Lesione da pressione: differenze tra le versioni

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{{Disclaimer|medico}}
{{Malattia
| Nome = Lesione da pressionedecubito
| Immagine = Nekrose dekubitus01.jpg
| Didascalia =Grave Gravilesione lesionida dadecubito con pressione[[necrosi]]
}}
{{ViolazioneCopyright|url= https://www.assocarenews.it/specialisti/wound-care-e-lesioni-cutanee/wound-care-lesioni-da-decubito-o-ulcere-da-pressione}}
 
La '''lesione da pressione''' (comunemente detta '''piaga da decubito''') è una lesione tissutale, con evoluzione [[necrosi|necrotica]], che interessa l'[[epidermide]], il [[derma]] e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, la [[muscolo|muscolatura]] e le [[Osso|ossa]]. Piuttosto comunemente è detta anche ''"piaga"'' anche se il termine ''"piaga da decubito"'' è stato ampiamente superato e viene comunemente sostituito con il termine ''"lesione da pressione"'' o ''"ulcera da pressione"''.
 
E’ conosciuta anche come Piaga da decubito, definizione ormai sostituita con lesione da pressione, scientificamente più appropriata. Le sedi maggiormente colpite dipendono dalla posizione del paziente assunta a letto oppure in carrozzina, di seguito sono rappresentate le aree corporee a seconda della posizione
 
== Eziologia ==
[[File:ZonePressure aulcer rischio di Lesioni da pressionepoints.jpgsvg|thumb|altupright=Zone a rischio1.4|Punti di insorgenza di Lesioniulcera da pressione. ,Rosso: in base alla posizione assuntasupina. dalla persona allettata|miniatura|Zone a rischio di Lesione da pressioneBlu: in base alla posizione assuntasdraiata dalladi persona allettatalato.]]
[[File:Antidekubituskissen1.jpg|thumb|Materasso antidecubito, presidio che può evitareprevenire la formazione di lesioni da pressione.]]
Una lesione da pressione è la conseguenza diretta di una elevata o prolungata compressione, o di forze di taglio (o stiramento), causanti uno stress meccanico ai tessuti e la strozzatura di [[vasi sanguigni]]. QuandoEssa laè pressionedovuta dialla occlusionepersistente capillarepressione (POC)che, superasuperando i 32 [[TorrPressione|mm di mercurio]], avvienecausa una strozzaturacompressione dei [[vasoVaso sanguigno|vasi sanguigni]], con conseguente [[ipossia]] ipossigenazionee necrosi tissutale, chetale puòpressione evolveredeve inessere necrosiprotratta e continua nel tempo, portando allo sviluppo della lesione tra la prima ora fino a non oltre le 6 ore.<ref>[https://www.nurse24.it/specializzazioni/area-clinica/lesioni-da-pressione-cosa-sono-e-come-si-classificano.html Lesioni da pressione, cosa sono e come si classificano]</ref>
 
Le lesioni da pressione spesso sono delle conseguenze dovute a una inadeguata assistenza in ambito domiciliare per mancanza di conoscenze da parte degli assistenti sanitari o in ambito ospedaliero da parte dei professionisti sanitari. NonLa attivaremancata immediateattivazione di tecniche di prevenzione da parte del personale e con utilizzo di moderni ausili antidecubito può provocare conseguenze gravissime lesioni.
 
=== Fattori intrinseci delle lesioni da pressione ===
* Alterato controllo vasomotorio (rallentamento del circolo, alterazione del connettivo...);
* Riduzione della sensibilità cutanea;
* Sarcopenia;
* Atrofia della massa muscolare (esporre tuberosità ischiatica a rischio lesione);
* Età;
* Malnutrizione ([[Cachessia o obesità)]];
* Malnutrizione;
* Malattie croniche;
* Immobilità;
* Infezioni sistemiche o localizzate;
* Deficit/deterioramento mentale;
* Scadenti condizioni generali., anche dei problemi di gestione del paziente;
* Disturbi della personalità;
 
=== Fattori estrinseci ===
* Allettamento e inadeguata mobilizzazione dei pazienti;
* Compressione prolungata (forze verticali);
* Sfregamento cutaneo: forze orizzontali che tendono a disepitelizzare la zona;
* Materasso inadeguato;
* Piano di appoggio inadeguato;
* Carenze igieniche, come una scarsa igiene dopo l'evacuazione.
 
