Luigi Settembrini: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua}}
{{Carica pubblica
|nome = Luigi Settembrini
|immagine = Luigi Settembrini.jpg
|carica = [[
|mandatoinizio = 3 marzo 1874
|mandatofine = 3 novembre 1876
|legislatura =
|tipo nomina = {{Categoria Senatori|20}}
|gruppo parlamentare = ▼
|incarichi =
|sito = {{Senatori Regno}}
|carica2 = [[Deputato del Regno d'Italia]]
|mandatoinizio2 = 18 febbraio 1861
|mandatofine2 = 6 marzo 1861<ref>Annullamento.</ref>
|legislatura2 = {{NumLegRegno|D|VIII}}
|collegio2 = Napoli V
|sito2 = {{Deputati Regno}}
|partito =
|titolo di studio =
|alma mater =
|professione = Docente universitario
|firma =
}}
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Il padre aveva vissuto il periodo della [[Repubblica Partenopea]] del [[1799]], facendo la sentinella a [[Domenico Cirillo]], [[Francesco Mario Pagano]] e [[Vincenzio Russo]]. Catturato, fu condotto in carcere, dove nemmeno l'intercessione paterna presso il maggiore [[Camillo Baccher|Baccher]] poté dispensarlo dalla deportazione a [[Carcere di Santo Stefano|Santo Stefano]]. Raffaele rimase sull'isola quattordici mesi, prima di poter tornare a Napoli.<ref>''Ricordanze della mia vita'', Torino 1944, cit., pp. 5-9</ref>
Luigi fu educato dal padre alle idee [[Liberalismo|liberali]]. Passò parte della fanciullezza a [[Caserta]] e studiò al collegio di [[Maddaloni]], che aveva fama di essere uno dei migliori nel [[Regno delle Due Sicilie]]. Qui il ragazzo venne in contatto con un ambiente considerato successivamente fortemente bigotto e ipocrita, al punto da scrivere che gli alunni «imparano cose inutili, e non amano lo studio donde non traggono alcuna dolcezza, uscendo di collegio ignoranti ed increduli per istizza».<ref>''Ricordanze della mia vita'', Torino 1944, cit., p. 11</ref> Tuttavia, Settembrini riconobbe il valore di alcuni insegnanti che esercitarono su di lui una considerevole influenza. Nelle ''[[Ricordanze della mia vita]]'',
L'animo del Settembrini, naturalmente poetico e gentile, subì in questi anni l'influenza di un compagno di collegio, tal Luigi de Silva, provetto studente che lo avvicinò allo studio dei [[Letteratura latina classica|classici latini]]. Nel [[1825]], anno del [[Giubileo]], i due rimasero fortemente impressionati dalle parole di un arciprete. Luigi si diede per un periodo a ferventissime pratiche religiose, con un rigore e un idealismo estremo, secondo il tipico atteggiamento di un ragazzo che vive la propria evoluzione spirituale. Furono mesi in cui Settembrini si dedicò alla preghiera con una regolarità e una precisione che sfioravano il fanatismo, come riconobbe quando, prese le distanze dall'ipocrisia di certi ambienti clericali, approdò a una fede matura e convinta. Il padre, intanto, preoccupato per la "crisi mistica" del figlio, decise di toglierlo dal collegio alla fine del [[1826]] e lo inviò in un istituto partenopeo.<ref>''Ricordanze della mia vita'', Torino 1944, cit., pp. 15-18</ref>
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Furono anni lieti che videro il ragazzo compiere i primi passi verso la vita adulta. Un triste evento, tuttavia, spezzò nel [[1830]] la serenità degli anni giovanili: il padre era gravemente malato, e Luigi dovette correre a Caserta, dove Raffaele si spense il 26 settembre. Con il fratello Giovanni, Settembrini andò a [[Santa Maria Maggiore (Capua)|Santa Maria di Capua]] per intraprendere studi di legge. L'ingegnere Filippo Giuliani, marito di una zia materna, si prese cura di loro. Accolto nello studio di Nicola Tucci, un amico calabrese del padre, Luigi cominciò a fare pratica e ad avvedersi piuttosto rapidamente di quanto poco si sentisse portato per il diritto e di come in mezzo a liti, clienti, carte e giudici stesse «come l'asino in mezzo ai suoni».<ref>''Ricordanze della mia vita'', Torino 1944, cit., p. 24</ref> Ottenne la difesa di poveri accusati di aver rubato del cibo. Conscio della disperazione che li aveva portati al gesto, Settembrini li difese con tutte le sue forze, senza evitare la loro condanna. Ulteriormente disgustato dal foro, tornò a Napoli «col fermo proponimento di farmi piuttosto tagliar le mani che toccar codici e processi».<ref>''Ricordanze della mia vita'', Torino 1944, cit., p. 25</ref> Se la «scuola di leggi» non lo affascinò, gli riservò tuttavia un incontro fondamentale per gli anni futuri: quello con [[Benedetto Musolino]], cui si legherà di fraterna amicizia.
