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== L'emigrazione italiana negli Stati Uniti ==
Tra le mete migratorie nel periodo postunitario, oltre ai paesi europei come [[Francia]], [[Svizzera]] e [[Germania]], figurano anche [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], [[Argentina]] e [[Brasile]]. Nel periodo tra il 1880 e il 1914 più di quattro milioni e mezzo di italiani, provenienti soprattutto dall'Italia meridionale, sbarcarono negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]<ref name=":0">Dalla{{Cita voce [httpweb|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/italoamericano_(Enciclopedia-dell'Italiano%27Italiano)/ ''|titolo=Italoamericano''], in- Enciclopedia|sito=Treccani.it, URL consultato il 15/12/2014|accesso=2025-03-23}}</ref>. Gli espatri dall'[[Italia]] raggiunsero quasi i sei milioni, prima di arrestarsi nel 1976, quando iniziarono i rientri<ref name="Ibidem:0">Ibidem< /ref>.
 
Dopo la [[prima guerra mondiale]] il governo statunitense impose restrizioni per i flussi migratori emanando l'''Immigration Act'' o ''Barred Zone Act'', che richiedeva un test di alfabetizzazione per tutti gli immigrati di età superiore ai 16 anni e, più tardi, l'I''mmigration Act'' o ''Johnson Act'' (1924) limitò il numero delle entrate dei migranti negli Stati Uniti.
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* demografico: in quanto causa del diradamento della popolazione;
* economico: migliorarono i salari, i contratti di lavoro e gli immigrati inviarono denaro a coloro che erano rimasti in patria;
* linguistico: sfoltì l'analfabetismo e la massa di dialettofoni soprattutto nel Sud Italia, dove la scuola si sviluppò solo a cavallo della prima guerra mondiale. La dialettofonia esclusiva si attestava al 97,5% negli anni dell'unificazione<ref>Tullio De Mauro, ''Storia linguistica dell'Italia unita'', Bariname=":0" Laterza, 1976, p. 43</ref>, ma andò diminuendo: dall'86-90% nel 1861 al 23-32% nel 1951<ref name="Hermann W 1993, p. 5">Hermann W.Haller, ''Una lingua perduta e ritrovata. L'italiano degli italo-americani'', Firenze: La Nuova Italia, 1993, p. 5</ref> arrivando al 20% negli anni Ottanta<ref>Gensini S., Elementi di storia linguistica italiana, Bergamo-Bari-Firenze: Minerva, 1985a</ref>.
Per gli emigrati il registro di comunicazione prevalente erano i dialetti locali e non venivano a conoscenza dell'italiano standard, a causa della distanza tra i due paesi. I dialetti avevano anche un sostrato culturale e identitario, un ricordo della vita in Italia, mentre l'apprendimento dell'inglese voleva dire successo e ascesa sociale<ref>Hermann W.Haller, ''Una lingua perduta e ritrovata. L'italiano degli italo-americani'', Firenze: La Nuova Italia, 1993, p. 4</ref>.
 
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Con la seconda generazione di giovani l'inglese è la varietà dominante, ma è evidente la [[diglossia]] costituita dall'inglese e dagli elementi dialettali, popolari e anglo-americani acquisiti da genitori e nonni. Si verifica il degrado nella competenza della varietà alta con discorsi zoppicanti, pieni di ripetizioni, autocorrezioni, silenzi disperati, quando non capita la parola giusta<ref>Hermann W.Haller, ''Una lingua perduta e ritrovata. L'italiano degli italo-americani'', Firenze: La Nuova Italia, 1993, p.19</ref>. Si tratta di una generazione nata in [[America]] da genitori italiani. Generalmente tende al monolinguismo anglofono, che si rivela anche quando si tenta di parlare italiano: per esempio è frequente l'utilizzo di ''andar fuori'' con il significato di 'uscire', perché tradotto dall'inglese ''going out''; oppure il plurale del verbo ne «la gente mi trattavano», che si spiega considerando il plurale del sostantivo inglese ''people''<ref name="Hermann W 1986, p. 39">Hermann W.Haller, «Come si parla l'italiano negli Stati Uniti», in ''Italiano e oltre'', 1986, n.1, p. 39</ref>.
 
