Castagna: differenze tra le versioni
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[[File:Autunno nell'aria in Val Codera.jpg|thumb|Castagna nel riccio]]
[[File:Castagnata.jpg|thumb|[[Castagnata]] a [[Canepina]]]]
[[File:Caldarroste Padova.jpg|thumb|Caldarrostaro in azione a [[Padova]]]]
La '''castagna''' è il [[seme]] del [[frutto]] del [[Castanea sativa|castagno]]. Le castagne derivano dai fiori femminili (solitamente 2 o 3) racchiusi da una cupola che poi si trasforma in riccio. La castagna è un [[achenio]], ha [[pericarpo]] liscio e coriaceo bruno scuro, all'apice è presente la cosiddetta torcia, cioè i resti degli stili, mentre alla base è presente una cicatrice più chiara denominata ilo. La forma dei frutti dipende, oltre che dalla varietà delle castagne, anche dal numero e dalla posizione che essi occupano all'interno del riccio: emisferica per i frutti laterali e schiacciata per quello centrale; i frutti vuoti, abortiti, di forma appiattita sono detti guscioni.
== Storia e diffusione ==
=== Età antica ===
Non si conoscono le esatte origini del castagno. Ritrovamenti di reperti fossili attestano che l'albero dovrebbe derivare da un ceppo originatosi nel Terziario, circa 10 milioni di anni fa e che in periodo a clima caldo si era diffuso in [[Asia]], in [[Europa]] e nelle [[America|Americhe]].
Sull'indigenato del castagno in Italia si è molto discusso. Le ricerche di E. Ferrarini e G. Covella<ref>Analisi pollinica dei fanghi lagunari in [[Versilia]].</ref> attestano, sulla base di analisi di pollini fossili diversi reperiti nei fanghi di laguna<ref>ex lago di Porta in comune di Camaiore.</ref> della pianura costiera apuana, la presenza di una cenosi di castagno risalente a circa 10.000 anni fa, conservatasi nella parte più protetta delle [[Alpi Apuane]]. Questo dimostrerebbe che il castagno ha saputo resistere alle ondate di freddo glaciale che si sono susseguite nel tempo; pertanto, l'ipotesi che l'ultima ondata di freddo di circa 10.000 anni fa lo avrebbe fatto scomparire, per poi ritornare dall'Asia Minore portato dall'uomo, è stata abbandonata<ref>Buccianti. ''Il castagno in provincia di Lucca''. p.7.</ref>.
Molteplici sono gli scritti dai quali si evince che la castagna era conosciuta in [[Grecia]] sin dall'antichità. Tuttavia, il fatto che in essi vengano utilizzate diverse espressioni per indicarla, ha spesso causato dubbi e confusioni.
Nello stesso periodo [[Senofonte]] chiama ''“noce piatta senza fessure”'', un frutto che offre una buona nutrizione alle popolazioni anatoliche di [[Provincia di Ordu|Ordu]] e [[Giresun]], testimoniando così la presenza della coltura in [[Asia Minore]].
[[Teofrasto]] ([[IV sec. a.C.]]) nella ''Storia Delle Piante'' parla di ''“ghianda di Giove”'' riferendosi alla castagna e segnala la presenza di castagni nell'isola di [[Eubèa]], nell'isola di [[Creta (Grecia)|Creta]], in Magensia e sul [[Monte Ida (Grecia)|monte Ida]]. [[Nicandro (storico)|Nicandro]] ([[III sec. a.C.]]) elenca ben quattro varietà di castagne: ''Lopima'' (difficile da sbucciare), ''Malaca'' (la tenera), ''Gimnolopa'' (senza peluria) e ''Sardinia'' (dal nome della città di [[Sardi (città)|Sardi]], capitale della [[Lidia]]).
Le castagne erano conosciute anche nell'antica Roma. [[Catone il Censore]] ([[II sec. a.C.]]) nel suo trattato ''De Agricoltura'' parla di ''“noci nude”''. [[Marco Terenzio Varrone]] ([[I sec. a.C.]]) nel suo manuale ''De re rustica'' menziona un frutto, ''castanea'', venduto nei mercati frutticoli della [[Via Sacra]] a Roma e che, come l'[[uva]], veniva offerto in dono dai giovani innamorati alle donne amate.
[[Virgilio]] afferma nella I e nella VII [[Egloga]] delle ''Bucoliche'' che il castagno era presente intorno al 38 a.C. e descrive la pianta come albero da frutto comune e ben coltivato; con le foglie si facevano materassi e il frutto, ''castanea'', era comune e pregiato.
[[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]] (23-79 d.C.) attribuisce l'origine della coltura all'Asia Minore e conferma la diffusione del frutto in [[Italia]]; considera le castagne affini alle [[Ghianda|ghiande]] e si chiede perché la natura abbia nascosto con tanta premura in una «cupola irta di spine» un frutto di «scarso valore»<ref name="plinio">Gaio Plinio Secondo. 77-78 d.C..''Naturalis Historia'', luogo di pubblicazione sconosciuto, XV e XVII libro in ''Botanica''</ref>.
Plinio si sofferma sull'utilizzo del frutto in ambito culinario:
«…Sono più buone da mangiare se tostate; vengono anche macinate e costituiscono una sorta di surrogato del pane durante il digiuno delle donne»<ref name="plinio" /> (Plinio fa riferimento ai culti femminili di [[Cibele]], di [[Cerere]] e di [[Iside]], in cui era proibito l'uso di cereali, sostituiti con pane di castagne).
