Jochen Rindt: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
m fix wl |
||
(278 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{Sportivo
|Nome = Jochen Rindt
|Sesso = M
|CodiceNazione = {{AUT}}
|Altezza =
|Peso =
|Disciplina = Automobilismo
|Specialità =
|TermineCarriera = 5 settembre [[Campionato mondiale di Formula 1 1970|1970]]
|RigaVuota = {{Sport_motoristici
|categoria = Formula 1
|data = 23 agosto [[Campionato mondiale di Formula 1 1964|1964]]
|anni = [[Campionato mondiale di Formula 1 1964|1964]]-[[Campionato mondiale di Formula 1 1970|1970]]
|scuderie = {{Automobilismo Brabham|G}} 1964<br /> {{Automobilismo Cooper|G}} 1965-1967<br /> {{Automobilismo Brabham|G}} 1968<br /> {{Automobilismo Lotus|G}} 1969-1970
|mondiali = '''1''' ([[Campionato mondiale di Formula 1 1970|1970]])
|migliore =
|disputati = 62 (60 partenze)
|vinti = 6
|podi = 13
|pole = 10
|puntiottenuti = 107 (109)
|giriveloci = 3
|note = unico pilota ad aver vinto un titolo mondiale ''post mortem''
}}
|Vittorie =
|Aggiornato = [[Gran Premio d'Italia 1970]]
}}
{{Bio
|Nome = Jochen
|Cognome = Rindt
|PostCognomeVirgola = nato '''Karl Jochen Rindt'''<ref name=oeamtc>[https://www.oeamtc.at/autotouring/motorsport/it-s-jochen-39483918 ''"It's Jochen!"''] oeamtc.at</ref>
|Sesso = M
|LuogoNascita = Magonza
|GiornoMeseNascita = 18 aprile
|AnnoNascita = 1942
|LuogoMorte = Monza
|GiornoMeseMorte = 5 settembre
|AnnoMorte = 1970
|Attività = pilota automobilistico
|Nazionalità = austriaco
|Cittadinanza = tedesca
|PostNazionalità = , campione del mondo di [[Formula 1]] nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1970|1970]]. Il titolo gli fu assegnato postumo dopo che il pilota trovò la morte in un incidente sul [[Autodromo nazionale di Monza|circuito di Monza]]
}}
Dotato di uno stile di guida aggressivo e spettacolare,<ref name="Casa">{{cita|Casamassima|p. 698}}.</ref> era considerato uno dei migliori piloti automobilistici della sua epoca.<ref name="Casa" /> Durante la sua intera carriera agonistica, pur mantenendo anche la [[cittadinanza tedesca]] data dai suoi natali, corse sempre sotto licenza austriaca, dato che si era trasferito in Austria in tenera età e qui era stato cresciuto dai nonni, dopo la morte dei genitori avvenuta durante la [[seconda guerra mondiale]]<ref name="Casa" /> e di cui, secondo molte fonti, non fu mai cittadino.<ref name=f1everything>[https://f1everything.com/drivers/jochen-rindt ''Jochen Rindt''] f1everything.com</ref><ref name=carmagazine>[https://www.carmagazine.co.uk/features/car-culture/jochen-rindt-bio-by-david-tremayne/ ''Jochen Rindt: careful what you wish for''] carmagazine.co.uk</ref>
Rindt trascorse buona parte della sua carriera in [[Formula 1]], categoria in cui vinse sei Gran Premi (di cui cinque nel 1970), ma ottenne successi pure in altre categorie, quali la [[Formula 2]] e le competizioni a ruote coperte, in cui conquistò la [[24 Ore di Le Mans]] del 1965.
