San Girolamo: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[File:Francisco de Zurbarán 043.jpg|thumb|left|Francisco de Zurbarán, ''San Girolamo con le sante Paola e Eustochio,'', 1640/1650 circa, Washington, National Gallery; Le due donne sono le più famose sue discepole che lo seguirono da Roma a Betlemme: [[Paola di Roma|Paola romana]] e sua figlia [[Giulia Eustochio|Eustochio]].]]
[[File:Caravaggio - San Gerolamo.jpg|thumb|[[Caravaggio]], ''San Girolamo nello studio'', 1606 circa, Roma, Galleria Borghese.]]
 
Nacque da Eusebio a Stridone «villaggio distrutto dai Goti al confine fra [[Pannonia]] e [[Dalmazia (provincia romana)|Dalmatia]]», come egli scrisse nel capitolo 135 del ''[[De viris illustribus (Girolamo)|De Viris illustribus]]'', dedicato a sé stesso. Qualcuno identifica il sito con l'attuale [[Stridone|Stridone/Zrenj]]<ref>{{Cita web|url=https://www.vaticannews.va/it/santo-del-giorno/09/30/san-girolamo--sacerdote-e-dottore-della-chiesa.html|titolo=San Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa|sito=Vatican News|accesso=9 ottobre 2024}}</ref> in [[Istria]] vicino al margine della [[Croazia]] con la [[Slovenia]]. Inviato giovanissimo a [[Roma]], dopo un inizio di vita irregolare in un ambiente frivolo<ref>Penna in {{Cita|BS|Vol. 6, col 1109.}}</ref> fu allievo di [[Mario Vittorino]] e di [[Elio Donato]]. Qui fu battezzato a 19 anni da [[papa Liberio]]. Si dedicò anche agli studi di retorica, terminati i quali si trasferì a [[Treviri]], dove era ben nota l'[[anacoreta|anacoresi]] [[egitto|egiziana]], insegnata per qualche anno da [[Atanasio di Alessandria|Sant'Atanasio]] durante il suo esilio<ref name=cattab530>[[Alfredo Cattabiani]], ''Santi d'Italia'', p. 530.</ref>. Si trasferì poi ad [[Aquileia]], dove entrò a far parte di una cerchia di asceti riunitisi in comunità sotto il patronato dell'[[arcivescovo]] [[Valeriano di Aquileia|Valeriano]], ma, deluso dalle inimicizie che erano sorte fra gli asceti, partì per l'Oriente<ref name=cattab530/>. Ad Antiochia avvenne il suo cosiddetto «sogno ciceroniano» in cui Cristo giudice lo accusa di essere ancora amante della letteratura profana che riteneva scritta meglio dei testi sacri: «Tu mentisci! sei ciceroniano, non cristiano...»; fustigato dagli angeli promise «Signore, se ancora avrò in mano libri mondani, se li leggerò, sarà come se ti avessi rinnegato» (''Ep''. 22, 30)<ref>Penna in {{Cita|BS|Vol. 6, col 1110.}}</ref>. Ritiratosi nel deserto della [[Qinnasrin|Calcide]], vi rimase un paio di anni ([[375]] - [[376]]) vivendo una dura vita di [[anacoreta]] e allo stesso tempo imparando l'ebraico e perfezionando il greco già appreso a Roma.
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Il testo di Girolamo è stato la base per molte delle successive traduzioni della Bibbia, fino al [[XX secolo]], quando per l'antico testamento si è cominciato ad utilizzare direttamente il [[testo masoretico]] ebraico e la ''[[Septuaginta]]'', mentre per il ''[[Nuovo Testamento]]'' si sono utilizzati direttamente i testi greci. Dalla ''Vulgata'' sono tratte le pericopi per l'epistola e il Vangelo della [[Messa tridentina]]<ref>L'[[introito]], le orazioni e il [[graduale]], il [[Tratto (messa)|tratto]] e l'[[offertorio]] invece derivano dal Messale gallicano (tranne alcuni casi), che derivando a sua volta del Messale gregoriano, sono tratte dall'[[Vetus latina|Itala]], che sarà soppiantata in Occidente solo nell'VIII secolo.</ref>.
 
