Teoria dell'identità: differenze tra le versioni

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{{F|argomento=filosofia|data=novembre 2023|commento=oltre alla totale assenza di citazioni a supporto dei punti di vista espressi, molti dei quali non rispettano il WP:NPOV, la voce non evidenzia la distinzione classica tra teoria dei tipi e teoria delle occorrenze e omette il fondamentale contributo di Kripke }}
 
La '''teoria dell'identità''' sostiene che ci sia solo una [[realtà]] sostanziale: la realtà fisica, [[materialismo|materiale]]. Perciò la [[mente]] non può che essere qualcosa di materiale. La mente quindi viene considerata come identica al [[cervello]]: tutti i fenomeni mentali in realtà si identificherebbero con particolari stati o processi [[neurone|neurali]]. Così un preciso stato cerebrale ''è'' un preciso stato mentale. In questo modo si pensava di poter risolvere l'annoso problema dell'interazione mente-corpo.
 
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La teoria dell'identità accolse anche la sfida dei ''qualia'' e cercò di darne una soluzione compatibile con la propria epistemologia. Così, lo stato mentale del dolore ''è'' uno stato cerebrale che può consistere, per esempio, nella scarica di specifiche fibre nervose (fibre-C). Da questo punto di vista avvertire del dolore ''è'' avere le fibre-C che scaricano o vedere il rosso ''è'' avere certe cellule della [[corteccia cerebrale]] in uno stato specifico ([[teoria dell'identità tipo-tipo]]).
 
==L'identità tra la mente e i processi fisici==
==La "teoria dello stato centrale"==
 
[[David Malet Armstrong]] nel [[1968]] propose una variante della teoria dell'identità <ref>Armstrong, David M (1968), ''A Materialist Theory of Mind'', London, Routledge & Kegan Paul.</ref> in un libro famoso. Una tesi molto simile era stata presentata anche dal filosofo [[James J Smart]] nel celebre articolo ''Sensations and Brain Processes'' sulla rivista ''The Philosophical Review'' <ref>Smart, J J (1959), "Sensations and Brain Processes", in ''The Philosophical Review'', 68, 141-56.</ref>.
[[David Malet Armstrong]] nel [[1968]] propose una variante della teoria dell'identità più rigorosamente materialista: la [[Teoria dello stato centrale]].
In questo articolo, Smart aveva criticato la nozione di correlazione in quanto, secondo lui, se<blockquote>... si dice che [gli stati della coscienza] sono ''correlati'' con i processi cerebrali, non si fa alcun passo avanti. Infatti, dire che i processi mentali siano ''correlati'' con i processi cerebrali implica che i primi siano qualcosa di diverso [''over and obove'']. (p. 142).</blockquote>Sempre per chiarire la sua posizione, Smart dichiara che <blockquote>... una frase a proposito di una sensazione è una frase che si riferisce a qualcosa e quel qualcosa è un processo cerebrale. Una sensazione non è nient'altro che un processo cerebrale. [...] Quando uso la copula "è", la uso nel senso stretto di identità (come quando si dice "il numero 7 è identico con il più piccolo numero primo più grande di 5"). (p.145) </blockquote>
 
==La critica funzionalista==
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Di fatto il [[Funzionalismo (filosofia_della_mente)|funzionalismo]] introduce nella spiegazione degli stati mentali non solo la componente input\output, tipica del comportamentismo e della teoria dell'identità, ma anche quella degli stati interni i quali, in base a procedure di elaborazione ([[algoritmi]]) su base neurale, sono in grado di determinare output specifici e adattativi.
 
== Altre teorie dell'identità ==
==Bibliografia essenziale==
 
 
Sebbene la teoria dell'identità non abbia avuto grande successo, in tempi recente è stata ripresa, ma in termini molto diversi dal filosofo [[Riccardo Manzotti]] che difende una identità tra gli oggetti esterni e i corrispondenti stati percettivi. La sua ipotesi non riguarda l'identità tra mente e corpo (o tra stati coscienti e processi cerebrali), ma tra mente e oggetti esterni; una posizione definita [[Identità Mente-Oggetto]] o MOI.
 
==Note ==
<references/>
 
==Bibliografia essenziale==
 
* Armstrong D. M., ''The Nature of Mind'', «Arts: Proceedings of the Sydney University Arts Association», III, 1966, pp. 37-48; trad. it. La natura della mente, in A. De Palma, G. Pareti (a cura di), ''Mente e corpo. Dai dilemmi della filosofia alle ipotesi della neuroscienza'', 2004, pp. 46-62
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* Place U. T., ''Is Consciouness a Brain Process?'', «British Journal of Philosophy», XLVII, 1956, pp. 44-50; rist. in V. C. Chappell (a cura di), ''The Philosophy of Mind'', 1962, pp. 101-109
 
* Smart J. J. C., ''Sensations and Brain Processes'', «Philosophical Review», LXVIII, 1959, pp. 141-56; trad. it. Sensazioni e processi cerebrali, in A. De Palma, G. Pareti (a cura di), ''Mente e corpo. Dai dilemmi della filosofia alle ipotesi della neuroscienza'', 2004, pp. 27-45
 
==Voci correlate==
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==Collegamenti esterni==
*{{SEP|mind-identity|The Mind/Brain Identity Theory}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|filosofia|neuroscienze}}
 
[[Categoria:Filosofia della mente]]
[[Categoria:ScienzeTeorie cognitivepsicologiche]]