==Caratteristiche tecniche==
[[File:Rindt, Jochen 1968.jpg|thumb|left|Jochen Rindt nel 1968]]
Rindt era un pilota molto veloce sul giro, tanto che la stampa specializzata prese a chiamarlo "Grindt"<ref name=formulapassion.it>[https://www.formulapassion.it/motorsport/storia/f1-jochen-rindt-campione-postumo-monza ''F1 / Jochen Rindt, l’unico campione postumo''] formulapassion.it</ref> visto il suo temperamento focoso in pista. I tifosi lo chiamavano anche "Dynamite"<ref name=tuttomotoriweb/> per via del suo piede destro molto pesante. Curioso il soprannome che gli diedero alcuni giornalisti, "Tiger"<ref name=formulapassion.it/> per via del suo naso che era schiacciato come quello del [[Felidae|felino]].<ref name=sfcriga>[https://sfcriga.com/jackie-stewart-graham-hill-and-jochen-rindt-the-magnetic-drivers ''Jackie Stewart, Graham Hill and Jochen Rindt – the magnetic drivers''] sfcriga.com</ref> Il decano dei giornalisti inglesi, [[Denis Jenkinson]], disse che secondo lui Rindt era {{Senza fonte|veloce ma senza testa}} (nonostante la cosa sia citata in molteplici fonti, in origine però risulterebbe solo che il giornalista reputava il pilota arrogante e testardo), tanto che se avesse vinto un Gran Premio si sarebbe tagliato per scommessa la sua famosa barba;<ref>[http://www.historicracing.20m.com/Rindt.html ''Jochen Rindt - 30 Years On.''] 20m.com</ref> Jenkinson per inciso si tagliò la barba nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1969|1969]] quando Rindt vinse il suo primo Gran Premio al volante della [[Team Lotus|Lotus]]. Rindt sopportava l'utilizzo del casco integrale solo quando guidava su circuiti meno tortuosi, quali Hockenheim e Monza,<ref name=formula1news>[https://www.formula1news.it/storia/storia70802.htm ''La tragedia di Rindt.''] formula1news.it</ref> poiché riduceva a suo giudizio il campo visivo alla guida. Il pilota soffriva inoltre anche di [[Chinetosi|mal d'auto]]<ref name=formula1news/> e aveva una gamba più corta dell'altra di quattro centimetri, per una frattura del collo del femore, frutto di un incidente sugli sci avvenuto quand'era ragazzo.<ref name=f1everything/>
==Carriera==
===La famiglia===
Rindt nacque a [[Magonza]] nel 1942, durante la [[seconda guerra mondiale]]. I suoi genitori erano Karl Rindt<ref name=fia>[https://halloffame.fia.com/driver-profile/628 ''Jochen Rindt's Biography''] fia.com</ref> e Ilse, nata Martinowitz.<ref name=fia/> Il padre era tedesco, ricco commerciante di spezie,<ref name= iconwheels>[https://www.iconwheels.it/auto-classiche/amarsport/jochen-rindt ''Jochen Rindt, campione del mondo in cielo''] iconwheels.it</ref> titolare di un'azienda di Magonza che risaliva al 1840, la ''Klein & Rindt''<ref name=fia/> fornitrice durante la seconda guerra mondiale della Wehrmacht,<ref>[https://autosprint.corrieredellosport.it/news/mondo-racing/2013/04/16-201851/marko_il_duro_della_f1 ''MARKO, IL DURO DELLA F1''] corrieredellosport.it</ref> la madre, austriaca, figlia di un noto avvocato,<ref name=fia/> era stata una tennista di successo,<ref name=f1everything/> fumava e guidava automobili;<ref name=motorsportmagazine>[https://www.motorsportmagazine.com/archive/article/november-2020/82/jochen-rindt-3 ''Jochen Rindt: Born to be king''] motorsportmagazine.com</ref> da un precedente matrimonio terminato con un divorzio aveva avuto un figlio, di nome Uwe Eisleben.<ref name=fia/> Morirono nel luglio 1943 ad Amburgo,<ref name=motorsportmagazine/> dov'erano andati a ispezionare una filiale della Klein & Rindt,<ref name=fia/> durante un bombardamento aereo della [[Royal Air Force]]<ref name=carmagazine/> nel corso dell'[[operazione Gomorrah]]:<ref name=motorsportmagazine/> fu quindi cresciuto dai nonni materni, Hugo e Gisa Martinowitz, residenti a [[Graz]],<ref name=fia/> nell'allora [[Ostmark (Austria)|Ostmark]].<ref name="RindtRombo">{{cita news|autore=Ludovico Basalù|titolo=Grande e sfortunato|pubblicazione=Rombo|data=12 settembre 2000|p=34}}</ref> Fu il nonno austriaco ad assicurargli il passaporto tedesco, come precauzione per fargli conservare la sostanziosa eredità paterna.<ref name=oeamtc/>
===Gli inizi===
