Antonio Tari: differenze tra le versioni

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{{Carica pubblica
|nome = Antonio Tari
|immagine = Antonio Tari.jpg
|didascalia =
|carica = [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Deputato del Regno d'Italia]]
|mandatoinizio =
|mandatofine =
|mandato =
|vice di =
|cotitolare =
|capo di stato =
|presidente =
|vicepresidente =
|primoministro =
|viceprimoministro =
|vice =
|predecessore =
|successore =
|legislatura = {{NumLegRegno|D|VIII}}
|gruppo parlamentare =
|coalizione =
|circoscrizione =
|collegio =
|tipo nomina =
|incarichi =
|sito = {{Deputati Regno}}
|prefisso onorifico =
|suffisso onorifico =
|partito =
|titolo di studio = laurea in giurisprudenza
|alma mater = [[Università degli Studi di Napoli Federico II]]
|professione = scrittore, filosofo, critico musicale
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Antonio
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|LuogoNascita = Villa Santa Maria Maggiore
|LuogoNascitaLink = Santa Maria Maggiore (Capua)
|GiornoMeseNascita = 1º luglio
|AnnoNascita = 1809
|LuogoMorte = Napoli
|GiornoMeseMorte = 15 marzo
|AnnoMorte = 1884
|Epoca = 1800
|Attività = filosofo
|Attività2 = scrittore
|Attività3 = critico musicale
|Epoca = 1800
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
}}
 
== Profilo ==
[[ImmagineFile:Lapide Antonio Tari.jpg|thumb|right|250px|[[Epigrafe]] situata alla destra del portone d'ingresso del palazzo dove nacque Antonio Tari]]
Di famiglia originaria di [[Terelle]], nel [[Frusinate]], nacque in un palazzo [[Seicento|seicentesco]] della non distante [[Santa Maria Maggiore (Capua)|Villa Santa Maria Maggiore]], l'odierna [[Santa Maria Capua Vetere]], anch'essa rientrante in [[Terra di Lavoro]], da un impiegato che si trovava lì di passaggio <ref>[[Achille Lauri|A. Lauri]], ''Dizionario dei cittadini notevoli di Terra di Lavoro antichi e moderni'', Arnaldo Forni Editore, Bologna 1979 (ed. or. Sora 1915), p. </ref>. I genitori erano Giuseppe Tari, conservatore delle ipoteche per la provincia di Terra di Lavoro, e Anna Cossa. Il palazzo natìo, conosciuto come ''palazzo Mazzocchi'', ove aveva schiuso gli occhi anche l'[[archeologo]] [[Alessio Simmaco Mazzocchi]] <ref>[[Alberto Perconte Licatese|A. Perconte Licatese]], ''Alessio Simmaco Mazzocchi'', Ed. Spartaco, Santa Maria Capua Vetere 2001.</ref>, era situato nell'allora strada della Croce, l'odierna via Mazzocchi, ed è oggi gravemente degradato.
 
Studiò a [[Montecassino]], dove conobbe [[Silvio Spaventa]]. Nel [[1830]] si trasferì a [[Napoli]] dove si laureò in [[giurisprudenza]] e iniziò la professione di [[avvocato]] <ref>[[AlbertoA. Perconte Licatese|Idem]], ''Santa Maria di Capua. Storia e monumenti della città di Santa Maria Capua Vetere'', vol. II, Tip. Stampa Sud, Curti 1983.</ref>.
 
Ben presto però all'avvocatura preferì la [[filosofia]], la [[letteratura]] e la [[musica]], unendosi all'amico Spaventa, a Cusano, a [[Francesco de Sanctis|Francesco De Sanctis]] e ad altri pensatori [[Liberalismo|liberali]] dell'epoca e collaborando a vari giornali letterari partenopei. Nel [[1861]] fu eletto [[deputato]] per il collegio di [[Cassino|S. Germano]], ma rifiutò il mandato per dedicarsi all'insegnamento. Infatti lo stesso anno era entrato per concorso nella Regia [[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università di Napoli]], divenendo il primo cattedratico di [[estetica]] in Italia, nello stesso periodo in cui vi insegnavano anche Francesco de Sanctis, [[Luigi Settembrini]], Silvio Spaventa e [[Giovanni Bovio]] <ref>[[Achille Lauri|A. Lauri]], ''op. cit.'', p. </ref>. Vi insegnò per oltre un ventennio, fino alla sua morte.
 