«Le tarantine sono facili da masticare e leggere da digerire e hanno forma piatta. Più tondeggiante è la cosiddetta balanitide facilissima da mondare, si stacca spontaneamente dalla buccia senza residui. Piatta è anche la salariana, mentre la tarantina è meno flessibile, la corelliana è più pregiata e così anche la tereiana, una varietà che da essa deriva con un procedimento di cui parleremo a proposito degli innesti, la cui scorza rossastra la fa preferire alle varietà triangolari ed alle nere comuni, dette da cottura.«
Plinio prende in considerazione anche la modalità di conservazione del frutto e il suggerimento era quello di sistemare i frutti in sabbia o vasi di terracotta, riposti in cassoni ripieni di paglia.
Con le grandi vittorie di Roma e la conquista di nuovi territori, la coltura si estese oltre il suolo italico e in poco tempo tutta l'Europa centro-meridionale venne interessata alla coltura e i castagneti da frutto si ritrovarono in [[Portogallo]], [[Spagna]], [[Francia]], [[Svizzera]] e [[Inghilterra]] meridionale.
Col tempo per indicare la castagna del bacino del Mediterraneo è stato adottato il termine “sativa” (Castanea sativa
=== Medioevo ===
In Europa ai tempi dell'incremento demografico del XII sec., la domanda di nuovi spazi verdi da mettere a coltura aumentò vertiginosamente. Si accrebbe anche, dove era possibile praticare la coltivazione del castagno, la superficie delle selve castanili, dato testimoniato dall'infittirsi dei documenti riguardanti i castagneti. Molte Comunità, infatti, cominciarono a preoccuparsi di regolamentare, attraverso leggi e statuti, la gestione dei boschi e dei castagneti.
Ad esempio il governo lucchese nel 1483 aveva istituito dei ''“provisores castanearum”'' e nel 1489 una magistratura, ''l'Offizio sopra le Selve'', al fine di salvaguardia delle stesse. Lo [[Statuto (diritto)|Statuto]] prevedeva pene per tutti coloro, proprietari e forestieri, che, trasgredendo le disposizioni previste, commettessero atti criminali provocando incendi, tagli e altri danni più o meno gravi.
Nel Medioevo le castagne diventano frutti conosciuti ed apprezzati come testimoniano i manoscritti di moltissimi uomini del tempo; nell'edizione di Parigi del 1486 il [[Cris de Paris]]<ref>Le grida di Parigi sono espressioni di vendita d'asta volte da parte di venditori ambulanti di Parigi.</ref> attribuisce alle castagne provenienti dalla Lombardia il pregio di essere le migliori disponibili sui mercati della capitale francese, fatto che testimonia l'ormai affermata commercializzazione delle produzioni sovrabbondanti.
Sempre in Lombardia, nella seconda metà del Quattrocento, il medico sabaudo Pantaleone da Cofienza elogia la dieta montanara costituita prevalentemente da castagne, latte e latticini, affermando che essa è in grado di offrire una nutrizione completa<ref>Pantaleone Raballo da Confienza, ''Summa lacticiniorum completa omnibus idonei'', Ed. Jean Fabre, Torino, 9 luglio 1477</ref>. Gli scritti di questo periodo testimoniano anche la scoperta di varie modalità di raccolta delle castagne e si opera una distinzione tra castagna ''virida'', cioè non matura e ancora dentro al riccio (o cardo), ''munda'' se priva di riccio e passata al vaglio, ''sicca'' se essiccata e sbucciata, ''pista'' se dopo essiccazione e sbucciatura veniva macinata e frantumata per la preparazione di zuppe o farinacci.
Le castagne non solo si ritrovano come frutta di stagione o trasformate sui mercati delle città e anche sulle tavole dei ricchi, ma sono ormai diventate merce di scambio e di pagamento, come il grano, nonostante il frutto spunti prezzi sempre più bassi rispetto ad avena, segale e noci. Alla fine del Quattrocento, periodo di guerre e momenti di crisi, l'uso della farina di castagne si diffonde ulteriormente, compensando la carenza di cereali. Da tenere presente che anche la macinazione delle castagne poteva avvenire in ambito domestico e non prevedeva quindi il pagamento delle tasse sul macinato.
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Nell'[[Età moderna]] le castagne, ormai conosciute in tutta Europa, assumono un ruolo fondamentale nella storia agraria italiana diventando una voce costante nelle esportazioni verso altri Stati, soprattutto nei momenti minacciati da guerre e carestie, quando incombe la necessità di provvedere alle bocche da sfamare garantendosi scorte agricole disponibili. Un'ulteriore conferma del forte incremento della coltura, nel periodo che va dal 1500 al 1800, sono i numerosi essiccatoi costruiti un po' ovunque.