Sviluppò fin dalla tenera età una gran passione per l'automobilismo: conobbe il futuro compagno di corse [[Helmut Marko]] quando a Graz frequentavano insieme il ginnasio,<ref>[https://www.formulapassion.it/opinioni/interviste/marko-sitting-bull-f1-red-bull-ferrari-merzario-le-mans-targa-florio-rindt ''Marko sitting Bull''] formulapassion.it</ref> con cui si cimentava in corse notturne clandestine.<ref name="MarAut">{{cita news|autore=Mario Donnini|titolo=Marko, il duro della F.1|pubblicazione=Autosprint|editore=Conti Editore|numero=15|data=aprile 2013|p=42}}</ref> Nel 1961, con Marko e altri amici, assistette al [[Gran Premio di Germania 1961]];<ref name=f1everything/> decise di vendere l'azienda lasciatagli dal padre in eredità per cominciare a gareggiare,<ref name="RindtRombo"/> usando la [[SIMCA]] Monthlery della nonna in gare rallystiche,<ref name=f1everything/> per poi passare in seguito nel campionato turismo alla guida di una [[Alfa Romeo Giulietta (1955)|Giulietta TI]].<ref name= iconwheels/><ref>[https://www.formulapassion.it/motorsport/storia/edward-james-hugus-il-fantasma-di-le-mans ''Edward James Hugus, il “fantasma” di Le Mans''] formulapassion.it</ref>
===1963 e 1964===
Il suo debutto in monoposto avvenne nel 1963, con la partecipazione al campionato di [[Formula Junior]], dove ebbe l'occasione di competere con altri piloti di rilievo come [[Jackie Stewart]] e [[Jo Siffert]],<ref name=tuttomotoriweb>[https://www.tuttomotoriweb.it/2021/09/05/jochen-rindt-incidente-monza/ ''Jochen Rindt, 51 anni fa quel misterioso incidente mortale a Monza''] tuttomotoriweb.it</ref> vincendo la quinta edizione del circuito di Cesenatico nell'aprile 1963.<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0091_01_1963_0090_0009_24783859/ ''La Stampa 16 aprile 1963, p. 9''] archiviolastampa.it</ref> L'anno seguente passò alla [[Formula 2]], categoria che lo vide protagonista assoluto fino al tragico epilogo della sua carriera.<ref name= iconwheels/> Raccolse in questa categoria un numero impressionante di pole e 45 vittorie,<ref name=tuttomotoriweb/> misurandosi sempre con piloti come [[Jim Clark]] e [[Graham Hill]].<ref name= iconwheels/> Sempre nel 1964 balzò all'onore della cronaca sportiva vincendo la famosa gara internazionale di F2 sul [[circuito di Crystal Palace]] nei pressi di [[Londra]], battendo in quell'occasione Clark, Hill e Stewart; in quell'anno debutta in [[Formula 1]] nel [[Gran Premio d'Austria 1964|Gran Premio d'Austria]] sulla pista ricavata dall'[[aerodromo di Zeltweg]] al [[volante]] di una [[Brabham]] della scuderia di [[Rob Walker Racing Team|Rob Walker]]. Parte tredicesimo ma dovette ritirarsi per un guasto al cambio.
===1965: Formula 1 e vittoria alle 24 Ore di Le Mans===
[[File:1965-08-01 Rindt, Jochen - Cooper Climax.jpg|thumb|left|Jochen Rindt con la [[Cooper T77|Cooper-Climax T77]] al [[Nürburgring]] nel 1965]]
L'anno successivo, alla guida di una [[Ferrari 250 LM]], riuscì a imporsi alla [[24 Ore di Le Mans 1965|24 Ore di Le Mans]], in coppia con [[Masten Gregory]],<ref name= iconwheels/> per la scuderia privata [[North American Racing Team|NART]] di [[Luigi Chinetti]]. L'equipaggio austro-statunitense, partito dall'undicesimo posto in griglia,<ref>[https://www.24h-lemans.com/en/news/le-mans-postcard-from-1965-17765 ''LE MANS - POSTCARD FROM 1965...''] 24h-lemans.com</ref> giovò dei problemi occorsi alle Ferrari e Ford ufficiali, e registrò il primo trionfo di una squadra privata sulla [[Circuit des 24 Heures du Mans|Sarthe]] da otto anni a quella parte; la corsa fu ultimata da Gregory, che tagliò vittorioso il traguardo proprio quando il differenziale della vettura si ruppe.<ref>[https://www.24h-lemans.com/en/news/the-24-hours-of-le-mans-and-the-u-s-10-winners-10-stories-18576 ''THE 24 HOURS OF LE MANS AND THE U.S.: 10 WINNERS, 10 STORIES''] 24h-lemans.com</ref>
Vinse in seguito a [[Aerodromo Hinterstoisser-Zeltweg|Zeltweg]] con una Ferrari 250 il Gran Premio d'Austria Auto Sport e Prototipi, in una corsa messa a rischio dall'aver urtato un'altra macchina in gara.<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,10/articleid,0104_02_1965_0197_0010_5573653/ ''Stampa Sera, 24 agosto 1965, p. 10''] archiviolastampa.it</ref>
Nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1965|1965]] approda stabilmente al campionato di F1 con la [[Cooper Car Company|Cooper]], al fianco di [[Bruce McLaren]], piazzandosi al quarto posto in Germania.<ref name= iconwheels/>
===1966===
Nella stagione [[Campionato mondiale di Formula 1 1966|1966]] alla guida della [[Cooper Car Company|Cooper]]-[[Maserati Squadra Corse|Maserati]] ottiene il primo podio in carriera (il secondo posto in [[Gran Premio del Belgio 1966|Belgio]]) e diversi altri risultati a podio, il terzo in Germania e il secondo negli USA, battendo i compagni di squadra [[Richie Ginther]], [[Chris Amon]] e [[Moisés Solana]], ottenendo così il terzo posto finale nel campionato.<ref name= iconwheels/>
===1967===
[[File:Porsche 907 (47748356111).jpg|thumb|La [[Porsche 907]] con cui Rindt gareggiò alla [[24 Ore di Le Mans 1967]]]]
====Formula 2====
Nel luglio 1967 vince il Gran Premio di Formula 2 a Rouen, precedendo al traguardo Bruce McLaren, [[Jo Schlesser]] e Graham Hill.<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,1541_02_1967_0162A_0009_23404697/ ''Stampa Sera, 10-11 luglio 1967, p. 9''] archiviolastampa.it</ref>
====Formula 1====
In Formula 1 arrivano due quarti posti, in [[Gran Premio del Belgio 1967|Belgio]] e in [[Gran Premio d'Italia 1967|Italia]], concludendo così il relativo campionato al tredicesimo posto con sei punti.
====24 ore di Le Mans====
Nel 1967 fu ancora impegnato a [[24 Ore di Le Mans 1967|Le Mans]] con [[Gerhard Mitter]].<ref>[https://www.24h-lemans.com/en/track-record/driver/jochen-rindt-5662 ''DRIVER''] 24h-lemans.com</ref>
===1968===
[[File:Stewart and Rindt at 1968 Dutch Grand Prix.jpg|thumb|Rindt segue Stewart al [[Gran Premio d'Olanda 1968]]]]
Nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1968|1968]] entra a far parte della scuderia [[Brabham Racing Organisation|Brabham]], senza ottenere grandi risultati, a parte battere [[Jack Brabham]], ottenere due terzi posti in Sudafrica e in Germania,<ref name= iconwheels/> alcune [[pole position]] e giri veloci in gara, per via della scarsa competitività della monoposto<ref>[https://www.formula1.com/en/drivers/hall-of-fame/Jochen_Rindt.html ''Jochen Rindt''] formula1.com</ref> con cui per dieci volte dovette ritirarsi per problemi meccanici.<ref name= iconwheels/>
Alla fine della stagione entrò nel team della [[Team Lotus|Lotus]] come compagno di Graham Hill, grazie al suo manager [[Bernie Ecclestone]].<ref name= iconwheels/>
===1969===
[[File:Jochen Rindt 1969 German GP.jpg|thumb|Rindt impegnato alla guida della sua [[Lotus 49]]B al [[Gran Premio di Germania 1969]]]]
Nel 1969 fu al volante della [[Lotus 49|Lotus 49B]] che «aveva la fama di vettura fragile e pericolosa, specialmente con i nuovi dispositivi aerodinamici, infatti proprio durante la trasferta oltre oceano Hill, si fratturò entrambe le gambe interrompendo la sua carriera per qualche tempo».<ref>[https://f1race.it/il-mondiale-di-jochen-rindt-vinto-senza-champagne/ ''Il mondiale di Jochen Rindt, vinto senza champagne''] f1race.it</ref>
Il 4 maggio 1969 rimase vittima di un grave incidente al [[Gran Premio di Spagna 1969|Gran Premio di Spagna]], per la rottura dell'alettone posteriore urtò prima i ''[[guard rail]]'' e poi la macchina di Graham Hill<ref name=formulapassion2/> rimasta sul circuito dopo essere stata danneggiata in un incidente<ref>[http://dlib.coninet.it/bookreader.php?&c=1&f=14009&p=4#page/14/mode/1up ''Corriere dello Sport, 5 maggio 1969, p. 14''] coninet.it</ref> e si ruppe il setto nasale,<ref name= iconwheels/> la mandibola e subì una [[commozione cerebrale]]<ref name=formulapassion2/> che gli procurò disturbi alla vista e all'equilibrio per qualche tempo.<ref name=adrenaline24h>[https://www.adrenaline24h.com/2020/04/pit-stop-f1-1970-jochen-rindt-campione-postumo/ ''Pit Stop: F1 1970, Jochen Rindt campione postumo'']</ref>
Heinz Pruller, il biografo ufficiale di Rindt, afferma che, in seguito a questo incidente, il pilota anticipò alla moglie Nina il proposito di volersi ritirare dalle corse,<ref name=formulapassion2/> decisione che divenne nota nell'ambiente della Formula 1.