=== Fattori estrinseci locali ===
* Aumento della temperatura a livello locale e diaforesi, ad esempio per l'utilizzo improprio di pannoloni e traverse monouso in ambito sanitario e ospedaliero;
* Scarsa traspirazioneaerazione della cute soprattutto nella zona sacrale, trocanterica e perineale (ad es. inadeguatolasciare utilizzoi deipannoloni presidichiusi assorbenti, evitarefavorisce l'utilizzoinstaurarsi di processi piùinfettivi stratidella dicute lenzuola o teli monouso per non aumentaree lalesioni temperaturada localedecubito);
* Presenza di corpi estranei;
* Umidità;
* Forze di taglio e di sfregamento.
La pressione e le forze di taglio sono strettamente collegate tra loro, la frizione svolge un ruolo nello sviluppo delle forze di taglio, ed il microclima influenza la suscettibilità della pelle e dei tessuti molli agli effetti della pressione, delle forze di taglio e di frizione .
 
== Stadiazione ==
 
[[File:Schema stades escarres.svg|upright=0.7|thumb|Vari stadi delle lesioni da pressione.]]
= <small>Lesioni da pressione al tallone</small> =
[[File:Rete vascolare.png|miniatura|Circolo arterovenoso del tallone]]
La cura delle LDP al tallone, meritano un’attenzione particolare per la sua conformazione anatomica. Il tallone infatti, presenta una scarsa vascolarizzazione arterovenosa e una ricca rete linfatica, che favoriscono in un paziente ipomobile , sottoposto a frizione e scivolamento l’ipossia locale. La ricca rete linfatica invece favorisce la formazione di edemi declivi.
[[File:LDP Tallone.png|miniatura|Vascolarizzazione linfatica del tallone]]
[[File:LDP tallone.png|miniatura|Indicazioni prevenzione Ldp al tallone]]
Se si rileva un’ulcerazione profonda con esposizione ossea, la proliferazione cellulare risulterà più difficoltosa in questa sede, per cui in presenza di escara estesa è sconsigliato rimuoverla, poichè per la conformazione anatomica del tallone e lo scarso pannicolo adiposo si rischierebbe di esporre l’osso. Per questi motivi, le lesioni al tallone sono più esposte a rischio infettivo, osteomielite e amputazioni. Le raccomandazioni dettate da linee guida promuovono la prevenzione primaria, posizionando gli arti in scarico e sollevandoli con presidi idonei, come ad esempio cuscini, posizionati dal cavo popliteo fino alla caviglia al fine di prevenire la formazione di edemi declivi e evitare forze di frizione e di taglio. Dispositivi come talloniere in vello di pecora o di altro materiale proteggono dallo sfregamento ma non offrono uno scarico dalla pressione. Per ridurre la pressione è necessario utilizzare una schiuma ad alta densità di almeno 10-15 cm di spessore, caratteristiche non presenti nei prodotti costituiti da vello di pecora. Evitare guanti riempiti di acqua, lenzuola, dispositivi a forma di ciambella, che favoriscono solo l’aumento della pressione locale. Tra le medicazioni consigliate si preferiscono schiume di poliuretano, rispetto agli idrocolloidi che sono occlusivi.
 
I sistemi di classificazione o stadiazione delle lesioni da pressione identificano per stadi le lesioni basandosi sulle condizioni degli strati del tessuto interessato. Le classificazioni per stadi non hanno il compito di descrivere globalmente la lesione, ma di quest'ultima ne forniscono una descrizione anatomica, relativamente semplice, della sua profondità. È sempre opportuno, qualora si classifichi, valuti e documenti una lesione utilizzare un sistema concordato, in quanto esistono vari sistemi di classificazione; tra i più usati è quello proposto dal ''National Pressure Ulcer Advisory Panel'' (nato durante la Consensus Conference del 1991<ref>[http://www.npuap.org/ National Pressure Ulcer Advisory Panel]</ref>:
== Prevenzione generale ==
 