=== Novecento ===
Nel Novecento la castanicoltura italiana si evolve in maniera travagliata: nella prima metà del secolo, con le sue produzioni diversificate, la castanicoltura continua a mantenere un ruolo strategico per la sopravvivenza di una larga fascia di popolazione della montagna italiana. Le produzioni rimangono importanti soprattutto rispetto agli altri scomparti frutticoli (la castagna copre il 45% della produzione frutticola italiana); oltre a soddisfare un consistente consumo nazionale, la castagna diventa oggetto di una vivace commercializzazione sia sui mercati europei che di Oltreoceano. Negli anni 1951-52 si registrò una produzione record con una media di {{m|9,38|ul=q}} per [[ettaro]] ed una raccolta nazionale stimata intorno a {{m|1692000|u=q}} di castagne raccolte, dati eccezionali che si registrarono soprattutto grazie ad una delle piovosità estive più alte della seconda metà del Novecento: 217,6 mm dei quali ben 121,6 ad agosto, mese in cui il frutto ha più bisogno di acqua per prendere consistenza.
Dopo questo prosperoso periodo, nella seconda metà del Novecento la castanicoltura ha manifestato una notevole crisi determinata da molteplici fattori; in modo particolare ha inciso l'ulteriore sviluppo [[Terza rivoluzione industriale|dell'industria]], che ha spinto la popolazione di montagna ad abbandonare le campagne e le colture più disagevoli, diminuendo, quindi, le cure e le attenzioni verso i castagneti.
== Importanza ==
L'importanza che il frutto ha da sempre rivestito nella coltivazione del castagno è testimoniata da tutta una serie di documenti che ne segnano il cammino via via nel tempo e fanno capire come essa influenzò la cultura e la politica dei luoghi. Del resto la vita delle persone è stata strettamente legata ad essa, in quanto la castagna ha rappresentato per lungo tempo una delle fonti principali per l'alimentazione e non a caso è stata soprannominata ''“il cereale che cresce sull'albero”''<ref>Burnett, M. 1988. Ristampa di
''Chestnutworks''. Portland, Oregon.</ref>, perché molto simile al [[Oryza sativa|riso]] ed al [[frumento]] dal punto di vista nutrizionale. Ciò ha fatto sì che si potessero trovare diversi modi di propagazione della pianta, cercando di affinarne le qualità, aumentarne le varietà e conseguentemente migliorarne il frutto che poteva essere utilizzato fresco, secco o macinato ai molini.
== Varietà ==
Molte sono le varietà dei castagni e di conseguenza anche delle castagne. Tali varietà dipendono innanzi tutto dall'altezza e dai luoghi in cui si coltivano, così che il paesaggio delle selve si configura con caratteristiche che variano da luogo a luogo.
''L'Inchiesta Agraria'' di [[Stefano Jacini|Jacini]] ricorda molte varietà di castagni domestici, diversi fra loro sia per la grossezza del frutto sia per la qualità della farina ottenuta, che può essere più o meno dolce e conservabile, a seconda della resistenza della pianta alle temperature<ref>Italia, Parlamento. Jacini, Stefano. 1833. ''Atti della Giunta per l'inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola'', p. 152.</ref>.
[[Luigi Fenaroli|Fenaroli]] elenca i seguenti tipi di castagne: [[Carpinese]], Ciria, Lojola, Montan, Neiranda, Marrone, Pastinese, Brandigliana, Alotta, Lizzanese, Agostana, Rossera, Bellina, Biancola, Invernizza, Raggiolana, Valcamonica, Verdesa, Frombola, Pistolese, Torcione<ref>Fenaroli, Luigi. 1946. ''Il Castagno'', Ramo editoriale degli agricoltori, p.62.</ref>.
La gente comune, talvolta, ha attribuito alle castagne dei nomi che cambiano da zona a zona (ad es. le Ponticose sembra siano chiamate così dal paese di Pontecosi, in [[provincia di Lucca]]); alcuni, però, sono ricorrenti, come il Marrone (di buona qualità e grossezza). È un frutto invernale.
=== Marchi di tutela attribuiti dall'Unione europea ===
==== Castagna ====
* [[Castagna di Montella]] ([[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|IGP]]) registrata il 21/06/1996 - Italia
* [[Castagna del Monte Amiata]] (IGP) registrata il 08/09/2000 - Italia
* Castagna Cuneo (IGP) registrata il 13/09/2007 - Italia
* Castagna di Vallerano ([[Denominazione di origine protetta|DOP]]) registrata il 08/04/2009 - Italia
* ''Castaña de Galicia'' (IGP) registrata il 12/05/2010 - Spagna
* ''Châtaigne d'Ardèche'' (DOP) registrata il 21/01/2014 - Francia
* Castagna di [[Roccamonfina (Italia)|Roccamonfina]] (IGP) registrata nel 2022 - Italia
==== Marrone ====
* [[Marrone del Mugello]] (IGP) registrata il 02/07/1996 - Italia
* [[Marrone di Castel del Rio]] (IGP) registrata il 02/07/1996 - Italia
* [[Marrone di San Zeno]] (DOP) registrata il 12/11/2003 - Italia
* Marrone di Scala (IGP)-Italia
* [[Marrone di Roccadaspide]] (IGP) registrata il 28/03/2008 - Italia
* [[Marroni del Monfenera|Marrone del Monfenera]] (IGP) registrata il 24/11/2009 - Italia
* [[Marrone di Combai]] (IGP) registrata il 03/12/2009 - Italia
* [[Marrone di Caprese Michelangelo]] (DOP) registrata il 17/12/2009 - Italia
* Marrone della [[Valle di Susa]] (IGP) registrata il 04/11/2010 - Italia
* Marroni Piceni. Marchio Collettivo registrato il 02/09/2016 - Italia.