Ristabilitosi, conquistò il suo primo successo sul [[circuito di Watkins Glen]],<ref name= iconwheels/> dove il suo compagno di scuderia, Hill, si fratturò le gambe;<ref name= iconwheels/> sempre in quella stagione arrivò un secondo posto in Italia a 8 centesimi di secondo dal vincitore Stewart<ref>[https://www.iconwheels.it/archivio/f1-gp-italia-1969 ''F1 – GP Italia 1969, in quattro per il successo''] iconwheels.it</ref> e un terzo in Canada.<ref name= iconwheels/>
===1970===
Nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1970|1970]] diventò il pilota di punta della [[Team Lotus|Lotus]] e riuscì a vincere cinque gare nelle prime nove.<ref name= iconwheels/> Con la vittoria nel [[Gran Premio di Francia 1970|Gran Premio di Francia]] si portò in testa alla classifica del campionato del mondo per piloti.<ref>[https://archivio.unita.news/assets/main/1970/07/06/page_009.pdf ''L'Unità, 6 luglio 1970, p. 9''] unita.news</ref> Ad agosto vinse in volata il [[Gran Premio di Germania 1970|Gran Premio di Hockenheim]],<ref>[https://archivio.unita.news/assets/main/1970/08/03/page_007.pdf ''L'Unità, 3 agosto 1970, p. 7''] unita.news</ref> una gara dove [[Jacky Ickx]] era stato al comando della corsa per trentuno dei cinquanta giri con Rindt che solo al quarantanovesimo giro riusciva a superare definitivamente Ickx.<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,1524_02_1970_0152A_0009_23264867/ ''Stampa Sera, 3 agosto 1970, p. 9''] archiviolastampa.it</ref>
Approdò al [[Gran Premio d'Italia 1970|Gran Premio d'Italia]] primo in classifica generale, con un consistente vantaggio sugli inseguitori e con l'obiettivo di vincere matematicamente il titolo mondiale.<ref name=adrenaline24h/>
==== L'incidente fatale ====
A Monza, durante le qualifiche del sabato, all'inizio del quinto giro<ref name=formula1news/> perse il controllo della vettura appena prima della curva Parabolica, andando a urtare violentemente contro il ''guard-rail''. La vettura si disintegrò e Rindt morì durante il trasporto all'ospedale.
Le cause dell'impatto sono ignote.<ref>[https://www.formulapassion.it/motorsport/storia/tecnica-delle-f1-storiche-lotus-72-1970-quinta-parte-rindt-chapman ''Tecnica delle F1 storiche: Lotus 72 (1970) – Quinta Parte''] formulapassion.it</ref> L'ipotesi più accreditata riguarda un problema all'impianto frenante: la rottura dell'alberino di supporto del disco freno<ref>[https://archivio.unita.news/assets/main/1971/01/14/page_008.pdf ''L'Unità, 14 gennaio 1971, p. 8''] unita.news</ref> entrobordo, che si tranciò di netto a causa del cedimento strutturale del materiale, troppo sollecitato dall'assenza degli alettoni, che rendevano molto instabile la [[Lotus 72]]. Questa scelta tecnica fu attuata per contenere la differenza di prestazioni con le Ferrari su un circuito veloce come quello di [[Autodromo nazionale di Monza|Monza]]. La brusca decelerazione prima della Parabolica portò la vettura verso il ''guard-rail''. L'angolo di impatto non era dei più pericolosi, tuttavia la ruota sinistra si infilò sotto il parapetto, dove probabilmente dei tifosi avevano scavato una buca per entrare clandestinamente nell'autodromo, e causò una rapida rotazione. Il medico che per primo intervenne sul luogo dell'incidente verificò che, nonostante le ferite evidenti al torace e agli arti inferiori, non c'era fuoriuscita di sangue, perché era avvenuto un arresto cardiaco al momento dell'impatto con il ''guard rail''. Le pupille risultavano molto dilatate. Clinicamente era ancora vivo, ma dopo il primo massaggio cardiaco il polso era molto debole.