{| class="wikitable"
*'''<u>IGIENE DELLA PERSONA</u>''': si consiglia mantenere la cute della persona pulita e asciutta. Effettuare le cure igieniche con saponi neutri e acqua tiepida, evitando l’uso di strumenti e manovre abrasive; Asciugare la cute con spugna morbida, tamponando senza strofinare, prestando attenzione in particolar modo agli spazi interdigitali e nelle pieghe cutanee . In caso di cute secca e disidratata, applicare lozioni idratanti ipoallergeniche almeno 2 volte al giorno su cute ancora umida, non bagnata, evitando di frizionare (sconsigliati prodotti contenenti alcool perché irritanti). E’ possibile applicare prodotti barriera contenenti ossido di zinco, spray al silicone, film permeabili, salviettine TNT monouso preimbevute con acqua, tensioattivi, surfactanti ed emollienti contenenti acidi grassi polinsaturi. Importante è il controllo frequente della persona incontinente o in corso di sudorazione profusa. Avvalersi di presidi per l’incontinenza fecale ed urinaria come: pannoloni, mutande a rete e, il condom (drenaggio urinario esterno) nell’uomo, non usare il talco perché secca la pelle. Evitare il contatto diretto della pelle con materiali impermeabili (tela cerata) o che impediscano la traspirazione cutanea; evitare di massaggiare le prominenze ossee. Osservare giornalmente tutte le zone del corpo, poiché la presenza di arrossamento indica rischio di lesione, motivo per il quale è necessario evitare il posizionamento su quella zona.
! Stadio !! Descrizione !! Terapia
*'''<u>TESSUTI E PRODOTTI TESSILI</u>:''' le linee guida raccomandano di considerare l'utilizzo di tessuti simili alla seta, piuttosto che tessuti di cotone o misto cotone al fine di ridurre le forze di taglio e di frizione.
|-
*[[File:Mobilizzazione.png|miniatura|Corretta posizione laterale (circa 30°) evita una pressione maggiore sul fianco]]'''<u>MOBILIZZAZIONE</u>''': le persone che sono ancora in grado di deambulare, anche se non autonomamente, devono essere incoraggiate al movimento con l’aiuto di un operatore o con il sostegno di ausili (tripode, stampelle, walker). Le persone costrette su sedia a rotelle devono essere riposizionate frequentemente ( se possibile ogni 15 -20 minuti) rispettando l’allineamento dei segmenti ossei (la schiena deve essere ben appoggiata allo schienale, i piedi posti su una base d’ appoggio ). Le persone allettate devono essere posturate almeno ogni 2 ore e in base alle condizioni cliniche della persona. Gli spostamenti devono essere compiuti da almeno 2 operatori, utilizzando teli ad alto scorrimento o tavole , per evitare frizione e scivolamento sul letto. Mantenere la posizione seduta per breve tempo, è preferibile la posizione semiseduta, massimo 45°.
| style="width:100px" |'''Stadio I:''' || [[eritema fisso]] (che non scompare alla [[digito-compressione]]) della cute integra; altri segni indicativi dell'imminente insorgenza della lesione possono essere lo scolorimento cutaneo, il calore o l'indurimento. ||
*'''<u>ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE</u>''': nutrizione e idratazione svolgono un ruolo importante nella conservazione della vitalità della pelle e dei tessuti, supportano i processi di riparazione e guarigione della lesione da pressione. Ogni ferita genera un processo infiammatorio e fisiopatologico nel quale sono coinvolte proteine e aminoacidi. L’apporto di sostanze adeguate , comporta una più rapida ripresa della rigenerazione tessutale. Assicurare sempre una dieta ricca di proteine , amminoacidi, ossido di zinco, vitamina c.Ricordarsi sempre di eseguire una valutazione nutrizionale all’ingresso seguito da screening , utilizzando una scala validata quali ad esempio scala MUST, MNA, Braden Q in area pediatrica.
* Igiene posturale
* Mobilizzazione attiva/passiva
* Riposizionare il paziente in modo che la pressione sia alleviata / ridotta e redistribuita (Forza delle evidenze C)
* Rinforzo muscolare
* [[Ultrasuoni]] (onde meccaniche che fanno massaggio vibratorio sottocutaneo) anche in acqua, terapia [[farmaco]]logica
|-
| '''Stadio II:''' || ferita a spessore parziale che coinvolge l'[[epidermide]] e/o il [[derma]]. La lesione è superficiale e clinicamente si presenta come una abrasione, una vescicola o una lieve cavità; ||
* Igiene posturale
* Mobilizzazione
* Riposizionare il paziente in modo che la pressione sia alleviata / ridotta e redistribuita (Forza delle evidenze C)
* Rinforzo muscolare dove possibile
* [[Fototerapia]] (I.R/U.V.) creano aumento temperatura locale
* [[Ossigenoterapia]] locale o in [[camera di decompressione|camere iperbariche]]
* Terapia farmacologica.
|-
| '''Stadio III:''' || ferita a tutto spessore che implica danno o [[necrosi]] del tessuto sottocutaneo che si può estendere fino alla sottostante fascia muscolare senza però attraversarla; la lesione si presenta clinicamente come una cavità profonda che può sottominare o meno il tessuto contiguo. ||
*Igiene posturale
* Mobilizzazione
* Riposizionare il paziente in modo che la pressione sia alleviata / ridotta e redistribuita (Forza delle evidenze C)
* Rinforzo Muscolare
* Terapia farmacologica e [[chirurgia|chirurgica]]
|-
| '''Stadio IV:''' || ferita a tutto spessore con estesa distruzione dei tessuti, [[necrosi]] e danno ai muscoli, ossa e strutture di supporto ([[tendini]], [[capsule articolari]]). La presenza di sottominature del tessuto e di tratti cavitari può essere associata a lesioni da decubito di stadio 4. ||
* Igiene posturale
* Mobilizzazione
* Riposizionare il paziente in modo che la pressione sia alleviata / ridotta e redistribuita (Forza delle evidenze C)
* Terapia farmacologica e chirurgica
|}
 