==== Farine ====
* [[Farina di Neccio della Garfagnana]] ([[Denominazione di origine protetta|DOP]]) registrata il 13/03/2004 - Italia
* ''Farine de châtaigne corse''/''Farina castagnina corsa'' (DOP) registrata il 13/11/2010 - Francia
* [[Farina di castagne della Lunigiana]] (DOP) registrata il 16/04/2011 - Italia
== Raccolta (castagnatura) ==
La raccolta delle castagne avviene in tempi diversi a seconda delle aree geografiche. In Italia generalmente la castagnatura inizia verso la fine di settembre e in passato questa attività (che copriva un periodo di tempo di circa 10-15 giorni dal mattino alla sera) era considerata uno fra gli avvenimenti più importanti della vita agricola.{{Senza fonte}}
In [[Garfagnana]] (LU) i proprietari delle selve che avevano necessità di manodopera si recavano a [[Castelnuovo Garfagnana]], in occasione del mercato settimanale, l'ultimo giovedì di settembre e il primo d'ottobre. Nella piazza principale avveniva il “mercato delle Lombarde” (Lombardi erano chiamati gli abitanti delle province di [[Modena]] e [[Reggio Emilia]]). Qui si sceglievano le donne e si prendevano con loro accordi circa il trattamento giornaliero, il salario, i giorni di inizio e fine lavoro.
=== Tecniche della raccolta (castagnatura) ===
{{Vedi anche|Abbacchiatura}}
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In questo periodo l'accesso nelle selve altrui era vietato da Statuti rurali<ref>Come risulta da materiale depositato in numerosi archivi (per es. Archivio di Stato di Lucca, Archivio di Stato di Massa, Archivio Comunale di Castiglione di Garfagnana).</ref>, che riguardavano sia il transito degli individui sia il pascolo delle bestie.
Terminata l'opera di raccolta aveva inizio il “ruspo” (raccolta da parte dei poveri delle castagne rimaste sul terreno) e successivamente “il rumo” (possibilità di accesso degli animali nelle selve).
== Essiccatoio ==
{{Vedi anche|
[[File:Castagne secche dried chestnut italy.JPG|thumb|Castagne secche in vendita in un mercato]]
L'[[Essiccamento|essiccazione]] è un procedimento attraverso il quale le castagne (in genere quelle più piccole) vengono essiccate al fine di ridurle a farina. Se si trattava di piccole quantità di prodotto si ricorreva all'essiccazione naturale, stendendo le castagne al sole sulle terrazze; per quantitativi più rilevanti, a seconda delle risorse finanziarie dei proprietari, si utilizzavano gli essiccatoi che si potevano trovare all'interno della stessa abitazione o isolati, in prossimità delle case, al margine dei castagneti, al centro oppure sparsi per le selve.<br />
L'essiccatoio (secou o scáu in Piemonte, [[metato]] in [[Toscana]]) era per lo più costruito in pendio per poter accedere direttamente al piano superiore<ref>Biasutti, Renato. 1938. ''La casa rurale nella toscana''. Bologna, Edizioni Zanichelli, p. 176.</ref>, generalmente di pianta quadrata o rettangolare e con struttura in muratura. Il tetto a doppio spiovente inizialmente era ricoperto di paglia o di foglie, poi di lastre di pietra o tegole.<br />
Dal lato della facciata, che presenta un aspetto “[[Cuspide (architettura)|cuspidale]]”, si apre la porta d'ingresso, su quello opposto proprio sotto il tetto c'è una piccola finestra, sui muri laterali sono realizzate delle aperture. Davanti alla porta d'ingresso può esserci una tettoia per eseguire le operazioni di battitura e conservare la legna da ardere; talvolta, l'essiccatoio presenta anche un locale annesso per gli attrezzi. All'interno è formato da due piani; a circa due metri da terra si trovano dei travicelli disposti trasversalmente i quali sostengono un canniccio in modo che tra l'una e l'altra canna sia lo spazio di un centimetro circa: qui si buttano le castagne man mano che vengono raccolte (strato minimo 20 cm, strato massimo 50 cm) attraverso la finestrina.<br />
[[File:I Gioielli del Metato.jpg|thumb|Monitoraggio della fase di essiccazione nel metato, foto scattata nel comune di [[Borgo a Mozzano]]]]
Le castagne devono essere rigirate spesso e questo comporta la presenza continua di qualcuno. Se l'essiccatoio è vicino si può tornare a casa ogni sera, ma se è lontano una volta alla settimana, in genere la domenica. Al piano terreno si accende il fuoco che deve essere tenuto vivo giorno e notte per circa un mese, a seconda del quantitativo delle castagne, in modo contenuto (se la temperatura è troppo alta la farina sarà scadente) ed alimentato tre volte al giorno con legna di castagno o prodotti forestali di scarto. Il calore costante è garantito dall'utilizzo della pula dell'anno precedente. Quando battendo una castagna contro un'altra esse si sbucciano l'essiccazione è completata; allora si toglie il fuoco, si pulisce il pavimento dell'essiccatoio e si fanno cadere le castagne dai cannicci per accantonarle in un angolo e procedere alla battitura, quando sono ancora calde.