La morte fu causata principalmente dal piantone dello sterzo, che sfondò lo sterno del pilota austriaco: le cinture di sicurezza si strapparono parzialmente dai sei punti di ancoraggio alla scocca e non ressero alla decelerazione dell'impatto, proiettando il pilota in avanti verso il volante. La forte decelerazione e la totale perdita dell'avantreno dovuta all'impatto, fecero sì che anche gli arti inferiori subissero gravi lesioni seppur non fatali. Il piede sinistro, il più leso dall'angolo d'impatto, era separato quasi di netto dalla caviglia. Ai soccorritori che per primi giunsero sul luogo apparve una scena raccapricciante: Rindt era disteso nell'abitacolo con gli arti inferiori completamente esposti. Spirò pochi minuti dopo nell'ambulanza che lo stava trasportando all'[[ospedale]] [[Niguarda]] di [[Milano]]. Fu aperta un'inchiesta della magistratura italiana, che mise sotto accusa la Lotus e [[Colin Chapman]] per la scarsa solidità delle sue vetture.<ref name=tuttomotoriweb/> Giancarlo Gnepo Kla scrisse per ''[[Ruoteclassiche]]'': «Nell'ottica di una migliore distribuzione dei pesi Chapman spostò i dischi all'interno del telaio, allontanando masse dalle ruote. Tuttavia le torsioni che gravavano sul mozzo erano tali da provocare anche dei cedimenti».<ref>[https://ruoteclassiche.quattroruote.it/accadde-oggi-50-anni-fa-ci-lasciava-jochen-rindt/ ''Accadde oggi, 50 anni fa ci lasciava Jochen Rindt''] quattroruote.it</ref>
Quasi un mese più tardi, la vittoria di [[Emerson Fittipaldi]] al [[Gran Premio degli Stati Uniti 1970|Gran Premio degli Stati Uniti]] impedì a [[Jacky Ickx]] di superare l'austriaco in classifica generale: in tal modo Rindt fu il primo e ancora oggi unico campione del mondo postumo.<ref name=tuttomotoriweb/>
Al suo funerale, a Graz l'11 settembre 1970, [[Joakim Bonnier]] pronunciò l'elogio funebre dicendo: «''Morire facendo qualcosa che amavi fare, significa morire felici. E Jochen ha l'ammirazione e il rispetto di tutti noi. L'unico modo di ammirare e rispettare un grande pilota e amico. A prescindere da cosa accadrà nei Gran Premi rimanenti quest'anno, per tutti noi Jochen è il campione del mondo''».<ref name=sfcriga/>
Rindt riposa nel [[Zentralfriedhof|Cimitero centrale]] di [[Graz]].<ref>[https://www.sport-today.it/gallery/motori/formula-1/jochen-rindt-cinquantanni-dalla-morte.htm?ord=8&ord=8 ''Jochen Rindt: cinquant'anni dalla morte''] sport-today.it</ref><ref>{{cita web|titolo=Jochen Rindt – Ein Leben für den Motorsport|url=http://www.steiermark.at/cms/beitrag/10000820/2075/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160120122551/http://www.steiermark.at/cms/beitrag/10000820/2075/ |lingua=de}}</ref>
==La vittoria postuma nel campionato del mondo==
[[File:Grab Jochen Rindt.jpg|thumb|upright|La tomba di Rindt al cimitero di Graz]]
Al momento della morte Rindt aveva vinto cinque dei dieci Gran Premi della stagione, dandogli quindi un vantaggio nella classifica del campionato per piloti di venti punti sul secondo provvisoriamente in classifica e ventisei su colui che alla fine della stagione sarebbe stato il secondo in classifica, rispettivamente Stewart e Ickx.
