Palazzo Leone da Perego: differenze tra le versioni

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|didascalia = La facciata principale di Palazzo Leone da Perego
|paese = ITA
|divamm1 ={{IT-LOM}}[[Lombardia]]
|Località = {{simbolo|Legnano-Stemma.png}} [[Legnano]]
|indirizzo = via Girardelli 10
|latitudine = 45.5938313
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|proprietario =Comunecomune di Legnano
}}
}}'''Palazzo Leone da Perego''' è un edificio storico di [[Legnano]]. È stato ricostruito nel 1898 conservando alcune decorazioni dell'omonimo edificio precedente medioevale<ref name="spaziarte">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.spaziartelegnano.com/palazzo/|titolo=Palazzo Leone da Perego|accesso=9 ottobre 2014|editore=spaziartelegnano.com|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140104225246/http://www.spaziartelegnano.com/palazzo/|dataarchivio=4 gennaio 2014}}</ref>. Situato a pochi passi dalla [[Basilica di San Magno]], possiede due entrate, una in via [[Battaglia di Magenta|Magenta]] e l'altra in via Girardelli. Prende il nome da [[Leone da Perego]], [[arcivescovo di Milano]] deceduto a Legnano nel 1257<ref name="Cita|cita-D'-Ilario, -1984|pag. 211-pag211">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211}}.</ref>. Insieme a '''Palazzo Visconti''' forma la "Corte Arcivescovile".
 
== Storia ==
[[File:Welcome to LeonedaPerego.jpg|thumb|left|Vista serale del moderno palazzo Leone da Perego]]
=== Il castello dei Cotta ===
[[File:Palazzo Leone da Perego (Legnano) - finestre.JPG|thumb|rightleft|Particolare delle finestre del primo piano didel moderno Palazzopalazzo Leone da Perego]]
{{vedi anche|Castello dei Cotta}}
Il palazzo Leone da Perego medievale venne probabilmente costruito nel [[XIII secolo]]<ref name="spaziarte"/><ref name="cita-Ferrarini-2001-p101">{{Cita|Ferrarini, 2001|p. 101}}.</ref>, oppure, secondo alcuni studi, nel [[IX secolo]]<ref name="cita-Ferrarini-2001-p101"/>. L'edificio diventò nobile residenza estiva dell'arcivescovo [[Leone da Perego]], grazie al quale conobbe un periodo di splendore che si protrasse sino alla fine del [[XV secolo]].
Nell'[[Alto Medioevo]], in una zona adiacente a quella dove ora sono presenti Palazzo Leone da Perego e Palazzo Visconti, sorgeva il [[castello dei Cotta]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Il primo nucleo del castello dei Cotta fu probabilmente una [[torre]] [[Torre d'avvistamento|di avvistamento]] a difesa delle [[Invasioni barbariche|incursioni]] degli [[Magiari|Ungari]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Nel [[X secolo]] molte regioni del [[Regno d'Italia (781-1014)|Regno d'Italia]] furono oggetto di queste invasioni, e Legnano non fu un'eccezione<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Nell'[[XI secolo]] la primigenia torre di avvistamento fu completata dall'aggiunta di un vero e proprio palazzo fortificato, opera della famiglia Cotta<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Oltre alle opere difensive del castello, erano anche presenti un [[Fossato (architettura)|fossato]] (dentro il quale erano state deviate parte delle acque dell'[[Olonella]]) e delle [[Mura (architettura)|mura]] che racchiudevano il centro abitato di Legnano<ref name="Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32">{{Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32}}.</ref>. La famiglia Cotta era vassalla dell'[[Arcivescovo di Milano]] e partecipò alla lotta di quest'ultimo contro il [[contado]] del [[Seprio]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Originariamente il castello Cotta aveva forma rettangolare di dimensioni 22 [[Metro|m]] per 6,5 m<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213}}.</ref>. Il maniero dei Cotta fu poi demolito tra il XIII ed il XIV secolo<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pagg. 211-213">{{Cita|D'Ilario, 1984|pagg. 211-213}}.</ref>.
 