== Complicanze ==
* '''<u>AUSILI PER LA PREVENZIONE</u>:''' i presidi antidecubito costituiscono supporti o dispositivi utili a ridistribuire (ridurre o scaricare) la pressione di contatto esercitata dal corpo su di una superficie, possono essere materassi o cuscini antidecubito.
Alcune complicanze non infettive:
[[File:Ausili.png|miniatura|Ausili di prevenzione LDP al tallone . Tenere sempre il tallone in scarico come riportato nelle immagini ]]
La riduzione si ottiene con una superficie in grado di garantire una bassa pressione tra il corpo e il materasso. Lo scarico si ottiene con una superficie in grado di mantenere in maniera continua la pressione tra il corpo e il materasso al di sotto del livello di POC. Le superfici antidecubito agiscono per contrastare i fattori locali estrinseci quali il microclima, l’umidità, la temperatura le forze di frizione e scivolamento. La scelta del presidio idoneo contribuisce alla guarigione oltre che alla prevenzione.
 
* Emorragia/ Anemia
= Scale di Valutazione =
* Squilibri elettrolitici
Molte sono le scale di valutazione validate per individuare il paziente a rischio di Lesioni da pressione, la più utilizzata è la scala di Braden, che prende in considerazione i seguenti parametri:
*[[Disidratazione]]
*[[Anemia]]
* Squilibri idroelettrolitici
*[[Deplezione proteica]]
*[[Sepsi]] (al III e IV stadio e nelle ulcere chiuse)
*[[Osteomielite]]
*[[Carcinoma squamo-cellulare di Marjolin]]
*Prolungata degenza
 
== Prevenzione generale ==
1. Percezione sensoriale (capacità di rispondere al disagio dettato dalla compressione);
 
[[File:EscarrePositionFauteuil Thibault B TIS.png|thumb|Una delle corrette posizioni per evitare le lesioni da pressione.]]
2. umidità della cute (sudorazione, umidità legata ad eventuale incontinenza urinaria e/o fecale);
 