Un'analisi riportata da Mario Buccianti<ref>Buccianti. ''Il castagno in provincia di Lucca.'' p. 94-95.</ref> dimostra che per produrre un quintale di farina, alla fine del 1900, erano necessarie, in media, 36 ore di manodopera, aventi un costo pari all'80%-90% del ricavato, ottenuto vendendo farina insacchettata in contenitori di dimensioni varia (kg. 0,500-1,5) al prezzo medio di £. 5.000.
Inoltre con l'essiccamento le castagne si riducono a circa un terzo del loro volume, cioè tre ettolitri di castagne fresche producono un ettolitro di castagne secche. Le bucce delle castagne rappresentano circa il 20% del peso totale<ref>Vigiani, Dante. 1943. ''La coltivazione del castagno''. Genova, Roma, Napoli, Città di Castello, Società anonima editrice Dante Alighieri, p. 88.</ref>.
Intorno al 1990 il Comune di [[Vagli Sotto]] (LU) ha finanziato la realizzazione di un
== Battitura ==
Oggi tutte queste operazioni, che in passato duravano un'intera nottata, vengono effettuate dalle macchine sgusciatrici-spelatrici, mondacastagne, vagliatrici, turbina-battitrice.
== Caratteristiche botaniche ==
=== Elementi costitutivi della castagna ===
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=== Descrizione del riccio ===
In un primo momento è di colore verde; in seguito alla maturazione (quando si apre in 2-4 valve) diventa giallo–brunastro. Internamente è di colore crema, rivestito da fine peluria. La cupola è di forma sub-sferica con un diametro variabile da 6–7 cm nelle piante selvatiche a 10–15 cm in quelle coltivate.
Alla fine del Novecento i cardi vuoti e le foglie raccolte venivano usati come lettiera per il bestiame bovino, ma non per quello ovino perché i cardi si attaccavano al [[Pelliccia|vello]].
== Fasi fenologiche ==
=== Maturazione e caduta frutti ===
Il castagno, come altre specie da frutto, dopo un periodo di riposo invernale, vive da marzo-aprile a novembre un'intensa attività vegetativa e riproduttiva durante la quale [[germoglio|germogli]], foglie, organi fiorali e frutti crescono e si sviluppano.
La maturazione dei frutti può avvenire più o meno tardivamente: per esempio il processo è assai precoce per gli ibridi euro-giapponesi che già fruttificano a fine agosto, mentre solitamente i Marroni fanno parte delle specie a maturazione tardiva.
Quando le castagne sono mature, ricci e castagne possono seguire differenti processi di distacco dalla pianta: i ricci possono aprirsi a maturità, lungo linee di satura, in 2-4 valve, oppure possono rimanere attaccati al ramo e, aprendosi, liberare le castagne che cadono a terra mature; la maggior parte delle volte, però, i ricci cadono a terra integri, chiusi o semi-aperti, trattenendo i
Ciascuna modalità di distacco ha conseguenze immediate sulla raccolta e sulla sanità del prodotto: i
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|}
== Castagna e
== Miglioramento genetico ==
=== Caratteri del
Per le [[cultivar]] da frutto, le finalità dei lavori di miglioramento sono per lo più quelle classiche: buon comportamento agronomico, qualità del prodotto in funzione della destinazione commerciale, idoneità a conservazione, lavorazione e trasformazione del frutto.
Per i
* grosso calibro
* forma rettangolare e simmetrica
* epicarpo lucente, non troppo scuro, con striature accentuate
* polpa consistente, senza cavità, non settata, saporita e dolce.
I
Tratti tecnologici di pregio dei
* facile pelabilità
* episperma che non si insinua nel seme
* semi senza cavità, monoembrionici
* buccia priva di fenditure
* resistenza a Cydia, [[Curculio]] e ad altri insetti
* resistenza ai funghi quali Cyboria e ad altri agenti responsabili di [[Micosi|infezioni fungine]] durante la conservazione.
=== Obiettivi del miglioramento genetico ===
{| class="wikitable"
|-
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| Attitudine alla canditura ||
|-
| Resistenza a ''Cydia'' spp., ''Curculio elephas'', ''Cyboria batschiana'' ||
|}
== Insetti dannosi ==
=== ''Cydia fagigladana'' (Tortrice intermedia delle castagne) ===
La ''C. fagigladana'' è diffusa in Russia, [[Iran]] ed [[Europa]]. In Italia la specie è presente nei castagneti del centro ed in quelli del sud, in particolare in [[Campania]]; nei castagneti del settentrione, invece, i suoi rilevamenti sono assai minori: nel [[Piemonte]] Nord-occidentale, in indagini risalenti agli anni novanta, questo parassita non è mai stato reperito. L'insetto adulto ha un'apertura alare di 13–19 mm, è di colore bruno con striature chiare a ''“spina di pesce”''. A maturità diviene una larva rossastra di 14–17 mm che vive scavando gallerie nell'endosperma di faggiole, ghiande e castagne.
=== ''Cydia splendana'' (Carpocapsa o tortrice tardiva delle castagne) ===
{{Vedi anche|Cydia splendana}}
La ''[[Cydia splendana|C. splendana]]'' presenta una distribuzione euroasiatica. In Italia la specie è distribuita in tutte le aree dove vegeta il castagno. L'insetto adulto ha un'apertura alare di 16–19 mm, è di colore grigio cenere e bruno. A maturità si trasforma in una larva biancastra o rosea lunga 12–16 mm, che si nutre prevalentemente di castagne e faggiole, ma anche di noci.