Dopo la vittoria nella corsa successiva in [[Gran Premio del Canada 1970|Canada]], Ickx ridusse lo svantaggio che aveva su Rindt a 17 punti a due gare dal termine della stagione, rendendolo l'unico ad avere una possibilità di conquistare il titolo, a patto che vincesse le ultime due corse guadagnando così i diciotto punti necessari;<ref>{{cita web|titolo=Canadian GP, 1970 Race Report|url=http://www.grandprix.com/gpe/rr195.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160120123235/http://www.grandprix.com/gpe/rr195.html }}</ref> al successivo [[Gran Premio degli Stati Uniti d'America 1970|Gran Premio degli Stati Uniti]] invece Ickx arrivò quarto, in una corsa vinta da colui che aveva sostituito Rindt al volante della Lotus, [[Emerson Fittipaldi]]; ciò rese Rindt il solo campione del mondo postumo nella storia della Formula 1. Nella circostanza Ickx dichiarò:
{{Citazione|Meglio così, non mi sarebbe piaciuto strappare il titolo a Jochen, che lo meritava pienamente.<ref>[https://www.andrealarovere.it/2021/07/23/jacky-ickx-lanticonformista-della-formula-1/ ''JACKY ICKX, L’ANTICONFORMISTA DELLA FORMULA UNO''] andrealarovere.it</ref><ref>[https://www.giornalemotori.com/2021/02/11/piloti-leggendari-jacky-ickx/ ''Piloti Leggendari: Jacky Ickx''] giornalemotori.com</ref>}}
Il trofeo di campione del mondo fu consegnato alla vedova Nina da Stewart il 18 novembre 1970, nel corso di una cerimonia vicino a [[Place de la Concorde]] a Parigi<ref name=sfcriga/><ref>{{Cita libro|lingua=en|autore=Jackie Stewart|titolo=Winning Is Not Enough|data=2007|editore=Headline Publishing|città=LOndra|isbn=978-0-7553-1539-0|p=[https://archive.org/details/winningisnotenou0000stew/page/174 174]|url=https://archive.org/details/winningisnotenou0000stew/page/174}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.bbc.co.uk/sport/formula1/54973818|titolo=The F1 champion crowned beyond the grave}}</ref>
==La sicurezza dei piloti in pista==
{{Senza fonte|Rindt fu coinvolto da Stewart nella lotta per migliorare le misure di sicurezza in Formula Uno; per questo motivo fu criticato dalla stampa, che definì Stewart, Rindt and Joakim Bonnier la "Geneva connection", per la comune residenza in Svizzera}}. Quale membro della [[Grand Prix Drivers' Association]] di recente costituzione, fu lui a ispezionare il 4 maggio 1969 quel [[circuito del Montjuïc]] dove, per la rottura dell'alettone posteriore, si sarebbe schiantato contro quei ''guard rail'' che aveva insistito perché fossero resi meno pericolosi.<ref name=formulapassion2>[https://www.formulapassion.it/motorsport/storia/f1-gran-premio-di-spagna-1969-le-ali-della-discordia ''F1 | Gran Premio di Spagna 1969: sulle ali della discordia''] formulapassion.it</ref> Nel luglio 1970 fu tra i piloti che si batterono per una maggiore sicurezza nei circuiti, sostenendo modifiche a essi che avrebbero evitato la sua morte poche settimane dopo: dichiarò la necessità di creare aree dove la macchina potesse decelerare oltreché la sostituzione delle vecchie barriere di sicurezza con staccionate in legno leggero, più adatte a frenare la corsa di una vettura uscita di pista in maniera più dolce e senza lacerare i serbatoi di benzina.<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,14/articleid,0132_01_1970_0147_0014_4817295/ ''La Stampa, 21 luglio 1970, p. 14''] archiviolastampa.it</ref>
In seguito all'incidente avvenuto durante il GP di Spagna del 1969 inviò una lettera aperta a varie testate giornalistiche specializzate in cui criticava gli alettoni sottolineadone la pericolosità, riflessioni che provocarono scalpore nell'ambiente e spinse la Commission Sportif Internationale, l'organo di governo sportivo che ha preceduto la FIA, a decidere di decretare la provvisoria inammissibilità di tali alettoni per poi imporre ulteriori modifiche al modo con cui dovevano essere installate.<ref name=formulapassion2/>