*Cambiare la posizione e pianificazione dei cambi posturali (in caso di ipomobilità o immobilità del paziente)
3. attività motoria (livello di attività fisica);
*Identificare il rischio: uso di protocolli
*Controllo farmacoterapia (sedazione),
*Rimuovere i carichi localizzati,
*Stabilire apporto corretto nutrizionale,
*Igiene (incontinenza, sudore),
*Riabilitazione precoce,
*Educazione dei Care Givers,
 
=== Protocolli ===
4. mobilità (capacità di controllo/modifica della posizione del corpo);
 
[[scala di Norton|Indice di Norton]]: valutazione di grossi parametri che predispongono il paziente ad alto/medio/basso rischio di lesioni da pressione.
5. nutrizione (è fondamentale un adeguato apporto di calorie, proteine, vitamine e minerali per contrastare l’insorgere di nuove lesioni);
Si basa su:
*condizioni generali fisiche,
*stato mentale,
*capacità di deambulare,
*capacità di muoversi nel letto,
*incontinenza.
 
Si dà un punteggio da 1 (peggiore) a 4 (migliore). Se la somma totale dei punteggi è </= 12: paziente ad alto rischio di lesioni da decubito. Il rischio diminuisce linearmente con l'aumentare del punteggio.
6. frizione e scivolamento (la forza d’attrito che si crea con la superficie solida e/o con la biancheria può accelerare l’insorgenza di LDP).
 
La scala di valutazione per gli infermieri è di 4 gradi:
 
{| class="wikitable"
 
| 1º grado: || eritema
E’ considerata da alcuni autori la più completa per una valutazione olistica e globale del paziente con Lesioni da pressione. Ad ogni fattore vengono attribuite delle variabili, con un punteggio che va da 1 a 4 e da 1 a 3 per il fattore “frizione e scivolamento”. Un punteggio ≥ 16, indica paziente a rischio più precisamente: Punteggio 6 = alto rischio; Punteggio 23 = basso rischio; Punteggio 16 = situazione di rischio.
 
Altre scale di Valutazione usate sono : scala Norton; Knoll; Waterloo; BradenQ in ambito pediatrico.
 
== Trattamento delle lesioni da pressione ==
Il trattamento di un'ulcera da pressione, prende in considerazione oltre che la valutazione locale, anche le condizioni generali del paziente, valutazione dello stato nutrizionale, stato mentale, patologie concomitanti, terapia farmacologica assunta. Per il trattamento di LDP I Stadio sono disponibili prodotti chiamati “barriera”, come descritti nel paragrafo relativo alla prevenzione, utili per proteggere la pelle dall’irritazione data dal contatto continuo di urine, feci e/o sudore in associazione a forze di frizione e taglio. Sono prodotti isolanti e resistenti all’acqua e creano una pellicola trasparente che isola la pelle. Per le lesioni ulcerate, bisogna saper valutare come si presenta la lesione, e per questo gli esperti utilizzano uno strumento di valutazione definito TIMERS.
{|
|+
|'''<big>Tessuto necrotico</big>'''[[File:Necrosi secca al sacro.png|miniatura|T]]
|La necrosi oltre ad essere ostacolo alla proliferazione tissutale, rappresenta una fonte per la crescita di batteri . La rimozione è il primo passo per pulire il letto della ferita da tutto ciò che ostacola la rigenerazione. Il debridement può essere chirurgico, enzimatico, biologico ( con utilizzo di larve), meccanico.
|Un eccezione va fatta per l’ escara al tallone di grosse dimensioni . Considerando la conformazione anatomica e il rischio di osteomelite, in questi casi non è raccomandato il debridment, ma tenuta più secca possibile con impacchi di iodopovidone.
|-
| 2º grado: || vescicole
| '''<big>Infezione</big>'''[[File:Infezione.png|miniatura|I]]
|L’infezione rappresenta un altro ostacolo alla guarigione. Risulta indispensabile un trattamento locale con antisepsi corretta e medicazioni antibatteriche. Se l’infezione è profonda procedere mediante tampone colturale per individuare una corretta terapia sistemica antibiotica.
|Gli antisettici più utilizzati sono: Ipoclorito di sodio 0,05%, Clorexidina 0,05% , Detergente antisettico contenente PHMB. Tra le medicazioni antibatteriche raccomandate vi sono: medicazioni contenenti miele, ioni Argento, PHMB, rilascio di molecole Ros , Iodofori 0,1 %, medicazioni a captazione batterica.
|-
| 3º grado:|| disepitelizzazione
| '''<big>Macerazione</big>'''[[File:Macerazione.png|miniatura|M]]
|L’ essudato rappresenta un vero indicatore dello stato dell’ulcera . La proliferazione cellulare avviene in presenza di ulcera umida. L’umidità permette alle cellule di migrare più velocemente verso il letto della lesione. E’ necessario mantenere una giusta quantità di essudato sul letto di ferita, poiché un essudato in eccesso oppure scarso puo bloccare il processo di proliferazione
|Se presente essudato abbondante si consigliano medicazioni a idrofibra, alginato, schiume di poliuretano , contenente argento se presente infezione. Per essudato scarso : idrogeli, creme , garza grassa / con silicone per non favorire secchezza.
|-
| 4º grado: || flittene
| '''<big>Epitelizzazione</big>'''[[File:Epitelizzazione.png|miniatura|E]]
|-
|Nel processo di guarigione di una ferita, importante è la fase di riepitelizzazione. La crescita di tessuto epiteliare è caratterizzato da neoepitelio ovvero cute ancora fragile che puo’ incorrere in recidive.
| 5º grado:|| [[escara]]
|Si consigliano:
 