L'edificio diventò nobile residenza estiva dell'arcivescovo [[Leone da Perego]], grazie al quale conobbe un periodo di splendore che si protrasse sino alla fine del [[XV secolo]]. Da palazzo Leone da Perego ("''in nostro archiepiscopali palatio''"<ref name="Autori vari|p. 25"/>) l'arcivescovo di Milano [[Francesco I da Parma]], successore di Ottone Visconti e saltuariamente dimorante a Legnano, concesse il 3 aprile 1297 quaranta giorni di indulgenza ai fedeli che avessero donato i fondi necessari per completare i lavori della chiesa di San Pietro di [[Saronno]]<ref name="D'Ilario p. 46">{{Cita|D'Ilario, 1984|p. 46}}.</ref>. Nel 1361 l'arcivescovo di Milano [[Roberto Visconti]] si rifugiò nel borgo legnanese per sfuggire alla [[peste]]: secondo alcune fonti morì proprio a Legnano nel palazzo Leone da Perego<ref name="Autori vari|p. 32">{{Cita|Autori vari|p. 32}}.</ref>.
I resti del castello Cotta sono stati trovati nel 1951 da [[Guido Sutermeister]] durante gli scavi per la costruzione della [[Galleria di Legnano|Galleria INA]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Nello specifico, furono scoperte le fondamenta di parte del castello, dei muraglioni difensivi e del fossato. Della parte del castello che si estendeva nelle adiacenze della Corte Arcivescovile, non ci sono pervenuti ritrovamenti perché non sono mai stati effettuati scavi archeologici rilevanti<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pagg. 211-213"/>.
 
Nel 1361 l'arcivescovo di Milano [[Roberto Visconti]] si rifugiò nel borgo legnanese per sfuggire alla [[peste]]: secondo alcune fonti morì proprio a Legnano a palazzo Leone da Perego<ref name="Autori vari|p. 32">{{Cita|Autori vari|p. 32}}.</ref>.
Le mura era provviste di due porte di accesso. Quella meridionale, conosciuta come "porta di sotto", fu presente fino al 1818<ref name="Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32"/>. La porta di sotto era anche provvista di un passaggio coperto che passava sopra la volta dell'apertura e che collegava il castello dei Cotta con Palazzo Visconti, che sorse in seguito<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Sul lato contrapposto, a nord, era situata una "porta di sopra" della quale, però, non ci sono giunte testimonianze, dato che fu probabilmente abbattuta in tempi più remoti<ref name="Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32"/>.
 
Sul lato sud del Palazzo Leone da Perego originariomedievale era prospiciente l'antico Palazzo Visconti, che sui documenti medievali è conoscioutoconosciuto come "''preciosa pallatia''"<ref name="Autori vari|p. 25">{{Cita|Autori vari|p. 25}}.</ref>. Quest'ultimo era conosciuto con questo nome perché fu residenza dell'arcivescovo di Milano [[Ottone Visconti]], che successe a Leone da Perego<ref name="Cita|cita-D'-Ilario, -1984|pag. 214-pag214"/>. I due edifici formavano un cortile che era denominato "Corte Arcivescovile"<ref name="Cita|cita-D'-Ilario, -1984|pag. 214-pag214"/>. In corrispondenza di Palazzo Visconti, anche dopo la demolizione del castello dei Cotta, continuò ad essere presente la già citata "porta di sotto"<ref name="Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32"/>. Questo passaggio coperto, con la demolizione del castello dei Cotta, iniziò a collegare il complesso architettonico formato da Palazzo Leone da Perego e Palazzo Visconti, a un edificio posto dall'altra parte dell'odierno corso Magenta, che all'epoca si chiamava via Porta di Sotto<ref>{{Cita|Agnoletto, 1992|pag. 33}}.</ref><ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 216">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 216}}.</ref>.
Nel Medioevo Legnano diventò un baluardo difensivo di [[Milano]], ruolo che conservò anche in seguito. Per questo motivo Legnano fu spesso sede dei soggiorni di alcuni Arcivescovi meneghini, tra cui [[Leone da Perego]] ed [[Ottone Visconti]], diventando un punto di riferimento importante per la difesa di Milano<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Accanto al castello dei Cotta sorsero poi altri edifici, tra cui l'originario Palazzo Leone da Perego e l'attuale Palazzo Visconti, che presero il nome dai vescovi che vi soggiornarono<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pagg. 211-213"/>.
[[File:Palazzo Leone da Perego (Legnano) - capitello.JPG|thumb|right|Il capitello di una delle colonne dell'ingresso principale del moderno palazzo Leone da Perego]]
 