==Commemorazione==
[[File:Haltestelle Jochen-Rindt-Platz.jpg|thumb|Il ricordo di Rindt a Graz]]
Rindt è stato commemorato in vari modi, sinché la competizione esistette la gara iniziale della BARC 200 Formula Two fu ribattezzata ''Jochen Rindt Memorial Trophy'', nel 2000, in occasione del 30º anniversario della sua morte, la città di Graz ha svelato una targa in bronzo in suo ricordo, alla presenza della moglie Nina e della figlia Natasha;<ref name=forix>{{cita web|autore=Mattijs Diepraam|titolo=The Champions / Jochen Rindt. Fearless until the end|url=http://www.forix.com/8w/rindt.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160117183454/http://www.forix.com/8w/rindt.html |data=17 marzo 2007}}</ref> la penultima curva al [[Red Bull Ring]] è stata dedicata a lui.<ref>{{cita web|titolo=Circuit|url=https://www.projekt-spielberg.com/de/formel-1/circuit|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160120123718/https://www.projekt-spielberg.com/de/formel-1/circuit |lingua=de}}</ref>
Nel Regno Unito l'Historic Sports Car Club ha organizzato un campionato riservato alle vetture di Formula 2 storiche, la categoria riservata alle monoposto costruite prima del 1972 è stata chiamata "Class A Jochen Rindt Trophy".<ref>{{cita web|titolo=Historic Formula 2 |url=https://hscc.org.uk/championships/historic-formula-2/ |accesso=30 giugno 2020}}</ref>
== Risultati completi in Formula 1 ==
{{RisF1|Ritiro=1970|Anno=1964|Scuderia=Brabham|Vettura=[[Brabham BT11|BT11]]|7R=Rit|Punti=0}}
{{RisF1|Ritiro=1970|Anno=1965|Scuderia=[[Cooper Car Company|Cooper]]|Vettura=[[Cooper T73|T73]] e [[Cooper T77|T77]]
|1R=Rit|2R=NQ|3R=11|4R=Rit|5R=14|6R=Rit|7R=4|8R=8|9R=6|10R=Rit|Punti=4|Pos=13}}
{{RisF1|Ritiro=1970|Anno=1966|Scuderia=[[Cooper Car Company|Cooper]]|Vettura=[[Cooper T81|T81]]
|1R=Rit|2R=2|3R=4|4R=5|5R=Rit|6R=3|7R=4|8R=2|9R=Rit|Punti=22 (24)|Pos=3}}
{{RisF1|Ritiro=1970|Anno=1967|Scuderia=[[Cooper Car Company|Cooper]]|Vettura=[[Cooper T81|T81]], [[Cooper T81B|T81B]] e [[Cooper T86|T86]]
|1R=Rit|2R=Rit|3R=Rit|4R=4|5R=Rit|6R=Rit|7R=Rit|8R=Rit|9R=4|10R=Rit|Punti=6|Pos=13}}
{{RisF1|Ritiro=1970|Anno=1968|Scuderia=Brabham|Vettura=[[Brabham BT24|BT24]] e [[Brabham BT26|BT26]]
|1R=3|2R=Rit|3R=Rit|4R=Rit|5R=Rit|6R='''Rit'''|7R=Rit|8R=3|9R=Rit|10R='''Rit'''|11R=Rit|12R=Rit|Punti=8|Pos=12}}
{{RisF1|Ritiro=1970|Anno=1969|Scuderia=[[Team Lotus|Lotus]]|Vettura=[[Lotus 49B|49B]]
|1R=Rit|2R='''''Rit'''''|4R='''Rit'''|5R=Rit|6R='''4'''|7R=Rit|8R='''2'''|9R=3|10R='''''1'''''|11R=Rit|Punti=22|Pos=4}}
{{RisF1|Ritiro=1970|Anno=1970|Scuderia=[[Team Lotus|Lotus]]|Vettura=[[Lotus 49|49C]] e [[Lotus 72|72]]
|1R=13|2R=Rit|3R=''1''|4R=Rit|5R='''1'''|6R=1|7R='''1'''|8R=1|9R='''Rit'''|10R=NP|Punti=45|Pos=1|LEG=1}}
==Note==
<references />
==Bibliografia==
* {{Cita libro|autore=Pino Casamassima|titolo=Storia della Formula 1|editore=Calderini Edagricole|anno=1996|isbn=88-8219-394-2|cid=Casamassima}}
==
* [[Incidenti mortali di Formula 1]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|url=http://www.jochen-rindt.at|titolo=Sito commemorativo|lingua=de}}
*{{cita web|url=http://www.motorsportmemorial.org/focus.php?db=ct&n=201|titolo=Jochen Rindt|lingua=en}}
{{scuderia Brabham}}
{{scuderia Lotus}}
{{Piloti campioni del mondo di F1}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|automobilismo|biografie|Formula 1}}
[[Categoria:Piloti di Formula 1 austriaci]]
[[Categoria:Piloti automobilistici morti durante l'attività]]
[[Categoria:Sepolti nello Zentralfriedhof]]
|