* Crema / garza con acido ialuronico.
* Crema ad ossido di zinco come barriera per impedire escoriazione o forze di frizione o taglio.
* Creme idratanti.
* Creme emollienti.
|-
| 6º grado: || [[ulcera]]
| '''<big>Rigenerazione</big>'''[[File:Rigenerazione.png|miniatura|R]]
|Se presente fondo della lesione deterso e pulito, si consigliano medicazioni che promuovono la rigenerazione.
|Medicazioni favorenti il microambiente umido che favoriscono la proliferazione : Garze contenenti acido ialuronico, garza grassa,. Schiume di poliuretano.
|-
| 7º grado: ||
|S. '''<big>Stato sociale</big>'''
|E’ stato evidenziato che lo stato sociale, economico e familiare influenzano la gestione globale delle ulcere, specialmente a domicilio.
|Corretta formazione del paziente , familiari e caregiver possono favorire maggiore compliance al piano terapeutico.
|}
 
L'indice di Norton è stato a sua volta modificato in indice di Norton secondo Stotts dove i vari parametri sono stati dettagliati per poter fare una valutazione più accurata in quanto la prima scala di Norton era soggetta a valutazioni più soggettive (ciò che per un operatore è buono non è detto che lo sia per un altro operatore che valuta il medesimo paziente)
= Complicanze =
Le complicanze legate alla presenza di LDP riguardano:
 
== Prevenzione locale ==
* '''Infezione.''' Segni clinici di infezione sono rappresentati da cute perilesionale arrossata, calda , infiammata (cellulite) , essudato eccessivo, purulento , possibile maleodore e dolore pulsante. Per trattare un infezione dell’ulcera è indispensabile attuare un trattamento locale mirato con utilizzo di antisettici adatti sulla cute lesa, utilizzo di medicazioni antimicrobiche.
 
*Monitoraggio integrità cutanea,
* '''Biofilm'''. Per biofilm si intende un’ aggregazione di batteri adesi, inglobati in una matrice esopolisaccaridica, che crea una barriera sul letto dell’ulcera, isolandola dall’azione di antimicrobici e antibiotici.
*Proteggere e curare la cute (mantenerla asciutta, pulita ed idratata),
*Decompressione zone ad alto rischio (cambiare posizione ogni 2 ore, se si ha un materassino antidecubito ogni 4 ore),
*Ridurre le forze di pressione/taglio (presidi antidecubito, archetto),
*Assicurare ambiente igienicamente adeguato,
*Effettuare trattamento fisioterapico,
*Curare alimentazione ed idratazione.
 