In corrispondenza di Palazzo Visconti, anche dopo la demolizione del [[castello dei Cotta]], continuò ad essere presente la "porta di sotto", [[porta cittadina|porta urbana]] costruita nel Medioevo e demolita nel 1818<ref name="cita-Agnoletto-1992-pag32">{{Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32}}.</ref>. Questo passaggio coperto, con la demolizione del castello dei Cotta, iniziò a collegare il complesso architettonico formato da Palazzo Leone da Perego e Palazzo Visconti, a un edificio posto dall'altra parte dell'odierno corso Magenta, che all'epoca si chiamava via Porta di Sotto<ref>{{Cita|Agnoletto, 1992|pag. 33}}.</ref><ref name="cita-D-Ilario-1984-pag216">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 216}}.</ref>.
=== Palazzo Leone da Perego e Palazzo Visconti ===
[[File:Palazzo Leone da Perego Pirovano (Legnano).JPG|thumb|left|L'antico Palazzo Leone da Perego medioevale in un acquarello di Giuseppe Pirovano]]
[[File:Palazzo Perego Legnano 1.JPG|thumb|left|La Corte Arcivescovile. Sulla sinistra, Palazzo Leone da Perego, sulla destra, Palazzo Visconti<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 215"/>]]
[[File:Palazzo Leone da Perego (Legnano) - finestre.JPG|thumb|right|Particolare delle finestre del primo piano di Palazzo Leone da Perego]]
[[File:Palazzo Leone da Perego (Legnano) - capitello.JPG|thumb|right|Il capitello di una delle colonne dell'ingresso principale di Palazzo Leone da Perego]]Il Palazzo Leone da Perego originario, costruito probabilmente nel [[XIII secolo]]<ref name="spaziarte"/><ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 101">{{Cita|Ferrarini, 2001|p. 101}}</ref>, oppure, secondo alcuni studi, nel [[IX secolo]]<ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 101"/>, era costituito da un fabbricato rettangolare con tetto spiovente che aveva la misura di 33 m di lunghezza, 10 m di larghezza e 9,5 m di altezza<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Fu edificato interamente in mattoni, e gli ambienti erano distribuiti su due piani<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Era caratterizzato dalla presenza di numerose finestre [[Bifora|bifore]] con [[arco ogivale]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. La finestra situata sopra l'ingresso di corso Magenta del palazzo Leone da Perego attuale, richiama, seppur con evidenti differenze, le antiche finestre andate perdute<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Una di esse, prima della demolizione del palazzo originario, è stata trasferita al [[civico museo archeologico di Milano]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Le finestre bifore ad arco ogivale furono molto comuni a Legnano fino al XVI secolo<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>.
 