=== ''Pammene fasciana'' (Tortrice precoce delle castagne o del faggio) ===
La ''[[Pammene fasciana|P. fasciana]]'' presenta una distribuzione euroasiatica ed è diffusa in tutta Italia. L'insetto adulto ha un'apertura alare di 15–18 mm ed è di colore bianco-avorio. A maturità diviene una larva di 11–13 mm, di colore biancastro o roseo, che vive a spese dei semi di [[Castanea Sativa|castagno]], [[faggio]], [[quercia]] e [[acero]]. Per quanto riguarda il castagno, il parassita attacca direttamente i giovani ricci nei quali scava una galleria interna, passando così da cupola a cupola.
=== ''Curculio elephas'' (Balanino o punteruolo delle castagne) ===
{{Vedi anche|Curculio elephas}}
Il ''[[Curculio elephas|C. elephas]]'' è comunemente diffuso in Europa meridionale e nelle aree montane dell'[[Nordafrica|Africa del Nord]] ([[Algeria]]). In Italia il parassita è presente in tutte le aree dove vegeta il castagno.
L'insetto adulto è giallastro - grigio con antenne e zampe rossastre, è privo di ali ed è lungo dai 6 ai 10,5 mm. A maturità diviene una larva priva di zampe di 12–15 mm, di colore biancastro con il capo bruno-nerastro. L'insetto vive sui castagni e sulle querce, mentre gli adulti si nutrono delle giovani gemme, le larve si sviluppano all'interno dei semi delle piante ospiti. Le ghiande e le castagne che cadono anticipatamente dal ramo sono i frutti danneggiati dal C. elephas, danno che varia a differenza della spinosità del riccio.
==
=== Qualità in post raccolta ===
La castagna, come altri semi, ha un'elevata attività metabolica nei giorni che seguono la fuoriuscita del riccio o la cascola dall'albero: i [[carboidrati]] presenti in quantità rilevante nella polpa sono utilizzati nella respirazione dei tessuti con produzione di calore, oltre che di [[Anidride carbonica|CO2]] e acqua.<br />
L'ammassamento e la temperatura ambientale concorrono ad accelerare lo sviluppo di [[Muffa|muffe]] e marciumi di partite con eccesso di umidità, mentre un'asciugatura troppo rapida stacca l'episperma e permette alle [[Cryptogamae|crittogame]] di intaccare il seme.
Per lo stoccaggio di grandi masse, dove agli effetti dell'attività metabolica delle castagne si sommano quelli degli agenti patogeni, vanno previste celle frigorifere in grado di eliminare con la ventilazione l'eccesso di calore.
Non sono da sottovalutare neanche i rischi di contagio, durante lo stoccaggio in cella, da parte di muffe presenti nei cassoni o su altre castagne, mentre la differenza di temperatura tra frigorifero e
Pertanto le castagne, pur essendo considerate dal punto di vista merceologico tra i [[Frutta secca|frutti secchi]], si differenziano da essi, oltre che per il basso contenuto lipidico, soprattutto per la difficoltà di conservazione.
La polpa, costituita da circa il 50% di acqua, e l'epicarpo, poroso e non lignificato, favoriscono lo scambio gassoso con l'ambiente e gli attacchi da parte di numerosi insetti e patogeni fungini.
Nella conservazione si affiancano tecniche antiche e moderne, ma la qualità finale è fortemente condizionata dallo stato sanitario del prodotto alla raccolta e dal processo di lavorazione volto a scartare i frutti alterati, arrestare le infezioni fungine per prolungare nel tempo le caratteristiche organolettiche, mediante un controllo assiduo del tenore in acqua delle castagne.
=== Mercato del fresco ===
A questo settore, di notevole importanza, sono destinate le primizie, immediatamente confezionate e commercializzate dopo la raccolta. Esse rappresentano però una piccola quota del mercato del fresco, alimentato da produzioni di castagne e Marroni generalmente migliori per caratteristiche organolettiche. Queste primizie vengono sottoposte, prima della commercializzazione, a trattamenti di condizionamento volti a garantire sanità del prodotto e prolungarne il periodo di vendita, evitando flessione dei prezzi del periodo successivo alla raccolta. Il mercato impone, con forza sempre maggiore, che i frutti siano coinvolti nell'eliminazione dei parassiti animali ([[sterilizzazione degli alimenti|sterilizzazione]]) e sottoposti a trattamenti di conservazione a medio termine (curatura).
=== Lavorazioni per il mercato del fresco ===
All'inizio della filiera viene effettuata la
Al termine dei trattamenti conservativi prescelti (sterilizzazione con o senza curatura), le castagne subiscono una
Con la
La
Castagne e Marroni, infine, vengono confezionati, per pezzatura e trattamento, in sacchi di rete di plastica o di iuta, all'esterno dei quali sono apposte le informazioni di denominazione, sede e eventuali marchi commerciali, di processo o di origine geografica.
== Metodi di conservazione ==
=== Ricciaia ===
Nei tempi antichi le castagne, ancora chiuse nei ricci, venivano ammassate in cumuli di 0,5–1 m posti sopra una piattaforma di terra battuta e ricoperte di foglie, felci e altri materiali vegetali periodicamente inumiditi. Questo ammasso organico prende il nome di ricciaia e al suo interno i frutti subiscono un parziale processo di fermentazione e si conservano integri e lucidi come appena raccolti per alcuni mesi.