Le indagini sulle comunità di New York hanno rivelato che la perdita dell'italiano diminuisce con l'avanzare dell'età nella prima generazione, ma lo slittamento linguistico, e quindi l'avviarsi dell'italiano ad essere percepito come lingua straniera, aumenta con l'avanzare dell'età nella seconda generazione<ref>Dalla voce ''[httpname="://www.treccani.it/enciclopedia/italoamericano_%28Enciclopedia_dell%27Italiano%29/0" Italoamericano]'', in Treccani.it, URL consultato il 18/12/2014</ref>.
 
== Caratteristiche dialettali ==
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Gli anglicismi compaiono in numero minore nella varietà alta parlata dagli [[italo-americani]]. Negli individui anziani tra i pochi prestiti si notano ''jobless'' (disoccupato), ''standard'', ''nice'' (carino), ''retire'' (andare in pensione). Alcuni calchi usati sono carta verde (''the green card'', il permesso di lavoro per gli emigrati negli Stati Uniti) e ''italiani americani'' (dall'inglese ''Italian Americans'')<ref>Hermann W.Haller, «Come si parla l'italiano negli Stati Uniti», in Italiano e oltre, 1986, n.1, p. 38</ref>.
 
Nelle generazioni successive, la lacuna linguistica dell'italiano viene colmata da [[Calco linguistico|calchi]] come: «Mi sento comodo a parlare inglese», dall'inglese ''to feel comfortable''; «ritornare indietro», corrispondente a ''to go back''; «ritirarsi dal lavoro» preso da to ''retire from work''.
 
La tendenza alla pidginizzazione, con il conio di parole nuove, risponde all'esigenza di una comunicazione immediata. Tra le voci più popolari compaiono<ref>Ibidem, p. 34</ref>:
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* ''germanese'' dall'ingl. German «tedesco»,
* ''marchetta'' dall'ingl. Market «mercato»,
* ''tichetta'' dall'ingl. Ticket «biglietto».,
* ''mollo'' dall'ingl. Mall «centro commerciale».
 
I più competenti nell'uso del lessico italo-americano sono gli anziani con limitata esperienza linguistica sia in inglese sia in italiano. Questi termini sono destinati a cadere in disuso nelle comunità italo-americane, poiché già dalla prima generazione di giovani, sebbene conosciuti, non vengono più utilizzati. La varietà alta dei nonni è diventata la loro varietà bassa.
 
== PrevisioniPossibili previsioni per il futuro ==
Nel 2011 il censimento negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] ha rilevato che 723.632 italiani parlano italiano come [[madrelingua]]<ref>Camille Ryan, ''[https://www.census.gov/prod/2013pubs/acs-22.pdf Language Use in the United States: 2011] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160205101044/http://www.census.gov/prod/2013pubs/acs-22.pdf |data=5 febbraio 2016 }}'' ('''PDF'''), in U.S. Census Bureau, 2011, pp. p.3. URL consultato il 22/12/2014</ref> e, secondo un rilevamento del 2009, 80.752<ref>Camille Ryan, ''[http://www.mla.org/pdf/2009_enrollment_survey.pdf Enrollments in Language Other Than English in United States Institutions of Higher Education, Fall 2009]'' (PDF) in The Modern Language Association of America, 2010, p. 15. URL consultato il 22/12/14.</ref> lo parlano come [[lingua seconda]]. Rispetto al 2000 dove l'italiano si trovava al 6º-7º posto tra le lingue più parlate in casa (1.008.370 parlanti)<ref>''[https://www.census.gov/prod/2003pubs/c2kbr-29.pdf Language Use and English-Speaking Ability: 2000]'', URL consultato il 22/12/2014</ref>, nel 2010 è sceso al 9º-10º posto<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.mla.org/map_data,|titolo=Language URLMap consultatoData il 22Center|sito=www.mla.org|accesso=2025-03-23|urlarchivio=http:/12/14web.archive.org/web/20151016005732/http://www.mla.org/map_data|dataarchivio=2015-10-16}}</ref>, superato da [[Lingua coreana|coreano]], [[Lingua tedesca|tedesco]] e [[Lingua russa|russo]].
 