Nel 1898 Palazzo Leone da Perego fu demolito e ricostruito utilizzando alcune decorazioni dell'omonimo complesso precedente<ref name="spaziarte"/>. Di queste ultime, le uniche che sono sopravvissute sono due stemmi viscontei che sono presenti, rispettivamente, all'ingresso di corso Magenta (in questo caso è un blasone marmoreo di Ottone Visconti del 1277<ref name="Cita|cita-Ferrarini, -2001|p. 55-p55">{{Cita|Ferrarini, 2001|p. 55}}.</ref>) ed all'interno del complesso architettonico<ref name="Cita|cita-D'-Ilario, -1984|pag. 214-pag214"/>. Palazzo Visconti fu invece quasi completamente rifatto nel 1937<ref name="Cita|cita-Ferrarini, -2001|p. 101-p101"/>. Il portone che da corso Magenta conduce all'interno della corte arcivescovile è stato ricostruito nel 1890<ref name="Cita|cita-Ferrarini, -2001|p. 101-p101"/>.
L'edificio diventò nobile residenza estiva dell'arcivescovo [[Leone da Perego]], grazie al quale conobbe un periodo di splendore che si protrasse sino alla fine del [[XV secolo]]. Da palazzo Leone da Perego ("''in nostro archiepiscopali palatio''"<ref name="Autori vari|p. 25"/>) l'arcivescovo di Milano [[Francesco I da Parma]], successore di Ottone Visconti e saltuariamente dimorante a Legnano, concesse il 3 aprile 1297 quaranta giorni di indulgenza ai fedeli che avessero donato i fondi necessari per completare i lavori della chiesa di San Pietro di [[Saronno]]<ref name="D'Ilario p. 46">{{Cita|D'Ilario, 1984|p. 46}}.</ref>. Nel 1361 l'arcivescovo di Milano [[Roberto Visconti]] si rifugiò nel borgo legnanese per sfuggire alla [[peste]]: secondo alcune fonti morì proprio a Legnano nel palazzo Leone da Perego<ref name="Autori vari|p. 32">{{Cita|Autori vari|p. 32}}.</ref>.
 
== Architettura ==
=== L'edificio medievale ===
[[File:Palazzo Leone da Perego Pirovano (Legnano).JPG|thumb|left|L'antico Palazzo Leone da Perego medioevale in un acquarello di Giuseppe Pirovano]]
 
DuranteIl iPalazzo secoliLeone ilda palazzoPerego fumedievale oggettoera dicostituito diversida rimaneggiamenti.un Adfabbricato esempiorettangolare lecon antichetetto finestrespiovente biforeche aaveva sestola acutomisura furonodi trasformate33 inm aperturedi rettangolarilunghezza, mentre10 glim ampidi salonilarghezza furonoe rimpiccioliti9,5 con la creazionem di locali più piccolialtezza<ref name="Cita|cita-D'-Ilario, -1984|pag. 214-pag213">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214213}}.</ref>. QuestiFu ultimiedificato probabilmenteinteramente nonin eranomattoni, [[Affresco|affrescati]]e magli ambienti erano decoratidistribuiti consu [[Arazzo|arazzi]] edue quadripiani<ref name="Cita|cita-D'-Ilario, -1984|pag. 214-pag213"/>. SopraEra ilcaratterizzato portonedalla presenza di ingressonumerose erafinestre presente un affresco, che fu perso[[Bifora|bifore]] con la[[arco demolizione dell'edificioogivale]]<ref>{{Cita| name="cita-D'-Ilario, -1984|pagg. 213-214}}.<pag213"/ref>. SulLa latofinestra erasituata statasopra costruital'ingresso unadi loggettacorso esternaMagenta chedel davapalazzo suLeone unda piccoloPerego giardinoattuale, richiama, seppur con evidenti differenze, le antiche finestre andate perdute<ref name="Cita|cita-D'-Ilario, -1984|pag. 214-pag213"/>. InUna seguitodi leesse, finestreprima furonodella dotatedemolizione didel unpalazzo piccolooriginario, tettoè protettivostata trasferita al [[civico museo archeologico di Milano]]<ref name="Cita|cita-D'-Ilario, -1984|pag. 214-pag213"/>. L'ingressoLe difinestre Palazzobifore Leonead daarco Peregoogivale versofurono ilmolto cortilecomuni eraa provvistoLegnano difino unal XVI [[porticato]]secolo<ref name="Cita|cita-D'-Ilario, -1984|pag. 214-pag213"/>.
 
