti i successivi governi del giunta furono quindi considerati dalla corte come prodotti di violenza.<ref name=":2" /> Di conseguenza, la Corte giudicò che Papadopoulos non fosse un legittimo Presidente della Repubblica all'epoca e, in quanto tale, non immune da azioni penali.<ref name=":2" />
La decisione piena, unanime, della Corte, che respinse la richiesta di immunità di Papadopoulos, dichiarò quanto segue:<ref name="
=== Verdetto ===
Il 31 dicembre 1975, il tribunale di cinque membri di Atene condannò 20 dei 32 accusati e giudicò Ioannidis l'unica persona moralmente responsabile degli eventi.<ref name="Unrepetant" />
Le sentenze principali sono riportate nella tabella seguente:<ref name="sentencing table"
{| class="wikitable"
! width="225" |Membro della Giunta
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=== Processi ai torturatori ===
Oltre ai due [[Processo (diritto)|processi civili]] dei mandanti e alle vicende del Politecnico, vi furono altri sei processi, che riguardavano l'uso della tortura da parte del regime ({{Lang-el|Οι Δίκες των Βασανιστών}}
Le accuse durante il primo processo ai torturatori dell'ESA furono:<ref name="Amnesty 3"
{{Citazione|Abuso ripetuto di autorità, violenza contro un ufficiale superiore, detenzione incostituzionale, lesioni fisiche ordinarie e gravi, insulti ripetuti a un superiore e responsabilità morale ricorrente per lesioni fisiche ordinarie o gravi.}}
Ogni imputato fu accusato in misura diversa, ma l'unico ufficiale a dichiararsi colpevole di tutte le accuse fu il [[sergente]] Michail Petrou, un ex guardia della sede centrale dell'ESA ad Atene, che tornò in Grecia dall'estero per essere processato.<ref name="Amnesty 3"
Un problema per l'accusa fu il [[furto]] e la distruzione dei documenti dell'ESA, che venne descritto come "all'ingrosso".<ref name=":3">{{Cita libro|nome=Mika|cognome=Haritos-Fatouros|titolo=The Psychological Origins
Durante i processi EAT/ESA, Theodoros Theophilogiannakos supplicò la leadership dell'esercito di non condannare nessuno dei membri accusati del personale EAT/ESA di grado inferiore. Nella sua logica queste condanne avrebbero incoraggiato il [[Partito Comunista di Grecia|Partito Comunista]] appena legalizzato a minacciare di punizione gli uomini EAT/ESA nel caso in cui i soldati avessero eseguito gli ordini legalmente dubbi. Ciò avrebbe demoralizzato gli uomini e facendogli ricredere la legalità di ogni ordine a loro impartito. I soldati avrebbero quindi disobbedito a qualsiasi ordine emesso dai loro comandanti, qualora fossero stati in dubbio sulla legittimità di quell'ordine. Rifiutarsi di obbedire a un ordine sarebbe stato illegale dal punto di vista dell'esercito e avrebbe scosso la disciplina dei militari, dal punto di vista di Theophilogiannakos.<ref name="Transcript 3" /> Proseguì affermando: "Condannate a morte noi comandanti, se volete. L'importante è salvare lo Stato».<ref name="Transcript 3">[https://books.google.com/books?id=1uQKblHDhVkC&pg=PA17&dq=Sentence+us,+the+commanding+officers,+to+death+if+you+like&sig=ACfU3U3pDy8kjP97ogoJRDvtaLBtdI9srQ Repression and Repressive Violence:] Proceedings of the 3rd International Working Conference on Violence and Non-violent Action in Industrialized Societies By Marjo Hoefnagels Published by Transaction Publishers, 1977 {{ISBN|978-90-265-0256-9}}. p. 17.</ref>