== Trattamento dell'infezione, colonizzazione, contaminazione ==
* '''Osteomileite'''. Si definisce osteomelite, quando l’infezione riguarda l’osso; nei casi più gravi, se l’ infezione non viene trattata, si può incorrere in setticemia .
Esistono modernissimi antisettici in grado di effettuare una riduzione della carica batterica in sede della lesione (medicazioni avanzate).
 
== Trattamento delle lesioni da decubito ==
Una lesione da decubito istologicamente ha sempre una tendenza a cronicizzare più che a guarire spontaneamente, esistono trattamenti con modernissime biotecnologie, che sono in grado di riattivare i processi di riparazione tissutale, inibendo i processi di cronicizzazione. Fra i farmaci si utilizzano il [[becaplermin]] e il [[cadexomero iodico]].
 
Il trattamento si basa principalmente sullo [[sbrigliamento]] (''debridement'') della lesione.
Il tessuto necrotico deve essere rimosso nella maggior parte delle lesioni da decubito. Un'eccezione a questa regola è rappresentata dalle lesioni al tallone.
Il tessuto necrotico sfortunatamente è una zona ideale per la crescita batterica: necrosi ed infezione batterica hanno la capacità di compromettere notevolmente la guarigione della ferita.
 
Ci sono alcuni modi per rimuovere il tessuto necrotico:
 
* ''Sbrigliamento autolitico'': si ricorre a delle medicazioni umide per promuovere l'autolisi tramite enzimi prodotti dall'organismo e dai globuli bianchi del sangue. Si tratta di un processo lento, ma per lo più indolore. È decisamente più efficace nei pazienti con sistema immunitario non compromesso.
* ''Debridement biologico'': la terapia di sbrigliamento si basa sull'utilizzo di larve ad uso medico che si nutrono del tessuto necrotico e quindi puliscono la ferita nel contempo rimuovendo i batteri. Questo tipo di trattamento era stato ampiamente utilizzato nel passato e successivamente è caduto in disgrazia. Tuttavia nel gennaio 2004, una agenzia di controllo statale, la [[Food and Drug Administration]] (FDA) ha approvato l'utilizzo di larve come dispositivo medico.
* ''Debridement chimico'' o ''sbrigliamento enzimatico'': è l'uso di alcuni particolari enzimi che promuovono la rimozione del tessuto necrotico.
* ''Sbrigliamento meccanico'': comporta l'uso di particolari medicazioni, idromassaggio oppure ultrasuoni per rimuovere l'escara di una ferita stabile.
* ''Sbrigliamento chirurgico'': o sbrigliamento tramite utilizzo di lame da bisturi e simili. È il metodo più veloce, in quanto permette al chirurgo di eliminare rapidamente il tessuto necrotico, il tessuto carente e la fibrina.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* AA. VV. Protocollo per la prevenzione e il trattamento delle lesioni da decubito. Data di Pubblicazione: 2006. ISBN 88-7141-701-1 - ISBN 978-88-7141-701-1
* Avanzi Anna e Saccò Marcella: Prevenzione e trattamento delle piaghe da decubito. Dal punto di vista dell'infermiere. Data di Pubblicazione: 2006. ISBN 88-902356-0-8 - ISBN 978-88-902356-0-3
* Bale sue e Jones Vanessa: Assistenza infermieristica nella cura delle lesioni cutanee. Data di Pubblicazione: 2007. ISBN 88-214-2954-7 - ISBN 978-88-214-2954-5
* Calosso Aldo: Le lesioni cutanee. Manuale clinico; Data di Pubblicazione: 2004. ISBN 88-7466-086-3 - ISBN 978-88-7466-086-5
* Calosso Aldo e Bellingeri Andrea La prevenzione delle lesioni da decubito. Elementi di base. Data di Pubblicazione: 2002. ISBN 88-386-1604-3 - ISBN 978-88-386-1604-4
* Donati L.: Il trattamento delle lesioni da decubito. Data di Pubblicazione: 1996. ISBN 88-323-1206-9 - ISBN 978-88-323-1206-5
* Fratton Rita et al.: Il dito nella piaga. Trattamento e prevenzione delle lesioni da decubito. Data di Pubblicazione: 2003. ISBN 88-88912-00-2 - ISBN 978-88-88912-00-4
* Hess Thomas Cathy (edizione italiana curata da Bellingeri Andrea): Guida clinica alla cura delle lesioni cutanee. Data di Pubblicazione: 1999. ISBN 88-214-2464-2 - ISBN 978-88-214-2464-9
* Nano Mario e Ricci Elia: Le piaghe da decubito nel paziente anziano. Data di Pubblicazione: 1994. ISBN 88-7711-209-3 - ISBN 978-88-7711-209-5
* Ricci Elia e Cassino Roberto: Piaghe da decubito. Data di Pubblicazione: 2003. ISBN 88-7711-427-4 - ISBN 978-88-7711-427-3
 