A Napoli, dove fu iniziato giovanissimo in [[massoneria]] nella Loggia ''Figliuoli della Giovine Italia'' per poi divenire [[Maestro venerabile]] della Loggia ''La Libbia d'Oro''<ref>[[Giordano Gamberini]], ''Mille volti di massoni'', Roma, Ed. Erasmo, 1975, p. 129.</ref><ref>{{cita web|url=https://napoli.corriere.it/notizie/cronaca/17_maggio_22/leopardi-massoneria-portici-ranieri-voleva-trasferirsi-li-col-poeta-857b2eb8-3ed7-11e7-a557-98d60383f614.shtml|titolo=Leopardi e la massoneria a Portici Ranieri voleva trasferirsi lì col poeta|città=Napoli|autore=Roberto Russo|data=22 maggio 2017|accesso=21 settembre 2023|rivista=[[Il Corriere della Sera]]}}</ref>, si iscrisse all'Università e poté finalmente dedicarsi ai prediletti studi umanistici. Frequentò anche la scuola di [[Basilio Puoti]], diventando uno tra i suoi più stimati allievi. All'università ebbe professori illustri: il più celebre fu il filosofo [[Pasquale Galluppi]].<ref>''Ricordanze della mia vita'', Torino 1944, cit., pp. 39-49</ref>
Queste antiche influenze di derivazione [[Illuminismo|illuministica]] connoteranno sempre le sue analisi e le sue scelte in campo politico, caratterizzate da una concezione elitaria del progresso politico, dalla convinzione della necessità di un'educazione del popolo dall'alto, dall'ideale di un governo forte e dai tratti paternalistici.
[[File:Benedetto Musolino.png|thumb|left|upright=0.7|Benedetto Musolino]]
Conobbe in questi anni anche [[Raffaella Fucitano|Raffaella Luigia Fucitano]] (o Faucitano), adolescente di modesta famiglia che i genitori volevano destinare alla vita claustrale. Settembrini, che si innamorò subito della sua dolcezza, avanzò la proposta di matrimonio promettendo di ottenere una cattedra come professore, e superò le resistenze dei Fucitano e della stessa fanciulla, ormai lieta di consacrare la propria vita a Dio. Quando nell'estate [[1835]] il giovane vinse il concorso per la cattedra di [[eloquenza]] al liceo di [[Catanzaro]] ricevette da Gigia, come verrà sempre ricordata nell'opera autobiografica, il primo bacio, «che mi accese una luce che io ho tenuta sempre innanzi agli occhi miei, e la terrò sino all'ultimo dei miei giorni». Così, l'8 ottobre 1835 i due si sposarono: Raffaella aveva appena diciassette anni. Insieme si trasferirono a Catanzaro nel mese di novembre.<ref>''Ricordanze della mia vita'', cit., pp. 56-59</ref> Due anni più tardi la vita di coppia fu allietata l'8 aprile dalla nascita di un figlio il cui nome rivela chiaramente i gusti artistici del padre: [[Raffaele Settembrini|Raffaele Michelangelo Tiziano Settembrini]] (il primo nome è naturalmente anche un omaggio al padre). Sempre nel 1837, tuttavia, i due sposi conosceranno gli stenti e la sofferenza in seguito all'incarcerazione di Settembrini.
A Catanzaro
[[File:Santostefcarcere.JPG|thumb|right|upright=0.9|Rovine del carcere di Santo Stefano]]
Tra il [[1847]] e il [[1848]] intervenne attivamente con i suoi scritti nel dibattito [[Politica|politico]] scrivendo il suo più famoso pamphlet, ispirato ai fatti di Romagna di [[Massimo d'Azeglio]] [[s:Protesta_del_popolo_delle_Due_Sicilie|''Protesta del popolo delle due Sicilie'']]; pur essendo pubblicato in forma anonima, lo costrinse, a causa dei sospetti suscitati, a rifugiarsi a [[Malta]]. Partecipò in seguito, in prima persona, al governo costituzionale come ministro della pubblica istruzione, diventando membro della [[Grande Società dell'Unità d'Italia]].