Il pubblico ministero su Theophilogiannakos riferì alla Corte:<ref name="Transcript 2">[https://books.google.com/books?id=1uQKblHDhVkC&pg=PA15&lpg=PA15&dq=EAT+ESA+trials&source=web&ots=dkXS84ApCu&sig=WBoRw-EhDNq03q4KLcJZzv4pwEM&hl=en&sa=X&oi=book_result&resnum=5&ct=result#PPA15,M1 Repression and Repressive Violence:] Proceedings of the 3rd International Working Conference on Violence and Non-violent Action in Industrialized Societies By Marjo Hoefnagels Pubblicato da Transaction Publishers, 1977 {{ISBN|978-90-265-0256-9}}. p. 15.. Quote: "The prosecutor in the Athens trial complained that some of the defendants had presented the EAT/ESA not as a place of torture but as a national reformatory." </ref><blockquote>Guidato da un cieco [[anticomunismo]], attribuì al “dito comunista” anche la minima opposizione al regime dittatoriale.</blockquote>Durante il secondo processo Theophilogiannakos chiese alla corte di non accettare la testimonianza di [[Kostas Kappos]], un membro comunista del Parlamento, sulla base del fatto che era [[Ateismo|ateo]]. Spanos, invece di testimoniare, dichiarò che la "Rivoluzione" era stata tradita come [[Invasione turca di Cipro|Cipro]], mentre Hadjizisis affermò che gli interrogatori dell'ESA attraversarono un calvario peggiore delle reali [[Vittimologia|vittime]] dell'[[interrogatorio]] .<ref name="rizo"
Uno degli accusati, Dimitrios Kofas, era noto come il "medico del succo d'arancia" perché prescriveva il succo d'arancia come panacea per qualsiasi disturbo, compresi quelli derivanti dalla tortura. Nel caso di un paziente che coinvolgeva l'ufficiale dell'aeronautica Nikolaos Stapas, Kofas prescrisse succo d'arancia per l'[[ematuria]] causata da gravi torture. Il medico fu condannato per undici casi documentati di abbandono dei suoi doveri medici.<ref name="
Le osservazioni conclusive del pubblico ministero in uno dei processi EAT/ESA furono:<ref name="Transcript 2"
=== Verdetto ===
Tabella di condanna per i due processi dell'ESA:<ref name="sentencing table"
{| class="wikitable"
! width="300" |Membro EAT/ESA
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== Incarcerazione ==
In carcere i capi della giunta si rivolgevano a vicenda usando i loro precedenti titoli come "ministro" e "presidente" e mostravano grande deferenza nei confronti di Papadopoulos. Tuttavia, Papadopoulos non socializzò facilmente e preferì cenare da solo.<ref name="Posh Prison">[https://web.archive.org/web/20101125113230/http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,921781,00.html Posh Prison] Time Magazine</ref> L'allora guardiano del carcere di Korydallos, Yannis Papathanassiou pubblicò in seguito il libro ''Prison Diary: Korydallos 1975–''79 dove descrisse i servizi che i membri della giunta incarcerati godettero, come ad esempio i [[Condizionatore d'aria|condizionatori d'aria]], [[Televisore|televisori]] e [[Campo da tennis|campi da tennis]].<ref name="Posh Prison"
Papathanassiou nel suo libro descrisse come il ministero della Giustizia, sotto la pressione dei simpatizzanti della giunta, avesse ordinato queste disposizioni speciali per i prigionieri. Papathanassiou dettagliò anche la sua continua vigilanza cercando di scoprire trame di fuga. Rivelò anche come, attraverso i loro avvocati, i prigionieri siano stati coinvolti nelle [[Elezioni parlamentari in Grecia del 1977|elezioni parlamentari greche]] del 1977 a sostegno di un partito di destra. La popolazione normale della prigione si infuriò così tanto per il trattamento preferenziale riservato ai membri della giunta che si ribellarono.<ref name="Posh Prison"
Un piano per concedere l'[[amnistia]] ai capi della giunta da parte del [[Kōnstantinos Mītsotakīs|governo Konstantinos Mitsotakis]] nel 1990 fu
Papadopoulos e altri sette membri della giunta furono alloggiati nel blocco A di massima sicurezza. Papadopoulos risiedeva al secondo piano del complesso insieme agli altri membri del suo regime, mentre Ioannidis risiedeva al piano terra.<ref name="Posh Prison"