[[New York]] è lo stato dove su 213.785 individui al di sopra dei 5 anni, il 27,97% parla italiano<ref name=":1" />. Non è possibile prevedere con certezza quale sarà il destino dell'italo-americano e, in generale, dell'italiano in [[America]], ma alcuni indizi indicano che la loro sopravvivenza è incerta. La limitazione dell'utilizzo dell'italiano all'ambiente domestico e familiare nelle comunità italo-americane spiega il degrado della competenza linguistica in questa varietà nelle generazioni più giovani<ref>Hermann W.Haller, ''Una lingua perduta e ritrovata. L'italiano degli italo-americani'', Firenze: La Nuova Italia, 1993, p. 21</ref>. Infatti, se da un lato le giovani generazioni possono sviluppare un bilinguismo italiano/inglese, mano a mano che ci si allontana dalla generazione dei primi immigrati, l'[[Lingua inglese|inglese]] viene appreso sempre più come [[madrelingua]], mentre l'[[Lingua italiana|italiano]] è relegato ad essere [[seconda lingua]].
[[New York]] è lo stato dove su 213.785 individui al di sopra dei 5 anni, il 27,97% parla italiano<ref name="Ibidem"/>.
Non è possibile prevedere con certezza quale sarà il destino dell'italo-americano e, in generale, dell'italiano in [[America]], ma alcuni indizi indicano che la loro sopravvivenza è incerta.
La limitazione dell'utilizzo dell'italiano all'ambiente domestico e familiare nelle comunità italo-americane spiega il degrado della competenza linguistica in questa varietà nelle generazioni più giovani<ref>Hermann W.Haller, ''Una lingua perduta e ritrovata. L'italiano degli italo-americani'', Firenze: La Nuova Italia, 1993, p. 21</ref>. Infatti, se da un lato le giovani generazioni possono sviluppare un bilinguismo italiano/inglese, mano a mano che ci si allontana dalla generazione dei primi immigrati, l'[[Lingua inglese|inglese]] viene appreso sempre più come [[madrelingua]], mentre l'[[Lingua italiana|italiano]] è relegato ad essere [[seconda lingua]].
 
Tuttavia le iscrizioni ai corsi erogati in italiano sul suolo statunitense hanno registrato una crescita del 3,0% nel 2009<ref>Camille Ryan, [http://www.mla.org/pdf/2009_enrollment_survey.pdf ''Enrollments in Language Other Than English in United States Institutions of Higher Education, Fall 2009''] (PDF) in The Modern Language Association of America, 2010, p.11. URL consultato il 22/12/2014.</ref> e continuano a registrare un aumento positivo. È chiaro che per mantenere in vita una lingua, uno dei fattori determinanti è l'appoggio delle autorità scolastiche e di quanti ne sostengono l'inserimento nei sistemi educativi<ref>Di Pietro R. (1986), «Bilinguismo e italiano come lingua seconda negli Stati Uniti», in ''Il veltro'', p. 21</ref>.
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A preferire il dialetto come [[madrelingua]] erano gli emigrati di prima generazione, anche se gli conferivano minore importanza, mentre la prima generazione di giovani era favorevole al mantenimento del dialetto perché non ostacolava l'apprendimento dell'inglese. In questo caso la scelta era probabilmente dettata dalla volontà di mantenere vive le proprie origini.
 
L'inglese è ovviamente la varietà colta e di prestigio opposta alla varietà italo-americana mista (dialetto e inglese), perché percepita dalla maggior parte degli emigrati come “scorretta”"scorretta", adatta a un uso informale<ref>Ibidem p. 51</ref>. Per la salvaguardia dell'italiano negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] è vivo il desiderio di mantenerne l'uso e di insegnarlo ai bambini con l'appoggio dell'educazione bilingue<ref>Ibidem p. 55</ref>. Ciò nonostante non è da trascurare che le risposte a studi e questionari riflettono una volontà ideale più che la realtà effettiva.
Per la salvaguardia dell'italiano negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] è vivo il desiderio di mantenerne l'uso e di insegnarlo ai bambini con l'appoggio dell'educazione bilingue<ref>Ibidem p. 55</ref>. Ciò nonostante non è da trascurare che le risposte a studi e questionari riflettono una volontà ideale più che la realtà effettiva.
 
Il processo di americanizzazione, la mancanza di stabilità dell'italiano parlato e il più frequente [[bilinguismo]] italiano/inglese della nuova emigrazione, dovuta alla conoscenza dell'italiano standard, ci dicono che le varietà parlate negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] subiscono un processo di ristrutturazione<ref name="Hermann W 1986, p. 39"/>. In questo contesto è probabile che il broccolino utilizzato dagli [[italo-americani]] di [[New York]] subisca una diminuzione significativa.
 
==Note==