Si dedicò a vari rami della [[filosofia]] e delle scienze del [[linguaggio]], traducendo anche, per la casa editrice [[Detken]], opere di autori stranieri all'epoca non molto noti come Leon Brothier <ref>L. Brothier, ''Storia popolare della filosofia'', trad. di A. Tari, Detken, Napoli 1881.</ref>, Sigismond Zaborowski-Moindron <ref>S. Zaborowski-Moindron, ''Origine del linguaggio'', trad. di A. Tari, Detken, Napoli 1882.</ref> e Eugene Noel <ref>E. Noel, ''Voltaire e Rousseau'', trad. di A. Tari, Detken, Napoli 1885.</ref>, traduzioni pubblicate tra il [[1881]] e il [[1885]].
Il suo sistema estetico, variamente criticato, in particolare per la scarsa originalità, si caratterizzava per una vivacità espressiva, con ricche e talvolta variopinte esemplificazioni, che peraltro ne resero celebri e molto frequentate le lezioni universitarie. Parte significativa dei suoi studi filosofici fu pubblicata postuma.
 
Il suo sistema estetico, variamente criticato, in particolare per la scarsa originalità, si caratterizzava per una vivacità espressiva, con ricche e talvolta variopinte esemplificazioni, che peraltro ne resero celebri e molto frequentate le lezioni universitarie. Parte significativa dei suoi studi filosofici, per i quali viene annoverato tra i precursori del [[neohegelismo]] [[neoidealismo italiano|italiano]],<ref>Aa.Vv., ''Gli Hegeliani di Napoli e la costruzione dello Stato unitario'', pp. 267-298, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 1989, cit. in [https://books.google.it/books?id=r2xIEAAAQBAJ&pg=PA228#v=onepage&q&f=false introduzione a ''La Fenomenologia dello Spirito di Hegel''] di [[Augusto Vera]], pp. 227-8, a cura di Giacomo Petrarca, Roma, Inschibboleth Edizioni, 2021.</ref> fu pubblicata postuma.
==Il filosofo “giullare di Dio”==
[[Benedetto Croce]], nei saggi critici della ''Letteratura della Nuova Italia'', definì Tari «giullare di Dio», vale a dire, per riprendere le parole dello stesso Croce, il «lieto giullare della filosofia». Il pensatore abruzzese spiegava, al riguardo, che Tari non ebbe mai nemici, riuscendo a farsi ben volere sia dagli amici sia dagli avversari, che «prendeva a braccetto, e li menava a spasso con sé, divertendosi a contradirli e a sentirsi contradetto».
 
== Il filosofo “giullare"giullare di Dio”Dio" ==
Quasi ad avallare la definizione sopra riportata, il pensatore abruzzese ebbe anche a rilevare che la bizzarra genialità di Tari «gli faceva trovare piacere nei ravvicinamenti e collegamenti più disparati e più comici: della frase sublime con la scherzosa, del ricordo solenne con l’aneddoto salace, del linguaggio latino o del tedesco col [[vernacolo]] napoletano. Parla in gergo, ma in gergo che è quintessenza di cultura e stravagante miscuglio di elementi geniali» <ref>[[Benedetto Croce|B. Croce]], ''La letteratura della Nuova Italia. Saggi critici'', vol. I, Laterza, Bari 1967, pp. 403-409.</ref>.
[[Benedetto Croce]], nei saggi critici della ''Letteratura della Nuova Italia'', definì Tari «giullare di Dio», vale a dire, per riprendere le parole dello stesso Croce, il «lieto giullare della filosofia». Il pensatore abruzzese spiegava, al riguardo, che Tari non ebbe mai nemici, riuscendo a farsi ben volere sia dagli amici sia dagli avversari, che «prendeva a braccetto, e li menava a spasso con sé, divertendosi a contradirli e a sentirsi contradetto».
 
Quasi ad avallare la definizione sopra riportata, il pensatore abruzzese ebbe anche a rilevare che la bizzarra genialità di Tari «gli faceva trovare piacere nei ravvicinamenti e collegamenti più disparati e più comici: della frase sublime con la scherzosa, del ricordo solenne con l’aneddotol'aneddoto salace, del linguaggio latino o del tedesco col [[vernacolo]] napoletano. Parla in gergo, ma in gergo che è quintessenza di cultura e stravagante miscuglio di elementi geniali» <ref>[[Benedetto Croce|B. Croce]], ''La letteratura della Nuova Italia. Saggi critici'', vol. I, Laterza, Bari 1967, pp. 403-409.</ref>.
 