Durante i secoli il palazzo fu oggetto di diversi rimaneggiamenti. Ad esempio le antiche finestre bifore a sesto acuto furono trasformate in aperture rettangolari, mentre gli ampi saloni furono rimpiccioliti con la creazione di locali più piccoli<ref name="cita-D-Ilario-1984-pag214">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214}}.</ref>. Questi ultimi probabilmente non erano [[Affresco|affrescati]] ma erano decorati con [[Arazzo|arazzi]] e quadri<ref name="cita-D-Ilario-1984-pag214"/>. Sopra il portone di ingresso era presente un affresco, che fu perso con la demolizione dell'edificio<ref>{{Cita|D'Ilario, 1984|pagg. 213-214}}.</ref>. Sul lato era stata costruita una loggetta esterna che dava su un piccolo giardino<ref name="cita-D-Ilario-1984-pag214"/>. In seguito le finestre furono dotate di un piccolo tetto protettivo<ref name="cita-D-Ilario-1984-pag214"/>. L'ingresso di Palazzo Leone da Perego verso il cortile era provvisto di un [[porticato]]<ref name="cita-D-Ilario-1984-pag214"/>.
Sul lato sud del Palazzo Leone da Perego originario era prospiciente l'antico Palazzo Visconti, che sui documenti medievali è conosciouto come "''preciosa pallatia''"<ref name="Autori vari|p. 25">{{Cita|Autori vari|p. 25}}.</ref>. Quest'ultimo era conosciuto con questo nome perché fu residenza dell'arcivescovo di Milano [[Ottone Visconti]], che successe a Leone da Perego<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. I due edifici formavano un cortile che era denominato "Corte Arcivescovile"<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. In corrispondenza di Palazzo Visconti, anche dopo la demolizione del castello dei Cotta, continuò ad essere presente la già citata "porta di sotto"<ref name="Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32"/>. Questo passaggio coperto, con la demolizione del castello dei Cotta, iniziò a collegare il complesso architettonico formato da Palazzo Leone da Perego e Palazzo Visconti, a un edificio posto dall'altra parte dell'odierno corso Magenta, che all'epoca si chiamava via Porta di Sotto<ref>{{Cita|Agnoletto, 1992|pag. 33}}.</ref><ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 216">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 216}}.</ref>.
 
=== Il complesso attualemoderno ===
Nel 1898 Palazzo Leone da Perego fu demolito e ricostruito utilizzando alcune decorazioni dell'omonimo complesso precedente<ref name="spaziarte"/>. Di queste ultime, le uniche che sono sopravvissute sono due stemmi viscontei che sono presenti, rispettivamente, all'ingresso di corso Magenta (in questo caso è un blasone marmoreo di Ottone Visconti del 1277<ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 55">{{Cita|Ferrarini, 2001|p. 55}}</ref>) ed all'interno del complesso architettonico<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. Palazzo Visconti fu invece quasi completamente rifatto nel 1937<ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 101"/>. Il portone che da corso Magenta conduce all'interno della corte arcivescovile è stato ricostruito nel 1890<ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 101"/>.
[[File:Palazzo Perego Legnano 1.JPG|thumb|left|La Corte Arcivescovile. Sulla sinistra, Palazzo Leone da Perego, sulla destra, Palazzo Visconti<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 215DIlario1984215"/>]]
 
Il complesso odierno si sviluppa intorno ad un cortile chiamato ancora oggi "Corte Arcivescovile". È formato dall'ottocentesco Palazzo Leone da Perego e dal duecentesco Palazzo Visconti. Nei secoli il complesso edilizio cambiò molte volte la destinazione d'uso. Ad esempio, [[San Carlo Borromeo]] per un certo periodo, destinò Palazzo Visconti a prigione per ecclesiastici<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 215DIlario1984215">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 215|DIlario1984215}}.</ref>.
=== Il complesso attuale ===
Il complesso odierno si sviluppa intorno ad un cortile chiamato ancora oggi "Corte Arcivescovile". È formato dall'ottocentesco Palazzo Leone da Perego e dal duecentesco Palazzo Visconti. Nei secoli il complesso edilizio cambiò molte volte la destinazione d'uso. Ad esempio, [[San Carlo Borromeo]] per un certo periodo, destinò Palazzo Visconti a prigione per ecclesiastici<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 215">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 215}}.</ref>.
 