Nel [[1849]], con la [[Regno delle due Sicilie|restaurazione borbonica]] fu nuovamente arrestato e portato in carcere a Montefusco (dove soggiornò con [[Carlo Poerio]], [[Michele Pironti]], [[Sigismondo Castromediano]],
Nel 1859 fu avviato alla deportazione negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]<ref>Secondo AA.VV., ''Storia d'Italia'', DeAgostini, 1991, i deportati sarebbero dovuti arrivare a Madeira, in [[Brasile]].</ref> ma il figlio Raffaele riuscì a far dirottare la nave in Irlanda a [[Cobh|Queenstown
=== Gli ultimi anni ===
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Nel [[1860]] fu professore di [[letteratura italiana]] presso l'[[Università di Bologna]] e dal [[1861]] insegnò all'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università di Napoli]] diventandone in seguito rettore. Durante la sua attività nell'ateneo napoletano, rammaricato per il disfacimento degli istituti e dei costumi napoletani a seguito dell'Unità d'Italia, agli studenti che si lamentarono di alcuni regolamenti e dell'iniquità nella distribuzione dei fondi scolastici, egli rispose: «Colpa di [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]]!». Gli studenti stupiti gli chiesero le motivazioni ed egli replicò: «Se avesse fatto impiccare me e gli altri come me, non si sarebbe venuto a questo!».<ref>[[Benedetto Croce]], ''Storia d'Italia dal 1871 al 1915'', Laterza Editore, 1966, p.287.</ref>
Nel 1861 Settembrini pubblicò le opere di [[Luciano di Samosata]] riuscendo inoltre a portare a termine il progetto che aveva abbozzato negli anni precedenti con ''Della letteratura italiana libri IV''. Sua intenzione, dichiarata nel discorso ''Dello scopo civile della letteratura'' dell'8 aprile [[1848]], era infatti quella di scrivere una [[storia della letteratura italiana]] per le generazioni di giovani post-risorgimentali. Tra il [[1866]]-[[1872]] vennero pubblicati i tre volumi
Con lo stesso impegno civile messo nella stesura della sua letteratura italiana il Settembrini lavorò ininterrottamente ad un'altra importante opera, le ''[[Ricordanze della mia vita]]'', che verranno pubblicate postume dall'editore Morano con la guida dell'amico [[Francesco De Sanctis]]. Settembrini fu collaboratore dell
Alla sua morte, il corpo di Settembrini fu trattato con una speciale tecnica di mummificazione dallo scienziato [[Efisio Marini]] (1835-1900).
Benedetto Croce riteneva che [[Thomas Mann]] alludesse a Luigi Settembrini nel chiamare con questo nome il personaggio [[Massoneria|massone]] che rappresenta l'ideale attivo e positivo dell'[[illuminismo]], dell'[[umanesimo]], della [[democrazia]], della [[tolleranza]] e dei [[diritti umani]] ne ''[[La montagna incantata]].'' Lo scrittore tedesco, in un colloquio con Croce, dirà di aver composto il nome "Settembrini" derivandolo dalla data [[Presa di Roma|20 settembre]], ignorando l'esistenza di Luigi Settembrini.<ref>{{Cita libro|autore=Benedetto Croce|titolo=Storia d'Italia dal 1871 al 1915|anno=1966|editore=Laterza Editore|città=|p=321|pp=|ISBN=}}</ref>▼
== Aneddoti letterari ==
▲
== Onorificenze ==
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|collegamento_onorificenza=Ordine_dei_Santi_Maurizio_e_Lazzaro
|motivazione=
|data = <ref name="senato">{{Senatori Regno|tipo=completo}}</ref>
}}
==Bibliografia==▼
* Luigi Settembrini, ''[[Ricordanze della mia vita]]'' (1892), a cura di [[Umberto Renda
== Note ==
<references/>
▲* Luigi Settembrini, ''Ricordanze della mia vita'' (a cura di Umberto Renda), Torino, Paravia, 1944
▲==Bibliografia==
* «[http://www.treccani.it/enciclopedia/settembrini_(Enciclopedia-Italiana)/ SETTEMBRINI, Luigi]» la voce nella ''Enciclopedia Italiana'', Volume 31, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936. Testo online.▼
== Voci correlate ==
*
* [[Francesco De Sanctis]]
* [[Benedetto Musolino]]
* [[Basilio Puoti]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
▲* Mario Santoro, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-settembrini_(Enciclopedia-
*
* [http://elea.unisa.it/browse?type=author&value=Settembrini%2C+Luigi+%3C1813-1876%3E ''Luigi Settembrini''] in [http://elea.unisa.it/ EleA - Archivio aperto dell’Università degli Studi di Salerno]
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{{Portale|biografie|letteratura|Risorgimento}}
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