Sebbene Pattakos e Makarezos vennero rilasciati in anticipo per motivi di salute, Papadopoulos non chiese mai la clemenza e rimase in carcere fino alla sua morte.<ref name="Ind. obit.">[http://findarticles.com/p/articles/mi_qn4158/is_19990628/ai_n14226232/pg_2 Obituary: George Papadopoulos Independent, The (London), Jun 28, 1999 by Robert Shannan Peckham] Quote: "Unlike Makarezos and Pattakos, who were let out of prison early on grounds of ill-health, Papadopoulos never asked for clemency. At his trial he refused to plead or give evidence. As Seferis observed in March 1969, speaking out against the Colonels, in a statement broadcast by the BBC: "In dictatorial regimes the beginning may seem easy, yet tragedy waits at the end inescapably." Georgios Papadopoulos, soldier and politician: born Eleochorion, Greece 5 May 1919; Minister to Prime Minister's Office 1967, Prime Minister of Greece and Minister of Defence 1967-73, Minister of Education 1969-70, Minister of Foreign Affairs 1970-73, Regent 1972- 73, President 1973; married 1941 Nekee Vassiliadis (two children; marriage dissolved), 1970 Despina Gaspari (one daughter); died Athens 27 June 1999."</ref> Morì in ospedale il 27 giugno 1999, dopo essere stato trasferito da Korydallos.<ref name="Ind. obit." />
Durante la sua incarcerazione, fu riferito che Ioannidis leggeva libri militari e libri sulla CIA. A causa del suo coinvolgimento nel rovesciamento di Papadopoulos fu accusato dalla destra di aver tradito il giuramento prestato nell'estate del 1971che riconobbe Papadopoulos come il leader della "Rivoluzione" davanti
Ioannidis e il co-cospiratore Nikos Dertilis non chiesero mai la grazia. Alla fine del 2005, gli avvocati che rappresentavano Ioannidis e Dertilis presentarono una petizione alla corte per il loro rilascio, ma allo stesso tempo Ioannidis dichiarò di non pentirsi di nessuna delle sue azioni. La Corte di giustizia del Pireo rifiutò la sua petizione, sulla base della sua mancanza di rimorso. Nel 2008, Ioannidis fu trasferito al General State Hospital di [[Nikaia (Attica)|Nikaia]] da Korydallos a causa di una malattia.<ref name="
Stylianos Pattakos, anche in carcere, mostrò una devozione continua a Papadopoulos.<ref name="Posh Prison"
In un altro segmento delle sue memorie carcerarie, Pattakos menzionò anche un incidente che coinvolse il generale Odysseas Angelis (il capo delle forze armate sotto gran parte della dittatura) e una guardia carceraria. Secondo Pattakos, la guardia carceraria aveva il volume della radio alto e Angelis supplicò a guardia di abbassarlo. La guardia non solo non obbedì, ma alzò il volume. Angelis chiese quindi a Pattakos di intervenire in suo favore e di chiedere nuovamente alla "nobile guardia carceraria".<ref name="irreparable"
Il 23 marzo 1987 Angelis si suicidò nella sua cella, all'età di 75 anni.<ref name="Unrepetant" /><ref>[https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9B0DEED6173DF930A15750C0A961948260 New York Times] Leading Greek Junta Member Is Found Hanged in His Cell 23 March 1987 Retrieved 18 August 2008</ref> Pattakos fu rilasciato dal carcere nel settembre 1990 a causa di "danni irreparabili alla sua salute".<ref name="irreparable" />
Dertilis fu l'ultimo membro della giunta rimasto in carcere.<ref name="Unrepetant" /> Morì il 28 gennaio 2013 all'età di 94 anni.<ref name="Washington Post">{{Cita news|url=https://articles.washingtonpost.com/2013-01-28/local/36593206_1_golden-dawn-party-korydallos-prison-junta|titolo=Nikolaos Dertilis, member of Greek junta, dies at 94|pubblicazione=Washington Post|data=January 28, 2013|accesso=23 March 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130419213029/http://articles.washingtonpost.com/2013-01-28/local/36593206_1_golden-dawn-party-korydallos-prison-junta}}</ref>
Stamatelopoulos fu graziato nell'aprile 1977.
== Eredità ==
Il successo della perseguimento della giunta e le pesanti condanne imposte ai capi della giunta inviarono un messaggio ai potenziali cospiratori all'interno dei ranghi dell'esercito che l'era dell'immunità dalle trasgressioni costituzionali da parte dei militari era irreversibilmente finita.<ref name="NIEEP">[http://www.eliamep.gr/old-site/eliame-old/eliamep/www.eliamep.gr/eliamep/content/home/media/opinions/latest_opinions/greek_american_relations_1974_1999/el/index.html Hellenic Foundation for European and Foreign Policy] {{Webarchive|url=https://archive.