[[File:Frari (Venice) nave right - Altar of san Giuseppe da Copertino - St.Jerome by A.Vittoria.jpg|thumb|[[Alessandro Vittoria]]'','' ''San Girolamo'', 1564, Venezia, [[Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]].]]
Girolamo fu un celebre studioso del [[lingua latina|latino]] in un'epoca in cui questo implicava una perfetta conoscenza del [[lingua greca|greco]]. Fu battezzato all'età di venticinque anni e divenne sacerdote a trentotto anni. Quando cominciò la sua opera di traduzione non aveva grandi conoscenze dell'ebraico, perciò si trasferì a Betlemme per perfezionarne lo studio.
 
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Nello specifico, all'interno del trattato, la parte relativa all'alimentazione corrisponde alla terza sezione [PL 23,303-326]. In essa Gerolamo per controbattere alla tesi di Gioviniano, secondo la quale «l'astinenza non è migliore dell'assunzione riconoscente del cibo», ribadisce l'importanza del digiuno non solo nella tradizione della Chiesa ma anche nella storia della filosofia<ref>Per la traduzione in lingua italiana di questa sezione, cfr Gerolamo, ''Le regole alimentari'', a cura di Lucio Coco, Bologna, Edizioni Dehoniane, 2015.</ref>.
[[File:Giovanni Bellini St Jerome Reading in the Countryside.jpg|thumb|[[Giovanni Bellini]], ''San Girolamo leggente nel deserto'', 1505, Washington, National Gallery.]]Nel trattato ''Adversus Pelagianos'', infine, si confuta [[Pelagio]] e le dottrine sulla libertà fisica e della mente.
 
== Culto ==
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== La leggenda del leone ==
La ''[[Legenda Aurea]]'', di [[Jacopo da Varazze]], narra, nel capitolo dedicato a San Girolamo, la leggenda del leone<ref name="renault">{{Cita libro |autore=Christophe Renault |titolo=Reconnaître les saints et les personnages de la Bible |città=Paris |editore=Éditions Jean-Paul Gisserot |anno=2002 |ISBN=9-782877-476584 |paginap=116 |lingua=fr}}</ref>. Tuttavia l'attribuzione di questa vicenda a Girolamo risulta impropria, in quanto acquisita da un'altra eguale leggenda narrata da [[Giovanni Mosco]]. Questa storia vedeva originariamente come protagonista [[San Gerasimo]], [[anacoreta]] e abate della Chiesa cristiana, e a causa della similitudine dei nomi latini dei due santi – Gerasimo ''Hierasimus'' e Girolamo ''Hieronimus'' – le identità vennero scambiate.
 
Un giorno un [[leone]] ferito si sarebbe presentato zoppicando nel monastero ove risiedeva San Girolamo. I confratelli fuggirono spaventati, ma San Girolamo gli si avvicinò accogliendo l'animale ferito. Egli ordinò ai confratelli di lavare le zampe al leone e curarle. Essi scoprirono che i rovi gli avevano dilaniato le piante delle zampe. Quando il leone fu guarito, rimase nel monastero. Su di esso i monaci confidarono per garantirsi la custodia dell'asino del convento. Un giorno, mentre l'asino stava pascolando, il leone si addormentò. Alcuni mercanti, visto il quadrupede da soma privo di custodi, se ne appropriarono. Tornato solo al monastero, il leone venne accusato dai monaci di aver divorato l'asino, cosicché gli vennero affidati tutti i lavori che normalmente venivano svolti da quest'ultimo. Un giorno egli incrociò sul suo cammino la carovana dei mercanti che avevano portato via l'asino affidatogli in custodia dai monaci e riconobbe nella carovana il medesimo asino. Egli si precipitò verso di loro ruggendo terribilmente e mettendoli in fuga. Dopo di che condusse l'asino e i cammelli, carichi di mercanzia, al convento. Quando i mercanti tornarono, si recarono al convento a chiedere a San Girolamo il perdono e la restituzione delle loro mercanzie, cosa che San Girolamo fece, raccomandando loro di non rubare più le proprietà altrui<ref name=renault/>.