Questo sistema, ormai caduto in disuso, favoriva l'apertura dei cardi ed era indicato per le varietà di ricci che a maturazione cadono dalla pianta ancora chiusi.
=== Curatura o
Ancora oggi il metodo adoperato per la conservazione delle castagne è quello della curatura, un tempo chiamata “novena” perché durava nove giorni. La pratica consiste nell'immergere le castagne in acqua, a temperatura ambiente, per un periodo che varia dai 4 ai 10 giorni. A causa della mancanza di ossigeno in immersione, i batteri presenti nei frutti vengono eliminati e si sviluppano microrganismi che favoriscono una leggera fermentazione.
=== Sterilizzazione o termo idroterapia ===
I frutti vengono immersi per 45 minuti circa in vasche di acqua calda a 50° (massima temperatura sopportabile dalle proteine senza denaturarsi). A fine trattamento le castagne subiscono il raffreddamento tramite getti d'acqua e l'asciugatura: queste tre fasi sono sufficienti per il consumo a breve termine, mentre per il commercio a medio - lungo termine è necessario che la termo idroterapia sia seguita dalla curatura.
=== Refrigerazione ===
Esistono due variabili per il metodo di conservazione della refrigerazione: quella in atmosfera normale (AN) e quella in atmosfera controllata (AC). Nella prima pratica sono impiegate celle frigorifere con temperatura compresa tra 0 e +2
=== Surgelazione ===
Le castagne sbucciate vengono conservate a -18/-20
=== Essiccazione ===
{{Vedi anche
Antico procedimento adottato per secoli in tutte le realtà castanicole italiane, come testimoniano i numerosi essiccatoi ancora oggi presenti. Questo metodo di conservazione è utilizzato tutt'oggi per la produzione di prodotti tradizionali e inoltre attraverso l'essiccazione i frutti acquistano digeribilità, un aumento dei principi attivi e degli elementi minerali, e si conservano per lungo tempo (oltre i 12 mesi) senza alterazioni.
== Trasformazione industriale ==
=== Prodotti finiti ===
L'industria propone un'ampia gamma di trasformati conosciuti e apprezzati da secoli. Marroni e castagne sono offerti dal mercato durante tutto l'anno e si possono trovare in [[soluzione acquosa]], a secco, sotto vuoto, surgelati, sciroppati, canditi, glassati, sott'alcol, sotto forma di purea e crema dolce, macinati in farina, trasformati in muesli, zuppe, prodotti per neonati, e infine sotto forma di bevande quali alcol di castagne, liquori, [[birra]] e bibite analcoliche.
== Valore nutritivo ==
La castagna è un alimento sano e molto nutriente. A differenza dei frutti a polpa ([[mela|mele]], [[Pesca (frutto)|pesche]], …), la castagna fresca ha un contenuto d'acqua del 50% circa (secca del 10%), un contenuto calorico di 200 kcal ogni 100 g (secca 350Kcal/100 g), un buon contenuto di fibra (7-8%), un eccellente apporto di [[glucidi]] zuccherini e amilacei (35% circa), un discreto contenuto di [[proteine]] di qualità, una bassa percentuale di [[Lipidi|grassi]] (3 g/1 hg), un'alta percentuale di [[potassio]], altri sali minerali come [[magnesio]], [[calcio (elemento chimico)|calcio]], [[zolfo]] e [[fosforo]]; infine, possiede [[vitamine]] idrosolubili ([[Vitamina B1|B1]], [[Vitamina B2|B2]], [[Vitamina PP|PP]], [[Vitamina C|C]]).
== Cosmesi e medicina popolare ==
La castagna è stata nel tempo un importante ingrediente di rimedi terapeutici di ampia diffusione popolare.
Nel Medioevo, per combattere [[emicrania]] e [[gotta]], era consigliata acqua di lessatura di foglie e bucce di castagna; a chi soffriva di dolori cardiaci si raccomandavano le castagne crude e a chi soffriva di problemi alla [[milza]] si suggerivano le [[caldarroste]]. Le castagne lesse, pestate e unite a [[miele]] aiutavano i malati di [[fegato]], mentre con l'aggiunta di pane grattugiato, [[Glycyrrhiza glabra|liquirizia]] e [[Polypodium vulgare|felce dolce]] erano rimedio per i disturbi di [[stomaco]].
Nei tempi antichi castagne secche macinate, unite a sale e miele, venivano utilizzate contro i morsi di cani o in caso di avvelenamento.
Inoltre, per i presunti effetti [[Antipiretico|antipiretici]], le castagne rientravano nelle diete dei malati di [[febbre terzana]] e in quelle per la prevenzione dalla [[peste]], soprattutto se cotte con [[Prunus domestica|prugne]].
In passato si attribuivano alle castagne effetti [[Afrodisiaco|afrodisiaci]], mentre la farina era impiegata nel caso di [[Mestruazione|mestrui]] abbondanti, per i dolori renali in gravidanza, per prevenire i rischi di [[aborto]] e, mescolata con aceto e farina d'orzo, per guarire la [[mastite]]. In caso di tosse la castagna era usata per la sua azione [[Espettorato|espettorante]] ed [[Spasmo|antispasmodica]]. Infine questi frutti erano impiegati anche per favorire la crescita dei capelli, combattere la calvizie e curare la [[tigna]].