L'odierno Palazzo Leone da Perego, dopo essere statastato adibito a scuola materna, è dal 2001<ref name="spaziarte"/> area espositiva di [[SALe]] e può considerarsi uno dei cuori pulsanti della cultura legnanese. L'acronimo "S.A.Le." (acronimo sidi "Spazio arte Legnano") identifica gli spazi espositivi della città di Legnano. I due siti adibiti ad essere sede di mostre all'interno del progetto SALe sono appunto Palazzo Leone da Perego ed il [[Castello Visconteo (Legnano)|castello di San Giorgio]], che è stato aperto alle esposizioni a partire dal 2007<ref>{{cita web|url=http://www.spaziartelegnano.com/castello/|titolo=Il castello di Legnano su "spaziartelegnano.com"|editore=spaziartelegnano.com|accesso=24 ottobre 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304204437/http://www.spaziartelegnano.com/castello/|dataarchivio=4 marzo 2016}}</ref>.
 
Nel 1937 Palazzo Visconti venne trasformatatrasformato in sala conferenze e, successivamente, in sala cinematografica, il cinemaCinema Sala Ratti.<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.legnano.mi.it/news/44/93/6283/|titolo=Comune di Legnano - NEWS: PALAZZO OTTONE VISCONTI|autore=Nemo s.r.l.|sito=www.comune.legnano.mi.it|accesso=2016-12-10}}</ref> Per adibirlo alla nuova funzione, gli ambienti interni furono completamente svuotati, mentre gli affreschi [[Neoclassicismo|neoclassici]] presenti sulla pareti vennero coperti<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 215DIlario1984215"/>. Tra essi, fino alla copertura delle pareti, erano visibili degli affreschi raffiguranti alcuni stemmi di Ottone Visconti, un ciclo di pitture riproducente le quattro stagioni, e molti motivi pittorici contenenti [[Puttino|puttini]] e animali<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 215DIlario1984215"/>.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro | autore= Autori vari|coautori = | titolo= Il Palio di Legnano : Sagra del Carroccio e Palio delle Contrade nella storia e nella vita della città| editore= [[Banca di Legnano]] | città= | anno= 2015|sbn=IT\ICCU\TO0\1145476TO01145476|cid=Autori vari}}
* {{cita libro | cognome= D'Ilario| nome= Giorgio |coautori = Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri| titolo= Profilo storico della città di Legnano| editore= Edizioni Landoni| città= | anno= 1984 |isbn= no|cid=D'Ilario, 1984}}
* {{cita libro|Attilio | Agnoletto| San Giorgio su Legnano - storia, società, ambiente| 1992| |isbn=no|cid=Agnoletto, 1992}}
* {{cita libro | cognome= Ferrarini | nome= Gabriella |coautori = Marco Stadiotti| titolo= Legnano. Una città, la sua storia, la sua anima| editore= Telesio editore | città= | anno= 2001 |sbn=IT\ICCU\RMR\0096536RMR0096536|cid=Ferrarini, 2001}}
 
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Palazzo Leone da Perego (Legnano)}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web | 1 = http://www.spaziartelegnano.com// | 2 = Sito ufficiale del progetto SALe, Legnano | accesso = 2 novembre 2008 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140104204305/http://www.spaziartelegnano.com// | dataarchivio = 4 gennaio 2014 | urlmorto = sì }}
 
{{Legnano}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|Altomilanese|Architettura}}