I processi di tortura EAT/ESA furono riconosciuti da [[Amnesty International]] come i primi processi a livello internazionale, dopo i [[Processo di Norimberga|processi di Norimberga]], a coinvolgere il perseguimento della tortura.<ref name="sentencing table"
By William F. Schulz, Juan E. Mendez Contributor William F. Schulz, Juan E. Mendez Published by University of Pennsylvania Press, 2007 {{ISBN|978-0-8122-1982-1}}. 389 pages p. 121</ref><ref name="Amnesty International">[https://books.google.com/books?id=MRAvAAAAMAAJ&q=EAT+ESA&dq=EAT+ESA&pgis=1 Voices for Freedom:] An Amnesty International Anthology By Amnesty International, Amnesty International Published by Amnesty International Publications, 1986 Original from the University of Michigan Digitized Mar 27, 2007 {{ISBN|978-0-939994-20-5}}. 208 pages</ref>
Nel 1977, Amnesty International pubblicò un rapporto sul primo processo ai torturatori in Grecia con il duplice scopo di documentare l'uso della tortura in un moderno regime oppressivo e utilizzarlo come esempio di perseguimento dei funzionari che torturano, sulla base della convinzione che l'esperienza greca può giovare al resto del mondo.<ref name="Amnesty 4">[https://www.amnesty.org/en/documents/eur25/007/1977/en/ Torture in Greece The First Torturers' Trial] Pubblicato da by Amnesty International Publications 1977 p.61 Prima pubblicazione aprile 1977 {{ISBN|0-900058-42-0}}, AI Index Number: PUB 61/00/77</ref>
I processi alla giunta servirono anche a demistificare il mito del militare competente, professionale, incorruttibile ed etico.<ref name="Kritz1995"
{{Citazione|I processi, che hanno ricevuto un'ampia copertura radiofonica, televisiva e stampa, sono serviti a demistificare la dittatura. I processi hanno reso possibile la denuncia di sette anni di cattiva amministrazione, repressione, scandalo, corruzione e cospirazioni e hanno rappresentato un regime molto peggiore di quanto persino i militari avessero immaginato. I dettagli della tortura, in particolare di illustri alti ufficiali militari da parte di subordinati, erano molto offensivi per la classe degli ufficiali professionisti. Le dichiarazioni e il comportamento degli accusati hanno rivelato a molti la loro meschinità e la loro incompetenza e hanno distrutto in pochi secondi l'immagine militare dell'uomo forte. I processi hanno esposto i "superuomini" senza i loro vestiti, e ciò che il pubblico e il corpo degli ufficiali hanno visto, non gli è piaciuto. Se a questo aggiungiamo la loro responsabilità per la tragedia di Cipro, possiamo comprendere la disillusione del corpo degli ufficiali con i militari come politici e il loro desiderio di separarsi dal regime della fenice e della baionetta.<ref name="Kritz1995"/
== Riferimenti nella cultura di massa ==
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* ''Prison Diary: Korydallos 1975-79'' book. Yannis Papathanassiou
* ''The Trial'', book. Ioannis Deyannis. Gnosi publications 1990<ref>[http://www.enet.gr/online/online_text/c=113,dt=03.06.2006,id=13566628 Eleftherotypia] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090214165622/http://enet.gr/online/online_text/c%3D113%2Cdt%3D03.06.2006%2Cid%3D13566628|data=2009-02-14}} Article on Ioannis Deyannis the judge and author <br /><br />[https://web.archive.org/web/20110907193327/http://archive.enet.gr/online/online_text/c%3D113%2Cdt%3D03.06.2006%2Cid%3D13566628 Archiviato]</ref>
* ''[[
* ''[http://www.tanea.gr/default.asp?pid=30&ct=19&artid=18751&enthDate=21042007 Book: The Trials of the Junta, 12 Volumes] (Pericles Rodakis (publisher), The Trials of the Junta: A: The Trial of the Instigators, B: The Trial of the Polytechnic, C: The Trials of the Torturers) [Περικλής Ροδάκης (εκδ.), Οι Δίκες της Χούντας: Α: Η Δίκη των Πρωταιτίων, Β: Η Δίκη του Πολυτεχνείου, Γ: Οι Δίκες των Βασανιστών, 12 τόμοι, Αθήνα 1975-1976]''
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<references/>
{{Dittatura dei colonnelli}}{{Portale|Grecia|storia}}▼
{{portale|Grecia|storia}}
[[Categoria:Diritto militare]]
[[Categoria:Dittatura dei colonnelli]]
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