A proposito dell'opera "''Manuale di estetica''" del Tari (inedita), Croce disse:
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{{quote|Filosofo di professione ed uomo di dottrina enciclopedica, nonostante tutta la sua perizia filosofica, la sua sterminata dottrina e il suo molto acume, il Tari fu soprattutto un bizzarro artista. La sua concezione metafisica non gli concedeva una trattazione veramente logica dei problemi. Ma la sua personalità, vibrante di commozione innanzi alle opere dell'arte, riboccante di entusiasmo, dotata di bontà e di nobiltà di sentire, gli ispirava pagine che sono di una specie assai rara nella nostra letteratura.}}
 
== Musica ed Estetica ==
L’essenzaL'essenza giocosa si mischiava, confondendosi, con un’acutaun'acuta critica, che si rivolgeva a tutti i campi in cui l’estetical'estetica si sostanziava e, in particolare, ad una delle “arti” al quale Tari era più attratto: la musica.
 
Tra il serio e il faceto, infatti, il filosofo, dopo aver pubblicato nel [[1879]] un interessante studio critico su ''Serietà e ludo'', compose un saggio musicale, con tanto di note, dal titolo in tal senso emblematico di ''Lezioni di estetica generale'' <ref>A. Tari, ''Lezioni di estetica generale'', a cura di C. Scamaccia-Luvara, Tocco, Napoli 1884.</ref>.
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Questo indirizzo lo portò ad occuparsi, scrivendone nel [[1883]], anche sulla celebre ''pastorale'' di [[Beethoven]] <ref>A. Tari, ''Beethoven e la sua sinfonia pastorale. Saggio critico'', Tip. della Regia Università, Napoli 1883.</ref>.
 
== Opere principali ==
* ''Estetica ideale'', Tip. del Fibreno, Napoli [[1863]];
* ''Ente spirito e reale. Confessioni filosofiche'', Stamperia della Regia Università, Napoli [[1872]];
* ''Opera, melodramma, dramma: nota critica'', Tip. della Regia Università, Napoli [[1878]];
* ''Serietà e ludo: saggio critico'', Tip. della Regia Università, Napoli [[1879]];
* ''Saggi di critica'', con prefazione di R. Cotugno, Tip. Vecchi, Trani [[1886]];
* ''Saggi di estetica e metafisica'', a cura di B. Croce, Laterza, Bari [[1910]];
* ''Estetica esistenziale'', a cura di M. Leotta, Morano, Napoli [[1987]]
* ''L’esteticaL'estetica reale'', a cura di F. Solitario, Prometheus, Milano [[2003]]
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Benedetto Croce]], ''[[La letteratura della nuova Italia|La letteratura della nuova Italia. Saggi critici]]'', vol. I, [[Laterza editore|Laterza]], Bari 1967.
* Massimo Leotta, ''La filosofia di Antonio Tari'', [[Istituto Italiano per gli Studi Storici]], Napoli 1983.
* Francesco Solitario, ''Antonio Tari nella "Critica" di Benedetto Croce. Contributo per un recupero'', [[Prometheus (casa editrice)|Prometheus]], Milano 1998.
* Francesco Solitario (a cura di), ''L'Estetica di Antonio Tari e la cultura filosofica meridionale del suo tempo'', Prometheus, [[Milano]] 2007.
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* AA. VV., «[http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-tari_(Dizionario-di-filosofia)/ Tari, Antonio]» in ''Dizionario di filosofia'', Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
* {{cita web|autore=Archivi di Teatro Napoli|url=http://archiviteatrocir.napolibeniculturalicampania.beniculturali.it/archividiteatronapoli/atn/foto/dettagli_foto?oid=94643&descrizione=Antonio%20Tari&query_start=1|titolo=Foto di Antonio Tari|accesso=0417-0907-20082013|urlmorto=sì}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Biografie|Filosofia|Letteratura}}
 
[[Categoria:Deputati dell'VIII legislatura del Regno d'Italia]]
==Collegamenti esterni==
[[Categoria:Hegeliani del Risorgimento]]
* {{cita web|autore=Archivi di Teatro Napoli|url=http://archiviteatro.napolibeniculturali.it/atn/foto/dettagli_foto?oid=94643&descrizione=Antonio%20Tari&query_start=1|titolo=Foto di Antonio Tari|accesso=04-09-2008}}
{{Portale|Biografie|Letteratura}}