La medicina odierna non riconosce alla castagna tutte le virtù terapeutiche che le erano attribuite nel passato; tuttavia ne conferma il valore energetico, la proprietà remineralizzante e tonicizzante; non a caso la castagna è considerata un alimento ottimale per gli sportivi, in quanto il potassio contribuisce a ridurre l'affaticamento muscolare.
== Riti e usanze ==
Talvolta, il ciclo biologico del castagno era abbinato dalle popolazioni montanare alle ricorrenze del calendario liturgico cattolico, a cominciare dalla fioritura, per continuare con l'ingrossamento e la maturazione; in [[Garfagnana]] (LU), ad esempio, erano diffusi i seguenti detti:
# “per S. Giacomo e S. Anna allegano i fiori in castagna” (25-26 luglio)
# “per S. Maria la castagna cria” ([[Ferragosto|15 agosto]])
# “per S. Luca la castagna si pilucca” (18 ottobre)
E nella metà di novembre, in molti borghi si svolgono le tradizionali [[Castagnata|castagnate]] autunnali dove si può gustare le specialità a base di castagna come le [[caldarroste]] e altri piatti tipici.
In Emilia-Romagna (nella zona tra Castenaso, Budrio e Medicina, in provincia di Bologna) esiste un termine, "ansali", che si riferisce alle castagne cotte e affumicate, e consumate il giorno di Santa Lucia, 13 dicembre. Un gusto simile è quello del Lagavulin, scotch whiskey scozzese invecchiato in botti di legno.
Il castagno, infine, ha acquisito un valore simbolico: in Cina la tradizione ne ha fatto il simbolo della previdenza, in quanto il frutto serve da nutrimento per tutto l'anno; altrove rappresenta la giustizia.
Nel linguaggio [[Araldica|araldico]] il frutto è simbolo di “resistenza, virtù nascoste e fede inalterabile”.
==Galleria d'immagini==
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File:Strasbourg marchand de marrons chauds octobre 2013 01.jpg|Caldarrostaro a [[Strasburgo]]
File:Panneau castagna.JPG|Cartello nel [[Piemonte]]
File:Kostliche; A Swiss Holiday Favorite (5335004516).jpg|''[[Vermicelles]]'' con [[panna montata]]
File:Pečenje kostanja v Mariboru 1961 (3).jpg|Donna e cartoccio di castagne, a [[Marburgo (Slovenia)|Marburgo]] (1961)
File:Paolo Antonio Barbieri - Kitchen Still Life.jpg|[[Natura morta]] di [[Paolo Antonio Barbieri]] (c. 1640)
File:Castagne arrostite.jpg|Esposte per la vendita al dettaglio
File:Elisabeth Alida Haane Marktfrau 1840.jpg|Venditrice di aringhe e marroni, opera di [[Elisabeth Alida Haanen]] (1840)
File:Closeup of marrons glacés in Palermo (5200071943).jpg|Primo piano: ''[[Marron glacé|marrons glacés]]''
File:Dolce alle castagne (Giappone).jpg|Dolce alle castagne in [[Giappone]]
</gallery>
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* Bounous, Giancarlo. 2002. ''Il castagno, coltura, ambiente ed utilizzazione in Italia e nel mondo.'' Bologna, Edagricole, cap. 1-3-5-9-10-11
* Buccianti, Mario. 1992. ''Il castagno in provincia di Lucca, storia, strutture, economia.'' Lucca, S. Marco, pp. 7, 21, 82-84, 95.
* Poli, Ivo. 1999. ''Del castagno in Garfagnana, storia, coltura, poesia.'' Piazza S. Romano (LU), Maria Pacini Fazzi Editore, pp. 15–18, 20, 63.
== Voci correlate ==
* [[Abbacchiatura]]
* [[Castagnaccio]]
* [[Trapa natans|Castagna d'acqua]]
* [[Castanea crenata]]
* [[Castanea mollissima]] (castagno cinese)
* [[Castanea sativa]]
* [[Curculio elephas]]
* [[Cydia splendana]]
* [[Farina di castagne]]
* [[Metato]]
==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Treccani|castagna|v=1}}
* {{cita web | 1 = http://www.comune.cuneo.gov.it/fileadmin/comune_cuneo/content/amm_organiz/attivita_promozionali_produttive/servizio_agricoltura/ufficio_agricoltura/ricettari/ricettario5.pdf | 2 = La Castagna in Cucina, metaforEdizioni | accesso = 25 maggio 2012 | dataarchivio = 5 marzo 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160305093404/http://www.comune.cuneo.gov.it/fileadmin/comune_cuneo/content/amm_organiz/attivita_promozionali_produttive/servizio_agricoltura/ufficio_agricoltura/ricettari/ricettario5.pdf | urlmorto = sì }}
* Marroni Piceni [https://web.archive.org/web/20171201035905/https://www.altotronto.it/marroni-piceni]
* Raccolta trattamento e conservazione delle castagne pdf [https://www.researchgate.net/profile/Thomas_Sieber2/publication/242434086_/links/00b7d53ac2134a6d06000000/Raccolta-trattamento-e-conservazione-delle-castagne.pdf]
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