== Voci correlate ==
* National Pressure Ulcer Advisory Panel, European Pressure Ulcer Advisory Panel and Pan Pacific Pressure Injury Alliance. Prevention and Treatment of Pressure Ulcers: Quick Reference Guide. Emily Haesler (Ed.). Cambridge Media: Osborne Park, Australia; 2019.
*[[Decubito]]
* Atkin, L., Bućko, Z., Montero, E., Cutting, K., Moffatt, C., Probst, A., Romanelli, M., Schultz, G. and Tettelbach, W. (2019). Implementing TIMERS: the race against hard-to-heal wounds. Journal of Wound Care, 23(Sup3a), pp.S1-S50.
*[[Necrosi]]
* Commissione Regionale Dispositivi Medici, Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali e per l’Integrazione. Le medicazioni avanzate per il trattamento delle ferite acute e croniche. Allegato 4: Strumenti di classificazione e monitoraggio delle lesioni cutanee. Servizio Assistenza Territoriale - Area Farmaco e Dispositivi Medici, gennaio 2016.
*[[Ulcera]]
* Consensus Statement of the Academy of Nutrition and Dietetics/American Society for Parenteral and Enteral Nutrition: characteristics recommended for the identification and documentation of adult malnutrition. J Acad Nutr Diet 2012;112:730-8.
* Ohura T, Nakajo T, Okada S, Omura K, Adachi K. Evaluation of effects of nutrition intervention on healing of pressure ulcers and nutritional states (randomized controlled trial). Wound Repair Regen 2011;19:330-6.
 
* Cereda E, Gini A, Pedrolli C, Vanotti A. Disease-specific, versus standard, nutritional support for the treatment of pressure ulcers in institutionalized older adults: a randomized controlled trial. J Am Geriatr Soc 2009;57:1395-02.
 
* Winter GD (1962) “Formation of scab and rate of epithelialization of superficial wounds in the skin of the young domestic pig” Winter Gd (1976) “Some factors affecting skin and wound helaing.
* Atkin, L., Bućko, Z., Montero, E., Cutting, K., Moffatt, C., Probst, A., Romanelli, M., Schultz, G. and Tettelbach, W. (2019). Implementing TIMERS: the race against hard-to-heal wounds. Journal of Wound Care, 23(Sup3a), pp.S1-S50.
* Consensus Tallone - Buone pratiche cliniche: Raccomandazioni per la gestione del paziente con lesioni da pressione del tallone -Documento Aislec, 2019.
 
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== Collegamenti estertniesterni ==
*{{cita web | url = http://www.numedionline.it/numedi/document/decubito.pdf | titolo = Linee guida per il trattamento delle lesioni da decubito | accesso = 25 febbraio 2008 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070613225533/http://www.numedionline.it/numedi/document/decubito.pdf | urlmorto = sì }}
 
* {{cita web|http://www.epuap.org/|European Pressure Ulcer Advisory Panel}}
*[https://piaghedadecubito.it ''Piaghe Da Decubito''], blog sul tema
* https://www.aislec.it sito ufficiale Associazione infermeristica per la cura delle lesioni cutanee.
* https://www.aislec.it/wound-care-pills-2/ Documenti creati per professionisti e cittadini, scaricabili.
*[http://www.riparazionetessutale.it ''Riparazione Tissutale''], blog con documenti di tutte le più importanti aziende sanitarie